GENNAIO - FEBBRAIO - MARZO 2024
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Lutto nel mondo della musica per la prematura scomparsa di Giulio Quarenghi, musicista ed esperto del suono, protagonista e anima di diversi complessi nella sua lunga carriera musicale. La sua prima formazione risale al 1970, la 505, composta da cinque musicisti. Da quella prima esperienza la musica è stata sempre al centro della sua vita. In queste ore tanti amici hanno voluto ricordare sui social il musicista con parole toccanti. Immenso il cordoglio che ha colpito tutti amici e nelle varie città,  devastati dalla sua  scomparsa.

Giulio Quarenghi è stato un grande uomo dai molteplici valori,  polistrumentista e discografico, che ha portato nella sua città , tanti grandi nomi del panorama musicale internazionale. Un artista  riconosciuto ed apprezzato in Italia e nel Mondo. 

Come hanno sottolineato in molti in queste ore sui social, “per Giulio Quarenghi  non basteranno mai le parole per descrivere la sua grande  umanità  e, i suoi  valori saldi  che lo hanno sempre contraddistinto, come uomo e come grande amico dall’animo buono , sapiente e preparato , che ha donato la sua vita , al suo lavoro in banca non tralasciando mai, e applicandosi con grande passione  anche per  l’uso delle tecnologie speciali da grande Musicista poliedrico, appassionato degli anni ’60/’70, ha portato nella sua città.

Nel suo  studio ha portato non solo tanta bella musica ma anche tanta aggregazione, dove lui era il vero collante delle  serate musicali. Interessato a tanti strumenti, Giulio sapeva districarsi fra tastiere, chitarra e basso e suoi straordinari  progetti. A tal proposito ricordiamo alcuni dei gruppi dove lui ha suonato: i 505, Flashman,  Polifemo, Eva 2000, Hot Dogs.

Con gli  Hot Dogs e, insieme ad altri amici musicisti, realizzò con un’operazione “nostalgia” un repertorio anni ’60. A seguito del successo ottenuto,  i componenti della band vennero notati e fatti confluire per un periodo nel celebre gruppo dei Giganti . La sua grande passione per la musica lo ha portato, negli anni ’80, a creare in città il primo vero studio di registrazione professionale che porterà ad incidere sotto al Torrazzo artisti del calibro di Ivana Spagna e tanti altri.

Il musicista Giulio Quarenghi

Il musicista Giulio Quarenghi

Giulio Quarenghi e Flower Terry

Giulio Quarenghi e Flower Terry

Giulio da sempre considerato un mago del suono e, ideatore, di grandi progetti , una ventina di anni fa ha curato la registrazione del secondo Cd della Bourbon Street Dixie Band.

Importante fù anche l’incontro diventato poi anche una grande amicizia con Umby Maggi ex bassista dei gruppo dei Nomadi poi diventato anche suo collaboratore. Nell’apprendere la triste notizia Umby Maggi ha detto:Ciao carissimo Giulio, sono ancora incredulo dell’accaduto, perchè ci siamo sentiti al telefono dall’ospedale.  Mi raccontavi che appena saresti uscito da questa difficile prova che stavi affrontando di salute, mi chiedevi di ritrovarci per poter realizzare insieme il tuo ultimo progetto scritto da tè in ogni sua parte  e già tutto pronto, per poterlo  commerciare e far girare. Io con entusiasmo ti ho si! Ed ora mi hà travolto questa triste notizia che mi ha lasciato incredulo. Ricordo con piacere sin dagli anni 80  la richiesta delle tue consulenze. Ricordo con piacere che ti ho fatto avere le prime forniture x il tuo  Studio ed il Mixer storico che ti ho dato di cui andavi orgoglioso e che ha dato  vita a grandi capolavori con tantissimi artisti.

 

Ricordo con nostalgia anche l’indimenticabile nostra vacanza insieme a Malta, e come ogni anno i nostri incontri al Festival di Sanremo . Ricordo l’ultima volta che ci eravamo uniti con altri artisti e colleghi  nella giuria di qualità presso il Teatro San Carlo a Modena  x l ‘ evento L’Usignolo d ‘ Oro; proprio riuniti nell’occasione dall’ amica   Flower Terry Production. Ciao carissimo Giulio, certo che nulla sarà piu come prima ,  per tutti noi rimarrai Giulio e ti porteremo sempre nel cuore e sempre ne porteremo ricordo

