GENNAIO - FEBBRAIO - MARZO 2024
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Dott. Rosario Messina

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Roma. Un libro che sonda religiosamente le varie epoche della letteratura italiana, evidenziando i poeti che si candidano a portavoce dell’eternità”: con queste parole il saggista e critico letterario don Santino Spartà ha introdotto nella parrocchia di Sant’Anna in Vaticano la presentazione del libro “Poesie-preghiere da San Francesco ad oggi” (editoriale Agorà), curato dalla siciliana Maria Pia Risa.

Il volume raccoglie 209 poesie-preghiere scritte dal Duecento ai giorni nostri, attribuite complessivamente a 58 autori. L’opera esordisce con San Francesco d’Assisi per giungere ai contemporanei, passando per figure prestigiose come Dante Alighieri e san Giovanni Paolo II; le loro orazioni sono state selezionate con un paziente lavoro di ricerca, svolto quasi esclusivamente nella Biblioteca Apostolica Vaticana di Roma.

Tutti gli autori – ha aggiunto don Spartà, che ha curato l’introduzione dell’antologia – hanno affidato stilisticamente all’Altissimo gioie intime e problematiche esistenziali tramite le loro appassionate invocazioni. Ecco quindi sfilare tra le pagine le figure di santi, beati, preti, suore, laici, ma anche nomi dichiaratamente lontani dal Cristianesimo, tra cui Leopardi, D’Annunzio e Montale, che la curatrice ha individuato quali autori di poesie-preghiere”.

Monsignor Emery Kabongo, che fu per sette anni segretario particolare di San Giovanni Paolo II, intervenendo alla presentazione ha raccontato alcuni aneddoti della sua collaborazione con il Papa polacco, ricordandone il grande amore per l’arte poetica. “La poesia si può realmente definire un dono di Dio – ha osservato il prelato –, è un veicolo che ci aiuta a riflettere e a rendere migliore la società in cui viviamo, oltre ad essere una formidabile modalità di preghiera”.

L’incontro fra poesia e religione non è scontato”, ha aggiunto il vaticanista Rai Raffaele Luise. “Eppure nel dinamismo della poesia autentica c’è sempre un’interrogazione profonda al mistero della creatura, che rappresenta il vero fil rouge dell’antologia di Maria Pia Risa”. Luise si è soffermato sul “Cantico di Frate Sole” di san Francesco d’Assisi, che apre il florilegio, “un testo profetico, continua fonte di ispirazione per il nostro Pontefice, come dimostra l’enciclica Laudato si’ ”. “In un tempo in cui si assiste alla crisi dell’invocazione – ha concluso il vaticanista Rai -, il volume che presentiamo oggi ci dona una memoria viva, capace di fecondare il deserto in cui viviamo”.

Il libro curato da Maria Pia Risa merita di essere conosciuto per il suo argomento profondo e per la sua grande validità formativa ed educativa, specie per le nuove generazioni”, ha aggiunto il giornalista Giuseppe Vecchio. “Un ulteriore merito va alla caparbietà e al coraggio di concepirlo in Sicilia, dove le difficoltà di fare cultura sono rilevanti, specie nell’ambito della carta stampata”.

Realizzare questa raccolta è stato come tessere una tela”, ha spiegato la curatrice Maria Pia Risa. “Nel cercare un filo conduttore fra i diversi autori e selezionare i testi, ho tenuto ben presente la sottile, ma nodale differenza fra poesia-preghiera e poesia-religiosa: solo la prima, infatti, contiene un’invocazione”. “È importante ricordare che non si prega solo frequentando le celebrazioni religiose; si può pregare anche facendo poesia, a volte senza accorgersene. Il linguaggio poetico diventa così una cassa di risonanza per gli interrogativi che da sempre attanagliano l’uomo”, ha puntualizzato la Risa.

La presentazione dell’antologia - moderata dall’annunciatrice Rai Rosanna Vaudetti – è stata arricchita dalla declamazione cantata di alcune poesie-preghiere musicate dal maestro Gesuele Sciacca, accompagnato dalla sua band. Tra le liriche eseguite ci sono il “Cantico di Frate Sole” di san Francesco d’Assisi, “Infondi la saggezza della pace” di san Giovanni Paolo II, “A filo di cielo” di Angelo Barile, “Non senti Tu, o Signore” di Luca Ghiselli,  “Tu navighi sul fiume” di David Maria Turoldo, e due testi di Giuseppe Ungaretti: “La madre” e “Dannazione”.

Maria Pia Risa

Mons Kabongo e Maria Pia Risa

Giuseppe Vecchio e Maria Pia Risa

Giuseppe Vecchio e Maria Pia Risa

Maria Pia Risa

Maria Pia Risa e Raffaele Luise

Il Pubblico

Il Pubblico

Le dediche

Le dediche

Da sin. Don Santino Spartà, Rosanna Vaudetti, Giuseppe Vecchio e Mons Kabongo

Da sin. Don Santino Spartà, Rosanna Vaudetti, Giuseppe Vecchio e Mons Kabongo

Rosanna Vaudetti

Rosanna Vaudetti

 

 

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Taormina: Le sezione della FIDAPA di Giardini Naxos e Taormina hanno organizzato  un convegno sull’immigrazione intitolato “I migranti e la sfida dell’altro”. L’evento si svolgerà nella sala conferenze dell’Hotel Excelsior a Taormina   sabato  il 23 aprile 2016  alle ore 16,30. Vari relatori parleranno su questo attualissimo  e delicato tema scenario di tragedie e lutti.

 

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Da anni è un assiduo frequentatore della Sicilia ed in particolare di Giardini Naxos e della fascia Jonica  poiché: “con le sue bellezze naturali e la sua storia” come ama ripetere “è una preziosa fonte di ispirazione per i miei lavori artistici”. In molte occasioni ha messo la sua arte, che spazia dalla pittura alla poesia, al servizio di progetti umanitari e per questo qualche anno fa era stato candidato per il Premio Nobel per la pace. Stiamo parlando di Luigi Centra  poliedrico artista romano (originario di Veroli) pittore, scrittore, poeta, scultore il quale con la sua fondazione Onlus ha spesso promosso progetti umanitari per tanti bambini. Proprio per tale generosa dedizione qualche anno fa Luigi Centra era stato inserito tra i candidati per concorrere al Premio Nobel per la Pace dal Nobel Forum della Karolinska Institutet a Stoccolma in Svezia, dall’Amministrazione presieduta da Iornwall e Ann Margret Agneta, “per aver lavorato molto con la sua arte italiana nel mondo a favore dei bambini”. Il progetto che gli a valso la nomination è stato  soprattutto quello realizzato a Kiev in Ucraina quando fu ospite per una serie di seminari dell’Università Tars Scewschenko dove allestì anche una mostra ed il ricavato andò in beneficenza a favore dei bambini di Cernobyl  del reparto oncologico di Kiev. Raccontare del maestro Luigi Centra è come aprire un libro magico sempre pieno di sorprese. Ma noi cercheremo di farlo parlando della sua biografia.

                            ROSARIO  MESSINA

 

