GENNAIO - FEBBRAIO - MARZO 2024
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Etna

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1X NAVE GRECA con la statua della Nike - disegno di Rosa Florio a cura di ROSARIO MESSINA

E’ in Sicilia che si trova la chiave del tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambiezza delle tinte. L’unità armonica del cielo con il mare e del mare con la terra…chi li ha visti una sola volta li possiederà per tutta la vita“. Parole scritte nel suo libro di memorie dal poeta tedesco Wolfang Goethe, uno dei grandi viaggiatori del Grand Tour del periodo storico che va tra il 700 e l’800. Di quella Sicilia felix “chiave del tutto”  che in epoche remote richiamò i più grandi artisti dell’epoca oggi forse rimane ben poco. La Terra del Sole non ha perso i suoi colori, i suoi sapori, le sue testimonianze storiche e arcaiche ma  ha perso quello smalto di un tempo,  mortificata da quegli stereotipi con i quali spesso è identificata (mafia, malaffare, arretratezza culturale, sperperi, disoccupazione e ora anche terra di frontiera e di approdo di quei poveri disperati di quel catastrofico esodo del quale ci danno notizia le cronache quotidiane).

La Sicilia ha perso quella poesia di un tempo, eppure i suoi colori, le sue bellezze paesaggistiche, il Mongibello fucina di Marte, il mare azzurro che lambisce le sue coste come un grande abbraccio materno, le tue testimonianze storiche, artistiche, archeologiche e mitologiche che l’hanno resa famosa sono sempre sotto i nostri occhi. Una ricchezza così variegata che tutto il mondo ci invidia, paradossalmente offuscata dai suoi stessi figli che hanno perso l’orgoglio di un tempo trascinando lentamente l’Isola, mortificandone l’immagine, verso orizzonti non certo in sintonia con le belle tradizioni isolane.

La Sicilia ha bisogno di scrollarsi da dosso stereotipi e malaffari, perché è stata crocevia di culture, terra illustre e generosa. Occorre tornare ad amarla come merita perché è una gemma unica agli occhi del mondo. C’è bisogno di un recupero sociale, politico e soprattutto culturale per ridarle lo splendore di un tempo. La cultura, specie quella tramandata dalle tradizioni, ha un importanza rilevante perchè tiene viva l’anima nostre radici ed è un passaggio obbligato se si vuole riaffermare il prestigio di un tempo. Le tradizioni non riguardano solo il nostro passato ma servono a salvaguardare il tessuto connettivo di un popolo come quello siciliano chè è stato forgiato dalle più grandi civiltà passate europee e mediterranee. Una miscela di linguaggi, tradizioni, culture, esperienze artistiche, miti e tradizioni culinarie ereditate da mezzo mondo che fanno di questa terra un laboratorio culturale unico al mondo che deve essere conosciuto dalle nuove generazioni. Questo è il vero volto della Sicilia, terra felix posta al centro del Mediterraneo, che un tempo veniva attraversata in lungo e in largo da artisti, santi, poeti, condottieri, eserciti e conquistatori ognuno dei quali ha lasciato un segno tangibile.

Chi non conosce il proprio passato non ha futuro recita un famoso aforisma.  A tenere ancora alto il ricordo delle nostre tradizioni per fortuna oggi vi sono poeti, scrittori, artisti e cantastorie che, con tanto amore per le nostre tradizioni, continuano a cantare e raccontare i miti e le tradizioni culturali di un tempo. Impresa ardua questa se non altro perché i ritmi ed i tempi moderni hanno fatto perdere tante tradizioni. Artisti del calibro di Rosa Balestrieri, cantautrice di razza o, di cantastorie come Orazio Strano che nelle piazze di Sicilia cantava le gesta, le tradizioni e gli amori del popolo siculo hanno di fatto contribuito a tenere in vita il ricordo delle nostre tradizioni facendole conoscere alle future generazioni. Ancora oggi, per fortuna c’è ancora qualcuno che non ha smesso di amare questa terra ed ha raccolto il testimone di queste icone del passato, dedicando amore, voce e progettualità per tenere in vita la cultura popolare della terra del sole. Sono giovani artisti, cantastorie e cantanti folk che ripropongono miti della tradizione isolana, che scrivono nuove canzoni o recuperano e ripropongono nenie e canti del passato. Un drappello di generosi ed ingegnosi artisti che tengono viva l’anima del nostro passato esibendosi con concerti e recite nelle piazze e nelle scuole per la gioia di grandi e dei bambini. Artisti  che crescono di giorno in giorno con nomi e volti nuovi; una vera benedizione perché grazie al loro contributo si può sperare in un riscatto di questa terra.

Tra i tanti che conosciamo abbiamo scelto di raccontare la storia di uno di questi artisti emergenti, Maria Russell di Vercelli, la quale vanta origini siciliane poichè i propri genitori erano di Licata lo stesso paese dal quale proveniva Rosa Balistreri.  Storia esemplare quella della Russell poichè pur nascendo e vivendo in un’altra terra, il Piemonte, ad un certo punto della sua vita sentendo forte il richiamo delle sue origini  ha deciso di dare voce allopria terra cantando quel grande repertorio di canti che appartiene alla tradizione della musica folk siciliana.

