GENNAIO - FEBBRAIO - MARZO 2024
Home Tags Posts tagged with "psicosintesi"

psicosintesi

0 2076

Dalla  autoconsapevolezza inizia l’evoluzione dell’uomo per combattere i fenomeni di degrado politico-etico-sociale

 a cura  di Rosario Messina

Il momento storico che stiamo vivendo è attraversato da un diffuso “degrado” politico, economico, culturale e civile. Un fatto inconfutabile che induce a serie riflessioni su come si possa sanare tale fenomeno degenerativo. Occorre promuovere una presa di coscienza di quanto sta accadendo per evitare  che la nostra società continui andare alla deriva innescando nuovi processi degenerativi.  Occorre prendere coscienza che nessuno è esonerato dal prendere parte a questa “missione” rigenerativa che va estesa in ogni ambito, ne sono coinvolti  i singoli cittadini, gli esponenti del mondo politico,  i pubblici funzionari, operatori e professionisti del mondo del lavoro.

Per capire certi fenomeni che stanno causando questo lento ma inarrestabile degrado etico-sociale occorre porre sotto i riflettori ed analizzare in primo luogo quelle scelte di governo e di amministrazione che regolano le Comunità ed i territori, ma anche il grado di civiltà, cultura, crescita spirituale dei singoli cittadini, che nel concreto, a cascata, si ripercuotono, inevitabilmente sulla qualità della nostra vita condizionando la qualità del nostro futuro e quello delle future generazioni.

Un processo rigenerativo della nostra società finalizzato ad impedire il dilagare di certi fenomeni di “degrado” politico, economico, istituzionale che generano soltanto disvalori in termini di  malessere sociale, disoccupazione giovanile, inefficienze, ineguaglianze, discriminazioni, ingiustizie sociali, malcostume, mala amministrazione, aumento dei reati ecc. passa attraverso un rilancio della cultura dell’etica e della legalità.

L’etica, la questione morale e la legalità sono oggi più che mai rimessi in discussione da un sistema di corruzione subdola che corrode la nostra democrazia incrinando quel “Patto sociale” che filosofi ed economisti hanno sempre indicato essere alla base di una società liberl-democratica.

La legalità, come rispetto dell’ordine esistente, ovvero l’equazione tra legalità e giustizia oppure, tra legalità ed etica al giorno d’oggi non è scontata. Nella nostra società si affida all’applicazione del diritto vigente il senso profondo di giustizia ed etica che ciascuno di noi porta in sé come una sorta di proiezione di un ideale interiore di dignità umana che non sempre però trova una corrispondenza nel nostro quotidiano. I fatti di cronaca di corruzione, violenze, truffe, sperperi e tanto altro ancora, sempre più numerosi sono all’ordine del giorno. Fenomeni sociali come la disoccupazione giovanile, il malaffare, la cattiva amministrazione da parte della pubblica amministrazione, il dilagare della corruzione l’aumento dei reati, sono solo alcuni esempi del “degrado” con il quale deve fare i conti la nostra comunità.

Eppure,  ad esempio, il rispetto della legge vigente dovrebbe costituisce un valore (di sicurezza) sociale meritorio di essere affermato, coltivato e diffuso come esigenza etica e  morale. Cosa che spesso non accade. Naturalmente l’assistere a tali fenomeni e quindi alla non coincidenza tra la giustizia legale e il senso di giustizia che ogni individuo invece dovrebbe avere ben impresso come ideale fondamentale, non toglie validità e vigore alla singola norma né esime dall’obbligo giuridico e morale di rispettarla.

Nelle società postmoderne, per poter parlare di realtà social-democratiche,  al punto di equilibrio tra etica e legalità occorre aggiungere  un terzo fattore di spinta dell’azione dei singoli individui che è la felicità che possiamo definirla come quella dimensione intima a cui ogni uomo si protende lungo l’arco della sua vita. Nasce da qui l’esigenza di garantire agli individui questa particolare dimensione di benessere (la felicità) attraverso un sistema giuridico costituzionale che  si fa carico delle “regole” e dei relativi “costi sociali”. Questo è il principio al quale ogni società democratica dovrebbe aspirare.

Nella realtà le cose non vanno proprio così e lo sperimentiamo ogni giorno che passa. Cosicché, noi oggi, assistiamo ad un diffuso degrado politico perché manca l’Etica!

 Da una carenza di etica discendono, ad esempio, numerosi fenomeni di “degrado” politico che, a cascata, si ripercuotono sulla tenuta e sul benessere dell’intera società. Tra questi, possiamo ricordare mancanza di progettualità, azione politica indirizzata verso un proprio tornaconto, corruzione, dissipazione di risorse pubbliche e tanto altro ancora.  Tanti gli episodi di malaffare politico che stanno portando al collasso il nostro sistema economico  e ad una decadenza sempre più diffusa della morale e dell’etica.

Probabilmente, che il malaffare,  la corruzione,  il degrado etico-morale si possano sconfiggere totalmente è una utopia in quanto ciò presupporrebbe  una (impossibile) lotta all’uomo che in sè racchiude l’atavica contrapposizione egoistica tra male e bene, tra negatività e positività.  E’ possibile, però, nel tempo si arrivi ad un concreto e raggiungibile obiettivo di un serio contrasto di tali fenomeni.

Per rimanere in ambito pubblico, ad esempio, l’inefficienza di settori della PM si potrà contrastare  solo attraverso politiche di prevenzione che promuovano la cultura e la divulgazione di un etica ed una morale pubblica, della legalità e dell’anticorruzione nei rapporti tra privati e pubbliche amministrazioni, nonché in genere come costume e stile di vita, finalizzato ad implementare un tessuto sociale sano e di benessere complessivo che parta dalla promozione della famiglia che è il nucleo del tessuto sociale  dalla quale dipende la tenuta dello stesso. Una famiglia sana che fonda i propri rapporti su principi etici di valore genera individui che poi saranno i protagonisti di una società. Una famiglia disgregata, assente, dissociata dove il ruolo dei genitori ha perso il valore di un tempo  può solo generare disvalori (generazioni disorientate e non strutturate) che si ripercuotono sull’intero tessuto connettivo delle nostre società e su tutti i fenomeni di degrado che abbiamo visto.

A questo punto occorre capire quale strada percorrere per ridare costruire un futuro migliore ed uscire fuori da questo degrado etico-morale che sta facendo precipitare la nostra società in un baratro di malesseri, sofferenze, violenze e discriminazioni. Citiamo, a tal proposito, qualche breve riflessione presa dal mondo religioso, politico e sociale.