Cronaca di un artista che va in giro per il mondo in nome dell’arte

          L’Artista Luigi Centrai,  nato a Carpineto Romano (Roma), nei primi anni ’70 fa parte della corrente artistica che sta rivalutando  e reinterpretando in Italia la Pop-art americana, artisti del calibro di Mimmo Rotella e Mario Schifano del quale diventa amico e frequenta il suo studio a Roma e ad Arcinazzo (Roma).   Nei suoi numerosi  viaggi in Germania aveva già avuto modo di conoscere  Lichtstein,  anch’egli esponente della Pop-art. Ha frequentato nel 1977 uno studio insieme ai suoi amici tedeschi , professori che insegnavano alle rispettive accademie di belle arti di Tubingen in Germania e  nel  1979  anche lui si iscrive all’Accademia di belle arti di Frosinone ma non fu ammesso poi agli esami finali scritti per la sua avanzata età,  quindi egli resta un autodidatta.  Sempre nel 1979 esegue oltre trenta affreschi su rete da trasporto per inserirli nelle pareti.  Centra vive tra il frusinate,  Roma e Venezia, ha lavorato per lungo tempo a favore dei bambini in giro per il mondo. Si ricorda il suo viaggio a Kiev in Ucraina con l’Associazione del  luogo  “Italiamo” , ospite presso l’Università di Taras Scewschenko dove allestì una sua mostra nel  grande corridoio tra i lussuosi lucidi marmi e il ricavato andò naturalmente in beneficenza a favore dei bambini malati presso l’ospedale del reparto oncologico di Kiev, a causa dello scoppio del reattore di Chernobyl. Lui stesso si recò  in vari ospedali  del mondo portando gioia, pace, doni, progetti e quant’altro, con la sua accademia artistica denominata  Accademia Internazionale Artistica Nord Sud. Nello stesso periodo si recò spesso in tantissimi orfanotrofi dello Stato Ucraino insieme ad alcune associazioni tra cui “Fratello Sole” di Cimitile di Nola a Napoli; in queste occasioni l’artista ebbe modo di tenere anche dei seminari di pittura donando opere eseguite con i bambini a persone e insegnanti ,esponendo le altre in permanenza sulle pereti delle scuole . Nel corso della sua carriera Centra  ha collaborato a tante iniziative e ricerche a favore dell’umanità e sull’energia pulita, iniziative molto spesso patrocinate da: ONU, UNESCO ed UNICEF presso l’Università degli Studi di Milano a Crema (Cremona). Nell’ateneo cremonese inoltre gli è stato dedicato uno spazio permanente  con le sue opere esposte. Egli  è un artista vivente al quale  è stato dedicato un museo proprio con centinaia di opere e numerosissimi cartacei  e materiale elettronico ”MUSEO ARTE MODERNA LUIGI CENTRA” presso la Biblioteca del Comune di Monte San  Giovanni Campano (Fr), nonché una sala permanente ”SALA CENTRA”  nel Teatro Federico Secondo presso il Comune di Rocca d’Arce (Fr) ed altre ancora come nella Biblioteca Comunale  di Ceccano (Fr), una saletta con tantissimi cartacei, fotografie, testi, volumi e cd rom; gli è stato anche dedicato uno spazio verde “Centra Park” a S. Pietro di Stra (Venezia).

           Luigi Centra  è stato  dichiarato Ambasciatore dell’Arte Italiana nel Mondo ; hanno scritto di lui  critici come: Vittorio Sgarbi , Jonatan  Ziwago,  Rischard  Seidel,  Antonio  Oberti, Prof. Carlo Giulio Argan ; è inserito nelle più prestigiose enciclopedie d’arte moderna e nelle guide turistiche insieme ai più rinomati personaggi del cinema, della televisione, della  moda e dello spettacolo, come: Gucci, Gophard, Cavalli, con vari attori internazionali nel Festival del cinema di  Cannes  riportato sulla “ Tourisme  International  Guest  Guide“ Costa Azzurra Mediterranea,  Nizza (Francia) 2002  e nei migliori musei nazionali di arte moderna nel mondo, come: “Courtauld  Institute  Museum  of  ar Somerset  House”  London ,  il   “ Modern  Art  Museum  Moderner”  Klagenfurt  in Austria,  quello di   New York  negli  U.S.A.”il Museo Nazionale di Arte Moderna”,  “Louisiana National Museum  of  Modern  Art” Humleb/EK  U.S.A.,  ”San Francisco Museum  of Modern Art”  California U.S.A.,  “Museum  of  Contemporary  of  Toronto” Canada, “ National Museum “Hong  Kong”  ( Giappone) e tanti altri  in Italia, come per esempio “Museo Civico di Storia Naturale” e “Museo Del Mare” a  Giardini Naxos di  Messina (Sicilia),  ” Museo del  Vaticano”  e nei  “Saloni di Sua Santità”, il  “Museo  Comunale dell’Informazione  dell’Arte  Moderna”  Senigallia (Ancona) ”Museo dell’Occhiale” di Tai, a Pieve di Cadore (Belluno ),  “Museo Carnico delle Arti e Tradizioni Popolari Luigi Michele Giordani” Tolmezzo (Udine)  “Museo Etnografico di Palazzo Veneziano”  Malborghetto (Udine)  e tanti altri. E’ inserito su molte biblioteche nazionali e comunali in Italia, tra cui: ”Archivio Storico di  Stato  della Biennale di  Venezia”.  Per anni l’artista, che da tempo ha scelto il frusinate e Roma nel Lazio come punto di riferimento, ha lavorato presso la Croce Rossa Italiana contribuendo a favore dei terremotati  e laddove c’è stato emergenza di calamità naturale nel mondo; è stato nel Golfo di Aden, nello Yemen  e  a Tripoli e Bengasi , in Libia (Africa), nella Repubblica  Democratica  del  Congo  R.D.C. ex Zaire, in Somalia ed Etiopia.

         C’è da dire che è un artista a tutto campo che, come un “Gulliver” vagabondo nel mondo,  ha scritto e pubblicato oltre 65 volumi di storia , di guerra e sull’incastellamento delle fortezze e torri di tutto il Sud Lazio ; per questo ebbe il Premio alla cultura dalla presidenza del Consiglio dei Ministri nel 1998. Ha scritto libri d’ arte, racconti, narrativa e poesia, romanzi d’amore, sempre a sue spese. Anche se nel 1986 un suo volume  dal titolo “I Porci Portano La Gonna” gli fu censurato e  messo all’indice dall’Annunziatura  Apostolica, all’epoca Romana Chiesa di Stato. Comunque, non ha mai smesso di scrivere!  Nel suo primo volume di poesie dal titolo ”Pensieri Memorie e Canti” nel 1976 l’Editore Guido Massarelli  di Campobasso si legge:  ”Centra è un poeta per vocazione e un pittore per diletto”.

         Luigi Centra è  affreschista ed ha eseguito molti  lavori nei palazzi di antiche nobiltà e in diverse chiese dove ha donato molte opere religiose . Molti sono stati  i “Master Class” nel mondo , tanto che presso alcune accademie di Belle Arti,  gli studenti  hanno avuto modo di scrivere tesi sulla sua figura di artista contemporaneo.   Nel suo viaggio nell’arte lungo una vita  in giro per il mondo  “The  Italian  Art  In The World”, Centra  ha dovuto affrontare numerose  difficoltà , ha sofferto per  varie problematiche che accadono a chi viaggia di frequente , oltre a tanti  avvenimenti anche la fame, soprattutto negli  Stati Uniti d’America o a New York e a Boston  e nella Grand  Rue di Besancon dove scorre il Fiume  Le Dubs e lungo  La Senna  a Parigi in Francia e sulla riva del Tamigi a Londra. Negli anni in cui viveva in Germania  a   Munchen – Monaco di  Baviera- dove scorre il Fiume Isar  e a Hofeim Ried, nei pressi di Worms dove scorre  il  Reno  e l’acqua si adagia  gelida sul Lago di Starnberg  e a Sonthofen nei pressi di Kempten dove scorre il Danubio e il Fiume Iller  Centra  pagava i pasti nei  ristoranti  -Gasthaus- con le sue opere che a volte eseguiva sul posto, come ha fatto in diverse località in Italia, come a Castions  di Strada di  Udine, al  Ristorante Levade. E’ stato tra i primi artisti a dipingere le fotografie in bianco e nero con i colori ricavati dalla carta velina,  in cambio di pochi spiccioli o cibo. Nel 1960 dipinse la prima tela con le lenzuola usate di sua madre con gli smalti di suo fratello  Mario che faceva il pittore edile. Lui lo aiutava nell’esecuzione dei  geroglifici  e greche  intorno alle  camere e con la pompetta  per  l’insetticida  riempita di colore eseguiva  inconsciamente  la  Pop –Art  sui bordi delle camere intorno e sotto i soffitti.  Stiamo parlando della fine degli anni 50-60 (1959-60).

         Nel 2003 Centra si reca a Boston, a Cambridge, per una sua mostra personale presso la Società Dante Alighieri, ma al ritorno all’Aeroporto di Logan Centra fu scambiato per terrorista e gli furono sequestrati tutti i colori; ci fu un vero incidente diplomatico ma per fortuna si concluse tutto a buon fine.

      Nel 2008 presso la Prefettura di Frosinone gli è stato dedicato un annullo dalle Poste Italiane con lo slogan: ”QUANDO IL COLORE FA RUMORE” 

Nel 2010 è stato premiato nella serata dei Premi “Mea Lux” per i suoi molteplici meriti artistici assieme al fisico nucleare catanese di fama mondiale, Fulvio Frisone. I loro nomi figurano nell’Albo D’Oro dei Soci Onorari dell’Associazione Mea Lux 

In quell’occasione, ad entrambi, la presidente Angela Lombardo,  ha consegnato la tessera di Socio Onorario

dell’Associazione Scientifico Culturale  “Mea Lux”

Nel 2011 Centra incontra il prof. Vittorio Sgarbi alla  54esima  Biennale d’arte di Venezia.

