GENNAIO - FEBBRAIO - MARZO 2024
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santuario di vena

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Piedimonte Etneo – Santuario di Vena (Ct).  E’ stato un tuffo nella storia, un esperienza suggestiva ed emozionante quella di assistere alla cerimonia di investitura di due nuovi cavalieri templari in una prestigioso tempio religioso conosciuto in tutto il mondo, il Santuario di Vena a Piedimonte Etneo. Protagonisti dell’evento svoltosi nella chiesa giubilare collocata alle pendici dell’Etna sono stati i Templari degli Enti appartenenti al Gran Priorato d’Italia OSMTH riuniti per celebrare il Capitolo Nazionale Annuale. Ad ospitare ed accogliere sul sagrato della chiesa  i nobili cavalieri e le dame dell’Ordine è stato Don Carmelo La Rosa rettore del Santuario di Vena.

 I cavalieri dell’antico ordine sono arrivati in Sicilia da tutta Italia per partecipare al Capitolo Nazionale Annuale scegliendo come sede logistica per il soggiorno la città turistica di Taormina. Durante la permanenza nella “Perla dello Jonio” sono andati in tour in alcune località storiche dell’Isola tra queste, Siracusa, Agrigento e,  il Santuario di S. Maria della Vena, importante meta religiosa del Giubileo della Misericordia del 2016 dove è possibile ottenere visitandolo, l’Indulgenza Giubilare. L’organizzazione del Capitolo siciliano è stata curata dal Priorato Magistrale delle Terre Sicule rappresentato dal Gran Segretario Priorale  Commendatore Nicola Scibilia, dal Tesoriere Priorale Cavaliere Ufficiale Santino Rizzo, dal Commendatore Salvatore Grasso e da tutti i cavalieri siciliani.

La visita al Santuario di Vena da parte dei Templari del Gran Priorato d’Italia è stata l’occasione per svolgere una cerimonia di investitura di due postulanti, a nuovi cavalieri. Atmosfera epica e suggestiva quella vissuta dai numerosi visitatori e turisti intervenuti per assistere all’evento. Al loro arrivo i  cavalieri delle delegazioni hanno indossato i tradizionali mantelli con apposta la doppia croce rossa e le decorazioni dell’Ordine. Alla cerimonia di Vena era presente la gerarchia del Gran Priorato D’Italia (che ha sede a Padova) formata da S.E.  la G.P. Dama Gran Croce  Leda Paola Tonon, il Vicario S.E. CU Paolo Diana, il Gran Cancelliere Commendatore Vincenzo De Bortoli, il Delegato Magistrale per l’Italia S.E. Cavaliere CGC Andrea Sabellico, il Delegato Magistrale Emerito per l’Italia e ai rapporti con la Santa Sede Apostolica S.E. CGC Paolo Smagliato. Tra gli ospiti erano presenti, il Gran Priore di Francia S.E.  CGC Gerard   Willery con la delegazione, il Priore del Lombardo Veneto Commendatore Giovanni Zipponi con la sua delegazione, il Commendatario della Commenda San Michele Arcangelo delle Puglie Commendatore Mario Pironti, il Commendatario Emerito della Commenda San Michele Arcangelo delle Puglie Commendatore Vittorio Spaccapietre.

L’inizio della cerimonia è stato caratterizzato dal rituale che ha preceduto l’ingresso formale in chiesa  per celebrare la SS. Messa e la cerimonia di investitura Templare dei postulanti. La  celebrazione religiosa, come ha ricordato il Gran Commentatore Nicola Scibilia, è stata dedicata alla memoria dei Cavalieri Gran Croce Priori delle Terre Sicule Silvano Villanti, Silvio Crupi, Don Mario Policastro e tutti i Cavalieri defunti. L’ingresso in chiesa dopo la sfilata dei cavalieri con le loro insegne davanti la fonte battesimale collocata all’esterno del santuario ha dato inizio alla cerimonia templare.  Cavalieri e dame hanno sfilato con una marcia marziale formando un assise davanti l’altare, proiettando i fedeli in una suggestiva atmofesra epica di altri tempi. Sembrava di essere tornati indietro di secoli fino al Medio evo.  Dopo la recita del motto dei Templari “Non Nobis Domine Non Nobis Sed Nomini Tuo Da Gloriam” è iniziata la celebrazione officiata da Monsignor Gino Di Ciocco canonico protonotario apostolico di Roma e da Monsignor Antonino Cento.

