GENNAIO - FEBBRAIO - MARZO 2024
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Sicilia

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Un dibattito tra avvocati e giornalisti cornice della presentatazione ufficiale di “Kafka. La verità tragica” Solfanelli Edizioni. Il saggio di Pierfranco Bruni inaugura a Termoli il centenario celebrativo della scomparsa di Franz Kafka. Nel suggestivo scenario del salone di Cala Sveva, la prolusione dell’autore al convegno per “Terra dei Padri”, in un intreccio tra letteratura e giustizia nell’età contemporanea

 

Inaugurate a Termoli le celebrazioni per il centenario della scomparsa di Franz Kafka con la presentazione ufficiale del libro di Pierfranco Bruni “Kafka. La verità tragica” edito da Marco Solfanelli, presente all’incontro.

 In un salone gremito da un pubblico di spessore culturale si è sviluppato un importante incontro proprio su Kafka, partendo dal concetto di processo. Ovvero su “Il processo all’intenzione o l’intenzione di processo”, la tematica al centro del convegno. Hanno reso il loro contributo, patrocinando l’iniziativa, l’Ordine degli avvocati, la Camera avvocati penalisti, l’Ordine dei Giornalisti, l’Istituto Terra dei Padri, il Sindacato Libero Scrittori, il Centro studi e ricerche Francesco Grisi, la UIL Polizia.

Nel suggestivo scenario del salone di Cala Sveva di Termoli le problematiche emerse si sono intrecciate tra letteratura e giustizia nell’età contemporanea. Ha coordinato i lavori Roberto d’Aloisi, presidente della Camera Penale di Larino che ha chiosato, con molta acutezza, gli interventi.

Dopo i saluti del Consiglio direttivo di Larino Camera Penale, dell’Ordine degli Avvocati, dell’Ordine dei Giornalisti e del Presidente di Terra dei Padri Franca De Santis, che ha esposto gli obiettivi organizzativi, la prolusione su “Kafka dal ‘processo’ a Albert Camus” curata da Pierfranco Bruni, autore del saggio e Presidente del Comitato Capitale del Libro del Mic.

Pierfranco Bruni ha sottolineato l’importanza di rileggere Kafka soprattutto in un tempo in cui la dialettica su cultura e giustizia è ritornata ad essere centrale. Ponendo l’accento sulla letteratura come elemento filosofico Bruni ha tracciato un profilo delle opere dello scrittore praghese.

Sono intervenuti Vincenzo Cimino, presidente dell’ordine dei giornalisti del Molise, Antonella Colonna, Rettore Centro Studi Intelligence, Giovanni Alfano, segretario generale provinciale UIL Polizia di Campobasso, Michele Urbano, presidente dell’ordine degli avvocati. Una serata ricca di spunti, stimolazioni, riflessione voluta fortemente della vera madrina della manifestazione, Franca De Santis che, ha concluso la serata con i ringraziamenti al pubblico numerosi e al tavolo dei relatori sostenendo la necessità di meditare su tutta l’opera di Kafka.

Kafka a cento anni dalla scomparsa rappresenta un riferimento tra Otto e Novecento, ha ribadito Pierfranco Bruni, e occorre farlo conoscere nelle scuole e tra le nuove generazioni.

Nel corso della manifestazione Franca De Santis, nel ruolo di presidente della Commissione Tradizione per l’Ente Nazionale Attività Culturali ha consegnato al professor Pierfranco Bruni il prestigioso Premio Mameli, di cui alla delibera del 03 dicembre 2023 a Roma, conferitogli “per l’impegno e il coraggio nella vera interpretazione della tradizione”.

Il Prof. Pierfranco Bruni

Il Prof. Pierfranco Bruni

Il libro del Prof. Bruni su Kafka

Il libro del Prof. Bruni su Kafka

La locandina dell'evento

La locandina dell’evento

Il tavolo dei relatori

Il tavolo dei relatori

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A cura del Dott. ROSARIO MESSINA

Il pittore Luigi Centra

Il pittore Luigi Centra

 Non avrei mai voluto dare questa triste notizia per l’affettuosa e fraterna amicizia che mi legava da anni ma, per dovere di cronaca informo i nostri lettori che il Maestro Luigi Centra stimato ed apprezzato pittore esponente della Pop Art  di origine romane ha lasciato questa terra qualche giorno fà.  