       Nel corso della sua vita artistica (circa 50 anni) Luigi Centra ha pubblicato diverse sue  monografie; in occasione dei festeggiamenti dei  150 dall’unità d’Italia Luigi Centra ha effettuato uno stage di “Body Art” .

       Nel 2014 partecipa alla Biennale di Verona che ha come tema quello della “Creatività”. Tanti i personaggi noti del mondo dell’arte e della cultura che hanno dato lustro alla manifestazione con i loro interventi, tra questi,  il prof. Vittorio  Sgarbi , Katia Ricciarelli, Red Ronnie e il Critico prof. Paolo Levi di Torino. Alla Biennale  hanno partecipato oltre 900 artisti provenienti da tutto il mondo.  Nello stesos anno Centra partecipa e alla mostra nel Palaexpo di New York curata dal Prof. Francesco Saverio  Russo di Roma.

       Di recente, Centra è stato invitato da una organizzazione Russa ad esporre a Mosca con il Patrocinio dello Stato Sovietico, un’ esposizione a 360 gradi  di sicura  risonanza internazionale.Quest’anno,.

      Nel 2015  la nuova edizione del “Il Premio Internazionale Grandi Artisti Luigi Centra” al Centra Park a Stra Venezia dedicato all’artista in cui sono stati premiati con la dea alata personaggi di spicco nel mondo dello spettacolo e dell’arte in genere.  Sempre nello stesso anno, Centra ha realizzato una esposizione all’Amadeus Hotel, per l’ennesima volta  a Venezia, alla presenza del Critico Giorgio Grasso, dopodiché si è recato su invito di Mediaset con I’international Manager Pasquale Sorabella presso il Padiglione Cibus Italia all’Expo di Milano dove ha eseguito una cinquantina di opere con la Pop -Art  “Spaghetti per Tutti” ed è stato invitato nel padiglione dal Sultano del Qatar per progettare lavori futuri.

          Il giorno 8 dicembre 2015 le Poste Italiane gli hanno  dedicato un secondo annullo postale dal titoloQuando il colore fa rumore

In questo periodo Centra sta donando diverse opere di medie e grandi dimensioni ai musei italiani e stranieri, oltre a  libri, stampa e fotografie e quant’altro.

  Infine, è doveroso ricordare, i lavori esposti quest’anno a Villa Balestra presso il Comune di Rodigo in quel di Mantova dove sono state allestite due sale. Si tratta di  una mostra permanente con le opere del  M° Centra su Ippolito Nievo e Giovanni Verga, uno scambio culturale tra Nord e Sud Italia.

  Intanto la sua storia artistica una sorta di “work in progress”  prosegue spedita verso nuovi traguari poichè Luigi Centra per quest’anno ha già in programma altri interessanti appuntamenti con l’are e la cultura dove scriverà altre meravigliose pagine con i suoi penneli.      

                                                                           ROSARIO  MESSINA

Il Maestro Luigi Centra

Il Maestro Luigi Centra a Piedimonte Etneo

La consegna della targa della Mea Lux al fisico Fulvio Frisone

La consegna della targa della Mea Lux al fisico Fulvio Frisone

La prof.ssa Angela Vecchio consegna la targa della "Mea Lux" al Maestro Luigi Centra

La prof.ssa Angela Vecchio consegna la targa della “Mea Lux” al Maestro Luigi Centra

Il ringraziamento di Luigi Centra ad Angela Lombardo dopo la consegna della tessera di socio onorario dell'associazione  "Mea Lux"

Il ringraziamento di Luigi Centra ad Angela Lombardo dopo la consegna della tessera di socio onorario dell’associazione “Mea Lux”

Da sinistra la prof.ssa Angela Vecchio, la presidente della "Mea Lux" Angela Lombardo, la pittrice Melina Russo, Lucia Colletta la mamma di Frisone con Fulvio e Luigi Centra

Da sinistra la prof.ssa Angela Vecchio, la presidente della “Mea Lux” Angela Lombardo, la pittrice Melina Russo, Lucia Colletta la mamma di Frisone con Fulvio e Luigi Centra

Lo studio d'arte di Centra a Veroli

Lo studio d’arte di Centra a Veroli

Centra e Sgarbi a Venezia

Centra e Sgarbi a Venezia

Centra e  e Katia Ricciarelli

Centra e e Katia Ricciarelli

Assieme all'amico Centra

Assieme all’amico Centra

Assieme a Centra a Piedimonte

Assieme a Centra a Piedimonte

L'Expo di Centra a New York

L’Expo di Centra a New York

Luigi Centra e Vittorio Sgarbi

Luigi Centra e Vittorio Sgarbi

Lo Stendardo del Centra Park

Lo Stendardo del Centra Park

Tempesta di Primavera,cm 30X40 acrilico su tela,2016

Tempesta di Primavera,cm 30X40 acrilico su tela,2016

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Taormina (Me)Il Centro Nutrizionale Olistico di Taormina-Trappitello del dott. Pino Caminiti e della dott.ssa Pina Curcuruto biologa nutrizionista e naturopata ha ospitato, con successo, un interessante conferenza  sulle nuove frontiere tecnologiche che consentono di “Visualizzare e Misurare il Campo Bioenergetico e i Chakra” una tecnica per monitorare il proprio benessere psicofisico, i livelli di stress e le risposte  del proprio fisico ai trattamenti energetici quali ad esempio il Pranic Energy Healing, le tecniche di meditazione, i percorsi di life coaching etc.. Gli studi sulla fisica quantistica e quelli sulle nostre energie, nel tempo hanno permesso di sperimentare speciali apparecchiature elettroniche e software per monitorare gli stadi di benessere di un essere umano e lo stato vibrazionale dei propri organi. A parlare del tema dell’incontro ovvero, di quanto sia  importante per il nostro benessere psicofisico conoscere il nostri livelli di energia e, a spiegare queste tecniche innovative al momento utilizzate, è stata la  dott.ssa Rosalba Samantha Cucciuffo Istruttrice di Pranic Energy Healing  e Professional Life Coach – Metodo ITLC.

Dopo un breve excursus scientifico su quelle che sono le nuove frontiere riguardanti lo studio dei processi vitali che richiedono energia,  dei principi della fisica quantistica e della medicina vibrazionale e,  dopo aver spiegato come il nostro corpo è fatto di energia dal punto di vista emozionale ed energia dal punto di vista fisico, ha puntualizzato come un abbassamento delle nostre energie, specie dal punto di vista emozionale comporta una maggiore vulnerabilità agli eventi esterni. Ad esempio quando viviamo emozioni negative (rabbia, dolore, paura ecc.) ci sentiamo stanchi ed abbiamo bisogno di riposare per “recuperare”. Le persone “depresse” sono perennemente stanchi e senza voglia di muoversi perchè i loro pensieri negativi influenzano anche il fisico. Cosa succede se la parte fisica è priva di energia? Succede che minore energia abbiamo più vulnerabile è il nostro sistema immunitario e quindi ci ammaliamo più facilmente. Quando un organismo vive emozioni negative per lungo tempo, gli organi corrispondenti ai meridiani del nostro corpo saranno sottoposti a stress, per cui alla lunga, se tali emozioni non vengono eliminate, l’organo finirà per essere danneggiato. Il campo energetico non è influenzabile solo dalle emozioni che viviamo quotidianamente, ma è formato da tante frequenze che interagiscono anche con quelle degli altri e ne subiscono le influenze. Ad esempio quando incontriamo delle persone spesso ci capita di entrare in dissonanza o risonanza e percepire (a pelle) se ci piacciono oppure no. Un esempio classico il fenomeno dell’innamoramento. Tutto ciò è dovuto in buona parte all’interazione dei campi energetici. Un altro esempio potrebbe essere quello di persone che vivono insieme da tanti anni ed hanno un energia forte perchè hanno simili campi energetici.

