GENNAIO - FEBBRAIO - MARZO 2024
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Etna

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Messina – Si terrà giorno 08 settembre alle ore 10:30 presso la sede del Centro Camelot diretto dal dott. Matteo Allone, alla Cittadella Sanitaria, la conferenza di presentazione della decima edizione del Congresso Multidisciplinare promosso dall’Osservatorio di EtnoAntropologia evoluzionistica e cognitiva Archetipi e Territorio, presieduto dal dott. Giuseppe Mento . Ad illustrare il programma dell’evento che si svolgerà nei giorni 11-12 e 13 settembre  al Museo S. Salvatore di Mandanici,  l’avv. Silvana Paratore che presenterà la Cerimonia Inaugurale del Congresso avente come tema quest’anno: “ Il corpo, la mente e l’anima. Ai confini dell’umano sulle tracce del sacro” Tempi di Pandemia.

Da sin. Pino Mento, Silvana Paratore e

Da sin. il dott. Pino Mento, l’avv. Silvana Paratore e il dott. Matteo Allone

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Aci Sant’Antonio (Ct) – E’ tutto pronto ad Aci Sant’Antonio per l’ottava edizione del “Premio Carretto Siciliano”, in programma il 6 settembre, alle ore 21, nella centralissima piazza Maggiore. L’attesa manifestazione, organizzata dal Comune di Aci Sant’Antonio con la direzione artistica di Mario Russo, assegna ogni anno riconoscimenti ai siciliani che si sono distinti ciascuno nel proprio campo, dall’arte alla musica, dalla letteratura allo sport, dall’imprenditoria alle scienze. Tanti i nomi illustri premiati nelle passate edizioni con la caratteristica miniatura di ruota di carretto siciliano su pietra lavica: su tutti Lello Analfino, frontman dei Tinturia; il giornalista Pietrangelo Buttafuoco; l’attore comico Nino Frassica; la cantante Antonella Ruggiero; il duo comico de I Soldi Spicci; il cantante Mario Incudine; gli storici pupari F.lli Napoli; il cantautore Giovanni Caccamo e l’attore comico Roberto Lipari. Ma anche questa ottava edizione non sarà da meno. A ricevere il premio saranno, infatti, Roy Paci, virtuoso musicista e cantante dall’anima jazz, che si esibirà accompagnato dai Massimo Minutella & The Lab Orchestra; Enrico Guarneri, attore versatile dalle grandi doti interpretative; Salvo La Rosa, giornalista e storico conduttore televisivo; la pittrice Maria Pia Cristaldi e l’imprenditore santantonese Giuseppe Basile. Anche quest’anno la conduzione della serata sarà affidata a Maurizio Caruso.

Aci Sant’Antonio, la città del carretto siciliano e dell’artista Domenico Di Mauro, maestro indiscusso nella pittura di uno dei simboli della sicilianità nel mondo, punta dunque ancora una volta sulle proprie tradizioni.

Quest’ottava edizione è ricca di significati ed è forse più importante delle precedenti – commenta l’assessore al Turismo e allo Spettacolo, Antonio Scuderi – perché rappresenta la volontà forte da parte di quest’amministrazione di non perdere di vista i passaggi importanti, quelli che uniscono la tradizione e la memoria alla voglia di portare in alto il nome di Aci Sant’Antonio. È stato faticoso pensare e poi mettere in piedi questa che rappresenta una delle serate più importanti per il paese, ma ci siamo riusciti. Di questo sono felice e ringrazio tutti quelli che si sono spesi e si stanno spendendo perché tutto vada per il meglio”. Nonostante il difficile periodo, segnato dalla pandemia, l’amministrazione comunale ha voluto proporre l’attesa kermesse, che si svolgerà comunque nel pieno rispetto delle norme anti Covid-19. Considerata però la riduzione dei posti a sedere in piazza Maggiore, necessaria per garantire il distanziamento fisico, la serata verrà trasmessa in diretta sul canale Etna Espresso Channel (canale 115 del digitale terrestre) e sulla pagina Facebook ufficiale del Comune di Aci Sant’Antonio, per consentire alla cittadinanza di poter guardare anche da casa l’evento. “Pensare di mettere in piedi un cartellone estivo, in un momento storico come questo – spiega il sindaco di Aci Sant’Antonio, Santo Caruso – significa riuscire a pensare a una qualche forma di ripartenza. Il nostro è un comune nel quale il termine ‘ripartenza’ ha un significato doppio, con la ricostruzione post-sisma del 2018 che ci impegna particolarmente e che seguiamo senza sosta. Ma questo non significa che bisogna per forza perdere di vista quanto di buono fatto in questi anni. Le scorse sette edizioni sono state fantastiche, con grandissimi nomi e con spettacoli eccezionali, e anche quest’anno, nonostante le difficoltà dettate dall’emergenza Coronavirus, il Premio Carretto Siciliano regalerà grandi emozioni. Le restrizioni legate alla pandemia vanno seguite. Ci saranno spazi ridotti e tutti dovranno indossare mascherina ma la città del carretto – conclude il primo cittadino – farà battere ancora una volta il suo cuore plasmato dai suoi leggendari artisti“.

La locandina

La locandina

Enrico Guarnieri e Salvo La Rosa

Enrico Guarnieri e Salvo La Rosa

Minutella & Tha Lab Orchestra

Minutella & Tha Lab Orchestra

Roy Paci

Roy Paci

 

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Valdina (Me) – Partecipato come ogni anno, il 10° Torneo di Futsal Femminile Summer Cup CopaLibertadores 2020. L’evento nato nel 2011 su idea di Giuseppe Fatuzzo mira a valorizzare lo sport rosa partito anche quest’anno con grandi ambizioni.

Sport, vita e divertimento hanno caratterizzato le diverse partite di calcio in cui le giocatrici (molte delle quali pur di esserci hanno macinato tanti KM venendo anche dalle provincie di Catania, Enna, Siracusa, Reggio Calabria) in campo hanno dimostrato una vera e propria mentalità sportiva e grande voglia di vincere .

Ben otto le squadre partecipanti all’iniziativa che nei campi di calcetto Tre G che si trovano sul lungomare di Valdina nella splendida frazione di Fondachello, si sono confrontate divise in due gironi. Tra le  squadre del girone A  Boca juniors, Flamengo, Gremio e Indipendiente mentre  facenti parte del girone B la Palmeiras, Penarol, River Plate e Vasco Da Gama.

Allegria e gioia hanno caratterizzato il momento delle premiazioni con consegna di coppe e medaglie .

Al Flamengo il Premio Fair Play dedicato al Grande Luigi Corio Presidente tuttofare della Xenium di Villa San Giovanni scomparso all’improvviso e prematuramente pochi mesi fa, Il titolo di Intramontabile è stato assegnato a Sara Barbagallo dell’Independiente mentre il miglior gol del torneo in rovesciata che ha meritato menzione è stato giudicato quello di Simona Lombardo del Flamengo.

Premiata come Giovane Promessa Doriana Proetto del Boca Juniors e come Miglior Giocatrice Corinne Scivoletto del Palmeiras; Capo cannoniere e Miglior Portiere se lo aggiudicano per la 2^Edizione di fila Marta Collovà del Palmeiras e Jessica Arcaria del Boca Juniors.

La foto delle giocatrici

La foto delle giocatrici

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A qualificarsi nelle semifinali nel girone A Boca Juniors e Gremio mentre nel girone B Vasco Da Gama e Palmeiras.

Risultati Girone A:  

Boca Juniors – Flamengo 5-1

Gremio – Independiente 8-0

Independiente – Boca Juniors 1-12

Flamengo – Gremio 2-8

Gremio – Boca Juniors 2-5

Independiente – Flamengo 5-8

Classifica: Boca Juniors 9 Gremio 6 Flamengo 3 Independiente 0

Risultati Girone B:

Penarol – River Plate 4-6

Palmeiras – Vasco Da Gama 2-3

Penarol – Palmeiras 0-8

Vasco Da Gama – River Plate 3-1

Penarol – Vasco Da Gama 2-1

Palmeiras – River Palte 6-1

Classifica: Vasco Da Gama 6 Palmeiras 6 River Plate 3 Penarol 3

 

Finalina 7° posto Independiente – Penarol 0-1 ; Finalina 5° posto Flamengo-River Plate 5-3

Semifinali:

Boca Juniors – Palmeiras 2-0

Calì (B) Liuzzo (B)

Grêmio – Vasco Da Gama 3-1

Fatuzzo (V) 2 Basile (G) Zirilli (G)

Finale 3°Posto

Palmeiras – Vasco Da Gama 6-0

3 Scivoletto (P) 2 Collovà (P) 1 Graziano (P)

 

FINALISSIMA

Primo Tempo finisce con il Grêmio in vantaggio 2-0 ma nel secondo Remuntada del Boca Juniors che ribalta il risultato vincendo 3-2 la partita e trionfando nel Torneo.