Maria Russell

Maria Russell

Il viaggio nella Terra del mito di “Maria Russell”

Maria Russell cuore generoso e animo poeticamente sensibile, inizia il suo percorso artistico di all’età di 18 anni come speaker radiofonica. Successivamente dirige una sua emittente, “Radio Orizzonte”, nella città di Avigliana (TO). Negli anni ’80 inizia a studiare dizione fonetica, recitazione e canto. Parte in tournèe nel 1986 con un gruppo spalla dei Dik Dik. Sempre in quell’anno si esibisce nella città di Rieti con Dario Baldan Bembo. Maria sceglie poi di dedicarsi alla propria famiglia e rallenta la corsa verso la carriera artistica, pur non rinunciando ad alcune performance in occasione di feste o manifestazioni nei vari comuni del Piemonte. Il 21 Giugno del 2006 è una data importante poichè segna il suo debutto al Teatro Alfieri di Torino con il concerto “Le Canzoni più Belle del Mondo”, concerto di pianoforte e voce. Il 18 dicembre del 2006 sempre al Teatro Alfieri e a grande richiesta, si ripropone lo stesso concerto con un’affluenza di 1450 persone a Teatro.

Nel 2008 perfeziona la sua voce al Centro Jazz di Torino, ed inizia a studiare pianoforte con il Maestro Raf Cristiano. Dopo varie esperienze artistiche, Maria scopre per caso la canzone siciliana di cui si appassiona fino al punto di rimettersi artisticamente in discussione. Iniziano così le sue ricerche e scopre il suo vero mondo artistico. Le canzoni interpretate da Rosa Balistreri, le origini da cui provengono , i poeti conosciuti e sconosciuti che hanno scritto e cantato la Sicilia, fanno nascere in Maria il desiderio di far conoscere quel mondo che le ha rapito l’anima, il cuore e che le ha cambiato la voce.

Nel 2014 partecipa al premio Lunezia Sezione “Nuove Proposte – Musicare i Poeti” con il brano “La sera non è più la tua canzone” del poeta Mario Luzi, con la suggestiva composizione musicale di Gae Capitano. Il brano, a giudizio di Paolo Talanca, è stato ad un passo dalla vittoria.
A Natale 2014 esce il suo primo CD dedicato alla sua terra d’origine:Sicilia! Terra del Sole, Fuoco del Cuore,” inciso al Punto Rec di Torino, con il prezioso aiuto dell’amico Gae Capitano, in vendita anche sui Tunes.

Maria Russell ha intitolato uno dei suoi ultimi progetti “Mariù”, vezzeggiativo con la quale veniva chiamata dai suoi genitori quando era piccola.  Il progetto, dedicato all’amore universale, è stato messo in scena di recente al Teatro Fassino di Avigliana (To) con un cast d’eccezione.

Rosa Balistreri

Rosa Balistreri

 

Alla ricerca delle sue radici

L’amore per la Sicilia, continua ad essere al centro della sua poliedrica attività artistica. Ad un certo punto della sua vita Maria Russell ha deciso di intraprendere un “viaggio” nelle profondità delle memorie dei grandi artisti e poeti siciliani del passato e del presente per realizzare un progetto artistico dedicato alla sua terra d’origine della quale sente forte il richiamo. Inizia così a scrivere una serie di canzoni inedite proposte in spettacoli virtuosi e poetici che cominciano a tracciare un nuovo solco per un impegno artistico dedicato alla sua terra d’origine.  Questa nuova esperienza per la Russell è un punto d’arrivo ma anche di partenza nella continua ricerca della tradizione che numerose volte l’hanno vista protagonista dei grandi palcoscenici italiani – dal Memorial dedicato alla cantautrice Rosa Balistreri a Licata, al Premio Lunezia (Festival della Luna) di Carrara, fino allo spettacolo “EcoDeicanti”, inserito nel prestigioso programma del Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, nel 2015.

“Eco dei Canti”

L'”Eco dei Canti” è un percorso emozionante con il quale la Russell propone  un filone musicale che va dai capolavori della musica d’autore italiana  alle canzoni di una Sicilia antica. E’ un concerto di canzoni e poesie della tradizione isolana: canti d’amore, di carcere, di ribellione e lavoro, dolci ninna nanna  e strepitose tarantelle che invitano alla danza e poesie di grandi poeti di ieri e di oggi. Tra i brani principali del repertorio ricordiamo: Mi vòtu e mi rivòtu, ‘A Curuna, Cù tì lù dìssi, Quàntu basilcò, Chì tèmpu fa àllu paìsi, ‘A siminzìna,’U cunigghiu, Piràti a Palèrmu, E vùi durmìti ancòra, A Sicìlia àvi un patrùni, Malaràzza.

Maria Russell

Maria Russell

 

Lo spettatore, coinvolto emotivamente in una magica e nostalgica atmosfera, intraprende un viaggio con la cantautrice nelle profondità della memoria dei grandi poeti siciliani che illuminano il passato e il presente. Poesie scritte in epoche lontane, tratte dalla raccolta del Favara, di Giuseppe Pitrè, di Lionardo Vigo e che per opera del popolo dal 1500 fino ai giorni nostri e grazie a Rosa Balistreri e altri grandi artisti, sono diventate delle opere d’arte recitate e cantate.  Eco dei Canti è uno spettacolo pregevole ed originale  ricco di musica, cultura, danza e poesia che si avvale del contributo artistico dei racconti di uno degli ultimi “cuntastorie” siciliani, Mel Vizzi che da tempo collabora con la Russell. A dare una marcia in più allo spettacolo, lo ricordiamo, sono le coreografie di Naomi Messina, un’orchestra di musicisti professionisti e gli arrangiamenti di Gae Capitano, unico autore italiano ad aver collaborato ad disco d’Oro e di Platino, finalista del premio Tenco “Il Padrone della Festa” di Nicolò Fabi, Daniele Silvestri, Max Gazzè.