Anche la mitica Flowerterry ha voluto ricordare l’artista musicista ed amico Giulio Quarenghi con queste parole:  Quando si ha  il piacere e soprattutto l’ onore  di incontrare  un uomo di grande sensibilità  e grande talento musicale come Giulio Quarenghi, tutto è più facile , perchè sin dal primo istante si capiva ed apriva un grande Mondo, di tattile dialogo e tante grazie e, di  valori ed innumerevoli virtù,  visibili che sin da subito mi raccontavano anche dei  suoi immensi sacrifici, del gran lavoro svolto  e degli  studi,  in particolare  per la musica. L’empatia che ci ha sempre legato da subito ha fatto si che legassimo subito e che condividessimo una grande amicizia durata nel tempo. Per questo per me la sua perdita ha lasciato un grande vuoto incolmabile.  Indimenticabile e sempre sarà anche l’ Album prodotto da mè con il gruppo Quelli là  intitolato “Amici Grandi Amici”. Disco prodotto con il mio  immenso Giulio al quale hanno collaborato anche il  grande Nico dei Gabbiani, il mitico Enrico Ciacci, Frank Raya ex sax di Zucchero, Danilo Daita Sanremo doc  e la Cacao Meravigliao Marcia Sedoc.  Vorrei aggiungere che l’album è stato  arrangiato dal maestro Maurizio Tirelli e che di seguito, per pubblicizzarlo, abbiamo girato in tournée per tutta Italia partecipando pure  al Festival dei Fiori  in Sicilia a Mazara del Vallo dove tutti ancora ci e  ti ricordano.

Prima di concludere vorrei ringraziare anche tutti i Medici e Operatori dell’Ospedale di Piacenza , che hanno assistito Giulio con cura ed amore. Vorrei  ringraziare anche l’amica  Catapulca Monica Russo che anche dopo 30 anni di amicizia è subito accorsa e si è messa a  disposizione di Giulio senza pensarci due volte, standogli vicino   come possibile.  Un grande ringraziamento và anche agli amici di una vita: Giuliano,  Simone e il caro Wilson che erano come fratelli per Giulio, che hanno lottato sin da subito per stargli vicino e  dargli supporto e loro aiuto .

Ancora un Grazie a tutti per l amore e le cure prestate con amore al meritevole, immenso Giulio . Ora suona forte amico mio anche da lassù , affinchè io possa sentirti , perche già mi manchi troppo. La Tua amica Flower Terry

Nella foto Flowerterry con il musicista scomparso

Nella foto Flowerterry con il musicista scomparso

Un evento con il musicista e la Flowerterry

Un evento con il musicista e la Flowerterry

Giulio Quarenghi

Giulio Quarenghi

Flower Terry

Flower Terry

I fiori di Flower Terry per l'amico fraterno  Giulio

I fiori di Flower Terry per l’amico fraterno Giulio

La camera ardente di Giulio

La camera ardente di Giulio

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“Se ancora due uomini incontrandosi si inchinano l’uno all’altro, la civiltà è salva”. La speranza, la preghiera, le voci del silenzio sono i tracciati dentro i percorsi di una esistenza fatta di poesia, di mistero, di simboli. La poetessa della profezia e della preghiera. Cristina Campo: “come insegna la lingua araba classica, il tessere e l’annodare alludono di per sé alle vicende ordite per gli uomini da invisibili mani”. Sono troppo dentro gli Orienti per non lasciarmi affascinare da uno sguardo che si specchia nel mio sguardo. A lei ho dedicato i miei versi….Una donna che ha amato con il coraggio degli amori che resistono. Cristina. La pazienza della ribelle…

21 Novembre 2023 di Pierfranco Bruni

 

Il ribelle ha sempre la pazienza dell’attesa. Si cammina per strade labirintiche. Ci sono vite nelle nostre vite. Amori nei nostri amori. Incontri di tenerezze e sensualità che le parole forse non riescono a raccontare a sufficienza. Lo sguardo è più della parola? Gli occhi sono più della bocca che pronuncia i linguaggi? Sono troppo dentro gli Orienti per non lasciarmi affascinare da uno sguardo che si specchia nel mio sguardo. Donna che porti l’Oriente nel passo del tuo passo.

Cristina Campo

Cristina Campo

Troppo sono tentato da Cristina Campo, a 100 anni dalla nascita, per non affidarmi ad un gomitolo di occhi inebrianti e di labbra che si piegano all’immagine di un bacio. Tuttavia resto ad ascoltare.
Ecco Cristina Campo: » Ci viene insegnato che nella lingua araba classica una radice comune lega tappeto e farfalla e certo non soltanto per la fascinazione dei colori. Il tessere e l’annodare alludono di per sé alle vicende ordite per gli uomini da invisibili mani. E si sa come il vocabolo greco che indica l’attimo senza ritorno, da cogliere come un fiore miracoloso − kairos – sia usato per definire un altro indefinibile: la momentanea, lampeggiante fessura tra l’ordito e la trama in cui la spola penetra fulmineamente, come la lama mortale tra i due pezzi di un’armatura». La speranza e la preghiera sono nella vita. Sono la vita.