Boca Juniors – Gremio 3-2

Sesta (G) Miano (G) Fiorenza (B) Musumeci (B) Fiorenza (B)

La graduatoria finale ha registrato la seguente classifica: 1° posto della 10° edizione del Summer Cup il  Boca Juniors; 2° posto Gremio; 3° posto Palmeiras; 4° posto Vasco Da Gama; 5° posto Flamengo; 6° posto River Plate; 7° posto Penarol; 8° posto Independiente.

Gli arbitri del Torneo sono stati Alessandro Muscarà e Cesare Pino.  A conclusione evento un plauso è stato rivolto a tutto lo staff del torneo che ha curato nei minimi dettagli ogni aspetto organizzativo :  da Mariangela Arcoraci, a Mirka Borghese, a Peppe Sciotto, a Giuseppe La Rosa,a  Paolo Cardullo, a Joseph Occhipinti. Incisivo ai fini della concreta realizzazione della competizione sportiva amatoriale il contributo dei vari sponsor che a vario titolo hanno con entusiasmo e passione sposato il progetto di Giuseppe Fatuzzo. Un sentito ringraziamento è stato espresso da quest’ultimo alla Tipografia Litofast di Andrea Famà, ad Archimede Forniture di Angelo Catanzaro; alla Farmacia Del Lorenzo del dott. Sergio De Lorenzo; al negozio di articoli da Regalo 4 Jewels di Daniela Paratore ; all’impresa edile Pino di Dario Pino, al centro di Fisiokimesiterapia Quattrocchi ad Olio K40 alle erbe  Coldarte Italia di Ester Catalfamo.

Ora Appuntamento al 2021 con un nuovo Tema ma lo stesso Entusiasmo.

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Il Capitano Matteo Vinciguerra

Il Capitano Matteo Vinciguerra

Giardini Naxos (Me)La rievocazione del passaggio della fiaccola olimpica da Giardini Naxos, nel 1960, celebrata appena qualche giorno fà, ha suscitato entusiasmi e commenti con i quali sono stati ricordati i momenti più significativi di quell’evento sportivo che ha scritto una pagina di storia  importante per la prima colonia greca di Sicilia.

A tornare sull’argomento per raccontare alcuni particolari inediti di quella storica giornata, è l’ing. Giuseppe Vinciguerra, figlio del compianto Capitano Matteo Vinciguerra all’epoca, vicesindaco dell’amministrazione Lorino Mangano il quale, si prodigò affinchè il “sacro fuoco” proveniente da Olimpia e diretto a Roma, passasse da Giardini Naxos, prima colonia greca di Sicilia.  Di quello storico evento, l’ing. Vinciguerra conserva un ricco archivio di documenti e foto dell’epoca che ha messo a disposizione del nostro giornale. Tra i cimeli più importanti vi è la torcia olimpica che transitò da Giardini che, dopo sessanta anni, è tornata ad essere protagonista poichè la famiglia Vinciguerra, appresa la notizia della manifestazione rievocativa, l’ha  messa a disposizione dell’evento. Come allora, lo storico cimelio è stato portato dai tedofori che hanno partecipato alla manifestazione, dal tempietto di Giardini Naxos fino a Letojanni dove è stato riconsegnato alla famiglia Vinciguerra. Il momento più emozionante della cerimonia che ha visto tra i protagonisti uno dei tedofori giardinesi dell’epoca, Bruno Di Bernardo, è stata la presenza del pronipote del Capitano Matteo Vinciguerra (nipote dell’Ing. Vinciguerra) Totto Curreli.

Il figlio Giuseppe che nel 1960 aveva una decina di anni, ricorda bene quelle giornate vissute, attraverso il padre e la famiglia, con grande emozione e trepidazione per l’attesa del passaggio del Sacro fuoco da Giardini.

A questo punto lasciamo la parola all’ing. Vinciguerra il quale racconta:

 “La prima cosa che mi viene in mente di quella epica vicenda è “L’ara”, il tempietto che fu eretto in occasione del passaggio della fiaccola olimpica il 19 agosto del 1960. L’ara, che oggi non esiste più, era ubicata tra l’attuale museo archeologico e l’adiacente ristorante. Lo storico tempietto eretto in occasione del passaggio del sacro fuoco, è stato  un degno omaggio alla città  dell’amministrazione di allora retta dal prof. Lorino Mangano, su interessamento dell’assessore e vice sindaco Cap. Matteo Vinciguerra, per onorare il leggendario atleta dell’antica Naxos, Tysandros, figlio di Cleocritos, vincitore nel pugilato (Pigmachia) di quattro Olimpiadi.

            Sulla trabeazione del tempietto, erano stati incisi versi di Pindaro:Come la luce del sole supera ogni cosa per calore e splendore, così  non vi è vittoria più nobile di quella di olimpia. Il cap. M. Vinciguerra dettò le epigrafi che ricordavano le imprese di Tysandros, la fondazione di Naxos ed il passaggio della fiaccola Olimpica del 19 agosto 1960. All’alba di quel giorno infatti, puntuale, giungeva il tedoforo che portava il fuoco sacro di Olimpia con cui veniva acceso quello di Naxos su un tripode.
Il tempietto originario però per incuria ha subito alterne vicende, sino a quando, demolito da un camion, venne rimosso. Di esso non si è saputo più nulla salvo che, qualche parte è custodita privatamente senza valutarne però l’importanza storica che questi poveri “ruderi” avevano.
Tornando a quel 19 agosto del 1960,  la fiaccola olimpica da Siracusa (proveniente dalla Grecia)  venne portata da tanti tedofori a Roma sede delle Olimpiadi, passando, per renderne omaggio, anche da Naxos, prima colonia greca in Sicilia, che aveva dato i natali a Tysandros.
La vicenda del passaggio della fiaccola da Naxos voluta dall’organizzazione giardinese che ha richiesto al comitato romano ed ottenuto la deviazione  dalla strada statale alla penisoletta di Schisò a seguito delle iniziative del cap. Vinciguerra ( come si evince da documentazione dell’archivio del cap. M. Vinciguerra stesso) è cominciata con la corrispondenza con il Dott. Langellotti , capo sezione della “Fiaccola olimpica” il quale, interessato dalla proposta, venne a Giardini per le necessarie ricognizioni e per compilare l’itinerario ufficiale.  Di seguito, vorrei ricordare i necessari contatti con Marcello Garroni, Segretario Generale del Comitato Organizzatore dei Giochi della XVII Olimpiade di  Roma. La mattina del 19 agosto, considerato che la fiaccola olimpica non poteva ripercorrere la strada già fatta, dopo l’accensione del braciere del tempietto con il “sacro fuoco” di Olimpia, venne imbarcata su una jole con la quale ha attraversò un tratto di mare fino alla spiaggia sotto la chiesa di S. Pancrazio e da li, il sacro fuoco  continuò il suo percorso.

A questo punto mi preme dire che, all’epoca, anche la collaborazione con il Sovrintendente di Siracusa dott. Giuseppe Voza fu proficua per arrivare a definire la struttura del tempietto sullo stile di quelli greci. La fiaccola che da Olimpia arrivò a Roma, aveva itinerari e tempi prestabiliti e, riguardo il passaggio da Giardini, venne concordato, con l’Assessore Cap.  Vinciguerra, che parlava anche in veste di presidente del Circolo Nautico Teocle, un programma in cui si prevedeva che il territorio giardinese venisse diviso in quattro frazioni. Il primo tratto era previsto tra il ponte Alcantara ed il ponte Salluzzo, il secondo fino al  porto di Schisò. Qui si è svolta la cerimonia di accensione del fuoco nell’ara votiva che ha bruciato per tutta la durata dei giochi olimpici. Dal porto con la “jole a due” la fiaccola è stata portata  come detto, fino alla spiaggia antistante S. Pancrazio e da qui è ripartita per percorrere l’ultimo tratto del territorio giardinese e proseguire verso Messina. Per perpetuare quegli eventi, agli inizi del 2000, “l’ara” è stata ricostruita dal Comune a poca distanza, in questa stessa piazza del porticciolo. Queste poche righe di commemorazione del passaggio della fiaccola olimpica, mi danno lo spunto per ricordare il Cap. Matteo Vinciguerra, mio papà,  allora Vice sindaco,  per il quale mi corre l’obbligo di ricordare l’impegno profuso quando era amministratore.  Allora, noi ragazzini lo seguivamo per imparare, vivere il suo impegno pubblico e sportivo come Presidente del Circolo Nautico Teocle. In questi giorni  è stato rievocato quel passaggio con lo stesso percorso via mare (dal porto alla spiaggia di S. Pancrazio) con il canoino del figlio del Cap. Vinciguerra per portare il sacro fuoco fino a Messina. Vorrei concludere con questa ultima considerazione. Abbiamo visto nel corso della cerimonia di Giardini Naxos il canoista Bruno Di Bernardo tedoforo del 1960 con accanto il piccolo Totto Curreli, nipotino di Pippo Vinciguerra e pronipote del cap. M. Vinciguerra. Ecco il senso di questa rievocazione: riusciremo a passare a questa generazione i nostri valori o saranno sommersi da falsi miti di oggi?