Cardinale Angelo Bagnasco

Cardinale Angelo Bagnasco

Il pensiero di un ministro religioso, il Cardinale Angelo Bagnasco

Qualche tempo fa nel denunciare questo stato di fatto di decadenza etico-morale della nostra società, il presidente dei vescovi italiani, il cardinale Angelo Bagnasco, ha sottolineato in una sua lectio magistralis tenuta a Genova come «Lo sviluppo vero non può tenere separati i temi della giustizia sociale da quelli del rispetto della vita e della famiglia». Per Bagnasco tra la questione sociale e la questione antropologica esiste «una necessaria correlazione» e «queste due dimensioni stanno o cadono insieme». «L’etica sociale – ha poi sottolineato – si regge soltanto sulla base della qualità delle persone». «Aver sottovalutato l’impatto della famiglia sul piano sociale ed economico riconducendola ad una questione privata, quando non addirittura ad un retaggio culturale del passato – ha detto il cardinale Bagnasco – è stata una miopia di cui oggi pagano le conseguenze soprattutto generazioni più giovani, sempre meno numerose ed importanti». «La saldatura tra etica sociale ed etica della vita – ha proseguito – è un imperativo categorico anche in altri ambiti sensibili e porta a convincersi ad esempio che l’eugenetica è molto più preoccupante della perdita della biodiversità nell’ecosistema o che l’aborto e l’eutanasia corrodono il senso della legge ed impediscono all’origine l’accoglienza dei più deboli, rappresentando una ferita alla comunità umana delle enormi conseguenze di degrado».
L’arcivescovo di Genova non ha mancato di legare anche il tema dell’ambiente a quello etico. «La crisi ecologica non può essere interpretata come un fatto esclusivamente tecnico, ma rimanda ad una crisi più profonda perchè ai ’deserti esteriorì corrispondono ’i deserti interiorì così come alla morte dei boschi ’attorno a noì fanno da pendant le nevrosi psichiche e spirituali ’dentro di noì, all’inquinamento delle acque corrisponde l’atteggiamento nichilistico nei confronti della vita». «Quando infatti l’uomo – ha proseguito il cardinale Bagnasco – non viene considerato nell’integralità della sua vocazione e non si rispettano le esigenze di una vera ’ecologia umana si scatenano le dinamiche perverse delle povertà, compromettendo fatalmente anche l’equilibrio della Terra».

On. Nello Musumeci

On. Nello Musumeci

Il Pensiero di un politico, l’On. Nello Musumeci

In un recente convegno sulla legalità organizzato a Taormina dall’Associazione “Progetto Speranza Centro CFS” un politico di razza e di autorevole esperienza politica, l’On. Nello Musumeci (Deputato e presidente della commissione parlamentare antimafia dell’Assemblea Regionale Siciliana) ha detto: “Comprendo chi ritiene che la politica sia diventata una sorta di luogo di infamia dal quale mantenere le distanze. Sono contento di essere qui perché invece credo nella politica. Ringrazio il presidente dell’associazione Natale Lisitano per avermi dato questa opportunità di intervenire e perché ha dimostrato con le sue iniziative di essere un tenace assertore di un percorso che serva a stimolare un azione improntata sulla legalità che possa servire a esercitare sulla  politica e sui politici un richiamo verso le proprie responsabilità come purtroppo spesso non avviene. La legalità è uno strumento di speranza, lo diceva anche il giovane giudice Rosario Livatino vittima della mafia. La Politica ha perso autorevolezza perché ha perso di credibilità. Si è credibili quando si è coerenti. Coerenti sempre. La politica purtroppo utilizza un linguaggio prima di una competizione elettorale e poi spesso non è coerente. La politica deve andare oltre la legalità perchè è un errore pensare che essa debba essere rispettosa solo della legalità; lo stesso deve fare anche una comunità. Occorrono regole extrapenali perché c’è bisogno di un opera di prevenzione per evitare che si possa commettere un reato. Un reato commesso da un politico crea un disvalore morale peggiore se lo avesse commesso un comune cittadino. Facciamo un esempio: un politico cammina con un noto mafioso, non commette un reato penale per il nostro codice però commette un reato morale. Il politico viene meno ad un proprio obbligo cioè il dover essere attento non solo a quello che si è ma anche a come si appare perché il politico rappresenta le istituzioni e così facendo le rende poco credibili. Per questo c’è bisogno di norme comportamentali extrapenali capaci di trasmettere una condotta della politica che non si presti ad equivoci. Invece spesso ciò non avviene. La gente dalla politica pretende un comportamento integrale ma anche il cittadino ha anch’esso la responsabilità morale di dover scegliere il politico onesto. Una società civile malata esprime un ceto politico malato, una società civile sana esprime un ceto politico sano. L’Assemblea Regionale Siciliana è lo specchio di questa Sicilia. Non solo i cittadini, ma anche la politica deve fare la sua parte. Deve tornare alle regole e selezionare una classe dirigente sana e corretta. La politica deve essere costruttiva ed avere capacità di crescere come il contadino pianta un albero di ulivo davanti casa pur sapendo che saranno i suoi discendenti a godere dei frutti. Se voi cittadini e noi politici operiamo in tal senso possiamo restituire speranza a tanta gente che l’ha persa. Far vincere la buona politica sulla mala politica dipende sia da chi vota sia da chi è stato votato. Per tali motivi il Progetto di Legalità promosso dall’associazione “Progetto Speranza CFS” merita tantissimo apprezzamento  perché almeno per una volta ci invita a riflettere”.

Natale Lisitano

Natale Lisitano

Il Pensiero del Presidente dell’Associazione Progetto Speranza Centro CFS” :

Da tempo un associazione culturale siciliana, “Progetto Speranza – Centro CFS”, presieduta da Natale Lisitano si muove nel territorio promuovendo progetti e d’incontri che hanno come tema la giustizia e l’azione umana da un punto di vista dell’etica cattolica. Nel recente convegno di Taormina sulla legalità Natale Lisitano ha detto: “La fede traccia la rotta della nostra vita. Quello che conta è saperla seguire. L’incontro di questa sera intende proporre alla nostra comunità un messaggio volto ad affermare i principi della legalità sui quali costruire un progetto culturale di sviluppo sociale ed economico, per la rinascita della speranza. Abbiamo pensato di realizzare un convegno dove affrontare il tema della spiritualità  in termini di solidarietà, impegno pubblico e legalità. Temi che ci impegneremo a trattare in futuro anche in altri convegni che serviranno ad  affrontare anche il tema dello sviluppo economico, necessario per uscire da una crisi che favorisce contemporaneamente l’emigrazione, la corruzione e la criminalità. La proposta dell’associazione Progetto Speranza” puntualizza Natale Lisitano “sviluppata in collaborazione a docenti dell’Università di Messina, ad associazioni che operano nel settore turistico-alberghiero e con il supporto dell’esperienza di uomini che hanno già realizzato progetti culturali e di sviluppo ai quali ispirarsi, è quella di diffondere la conoscenza delle politiche attive del lavoro per promuovere l’occupazione e lo sviluppo nel nostro territorio. L’obiettivo è quello della realizzazione di una rete che leghi operatori del settore, amministratori locali, associazioni datoriali, esperti del mercato del lavoro e semplici organizzazioni di persone, tutti ispirati dalla ricerca del bene comune. Si tratta di un lavoro principalmente culturale, ma anche operativo, che leghi appunto le competenze con le motivazioni etiche, morali e sociali e fornisca anche risposte alle esigenze di quei tanti ragazzi che sembrano senza speranze. Fornire appunto una speranza a chi l’ha persa o si è arreso, dimostrando che si può fare”.