Questi sono solo alcuni esempi illustrati dalla dott.ssa Cucciuffo per spiegare che il nostro corpo  produce energia in ogni nostra cellula (che si traduce in frequenze). Noi emettiamo luce in continuazione, fa parte dell’attività del nostro organismo perchè il nostro sistema si basa su un “sistema” di tipo quantico. Il “quantum” è l’insieme di elettroni, fotoni ed altre particelle di cui è composto il nostro corpo. Da qui l’importanza di monitorare lo stato di energia di una persona per analizzare lo stato di benessere e la risposta alle emozioni esterne, in particolare lo stress.

Nell’incontro al Centro Nutrizionale Olistico si è parlato di una tecnica rivoluzionaria ed un sistema innovativo di scansione dei campi energetici, il Bio-well,  realizzato dal fisico russo Konstantin Korotkov  uno dei pionieri e massimi esperti di bioelettrografia. E’ professore di Fisica al Politecnico di San Pietroburgo in Russia autore di oltre 70 lavori sulle principali riviste di fisica e biologia e detiene 12 brevetti su invenzioni di biofisica. I suoi progressi tecnologici stanno raggiungendo livelli straordinari negli studi del campo energetico umano. Ha messo in campo un team di ricerche che da anni studia tali tematiche e che ha realizzato un dispositivo ed un software in grado di fotografare i campi energetici emessi da una persona e dalle piante. Lo strumento digitale si chiama GDV Camera e, per le sue potenzialità è già stato riconosciuto come apparecchio medico e, utilizzato, in molte cliniche Russe, Bielorusse e Americane, come strumento di sostegno nelle diagnosi mediche. Il principio su cui si basa questo strumento è quello della Medicina Tradizionale Cinese, che si fonda sulla corrispondenza tra meridiani e organi, dei canali e dei campi di energia. Se l’energia viene veicolata in maniera corretta in tutto il corpo attraverso questi canali speciali si ha uno stato di benessere  ed un rafforzamento delle difese immunitarie.  Le tecniche per riequilibrare i canali energetici sono molteplici. Ciascuno di noi risponde meglio ad una particolare tecnica piuttosto che ad un altra (Praning Energy Heoling, Yoga, Agopuntura, Musica Bineurale, Meditazione, Campane Tibetare, Cristalloterapia ecc. ecc.). Come si fa a capire quale di queste pratiche ha dato i migliori risultati?   “La bioelettrografiaha spiegato la dott.ssa  Cucciuffoè in grado di stabilire qual’è la tecnica più adatta per alzare il livello di energia di un individuo poichè è in grado di  dimostrare l’efficacia delle tecniche di meditazione, dei trattamenti di terapia energetica e del rilascio emozionale che si verifica durante sessioni di psicoterapia, di life coaching,di meditazione ecc. e mentre si svolgono attività di movimento corporeo etc., sul benessere psico-fisico-energetico dell’individuo.”

A dimostrazione di tali teorie la relatrice ha spiegato che quando si effettua una scansione con il GDV viene applicata una debole corrente elettrica alla punta delle dita per meno di un millisecondo. La risposta del soggetto/oggetto a questo stimolo è la formazione di una variazione di una “nube di elettroni” che viene catturato dal sistema della telecamera e poi tradotto e ritrasmesso in rappresentazioni grafiche per mostrare le valutazioni dell’energia, dello stress e della vitalità. Al termine dell’interessante intervento, attraverso due volontari di entrambi i sessi (yin e yang) sono state realizzate alcune letture del campo bioenergetico a titolo dimostrativo.

                  ROSARIO MESSINA

 

La dott.ssa Rosalba Samantha Cucciuffo

la dott.ssa Rosalba Samantha Cucciuffo

Un momento della conferenza

Un momento della conferenza

Uno grafico dell'aurea

Uno grafico dell’aurea

Un grafico dei Chakra realizzato col Biowell

Un grafico dei Chakra realizzato col Biowell

Uno dei Grafici Energetici

Uno dei Grafici Energetici

Un Grafico

Un Grafico

GDV Camera

GDV Camera

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La dura piaga della pedofilia nel nuovo romanzo di Ismete Selmanaj, la scrittrice albanese di Messina. Il romanzo sull’atroce piaga della pedofilia nelle librerie il 18 aprile per Bonfirraro. A Capo d'Orlando (ME) la prima presentazione prevista per il prossimo 30 aprile

È in uscita (Il 18 Aprile) per Bonfirraro editore “I bambini non hanno mai colpe” il nuovo romanzo dalle tinte fosche della scrittrice di origini albanesi Ismete Selmanaj, in Sicilia da più di venti anni.

Al centro del thriller la pedofilia, una delle piaghe più grette dell’umanità, attorno alla quale ruotano le esistenze di quattro uomini, legati da un inesorabile e, forse, indissolubile destino.

Un’opera letteraria che trova le sue radici sociologiche nell’Albania post comunista, dove si assiste a un rigurgito di un antico codice comportamentale, il Kanun, ma il testo si erge a messaggio universale, perlustrando l’animo umano nei suoi recessi più oscuri, scoprendo risvolti inconfessabili, costringendo l’emersione di fatti delittuosi gravi e intollerabili.

 Il 30 Aprile la prima presentazione a Capo D’Orlando

Ma cosa ha scatenato la fantasia della scrittrice che alza con forza la sua voce da Rocca di Caprileone, un piccolo paesino del messinese?

Ismete Selmanaj è nata a Durazzo ed è lì che sin da bambina coltiva la passione per la letteratura, che le ha fatto vincere medaglie e numerosi premi. Nel 1991 si laurea, però, in Ingegneria Edile all’Università di Tirana. Una scelta che non fu la sua, così come racconta spesso ai ragazzi che non si stanca di incontrare, perché: «la mancanza di libertà insita in una dittatura è solamente questo: ti si impone dall’alto una piccola costrizione e non si ha la possibilità di accorgersene. Da quel momento non sei più padrona della tua vita». Poco dopo, vivrà sulla sua pelle la crisi politica albanese: nel 1992, infatti, decide come tanti suoi connazionali di trasferirsi in Italia. In Sicilia, vissuta come una terra promessa, rinascerà quell’amore per la scrittura che non l’ha mai abbandonata.

È fatto di questo, dunque, il suo immaginario letterario popolato di personaggi e situazioni molto diversi culturalmente da quelli che un normale lettore è abituato a conoscere: se Verginità rapite, il suo libro d’esordio in lingua italiana è incentrato sulle violenze subite dalle donne albanesi durante il periodo del totalitarismo, questa volta la Semanaj ci regala uno scorcio di paese ancora più crudo, attraverso un racconto asciutto, dove però non manca il pathos. Nonostante non si soffermi molto sugli aspetti più atroci e pruriginosi della maggiore aberrazione umana, mette comunque in risalto la peggiore delle trappole, il teatro triste di un rituale imposto da una rete, che ormai scorrazza libera sul web, protetta da nickname e dal segreto del travestimento; l’altra faccia della pedofilia, subdola e silenziosa… L’inchiesta del commissario di polizia Andi riuscirà mai a far saltare gli equilibri?

La prefazione al volume è curata da Matteo Mandalà, professore e studioso di “Lingua e Cultura Albanese” titolare della cattedra all’Università degli Studi di Palermo che ha adottato il primo testo della Selmanaj per il corso.

La pubblicazione si inserisce nel solco della linea editoriale di Bonfirraro, volta a sollevare il velo dell’omertà, scegliendo sempre di stare dalla parte delle vittime di abusi che invocano giustizia. Di questo argomento anche Mio figlio e il parroco di Chiara, edito nel 2012.