                            ROSARIO  MESSINA

Il tedoforo Bruno Di Bernardo e il piccolo pronipote del Cap. Matteo Vinciguerra

Il tedoforo Bruno Di Bernardo e il piccolo pronipote del Cap. Matteo Vinciguerra

Pippo Vinciguerra e il nipote

Pippo Vinciguerra e il nipote

La consegna della fiaccola alla Jole

La consegna della fiaccola alla Jole

La jole che il 19 agosto del 1960 porto in mare la fiaccola

La jole che il 19 agosto del 1960 porto in mare la fiaccola

Il Vice sindaco Matteo Vinciguerra

Il Vice sindaco Matteo Vinciguerra

Il progetto del primo tempietto

Il progetto del primo tempietto

La lettera del Comitato Olimpico

La lettera del Comitato Olimpico

La custodia della torcia olimpica del 1960

La custodia della torcia olimpica del 1960

La custodia della Fiaccola Olimpica del 1960

La custodia della torcia olimpica del 1960

La fiaccola olimpica che porto il fuoco  sacro a Giardini il 19 agosto del 1960

La fiaccola olimpica che porto il fuoco sacro a Giardini il 19 agosto del 1960

 

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MessinaAppuntamento venerdì 4 settembre 2020 alle ore 18.00 presso il Palacultura di Messina – sala  “Vincenzo Palumbo” 1° piano, con il giornalista Alfonso Lo Cascio, autore del libro 1943: La “Reconquista” dell’Europa Dalla conferenza di Casablanca allo sbarco in Sicilia.

L’incontro con l’autore è stato organizzato dalla Biblioteca Regionale “Giacomo Longo” di Messina ed ha ottenuto i seguenti patrocini: Regione Siciliana Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Comune di Messina Assessorato alla Cultura, Unitelma Sapienza Roma e Associazione culturale  BCsicilia.

Coordinerà l’evento Tommasa Siragusa, Direttrice della Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” di Messina.  Dopo l’introduzione e la presentazione dei relatori, sono previsti i saluti istituzionali dell’Assessore alla Cultura del Comune di Messina Vincenzo Caruso, a cui faranno seguito gli interventi di:  Roberto Sciarrone, Dottore di ricerca in Storia dell’Europa Sapienza Università di Roma, Sabrina Patania Presidente BCsicilia Messina e Domenico Interdonato Direttore Unitelma Sapienza Polo di Messina.

I lavori si concluderanno con l’intervento  dell’autore e il dibattito con il pubblico.

La locandina

La locandina

La copertina del libro

La copertina del libro

Il Palacultura

Il Palacultura

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È uscito a fine agosto in tutte le librerie (anche on line) il libro “Educarsi ed Educare al web. 30+1 riflessioni, consigli e idee per tutti, scritto da Marco Pappalardo e Alfredo Petralia, e edito dalle Edizioni San Paolo.

Un volumetto originale nel contenuto e nella forma: i capitoli sono costituiti da trenta (più una) domande “dilemmatiche” (Solo per adulti o anche per i più piccoli? Cultura o imbarbarimento? Social o a-sociale? Studio o distrazione? Libero o nella rete? Responsabile o “non sono stato io”? Condivisione o egoismo? Credibilità o apparenza? … e molte altre) che affrontano tematiche tra mondo reale e mondo virtuale. Vengono raccontate nel punto in cui si incontrano e permeano la vita, presentate a partire da fatti, notizie, esperienze, esempi veramente accaduti; poi vi si trova accostata una riflessione educativa che può essere letta e compresa tranquillamente dai 12 anni fino ai 100 (e che non presenta internet, il web, i social come il male assoluto, bensì come qualcosa da conoscere, studiare, approfondire per sfruttarne i vantaggi e i lati positivi, e allo stesso tempo per non lasciarsi rubare la libertà, la coscienza critica, le relazioni, il tempo, i talenti e i valori). Infine, a chiudere il capitolo, in punti, vengono proposte alcune idee e consigli sperimentati (non ricette ma proposte, piccoli segni da arricchire con la creatività e l’impegno di ciascuno).

Il testo è introdotto dalla Prefazione di uno dei massimi esperti del settore, Bruno Mastroianni, e si conclude con un’utile Appendice sulla didattica a distanza con consigli pratici per gli studenti delle diverse età, per i genitori e per gli insegnanti di ogni ordine e grado.

Pappalardo e Petralia intendono presentarlo e portarlo all’interno di scuole, parrocchie, oratori, altre realtà educative e di aggregazione giovanile, come utile strumento di lavoro e di riflessione sull’uso responsabile di internet. Per loro è stato pensato pure un progetto di incontri on line con gli autori che accompagni la lettura. Il testo è semplice, pratico e ricco di proposte concrete, dunque un ottimo strumento per i genitori, gli insegnanti, gli educatori, gli animatori, i giovani, gli studenti delle scuole secondarie di I e II grado.

GLI  AUTORI:

Alfredo Petralia è un esperto in informatica applicata di Catania, cresciuto negli ambienti salesiani prima come allievo e poi come docente, animatore e IT manager dal 2001 presso l’Istituto San Francesco di Sales. Sposato e papà di Ruggero e Giulia, è uno dei Lead Mentor del CoderDojo Etneo, una dinamica realtà che mira a diffondere tra i bambini e i ragazzi le nuove competenze digitali. Appassionato di nuove tecnologie applicate alla didattica, consulente informatico e social media manager.

Marco Pappalardo, giornalista pubblicista di Catania e docente di Lettere. Ha insegnato “Educazione e mondo virtuale” presso l’Istituto Teologico S.Tommaso a Messina e tematiche dei new media presso l’Università di Catania. Collabora con AvvenireCredereLa Sicilia, per siti che si occupano del mondo adolescenziale, giovanile e della scuola. Ha scritto libri su temi educativi, sociali, religiosi, formativi, della comunicazione; per la San Paolo i seguenti: “Nelle Terre dell’Educazione”, “Welcome!”, “Diario (quasi segreto) di un Prof.”.

La copertina del libro

La copertina del libro

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Peppino Russo e Aldo Di Blasi

Peppino Russo e Aldo Di Blasi

Giardini Naxos (Me) – Giardini Naxos, dall’antichità alla riscoperta dell’identità civica. Prospettive di conurbazione e servizi comprensoriali è il titolo del convegno che si è tenuto  a Giardini Naxos sabato 22 agosto 2020 presso la sede della Delegazione di Chianchitta del Salone della Banca della Memoria del Comune. L’evento, realizzato, col contributo della Presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana ed il patrocino del Comune di Giardini Naxos,  è stato organizzato dalla locale associazione “Tradizione, Ambiente e Turismo” presieduta da Giuseppe Russo coadiuvata dall’esperto culturale Aldo Di Blasi.

Al convegno sono intervenuti oltre a Giuseppe Russo e all’esperto culturale Aldo Di Blasi, anche il Sindaco di Giardini Naxos Nello Lo Turco, Carmelo Micalizzi e Daniele Macris della Comunità Ellenica dello Stretto, Nino Buda Direttore del Gruppo Folk Naxos, Antonino Orlando Russo Sindaco di Castelmola. Alquanto partecipato, nel rispetto della normativa anticovid, l’evento che ha visto la presenza di esponenti della cultura e della politica locale, tra questi, il candidato Sindaco Antonio Veroux dell’Aggregazione Civica “Ritorna in superficie-Giardini Naxos”, la presidente dell’associazione scientifico culturale “Mea Lux”, Angela Lombardo.