In sintesi nelle citazioni abbiamo visto che:

Per il ministro religioso (Cardinale Angelo Bagnasco): “Lo sviluppo vero non può tenere separati i temi della giustizia sociale da quelli del rispetto della vita e della famiglia”

Per l’uomo politico (On. Nello Musumeci): “Non solo i cittadini, ma anche la politica deve fare la sua parte. Deve tornare alle regole e selezionare una classe dirigente sana e corretta. Perchè Una società civile malata esprime un ceto politico malato, viceversa una società civile sana esprime un ceto politico sano”.

Per il cittadino impegnato nel sociale (Natale Lisitano): “è la fede che traccia la rotta della nostra vita. Occorre realizzare una rete che leghi, ispirati dalla fede cristiana, operatori del settore, amministratori locali, associazioni datoriali, esperti del mercato del lavoro e semplici organizzazioni di persone, tutti motivati dalla ricerca di un bene comune”.

 

Tre differenti visioni legati da un unico denominatore:  la promozione di “giustizia e legalità” che è la chiave di volta per costruire una società sana ed un futuro migliore!

Ma chi è il  soggetto protagonista di questa “Rivoluzione Culturale”?

E’  L’UOMO !

Dall’evoluzione dell’uomo dipendono i destini della nostra società

 

IL RUOLO DELLA PSICOSINTESI: la ricerca della AUTOCONSAPEVOLEZZA come obiettivo per allontanarsi dal degrado etico-morale!

Abbiamo preso in esame un tema delicato e di vitale importanza per la nostra sopravvivenza, la nostra evoluzione e la nostra crescita spirituale.  Il degrado etico-morale che sta vivendo la nostra società dipende dall’uomo e, in questo contesto, la politica è l’espressione dell’evoluzione umana. Una società malata esprime una classe dirigente corrotta e malefica viceversa una società sana saldamente ancorata a sani principi può contare sul buon governo di rappresentanti che hanno la consapevolezza di fare le loro scelte secondo principi etici e morali esemplari.

Sosteneva a tal proposito Albert Einstein: “che, scegliere in quale universo vivere, benevolo o malevolo, è la nostra scelta esistenziale fondamentale. Una scelta che ognuno deve compiere per se stesso“.   

Il nocciolo della questione è tutto qui. Tradurre questo concetto nella vita di ogni giorno non è semplice significa che ciascuno di noi deve lavorare su di sè e puntare sulla propria crescita personale attraverso il proprio talento per contrastare quella crisi di valori che poi in sostanza si traduce nel “degrado” etico-morale che sta vivendo la nostra società. Dobbiamo renderci conto che quella che stiamo attraversando non è una crisi di passaggio, ma una crisi di valori politico-economica e sociale che rischia di incancrenirsi e diventare irreversibile con tutte le conseguenze possibili ed immaginabili.

Occorre che ognuno di noi abbia consapevolezza di quello che sta accadendo e del futuro che ci aspetta se  “se scegliamo di vivere in un universo malevolo“. Per superare questo degrado sociale verso il quale stiamo andando incontro occorre un grande cambiamento, un cambiamento di tutti.  E’ un cambiamento interiore quello del quale c’è bisogno perché quello che siamo dentro e la nostra evoluzione interiore, si riflette inesorabilmente anche all’esterno e crea la nostra realtà! Ecco perchè è necessario che ognuno di noi abbia la CONSAPEVOLEZZA di tutto ciò. 

Sul tema della Consapevolezza un giovane studioso napoletano di Psicosintesi, Mauro Ventola ha scritto un libro intitolato L’evoluzione Possibile dell’Uomo, un saggio sull’autoconsapevolezza, qualità fondamentale per affrontare il cambiamento che il mondo ci sta chiedendo.

 

Il libro di Mauro Ventola sintetizza il pensiero di grandi saggi come Assagioli e  Maslow avevano sostenuto sul tema della autoconsapevolezza. In parole povere l’autoconsapevolezza è “il risultato del lavoro che ognuno di noi deve fare (entrando in contatto con tutte le parti di sè, integrandole e dirigendole fino a toccare la propria essenza) per progredire in modo creativo e sano per se stesso e per il mondo. Proprio come accade ad un imprenditore che, guardando ai propri collaboratori come parti di sè, li integra e li coinvolge, rendendoli sempre più partecipi del progetto. In tal modo rafforza l’impresa e, al contempo, la rende un elemento creativo e vitale anche per il contesto geografico e culturale in cui è radicata.”

Il Progetto Volontà e la missione del nostro tempo

Il dott. Mauro Ventola

Mauro Ventola

Il lavoro  di ricerca di Mauro Ventola lo vede ancora protagonista con un nuovo volume intitolato “Conversazioni per il Futuro”.  A spiegare i contenuti del volume è lo stesso Ventola il quale dice: “Si tratta di un libro di interviste ad alcuni dei più grandi psicosintetisti sui temi della Psicosintesi, rivolti al futuro e alla costruzione di un canale tra la mia generazione, e quella degli adulti, per lavorare al nuovo. Questo lavoro si fonda su un nucleo di idee preciso, che è questo: 

  • Conversazioni- L’idea di generare “conversazioni che contano”, che possano essere uno spazio per nuove possibilità di vita. La Psicosintesi è infatti una disciplina che ha al cuore la ‘trasformazione personale’, e mi piace definire la trasformazione personale come ‘la genesi di nuove possibilità di vita’. E’ nello spazio delle conversazioni che questa cosa può avvenire. Sostare nelle domande, diceva Platone, genera l’allargamento dell’anima”.
  • Futuro- L’idea che ogni tempo ha una missione storica, e che la missione fondamentale del nostro tempo sia quella di colmare il gap tra l’evoluzione tecnologica e quella della coscienza, proponendo “una strada con un cuore”. 
  • Vuoto ontologico- L’idea che la Psicosintesi possa essere utilissima per la missione del nostro tempo, proprio perché la sua premessa che la sofferenza esistenziale è “l’ira di Dio dentro di noi per una Chiamata tradita”, come diceva Jung e pensa anche Assagioli, possa rispondere al “vuoto dell’essere” (che è un vuoto dell’anima) avvertito dai giovani della mia generazione più sensibili – e spesso ‘superdotati’. 
  • Nuove forme e nuovi linguaggi- L’idea che, se vuole sopravvivere e diffondersi, la Psicosintesi deve adeguarsi alle forme di questo tempo e generare nuovi linguaggi con cui mediarsi nella realtà, e aderire ai nuovi “sistemi di valori” emergenti. 