Al termine della Santa messa è iniziata la cerimonia di nomina dei nuovi cavalieri. Ad introdurre i cerimonieri dell’investitura e i postulanti è stato in Gran Segretario Nicola Scibilia il quale ha ricordato come “il Priorato Magistrale delle Terre Sicule negli ultimi quindici anni è stato sempre presente in tutti i Capitoli Nazionali altresi nel 2010 ha partecipato anche al Capitolo Internazionale svoltosi a Coimbra in Portogallo dove è stato celebrato il 50° anniversario del Maestrato Internazionale del Gran Maestro Dom Fernando Pinto de Sousa Fontes. Nel 2012 il Priorato Magistrale delle Terre Sicule ha partecipato anche a Venezia al Capitolo Internazionale Annuale.”  La suggestiva cerimonia officiata da S.E.  G.P. Dama Gran Croce  Leda Paola Tonon è stata scandita da varie fasi caratterizzati da un antico protocollo risalente al periodo dei Templari costituito da formule recitate in latino e l’apposizione della spada sacra sulle spalle e  sulla testa dei postulanti così come si usava fare nel Medio evo quando vi era l’investitura di un nuovo cavaliere. I Postulanti di nuova nomina sono stati la Dama Alessandra Possamai ed il Cavaliere Antonino Francesco Italiano. Al termine dell’investitura la G.P. Dama Gran Croce Leda Tonon ha ricordato i nobili propositi che animano e motivano i Cavalieri Templari, azioni che dovranno sempre caratterizzare la loro vita. La consegna da parte della Tonon di onorificenze ad alcuni Templari e la tradizionale foto di gruppo ai piedi dell’Icona della Madonna della Vena, ha concluso la visita dei Templari al Santuario della Vena.

         ROSARIO  MESSINA

I TEMPLARI del Gran Priorato d’Italia una storia che parte da lontano

La tradizione Templare è Cavalleresca e militare. L’Ordine dei Templari fu fondato nel 118 a Gerusalemme, all’epoca delle Crociate, da un gruppo di nove cavalieri francesi provenienti dalla Champagne e dalla Borgogna, guidati da Ugo di Payens, nobile francese originario di Pagani (Salerno), vassallo del Conte di Champagne. L’ordine monastico, di stretta osservanza cistercense (benedettina), univa ai tre voti di povertà, castità e obbedienza, anche il giuramento di impygnare la spada per difendere i pellegrini, i luoghi e le strade della Palestina dagli infedeli. Gli statuti severissimi furono compilati da S. Bernardo di Chiaravalle parente del Conte di Champagne, nel 1128, ratificati poi nel Sinodo di Troyers da Onorio II e nel 1139 Papa Innocente II ne confermò la regola, dove veniva spiegata la missione dell’ordine e concessa loro l’esenzione dal potere vescovile, dipendendo essi direttamente dal Papa. Fu proprio questa loro autonomia che diede l’avvio alla loro futura potenza economica.

A Gerusalemme ebbero l’appoggio di Re Baldovino II, che li alloggio in una parte della sua reggia, che era prossima al luogo dove un tempo sorgeva il tempio di Re Salomone. Quella parte si chiamava Templum Dimini; da qui deriva il nome di “Templari”, i custodi del Tempio di Gerusalemme.

Per tutto il periodo delle crociate (quasi 200 anni), i cavalieri furono presenti nei luoghi conquistati e si coprirono sempre di gloria in difesa dei pellegrini e negli attacchi contro i musulmani. Gradualmente aumentarono la loro potenza ed il loro prestigio, grazie anche ad altri privilegi di natura fiscale e beni di proprietà e lasciti vari che seppero ben amministrare. Man mano che i luoghi santi cadevano in mano agli infedeli, i cavalieri si ritiravano nelle fortezze, prima a S. Giovanni d’Acri, poi a Cipro, infine la maggior parte di loro ritornò in Europa disseminandosi nelle varie sedi dell’Ordine. La casa madre era il Tempio di Parigi.

