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A Sant’Alessio successo del convegno sulle “malattie dell’anima” condotto da Don Rocco Zappia

Sant’Alessio Siculo (Me) – E’ stato un successo il convegno organizzato dall’Associazione Progetto Speranza intitolato Le malattie dell’Anima. L’evento fortemente voluto da Natale Lisitano presidente del sodalizio ha affrontato il delicato tema del potere dello spirito nelle guarigioni delle malattie dell’anima. Relatore dell’interessante incontro è stato don Rocco Zappia sacerdote della Diocesi di Messina, il quale, oltre agli studi canonici di teologia è studioso e ricercatore della cosmologia nel pensiero medievale; si occupa da diversi anni di psicanalisi, simbolismo, filosofie orientali e tradizioni alchemiche cristiane. E’ presidente dell’Associazione “Cristo Medico” ed insegna da diversi anni medicina spirituale e psicologia biblica. Dopo i saluti di rito del presidente Natale Lisitano, del Sindaco di Sant’Alessio Siculo Giovanni Foti e del parroco di Forza D’Agrò Don Luciano Zampetti, ha preso la parola don Rocco Zappia il quale ha iniziato con il sottolineare che “ La malattia è la separazione dell’Ordine Cosmico e delle sue leggi. Noi non conosciamo quasi nulla sull’essenza del mondo che ci circonda e di solito mettiamo in secondo piano l’aspetto spirituale dell’esistenza concentrandoci quasi esclusivamente sulle cose da fare, sulle cose da godere e sulle cose da possedere. Non entriamo più in connessione con la parte spirituale della vita. Stiamo perdendo il senso del mondo e della vita. In questo contesto il potere dello spirito può essere l’elemento decisorio nella cura delle malattie.”. L’illustre relatore spiega come è venuta l’idea di organizzare un convegno che parlasse di malattie dell’anima. “Quello della salute” ha spiegato padre Zappia “è un tema molto attuale e lo si può vedere dal fatto che se ne parla tantissimo specialmente nei social. Siamo tutti diventati ipocondriaci. Quando si parla di malattia e quindi di guarigione, l’attenzione della medicina allopatica è rivolta sopratutto alla malattia organica. Si presta poca attenzione anche al disturbo psicosomatico dal quale spesso deriva la malattia organica mentre invece non viene considerato affatto l’aspetto spirituale della malattia. Da qui l’idea che l’uomo, il medico, deve tener conto di questi tre aspetti nel curare una malattia perchè sono collegati tra loro. Una marcia in più nel processo di guarigione di un malato è collegare la spiritualità in un contesto di malattia e guarigione. Perché alla base della buona salute vi è l’armonia tra spirito, mente e corpo. Già nel Medio evo era abbastanza affermato questo concetto. Prima dell’Illuminismo i sacerdoti  erano profondi conoscitori non solo delle materie teologiche, ma anche delle materie scientifiche. Si occupavano di medicina, di cosmologia, di filosofia, di antropologia, saperi che, con l’Illuminismo, vengono fortemente ridimensionati. Dopo l’Illuminismo il ruolo del sacerdote è relegato a semplice ministro delle sacre scritture, amministratore di parrocchia o manager. L’Illuminismo aveva tagliato i ponti con il Mistero, il rapporto con la Natura e l’Energia Divina. Abbiamo dimenticato che uno dei poteri del sacerdote, se Dio lo vuole, è quello della guarigione attraverso l’imposizione delle mani. Fortunatamente con il Concilio Vaticano II è avvenuta una rinascita del dialogo con la scienza. Il Concilio ha sottolineato che il sacerdote non deve affermare solo i principi teologici ma, in questa rinascita di dialogo con la scienza deve tenere conto delle novità scientifiche specialmente in campo psicologico, psichiatrico antropologico ecc. Occorre recuperare queste carenze.”  A riguardo padre Zappia cita un passo del documento pastorale del Concilio Vaticano II “Gaudium e Spes” (62):    “Sebbene la Chiesa abbia grandemente contribuito al progresso della cultura, l’esperienza dimostra tuttavia che, per ragioni contingenti, l’accordo fra la cultura e la formazione cristiana non si realizza sempre senza difficoltà. Queste difficoltà non necessariamente sono di danno alla fede; possono, anzi, stimolare lo spirito ad acquisirne una più accurata e profonda intelligenza. Infatti gli studi recenti e le nuove scoperte delle scienze, come pure quelle della storia e della filosofia, suscitano nuovi problemi che comportano conseguenze anche per la vita pratica ed esigono nuove indagini anche da parte dei teologi. Questi sono inoltre invitati, nel rispetto dei metodi e delle esigenze proprie della scienza teologica, a ricercare modi sempre più adatti di comunicare la dottrina cristiana agli uomini della loro epoca: altro è, infatti, il deposito o le verità della fede, altro è il modo con cui vengono espresse, a condizione tuttavia di salvaguardarne il significato e il senso profondo. Nella cura pastorale si conoscano sufficientemente e si faccia uso non soltanto dei principi della teologia, ma anche delle scoperte delle scienze profane, in primo luogo della psicologia e della sociologia, cosicché anche i fedeli siano condotti a una più pura e più matura vita di fede.”  In parole povere il sacerdote deve avere un dialogo continuo con il progresso.