Ad introdurre il Convegno è stato il presidente dell’Associazione “Tradizione, Ambiente e Turismo” Giuseppe Russo, il quale dopo i saluti di rito e la presentazione dei relatori, ha illustrato le attività del sodalizio che presiede il quale ha sempre privilegiato iniziative e progettualità per promuovere l’identità e la storia del territorio cittadino che, va preservata e fatta conoscere soprattutto alle nuove generazioni. “Dobbiamo essere custodi della nostra identità e tramandarla alle future generazioni. Se non conosciamo la nostra storia ha detto Russole nostre tradizioni cadranno nell’oblio e noi con loro. I nostri giovani devono conoscere da dove proveniamo e chi siamo. Abbiamo una nostra identità che ha origini lontane. Il nostro territorio trasuda di storia e di una tradizione che fa di questo luogo la prima colonia greca di Sicilia. Per questo iniziative come quella di oggi sono importanti, perché dobbiamo avere sempre presente la storia millenaria di questi luoghi. Oggi Giardini vanta un Parco archeologico di grande valore storico e culturale e non è cosa da poco.”

Dopo l’introduzione di Russo, ha preso la parola il Sindaco di Giardini Naxos il quale dopo i saluti istituzionali ha spiegato come il Comune ha sempre contribuito con varie iniziative a tenere viva la memoria delle tradizioni e della storia della città. A tal proposito, ha ricordato le varie iniziative editoriali realizzate dal Comune, tra queste la pubblicazione di due libri e stampe d’epoca con foto storiche su Giardini Naxos (“Immagini d’altri tempi”), la ristampa dello storico libro di Pietro Rizzo “Naxos Siceliota”, la pubblicazione di libri sulla storia di Naxos come quello di Gerardo Talio dedicato alla vita dei pescatori, fino al recente libro di Nino Buda intitolato “Giardini nel Grand Tour”. Ha poi ricordato i gemellaggi con Kalkis e Naxos delle Cicladi  e, le manifestazioni di qualche anno fa con le quali è stato ricordato il soggiorno a Giardini di Giuseppe Garibaldi ed il suo Stato Maggiore da dove partì per Melito Porto Salvo in Calabria. Di seguito ha illustrato tre progetti promossi per mantenere viva l’identità della città:  “Si tratta di tre obiettivi raggiunti” ha detto il Sindaco “ di cui andare orgogliosi. La prima cosa da ricordare è la battaglia vinta per ottenere l’autonomia economica del Parco di Naxos. Grazie a questa autonomia, è stato possibile acquistare il Castello Paladino. Il secondo obiettivo raggiunto è lo studio fatto con l’Università di Messina per cercare di risalire al ceppo originario del vitigno che si coltivava sulle colline di Mastrissa al tempo dei greci. Giardini ha nel gonfalone un grappolo d’uva. Da studi fatti è stato assodato che la prima pianta di vite oltre a quelle spontanee, venne piantata dai greci sulle nostre colline di Mastrissa. Già Plinio il Vecchio in un suo scritto dove parlava dei vino storici che c’erano in Sicilia, citava il Tauromenitanum che era il vino che si produceva in questa zona.  La prima colonia greca di Sicilia produceva del vino prodotto con uva “eugenia”, un moscato leggero, importata dai greci. Per recuperare tale vitigno abbiamo contattato anche il Sindaco di Naxos delle Cicladi. Alla fine ci siamo affidati all’Istituto Regionale della Vite e del Vino che sta facendo una serie di studi sulle viti che ci sono nella Valle dell’Alcantara per cercare di riportare in vita il vitigno di questo vino storico. Il terzo obiettivo che ci permette di conservare e tramandare una memoria storica della nostra identità è questo luogo in cui ci troviamo, la Banca della Memoria realizzata grazie al lavoro ed alla collaborazione dell’amico Nino Vadalà e, a quanti con le loro donazioni hanno contribuito ad arricchire questo archivio storico.” Il sindaco ha poi accennato ad un progetto in fase di realizzazione nell’area di Recanati riguardante un “Parco tematico” dove riprodurre giochi e attività ludiche della colonia greca. Si è poi soffermato sull’altro tema del convegno ovvero il comprensorio ed i servizi comprensoriali, sottolineando come l territorio di Giardini Naxos è saturo e come sia fondamentale e strategico promuovere una politica comprensoriale per una migliore razionalizzazione dei servizi che possono essere ridistribuiti tra i comuni facenti parte dello stesso territorio. Occorre programmare nel territorio una serie di progettualità che possano coinvolgere i comuni limitrofi, tra queste, a suo giudizio sarebbe strategico ad esempio il progetto al quale si sta lavorando da anni della riattivazione del trenino che da Giardini attraversa i comuni della Valle dell’Alcantara. “D’ora in avanti” ha concluso il Sindacodobbiamo ragionare in termini comprensoriali e dislogare diversi servizi nell’entroterra. Questo è il nostro futuro”.

Giuseppe Russo

Giuseppe Russo

L'intervento del Sindaco di Castelmola Antonio Orlando Russo

L’intervento del Sindaco di Castelmola Antonio Orlando Russo

A seguire anche un breve intervento del Sindaco di Castelmola Orlando Russo il quale si è detto favorevole ad una politica comprensoriale che favorisca una migliore distribuzione di servizi e risorse su tutto il territorio. Anche Orlando ritiene che d’ora in avanti occorre ragionare sempre più in termini comprensoriali perché la sinergia e la promozione di progetti e servizi comuni è la strategia vincente per risollevare le sorti economiche di tutto il territorio comprensoriale.

Subito dopo hanno preso la parola Carmelo Micalizzi e Daniele Macris della Comunità Ellenica dello Stretto, i quali hanno parlato delle tante iniziative promosse nel tempo tra la nostra comunità e quella greca per il legame che ci lega da oltre duemila anni. In particolare Micalizzi ha parlato dei gemellaggi realizzati da Giardini Naxos, quella del 1966 con la città di Kalkis che egli considera il gemellaggio principe e, quello del 2000 con la città di Naxos delle Isole Cicladi.

Il Convegno è entrato nel vivo con l’intervento di Aldo Di Blasi che ha fatto un lungo ed articolato excursus storico sulla storia della prima colonia greca di Sicilia e le vicende che seguirono dopo la sua distruzione da parte di Siracusa. A concludere il convegno è stato l’intervento di Nino Buda che ha parlato del suo libro sul Grand Tour a Giardini.

Il tavolo dei relatori: Sindaco di Giardini Naxos, Aldo Di Blasi, Giuseppe Russo e Nino Buda

Il tavolo dei relatori: Sindaco di Giardini Naxos, Aldo Di Blasi, Giuseppe Russo e Nino Buda

Daniele Macris

Daniele Macris

Carmelo Micalizzi

Carmelo Micalizzi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

INTERVENTO  ALDO DI BLASI

 

 

Russo e Di Blasi

Russo e Di Blasi

Non esiste nella tradizione pervenuta una trattazione unitaria delle vicende storico-politiche di Naxos, la prima colonia greca di Sicilia .   Sarebbe importante, e di grande soddisfazione, riuscire  a riunire gli spunti provenienti da tutte le fonti storiche, antiche e meno antiche, per realizzare una pubblicazione quanto più possibile approfondita su Giardini-Naxos”  ha esordito Aldo Di Blasi il quale ha proseguito il suo excursus storico raccontando le tappe più importanti della storia di Giardini.

Di Blasi ha iniziato il suo intervento spiegando che, i più antichi contatti tra l’Occidente italico e i Greci sono avvenuti nella zona etrusco-laziale, con l’arrivo dei primi Calcidesi, volti alla incetta dei metalli (soprattutto del ferro, ma anche oro, argento, bronzo) nel basso Tirreno tra il IX e l’VIII secolo , sulla rotta fenicio-africana  verso la Libia, il Tirreno, l’Etruria, la Spagna. La via più breve, attraverso lo Stretto, fu una conquista ulteriore dei Calcidesi, che fondarono Naxos. La particolare  posizione geografica di Naxos, sorta in un punto chiave per le rotte marittime antiche, in un sito legato al mare e, importan­tissimo per quella funzione di crocevia   sullo Stretto e, per quegli scambi   delle merci provenienti dalle due aree, occidentale ed orientale, del Mediterraneo,  fu certamente la ragione fondamentale (piuttosto che la pressione demografica della madre patria)  della costituzione della colonia (scambio di oggetti ar­tistici con i metalli etruschi; importazione di schiavi e di materiale greggio),  e la fonte principale della sua prosperità economica. Successivamente Naxos fonda delle subcolonie (tra costa ed entroterra) quali Catana e, cinque anni dopo,  Leontini (Lentini). A Naxos viene addebitata anche la fondazione di Kallipolis che, per alcuni studiosi si tratterebbe del primo nucleo dell’odierna Francavilla per altri di Gallodoro. Le subcolonie vengono fondate proprio per assicurare una base anche agricola ad un insediamento che era sorto da esigenze di dominio viario , senza per­dere per questo l’ originario carattere di base di com­mercio, che andò gradualmente accre­scendosi,   come indica la trasformazione del primo scalo di Zankle in una vera colonia, e la successiva fonda­zione di Rhegion.