Altre tappe prestigiose:

 “Eco dei canti è solo una delle prime, importanti  tappe di questo “Grand Tour musicale” in terra di Sicilia  Altri eventi top hanno visto protagonista Maria Russell a cominciare da quello del  29 agosto 2015 dove ha partecipato come ospite alla XV edizione del Memorial di Rosa Balistreri al Teatro Re Grillo di Licata. Al termine dello spettacolo gli è stata consegnata una targa quale “grande interprete” del repertorio di Rosa Balistreri.

Il 30 agosto 2015 è ancora a Licata davanti alla “Putia”con la Compagnia del cuntastorie Mel Vizzi, protagonista ancora una volta di uno straordinario spettacolo in strada che ha visto la partecipazione commossa e attenta di centinaia di persone.

Il 25 ottobre 2015 si esibisce al Porto Turistico Marina di Cala del Sole Licata ( AG)

L’8 Marzo 2016 interviene all’Università degli studi di Torino (Dipartimento Lingue e letterature straniere e culture moderne del Dipartimento di V. Verdi 10) dove prende parte al Convegno di studi : “Uomini e donne di che genere“)

Il 20 e 21 Marzo 2016  canta al Teatro Re Grillo di Licata con la “Cumpagnia del Cuntastorie” di Mel Vizzi con lo spettacolo dal titolo : “ I Tri culonni da Sicilia”.

18 Agosto 2016 canta a Bisacquino (PA) in Piazza Triona in occsione della “Prima Rassegna Regionale della Canzone Siciliana d’autore“.

Maria Russell

Maria Russell

U Cuntastorie Mel Vizzi

U Cuntastorie Mel Vizzi

 

 

Maria Russell e Mel Vizzi

Maria Russell e Mel Vizzi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’incontro con il cantautore di Giardini Naxos Rosario Todaro

Domenica 26 marzo al Teatro Re Grillo di Licata (Ag)  alle 18,30 Maria Russell sarà nuovamente in Sicilia, protagonista di un nuovo spettacolo  intitolato “Rosa, nuova Rosa di Primavera” concepito per celebrare i 90 anni della nascita di Rosa Balistreri. Ad animare lo spettacolo, un cast di comprovata bravura: Mel Vizzi il noto cantastorie che ha già collaborato con la Russell in vari spettacoli, il violinista Angelo Spadafora, Amedeo Maniglia (alle percussioni) e, il noto cantautore giardinese Rosario Todaro vincitore negli anni 80 del Festival della canzone siciliana con il brano “I Malavoglia“. Con Rosario Todaro la Russell ha iniziato un percorso artistico di collaborazione per la realizzazione di progettualità canore riguardanti il nostro repertorio tradizionale.

A raccontare come i due artisti si sono conosciuti è la stessa Russell la quale spiega:  Ho conosciuto  Rosario Todaro due anni fa al Teatro Re Grillo di Licata, come spesso capita, confrontandoci, ci siamo accorti di condividere la stessa passione per le canzoni popolari d’autore siciliane. Così abbiamo deciso di formare un duo artistico per proseguire insieme questo bellissimo viaggio. Abbiamo scelto di far conoscere al pubblico le nostre canzoni inedite che sono permeate dei colori e dei profumi della nostra bellissima Sicilia, frutto di anni di ricerca e passione per quelle melodie che solo la nostra terra possiede.  Inoltre le nostre voci insieme assumono un carattere davvero particolare di grande patos… Non mancheranno nel nostro repertorio i canti tradizionali, ovviamente arrangiati da Rosario e da me.  Il 26 marzo debutteremo insieme per la prima volta con il cuntastorie Mel Vizzi esattamente dove ci siamo conosciuti,  al Teatro Re Grillo di Licata con un progetto dedicato a Rosa Balistreri. Ovviamente quando si parla di Rosa non si può che farlo a testa bassa, con rispetto e senza presunzione. Proprio per questo la canteremo e la racconteremo con i versi di Mel vizzi, con rispetto, amore e semplicità…”

Queste le parole cariche di amore ed entusiasmo di Maria Russell per questa nuova progettualità che vede due figli di questa terra unire le proprie forze e la loro genialità per cantare e far conoscere quelle tradizioni che hanno reso quest’Isola un mito. Siamo certi che sarà uno spettacolo di successo che scriverà una pagina indelebile nella mente di chi assisterà allo spettacolo perchè questa terra tanto dissacrata non è quella degli stereotipi che tutti conosciamo ma la patria di Archimede, Pirandello, Giovanni Verga, Ignazio Buttitta, Falcone e Borsellino e di tanti altri geni, santi, condottieri, uomini di spettacolo  e studiosi illustri protagonisti eccellenti della nostra storia umana.

 

Maria Russell si racconta:

 

“Cinque anni fa quando decisi di cantare le canzoni della mia terra d’origine, ho intrapreso un cammino che mi ha portata a conoscere un’artista che  non conoscevo, Rosa Balistreri.

Il mio mondo artistico era quello della canzone d’autore , ben lontana dalla canzone popolare.

Quando sentii la voce di Rosa, il brano che ascoltai per la prima volta era “Pirati a Palermu”, testo del grande Ignazio Buttitta…quella voce, mi trapassò il cuore. Il giorno dopo andai dal mio pianista e gli dissi testualmente:

d’ora in avanti canterò solo in siciliano le canzoni della mia terra”.

Chiaro lo stupore dei miei musicisti di allora ma la mia determinazione era tale che non ammetteva nessun commento!

Mi misi così a cercare altre canzoni, e scoprii un modo sconosciuto e conosciuto allo stesso tempo. Alcune erano le canzoni che sentivo cantare da mio padre.

Un dèja vu incredibile

Mi misi a cercare testi, poesie, poeti, scrittori, tutto ciò che poteva servirmi al fine di capire in che direzione andare. Cercai persone che potessero consigliarmi, conobbi poeti amici di Rosa e compositori.

