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depressione

Lo scienziato italiano ha illustrato le nuove strategie terapeutiche da lui sperimentate in USA e come utilizzare al meglio i farmaci in uso corrente per combattere la depressione.

II prof. Graziano Pinna

II prof. Graziano Pinna

Giardini Naxos (Me). La quindicesima edizione del Premio diaristico internazionale “Filippo Maria Tripolone” dedicato al tema della “depressione”, organizzata a Giardini Naxos dall’associazione socio-culturale “Lanterna Bianca” presieduta da Nunzia de Cola, ha avuto come ospite d’onore il prof. Graziano Pinna scienziato italiano di fama internazionale originario di Oristano che vive a Chicago (USA) il quale ha messo in campo uno staff di medici con il quale svolge importanti ricerche sull’ansia, depressione e sindrome da stress post-traumatico. All’inizio del suo intervento il prof. Pinna ha sottolineato l’importanza dell’attività della Lanterna Bianca ed in particolar modo della presidente del sodalizio Ada De Cola Tripolone, madre coraggio di Filippo, per gli sforzi profusi in tutti questi anni con la sua associazione per combattere lo stigma della depressione e della sua cura e per ricordare a noi tutti che la depressione e’ un problema serio che colpisce sempre più persone nel mondo per diverse ragioni e soprattutto persone maggiormente esposte a stress prolungati e/o eventi traumatici in aggiunta ad una predisposizione genetica dell’individuo.

Entrando nel vivo del suo intervento il prof. Pinna, ha posto l’accento sul fatto che si tratta di malattie ad alta prevalenza nella nostra societa’.  “Le malattie mentali e l’abuso di sostanze pesano enormemente sulla salute mondiale” ha sottolineato il prof. Pinna il quale ha poi spiegato che secondo un’analisi condotta dal ‘Global Burden of Disease Study’, pubblicato sulla rivista Lancet nel 2013, un lavoro di ricerca condotto su 187 paesi, 20 fasce di età e 291 cause di malattia, ha messo in luce che le malattie mentali e l’abuso di droghe sono la causa principale di malattia nel mondo e sono inoltre responsabili di più morti e malati di Hiv e tubercolosi. I disturbi depressivi la fanno da padrone e rappresentano il 40% di tutti i casi di malattia mentale (soprattutto tra i giovanissimi). Le malattie psichiatriche sono anche causa di molti decessi e gran parte dei suicidi sono considerabili conseguenza della depressione.
La diffusione di queste malattie è diversamente distribuita nel mondo e tra i sessi. Infatti le donne sono maggiormente colpite con una incidenza di almeno il doppio della depressione e disordine da stress post-traumatico. Pinna ha enfatizzato che studi in questo campo sono vitali a livello mondiale per migliorare il trattamento delle malattie mentali e le misure per la loro prevenzione. Il cambiamento di stile di vita sociale e l’aumentata dipendenza dalle tecnologie, nonché i sempre più elevati livelli di stress potrebbero essere ulteriori fattori che faciliteranno l’insorgenza di malattie psichiatriche nel futuro.

E’ quindi fondamentale” ha sottolineato Pinna “accelerare la scoperta di nuovi farmaci nonche’ capire meglio i meccanismi neurochimici che stanno alla base dell’insorgenza di queste malattie in seguito a situazioni legate allo stress, ai traumi e all’abuso di sostanze illecite. E soprattutto sviluppare terapie psicofarmacologiche che possano prevenire in soggetti a rischio lo sviluppo di neuropatologie, oppure bloccare la sequela di eventi che portano allo sviluppo di depressione, ansia o disturbo da stress post-traumatico in seguito ad eventi traumatici.

Tra questi, i soldati, rappresentano un problema acuto dei nostri giorni almeno in America ma ci sono tante altre categorie come i bambini e le donne abusate nei quali il rischio di sviluppare depressione, ansia, e disturbo da stress post-traumatico e’ pari al 50%“.

Pinna, nella sua presentazione ha fatto focus sulla differenza di genere nello sviluppo di depressione e PTSD. Le donne sono molto più soggette a fluttuazioni dei livelli ormonali che possono essere alla base di un aumentato rischio di sviluppare cambiamenti di umore e quindi a neuropatologie quali sindrome premestruale, depressione post-partum e depressione post-menopausa. Infatti, gli ormoni legati al ciclo mestruale e alla gravidanza vengono prodotti dal cervello, i neurosteroidi e regolano l’umore agendo su recettori neuronali come il GABA-A e potenziando il segnale inibitorio dell’omonimo neurotrasmettitore.

A Chicago gli esperimenti di Pinna proprio sui neuro-ormoni hanno messo alla luce che i livelli dei neurosteroidi prodotti in aree del cervello regolano il comportamento emotivo attraverso l’interazione col recettore GABA-A.
I neurosteroidi si comportano dunque come “tranquillanti endogeni”. Studiando il cervello di pazienti depressi, Pinna ha riscontrato un deficit di questi ormoni nella corteccia prefrontale. Da queste scoperte sono stati sviluppati modelli animali per continuare lo studio a livello molecolare che ha permesso di sviluppare nuove molecole e iniziare lo studio sperimentale per nuovi farmaci.

Abbiamo creato modelli di topo” spiega il prof. Pinna “in cui diminuendo la produzione di neurosteroidi nel cervello si dava origine a comportamento anomalo, quale aggressività, comportamento pseudo ansioso e paura. Importante, questo topo presentava anche l’incapacità di dimenticare la paura del trauma, sintomo tipico dei pazienti da stress da trauma.
Questo modello di topo presentava anche dei cambiamenti strutturali del recettore GABA-A in seguito dimostrati da altri gruppi nel cervello di pazienti con PTSD, quasi a suggerire che lo stress potesse indurre simili cambiamenti neuronali. Perciò il topo rappresenta un ottimo modello per studiare nuovi farmaci da poter poi testare nei pazienti.

Utilizzando questo modello sperimentale, Pinna e i suoi collaboratori suggeriscono nuovi target e strategie terapeutiche per aumentare i livelli di neurosteroidi e utilizzare al meglio anche i farmaci in uso corrente, quali gli inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI) che oltre ad avere effetti sulla serotonina hanno anche un meccanismo piu’ selettivo aumentando i livelli di neurosteroidi e migliorando il comportamento. Dunque, nuove molecole che aumentano i livelli di neurosteroidi nel cervello rappresentano ottimi candidati come nuovi farmaci. Alcune nuove molecole sono già sotto studio nei modelli animali e anche nell’uomo. Questi farmaci hanno grosse potenzialità sia per il trattamento della depressione che dell’ansia e del PTSD.

L'intervento del prof. Graziano Pinna a Giardini Naxos

L’intervento del prof. Graziano Pinna a Giardini Naxos

Il prof. Pinna presenta il suo staff di ricercatori

Il prof. Pinna presenta il suo staff di ricercatori

Il prof. Pinna nel suo laboratorio di Chicago (USA)

Il prof. Pinna nel suo laboratorio di Chicago (USA)

Il prof. Pinna nel suo laboratorio

Il prof. Pinna nel suo laboratorio

Il prof. Graziano Pinna a lavoro

Il prof. Graziano Pinna a lavoro

Il prof. Graziano Pinna esamina alcuni risultati

Il prof. Graziano Pinna esamina alcuni risultati

Il prof. Graziano Pinna nel suo studio

Il prof. Graziano Pinna nel suo studio

 

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