«Se ancora due uomini incontrandosi si inchinano l’uno all’altro, la civiltà è salva». La speranza, la preghiera, le voci del silenzio sono i tracciati dentro i percorsi di una esistenza fatta di poesia, di mistero, di simboli.
Linguaggi che danno senso a un «vocabolario» di sentimenti, in cui il tempo è primordiale viaggio di tensioni tra destini che si intrecciano o si incontrano. La poesia è un’anima di vocazioni indefinibili.
La poesia di Cristina Campo, pseudonimo di Vittoria Guerrini, (Bologna, 1923 – 1977), scrittrice, poetessa e traduttrice italiana, è sempre un travaglio dove il «passo d’addio» è un navigare lungo le meridiane della attesa. Anima religiosa, religiosa anima che non dimentica il passo di San Paolo nel tremore di una religiosità in cui non mancano le nostalgie e il tempo, sempre il tempo, è un incastro infinito nel gioco del vivere quotidiano.
Dunque siamo al centenario della nascita di Cristina Campo.
Il tema degli addii è una metafora fondamentale nella poesia di Cristina Campo. In essa ci sono le tempeste e le inquietudini ma anche i riposi. E’ nel 1956 che pubblica il suo primo testo di versi dal titolo, appunto, «Passo d’addio». Immagini danzanti sul davanzale delle parole che non raccontano ma offrono specchi e recita. Gli echi e i suoni del Mediterraneo sono processi linguistici e tensioni esistenziali.
Il Mediterraneo come poesia e come cultura. Come nei versi della poesia dal titolo: «Diario bizantino»: «Due mondi – e io vengo dall’altro». Perché «La soglia, qui, non è tra mondo e mondo/né tra anima e corpo…». Questo viaggio bizantino mette a confronto epoche e mondi. Storie e destini in un unico viaggio. Il diario accentua un orizzonte nel quale le proiezioni delle stesse immagini sono tasselli di un mosaico che ha fatto di spicci di ricordi. E i ricordi sono ansie, sentieri incantati e deserti. La religiosità e devozione e le voci sono echi che giungono da lontano.

Le distanze misurano sempre le solitudinperché sono le solitudine che segnano le rughe e incidono solchi. Ci sono solchi nella consapevolezza degli addii e gli addii sono comprensione delle distanze. «Devota come ramo/curvato da molte nevi/allegra come falò/per colline d’oblio,//su acutissime làmine/in bianca maglia d’ortiche,/ti insegnerò, mia anima,/questo passo d’addio…».
Dunque, un passo di addio. Una parola che è sempre una preghiera.

Cristina Campo

Cristina Campo

Il 24 luglio del 1958 Cristina Campo osserva: «…io non ho davvero, che la poesia come preghiera – ma posso offrirla?». Un interrogativo che non smette di vivere nelle dimensioni dell’essere. La sua poesia è un essere che ha parole di luna e di fuoco. Tutto avviene nella memoria della parola stessa perché è qui che la letteratura è un destino mistico e la mistica è un vagare nella letteratura. Il sacro si nutre di liturgia ma anche di miti. Le sue pagine sono ricche di dimensioni metafisiche nelle quali la metafora è un incessante desiderio di penetrare la realtà non con gli strumenti del rappresentare o del definire ma con lo sguardo della contemplazione. E tutto si nutre di rito. Il rito è una antica liturgia nel cammino dell’uomo.
«Il rito è per eccellenza questa esperienza di morte – rigenerazione attraverso la bellezza… I riti) sono… io credo, i veri modelli, gli archetipi della poesia, che è figlia della liturgia…», così scrive Cristina Campo il 16 aprile del 1972 sul «Tempo». Siamo costantemente alla preghiera. La parola che si fa preghiera è un canto di recita. Cristina Campo si è sempre interrogata in quel vivere di «stelle spente». Le «Lettere a Mita» del 1999, chiaramente postume come gran parte dei suoi scritti, sostengono un cantico di esistenze e di passione. La passione redentrice nella spiritualità della memoria che non si abbandona solo al travaglio di un inquieto esistere ma si lascia catturare da quel paesaggio mai fisico perché è sempre mitico. Così si riscontra nelle pagine di testi come «La tigre assenza» o «Gli imperdonabili», o «Sotto falso nome».
Il ricercare la perfezione è nel cavo del cuore di un tempo indissolubile. Il sentimento della cristianità che si riscontra in Cristina Campo è un travolgere l’indefinibilità del tutto perché il tutto resta nell’eternità della parola rivelazione. E Cristina Campo ha fatto della poesia il filo che unisce il senso della rivelazione alla parola rivelata. Si ascolta: «…/Ti cercherò per questa terra che trema/lungo i ponti che appena ci sorreggono ormai/sotto i meli profusi, le viti in fiamme./Volevo andarmene sola al Monte Athos/dicevo: restano pagine come torri/negli alti covi difesi da un rintocco.//…/Ma ora non sei più là, sei tra le grandi ali incerte/trapassate dal vento, negli aeroporti di luce.//…/nei denti disperati degli amanti che non disserta/più il dolce fiotto, la vita d’oro del figlio…».
Una poesia da «Poesie sparse» che porta un titolo emblematico. Appunto: «Emmaus». Non siamo oltre il tempo ma dentro il tempo e la recita della vita si svolge nel teatro immenso che offre scenari impareggiabili. E’ la voce che giunge dal deserto nel vento che porta misericordia e meraviglia: «voglio destarmi sulla via di Damasco». Questa via è l’urlo della salvezza o il silenzio che ci fa capire i messaggi della profezia. Cristina Campo, in fondo, è il poeta della profezia e della preghiera. Come tutti i grandi poeti che sono sulla strada dell’ontologia vive di vissuto perché il vissuto è oltre il presente stesso perché sigilla l’istante al tempo.