Ho predisposto questo mio ultimo viaggio…attraverso un limpido e luminoso cielo, lo vedo già come un miraggio. Al poderoso e caldo sole ho chiesto di scaldare e confortare il vostro amato cuore…Non piangete per me ora sono tra le braccia del Signore”. Con queste parole è stata data la notizia dai familiari sul suo profilo social-

Una triste notizia che lascia un grande vuoto perché Luigi Centra era un artista di razza un uomo vissuto che aveva tanta esperienza sulle spalle, cittadino del Mondo, artista poliedrico a tutto tondo che non prediligeva solo la pittura ma anche la scrittura ed in particolare la poesia. Al suo attivo si contano oltre settanta libri oltre a migliaia di dipinti collocati in tutto il Mondo. Quanti ricordi mi legano a lui nei suoi soggiorni in Sicilia, quante chiaccherate e potevi stare ore a sentirlo parlare. Sempre progetti in cantiere, non si fermava mai, grande comunicatore con una incredibile forza di intraprendenza, un fiume in piena difficile da contenere. Passava dalla scrittura alla pittura con estrema disinvoltura, bastava un luogo, un panorama, un immagine per ispirarlo a dipingere un quadro o scrivere una poesia. Ricorda la prima volta che fu nostro ospite nella campagna di Presa a Piedimonte Etneo incantato dal panorama mozzafiato del mare e di Taormina si mise subito all’opera e scrisse una poesia. Un genio raro e un inesauribile fonte di ispirazione ed energia per chi ha avuto l’onore e la fortuna di conoscerlo.

Anche se di origine romane, della Cioceria (Frosinone) patria del grande attore Nino Manfredi Luigi Centra considerava la Sicilia la sua seconda patria.  Da oltre venti anni era un assiduo frequentatore della Sicilia ed in particolare di Giardini Naxos e della fascia Jonica  poiché: con le sue bellezze naturali e la sua storia” come amava ripetere “è una preziosa fonte di ispirazione per i miei lavori artistici”. In molte occasioni ha messo la sua arte, che spazia dalla pittura alla poesia, al servizio di progetti umanitari e per questo qualche anno fa era stato candidato per il Premio Nobel per la pace. Stiamo parlando di Luigi Centra  poliedrico artista romano (originario di Veroli) pittore, scrittore, poeta, scultore il quale con la sua fondazione Onlus ha spesso promosso progetti umanitari per tanti bambini. Proprio per tale generosa dedizione qualche anno fa Luigi Centra era stato inserito tra i candidati per concorrere al Premio Nobel per la Pace dal Nobel Forum della Karolinska Institutet a Stoccolma in Svezia, dall’Amministrazione presieduta da Iornwall e Ann Margret Agneta, “per aver lavorato molto con la sua arte italiana nel mondo a favore dei bambini”. Il progetto che gli è valso la nomination è stato  soprattutto quello realizzato a Kiev in Ucraina quando fu ospite per una serie di seminari dell’Università Tars Scewschenko dove allestì anche una mostra ed il ricavato andò in beneficenza a favore dei bambini di Cernobyl  del reparto oncologico di Kiev. Raccontare del maestro Luigi Centra è come aprire un libro magico sempre pieno di sorprese.

Tanti i progetti promossi in Sicilia, ricordiamo la prima mostra di pittura che fece al Museo Naturale di Giardini Naxos agli inizi del 2000;  il progetto dedicato a Giovanni Verga con una serie di quadri ispirati allo scrittore siciliano e le sue opere realizzato con l’associazione Scientifico Culturale “Mea Lux” presieduta da Angela Lombardo ed ancora quello ultimo più recente presentato a Giardini Naxos nel 2020. Riguardava l’idea progettuale di un   “Museo Diffuso” denominato “Arte in circolo” da realizzare nel comprensorio Jonico che venne presentato nello spazio espositivo di Via Vulcano Giardini Naxos, in occasione della inaugurazione di una mostra temporanea realizzata dal pittore Santo Giordano, dallo scultore Turi Azzolina e dal pittore Pippo Foti, avente come tema il mare nella pittura e nella scultura.