La copertina

La copertina

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  • Giardini Naxos . E’ stata inaugurata il 12 aprile 2016 la mostra “Naxos, tra mito e leggenda”, in occasione dei 2.750 anni dalla fondazione di Naxos, prima colonia greca in Sicilia. L’evento, organizzato dalla Galleria di Giardini Naxos d’Arte Moderna (G.G.N.A.M.), con il patrocinio del Comune di Giardini Naxos, è stato scandito da varie fasi. Gli ospiti intervenuti e le autorità locali hanno inizialmente visitato le due sale principali, accompagnati dal Direttore della G.G.N.A.N. Francesco Santisi che ha spiegato le opere esposte. Si tratta di lavori di importanti artisti del XX secolo tra questi F. Botero, C. Verna, E. Landi, A. Biasi, G. Varisco, F. De Pisis, T. Simeti, E. Marchegiani, F. Plessi, Gilardi, Sol Lewitt, M. Sironi, E. Isgrò, A. Soldati, M. Reggiani, P. Scirpa, G. Baruchello, P. Pinelli. Al termine della visita si è passati nella terza sala, quella adibita alle mostre temporanee, per ammirare i lavori selezionati  degli studenti che hanno partecipato al concorso indetto per l’occasione e, vari dipinti riguardanti il “mito” e la “leggenda” di affermati artisti come G.F. Gonzaga, G. de Chirico, A. Possenti, C. Massimi,              B. Caruso, T. Brancato, A. Sassu e A. Abate. A partecipare al concorso sono stati invitati tutti gli studenti delle classi di IV elementare fino alle classi di III media, in totale 5 fasce dove per ciascuna di queste sono stati premiati due lavori, i più meritevoli, secondo una commissione che li ha selezionati. Agli studenti è stato dato come premio un multiplo numerato e firmato di affermati artisti. Nell’occasione di ricordare le nostre radici e i popoli che hanno fondato Naxos, si è voluto dare un riconoscimento a delle eccellenze locali, che in vario modo hanno contribuito a dar ulteriore lustro e far conoscere la nostra città. In particolare sono stati dati dei riconoscimenti al Prof. Rosario Calabrese per la lunga carriera, prima come docente poi come dirigente, nel formare generazioni di studenti; al sig. Nino Vadalà, per l’immane lavoro impiegato nel costruire il suo “Museo della luce” e per trasmettere ai giovani le nuove tecnologie elettriche e la sicurezza impiantistica. Al Geometra Giuseppe Mercurio, grande cultore di storia patria e collezionista di cartoline di Giardini Naxos, che fanno ricordare a chi ha visto e conoscere a chi non ha visto come era la nostra città. Al sig. Salvatore Miceli, memoria storica degli scavi archeologici di tutto il comprensorio, per la dedizione, la grande perspicacia e l’impareggiabile integrità morale nello svolgere il suo importante lavoro, che lo hanno portato a scoprire reperti di grandissimo valore per lo studio della “vecchia” Naxos  greca. In rappresentanza delle autorità politiche, in assenza del Sindaco impegnato in trasferta a Palermo per importanti motivi, sono intervenuti l’Assessore Sandra Sanfilippo, e i consiglieri comunali Martina D’Angelo, Rosa  Pietrocitto e Mario Amoroso. Tra i tanti ospiti presenti  vi è stato anche il Dott. Francesco Spadaro, Direttore di Casa Cuseni, l’unico Museo della città di Taormina, il quale ha speso qualche parola sull’evento, sulla collaborazione fissa tra la G.G.N.A.M. e Casa Cuseni. Proprio in questi  giorni  è stata allestita una mostra di Piero Gilardi. Nel commentare l’evento Francesco Santisi ha detto: “Un evento che sottolinea come Taormina e Giardini Naxos, debbano unire le loro forze nell’interesse comune e che tentazioni di campanilismo devono essere emarginati in quanto Taormina non esisterebbe  senza Giardini Naxos e Giardini non esisterebbe  senza Taormina“.
  • Il Museo

    Il Museo

    Da sin. Santisi, Sanfilippo, D'Angelo, Pietrocitto, Amoroso

    Da sin. Santisi, Sanfilippo, D’Angelo, Pietrocitto, Amoroso

 

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Messina. Grande presenza di pubblico a Palazzo dei Leoni per l’inaugurazione della mostra “Dipinti recenti”, appuntamento dedicato al brillante maestro agrigentino Salvo Lombardo.
Al vernissage di ieri sera, oltre all’autore, erano presenti il Commissario Straordinario della Città Metropolitana di Messina, dott.
Filippo Romano, ed il critico d’arte Mosè Previti.
Venti gli oli su tela esposti nello spazio allestito nel Salone degli Specchi, opere che esprimono l’esuberanza di un artista che fonda il suo stile nella vivacità dei colori e nella morbidezza dei suoi personaggi, sempre ricchi di un’accattivante umanità, figure intrise di innata simpatia ed immerse in un mondo certamente molto più umano e benevolo di quello reale, una visione immaginaria che trova le sue radici nella genialità raffinata di Lombardo.
L’ironia di ciascuna tela smitizza i luoghi comuni che da sempre caratterizzano la visione storica e sociale della cultura siciliana; strade, piazze, vedute depurate dalle brutture quotidiane e rese poetiche dalla leggerezza dei protagonisti che racchiudono una tenerezza che non mancherà di strappare un sorriso al visitatore. 
Lo stile di Salvo Lombardo é espressione del suo articolato percorso artistico legato alle esperienze vissute nei suoi soggiorni all’estero; a Parigi, quando ha modo di apprezzare le opere dei grandi maestri impressionisti e, per ciò che riguarda il senso spaziale e costruttivo, il quinquennio trascorso a Manchester come disegnatore di fumetti.
A Roma ha modo di frequentare Guttuso e Borghese e sviluppa una profonda passione per una linea pittorica originale che approfondisce il tema della sicilianità nel mondo.
E’ di questo periodo il genere “Siciliani si nasce” che Guttuso stesso elogiò “per la vera sicilianità dei suoi quadri simili ad ex voto di raffinato naif, carichi di ironia, divertenti affreschi di una educazione millenaria tipicamente siciliana”.
Ma chi è Salvo Lombardo? Insofferente alle regole, colto, geniale, disincantato, intelligente e generoso, un raffinato artista e al tempo stesso un esperto conoscitore dell’arte.
Mordace e raffinato continuatore della più alta tradizione della pittura ironica-satirica europea, la sua capacità di analisi della realtà, attraverso una lente di ingrandimento che mette a fuoco le vicende romanzate, lo rende un cantastorie dei nostri tempi, narratore di cronache, fatti ed avvenimenti quasi sempre ingigantiti nello scorrere del racconto visivo.
La mostra, che resterà aperta al pubblico fino a mercoledì 27 aprile 2016, rappresenta un appuntamento imperdibile per coloro che vorranno provare l’ammaliante fascino di un artista e della sua fantasia estetica.

Salvo Lombardo nasce a Favara nel 1948.
Nel suo percorso artistico assume importanza fondamentale un viaggio a Parigi dove ha modo di apprezzare le opere dei grandi maestri impressionisti: da questa esperienza nasceranno in seguito gli omaggi agli impressionisti e ad altri grandi della pittura, quali Raffaello Tiziano e Grosz.
Per quanto riguarda il senso spaziale e costruttivo saranno determinanti i cinque anni trascorsi a Manchester come disegnatore di fumetti, esperienza che gli farà acquisire fama internazionale. Tornato a Roma diventa assiduo frequentatore di Guttuso e di Borghese e sviluppa un genere pittorico originale che approfondisce il tema della la sicilianità nel mondo. E’ di questo periodo il genere “Siciliani si nasce” che Guttuso stesso elogiò “per la vera sicilianità dei suoi quadri simili ad ex voto di raffinato naif, carichi di ironia, divertenti affreschi di una educazione millenaria tipicamente siciliana”. Consegue la laurea in arte contemporanea con la tesi su Mirò e sarà sempre insofferente alle regole, colto, geniale, disincantato, intelligente e generoso, un raffinato artista e al tempo stesso un esperto conoscitore dell’arte.
Mordace e raffinato continuatore della più alta tradizione della pittura ironica-satirica europea, la sua capacità di analisi della realtà, attraverso una lente di ingrandimento che mette a fuoco le vicende romanzate, lo rende un cantastorie dei nostri tempi, narratore di cronache, fatti ed avvenimenti quasi sempre ingigantiti nello scorrere del racconto visivo.
Lombardo ammalia l’osservatore con i colori brillanti ma poetici, con i suoi personaggi tondi e ricchi di una accattivante umanità, con i suoi scenari immaginati che regalano all’osservatore un sorriso ed una malinconia per un mondo certamente molto più umano.