La grandezza di Cristina Campo: «Io non prego mai per i morti, io prego i morti. L’infinita sapienza e clemenza dei loro volti – come si può pensare che abbiano ancora bisogno di noi? – Ad ogni amico che se ne va io racconto di un amico che resta; a quella infinita cortesia senza rughe ricordo un volto di quaggiù, torturato, oscillante».
Un sigillo che ci riporta al Cantico biblico in un paesaggio di ombre che tentano di penetrare la luce ma è la luce che rende luminosa l’ombra senza mascherarla nel riflesso ma rendendola propria di luce viva. Ed è questo l’andare verso il vero cammino: «(Ora tutta la vita è nel mio sguardo,/stella su te, sul mondo che il tuo passo rinchiude)». Non solo una metafora ma quella metafisica dell’anima che è singolare ricchezza testamentaria.
La poesia di Cristina Campo è il testamento di un’anima. Quei segni sono i simboli di un camminamento che si fa vita e favola tra i passi della nostalgia o di un Nostos. Ci saranno altre ore che faranno dei giorni un tempo incommensurabile e gli amori non potranno raccontarsi se non si vivono con il cuore che ricorda e con il corpo che «stropiccia» un altro corpo. Cristina lo sapeva. Leone. Emile. Corrado. Lettere. A Maria (Zambrano) sembra aver raccontato tutto? Una donna che ha amato con il coraggio degli amori che resistono.
A Cristina: Mai racconterai il viaggio nella sua fedeltà/hanno bisogno di segreti gli amori veri/che si raccolgono nel mistero del vento/che tocca gli argini/superando i limiti. Un giorno/dirai che amare è stato un gesto unico/nel canto delle sere. Ho recitato per lei questi versi. Cristina. La pazienza della ribelle.

Immagini: da dx Pierfranco Bruni- Cristina Campo, pseudonimo di Vittoria Maria Angelica Marcella Cristina Guerrini, scrittrice, poetessa e traduttrice italiana (Bologna, 1923 – 1977)

Cristina Campo e Pierfranco Bruni

Cristina Campo e Pierfranco Bruni

 

Pierfranco-Bruni-1-1-150x150Pierfranco Bruni, nato in Terra Calabra cui è profondamente legato, vive tra Roma e la Puglia da molto tempo. Archeologo, antropologo, letterato e linguista, fecondo saggista e poeta è presidente del Centro Studi Francesco Grisi e vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani. Dal carismatico e sopraffine stile letterario, Bruni è alla seconda candidatura al Nobel per la Letteratura. Già Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali e componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero, nel corso della sua carriera è stato docente in Sapienza Università di Roma ed ha appronfondito lo studio rivolto alla tutela e alla conoscenza delle comunità di minoranze etnico-linguistiche.

 

 

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Al polo artistico d’eccellenza del Teatro Auditorium dell’Università della Calabria, in scena gli Stick Men. Il progetto rock progressive nato nel 2007 dal nome dall’incredibile talento di Tony Levin influente bassista statunitense dal lungo curriculum (Yes, King Crimson)

16 Novembre 2023 di Francesca Librandi

 

Cosenza, 16 novembre 2023 – Riparte con successo JazzAmore, la fortunata kermesse musicale promossa da MKLive e Alter-Azioni Festival, che offre alla realtà urbana di Cosenza un viaggio attraverso sonorità jazz, funk e rock grazie a performance di altissimo livello a merito di grandi nomi del settore sul piano nazionale e internazionale.

