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A Catania una mostra d’arte fa rivivere la leggenda del pozzo di Gammazita

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                E’ tornata ad essere fruibile un area del centro storico di Catania scenario di un antica leggenda catanese che ha come protagonista Gammazita, una fanciulla vissuta nel periodo della dominazione angioina che sacrificò la propria vita gettandosi dentro un pozzo, che da allora prese il suo nome, piuttosto che cedere alle voglie di un soldato francese. Questo racconto che non è mai stato storicamente provato, rappresenta il dramma delle donne predate da un invasore, dal ratto delle Sabine operato dagli uomini della Roma nascente, al grido di “mamma! Li Turchi!” delle invasioni arabe che lasciano nella nostra cultura, segni come le teste – cachepot, tanto frequenti nelle ville che rappresentano il moro e la donna di pelle chiara. O la festa dei giganti Mata e Grifone (il moro) a Messina.
              Il pozzo di Gammazita si trova nel centro storico di Catania, nei pressi di piazza Federico di Svevia, su via S. Calogero: ai piedi di una scala vi è un lavatoio secentesco che riceve acqua da uno dei rivoli del fiume Amenano, il tutto appoggiato ad una parte delle “Mura di Carlo V °. Questo luogo abitato da sempre, è circondato da palazzi di fine ottocento. Era il centro commerciale della città. Abbandonato dagli abitanti negli ultimi cinquanta anni, come la maggior parte dei centri storici delle città italiane, ha subito un degrado socioculturale che ha rischiato di far perdere per sempre memorie storiche e luoghi di grande suggestione.
Ad opera di “Italia nostra” negli anni ottanta il sito fu liberato da cumuli di spazzatura gettata lì come in una discarica ed un abitante del cortile (adesso deceduto), mise a sue spese un cancello che impediva a malintenzionati di servirsi in modo improprio del luogo, assumendosi l’onere di fare da guida.
Nel tempo, il ritorno dei cittadini che apprezzano questi luoghi, i ricordi dei padri, dei nonni, i sapori di cucine casalinghe, hanno generato un’inversione di tendenza: riprendersi ciò che appartiene alle nostre radici, accettare il concetto che senza radici, non cresce alcuna pianta o progetto nel futuro.
All’inizio del 2000, un giovanissimo architetto: Michele Capobianco, acquistò un appartamento in uno dei palazzi storici costruito su botteghe del settecento. Divenne da subito capo condomino e direttore dei lavori per quanto riguarda gli interventi di messa in sicurezza e ripristino delle parti pericolanti, avvalendosi dei ricordi dell’ultima erede del proprietario originario del palazzo. Questi lavori, eseguiti negli anni 2006 ed ancora nel 2015, hanno ridato dignità e fruibilità al sito. La sua vena creativa e visionaria, gli ha fatto mettere in atto un progetto al quale lavorava da tempo: utilizzare una porzione del palazzo che possiede due ingressi, uno dei quali adiacente al pozzo, come galleria d’arte, luogo di incontri culturali di vario genere, rivolto ad un’utenza colta e rispettosa dei luoghi.
Nasce così il progetto che ha fatto rivivere il luogo dell’antica leggenda, denominato “GammaZ Officina del riciclo”, caratterizzato da un susseguirsi di mostre pittoriche, fotografiche, di installazioni a tema, di artisti già quotati sul territorio, con il concorso di un gruppo di amici, artisti – sostenitori, che hanno creduto nel progetto di una rivalorizzazione e riqualificazione del posto. Come volontari, inoltre, hanno ripulito con pale e scope il pozzo ed il lavatoio antico da almeno 150 chili di scorie che si erano accumulate negli anni. Così, anche quel rivolo del fiume Amenano, ha ricominciato a scorrere.
L’evento più esaltante è stato quello del tre maggio scorso, in occasione della manifestazione “Castello liberato” organizzata dalle associazioni che si occupano del centro storico.
E’ stata una domenica piena di sole, in cui, piazza Federico di Svevia e le strade limitrofe sono diventate zona pedonale ed i siti aperti: anche il “pozzo di Gammazita”. Michele Capobianco ed il suo gruppo, hanno organizzato una mostra all’aperto: sessanta metri fra pittura e fotografia ed all’interno della “bottega” installazioni e sculture. I cittadini hanno percorso la via S. Calogero addobbata con teli colorati ed opere d’arte, entravano dal civico 29, visitavano le suggestive stanze con l’affaccio sul pozzo ed uscivano dalla porta in cortile Gammazita n°14 per scendere le scale antiche poggiate sulle mura di Carlo V°. Complessivamente sono transitate circa quattromila persone (considerando che l’intero evento ne ha richiamato circa quindicimila) dalle 10 del mattino alla mezzanotte. Tra i visitatori anche il Sindaco Bianco e l’Assessore alla Cultura che hanno espresso complimenti per l’impegno profuso e l’originalità della “messa in scena” così suggestiva.
Hanno promesso che si sarebbero subito attivati per far sì che questo luogo così particolare, venga dichiarato sito storico e così essere gestito dal Comune di Catania.
Gli artisti che hanno esposto sono stati:
Fotografia: Antonio Aiello, Francesca Consoli, Rosaria Forcisi, Lucio Lanza,Tony Leone, Annalisa Mancuso, Maria Rossella Maugeri, Liborio Pellitteri, GianLuigi Primaverile, Renato Ventura
Pittura: Caterina Aidala, Davide Aricò, Cristiana Cardillo, Francesco Caristia, Dora Crisafulli, Fabio Nicola Grosso, Hypnos, Giovanni Lombardo, Giovanna Mancuso, Enzo Platania, Dabora Pluchino , Ornella Rapisardi , Maria Sarafianos, Alice Valenti
Installazioni e sculture: Michele Capobianco (installazioni), Antonio Corselli (cyberbugs), Giovanni Gugliotta (art design), Filippo Monaco (assemblaggio scultoreo), Antonio Moschetto (scultura).

                              Liliana Cosentino

Il Pozzo Gammazita in un disegni del Desprez

Il Pozzo Gammazita in un disegni del Desprez

1XX  Cancello Pozzo di Gammazita

Il cancello per l’acceeo al pozzo

 

Lapide apposta da Italia Nostra

Lapide apposta da Italia Nostra

2 Accesso al Pozzo

Le scale che portano al pozzo

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