1x  Locandina Salvo Lombardo

La locandina

Il taglio del nastro

Il taglio del nastro

Il Commissario Romano e il pittore Lombardo

Il Commissario Romano e il pittore Lombardo

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Siracusa. La città di Siracusa ha accolto una sua concittadina scrittrice un po avanti negli anni,ma con la freschezza e la voglia di scrivere che farebbero invidia a chiunque. Parliamo di Bruna Bianca De Stefano, scrittrice aretusea da anni trapiantata al Nord in quel di Ravenna. E’ una scrittrice che ha dedicato parte della sua vita alla psicoanalisi, agli studi di psichiatria e astronomia. E’ anche giornalista e collabora con studiosi e ricercatori di medicina.,per completare questa breve scheda descrittiva del personaggio aggiungiamo che suona ottimamente il pianoforte e ha scritto diverse musiche,tra le quali due romanze,non possiamo omettere di riferire che la stessa è stata la “scopritrice” del 13° segno zodiacale,lo ha chiamato “L’aracnide” e per questa sua scoperta ha fatto parlare parecchio di se tantissimo, sopratutto all’estero dove spesso si reca partecipando a trasmissioni televisive e conferenze molto seguite ed affollate. Tra i suoi romanzi da citare: “La baronessa”;“La voce del mio silenzio” dedicata alle malattie psicosomatiche, “L’amante del Papa” e perfino un libro di ricette, dal titolo “Ricette siciliane” decisamente un volume dedicato all’amore verso la mai dimenticata e assai rimpianta cucina siciliana ,oltre naturalmente al volume “L’aracnide” dedicato a questa sua presunta scoperta del 13° segno zodiacale. Che si tratti di un personaggio nel vero senso del termine è fuori di dubbio. I suoi concittadini l’accolta a braccia aperte nell’incontro che è stato organizzato lunedì 11 aprile presso il Jolly Hotel Aretusa di corso Gelone a Siracusa,con ingresso libero. Una sorta di talk show dove sono intervenuti numerosi lettori della straordinaria scrittrice aretusea, molti di questi sono arrivati da tutta la Sicilia e da Malta. L’incontro è stato condotto e moderato dai giornalisti Pierangela Cannone e Salvatore Fazio. Presente anche il senatore della Repubblica on. Giuseppe Lo Curzio. Al tavolo dei moderatori  oltre ai due giornalisti e la scrittrice protagonista dell’incontro vi erano il dott.Salvatore Lenzo e l’opinionista Noemi Finocchiaro. Bruna Bianca De Stefano si è resa disponibile a sottoporsi al fuoco di fila delle domande dei presenti in sala avvalendosi al tavolo dei relatori di protagonisti anche di una differenza notevole di età. E’ stata una opportunità per confrontarsi tra generazioni diverse parlando dei molti libri di questa straordinaria scrittrice siracusana che non ha tralasciato di fare cenno al suo prossimo libro che sta finendo di scrivere.

La scrittrice Bruna Bianca Di Stefano

La scrittrice Bruna Bianca Di Stefano

Il poeta Thammatibes era un principe thailandese, vittima di una tragica storia d’amore, vissuto nel XVIII secolo, tra il 1715  e il 1755[i], ed è stato un innovatore nelle varie arti, soprattutto nella poesia. Per suo volere si è avuto il tempio Wat Phra Sri Sanpet, che era anche il tempio della casa reale di Ayutthaya, antica capitale del Siam. Per questo suo amore per l’arte, il bello e le innovazioni, a parere di Montri Umavijani, si può considerare un principe del Rinascimento siamese. Era anche un soldato che partecipava alla vita militare, dunque anche alla guerra, insieme a suo padre, re Boromakot. Durante una lotta di successione, avendo sconfitto e ucciso l’avversario, il re prese prigioniere la moglie e le figlie del nemico. Una di esse, Sangwal, era già stata promessa in sposa a Thammatibes, però, fatta prigioniera, Boromakot ne fece una delle sue concubine. A questo punto, Thammatibes e Samgwl furono separati per vent’anni. Ma il principe, grande amatore, non si rassegnò all’onta del padre che gli aveva preso la donna già promessa ed amata. Pare che i due giovani continuassero ad amarsi reciprocamente, comunicando con scambi epistolari, ed avendo incontri furtivi. Durante questo periodo, il nostro principe-poeta scrisse le più belle poesie d’amore, e proprio queste lo hanno tradito, nonostante il linguaggio metaforico e la sua bellezza. L’amore dei due fu svelato proprio dalla poesia e tra intrighi di palazzo. Gli amanti furono accusati di adulterio e condannati a morte per flagellazione. Si suppone che ai loro corpi siano stati negati i riti religiosi, anche se le loro ceneri sono state conservate, in due chedi o stupa[ii], l’uno accanto all’altro, presso il tempio Wat Chai Wattanaram, anche questo legato alla famiglia reale.

Nella poesia del Principe Thammatibes, la lingua thai si è sviluppata al massimo della sua pienezza. Nessun altro poeta thai ha scritto più come lui. La sua poesia evoca la grandezza del regno di Ayutthaya. Sotto molti aspetti, essa si può considerare il canto del cigno del regno»[iii], poiché alcuni anni il Siam fu invaso dai Birmani ed Ayutthaya fu distrutta.

Senza inoltrarci nell’ampia produzione poetica di Thammatibes, si prendono in considerazione solo i canti[iv], che ci sono pervenuti nella traduzione in inglese da parte di Montri Umavijani, col titolo Royal Barge Songs,  che si sarebbero dovuti tradurre, come dice Alessandro Bausani[v], Canzoni  di Battellieri. Ma in omaggio a Giacomo Leopardi, nell’edizione curata da chi scrive, sono stati titolati soltanto Canti. Queste poesie composte sul ritmo delle melodie dei vogatori, potrebbero sembrare opere popolari, che venivano cantate, al ritmo del rullio dei remi, in occasione del viaggio-pellegrinaggio che la corte reale, in battello, compiva da Ayutthaya al santuario di Saraburi, lungo il fiume Pa Saak, per rendere omaggio alla reliquia di Buddha: l’impronta lasciata dal suo piede. Ma il poeta, essendo persona molto colta, ha creato una poesia alta, confermata anche dal Bausani[vi]. Secondo lo schema della tradizione siamese, ogni canto è introdotto da una quartina detta kloang, che sintetizza il tema sviluppato nelle quartine successive dette garp.

I Canti sono dodici, ed ognuno di essi scandisce le ore del giorno durante il tragitto di andata e ritorno, e in essi sono declinate anche le varie emozioni suscitate nell’animo del poeta da quanto egli osserva durante la navigazione.

La mattina presto venivano intonati i canti dei battelli reali, mentre la processione si apprestava a lasciare la capitale. Verso mezzogiorno si sentivano lungo il fiume il canto dei pesci. Poi nel pomeriggio, quelli dei fiori quando i battelli cominciavano a scivolare lungo il fiume, costeggiato da ricche e verdi foreste. Infine, la sera, al tramonto del sole quando il paesaggio diventava montuoso e pittoresco, i vogatori intonavano il canto degli uccelli. “Seduto sul suo trono brunito”, il Principe godeva dei suoi canti che descrivevano sia il mondo esteriore sia quello interiore, i suoi sentimenti»[vii]. E proprio in questi “sentimenti” vi è la rievocazione della donna amata, con pensieri carichi di sensualità e di eros.

Le immagini viste venivano trasfigurate dal poeta, in modo che, metaforicamente, gli ricordassero la sua donna. Quella donna assente, come nelle opere di altri grandi poeti (Beatrice, Laura, Silvia), ma che anche qui è presente più che mai, ispiratrice della poesia, in questo caso nelle più intime pieghe delle manifestazioni erotiche e sensuali.

Il Canto dei Battelli, ad apertura, fa da proemio agli altri, dove si canta che «Il Principe Reale viaggia sull’acqua / sul battello chiamato Re Kaew, / insieme alla scorta e al corteo». Tutti i battelli, ondeggianti sul fiume, hanno un nome, e nelle quartine successive vengono descritti nelle loro caratteristiche.

Dopo l’euforia della partenza e l’ammirazione del corteo, subentra nel principe la nostalgia per la donna assente.

Ed ecco che i pesci, ogni singola specie, ricordano all’amante uno dei momenti trascorsi accanto all’amata. «Vedendo vari pesci che nuotano, / l’uno accanto all’altro», il poeta soffre perché la sua donna non è con lui. Se i pesci «Golden Pian sono bellezze dorate», la donna col suo scialle dorato è più graziosa degli animali natanti. Ma egli osserva che «I Pesci Keepaway fuggono dagli uomini», e ciò con dispiacere gli ricorda; «come la mia amata fugge da me».