Furono grandi maestri nel campo dell’architettura, della medicina, nell’attività bancaria, abili anche nell’amministrare il tesoro della monarchia francese. Tanta ricchezza provocò l’invidia dei potenti, specie del Re di Francia, Filippo il Bello, con la complicità passiva del Papa Clemente V, Bertrand de Ghot, già arcivescovo di Bordeaux (periodo della “cattività avignonese” dei Papi). Furono accusati di eresia e di immoralità, imprigionati e torturati atrocemente. Giudicati dal potere laico  e non religioso, il Papa soppresse l’ordine “per via amministrativa”, nel 1312 al Concilio di Vienne, “con amarezza  e senza prove” incalzato dal re e dopo che il vescovo Sens aveva fatto bruciare 54 templari.

L’ultimo Gran Maestro dell’ordine fu Jaques de Molay, arrestato nel 1307 con altri 139 cavalieri. Dopo un lungo processo ed una lunga prigionia, fu arso vivo il 18 marzo del 1314 sul sagrato di Notre Dame a Parigi con altri cavalieri. Al momento del martirio il Gran Maestro volle essere rivolto verso Notre Dame e grido: “L’ordine è puro e santo, le accuse assurde, le confessioni menzognere”.

Purtroppo, dopo la fine ufficiale dell”ordine, noi brancoliamo nel buio, nella leggenda. I cavalieri si dispersero, rientrarono tra i cistercensi in Spagna, negli ordini di Calatrava e Montesa e in Portogallo dove re Dinis creò il “Nuovo Ordine dei Cavalieri di Cristo”.

La tradizione vuole che Jaques de Molay prima di morire, affidasse le reliquie, una parte del tesoro e i segreti dell’ordine al nipote conte di Beauyeu che riunì le fila e fu eletto Gran Maestro. Il suo successore si sarebbe rifugiato in Scozia perpetuando il magistero dell’Ordine che sarebbe poi confluito nella massoneria di rito scozzese.

Un altra versione invece narra che J. De Molay nel 1313 avrebbe designato il proprio successore nella persona di Giovanni Marco Larmenius.

 Jacques De Molay

Jacques De Molay

Gli storici o meglio i cronisti di allora, troppo presi da grandi eventi dimenticarono le vicende Templari e, da quel momento in poi l’ordine sarebbe vissuto nascostamente fino alla fine del “600”, quando in Francia venne alla luce un movimento di ispirazione templare, secondo un documento, la cosiddetta “Charta  Larmenius”.

Nel 1705 Filippo D’Orleans, nipote di Luigi XIV, assunse il titolo di Maestro e, a tal proposito convocò un Capitolo generale dell’ordine. Seguirono varie vicende e scissioni ed altri Gran Maestri si avvicendarono tra questi ricordiamo: il principe Louis Auguste de Bourbon Duca de Mine (1724-1736), il Principe Louis Henry de Bourbon  (1737 – 1741), il Principe Louis Francois de Bourbon de Conty 1741-1776) e così via. Dopo anni di vicende varie caratterizzate da tutto il male ed il bene dlel’epoca ivi comprese varie dissidenze, la riunificazione dell’Ordine si ebbe attraverso i buoni uffici del luogotenente magistrale Jean-Marie Raoul, le cui proposte vennero accettate il 18 marzo 1841 e ratificate nell’assemblea generale del 21 maggio dello stesso anno. I seguaci dell’ordine continuavano ad appartenere alle discendenze della più antica aristocrazia di Francia e d’Europa. Nel 1848 la Francia era di nuovo in subbuglio e l’Assemblea Costituente con la legge del 28 luglio vietò l’attività di tutto gli Ordini e di ogni associazione prevedendo ammende e pene detentive. Cosicchè la Casa madre di Parigì cessò ogni attività il 4 febbraio del 1850. A  Jean-Marie Raoul subentrò con incarico di luogotenente magistrale Narcisse de Valleray che mantenne attivi alcuni balivati provinciali nonchè i contatti con le grandi precettorie d’Europa ed Americane. Dopo la rivoluzione e la proclamazione di Napoleone III ad Imperatore dei francesi, l’Ordine riprese la sua attività ed acquistò nuovo prestigio. Con un decreto del 13 giugno 1853 Napoleone III autorizzò tutti gli insigniti a portare in pubblico le decorazioni dell’Ordine. Nel 1857 il reggente Narcisse de Valleray ripristinò quale insegna ufficiale dell’Ordine l’antica croce patriarcale. Nello stesso anno venne eletto Gran Maestro Giorgio V re di Hannover. Seguirono altri reggenti.