Dopo line up d’eccezione quali Tullio De Piscopo, Virgil Donati e il Globetrotter Project di Dave Weckl e Alain Caron, che nei mesi precedenti hanno infiammato il pubblico in diversi luoghi di interesse dell’hinterland, giovedì 14 novembre al polo artistico d’eccellenza del Teatro Auditorium dell’Università della Calabria è stata la volta degli Stick Men, progetto rock progressive nato nel 2007 che prende il nome dall’incredibile talento di Tony Levin con il chapman stick, particolare basso elettrico utilizzabile anche come chitarra e di cui è attualmente il massimo rappresentante mondiale.

Tony Levin, influente bassista statunitense dal lungo curriculum (Yes, King Crimson, Liquid Tension Experiment per citare alcune delle sue collaborazioni), nel quale spicca il suo approccio innovativo agli strumenti musicali, essendo stato inoltre uno dei pionieri dell’uso del contrabbasso elettrico e il creatore di una tecnica per suonare il basso con le bacchette, è accompagnato nel progetto Stick Men da Markus Reuter alla chitarra (The Crimson ProjeKct e Europa String Choir), musicista ambient sperimentale, specialista del tapping e progettista di strumenti musicali, e Pat Mastelotto, virtuoso batterista noto per la sua militanza nei King Crimson, storico gruppo rock progressive britannico che ha fortemente influenzato intere generazioni di artisti.

Dopo il grande successo del tour post-pandemia, che ha rilanciato l’attuale formazione attuale con 72 concerti all’attivo nel biennio 2022-2023 tra Stati Uniti, America Latina e in Giappone, per promuovere i due ultimi lavori in studio della band gli Stick Men hanno abbracciato anche un rapido tour italiano, che ha visto il Teatro Auditorium dell’Unical come prima delle due uniche tappe del sud Italia, arrivando in Calabria per la prima volta in assoluto e regalando al pubblico presente in sala più di un’ora e trenta di spettacolo, intervallato da una buona dose d’umorismo dei tre musicisti.

Dopo le parole di apertura di Fabio Vincenzi, direttore del Teatro Auditorium Unical, e di Marco Verteramo, direttore dell’Agenzia MKLive, le coinvolgenti atmosfere a metà tra progressive rock e progressive metal, sviluppate in un complesso mix ritmico a tratti sfumante nello stile libero della jam e dell’improvvisazione, hanno mostrato un Tony Levin anche nell’insolita veste di cantante.

In successione all’inarrestabile incalzare del rock funkeggiante, progressive e jazz dei brani dei due ultimi album della band, Tentacles (2022) e Umeda (2023), l’encore con la doppia cover dei King Crimson ha concluso quella che è stata un’esperienza di suoni e atmosfere unica nel suo genere.

Ricordando che la kermesse, in collaborazione con l’Università della Calabria, il CAMS Centro Arti Musiche e spettacoli e con il sostegno del Ministero della Cultura, proponendosi di rendere più fruibile la musica di qualità nella realtà urbana, permette per tutti gli appuntamenti un costo ridotto del biglietto per studenti, docenti, ricercatori e personale dell’Università della Calabria.

Attendiamo il prossimo appuntamento della rassegna Jazzamore del 15 dicembre, col progetto Euphonia Suite di Eugenio Finardi, Mirko Signorile e Raffaele Casarano.

        Francesca Librandi

Tony Levin

Tony Levin

Gli Stick Men

Gli Stick Men

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Acireale:  Giovedì 17 Febbraio 2022, alle ore 19.00, nella Basilica Cattedrale di Acireale verrà presentato il 17° volume di “Quaresima per i fannulloni…alla scuola dei Santi” di P. Max Huot de Longchamp.
Interverranno:
• mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale
• Avv. Salvo Leotta, presidente della Consulta della Cultura di Acireale
• don Mario Fresta, Arciprete Parroco della Basilica Cattedrale
Moderatore dell’incontro sarà Mario Agostino, giornalista. Durante la presentazione verranno eseguiti intermezzi musicali dal gruppo “Quinquies Domina Ensamble”.
Il sussidio, edito dalla casa editrice “Il Pozzo di Giacobbe”, è destinato a coloro che, toccati da Cristo, hanno deciso nel loro cuore di intraprendere il santo viaggio lasciandolo entrare in ogni angolo dell’esistenza e spendendo con Lui ogni attimo del tempo. “Quaresima per i fannulloni… alla scuola dei santi” assicura il sostegno dato dalle parole dei grandi amici di Cristo, i maestri della vita spirituale, fonte di luce e di gioia. Entrando ogni settimana in una tematica legata al cammino quaresimale, il testo offre un programma semplice e impegnativo, tratto dall’insegnamento di vita dei santi. Lettura, meditazione ed applicazione pratica sono gli strumenti proposti per aiutarci ad intraprendere il santo viaggio lasciandoci trasformare, alla sequela di Cristo, da Dio Amore.