A questo lavoro di ricerca, reso operativo grazie al supporto del Centro di Psicosintesi di Napoli e di un gruppo di giovanissimi allievi di Ventola, sempre a Napoli, hanno aderito alcuni dei più grandi psicosintetisti, anche allievi diretti di Assagioli, come Piero Ferrucci e Alberto Alberti, oltre che a Gianni Yoav Dattilo, Giuseppe Campanella e altri grandi nomi.  Il lavoro è completo come preparazione, e adesso si apre una fase in cui occorre sostenerlo materialmente per farlo esistere nel mondo. Per questo Mauro Ventola ha aperto una raccolta fondi su un sito che ha come scopo quello di facilitare il finanziamento di progetti che contano: buonacausa.org..

0 1497

l’intero ricavato di questo saggio verrà dedicato alla costituzione di un Fondo della casa editrice che lo ha pubblicato, Iemme Edizioni, destinato a finanziare future ricerche sui temi dello sviluppo della coscienza, dando spazio primariamente ai giovani

Albert Einstein 

Albert Einstein

Albert Einstein

sosteneva che scegliere in quale universo vivere, benevolo o malevolo, è la nostra scelta esistenziale fondamentale. Una scelta che ognuno deve compiere per se stesso.

Tradurre questo nella vita di ogni giorno significa studiarsi e lavorare su di sé, distinguere ciò che si è da ciò che non si è, mettere la propria essenza al centro, fare della propria passione e del proprio talento la pietra angolare della propria vita.
Ma è anche essenziale mettere tutto questo in relazione a qualcosa di più grande di sé, altrimenti si rischia di sviluppare solo una volontà forte. Forte, ma non saggia e nemmeno buona.

Pensavo a questo, ieri, tenendo tra le mani L’evoluzione possibile dell’uomo, il libro fresco di stampa di Mauro Ventola, un giovane e originale pensatore che, dal canto suo, ha fatto una scelta precisa. Ha deciso infatti di servire le persone, fornendo idee e modelli per la trasformazione personale e l’evoluzione cosciente.

 Mauro, quasi due anni fa, mi ha chiesto di scrivere l’introduzione a questo suo libro. E io ho accettato con enorme piacere, perché mi ha particolarmente coinvolto leggere un lavoro così profondo e autentico da parte di un giovane.
Sono stato toccato, inoltre, dal fatto che il ricavato dalle vendite andrà a finanziare future pubblicazioni sui temi dello sviluppo della coscienza, dando spazio soprattutto ad altri giovani autori.

L’evoluzione possibile dell’uomo è un incisivo e profondo saggio sull’autoconsapevolezza, qualità fondamentale per affrontare il cambiamento che il mondo ci sta chiedendo, e vivere nel flusso.
Quella che stiamo attraversando, infatti, non è una crisi di passaggio, ma una crisi ecologica, economica e di valori, che per essere superata deve passare attraverso un grande cambiamento. Un cambiamento da parte di noi tutti, un vero cambiamento interiore, perché quello che siamo dentro si riflette inesorabilmente anche all’esterno e crea la nostra realtà.
Ma un vero cambiamento interiore può venire solo dalla Consapevolezza.

Il libro di Mauro Ventola sintetizza in modo significativo ciò che grandi saggi come Assagioli e Maslow avevano delineato, anticipandone la necessità. L’autoconsapevolezza è il risultato del lavoro che ognuno di noi deve fare – entrando in contatto con tutte le parti di sé, integrandole e dirigendole fino a toccare la propria essenza – per progredire in modo creativo e sano per se stesso e per il mondo.
Proprio come accade a un imprenditore che, guardando ai propri collaboratori come parti di sé, li integra e li coinvolge, rendendoli sempre più partecipi del progetto. In tal modo rafforza l’impresa e, al contempo, la rende un elemento creativo e vitale anche per il contesto geografico e culturale in cui è radicata.

Questo scritto evidenzia anche le inestimabili risorse di quell’Atto di Volontà di cui Assagioli ci ha parlato con la sua opera postuma e che ci ha lasciato come impegno per la Psicosintesi del futuro: il progetto volontà.
È un tema che mi sta particolarmente a cuore. La volontà “buona” attiene a una dimensione interiore in cui siamo consapevoli di noi stessi, delle nostre potenzialità, dei nostri limiti e della possibilità di superarli. Ed è solo accogliendo tutto questo che possiamo muoverci verso le vette più alte che ci è consentito raggiungere.

È un lavoro difficile e faticoso, ma estremamente affascinante e gratificante. Per quanto mi riguarda, lo affronto ogni giorno cercando di “camminare il cammino”, osservandomi e prendendo atto di come certe energie talvolta abbiano ancora la meglio su me stesso.
Una sfida continua, che si ripropone quotidianamente anche nel realizzare con lucidità che il lavoro di allargamento della coscienza è costante e infinito come la coscienza stessa.

Ora lascio spazio a Mauro Ventola. Sarà lui infatti, nell’articolo che segue, a presentarvi il contenuto del suo libro con la passione che lo contraddistingue

NICCOLO’

Il Progetto Volontà e la missione del nostro tempo

a cura di Mauro Ventola

Mauro Ventola

Mauro Ventola

La mia passione per la Psicosintesi si fonda sul fatto che è una delle poche discipline di lavoro interiore, che considera l’uomo – e la sua possibile evoluzione – come un sistema aperto, e al tempo stesso è aperta a nuovi contributi.
La gioia vitale che viene dal concepire l’uomo come un essere aperto, è la stessa che ci conduce al ‘reame di possibilità’ di concepire un uomo capace di incorporare e di assumersi fino in fondo l’impegno della missione del proprio tempo. Un altro punto di enorme valore della Psicosintesi, è infatti quello di ‘includere e trascendere’ alcuni temi cari all’esistenzialismo.
E nonostante la dichiarazione di una ‘pura coscienza’ nell’uomo, in questa visione noi diventiamo autoconsapevoli non da soli, ma in una dialettica costante con la realtà. Diventiamo noi stessi in questa situazione, in questo momento.

Alberto Alberti, in alcuni suoi importanti scritti, ha proprio definito l’uomo come un «esser-ci» – parola chiave in tutte le visioni esistenziali sulla natura umana. Cioè «non un osservatore astratto e distaccato dalla vita, bensì un essere che c’è, un soggetto vivente, ancorato alla realtà, una presenza viva e vitale che esiste di fatto, che sperimenta la vita e s’immerge concretamente nelle sue esperienze». In altre parole, noi diventiamo pienamente umani nelle situazioni che viviamo.

Ma quando parliamo di apertura, possiamo spingerci ancora più in là. L’apertura è tanto l’essenza del nostro essere quanto del nostro divenire. A questo riguardo il grande filosofo tedesco Martin Heidegger

Martin Heidegger

Martin Heidegger

ha scritto che l’uomo è una radura (Lichtung), uno spazio in cui le cose accadono.
Una radura può essere più o meno vasta, più o meno pulita, più o meno luminosa; più o meno aperta all’Essere. Da questo punto di vista il cammino e la promessa che tutti noi condividiamo – di passare dal molteplice all’uno, è un cammino che ci promette, attraverso l’impegno, di diventare delle radure più luminose. Non solo per il presente; ma anche nel senso importantissimo di riuscire ad ospitare in noi stessi il futuro – sotto una nuova luce.