Nel 1894 a seguito di un convegno a Bruxelles venne costituita una Segreteria internazionale dei templari (nel 1934 invece venne creato un Consiglio di Reggenti).

Facciamo un passo indietro nel 1873 quando la storia dell’Ordine dei Cavalieri Templari si separa dalla Francia, trasferendosi in altri Paesi. Nel 1873 infatti, la carica Magistrale fu affidata al principe Alberto Edoardo (futuro Re Edoardo VII) della dinastia Coburgo Hannover, figlio della regina Vittoria e del principe consorte Alberto di Sassonia-Coburgo (1873-1910). Rivestì il ruolo di Gran Maestro dal 1873 fino alla sua morte nel 1910 quale re d’Inghilterra e Imperatore delle Indie.

Il Supremo Consiglio dell’Ordine, riunitosi alla morte di Edoardo VII, re d’Inghilterra ed Imperatore delle Indie, e Gran Maestro dell’Ordine dal 1873, nominò quale suo successore, Guglielmo II imperatore di Germania che rimase in carica dal 1910 al 1915 in quanto l’inizio delle ostilità della Prima Guerra Mondiale consigliarono al Gran Maestro di rassegnare le sue dimissioni dall’Ordine.

  Nel 1920 venne eletto un “Consiglio di Reggenza” (1920-1935) con sede in Belgio il quale nel 1935 elevò alla carica di Reggente il Cavaliere di Gran Croce, Thèodoro Covias (1935- 1938, incaricato di intraprendere contatto con le varie Precettorie al fine di concordare unitariamente la candidatura di un nuovo Gran Maestro.

Nel 1938 a Theodoro Covias successe, nel Governo dell’Ordine il cavaliere Gustave Joseph Jonckbloedt de Juge, membro del “Consiglio di Reggenza del Belgio” (1938-1940).

 

Il Gran Priorato di Antonio Campello Pinto de Sousa Fontes

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale l’archivio fu portato in Portogallo al Gran Priore della Provincia Lusitana, don Antonio Campello Pinto de Susa Fontes. Nel 1942 egli fu nominato Reggente e Guardiano dell’Ordine che assunse il nome di “Sovrano Ordine Militare del Tempio di Gerusalemme”. Alla sua morte nel 1960 la  maestranza è stata assunta dal figlio don Ferdinando de Sousa Fontes, attuale Gran Maestro e Capo dell’Obbedienza, la più importante obbiedienza templare nel mondo, con adepti in tutta Europa, Canada, Stati Uniti e America del Sud.

Fu nel 1948 che Antonio Campello Pinto de Sousa Fontes (1887-1960) designa a succedergli come Gran Maestro il figlio Fernando Campello Pinto de Sousa Fontes, designazione contestata dai critici di quest’ultimo, che replica esibendo documenti registrati presso le autorità portoghesi. Alla morte di Antonio, il 15 febbraio 1960 a Porto, Fernando assume il titolo di “Principe Reggente”. Peraltro, diverse branche nazionali avevano un’esistenza autonoma, non avendo riconosciuto l’autorità di Antonio. Altre branche nazionali si separano in occasione della successione di Fernando, dichiarandosi indipendenti. Nel 1970, a Parigi, alcuni dei Gran Priorati che non accettano l’autorità di Antonio Sousa Fontes si riuniscono a Parigi e nominano Gran Maestro il maresciallo polacco Antoine Zdrojewski (1900-1989).