Maria Russell

Maria Russell

 

 

Così presi un volo per Palermo e conobbi prima di tutti Francesco Giunta (cantautore palermitano negli anni settanta, oggi produttore delle edizioni musicali Teatro del Sole) che mi accolse a casa sua e mi aprì una porta di cultura , tradizione e innovazione della musica siciliana d’autore.

Seguendo i suoi preziosi consigli ho continuato le mie ricerche. Successivamente conobbi Nicolò La Perna autore del libro “Rusidda”… a licatisi”, gli scrissi e lui mi mandò il suo libro  che narra di  Rosa, una donna troppo avanti per quei tempi incompresa e maltrattata, la sua vita difficile.

Lessi quel libro soffermandomi spesso su alcuni momenti che descrivevano la vita di Rosa. Mi commuovevo fino alle lacrime.

La cosa davvero incredibile è che io sono di origine licatese, mia madre abitava in V. Martinez come la stessa Rosa; le immaginavo giocare insieme da piccole in quella piccola  vanèdda.

Mio padre era di Borgo San Paolo, stesso anno di nascita 1927 e anche lui povero come Rosa. Li immaginavo mentre raccoglievano le spighe rimaste dopo la raccolta del grano in mezzo ai campi, a raccogliere verdure, lumache.  Mio padre mi raccontava di tutto questo quando ero piccola ma davvero non potevo immaginare che leggendo la vita di Rosa ci fossero così tante coincidenze.

 

 

Leggendo il libro di Rusidda mi colpì  una poesia, a pag. 336. Ecco le parole:

DIU MI FICI I PEDI PI’ CAMINARI                                                    

QUANNU IDDU FICI L’OMI                                                              

SUPRA NA TERRA CHINA DI PETRI                                                   

LI SCARPI SPIRTUSATI E RUTTI                                                          

E ANCORA CAMINU                                                                    

DIU  MI FICI LI MANU                                                                                                                               

PI’ DARI NA CARIZZA A DIU                                                                

O A UN PICCIRIDDU SENZA PATRI                                                    

PIRCHI’ LI MANU MI SERVUNU                                                      

P’AMMAZZALLU  E ARRUBBARCI LU PANi

DIU MI DESI LA VUCI / E LA PAROLA

PI’ PRIDIACRI LI CUMANNAMENTI

E PI’ CUNTARI I CUNTI

A UN VICCHIAREDDU                                                                           

O PI’ VASSALLU  / O PI’ VASALLU  COMU GIUDA

DIU MI FICI L’OCCHI  / LUCENTI E NIURI

FORTI ESCURI  / DUCI E AMARI

MILL’ANNI  /  LI TEGNU / CHIUSI

P’UN VIDIRI / L’OMU… MENTRI  /  MORI….

DIU… /   MORI … / DIU

La cantautrice al termine di un concerto

La cantautrice al termine di un concerto

 

Sembrava tutto un sogno che credevo finisse appena sveglia. Invece agli inizi di quest’anno arriva una telefonata dalla Sicilia: il 26 marzo a Teatro Re Grillo di Licata in occasione del 90° compleanno di Rosa vogliono ricordare l’evento con  uno spettacolo musicale. Mi invitano a realizzare  un concerto dedicato a lei. Non credo a quanto stava accadendo. Mi metto subito a lavoro e scrivo “Rosa nuova Rosa di Primavera”… con l’aiuto di Mel Vizzi e di Rosario Todaro.

Nel mese di febbraio, un sabato pomeriggio, mi sedetti davanti al piano e cominciai a suonare una melodia: “ Diu mi fici”.  Dalle tre del pomeriggio finii di comporre alle 22 circa.  Non mi accorsi di quante ore fossero passate. Registrai tutto con il telefono e mandai a Gae Capitano il pezzo appena composto.

Gae mi scrisse quella stessa sera : -“Il pezzo è bello, ha un’anima cantautorale e una tensione che ricordano Mia Martini-

 

A quel punto era tutto chiaro, il mio percorso artistico è servito a far nascere un brano  dall’anima cantautorale con le parole in siciliano scritte dalla grande  Rosa Balistreri… e la musica scritta da me… questo è un regalo che mi ha dato la vita e di cui oggi vado fiera…

Il 26 marzo a Teatro Re Grillo canto “Diu mi fici”, accompagnata da Rosario Todaro, Angelo Spadafora, Amedo Maniglia, Giovanni Todaro e Mel Vizzi che anticipa la canzone con un cunto strepitoso.

Torno a casa e grazie a Francesco Giunta mi metto in contatto con Angela Torregrossa, la figlia di Rosa Balistreri… e qui si compie la magia..Angela mi da l’autorizzazione di depositare in Siae il brano:parole di  Rosa Balistreri, musica di Maria Russell”.

Gli arrangiamenti di Gae Capitano hanno impreziosito la canzone come delle gemme di diamante… che hanno reso la canzone così bella da sembrare una colonna sonora di un film…

Quest’ estate gireremo a Licata il video della canzone “ Diu mi fici”e non riveliamo altro… lavori in corso…Al momento si potrà ascoltare solo durante i miei concerti…

 

Il nuovo progetto di Maria Russell e il Tour siciliano estate del 2017

Quello appena descritto è il nuovo progetto di Maria Russell che, da una poesia di Rosa Balistreri trovata sul libro di Nicolò La Perna Rusidda a licatisi”, ha scritto la musica affidando gli arrangiamenti al suo amico Gae Capitano, da cui è nato un brano di straordinaria bellezza dal titolo, “Diu mi fici”.