In quanto essenziali radure, il nostro compito è decidere come le cose accadono e accadranno, ed in questo senso siamo responsabili del nostro futuro. E se, come molti di noi hanno scoperto, è la volontà ciò che ci permette di scegliere, e allora siamo responsabili di un atto di volontà fondamentale: la scelta di vivere in un universo benevolo – e quindi di consegnare alle generazioni che verranno un futuro che supporta e onora i valori della vita – o se vivere in un universo malevolo.

È quella che Albert Einstein ha chiamato «la scelta fondamentale di ogni uomo».
È una scelta intima, che possiamo volere solo dal Centro, ma è una scelta che riguarda non solo noi stessi. Nel compiere quest’atto di volontà, scegliamo indirettamente anche per il mondo intero. Così come un uomo che si ubriaca su una strada, trasmette ad un bambino che lo guarda la sua implicita definizione di cosa significa essere umano per lui.

Ma come anticipavo, la Psicosintesi include e trascende alcuni temi dell’esistenzialismo. Include, poiché si fonda sui suoi temi principali come l’identità, i valori, le decisioni, la libertà e il futuro. Ma al tempo stesso rappresenta un esistenzialismo che dice «Sì» alla vita, piuttosto che «No».

E come noi non possiamo non scegliere, perché anche una non scelta è una decisione, così noi in quanto soggetti di volontà non possiamo non volere, perché anche un rifiuto della volontà la presuppone. Il «No» alla vita, è comunque un atto di volontà. Al contrario il «Sì» pieno alla vita conduce al reame di possibilità che manifesta la sua Chiamata Individuale.

Ma non abbiamo solo una Chiamata Individuale; abbiamo anche una Chiamata Collettiva – la missione specifica del nostro tempo. E credo che uno dei compiti principali della nostra generazione – e per generazione intendo tutti i vivi di un particolare momento storico, e quindi apparteniamo alla stessa generazione – sia quella di abbracciare strettamente il nostro destino e il futuro della nostra epoca. Se, come sappiamo, diventiamo noi stessi nelle sintesi con la vita e con il mondo esterno, in questa epoca complessa in trasformazione c’è qualcosa di profondo che ci Chiama, e a cui occorre una risposta non solo per il mondo, ma anche per non perdere noi stessi.

Noi sappiamo che possiamo avvicinarci alla Chiamata della nostra vita tramite due grandi forze: la disperazione o l’ispirazione. Entrambe le forze sono fondamentali, possono aiutarci a destarci dal sonno della coscienza, e a trovare la nostra «strada con un cuore». Ma trovarla non basta, se il lavoro si espande oltre noi stessi occorre comunicarlo. E fin dal primo momento in cui ho cominciato a declinare nella realtà l’intento di comunicare queste scoperte ai giovani della mia generazione – soprattutto ai più dotati – ho compreso fin da subito la necessità di cercare e individuare nuove forme, nuovi linguaggi adatti a questo specifico tempo.

Victor Frankl

Victor Frankl

Einstain a Santa Barbara

Einstain a Santa Barbara

Io credo che i giovani della mia generazione (stavolta uso questo termine nel senso convenzionale) non soffrano tanto di un ‘vuoto di significato’, come credeva Viktor Frankl per la sua epoca e la sua generazione, ma di un vuoto ontologico, di un vuoto dell’essere.

Molti di loro avvertono una nostalgia esistenziale, l’esperienza che ‘qualcosa manca’, qualcosa che resta sempre indefinito, poiché a mancare è l’esperienza della propria identità e della propria vita, della propria specifica Chiamata e la relativa consapevolezza del proprio «posto nello schema».

E proprio per questo, credo che la Psicosintesi possa offrire risposte fondamentali, ed essere un’utile guida. Per farlo, però, sono certo che sia indispensabile creare un canale tra le nostre generazioni, connettendo passato e futuro in una danza coreografica capace di nutrire le nostre essenze in un mondo di impressioni che nutre le nostre personalità, e che sappia rispondere ai problemi più urgenti ed importanti del nostro tempo.

E relativamente a questo punto, Roberto Assagioli ha lasciato esplicitamente aperto un progetto in particolare per le generazioni del futuro: il «Progetto Volontà».
Assagioli ha scritto:

«Il programma (…) può essere ampliato e modificato. È la base per un lavoro futuro che può fruttare enormi ricompense»

Uno dei più grandi paradossi del mondo in cui sono nato – e in particolare di questo preciso momento – è che noi non siamo in crisi perché non abbiamo le tecnologie esterne per risolvere i nostri problemi. Noi siamo in crisi perché non abbiamo i poteri interiori sufficienti per farlo. E più in particolare non abbiamo la volontà di applicarli in un senso più buono, audace e profondo di quanto siamo riusciti a fare finora.
In altre parole, ciò che manca a legare i nostri poteri interiori è la volontà, e soprattutto il suo aspetto buono. Per questo sono convinto che il «Progetto Volontà» possa rispondere davvero, e profondamente, alla missione del nostro tempo.

Questo libro nasce dal confronto aperto con centinaia di giovani della mia generazione e dopo aver a lungo riflettuto su come rispondere all’emergenza spirituale e al «vuoto ontologico» di questi ultimi.
È concepito come una ripresa concreta del Progetto Volontà, e in particolare vuole offrire un ‘contesto’ all’interno del quale lo sviluppo dei poteri interiori – e in particolare lo sviluppo di una volontà integrale e le sue ricerche – possano essere naturalmente percepiti come un lavoro contemporaneamente urgente e di valore.
Le idee che in-formano questo contesto sono molto semplici:

1 Tu puoi fare la differenza
2 Scegli di vivere in un mondo io e te, piuttosto che io o te
3 Trova e accetta il tuo scopo nobile (o la tua Chiamata)

Assagioli

Assagioli

Queste idee vogliono proprio valorizzare i tre aspetti fondamentali di una volontà integrale:

forte, buona, saggia.

Costituiscono un tentativo di raccontare un’altra storia, un’altra mitologia in grado – stavolta – di supportare la Vita e una volontà in grado di dirle Sì – Sì due volte.
Joseph Campbell, allievo di Jung e fondatore del modello del Viaggio dell’Eroe, alla fine della sua vita affermò che la più grande sfida del nostro tempo è quella di offrire una nuova «cosmologia», in grado di dare all’uomo una nuova visione di se stesso e del suo «posto nello schema».
Una nuova mitologia vitale, in grado di farci uscire dal quadrato della mente duale e di farci accedere al cerchio – l’esperienza della vita.