Copertina libro

Copertina libro

Locandina

Locandina

Programma

Programma

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SIRACUSAL’emergenza Coronavirus sta mettendo in ginocchio l’economia di Siracusa e dell’intera provincia. Tante, tantissime, le famiglie che non riescono ad assicurarsi neppure i beni di prima necessità. Le condizioni non ci hanno permesso di rinnovare il tradizionale scambio di auguri con l’Arcivescovo di Siracusa Mons. Salvatore Pappalardo, ma  abbiamo ugualmente rinnovato il nostro gesto di solidarietà e vicinanza alle famiglie in difficoltà donando il pane per la Caritas.

Il presidente provinciale dell’Ucsi di Siracusa, Salvatore Di Salvo, componente della Giunta Nazionale Ucsi, sentito il consiglio provinciale e il consulente ecclesiastico provinciale don Aurelio Russo, ha   lanciato un’idea benefica, in questa  Pasqua 2020 in tempo di Covid -19.   La sezione provinciale dell’Ucsi, oltre, alla donazione di  50 chilogrammi di pane alla Caritas della parrocchia Immacolata Concezione – Chiesa Madre, buoni spesa per le famiglie in difficoltà della San Vincenzo della Chiesa Madre di Lentini, ha avviato per due mesi il “pane in sospeso” per le persone in difficoltà. L’idea è semplice: si comprano dei pezzi di pane e si lasciano in panificio, a disposizione di chi è impossibilitato a comprarlo. “In questo modoha detto il presidente provinciale dell’Ucsi di Siracusa Di Salvo  – potremo aiutare le persone in difficoltà compiendo un gesto nobile per permettere a tutti di vivere dignitosamente e portare in tavola il  pane. “Rinnoviamo questo gesto, ma vogliamo aggiungere in questo momento particolare, il pane sospeso”.

UCSI Logo

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L’Ordine dei Giornalisti di Sicilia ha firmato la convenzione con l’Università Unitelma Sapienza Polo Didattico della Sicilia – sede di Messina. Il Polo di Messina offre un servizio convenzioni di qualità, l’operazione non comporta dei costi per l’Ente sottoscrittore ed è destinato a tutti gli associati, ai dipendenti e ai loro familiari.  L’Università Unitelma Sapienza ha 8 Corsi di Laurea, 34 Master e 38 Corsi di Alta formazione.

Una buona opportunità, secondo l’Ordine, che ha abbracciato volentieri la novità della piattaforma  E-Lerning, che permette di raggiungere tutti, arriva nelle periferie, e che si rivolge ai tanti giornalisti  e ai loro familiari che vogliono puntare a una  crescita culturale di qualità.

“Unitelma Sapienza è  una realtà solida che investe gli utili nella crescita e nella ricerca, offre competenza e una eccellente professionalità, in particolare la piattaforma E-Lerning permette di abbassare i costi di iscrizione senza ridurre la qualità dell’offerta. Infine i Corsi di laurea, Master e i Corsi di Alta Formazione, sono gestiti e curati  con grande trasparenza e professionalità.

Unitelma vanta una tradizione negli studi giuridici ed economici, con particolare riguardo alle imprese e alla pubblica amministrazione.  – https://www.unitelmasapienza.it/it/fai-la-tua-scelta/corsi-laurea

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Dopo il grande successo di pubblico riscosso nei recenti concerti in giro per la Sicilia il Cantastorie Luigi Di Pino tornerà ad esibirsi lunedì 24 giugno alle ore 21,00 nella Piazza  antistante la chiesa dell’Immacolata a Giardini Naxos in occasione delle festività di San Giovanni. Un gradito e atteso ritorno per l’artista ripostese, che nel 2017 fece partire proprio dal comune naxiota il fortunato Beltempo tour. Una scelta dettata dal forte legame che unisce il Cantastorie al comune marinaro. “Sono felice di tornare a Giardini Naxos – dichiara Luigi Di Pino – in un luogo così suggestivo, sul lungomare. Da anni frequento questa città, che per me è un luogo di grande ispirazione. Mi sento a casa. D’altronde è stata frequentata in passato da personaggi come Nino Martoglio, che per i protagonisti delle sue commedie si è ispirato ai pescatori ed ai carrettieri del luogo, ed Orazio Strano, che bazzicava anch’egli da queste parti”.  Lo spettacolo è stato  programmato  dall’amministrazione comunale di Giardini Naxos guidata dal sindaco Nello Lo Turco che lo ha fortemente voluto, assieme all’operatore culturale Saro Bellingheri e alla parrocchia dell’Immacolata.