La rigogliosa fioritura economica è attestata anche dalla sua splendida monetazione arcaica, difforme dalle serie di Calcide,  Eubea ed Attica e delle altre città greche di ata anche ladi mercato non in­terno, ma interstatale.

 Per quanto riguarda la fondazione in età arcaica di Naxos, nel breve cenno di Tucidide, i Calcidesi, partiti dall’Eubea sotto la guida di Thukles (o Teocle), fondarono Naxos, in un sito naturalmente favorevole agli approdi, ove co­struirono, fra l’altro, l’altare di Apollo Archegeta.

Secondo un’altra tesi diffusa tra gli storici, i coloni che fondarono Naxos, erano soprattutto abitanti di Calcide e abitanti dell’isola greca di Naxos, che certamente furono una parte quantitativamente notevole dei co­lonizzatori, dato  il nome dato alla nuova colonia. L’influenza della tradizione nassia nella nuova polis coloniale è confermata dalla produzione artistica di tipo ionico , dalla tipologia monetale  nella quale Dionisio e i simboli dio­nisiaci occupano un posto fondamentale e prioritario, dai caratteri di scrittura arcaica, e dal culto della dea Enyò.  La popolazione era dedita all’agricoltura, alla pesca, al commercio con la madrepatria e le altre città dell’isola, ma soprattutto alla produzione di finissime ceramiche. Tale dato è testimoniato dall’ingente quantità di vasi in terracotta emersi durante gli scavi e dalla presenza di numerose fornaci all’interno delle mura urbane.

L’esatta ubicazione del porto di Naxos, è rimasta a lungo sconosciuta a causa del significativo cambio della linea di costa antica. Importante è stata la recente scoperta dell‘arsenale navale (neoria) di età classica.

Tucidide afferma che Naxos ebbe quindi sempre una preminenza religiosa rispetto alle altre colonia greche di Sicilia, di gran lunga più importanti dal punto di vista economico e politico.   I teoroi, che si recavano a interrogare l’oracolo di Delo, sacrificavano, prima di partire dalla Sicilia, sull’altare di Apollo Archegeta, divinità protettrice della nazione greca in Sicilia.

Anche nelle attività sportive Naxos ebbe rinomanza. A tal proposito Di Blasi ha ricordato il pugile naxiota  Tysandros  vincitore di ben 4 Olimpiadi consecutive nell’arte della “pigmachia” (Pugilato), esattamente negli anni  572; 568; 564; 560 a.C.

La fiorente vita economica di Naxos e degli altri centri calcidesi si concluse nel V secolo a.c.. L’espansione militare di Ippocrate di Gela, volto alla conquista di sbocchi sul Tirreno, culminò nella conqui­sta di Naxos (intorno al 495 a. C.) e delle sue colonie Kallipolis , Leontini e certamente Catana e si estese su Zankle.  Anche nel periodo di Gelone di Siracusa, Naxos non potè sottrarsi alla ingerenza della polis dorica , che raggiungeva il ruolo di grande po­tenza nell’isola.     L’assoggettamento politico della Sicilia calcidese comporta anche l’eliminazione del suo pecu­liare sistema ponderale, e – con ciò – l’unificazione mo­netaria dell’isola.

Al successore Gerone di Siracusa, Naxos continuava   ad apparire    scomoda, se non minacciosa, per la forza intrinseca che le veniva dalla sua posizione strategica. Da tale timore trae origine   l’implaca­bile processo di decalcidizzazione della città, da luì pro­mosso con tutti i mezzi : Gerone espulse nel 476 e. a. C. da Naxos i suoi abitanti, deportandoli , assieme a quelli di Catana, a Leontini.

Ma poco tempo dopo, nel 403, Dionisio I, riprendendo la via intrapresa dai Dinomenidi, si prefisse di soggio­gare per sempre o distruggere le tre città calcidesi della Sicilia orientale, il cui possesso si configurava sempre più indispensabile perché Siracusa potesse svolgere una politica di egemonia verso l’Italia. La politica italica, e soprattutto adriatica di Dionisio non si poteva realizzare senza il possesso di Naxos. Dopo un primo tentativo, andato a vuoto, contro Leontini, Dionisio mosse dapprima contro Catana, poi contro Naxos. Le due città furono conquistate per la corruzione dei loro capi. Il comandante di Naxos si chiamava Prokles. Egli soltanto, con i suoi familiari, rimase escluso dalla catastrofe. Tutti i Nassii furono fatti schiavi, il bottino lasciato ai soldati, le mura e le case demolite, il territorio donato ai Siculi confinanti.

Così Naxos moriva per le stesse ragioni per cui era sorta: la sua centralità, nel Mediterraneo, in un punto ideale per il dominio delle rotte verso lo Ionio e l’Adria­tico, e verso lo Stretto e il Tirreno.

La distruzione operata da Dionisio nel 403 fu definiti­va : sul territorio di Naxos non fu più ricostruita una città degna di tale nome. Tuttavia la tradizione della cit­tà continuò a vivere in quei cittadini che erano riusciti a sfuggire alla schiavitù, alcuni risalendo la vallata (odierna Castiglione ?), altri a Naso sul versante tirrenico (Naxida o Nasida). Altri, rifu­giatisi  a Reggio e a Kroton, trovarono poi stanza a Mylai, donde poi sarebbero partiti per disperdersi in varie comunità sicule e greche.

Successivamente dorizzazione di Naxos e di Catana sotto Gerone, che conglobò insieme le chorai delle due città per dar vita al nuovo centro di Aitna, forte di ben 10.000 Dori, a cui  fu assicurato il riconoscimento giuridico-sociale di neo-politai, e quindi il diritto all’assegnazione di terre e di case.   Nassii e Catanei, rimasti privi delle loro città e trasferiti insieme nel ter­ritorio di Leontini (la più importante subcolonia di Naxos), ricevettero, con apposita legge, l’ingiunzione di abitare la città e la chora di Leontini « in comune » con i Leontinesi,vicinissimi a Siracusa che poteva così meglio control­larli.

Per circa mezzo secolo i Nassii rimasero privi di fissa dimora.

nel 358, allorché si allentò, sotto il governo di Dionisio II, la morsa del dispotismo siracusano, Andro­maco, padre dello storico Timeo, raccolse i Nassii soprav­vissuti alla catastrofe, e i loro discendenti, per ricondurli nella loro patria, non nei pressi del mare, bensì nella città di Tauromenio, costruita dai Siculi nel 396, sul monte Tauro .

L’area dell’antica Naxos, si ridusse ad essere per i secoli successivi un piccolo approdo e borgo di pescatori. Fu  una “mansio” romana, un posto di cambio di cavalli (III-IV sec.d.C.). Il sito dell’arsenale fu riutilizzato per la sepoltura nel IV secolo a.C.  Sono presenti notevoli resti di occupazione romana dal III al VII / VIII secolo d.C. , fra cui una fornace. Le fonti riportano notizie assai frammentarie, tranne  per lo scontro navale tra Ottaviano e Sesto Pompeo nel 36 a. C.

In età bizantina si sviluppò un abitato intorno alla baia e sulle rovine della greca Naxos; in età medievale patì un lungo periodo di decadenza, in cui il ruolo territoriale venne relegato alla mera funzione portuale, di marina di Taormina, con presenza abitativa e religiosa .

Della dominazione araba, a parte l’introduzione degli agrumi, restano le denominazioni  del Capo (Al Qusùs, oggi Schisò, toponimo, che, come ampiamente dimostrato, è una corruzione del nome Naxos) e del fiume (Al Kantara). Cacciati i Saraceni, nel 1105 la chiesa di S.Pantaleo fu aggregata al Monastero di S.Maria di Galata, sito in Messina, e ai monaci la Contessa Adelasia, vedova del normanno Gran Conte Ruggero, fece particolari concessioni circa l’abitazione e la libera pesca con barca nella marina. La chiesetta di oggi, è di edificazione molto posteriore e trovasi nell’ambito del Castello già De Spuches, fortino ricostruito intorno al 1600 (Vito Amico).

Nei secoli della dominazione spagnola vi trovava luogo l’iniziativa della coltivazione e della trasformazione della Canna da zucchero (cannameli).Lo sviluppo insediativo nell’area “delli giardini” veniva originato dalla fortuna industriale di fine sc. XVI – inizi XVII, per proseguire lentamente nei secoli successivi. Pesca, coltivazione di agrumi, di ortaggi, qualche piccola at­tività artigianale, modesta navigazione commerciale con barcac­ce a vela, erano le componenti della vita economica e sociale di Giardini, agli inizi del secolo XVIII.  Unita a Taormina, senza dubbio centro di vita religiosa e culturale.