«La gente sostiene che stiamo cercando solo di dare un significato alla nostra vita. Io non credo che ciò che cerchiamo davvero sia questo. Quello che cerchiamo è piuttosto l’esperienza di essere vivi. Così che le nostre vite fisiche abbiano risonanza interiore, e ci facciano provare il rapimento del vivere». – JOSEPH CAMPBELL

Il mio libro è nato da questo impegno, da una serie di vite che si sono incrociate, e da una serie di atti di volontà congiunti.
La sua pubblicazione è stata finanziata tramite una raccolta fondi organizzata in una serie di conferenze gratuite tenute dal sottoscritto in una serie di Associazioni sul territorio di Napoli che si occupano dell’evoluzione della coscienza.
L’altra notizia è che una delle condizioni di questa pubblicazione è che l’intero ricavato di questo saggio verrà dedicato alla costituzione di un Fondo della casa editrice che lo ha pubblicato, Iemme Edizioni, destinato a finanziare future ricerche sui temi dello sviluppo della coscienza, dando spazio primariamente ai giovani.

Come dicevo all’inizio, la Psicosintesi può essere vista come un insieme di idee, di principi e di impressioni, che ci conduce a dire di «Sì alla vita» – in un mondo di impressioni progettato per dire «No».
E il Sì alla vita, come mi ha spiegato di recente un anziano Professore universitario di filosofia esistenzialista deve essere un Sì particolare:

«Sì, Sì alla vita. – Ha detto letteralmente questo professore – Due volte Sì. Perché non basta dire Sì alla vita una volta. Perché poi la vita, come dire, è ‘fetente’: cioè nel senso che si ripete, e mostra i suoi aspetti negativi. Allora alla vita bisogna saper dire di Sì due volte. Anche quando ritorna il peggio. Perché è proprio lì che si può operare una rottura, selezionarlo, e fare in modo che ritorni sotto un’altra modalità».

E forse il professore, non volendo, ha fatto riferimento a una serie di temi cari alla Psicosintesi: la disidentificazione (la «rottura»), la scelta («selezionarlo»), ma soprattutto all’idea che il primo atto di una volontà pienamente umana è «voglio volere», come ha scritto Assagioli in una delle sue ultime lezioni sulla volontà.
Un’affermazione che presuppone il Sì alla vita, la scelta di un universo benevolo. Arrivare a dire «Voglio Volere» è l’inizio e la fine di questo progetto. E allora in questo caso la nostra responsabilità è davvero grande, perché svegliarsi significa incorporare un atteggiamento, dei valori, ma soprattutto «prendere una posizione» verso la vita, che oggi è davvero contraria a quella assunta dalla gran parte delle persone. E in questo senso il nostro compito è estremamente vasto; è immenso.
Un compito che fa tremare la gran parte di noi, e richiede una immensa fiducia e quel coraggio esistenziale di cui parla Rilke in una sua straordinaria poesia:

«Again and again in history
some special people wake up.
They have no ground in the crowd
and move to broader deeper laws.
They carry strange customs with them
and demand room for bold and audacious action.
The future speaks ruthlessly through them.
They save the world».
RAINER MARIA RILKE

«Ancora e ancora una volta nella storia/alcune persone speciali si svegliano/Non hanno terreno sotto i piedi/ ma emergono in accordo a leggi più vaste./Portano strani costumi con loro, e chiedono spazio per un’azione coraggiosa e audace./Il futuro parla brutalmente attraverso di loro./Loro salvano il mondo». – RAINER MARIA RILKE

Ed è proprio qui che il Progetto Volontà e in generale la nozione di volontà fa la differenza. Dobbiamo ricordare che non possiamo non volere, che «restassimo anche muti e quieti come sassi, la nostra passività sarebbe ugualmente un’azione».
Se ogni cosa conta, se ogni cosa ha un posto, alla fine i nostri atti di volontà non possono non fare la differenza in un modo o nell’altro, poiché «ogni nostra parola ha degli echi, ogni silenzio anche».

CONGRESSO  INTERNAZIONALE  DI PSICOSINTESI

“ESSERE  il  FUTURO”

 

Considerato il successo ottenuto dal Congresso Internazionale di Psicosintesi tenutosi a Giardini Naxos dal 2 al 5  giugno offriamo di seguito una breve  sintesi delle tematiche affrontate.

SINTESI DEI LAVORI della PRIMA GIORNATA

A cura di Mauro Ventola

 

«From the Eternal, out of the past, in the present, for the future».

Roberto Assagioli

 

Giardini Naxos (Me) – Oggi, 2 Giugno 2016, si è tenuta la prima intensa giornata del Congresso Internazionale di Psicosintesi, basato sul tema «Psicosintesi per il futuro». È già emerso un nucleo di idee importante, cuore pulsante di un nuovo paradigma o ‘contesto’ all’interno del quale abbiamo l’opportunità di compiere il nostro atto di volontà fondamentale: dire alla vita. Nei miei libri ho dedicato centinaia di pagine di riflessione sul tema del futuro, per cui sono consapevole che si tratta di un argomento delicato.

«Il futuro ha molti nomi», diceva Victor Hugo, «per gli incapaci è irragiungibile, per i paurosi è sconosciuto, per i coraggiosi è opportunità». Ontologicamente – cioè nella sua essenza – il futuro è inconoscibile, ma qui stiamo parlando di qualcosa di diverso: parliamo del futuro che, attimo per attimo, ospitiamo nella nostra coscienza. In questo senso, noi siamo responsabili di un viaggio molto vasto, di un grande mito che ci precede e di cui siamo eredi.

Sergio Guarino, Direttore del Centro di Psicosintesi di Catania, ha inaugurato ufficialmente il Congresso parlando dei miti e del loro influsso fondamentale sull’evoluzione e la coscienza umana. Come diceva Joseph Campbell infatti – che per l’intera sua vita ha studiato i miti di tutti i tempi – noi non siamo nati umani, ma siamo nati con il privilegio di diventare umani, e diventare pienamente umani è l’avventura della nostra vita.

La Psicosintesi promette di accompagnare le persone, i gruppi e la collettività attraverso questo viaggio, ma soprattutto nell’intento di costruire un mito in grado di supportare la vita. Quelle che sono emersi dai miei appunti personali della giornata, sono un nucleo di idee che promettono questo: nutrire le nostre essenze, in un mondo di idee veicolate per le nostre personalità (maschere).

Maria Vittoria Randazzo, Presidente dell’Istituto Italiano di Psicosintesi, ha parlato dell’importanza di consacrare il presente per il futuro. Lo scopo della Psicosintesi è infatti quello di «essere di ispirazione per nuovi modelli economici, politici e sociali»; e per adempiere a questo grande compito dobbiamo non tanto tendere verso il futuro, ma «essere il futuro». Il primo passo per farlo è «uscire dal passato», così da creare uno «spazio creativo» dal quale guardare al nuovo, per generare ciò che mi piace chiamare ‘nuovi reami di possibilità’: nuovi orizzonti per supportare la vita.

La Presidente ha fatto un passaggio successivo, che è necessario testimoniare e ricordare: tutto ciò non avviene inconsciamente, meccanicamente; per compiere tutto questo occorre un reale atto di volontà. E la qualità più importante della volontà, che ci collega immediatamente al futuro, è quella dell’audacia. «Dobbiamo osare, osare». Del resto, lo stesso Goethe aveva affermato che è proprio l’audacia a rendere disponibili i reami di possibilità, a dare nuovo spazio alla vita; è stato proprio Goethe a collegare questa qualità col futuro:

«C’è una verità elementare, la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la provvidenza si muove. Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti mai sarebbero avvenute… Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fare, incominciala. L’audacia ha in sé genio, potere, magia. Incominciala adesso».