La locandina

La locandina

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Francofonte (Sr). “Un giornalista che smette di raccontare ciò che vede con i propri occhi non solo non farà bene il proprio dovere, ma avrà la responsabilità di non informare. Sono tante le persone libere che vorrebbero realmente liberarsi dalla mafia. Siamo noi che dobbiamo decidere da che parte stare”. Lo ha detto Paolo Borrometi, giornalista di Tv2000 e direttore de “la Spia” e autore del libro “Un morto ogni tanto”, qualche giorno fà a Francofonte, dove ha incontrato, nella Chiesa Madre,  i cittadini e i rappresentanti delle associazioni culturali, di volontariato e i club service. La conversazione con Paolo Borrometi è stata promossa e organizzata dall’Ucsi di Siracusa e dalla parrocchia Sant’Antonio Abate in collaborazione con l’Ucsi Sicilia e Assostampa Siracusa e inserita in preparazione alla 53 Giornata Mondiale delle Comunicazionii sociali. Paolo Borrometi, poco prima di iniziare la conversazione con il giornalista Salvatore Di Salvo ha sostato in preghiera davanti all’immagine della Madonna della Neve, esposta in modo solenne.

L’incontro è stato aperto dal giornalista Salvatore Di Salvo, componente della giunta Nazionale Ucsi e presidente dell’Ucsi Siracusa che ha rievocato i recenti fatti di cronaca che hanno visto coinvolti molti colleghi giornalisti che sono stati minacciati citando Gaetano Scariolo del Giornale di Sicilia e Lorenzo Gugliara de “La Sicilia”. Il componente della Giunta nazionale Ucsi   ha ricordato anche Antonella Frazzetto, giornalista de “La Sicilia” e dirigente dell’ Istituto Comprensivo “Dante Alighieri” di Francofonte, scomparsa prematuramente lo scorso mese di aprile e ha voluto dedicare a lei, l’incontro alla presenza del  marito Angelo Lopresti, giornalista de “Il Giornale di Sicilia” lì presente, alle figlie della coppia e ai genitori. Poi è intervento il segretario provinciale dell’Assostampa di Siracusa  Prospero Dente che ha sottolineato quanto “la libertà di stampa serva a noi per continuare a scrivere e a voi per continuare a leggere tutto ciò che accade nel nostro paese”. Don Luca Gallina, parroco della Chiesa di Sant’Antonio Abate, ha ribadito l’importanza degli uomini della scorta e ha ringraziato gli organizzatori per questo incontro di speranza in un territorio difficile.  “Non c’è luogo più bello e indicato di una chiesa per parlare di comunicazione – ha commentato invece il giornalista Angelo Lopresti. Parlare significa comunicare, significa stare insieme, avere fiducia e dare fiducia al prossimo. Tra l’altro, l’evento si svolge in una data come questa, molto importante, la giornata della legalità”.   Una testimonianza, quella del giornalista di TV 2000 e  direttore de “La Spia” e autore del libro ‘Un morto ogni tanto’ che sa tanto di speranza. “Perchè bisogna continuare a lottare contro chi cerca di mettere a tacere la verità – ha detto Paolo Borrometi –  senza mai arrendersi, nonostante tutto. Nonostante gli atti intimidatori. Nonostante la minaccia, reale, di dover diventare ‘un murticeddu’, un morto. La lotta alle mafie deve partire dai cittadini, da ognuno di noi. Troppo spesso citiamo le forze dell’ordine solo per le brillanti operazioni. Dovremmo ringraziarli ogni giorno, perchè è grazie a loro se noi possiamo vivere in un paese dove le regole vengono fatte rispettare”. “Il giornalista a volte ci racconta cose che a noi non piacciono – ha detto Paolo Borrometi -.  Vedere quello che è lo stato delle nostre amministrazioni locali, delle persone che ci rappresentano, a volte mi fa veramente male. Ma facendo finta di nulla a poco a poco ci abitueremo alle peggiori cose. Scrivere questo libro è stata una liberazione. Io non sono un eroe, ma cerco di fare il mio dovere che è quello di raccontare. In questo libro ho tentato di raccontare ciò che ho visto con i miei occhi e ciò che ho sentito con le mie orecchie. L’ho verificato e ho tentato di metterlo nero su bianco, affinchè voi possiate essere coscienti di ciò che accade. Solo con la presa di coscienza possiamo decidere da che parte stare.  Dobbiamo smettere di fare finta di nulla. La mia più grande paura è il silenzio di ognuno di noi. La mia più grande paura è che il sacrificio di chi è morto possa essere vano. Non esiste il forse nella lotta alle mafie. Ci vuole il cambiamento in ogni persona. Sono assolutamente convinto che la vera differenza la fate ognuno di voi se decidete di fare camminare con le vostre gambe le idee che erano di Falcone e Borsellino”. “Lo Stato alla fine vince sempre – conclude il giornalista Paolo Borrometi –  Ci vuole tempo, ma alla fine chi sbaglia paga. Solo con l’informazione si può decidere da che parte stare”.