Solo a partire dalla metà dell’Ottocento vi è stata la rinascita del paese, che, grazie  all’opera dell’Abate Salvatore Cacciola, si emancipa da Taormina e costituisce un comune autonomo dal primo gennaio 1847, con decreto del Re Ferdinando II n.9998 del 23 febbraio 1846.  L’Abate Cacciola partecipò alla tentata cospirazione antiborbonica di Luigi Pellegrino.

 Nel 1859 , il 17 agosto, venne a Giardini Francesco Crispi, sotto la falsa veste di un frate, col nome di Emanuel Pareda, per studiare il paese dal punto di vista topografico e per prendere contatti con personalità del luogo e dei paesi vicini, in previsione dell’impresa garibaldina. Non si incontrò però col Cacciola, certamente per motivi di sicurezza.  Nel 1861, Giardini ospita Garibaldi nell’ultima tappa siciliana sino alla partenza per la conquista dell’intera Penisola. Il palazzo Platania-Carrozza ospitò lo Stato maggiore e il Comune, nel 1960, vi fece collocare una lapide con iscrizione commemorativa. La famiglia Buda conserva una lettera dell’Aiutante del Gen. Bixio, che ringrazia don Vincenzo Buda per l’aiuto dato ai garibaldini e per le duecento piastre date ai marinai giardinesi per l’opera prestata durante l’imbarco della truppa.   Giardini Naxos, denominata dal compianto prof. Santi Correnti anche “la Quarto della Sicilia” è entrata a pieno titolo nella storia dei Mille perché quello di Garibaldi  da questi luoghi, non fu un semplice passaggio, ma una tappa strategica che ebbe successo poiché il Generale ed il suo stato maggiore,  riuscirono ad arrivare incolumi a Melito Porto Salvo.  Nel 1962, dopo la morte di Garibaldi, Giardini gli eresse un monumento, nell’omonima piazzetta.

E’  proprio in questi anni che comincia a svilupparsi la notorietà di Naxos e Taormina quali mete obbligate del Grand Tour. Personaggi illustri, imperatori e celebrità iniziano a popolare la baia, facendo esplodere una nuova economia: quella turistica.

Durante la seconda guerra mondiale,vittima di pesanti bombardamenti, in tutto il paese, e  nella zona della Stazione ferroviaria, e devastata da un’alluvione, Giardini Naxos assume le caratteristiche che oggi possiamo apprezzare solo dal secondo dopoguerra in poi.

Il tracollo dell’economia rurale e soprattutto del prezzo degli agrumi, obbliga i cittadini a puntare sul turismo. Il boom economico degli anni Sessanta porta così benessere e sviluppa l’abitato con nuovi quartieri ed imponenti strutture ricettive.

 Su proposta della Pro Loco, recepita dal consiglio comunale, con legge regionale n. 13 del 1978 si aggiunse “Naxos” per ricordare la sede dell’antica colonia greca, e quindi il nome divenne Giardini-Naxos . “Oggi”, ha concluso Di Blasi, “Fa parte della Città Metropolitana di Messina”.

Evoluzione fonetica del toponimo Schiso

Evoluzione fonetica del toponimo Schiso a cura di Aldo Di Blasi

 

 

 

 

 

 

 

 

INTERVENTO DI NINO BUDA

Il Sindaco Pancrazio Lo Turco ed il maestro Nino Buda

Il Sindaco Pancrazio Lo Turco ed il maestro Nino Buda

“Mi ha incuriosito molto scoprire che La Sicilia veniva  definita dai viaggiatori del ‘700/’800  terra ricca di tradizioni e folklore come nessun altro posto ha esordito Nino Buda    “Da questo è partita la ricerca che ci fa  capire che furono gli stranieri a scoprire la vocazione turistica del piccolo “Borgo delli Giardini”.

Dopo una breve analisi sulle motivazioni che lo hanno indotto a scrivere il libro, Buda ha fatto una breve sintesi di quelle che erano le condizioni di strade e

IL VIAGGIO Arrivare in Sicilia nel XVIII era un’ardua impresa. Per evitare il pericolo dei briganti preferivano bypassare la Calabria Così salpavano da Napoli alla volta di Palermo o Messina sfidando tanto i marosi quanto i corsari che infestavano il Tirreno : Bisognava costeggiare ma il viaggio durava circa 4 giorni, in più, a causa del colera di turno si era costretti a rimanere in quarantena una settimana segregati nei Lazzaretti.

 LE STRADE erano inesistenti, nel migliore dei casi esistevano i tratturi o le trazzere (fango d’inverno e polvere d’estate). La rete viaria era quella che rimaneva dell’impero romano.  Quando si incontrava un fiume per mancanza di ponti bisognava passarli a guado. spesso ci rimettevano la vita i poveri muli sovraccaricati.

GLI ALLOGGI erano così fatiscenti: Il problema veniva vissuto in maniera tragica e pittoresca.                                                                                                                                   E’ logico che i  viaggiatori dopo le fatiche e le peripezie del loro lungo e duro viaggio erano quasi costretti a riposarsi almeno un giorno. Bisogna dire che allora in tutta la Sicilia  era difficile trovare una adeguata sistemazione. Ci sono testimonianze di quasi tutti i viaggiatori che si lamentano per non avere trovato un alloggio decente soprattutto dal punto di vista igienico. Da Palermo, Selinunte, Siracusa, Catania, Messina e persino Taormina che era stata abbandonata (Sisma 1693)  Calo demografico (6000 a 3000).                                                                                                                                     

Giardini dal canto suo godeva di una posizione strategica rispetto alla viabilità del tempo. Un capolinea “Terminal”. Era definita dai viaggiatori francesi “gare-auberge-rue”=Luogo di transito e di sosta, un Motel dei nostri tempi.  (Invece delle auto c’erano le carrozze).                                                                                                                                                                   

 William Hanry Bartlett ottimo incisore e scrittore londinese alloggiò a Giardini nel 1852 durante la festa della Raccomandata e nel suo ultimo libro di viaggi (suggerito dall’attento studioso Giuseppe Mercurio)  scrive: …Coloro che hanno intenzione di visitare Taormina sono obbligati a prendere alloggio a Giardini

CONCLUSIONI FINALI

A trarre le conclusioni finali e dare i saluti agli intervenuti è stato l’avvocato Antonio Russo dell’associazione “Tradizione, Ambiente e Turismo” il quale ha detto: “Siamo lieti di aver contribuito a far conoscere altri elementi culturali del nostro passato. Speriamo che queste iniziative possono essere ripetute anche da altre associazioni per mantenere viva la nostra storia e le nostre tradizioni e farle conoscere alle nuove generazioni. Come ha sottolineato il Sindaco di Castelmola Orlando Russo oggi sempre più per conoscere il nostro passato dobbiamo attingere a quelle che sono i ricordi di tanti nostri migranti specie quelli che vivono in Sudamerica e negli Stati Uniti che per fortuna ancora conservano e tramandano le nostre tradizioni. Purtroppo invece da noi questa parte di cultura del nostro passato si sta sempre più assottigliando e rischia di cadere nell’oblio. Ben vengano dunque iniziative come questa che mantengono vive le nostre radici che sono il fondamento della nostra comunità”.

       ROSARIO MESSINA

Il tavolo dei relatori

Il tavolo dei relatori

 

 

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Beppe Santoro

Beppe Santoro

Dal 20 Agosto 2020  la Fip (Federazione Italiana Pizzaioli)  ha un nuovo Presidente,  votato all’unanimità dai soci presenti, a distanza di 12 anni viene rieletto  Giuseppe Santoro classe 1971, siciliano, colui che nel Luglio 2003 era stato il fondatore e primo socio della stessa, che ha ricoperto lo stesso incarico fino al 2008.

In questi anni Santoro è stato impegnato in diversi progetti in giro per il mondo:  Svizzera,  Emirati Arabi, Cina , Malesia, e non ultima l’Australia dove ha vissuto fino a un anno fa e oggi a distanza di un’anno dal suo rientro eccolo di nuovo in prima linea.

Succede a Giovanni Mento che ha condotto egregiamente la Fip dal 2009 ad oggi è che ha ceduto le redini per motivi personali.