In accordo con la figlia di Rosa Balistreri Il brano è già stato depositato in Siae:  “Parole di Rosa Balistreri, Musica di Maria Russell“.

Rosario Sciangola , noto scrittore ha recensito il brano nel seguente modo:

Con enfasi sentita e ispirata Maria Russell ha tirato fuori l’ultimo alito, tormentato e silente, di Rosa Balistreri, quello che l’anima emette prima di ricongiungersi a Dio.

 

                        ROSARIO   MESSINA

 

Maria Russell

Maria Russell

La cantante

La cantante

Il cantautore Rosario Todaro in una foto di qualche anno fà

Il cantautore Rosario Todaro in una foto di qualche anno fà

Rosario Todaro

Rosario Todaro

Uno spettacolo di Maria Russell

Uno spettacolo di Maria Russell

Uno spettacolo

Uno spettacolo

Uno spettacolo di Maria Russell

Uno spettacolo di Maria Russell

Concerto di Maria Russell

Concerto di Maria Russell

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CATANIAGiovedì 13 ottobre, alle ore 16:30, presso la Biblioteca comunale “Vincenzo Bellini” di Catania (Via A. di Sangiuliano, 307) sarà presentato il volume “L’eruzione dell’Etna del 1879 problema dell’Italia unita. Dall’apparato eruttivo a Passopisciaro” di Guglielmo Manitta. Interverranno, oltre l’autore, la vulcanologa Sonia Calvari, dirigente di ricerca presso l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) di Catania e Giuseppe Manitta, direttore de Il Convivio Editore. L’appuntamento culturale si avvale della collaborazione dell’Assessorato ai Saperi e alla Bellezza Condivisa del Comune di Catania e della direzione della Biblioteca V. Bellini.

            Il volume tratta dell’eruzione etnea del maggio-giugno 1879. In seguito a questo evento eruttivo l’Etna è stata annoverata tra le principali calamità naturali da studiare e monitorare. In un’Italia che da pochi anni aveva raggiunto la sua unità nazionale, i nuovi governanti hanno contribuito e appoggiato le ricerche sul Vulcano eseguite all’inizio in gran parte dal vulcanologo Orazio Silvestri, che ne fece alcune relazioni. Testimone di questa stretta collaborazione è una corposa corrispondenza ministeriale inedita, del Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio, pubblicata quasi integralmente nel volume. L’interesse per questa eruzione comunque è andata oltre il confine italiano e ne sono testimonianza i numerosi articoli pubblicati sulle testate estere, anche oltreoceano. Si tratta di un saggio di oltre seicento pagine che ripercorre le varie testimonianze dell’epoca, ricostruite cronologicamente giorno dopo giorno, sia per quanto riguarda l’andamento dell’eruzione che dei fatti strettamente collegati ad essa. Un saggio, quindi, ricco di notizie inedite che, attraverso il lavoro certosino da parte dell’Autore, vengono consegnate a tutti gli appassionati degli eventi vulcanici.

            Enza Conti

Foto 3

Una fontana di fuoco durante un eruzione dell’Etna

L'eruzione dell'Etna del 1879

La copertina del libro

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Giardini Naxos (Me) Una nuova iniziativa dell’ Associazione ”Quelli della Notte” composta da: Arcadia Cocktail bar, La Locura, Bombocrep,Advancend Club, Sottosopra , Heineken Green Stage.

Domenica 09 Ottobre Vi Aspettiamo in Piazza Municipio alle 21.30.
Manifestazione che promuove la vita notturna nella cittadina di Giardini NAXOS. Durante la serata ci saranno varie esibizioni di Canto/ Ballo/Musica con la partecipazione di vari Artisti del territorio tra cui:
Il Tenore Giovanni D’Amore
Dj Pippo Jamaica
Dj Armando
Dj Filix
Scuola di Ballo Tropicana Dance Academy di Giardini NAXOS del Maestro Alessandro Capone
Il Gruppo Rock Strange Element  di Giardini Naxos

Locandina

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Giardini – Naxos - L’associazione “Nuovamente”, presieduta da Bruno De Vita, vuole fare chiarezza sulla nuova legge relativa alle spiagge. Una questione questa che interessa e non poco, il comprensorio turistico. «Credo sia una scelta importante, in linea con il principio di sussidiarietà, l’affidamento di responsabilità ai Comuni per il rilascio delle concessioni di beni demaniali e sull’esercizio diretto delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo. Da oggi ha commentato il presidente del sodalizio De Vitadovrebbe essere più agevole ed immediato rendere efficace la gestione da parte delle amministrazioni comunali di spiagge, litorali e aree demaniali». A tal proposito l’associazione ha organizzato il suo primo appuntamento operativo durante il quale sarà, appunto, presentata la nuova legge. “La gestione delle spiagge e dei litorali alla luce delle novità introdotte dalla Legge di Stabilità” è, infatti, il tema di un incontro in programma, sabato (12 marzo) alle 16, presso la “Sala Marabù”, piazza Apollo Arcageta. Dopo la registrazione dei partecipanti il programma prevede: introduzione del presidente De Vita; saluto del sindaco e delle autorità locali presenti; relazione dell’Assessore regionale al Territorio, Maurizio Croce; inyervento programmato dell’On, Nicola D’Agostino, segretario regionale di Sicilia Futura e deputato all’Ars; il punto di vista degli operatori – intervento programmato di Seby Cavallaro, promotore dell’iniziativa ed operatore del turismo balneare; contributo del Dirigente regionale del Demanio Francesco Buonasera. Dopo il dibattito le conclusioni saranno a cura dell’onorevole Beppe Picciolo, capogruppo di “Sicilia Futura” all’Ars.