L'incontro

L’incontro

Il tavolo dei relatori

Il tavolo dei relatori

Un momento dell'incontro

Un momento dell’incontro

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MessinaE’ stato presentato in un gremito Salone delle Bandiere del Comune di Messina, il cast del film “ Io Donna Detenuta Donna”. Ad illustrare il progetto cinematografico il noto Regista messinese Nico Zancle. Presente all’incontro il produttore esecutivo Mario Santocchio della MAXA FILM reduce del festival di Venezia ove ha presentato il film” Ciao Nina “ che ha al suo attivo anche, tra le altre, pellicole come “ felicissime condoglianze” in uscita il 2 novembre al cinema con attori noti quali Sandra Milo, Enzo Salvi, Andrea Roncato.  La storia sottesa al film prodotto da Maxa Film di Roma e Spazio Teatro Europa94 di Messina,  racconta di una giovane donna violentata dal padre che fugge da casa ritrovandosi catapultata nel mondo spietato dello spaccio e della droga. Condotta in carcere incontrerà altre donne con storie di un vissuto altrettanto drammatico . Scontata la pena si innamorerà di un ragazzo che diventerà il suo grande amore. Ma il futuro le riserverà una amara sorpresa. Nico Zancle che del film ne cura la regia ha ricordato i suoi pregressi da attore, i suoi numerosi film , la sua formazione severa, il metodo Stanislavskij, Cechov. Ha nel suo intervento ricordato Luchino Visconti affermando come il neorealismo sia la palestra da frequentare tutti per migliorare la nostra società. A seguire la presentazione dei vari interpreti del film e del ruolo di ognuno di loro. Tra di essi attori come Francesco Rubirosa dell’Accademia artistica di Milano di Pupi Avati, le attrici cinematografiche Alessandra De Marco, Sandy Costanza, Laura Mottola, ed ancora Gianluca Sciliberto interprete del film “come un uomo” uscito nel 2016, Mario Donatone attore di “bellissima”anno 1951, con la regia di Luchino Visconti ; Francesca Li Voi; Silvia Inferrera, Argentina Sangiovanni, Marco Bertolani, Santa Costanza, Giovanna Sculco, Domenico Venuti, Alberto Molonia, Antonino Sgro, Vincenzo Aiello, Rosaria Maniscalco, Giuseppe Ribaudo, Massimo Gulletta, Salvatore Celano, l’artista Giuseppe Messina, Chicco Coci, Saverio Malara, Carmelo Santo, Giancarlo Bertolani, Salvatore Cilona, Gaetano Gemelli, Biagio Dauccio, Holly, Francesco Micari, Domenico Marchese, Ciro Giorgio, Teresa Ferrara, Matteo Sciliberto, Ornella Filippini, Lorenzo Moscogiuri, Enzo da Torino, Antonino Morabito, Aldo Lo Faro, Pino Scaglione, Giuseppe Marano, Enzo da Torino, Carmelo Comito, Melina Patanè e Silvana Paratore . Perfetta l’interpretazione del piccolo Marco Bertolani che nel corso della presentazione del film, ha recitato una parte della sceneggiatura riscuotendo applausi e consensi. “L’intento”, ha affermato l’avv. Silvana Paratore che nel film interpreterà il ruolo di Carmen, “è quello di analizzare la violenza dall’interno, capire la sua origine. Personaggi femminili smarriti e figure maschili spesso negative contribuiranno, con le loro battute, ad affrontare e sensibilizzare l’opinione pubblica su un argomento che è attuale e diffuso: quello della violenza sulle donne la cui lotta deve essere decisa e quotidiana. Le riprese in città partiranno il 21 novembre”.
Il cast del film

Il cast del film

La locandina del film

La locandina del film

Nico Zancle intervista il piccolo attore Marco Bertolani

Nico Zancle intervista il piccolo attore Marco Bertolani

Da sin. Paratore, Zancle e Messina

Da sin. Paratore, Zancle e Messina

 

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