Ben presto ai pesci, quasi antropologicamente, vengono attribuiti altri sentimenti umani. «Perché i Bruised Cheek sembrano tristi?», si chiede il poeta. E cosa può rievocare questa silenziosa tristezza se non quei momenti particolarmente felici, proprio quelli quando «le tue guance sono doloranti di baci»: quei baci scambiati con tanto ardore, da provocare dolore. Mentre «I Pesci Suffer sembrano sempre afflitti / come quando sono lontano da te». I pesci continuano ad evocare momenti d’intensa sensualità, e il canto si chiude con un senso di mestizia e di desiderio frustrato.

Ripartendo, nel pomeriggio, dal santuario, si vedono «molti alberi in fiore / che emanano un dolce profumo…». Ed ecco che l’odore di questi fiori risveglia le sensazioni olfattive e rievoca il «profumo simile» a quello della sua donna. Anche in questo canto non mancano ricordi di momenti trascorsi insieme: così come «quando sorridevi / con la seducente bocca semichiusa». O i gialli petali della magnolia, riportano alla memoria la contemplazione della «bella signora / più dorata d’una Magnolia». Mentre i grappoli e le ghirlande floreali rievocano le lanterne preparate per lui o appese al suo capezzale. Però, anche questa fragranza non rasserena l’animo del poeta: «penso a quei fiori secchi / e mi sento triste». Se i fiori ormai andati simboleggiano la fine e lasciano tristezza, non manca tuttavia il profumato ricordo di qualche momento che prelude all’eros: «Delicato mi arriva il profumo dei Rampoey, / penso al tuo viso dal dolce aroma, / quando seduto cingevo la tua esile vita; / non mi stancavo allora l’intero giorno. / […] Lentamente e silenziosamente, / il sole tramonta: / il crepuscolo cede il posto alla notte; / continuo a pensare al tuo viso».

Ormai il pellegrinaggio sta per concludersi e il giorno volge alla fine: è sera. E la sera rievoca ricordi e desideri, talvolta, inconfessabili. E Thammatibes dedica la sua riflessione poetica al Canto degli uccelli. Egli si identifica con un uccello solitario, lontano dallo stormo. «Un uccello è solo, / come me…». A questo punto, il ricordo di Giacomo Leopardi è d’obbligo, anche se i due poeti sono distanti nel tempo e nello spazio. I Salika sono felici in compagnia, «invece, io sono tanto disperato / perché non posso vederti». Ed ancora la grazia di altri volatili gli ricorda quella della sua amata, mentre nell’osservare la danza dei pavoni, gli «sembra di vederla ballare». Altri uccelli rievocano momenti più intimi: «I Pappagalli cantano dolcemente con voce melodiosa, / stando sempre in coppia sopra un ramo, / come quando anche noi stiamo insieme / e ti stringo a me, come sempre».

Chiaramente presente è l’eros, anche se ancora velato dal detto e dal non detto: nel Canto d’amore, tratto da Kaki e il Garuda: «Stupito dal tuo agile corpo, / accarezzavo il tuo collo e il tuo mento. / Scivolavano i tuoi vestiti, / mentre accarezzavo i tuoi seni seducenti». Ma anche qui, alla fine, la donna viene idealizzata e purificata dagli elementi erotici, ormai bellezza metafisica, è «Come fiore di paradiso, / […] bella nel corpo e nell’anima…».

A chiusura di questo discorso ci viene incontro il Bausani, che, nell’opera citata, ci propone un passo possibilmente tratto dal canto in lode dell’amplesso sessuale, talmente l’eros ormai è senza veli: «Nel nido d’amore, nel palazzo dorato / sono felice, bella Kaki, allacciato a te nell’amore / e con forza, o eccitatrice di voglie, sempre di nuovo / penetro in te estasiato. / Pieno di voluttà e di passione ti accarezzo le guance / tasto la forma dei seni tuoi simili a fiori / t’abbraccio, prendo il tuo corpo, o bellissima / e giaccio d’un tratto su di te, in gioia di carne. / O Kaki, tenerissima e snella! / Umile mi saluti levando le mani / e chini il capo e mi adori, / […] Un uccello giubila di voluttà, / è felice, felice, felice! / Concordi si allacciano ancora / scambiando lieti giochi d’amore. / Due esseri sono felici nell’avida unione dei corpi / nella suprema voluttà dell’abbraccio si gettano l’uno sull’altro, / poi riposano uniti, abbracciati /due sono uno. / […] Un drago marino, estasiato e fuor di sé dall’amore / nuota eccitato nelle onde, / due esseri si avvincono assieme: / possa la nostra gioia durare in eterno[viii].

Da questi versi emerge la potenza erotica di cui è ricca la poesia di Thammatibes, che dimostra ancora una volta come sentimenti e passioni umane siano universali e uguali in ogni tempo e sotto ogni latitudine.

                         Salvatore  Statello

[i] il 28 agosto 2005, si è svolta la commemorazione della sua scomparsa. A questa cerimonia si riferiscono le foto qui pubblicate.

[ii] I chedi o stupa sono delle piccole strutture, rispetto alla pagoda principale, a forma piramidali o coniche, che fanno parte di un tempio e che, generalmente, custodiscono le ceneri di qualche personaggio importante.

[iii] Thammatibes, Canti, Centro Mondiale della Poesia e della Cultura ‘Giacomo Leopardi’, Recanati (MC), traduzione dall’inglese di Pinella Puglisi, saluto d’apertura di Franco Foschi, introduzione di Montri Umavijani, prefazione di Salvatore Statello, giugno 2005, p. 6.

[iv] Ibidem, p. 1.

[v] Alessandro Bausani, La Letteratura del Sud-Est Asiatico, Sansoni – Accademia, Firenze, 1970, p. 136.

[vi] Cfr. Ibidem, p. 136.

[vii] Thammatibes, op. cit., p. 5. A proposito di quest’opera, ripubblicata anche a cura del Circolo Socio-Culturale ‘Il Faro’ di Riposto-Catania, marzo 2012, e subito dopo on line sul sito della medesima Associazione. In questa occasione si vuole esprimere il rammarico, che on line si trovano molti passi riproposti su Gocce d’inchiostro, stille di Poesia, senza virgolettare le espressioni e citare le fonti. È chiaro che siamo di fronte ad un’appropriazione indebita, dunque di plagio. Poiché è stato lo scrivente a portare e curare, come detto sopra, la poesia di Thammatibes in Italia!

[viii] A. Bausani, op. cit., pp. 137-138.