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Giarre (Ct). Mercoledì 9 marzo alle ore 18,30 nell’Aula magna dell’I.T.I.S. “Enrico Fermi” in Via N. Maccarone, 4 a Giarre vi sarà la presentazione del volume “Frammenti” di Lina Signorino. Ad introdurre il testo sarà il dirigente scolastico Tiziana D’Anna. Sono previsti gli interventi della scrittrice Marinella Fiume e dell’attrice Luana Toscano. Nel corso della serata vi saranno degli intermezzi musicali a cura del III I.C. – Indirizzo Musicale di Giarre. A moderare gli interventi sarà Viviana Bonaventura.

1X  Locandina Frammenti

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in programma alla Galleria provinciale d'Arte Moderna e Contemporanea “Lucio Barbera”

Messina.L’appuntamento è fissato a martedì 8 marzo 2016, alle ore 10.00
Anche quest’anno la Città Metropolitana di Messina celebrerà la Giornata internazionale della donna.
In occasione dell’8 marzo si svolgerà un incontro dedicato a Maria Messina (1887-
1944), importante scrittrice siciliana della letteratura femminile della prima metà del
Novecento, vissuta per molti anni nella cittadina di Mistretta e riscoperta da Leonardo
Sciascia.
All’evento, in programma presso i locali della Galleria d’Arte Moderna e
Contemporanea “Lucio Barbera” di Via XXIV Maggio, con inizio alle ore 10.00,
interverranno la giornalista prof.ssa Anna Maria Crisafulli Sartori, che relazionerà sul
tema: “Maria Messina lucida interprete della condizione femminile nella Sicilia dei
primi decenni del Novecento”, ed il prof. Antonino Testagrossa, Presidente
dell’Associazione Culturale “Progetto Mistretta” che ha istituito il premio letterario
dedicato a Maria Messina e rivolto alla divulgazione delle sue opere, soprattutto tra le
giovani generazioni.
All’incontro, durante il quale saranno letti alcuni dei brani più significativi delle
opere della scrittrice, parteciperanno gli studenti dei Licei Classici “La Farina” e
“Maurolico”.

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Ha appena pubblicato “Vento nell'anima” titolo di un'omonima canzone dei Pooh,storico gruppo rock italiano che quest'anno al compimento di ben 50 anni di carriera dopo una serie di straordinari concerti darà l'addio alle scene.