Carla Fani ha aggiunto a questo slancio una sfumatura umana, troppo umana: la nostra fragilità di fronte alla vita, e la necessità di aprirci all’Essere. È passare dal quadrato (la mente) al cerchio (la vita) aprendosi a ciò che include e trascende ciò che possiamo concepire. Carla Fani, Presidente della Società Italiana di Psicosintesi Terapeutica, ha raccontato di avere inizialmente preparato uno schema, una traccia di ciò che doveva dire. Ma ieri, nel venire al Congresso, dall’autobus ha assistito ad un incidente. Ha chiesto all’autista di scendere e – come medico – ha cercato di dare una mano, e «una persona mi è morta tra le braccia».

Questo evento ha cambiato il suo stato d’animo, il suo essere, e le ha ricordato l’elemento del caos. È fondamentale, per essere pienamente umani: «imparare a restare di fronte al caos». Il caos ci destruttura, destruttura le nostre certezze e le nostre superficiali identificazioni. Quando lo incontriamo, vale la pena sostare in una domanda ontologica, in una domanda sul nostro essere: «Che cosa mi resta nel caos?». Restare di fronte al caos, è stato il messaggio della Presidente della SIPT, «ci pone di fronte ad una soglia». E per poter restare e andare oltre, dobbiamo «ritrovare una sapienza, una saggezza che viene dal profondo dall’essere».

Ritorniamo così al tema fondamentale del mito che dobbiamo vivere, della mitologia che siamo Chiamati a vivere. Una tappa fondamentale del mito della nostra vita è varcare la soglia. E la soglia eccede sempre ‘chi pensiamo di essere’; l’unico modo per superarla è superare noi stessi. E Carla Fani ha implicitamente rimarcato questa verità quando ha detto: «L’evento di ieri mi ha cambiata, mi ha destrutturata. La verità che abito ora è cambiata, la verità che devo dirvi e che porto dentro di me è diversa». Mi è venuta così alla mente una frase del filosofo Bertrand Russell – certamente non una persona che si occupata di spiritualità o di transpersonale, ma un filosofo ateo e logico – che però una volta scrisse a se stesso queste parole:

«Devo, prima di morire, trovare qualche modo di dire la cosa essenziale che è in me, che io non ho mai detto, una cosa che non è amore né odio, né pietà né disprezzo, ma che è il vero respiro della vita, violento, e che arriva da molto lontano, portando nella vita umana la vastità e la forza spaventosa, impassibile… delle cose non umane».

Cosa mi resta nel caos? Se mi pongo la domanda che la Presidente della SIPT mi ha suggerito, non posso che riemergere a me stesso con l’intuizione di Russell: essere il futuro vuol dire dire la cosa essenziale che è in noi, la nostra verità, e che è un riflesso del più ampio respiro della vita, che mi include e mi trascende.

Subito dopo Carla ha preso la parola Piero Ferrucci, psicoterapeuta e allievo diretto di Roberto Assagioli. Il suo intervento, intitolato «Il sogno di Platone», ha aggiunto una scintilla di vita al nucleo di idee e al ‘reame di possibilità’ che queste stanno dichiarando per noi. Platone, ha spiegato Ferrucci, ha indagato e trasmesso la sua verità tramite i miti e le analogie. Nella Repubblica, ci ha parlato del mito di Er. Secondo questo mito quando le anime si incarnano, scelgono il loro daemon (demone, inteso come vocazione) e quindi l’essenza della loro prossima vita. Non è qualcosa che avviene soltanto, ma che viene scelto. «L’unica condizione», ha spiegato Piero Ferricci, «è che una volta scelta la tua vita si non si può tornare indietro». Platone ci ha anche spiegato che questa scelta deve essere guidata da due consapevolezze simultanee:

  • La consapevolezza del Bene;
  • La consapevolezza della Sofferenza.

Al contrario dei sofisti, per cui il saggio è un infelice, per Platone il saggio vive secondo il Bene. Quella di Platone non è stata – naturalmente – l’unica posizione filosofica. Il filosofo Thomas Hobbes ha considerato l’uomo come «lupo per l’altro uomo», e l’esistenza una lotta per la sopravvivenza. Ma le ricerche degli scienziati attuali, come quelle di Tomasello, danno ragione a Platone: siamo attrezzati a vedere e a riconoscere il Bene, solo che – dimenticando noi stessi – lo dimentichiamo.

A questo punto Piero Ferrucci ha mostrato la foto di una lacrima. «L’essere umano è l’unico essere che può piangere; gli animali lacrimano, ma solo l’uomo piange come segnale di dolore». E a questo punto vorrei precisare che esistono due tipi di lacrime; lacrime che si distinguono secondo la loro qualità. Esistono quelle lacrime che provengono da uno sfogo, che generiamo in seguito a uno scarico, o quando viene attaccata una nostra identificazione. Sono lacrime che cercano di ripristinare il flusso energetico, e di cui parlano gli studiosi dell’organismo come Lowen. Ma esiste anche un’altra qualità di lacrime: quelle che provengono da valori transpersonali, superiori, eterni. Le seconde, sono Lacrime dall’Essere e non dalla personalità.

In ogni caso, Piero Ferrucci ha continuato parlando della distinzione tra i «valori intrinseci» (salute, amore, benessere, eccetera) e «valori estrinseci» (sicurezza, potere, icchezza, immagine pubblica), e chiarendo che dobbiamo scegliere sempre a cosa dare primariamente la nostra attenzione. Ma dobbiamo ricordare che ciò a cui diamo la nostra attenzione avrà una conseguenza. Una vita sui valori intrinseci dona pienzza e salute mentale, mentre focalizzarci primariamente su quelli estrinseci genera stress e mancanza. Il massimo valore intrinseco è quello dell’essenza, e lo scopriamo nella relazione. C’è stato un momento in cui Piero Ferrucci ha detto: «Se io dovessi dirvi una sola cosa importante, operativamente, della Psicosintesi, è proprio questa: vedere l’Anima di chi abbiamo di fronte».

L’intervento è terminato con la metafora della Caverna di Platone. Degli uomini si trovano in una caverna, incatenati, e vedono su un muro le ombre della vita; quando fuoriescono dalla caverna e scoprono la vita e la verità, ciò che dicono viene messo in dubbio dagli altri – «e, dice Platone, rischiano di essere uccisi». Per Ferrucci, la metafora della Caverna di Platone contiene tre idee fondamentali, che sono alla base della terapia e della trasformazione personale. Si tratta dell’importanza di:

  1. Liberarsi dalle Catene;
  2. Sopportare la Luce;
  3. Condividerla con gli Altri.

Platone, ricorda Ferrucci, partì per la Sicilia cercando di fondare uno stato giusto, ma non ci riuscì. Alcuni considerano il suo sogno fallito, ma non è così. Il motivo si trova in proprio in una sua frase, alla fine della Repubblica: «La città ideale è quella che riusciamo a costruire dentro la nostra anima». «Allora, qual è il sogno di Platone?», ha chiesto Ferrucci. La Psicagogia (parola che indica il «dominio di sé»). Non a caso questo è primo nome che Roberto Assagioli ha dato alla Psicosintesi. «La Psicosintesi, è il sogno di Platone».