 

Il Nuovo Direttivo è cosi composto:

Presidente –  Giuseppe Santoro di Giardini Naxos

Vice Presidente –  Gianluca Sozubir  di Giardini Naxos

Segretario Nazionale –  Claudio Puglisi  di Taormina

Consigliere Nazionale –  Chef Giovanni Cannavò di Castelmola

Delegato Sicilia (Direttivo) –  De Natale Santi Alessandro  di Fiumefreddo di Sicilia

 “Ringrazio quanti hanno voluto che tornassi alla guida della Fip” ha detto Santoro dopo essere stato eletto “I progetti da realizzare, nonostante le problematiche del Covid, sono tanti  come anche i progetti in corso, come l e scuole sul territorio già attivate,  Messina – Taormina – Catania, dove realizzeremo: Corsi per Pizzaioli con Master di specializzazione; Corsi per aspiranti Pizzaioli, visto la grande richiesta sul territorio Nazionale e Estero; Collaborazione con Enti, come gia avviene; Pizza di Qualità progetto per certificare le Pizzerie che utilizzano e valorizzano prodotti del Territorio. Ed ancora, eventi e Master Class, sia per professionisti e non. Al momento sono in programmazione,  oltre che in Sicilia, eventi anche in altre regioni Italiane.”.

La redazione di Sicilia Felix avendo apprezzato da tempo la professionalità e le doti non comuni di managerialità e, i traguardi di successo raggiunti da Giuseppe Santoro quando era alla guida della Fip, AUGURA un lungo e proficuo lavoro nella nuova prestigiosa carica ottenuta. 

   ROSARIO MESSINA

Da sx  De Natale Alessandro Delegato Sicilia Sozubir Gianluca vice Presidente  Il Presidente Santoro Giuseppe  L'uscente Giovanni Mento  Chef Giovanni Cannavò Consigliere Nazionale  Il Segretario  Claudio Puglisi

Da sx
De Natale Alessandro Delegato Sicilia
Sozubir Gianluca vice Presidente
Il Presidente Santoro Giuseppe
L’uscente Giovanni Mento
Chef Giovanni Cannavò Consigliere Nazionale
Il Segretario
Claudio Puglisi

Nella Foto Il Presidente Santoro  Mentre Riceve a Napoli Il Premio Parmigiano Reggiano  2019 Con un Messaggio di Ringraziamento anche dallo Chef MASSIMO BOTTURA che lo ringrazia per la promozione del Madeinitaly nel Mondo.

Nella Foto Il Presidente Santoro
Mentre Riceve a Napoli
Il Premio Parmigiano Reggiano
2019 Con un Messaggio di Ringraziamento anche dallo Chef
MASSIMO BOTTURA che lo ringrazia per la promozione del Madeinitaly nel Mondo.

Beppe Santoro

Beppe Santoro

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Messina - Messina ed i Comuni della costa jonica hanno rievocato in questi giorni lo storico passaggio della fiamma olimpica a 60 anni dai Giochi della XVII Olimpiade tenutisi a Roma nel 1960. Per celebrare l’importante anniversario, dal 14 al 19 agosto sono state promosse una serie di iniziative varate dalla “Compagnia dei Tedofori”, presieduta dal prof. Piero Chillè affiancato e coadiuvato dall’avv. Carlo Lo Schiavo e dal prof. Giuseppe Restifo. All’iniziativa hanno aderito i Comuni della fascia Jonica che videro transitare dal loro territorio il fuoco di Olimpia.  Sbarcata con la nave scuola Amerigo Vespucci, la fiaccola venne portata il 19 agosto del 1960 da una lunga staffetta di 46 tedofori, partendo da Giardini Naxos e attraversando Taormina mare, Letojanni, Forza d’Agrò, Sant’Alessio Siculo, Santa Teresa di Riva, Furci Siculo, Roccalumera, Nizza di Sicilia, Alì Terme, Itala e Scaletta Zanclea, fino ad arrivare a Messina alla Batteria Masotto.

Molti dei tedofori di allora che portarono la fiaccola da Giardini Naxos a Messina, purtroppo, sono venuti a mancare, tuttavia, quelli ancora in vita, sono stati di nuovo protagonisti in occasione della rievocazione. Il 19 agosto si sono alternate, lungo i 55 km del percorso, persone di tutte le età e, naturalmente, i tedofori superstiti di quella storica giornata del 1960.

Il Comitato organizzatore dell’evento, ha suddiviso la manifestazione in quattro diversi momenti: il 12 agosto nella Sala Ovale di Palazzo Zanca del Comune di Messina, la conferenza stampa; il 14 agosto c’è stato un momento di preghiera nella chiesa Santa Maria delle Grazie di Sant’Alessio per ricordare gli olimpionici Arturo Mastrojeni e Anna Rita Sidoti. Il 17 agosto, al Forte San Salvatore, la Festa dei Tedofori e la premiazione degli atleti olimpionici e del mondo dello sport assieme ai tedofori superstiti. Il 19 agosto, la partenza della staffetta dal Tempietto Olimpico “Tysandros” di Giardini Naxos avvenuta dopo la cerimonia inaugurale di accensione della fiaccola. Da Giardini Naxos, il “sacro fuoco” è stato portato dai tedofori partecipanti, molti dei quali lo avevano già fatto nel 1960 o dai discendenti di quelli scomparsi. La fiaccola ha attraversato i comuni della riviera jonica, sino a Messina, dove si è svolta la cerimonia di accensione del Tripode  al “Largo  Batteria Masotto. Al passaggio in ogni Comune è stata scoperta una lapide commemorativa per celebrare l’anniversario, contenente un testo appositamente ideato.

Alcuni dei tedofori  e atleti premiati

Alcuni dei tedofori e atleti premiati

Una fase della cerimonia

Una fase della cerimonia

 

 

 

Alcuni dei premiati

Alcuni dei premiati

 

 

 

 

 

 

 

 

GIARDINI NAXOS PROTAGONISTA DEL PASSAGGIO DEL SACRO FUOCO NEL 1960

Giardini fu una delle principali protagoniste di quell’estate olimpionica del 1960, tanto che, per ricordare l’evento, visto che la fiaccola partì proprio dalla prima colonia greca di Sicilia, venne eretto il Tempietto “Tisandros” (per ricordare il pugile naxiota vincitore di quattro olimpiadi nell’arte della “pigmachia” l’odierno pugilato nel 572, 568, 564, 560 a.c.) dove si svolse la cerimonia dell’accensione del Tripode alla presenza del Sindaco di allora Lorino Mangano. I tedofori giardinesi che furono protagonisti di quell’evento nel 1960 furono: Antonino Cannizzaro, Antonino Rigano, Franz Buda, Pippo Sangricoli, Pancrazio Cannizzaro e Bruno Di Bernardo. Proprio quest’ultimo è stato protagonista della cerimonia inaugurale di Giardini Naxos.  La rievocazione del passaggio del sacro fuoco è iniziata il 19 agosto alle ore 10,30 nei pressi del tempietto Tysandros. Il tedoforo Bruno Di Bernardo storico campione di canoa, campione di karate e sollevamento pesi è arrivato al Tempietto Tysandros portando la fiaccola olimpica che ha consegnato al Sindaco di Giardini Naxos il quale, a sua volta, ha acceso con il sacro fuoco il braciere collocato nel tempietto. Dopo il breve intervento celebrativo il Sindaco ha riconsegnato a Di Bernardo la fiaccola olimpica che a sua volta l’ha consegnata a Giuseppe Vinciguerra e Pippo Rigano che attendevano su una imbarcazione. Il natante, scortato da una imbarcazione della Guardia Costiera, dopo un breve tragitto in mare, è approdato nelle spiagge di Naxos antistante la chiesa di San Pancrazio. Ad attendere la fiaccola c’era Salvatore Ferrara pluripremiato maratoneta, scalatore, di grattacieli (A New York, Roma, Milano e tanti altri). Ferrara, a sua volta, dopo un breve tragitto, ha consegnato la fiaccola olimpica ai figli del compianto prof. Rigano, Carlo e Evelina Rigano che a loro volta l’hanno consegnata ad altri giovani tedofori che si sono alternati fino al ponte della ferrovia che divide Giardini Naxos da Taormina. Tra un passaggio e l’altro, la fiaccola  è arrivata a Messina.

  ROSARIO MESSINA

Il Sindaco di Giardini Naxos Lorino Mangano nel 1960

Il Sindaco di Giardini Naxos Lorino Mangano nel 1960

Il tedoforo giardinese Bruno i Bernardo riceve la pergamena di partecipazione.

Il tedoforo giardinese Bruno i Bernardo riceve la pergamena di partecipazione.