Nulla nella vita avviene per caso e spesso siamo in tanti a tirare fuori questa frase fatta. E’ quello che mi sono chiesto dopo aver incontrato la scrittrice Maria Pia Basso,siciliana di Acireale già al suo secondo libro “Vento nell’anima” che è il titolo di un’omonima canzone dei Pooh, storico gruppo rock italiano che quest’anno festeggia i 50 anni di straordinaria carriera con una serie di irripetibili concerti per poi dare l’addio definitivo alle scene. L’incontro con Maria Pia avviene nella sua bellissima Acireale che è un incanto di città con un barocco invidiabile e la sua straordinaria “Riviera” dei limoni,ma non mi soffermerò più di tanto a parlare di Acireale altrimenti dovrei riempire pagine su pagine e perdere di vista il personaggio oggetto di questo articolo. Maria Pia Basso è nata a Catania benché il suo cognome sia tutt’altro che siculo, quasi subito si trasferisce nella città di Acireale dove vive tutt’ora. Mi ero incuriosito tantissimo dopo aver appreso che era in circolazione un libro con un titolo fortemente suggestivo: “Vento nell’anima” che come dicevo prima mi richiamava alla mente l’omonima canzone dei Pooh. Mi sono messo sulle tracce di Maria Pia Basso e l’ho incontrata rimanendo piacevolmente sorpreso dalla sua straordinaria passione che l’ha portata nel giro di pochi anni alla pubblicazione di ben due libri. Quando le chiedo com’è nata Maria Pia Basso scrittrice lei mi racconta di collaborazioni sin dall’età poco più che adolescenziale con dei giornali locali,fino a scoprire via,via di essere portata a scrivere ed arrivare alla pubblicazione del libro d’esordio dal titolo “Noi due”. questo libro è un confronto con se stessa,una sorta di diario che poi risulta essere un vero e proprio vademecum di psicologia,non senza riferimenti ai bambini e al modo di educarli alla vita, decisamente un testo di carattere psico-pedagogico. Il libro si è classificato al secondo posto nella sezione “Libro edito narrativa” al Premio “Poesia, prosa e arti figurative”un volume complesso ma interessantissimo che personalmente ho già letto dopo che l’autrice me ne ha fatto dono assieme al più recente “Vento nell’anima” del quale parlerò più ampiamente. Dopo pochi minuti dal nostro incontro la nostra bravissima scrittrice si racconta con scioltezza e le mie domande vanno rarefacendosi in quanto lei dimostra davvero di essere un “libro aperto” raccontandosi a 360°. “Ho conseguito il diploma di maturità classica al liceo “Gulli e Pennisi” di Acireale,una vera e propria istituzione nella mia città. Successivamente ho completato i miei studi nel 1995 a Catania laureandomi in giurisprudenza. Ho avuto un’infanzia normale ma anche momenti segnati da qualche difficoltà,tutto questo mi ha spronata a scrivere con sempre maggiore passioneA parte il “lavoro” di scrittrice, cosa fa Maria Pia nella vita?Faccio la mamma a tempo pieno”, e qui osservo che oggi fare la mamma a tempo pieno è una vera fortuna visto che molte mamme non possono farlo perché debbono pure lavorare e di tempo da dedicare ai figli ne hanno ben poco. Prendo in mano il suo secondo libro “Vento nell’anima” e debbo dire che rimango colpito dalla copertina dove è rappresentato uno scorcio d’autunno con i suoi bellissimi colori,una foto fatta dal suo amico fotografo Sebastiano D’Aquino, a questo punto è inevitabile una domanda, come mai questo titolo “Vento nell’anima” che guarda caso è il titolo di una famosa canzone dei Pooh? Che ci azzecca? Un caso oppure un titolo scelto di proposito? “Da bambina mia mamma che è mancata qualche anno fa,mi faceva ascoltare le canzoni bellissime dei Pooh che lei amava tanto, ed io posso dire di essere cresciuta a pane e…Pooh,al punto di innamorarmi delle canzoni di questo storico gruppo della canzone italiana come mia mamma e forse di più,oggi i miei figli cantano queste canzoni e le conoscono a memoria meglio di me”. Ma com’è nato il romanzo “Vento nell’anima?” Il romanzo narra la storia di Arianna una giovane donna che ha avuto dei momenti di vita molto difficili,dovendo subire pure la perdita di un figlio appena dopo il parto,ma la vita di questa giovane donna cambia destino non appena incontra Gustavo,giovane fisico nucleare a sua volta reduce da una recente separazione,tra i due nasce subito un’incredibile sintonia,il romanzo è alquanto ricco di personaggi e storie,sullo sfondo di tutto questo la canzone “Vento nell’anima “ dei Pooh, gruppo rock che la protagonista del romanzo, segue fin dall’età di quattordici anni ma che vede per la prima volta nel 2010 esibirsi in concerto al Palasport di Acireale,la canzone è tratta dall’album del gruppo uscito nel 2010 che si intitola “Dove comincia il sole” il testo narra di una rinascita e della scoperta di un grande amore che dona gioia di vivere,io sono innamoratissima di questo mio libro e personalmente lo leggo e rileggo.” Osservo che quasi certamente il romanzo è in parte autobiografico e Maria Pia annuisce, ma a proposito dei Pooh, domando, li hai mai incontrati? “Si, sono stata a tanti loro concerti e recentemente ho avuto il piacere di donare una copia di “vento nell’anima” al maestro Roby Facchinetti,il grande tastierista e compositore della maggior parte delle canzoni del gruppo,lui ha dimostrato di apprezzare tantissimo e chissà se il libro lo avrà letto…” A questo punto io,forte della mia amicizia ultra quarantennale con
il maestro Roby Facchinetti rassicuro Maria Pia dicendole che Roby è una persona straordinaria e anche molto curiosa per cui non avrà riposto il libro donatogli da Maria Pia tra gli scaffali della sua libreria,piuttosto lo avrà letto tutto d’un fiato. Maria Pia ride e io le faccio una promessa: non appena possibile le dicoti inviterò al primo concerto utile dei Pooh e ti farò chiedere personalmente al maestro Roby Facchinetti cosa ne pensa del tuo bel libro. Dopo un’ora abbondante trascorsa insieme saluto Maria Pia e alla fine arriviamo ad una conclusione: il suo “Vento nell’anima” è davvero un ben romanzo e potrebbe prestarsi benissimo ad essere sceneggiato,chissà,magari potrebbe venirne fuori un bel film. Prima dei saluti Maria Pia mi rivela che è già pronto un suo terzo libro e che ne sta addirittura scrivendo un quarto,insomma Maria Pia è inarrestabile,prima però afferma di volersi godere tutte le soddisfazioni possibili che le regalerà il suo “Vento nell’anima” e mentre saluto con affetto Maria Pia si leva neanche a farlo apposta un venticello che ci accarezza dolcemente l’anima,una bellissima sensazione,un bell’incontro di quelli che fanno bella la vita.

Salvo Fazio

La scrittrice Maria Pia Basso

La scrittrice Maria Pia Basso

I Pooh

I Pooh

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Nel corso dell’evento sono stati consegnati riconoscimenti all’arch. Gabriele Schifilliti ed alla giornalista Katia La Rosa

Messina.  Tutelare l’ambiente nel rispetto delle regole, oltre centocinquanta studenti, in rappresentanza dei numerosi istituti coinvolti, hanno lanciato lo slogan “la legalità è un valore, usiamolo bene”.
E’ quanto emerso nell’ambito della manifestazione che si è svolta ieri il febbraio nel Salone degli Specchi, organizzata nell’ambito del progetto integrato “Ambiente e legalità”, promosso dalla Città Metropolitana di Messina e dall’Associazione “Arkadia” con la collaborazione del gruppo “Bruno S.p.A.”.
L’iniziativa di quest’anno ha coinvolto oltre duemilacinquecento studenti degli istituti scolastici di Messina e provincia che hanno premiato, con un riconoscimento, il dirigente della VI Direzione Ambiente di Palazzo dei Leoni arch. Gabriele Schifilliti e la giornalista Katia La Rosa, per l’impegno profuso nella tutela della legalità e sostenibilità ambientale.
“Il progetto – ha spiegato il Commissario straordinario Dott. Filippo Romano – rientra nell’ambito di quelle attività finalizzate a sviluppare il senso civico nelle  nuove generazioni. Gli studenti, non sono destinatari passivi delle leggi ma custodi attivi delle regole fondamentali, a partire dalla nostra Carta Costituzione, ed interpreti della società nella quale le leggi sono applicate, per affrontare il domani da adulti consapevoli. Il progetto ha individuato il tema dell’ecosostenibilità e di quei comportamenti degenerativi che, proprio sulle grandi questioni ambientali, vedono protagoniste le mafie”.
“Il futuro del mondo – ha sottolineato l’arch. Gabriele Schifilliti – dipende dal modo di pensare e di agire delle nuove generazioni; pertanto il nostro dovere istituzionale è diffondere e promuovere un percorso comune, insieme alle famiglie ed alle parti sociali, per affermare una rinnovata cultura della legalità nel rispetto dell’ambiente,
definendo azioni congiunte a tutela del nostro patrimonio naturalistico. Gli studenti saranno chiamati a cimentarsi in un concorso, redigendo tra l’altro anche racconti di fenomeni o fatti legati alla presenza della criminalità organizzata”.
“Il rispetto delle regole – ha affermato il Segretario Generale della Città Metropolitana di Messina dott.ssa Maria Angela Caponetti – deve costituire una 1X Foto per comunicato Ambiente e legalitànorma da applicare in tutti i settori, dal pubblico al privato, per garantire una civile
gestione del bene comune”.