Nel corso dell’evento, presentato da Angela Lombardo, presidente dell’Ass. Scientifico Culturale Mea Lux, Luigi Centra, sostenitore dell’idea progettuale del Museo Diffuso, espresse la volontà di donare 100 delle sue più belle tele. In quell’occasione Centra disse: Vengo a villeggiare a Giardini Naxos (dove anni fa ho fatto una mia mostra personale) da quindici anni e ormai mi sento un giardinese di adozione. Nel caso sarà realizzato questo progetto donerò cento delle mie tele per realizzare un museo diffuso a Giardini Naxos, in modo da esporre i miei quadri nei grandi alberghi e ristoranti di Giardini. Sarà poi realizzato un percorso guidato che accompagnerà il turista a visitare tutte le location dove sono esposte le opere, creando così una circolarità dell’arte e del turismo”.

La commozione di tanti nell’apprendere la triste notizia è stata testimoniata da migliaia di messaggi pubblicati nel web. Tra questi le condoglianze di Flower Terry di Reggio Emilia che aveva presentato diverse edizione del prestigioso Premio che porta il suo nome la quale lo ha ricordato con affetto e grande commozione. Lo stesso ha fatto la presentatrice Monia Palmieri un’altra protagonista dello spettacolo che ha presentato l’edizione del 2023 del Premio Centra realizzata a Veroli. E così tanti altri da tutto il Mondo.

Giungano alla famiglia di Luigi Centra le mie più sentite condoglianze per la perdita del caro fraterno amico ed anche dalla Presidente  dell’associazione culturale Mea Lux Angela Lombardo con la quale il Maestro aveva realizzato diversi progetti culturali.

Riposa in Pace Grande Maestro.

Il dott. Rosario Messina con il Maestro Centra

Il dott. Rosario Messina con il Maestro Centra

La prof.ssa Angela Vecchio consegna la targa della "Mea Lux" al Maestro Luigi Centra

La prof.ssa Angela Vecchio consegna la targa della “Mea Lux” al Maestro Luigi Centra

Luigi Centra nel 2010 premiato dall'Associazione Mea Lux assieme allo scienziato Fulvio Frisone

Luigi Centra nel 2010 premiato dall’Associazione Mea Lux assieme allo scienziato Fulvio Frisone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luigi Centra assieme ad Angela Lombardo nel 2020 assieme al primo quadro per il Museo diffuso

Luigi Centra a Giardini Naxos nel 2020 assieme ad Angela Lombardo con il primo quadro per il Museo diffuso

Luigi Centra firma il primno quadro del Museo diffuso

Luigi Centra firma il primo quadro per il Museo diffuso

Luigi Centra assieme agli artisti giardinesi nel 2020

Luigi Centra assieme agli artisti giardinesi nel 2020

Luigi Centra assieme allo scultore giardinese Turi Azzolina

Luigi Centra assieme allo scultore giardinese Turi Azzolina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BIOGRAFIA DEL MAESTRO LUIGI CENTRA:

 Luigi Centra,  nato a Carpineto Romano (Roma), nei primi anni ’70 fa parte della corrente artistica che sta rivalutando  e reinterpretando in Italia la Pop-art americana, artisti del calibro di Mimmo Rotella e Mario Schifano del quale diventa amico e frequenta il suo studio a Roma e ad Arcinazzo (Roma).   Nei suoi numerosi  viaggi in Germania aveva già avuto modo di conoscere  Lichtstein,  anch’egli esponente della Pop-art. Ha frequentato nel 1977 uno studio insieme ai suoi amici tedeschi , professori che insegnavano alle rispettive accademie di belle arti di Tubingen in Germania e  nel  1979  anche lui si iscrive all’Accademia di belle arti di Frosinone ma non fu ammesso poi agli esami finali scritti per la sua avanzata età,  quindi egli resta un autodidatta.  Sempre nel 1979 esegue oltre trenta affreschi su rete da trasporto per inserirli nelle pareti.  Centra vive tra il frusinate,  Roma e Venezia, ha lavorato per lungo tempo a favore dei bambini in giro per il mondo. Si ricorda il suo viaggio a Kiev in Ucraina con l’Associazione del  luogo  “Italiamo” , ospite presso l’Università di Taras Scewschenko dove allestì una sua mostra nel  grande corridoio tra i lussuosi lucidi marmi e il ricavato andò naturalmente in beneficenza a favore dei bambini malati presso l’ospedale del reparto oncologico di Kiev, a causa dello scoppio del reattore di Chernobyl. Lui stesso si recò  in vari ospedali  del mondo portando gioia, pace, doni, progetti e quant’altro, con la sua accademia artistica denominata  Accademia Internazionale Artistica Nord Sud. Nello stesso periodo si recò spesso in tantissimi orfanotrofi dello Stato Ucraino insieme ad alcune associazioni tra cui “Fratello Sole” di Cimitile di Nola a Napoli; in queste occasioni l’artista ebbe modo di tenere anche dei seminari di pittura donando opere eseguite con i bambini a persone e insegnanti ,esponendo le altre in permanenza sulle pereti delle scuole . Nel corso della sua carriera Centra  ha collaborato a tante iniziative e ricerche a favore dell’umanità e sull’energia pulita, iniziative molto spesso patrocinate da: ONU, UNESCO ed UNICEF presso l’Università degli Studi di Milano a Crema (Cremona). Nell’ateneo cremonese inoltre gli è stato dedicato uno spazio permanente  con le sue opere esposte. Egli  è un artista vivente al quale  è stato dedicato un museo proprio con centinaia di opere e numerosissimi cartacei  e materiale elettronico ”MUSEO ARTE MODERNA LUIGI CENTRA” presso la Biblioteca del Comune di Monte San  Giovanni Campano (Fr), nonché una sala permanente ”SALA CENTRA”  nel Teatro Federico Secondo presso il Comune di Rocca d’Arce (Fr) ed altre ancora come nella Biblioteca Comunale  di Ceccano (Fr), una saletta con tantissimi cartacei, fotografie, testi, volumi e cd rom; gli è stato anche dedicato uno spazio verde Centra Park” a S. Pietro di Stra (Venezia).

           Luigi Centra  è stato  dichiarato Ambasciatore dell’Arte Italiana nel Mondo ; hanno scritto di lui  critici come: Vittorio Sgarbi , Jonatan  Ziwago,  Rischard  Seidel,  Antonio  Oberti, Prof. Carlo Giulio Argan ; è inserito nelle più prestigiose enciclopedie d’arte moderna e nelle guide turistiche insieme ai più rinomati personaggi del cinema, della televisione, della  moda e dello spettacolo, come: Gucci, Gophard, Cavalli, con vari attori internazionali nel Festival del cinema di  Cannes  riportato sulla “ Tourisme  International  Guest  Guide“ Costa Azzurra Mediterranea,  Nizza (Francia) 2002  e nei migliori musei nazionali di arte moderna nel mondo, come: “Courtauld  Institute  Museum  of  ar Somerset  House”  London ,  il   “ Modern  Art  Museum  Moderner”  Klagenfurt  in Austria,  quello di   New York  negli  U.S.A.”il Museo Nazionale di Arte Moderna”,  “Louisiana National Museum  of  Modern  Art” Humleb/EK  U.S.A.,  ”San Francisco Museum  of Modern Art”  California U.S.A.,  “Museum  of  Contemporary  of  Toronto” Canada, “ National Museum “Hong  Kong”  ( Giappone) e tanti altri  in Italia, come per esempio “Museo Civico di Storia Naturale” e “Museo Del Mare” a  Giardini Naxos di  Messina (Sicilia),  ” Museo del  Vaticano”  e nei  “Saloni di Sua Santità”, il  “Museo  Comunale dell’Informazione  dell’Arte  Moderna”  Senigallia (Ancona) ”Museo dell’Occhiale” di Tai, a Pieve di Cadore (Belluno ),  “Museo Carnico delle Arti e Tradizioni Popolari Luigi Michele Giordani” Tolmezzo (Udine)  “Museo Etnografico di Palazzo Veneziano”  Malborghetto (Udine)  e tanti altri. E’ inserito su molte biblioteche nazionali e comunali in Italia, tra cui: ”Archivio Storico di  Stato  della Biennale di  Venezia”.  Per anni l’artista, che da tempo ha scelto il frusinate e Roma nel Lazio come punto di riferimento, ha lavorato presso la Croce Rossa Italiana contribuendo a favore dei terremotati  e laddove c’è stato emergenza di calamità naturale nel mondo; è stato nel Golfo di Aden, nello Yemen  e  a Tripoli e Bengasi , in Libia (Africa), nella Repubblica  Democratica  del  Congo  R.D.C. ex Zaire, in Somalia ed Etiopia.