Da questo momento esistono tre principali filiazioni internazionali: una di obbedienza Sousa Fontes; una di obbedienza Zdrojewski; e una che riunisce coloro che non riconoscono Sousa Fontes ma diffidano di Zdrojewski e delle voci che lo collegano al sottobosco dei servizi segreti francesi. Rendendo il quadro estremamente complicato, tutte le filiazioni usano sia la sigla latina OSMTH (Ordo Supremus Militari Templi Hierosolymitani) sia quella francese OSMTJ (Ordre Souverain et Militaire du Temple de Jérusalem). Nascono pure una dozzina di altre organizzazioni e numerosi priorati nazionali “indipendenti”. Più tardi si formano varie federazioni internazionali, alcune peraltro di esistenza effimera. Gli scismi sono stati complicati negli ultimi anni dal desiderio – e dalla necessità – per tutti i gruppi neo-templari di prendere le distanze da una scheggia impazzita del loro movimento, l’Ordine del Tempio Solare, protagonista dei suicidi-omicidi del 1994-1997.

I  Priorati d’Italia

Le vicende italiane risentono di quelle internazionali e non sono meno complesse. Il Gran Priorato italiano, come si è accennato, nel 1815 si dissocia da Fabré-Palaprat e dalle sue credenze “gioannite”. L’autonomia è ribadita al Capitolo tenuto a Venezia nel 1867, e “sia pure con non molti membri”  il Gran Priorato continua la sua esistenza fino al 1945, quando il suo ultimo Reggente, Alessandro Vettori di San Marco e Valdorica (1888-1945), in carica dal 1925 e di idee politiche fasciste, è ucciso dai partigiani a Bologna.   Negli anni a seguire vi è una proliferazione di ordini e priorati dai quali scaturisce una dialettica fra due polarità, una cattolica e una laico-massonica: fra chi sogna di ricostruire l’Ordine del Tempio nell’ambito della Chiesa cattolica e chi è di solito contemporaneamente neo-templare, martinista e massone regolare o “di frangia”.

Diverse organizzazioni di obbedienza Sousa Fontes si costituiscono negli anni 1980. In data 19 febbraio 2005 lo stesso Sousa Fontes, impegnato in un tentativo di riorganizzazione mondiale dell’Ordine e con apposito decreto, istituisce una Gran Precettoria della Lingua d’Italia con giurisdizione su tutto il territorio italiano, nominando Gran Priore d’Italia la professoressa Leda Paola Tonon di Padova, in passato responsabile di un OSMTH – Gran Priorato Lombardo Veneto. A partire da questa data quindi, in linea di principio i Priorati e le numerose precettorie italiane di obbedienza Sousa Fontes, sono tutte riunite in un unico Gran Priorato d’Italia.

                     ROSARIO  MESSINA

Paola Leda Tonon

Paola Leda Tonon

I Cavalieri al Santuario di Vena

I Cavalieri al Santuario di Vena

Il Cavaliere Santino Rizzo

Il Cavaliere Santino Rizzo

Don Carmelo La Rosa

Don Carmelo La Rosa

L'ingresso in chiesa del GC Nicola Scibilia

L’ingresso in chiesa del GC Nicola Scibilia

I Cavalieri Templari in chiesa

I Cavalieri Templari in chiesa

La Santa Messa

La Santa Messa

L'investitura della Dama

L’investitura di Alessandra Possamai

L'investitura di

L’investitura di Antonio Francesco Italiano

La consegna del mantello

La consegna del mantello

Gerard Willery

Gerard Willery

I Templari siciliani in Portogallo a Coimbra nel 2010

I Templari siciliani in Portogallo a Coimbra nel 2010

Coimbra nel 2010, Scibilia, Villanti, Pinto Fontes e Rizzo

Coimbra nel 2010, Scibilia, Villanti, Pinto Fontes e Rizzo

Scibilia, Amb. Malta, Principe Policastro, Silvano Villanti e Crupi

Scibilia, Amb. Malta, Principe Policastro, Silvano Villanti e Crupi

A  Venezia Scibilia e Pinto Fontes

A Venezia Scibilia e Pinto Fontes

I Templari siciliani a Venezia nel 2012

I Templari siciliani a Venezia nel 2012

I Templari siciliani a Venezia nel 2012

I Templari siciliani a Venezia nel 2012

Cavalieri Gran Croce Silvio Crupi e Silvano Villanti

Cavalieri Gran Croce Silvio Crupi e Silvano Villanti

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