Don Zappia continua la sua relazione evidenziando che:”La malattia psico-fisica è il risultato, la cristallizzazione di un pensiero e di un sentimento sbagliato che, rafforzato nel tempo, produce una conversione psico-somatica e quindi malattia. Nei Vangeli Gesù conosce questo meccanismo e, nelle situazioni estreme (paralisi, cecità e altro) interviene radicalmente attraverso un intervento prodigioso, perché a questo livello nessuna conversione può favorire il ristabilimento dell’ordine originale.” La prima forma di malattia è la separazione dall’ordine cosmico e dalle sue leggi. I testi sacri sono pieni di esempi che affrontano il tema della malattia. Come spiega don Zappia nel corso del suo suggestivo intervento, l’attività terapeutica è centrale nel ministero di Gesù. I Vangeli sottolineano che Gesù cura i malati (il verbo greco therapeuein, “curare” ricorre 36 volte mentre il verbo “iasthai” si trova 19 volte). Cristo “medico” è l’attributo più utilizzato nei Vangeli perché tutta l’attività di Gesù può sintetizzarsi nel voler la guarigione di ogni uomo in vista della sua perfetta divinizzazione che si completa definitivamente dopo la morte con la resurrezione dei corpi. “Il potere dello spirito è un elemento decisivo nella cura delle malattie. L’uomo non è un isola” ha sottolineato Don Zappia “Solo attraverso una integrazione corpo-mente si raggiunge l’unione mistica tra il Dio pensato ed il Dio vero vissuto nella totalità della  persona:Corpo, Anima e Spirito. La fede, l’ottimismo, la fiducia alla vita, donano alla persona una sana relazione con se stesso e col mondo circostante, questo influisce anche sul mondo biologico e psicologico, fornendo un terreno ottimale per la salute e la vitalità. La salute non è soltanto il mantenimento dell’equilibrio interno dell’organismo, ma significa mantenere il proprio equilibrio in relazione all’ambiente esterno con il quale dobbiamo negoziare in continuazione le condizioni per il nostro equilibrio”. Un tema assai caro a Don Zappia quello dell’equilibrio proprio di ciascuno di noi con l’ambiente esterno. A tal proposito cita la santa benedettina tedesca Ildegarda de Bingen (nominata Dottore della Chiesa nel 2012 dal Papa Benedetto XVI) che visse agli inizi dell’anno mille la quale amava ripetere che:”chiunque non vuole osservare il sorgere e il tramontare del sole, della luna e delle stelle, che Dio ha posto nel cielo , né il vento e l’aria, né la terra con le acque e le altre creature che Dio ha creato a vantaggio dell’uomo, perché riconoscesse in loro la dignità per cui era stato creato, costui disprezza Dio.”

Dunque la guarigione e la buona salute passano anche attraverso il rispetto dell’ambiente e una vita vissuta in armonia con la natura. Una vita vissuta in questo modo è una grande testimonianza dell’amore che nutriamo verso Dio.  Per usare le parole di Ippocrate, “Una buona disposizione spirituale garantisce la bontà della prognosi”.Purtroppo però spesso vive la sua vita costruendo barriere che lo allontanano da Dio. Cristo Maestro e Medico, ci vuole educare a togliere questi ostacoli e tutte quelle barriere che non permettono il fluire dell’Amore di Dio in noi e in tutta l’umanità. “Dio ha rotto il muro di separazione per ripristinare l’unità con noi stessi, col Mondo e con Dio stesso” sottolinea Don Zappia il quale poi conclude:”Per guarire non basta il farmaco , né soltanto il medico o lo psichiatra, ma bisogna fare dei veri e propri atti sacri, delle celebrazioni (riconciliazioni) dell’amore sanante di Dio. Il dolore blocca la vita, ci separa dalla nostra natura più vera e profonda e ci si rende estranei a noi stessi e gli altri. Tra i farmaci più potenti in assoluto in questo contesto vi è il perdono che ha il potere di sciogliere ciò che blocca e che impedisce di ricontattare la fonte originaria della gioia: Dio. Il dolore erige una difesa e costruisce un muro che, per proteggerci, ci obbliga a tenerci lontani dalla nostra anima, dal nucleo più vero della nostra identità: il Sé.”

Queste le prime tracce di un dibattito che  si prospetta suggestivo ed interessante e che sarà approfondito nel corso di altri incontri. Al termine dell’intervento Don Zappia ha risposto ha risposto alle domande del pubblico che ha manifestato grande apprezzamento per l’interessante seminario. A conclusione della serata è intervenuto il Sindaco di Sant’Alessio Siculo Nunzio Giovanni Foti che ha ringraziato Natale Lisitano e Don Zappia per l’originale convegno esprimendo grande apprezzamento per i contenuti espressi.

      ROSARIO  MESSINA           

0 Intervento di Natale Lisitano

L’Intervento di Natale Lisitano

Don Rocco Zappia

Don Rocco Zappia

Da sin. Don Luciano,

Da sin. Don Luciano, il Sindaco Foti, Don Zappia e Natale Lisitano

Don Luciano e Don Zappia

Don Luciano e Don Rocco

Il Sindaco Foti, Don Luciano e Padre Zappia

Il Sindaco Foti, Don Luciano e Padre Zappia

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