Per quanto mi riguarda, il nucleo di idee fondamentale che questi autori mi hanno trasmesso oggi, è un veicolo potente che si muove nella direzione di interrompere la «peste emozionale» che ci allontana dalla vita, e ridarci il respiro. Il mito, l’audacia, la nostra propria verità, le lacrime dall’essere e la luce, sono più che semplici idee. Sono ‘nutrimenti psichici’ in grado di nutrire le nostre essenze, in un mondo di influenze progettato per nutrire le nostre personalità.

Uno dei filosofi che mi ha più influenzato è l’esistenzialista Martin Heidegger. E Heidegger ha scritto che l’uomo è una «radura» (Lichtung). Una radura può essere più o meno luminosa, più o meno aperta, più o meno spaziosa o vasta. Il modo per creare uno spazio per il futuro si esprime nella radura che siamo nel presente. Si tratta non di tanto di tendere al futuro, quanto di «essere il futuro», come la Presidente dell’Istituto ha ricordato; e farlo con nonostante l’incertezza che il caos comporta, trovando il nostro allineamento a quelle leggi più vaste che si esprimono con la vera gioia e le vere lacrime.

Quando riusciamo farlo, non siamo noi a fare un convegno sul futuro; è il futuro a parlare brutalmente attraverso di noi.

 

«Ancora e ancora nella storia.
Alcune persone speciali si svegliano.
Non hanno il terreno sotto i piedi,
Ma sono mossi da leggi più vaste.
Portano strani costumi con loro
E chiedono spazio per azioni coraggiose e audaci
Il futuro parla brutalmente attraverso di loro.
Loro cambiano il mondo».
Rainer Maria Rilke

 

Mauro Ventola,
Socio dell’Istituto Italiano di Psicosintesi
Membro del Gruppo Studi & Ricerca di Psicosintesi

 

I partecipanti

I partecipanti

I lavori del congresso

I lavori del congresso

I relatori della giornata inaugurale

I relatori della giornata inaugurale

L'intervento di Piero Ferrucci

L’intervento di Piero Ferrucci

 Mauro Ventola

Mauro Ventola

Piero Ferrucci e Mauro Ventola

Piero Ferrucci e Mauro Ventola

Mauro Ventola

Mauro Ventola

Relatori

Un momento del congresso

 

0 1648

Giardini Naxos (Me). Siamo lieti di annunciare il Congresso Internazionale di Psicosintesi organizzato dall’Istituto di Psicosintesi Italiano e dalla Società Italiana di Psicosintesi Terapeutica (SIPT) di Firenze.
Il Congresso si svolgerà nella splendida cornice della Prima colonia Greca di Sicilia, Giardini Naxos, , dal 2 al 5 Giugno 2016 nella sala convegni dell’ ATA Hotel Naxos Beach.

I  Convegnisti saranno in un luogo mitico, immersi nella luce del mare Mediterraneo e nell’aura di una cultura millenaria.
La cornice del mare, del Parco Archeologico di Naxos, saranno perfetti per immergersi nella Bellezza della natura e della creatività umana, e continuare quel dialogo internazionale apertosi nel 2012 a Roma – Rocca di Papa, quando la comunità psicosintetica sentì il desiderio di ri-unirsi e ri-conoscersi attraverso le numerose espressioni testimoniate da psicosintetisti giunti da tutto il mondo.
Fu sulla parola “Mondo” che nel corso del primo congresso  furono lanciati molti semi di studio e di lavoro comune, pur a grandi distanze geografiche.

 Gli organizzatori hanno lanciato l’invito per il secondo congresso internazionale in cui osservare con quali nuove visioni e rinnovati strumenti abbiano operato nelle singole realtà nazionali e nella rete mondiale di Psicosintesi. Molti collegamenti sono nati fra centri di Psicosintesi di differenti paesi e continenti. E’  giunto il tempo per verificare i primi frutti nati da quei semi e riflettere sulle Mete che l’Umanità percorre nella sua evoluzione.

GLI ORGANIZZATORI:

“Ci interrogheremo sul contributo che ad esse la Psicosintesi può offrire con la sua visione transpersonale che integra e trascende le coscienze nazionali in sentimento internazionale e poi in  rete planetaria.

Nei tanti luoghi del nostro pianeta quali segni abbiamo colto del Nuovo che avanza?
In quale modo la Psicosintesi può contribuire ad edificare un Futuro giusto e bello e a percepire l’Avvenire che ci viene incontro?
Quale il nucleo centrale della Psicosintesi che continueremo a condividere pur nelle trasformazioni in atto?
Getteremo uno sguardo sul Futuro della Psicosintesi.
Questi gli elementi che ispirano il Congresso Internazionale del 2016.

Intendiamo proseguire l’interessante esperienza dei Gruppi Co-creativi con la novità di un settore aperto al “nuovo che avanza” e proponiamo una serie di argomenti su cui sviluppare le relazioni e i lavori di Gruppo. Una sessione del Congresso sarà dedicata a quelle innovazioni apportate da amici della Psicosintesi  alla mappa dell’ovoide e alla posizione del Sé transpersonale. Crediamo che sia importante dialogare insieme su questo punto e l’aria di Taormina, ricordandoci l’amore per la cultura del dialogo cara ai greci e alla Magna Grecia, ci sosterrà e nutrirà.
Saranno le differenti posizioni a permettere un’unione di opposti, capace di realizzare “il prodigio di vivere tra i due, conseguendo il nous senza perdere l’anima; addentrandosi per quanto è possibile nella libertà senza annientare né umiliare la vita delle viscere”. Per dirlo con le belle parole della filosofa Maria Zambrano.
Sapremo dialogare e dal molteplice ci accosteremo all’unità con la  qualità preziosa dell’umiltà,  con l’ardire di sognare verità ancora non manifeste per cui già partecipiamo del Futuro, consapevoli di nascere al mondo per completare la nostra esistenza di anime originali, uniche, e per partecipare alla costruzione di una società pienamente umana.

Sull’onda di queste riflessioni auguriamo a tutti noi di preparare e poi di condividere un entusiasmante lavoro biopsicosintetico.”

Maria Vittoria Randazzo                             Carla Fani
Presidente Istituto di Psicosintesi               Presidente SIPT

 

PROGRAMMA:

Giovedì 2 Giugno  2016

Venerdì 3 Giugno  2016

Sabato 4 Giugno  2016

Domenica 5 Giugno  2016

 

 

 

RIMANI IN CONTATTO