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Ogni tradizione antica ha avuto la sua medicina olistica: gli Huna delle Hawaii, gli sciamani siberiani, gli Inca delle Ande, gli aborigeni australiani, le culture indiane, tibetani e cinesi, le antiche culture egizia, greca, romana e celtica. Esse rispettavano l’anima come centro della complessa unità psicofisica umana e come perno essenziale dell’intero sistema di guarigione.

     Per comprendere la medicina ancestrale andina e di conseguenza alcune delle ragioni del suo attuale utilizzo, è necessario conoscere la relazione che questa medicina ha con la cosmovisione andina stessa,.infatti, il corpo di un essere umano è composto da due parti, il corpo e l’anima, e se una qualsiasi di queste due parti si ammala, significa che si è verificata una rottura nell’equilibrio cosmico. Secondo il Dott. Gerard Bodeker dell’Università di Oxford, una caratteristica essenziale dei sistemi di salute ancestrali è che sono basati su cosmologie che tengono in considerazione diverse dimensioni, come quella fisica, mentale, spirituale ed ecologicaE anche la cosmologia andina rispetta in generale questo schema, considerando l’essere umano come parte di un tutto pluri-dimensionale. Nella società andina, tutti gli individui di una comunità hanno una connessione con la natura. Le persone vivono secondo un sistema di reciprocità che si chiama Ayni, ogni azione di un individuo causa un effetto sulla comunità, sulla natura, sulla terra. La Pachamama, la Madre della Terra viene rispettata come qualcosa di sacro, ricorda la Scott. Ogni cosa è considerata intimamente collegata all’altra ed è viva, possiede un’anima, il mondo intero è una totalità viva, la separazione dal tutto non è comprensibile perchè ogni parte riflette il tutto. E anche l’uomo è sacro, in quanto è l’Intipchurin, il figlio del Sole, che nasce dalla terra e serve da intermediario tra il mondo terreno e il mondo degli dei. La cultura andina avanza al ritmo dei cicli cosmici e tellurici e quindi il tempo non è quello lineare e irreversibile dell’occidente, ma è ciclico. II presente si ricrea continuamente e non esiste una distinzione netta tra passato e futuro, perchè il presente li contiene entrambi. Passato, presente e futuro concorrono al momento attuale, all’adesso, che per questo è un sempre, un sempre rinnovato, sottolinea il Dott. Vacchelli Sicheri.
L’universo, il mondo e l’essere umano formano un’unità armonica e in equilibrio. L’equilibrio si stabilisce tra contrari complementari come ad esempio caldo-freddo, maschile-femminile, giorno-notte, sole-luna.
All’interno di questa cosmovisione quindi, la salute può definirsi come uno stato olistico di benessere fisico, mentale, sociale, morale, spirituale e di equilibrio cosmico. Per cui, affinchè una persona goda di buona salute, tutti questi elementi dimensionali devono stare in equilibrio, e se anche uno solo di questi elementi viene alterato, la persona si ammala perchè si genera un disequilibrio e, viste le connessioni tra i diversi livelli dimensionali dell’essere umano,una malattia non si può trattare in forma frammentata e la sua cura deve includere sia la causa che gli effetti. Nella cultura andina, salute e benessere si basano su uno stato di equilibrio tra caldo e freddo. Il cambio repentino di temperatura genera malattia e malessere, scrive il Dott. Vela Quico, il quale aggiunge che per gli andini, altro elemento importante all’origine delle malattie sono alcuni tipi di venti. La rottura di questa interrelazione della vita è una fonte di malattia che può degenerare a situazioni di epidemia, per cui i trattamenti devono essere effettuati non solo per curare il sintomo della malattia, ma anche per restaurare lo stato di equilibrio dell’individuo e della sua natura interiore ed esteriore. Per restaurare questo equilibrio, nella medicina ancestrale andina si utilizzano piante medicinali e prodotti animali. E dato che, secondo la cosmovisione andina, le persone hanno una relazione speciale con la terra, l’uso delle piante medicinali e dei prodotti animali aiuta a restaurare l’equilibrio perso, proprio perchè questi elementi provengono dalla terra. Nella cultura andina, le malattie possono essere di origine organica (con i classici sintomi riconosciuti anche dalla medicina moderna), altre sono specifiche della cultura e cosmovisione andina e altre possono essere di origine magica, a seguito ad esempio dell’ingresso nell’individuo di spiriti maligni o quando la persona è vittima di un rituale negativo..Da quanto esposto si evince un sottile parallelismo con le Energie perverse della tradizione taoistica a dimostrazione che l’essere umano è continuamente esposto ad energie positive che lo assistono nel suo quotidiano divenire armonico nell universo ed energie perverse che, poste in essere, lo minacciano e disequilibrano .

Dott. Giandomenico Castriciano
Medico-Chirungo
Specialista in Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese

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