L'attestato di Bruno Di Bernardo

L’attestato di Bruno Di Bernardo

Tysandros

Bruno Di Bernardo porta la fiaccola al Tempietto Tysandros

Il Prof. Antonino Rigano con la fiaccola olimpica del 1960

Il Prof. Antonino Rigano con la fiaccola olimpica del 1960

Bruno Di Bernardo

Bruno Di Bernardo

Franz Buda  consegna nel 1960 la fiaccola olimpica a Bruno Di Bernardo

Franz Buda consegna nel 1960 la fiaccola olimpica a Bruno Di Bernardo

Pancrazio Cannizzaro e Bruno Di Bernardo

Pancrazio Cannizzaro e Bruno Di Bernardo

Il Sindaco di Giardini Naxos Lorino Mangano accende con il sacro fuoco il tripode il 19 agosto del 1960

Il Sindaco di Giardini Naxos Lorino Mangano accende con il sacro fuoco il tripode il 19 agosto del 1960

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La COMMEMORAZIONE A MESSINA

Il momento clou della manifestazione è stato quello del 17 agosto a Messina dove, al Forte San Salvatore si è svolta la festa dei tedofori e la consegna degli attestati. “Il Comune di Messina ha voluto partecipare all’evento anche moralmente e non soltanto sotto l’aspetto materiale – ha detto l’assessore alle Politiche sportive di Messina, Francesco Gallo – personalmente ho assunto da poco la carica di assessore e sto adesso percorrendo l’ultimo miglio per questa iniziativa. Si tratta di una manifestazione dal valore indiscutibile. Sono pervaso dallo spirito olimpico e ritengo che questa fiaccola sia importante simbolicamente dato il momento che attraversiamo”. Sono intervenuti, inoltre, i sindaci di Taormina, Furci e Scaletta, Mario Bolognari, Matteo Francilia e Gianfranco Moschella, gli assessori degli altri comuni coinvolti nell’iniziativa e gli ex presidenti provinciali del Coni di Messina, Giovanni Bonanno e Aldo Violato. Suggestiva la consegna degli attestati di merito ai tedofori del 1960, che hanno ricordato quell’indimenticabile momento vissuto in occasione del passaggio della Fiamma Olimpica.

Per Giardini Naxos erano presenti Bruno Di Bernardo al quale è stato consegnato l’attestato di partecipazione. Per gli altri tedofori giardinesi scomparsi, hanno ritirato i parenti. Ad esempio per il compianto avvocato Franz Buda, il figlio avvocato Italo Buda, per il compianto prof. Antonino Rigano, stella al merito dello Sport assegnata da Coni, hanno ritirato l’attestato i figli Carlo, Pippo e Angela Anna Maria Rigano.

 

Ricordando il prof. Antonino Rigano

Rigano prof. Antonino, classe millenovecentoventi è stato un giovane atleta di nuoto atletica e calcio. Inseguendo la sua passione ha proseguito gli studi a Roma per diventare professore di educazione fisica materia insegnata fino alla pensione nelle scuole medie di ogni ordine e grado di Santa Teresa di Riva, Taormina e Giardini. Ha completato la sua carriera tecnica specializzandosi soprattutto nella canoa e ha collaborato anche al fianco del tecnico federale di canoa Blaho negli anni 1960 / 70. Successivamente passato alla classe dirigente è stato presidente del Circolo Nautico Teocle per diversi anni promuovendo lo sport soprattutto nei giovani sostenendo la tesi della “Mens Sana in Corpore Sano” e puntando all’insegnamento di valori di Uguaglianza Responsabilità e Onestà quali in primis il rispetto dell’avversario e il sacrificio utile al raggiungimento dell’obiettivo. Stampato nella memoria come tedoforo per le Olimpiadi di Roma del ‘60, suo vanto d’orgoglio, e ricordato da tutti come uomo dagli integerrimi principi e generoso educatore è infine custodito nel cuore dei familiari come padre zio e nonno dal cuore d’oro!

La consegna della pergamena del prof. Antonino Rigano ai figli

La consegna della pergamena del prof. Antonino Rigano ai figli

La premiazione

La premiazione

Il comitato organizzativo

Il comitato organizzativo

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Messina . Partecipata nel rispetto della normativa anticovid a Largo Batteria Masotto la tappa finale della cerimonia del 60° anniversario del passaggio della Fiamma Olimpica da Messina e nei Comuni della zona jonica, L’evento promosso dalla Compagnia dei tedofori presieduta da Piero Chillè e composta dall’avv. Carlo Lo Schiavo, dal comm. Domenico Calabrò, dal cav. Giovanni Rizzo, dalla prof.ssa Caterina Oteri, dal prof. Josè Gambino e dal prof. Giuseppe Restifo ha avuto come ospiti d’onore della manifestazione Giancarlo Peris, l’ex mezzofondista noto per essere stato l’ultimo tedoforo ai Giochi di Roma del 1960 e Rosario Lo Bello figlio di Concetto arbitro internazionale di serie A.

Emozionante la partenza dal Tempietto Olimpico “Tysandros” di Giardini Naxos alle ore 11,00 della fiamma olimpica che è stata trasportata via mare davanti alla chiesa di San Pancrazio. La staffetta ha attraversato Taormina, Letojanni, Forza D’Agrò, Sant’Alessio Siculo, Santa Teresa di Riva, Furci Siculo, Roccalumera, Nizza di Sicilia, Alì Terme, Itala Marina, Scaletta Zanclea, Capo Scaletta, Giampilieri Marina, Briga Marina, Santa Margherita, Galati Marina e Mili Marina ed è giunta a Messina Sud/Tremestieri, Pistunina, Contesse, Ganzirri, Atm Messina e Piazza Cairoli fino all’arrivo, alle ore 19 alla Passeggiata a Mare. I tedofori che si sono alternati da Giardini Naxos a Giampilieri sono stati coordinati dal Presidente dell’ass. nazionale Azzurri Antonello Aliberti e da Scaletta a Messina da Gabriele Rinaldi presidente Associazione Torre Bianca. Al “Largo Batteria Masotto” l’arrivo dei tedofori del ‘60 tra gli applausi dei presenti e subito dopo è avvenuta l’accensione del tripode, a cura del già presidente provinciale del Coni Giovanni Bonanno. Presenti alla cerimonia presentata dall’avv. Silvana Paratore che ha richiamato più volte i valori puri dello sport nella cultura di ieri e di oggi,  Mons. Mario Di Pietro in rappresentanza dell’Arcivescovo di Messina , Mons. Vincenzo D’Arrigo consulente del Comitato Madonna della Lettera, Mons. Angelo Oteri, il Vice Comandante del Nucleo di Supporto logistico della Marina Militare di Messina Felice Miraglia, il Capitano dei carabinieri Vincenzo Spataro in rappresentanza del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Messina e via mare presenti la Guardia costiera di Messina, la motovedetta della Guardia di Finanza di Messina.  E’ toccato all’assessore alle politiche sportive del Comune di Messina, Francesco Gallo, procedere alla scopertura della lapide commemorativa che come a Messina, è stata scoperta ad ogni passaggio della fiaccola olimpica in ciascun comune patrocinante l’iniziativa. A leggere il contenuto della targa il prof. Restifo “Per questo mare dal nome antico e celebre per memorie passò venendo da Olimpia e da Atene la fiaccola destinata ad ardere sotto il cielo di Roma nei giorni delle Olimpiadi del 1960”. Suggestivo il balletto davanti alla scalinata della passeggiata a mare ispirato al fauno danzante ed alle olimpiade greche con coreografie curate da Mariangela Bonanno e da Alice Rella. Orgogliosi i tedofori presenti a Largo Batteria Masotto chiamati col microfono uno ad uno ed applauditi per il loro essere stati al servizio dello sport: Ventimiglia Salvatore, Donato Salvatore, Bonanno Giovanni, Rizzo Giovanni, Restuccia Francesco, Amabile Stellario, Muscolino Nino, Mascali Isidoro, Calabro’ Domenico, Summa Antonino, Mario Migneco e Piero Chillè. Due le targhe celebrative che sono consegnate agli atleti Giancarlo Peris ed all’ex arbitro Rosario Lo Bello, il cui padre, l’indimenticato Concetto, fu il primo tedoforo in terra italiana alle Olimpiadi del 1960. Magica l’arte teatrale interpretata magistralmente da Caterina Oteri che ha preceduto il  momento finale del trasferimento della fiaccola ai piedi della Madonnina del Porto con Giancarlo Peris via mare a bordo della paciota del circolo ricreativo Riviera Pace presieduto da Carmelo Recupero e il conseguente omaggio floreale offerto dal Gruppo ctg Madonna della Madonna di cui Mons. Angelo Oteri presente alla cerimonia, e’ consulente ecclesiastico. L’omaggio è stato  accompagnato dal volo di 60 palloncini bianchi.

La cerimonia di Messina

La cerimonia di Messina

I tedofori a Messina

I tedofori a Messina

Un momento della cerimonia

Un momento della cerimonia

Il tripode  con il sacro fuoco

Il tripode con il sacro fuoco

Una fase della cerimonia

Una fase della cerimonia

 

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