Cerimonia religiosa per commemorare il Poeta

Cerimonia religiosa per commemorare il Poeta

Chedi con  le ceneri di Thammatibes

Chedi con le ceneri di Thammatibes

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Rodigo (Mn) – Il Comune di Rodigo in provincia di Mantova ha inaugurato un originale mostra di quadri dedicati ad una delle pagine più belle della storia della letteratura siciliana dell’ottocento, quella rappresentata dalla corrente letteraria del “Verismo” e del suo capostipite, lo scrittore Giovanni Verga. L’evento,  realizzato a Villa Balestra, famosa per il suo Parco Letterario, comprende anche dipinti dedicati ad un altro protagonista dell’800, Ippolito Nievo padovano di nascita ma di casa, a Rodigo, perché spesso passava lunghi periodi dai nonni che vi abitavano. I quadri di questa suggestiva collezione  portano la firma di Luigi Centra poliedrico artista romano a tutto tondo,  cultore delle tradizioni di Sicilia, terra che egli considera la sua seconda patria.  Affascinato da sempre dai miti e dai protagonisti dell’Isola del Sole dai quali trae ispirazione, Centra non perde occasione per dedicare alla nostra terra poesie e dipinti. Ed è proprio qui che è nata l’idea di realizzare una mostra dedicata a Verga e alle sue famose novelle. E’ stato in occasione del suo ultimo soggiorno in Sicilia, nel 2015,  che il nostro editore, Angela Lombardo, presidente dell’associazione scientifico culturale Mea Lux e la prof.ssa Manuela Speciale (Associazione Dante Alighieri sez. di Catania) proposero all’artista l’idea di realizzare un progetto storico-artistico finalizzato ad un gemellaggio tra una realtà siciliana ed una mantovana, altra terra cara a Centra. Occorreva individuare due personaggi simbolo di  queste due terre, più o meno tra loro contemporanei  e, rievocare le loro storie attraverso una serie di dipinti  che avrebbe realizzato lo stesso artista. Per la Sicilia fu scelto lo scrittore Giovanni  Verga e per la terra di Mantova Ippolito Nievo. L’abbinamento piace a Centra, conosce bene Nievo ed è affascinato dalle opere dello scrittore siciliano, come i Malavoglia  e le Novelle, in particolare quella intitolata “Libertà” (sull’eccidio di Bronte da parte dei garibaldini).  Per concretizzare il progetto fu organizzato un  mini tour nei luoghi dei racconti di Verga:  Catania (Casa Museo di Verga), Aci Trezza (i luoghi dei Malavoglia) e Vizzini (Museo Verghiano). L’artista romano dopo aver assaporato i colori e le suggestioni di questi luoghi storici, fatto tesoro “dell’esaltante esperienza” come egli stesso la definì, ritornò a casa nella sua bottega d’arte. Ispirato da quanto aveva visto in Sicilia si è messo subito a lavoro. In poco tempo il progetto è diventato realtà. Luigi Centra ha dipinto una serie di quadri dedicati a Verga, le sue novelle, i luoghi del verismo e persino qualche dipinto ispirato al film “La Terra Trema” di Visconti realizzato nella terra dei Malavoglia. Nel contempo dipinge anche diverse tele dedicate ad Ippolito Nievo. Realizzate le tele, Luigi Centra prospetta  il progetto culturale al Sindaco di Rodigo Gianni Ghizzoni confidando di voler donare i quadri per realizzare una mostra permanente e creare un ponte culturale tra la terra dei Mantova e la Sicilia. Il primo cittadino di Rodigo, entusiasta dell’originale proposta  accetta e mette a disposizione del pittore romano alcuni locali di Villa Balestra dove è stata allestita ed inaugurata la mostra alla sua presenza. Grato per aver permesso la realizzazione del progetto artistico-culturale Luigi Centra ha usato parole di apprezzamento per il sindaco.  “Vorrei ringraziare Gianni Chizzoniha detto Centraun noto imprenditore che si adopera molto per i fabbisogni del comune. Vorrei ricordare che di recente ha fatto restaurare la vecchia cascina di Rivalta sul Mincio ed il Teatro Verdi lesionato a causa del terremoto. Ha inaugurato un nuovo asilo nido e sta cercando di salvare il Museo Nievo di Fossato. Un amministratore sensibile alla cultura e all’arte che ha accolto questo progetto culturale con grande entusiasmo permettendo la sua realizzazione. Per questo ho regalato le 58 tele di questa mostra permanente. In parole povere un sindaco che tutti i comuni vorrebbero avere. Un grazie anche alle amiche Angela Lombardo e la prof.ssa Manuela Speciale che mi hanno motivato a realizzare questa esperienza artistica e facendomi conoscere i luoghi e le ambientazioni delle opere di quel figlio di Sicilia che ha dato lustro a questa meravigliosa terra con i suoi racconti. Adesso mi auguro che si possa realizzare il gemellaggio ipotizzato tra i comuni di Rodigo e quello di Aci Castello-Aci Trezza luoghi simbolo delle vicende verghiane.

La mostra, inaugurata alla presenza del sindaco di Rodigo, di numerosi artisti e cultori d’arte  ha già fatto registrare  diverse centinaia di visitatori che hanno apprezzato la tecnica, i virtuosismi delle pennellate e dei colori con i quali Luigi Centra ha raffigurato  luoghi, personaggi e fatti dei racconti di Giovanni Verga e Ippolito Nievo. Un modo originale per fare veicolare cultura e arte tra terre distanti tra loro ma accomunati dall’aver dato i natali a due personaggi emblema di un grande secolo culla del Risorgimento e della nascita dello Stato Italiano.         

Prosegue intanto il percorso artistico di Luigi Centra  con altri progetti in cantiere e traguardi raggiunti. Di recente all’artista nato a Carpineto Romano (Roma) nel 1946 le Poste Italiane gli hanno dedicato il secondo annullo postale intitolato “Quando il colore fa rumore” con la realizzazione di cartoline che ritraggono il “Centra Park”  nel Comune di Stra (Venezia)  a lui dedicato dal fotografo dei vip  Gianfranco Brusegan. Nella prestigiosa location veneziana ogni anno si svolge  il “Premio Internazionale Grandi Artisti Luigi Centra”  dedicato all’artista romano e curato dal  Direttore Artistico Pasquale. Lo staff sta già lavorando alla nuova edizione dove saranno consegnate  le statuette delle dee alate ai migliori artisti sparsi nel mondo. Il Maestro Centra, che ha girato tutto il mondo, portando le sue opere  in diverse nazioni, è stato insignito del titolo di “Ambasciatore dell’Arte nel Mondo“, essendo egli anche un esponente della Pop Art “Populaire”  che ha rivalutato in Italia nel 1970. Il poliedrico artista di recente ha scritto un libro sul Comune di Rodigo, con il quale sintetizza 40 anni di letteratura di produzione locale  dal 1976-2016. Ultimamente Centra ha esposto a Mosca presso il Cremellino, a Kiev in Ucraina, in Cina a Pechino, a Padova presso il Caffè Storico Pedrocchi, ad Alatri Frosinone a Palestrina Roma. Il 27 agosto fino al 18 settembre 2016 esporrà le sue opere presso il Chiostro Sant’Agostino nel suo paese di residenza a Veroli Frosinone.

Negli ultimi due anni  Centra, il quale non conosce limiti alla sua generosità artistica,  ha realizzato diversi quadri  (PALE) di ampie dimensioni di metri 3,00 x1,50 che ha donato a  vari musei ed istituzioni. Tra queste,  alle Poste Italiane Centrali e alla Prefettura di Frosinone, al Museo Civico Archeologico di Alatri (Fr), all’Archivio di Stato di Frosinone e, a diversi altri comuni e musei di Venezia e del Mantovano.

Infine ricordiamo che lo scorso anno,  Centra è stato protagonista di un video realizzato nell’ex Campo di concentramento le “Fraschette” di Alatri Frosinone dove  ha recitato come protagonista insieme alla bella Cecilia Minotti, sua collaboratrice, in un cortometraggio con la regia di Angelo Bianchi, recentemente premiato con la dea alata a Venezia al “Centra Park”. Nel filmato che si intitola “I Colori dell’anima”  l’artista, protagonista, fa rivivere attraverso la pittura,  le sofferenze delle migliaia di donne trucidate nei campi di concentramento della seconda guerra mondiale, rappresentate simbolicamente da Cecilia, l’altra protagonista del video.

                    ROSARIO  MESSINA

Lettera dell’Assessore Comunale di Rodigo che ha letto l’articolo

Ciao Luigi
ho appena parlato con il Sindaco. Un gemellaggio con Aci Castello-Aci Trezza non è fattibile di questi tempi, perchè le ultime leggi di stabilità hanno praticamente azzerato le spese relative a questo tipo di iniziative.
Poichè Rodigo è già gemellato con Berg (Germania), sarebbe difficile spiegare l’intenzione di costituire un nuovo gemellaggio.
Tuttavia il Sindaco ha apprezzato l’articolo, anzi ti ringrazia per le parole che hai usato nei suoi confronti, ed è disponibile a qualche iniziativa meno impegnativa di un gemellaggio.
Magari una visita di cortesia, uno scambio culturale basato sulla tua mostra Verga-Nievo, forse quella si può fare. I siciliani vengono qui e poi noi andiamo a trovare loro.
Un altro problema è anche la distanza fra Rodigo e Aci Castello/Trezza, che impone di fare il viaggio in aereo”.

Vedremo
ciao
Aristide

L'artista Luigi Centra

L’artista Luigi Centra

Villa Balestra

Villa Balestra

Una delle sale con i quadri

Una delle sale con i quadri

Il viale del Parco Letterario

Il viale del Parco Letterario

Ippolito Nievo

Ippolito Nievo

Giovanni Verga

Giovanni Verga

"Fotogrammi" del film La Terra Trema

“Fotogrammi” del film La Terra Trema

"Il naufragio" tratto dall'opera di Verga I Malavoglia

“Il naufragio” tratto dall’opera di Verga I Malavoglia

"La casa del nespolo" (luogo Verghiano)

“La casa del nespolo” (luogo Verghiano)

Porto di Acitrezza

Porto di Acitrezza

A Cunziria (luogo verghiano)

A Cunziria (luogo verghiano)

 

 

 

 

 

 

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