         C’è da dire che è un artista a tutto campo che, come un “Gulliver” vagabondo nel mondo,  ha scritto e pubblicato oltre 65 volumi di storia , di guerra e sull’incastellamento delle fortezze e torri di tutto il Sud Lazio ; per questo ebbe il Premio alla cultura dalla presidenza del Consiglio dei Ministri nel 1998. Ha scritto libri d’ arte, racconti, narrativa e poesia, romanzi d’amore, sempre a sue spese. Anche se nel 1986 un suo volume  dal titolo “I Porci Portano La Gonna” gli fu censurato e  messo all’indice dall’Annunziatura  Apostolica, all’epoca Romana Chiesa di Stato. Comunque, non ha mai smesso di scrivere!  Nel suo primo volume di poesie dal titolo ”Pensieri Memorie e Canti” nel 1976 l’Editore Guido Massarelli  di Campobasso si legge:  ”Centra è un poeta per vocazione e un pittore per diletto”.

         Luigi Centra è  affreschista ed ha eseguito molti  lavori nei palazzi di antiche nobiltà e in diverse chiese dove ha donato molte opere religiose . Molti sono stati  i “Master Class” nel mondo , tanto che presso alcune accademie di Belle Arti,  gli studenti  hanno avuto modo di scrivere tesi sulla sua figura di artista contemporaneo.   Nel suo viaggio nell’arte lungo una vita  in giro per il mondo  “The  Italian  Art  In The World”, Centra  ha dovuto affrontare numerose  difficoltà , ha sofferto per  varie problematiche che accadono a chi viaggia di frequente , oltre a tanti  avvenimenti anche la fame, soprattutto negli  Stati Uniti d’America o a New York e a Boston  e nella Grand  Rue di Besancon dove scorre il Fiume  Le Dubs e lungo  La Senna  a Parigi in Francia e sulla riva del Tamigi a Londra. Negli anni in cui viveva in Germania  a   Munchen – Monaco di  Baviera- dove scorre il Fiume Isar  e a Hofeim Ried, nei pressi di Worms dove scorre  il  Reno  e l’acqua si adagia  gelida sul Lago di Starnberg  e a Sonthofen nei pressi di Kempten dove scorre il Danubio e il Fiume Iller  Centra  pagava i pasti nei  ristoranti  -Gasthaus- con le sue opere che a volte eseguiva sul posto, come ha fatto in diverse località in Italia, come a Castions  di Strada di  Udine, al  Ristorante Levade. E’ stato tra i primi artisti a dipingere le fotografie in bianco e nero con i colori ricavati dalla carta velina,  in cambio di pochi spiccioli o cibo. Nel 1960 dipinse la prima tela con le lenzuola usate di sua madre con gli smalti di suo fratello  Mario che faceva il pittore edile. Lui lo aiutava nell’esecuzione dei  geroglifici  e greche  intorno alle  camere e con la pompetta  per  l’insetticida  riempita di colore eseguiva  inconsciamente  la  Pop –Art  sui bordi delle camere intorno e sotto i soffitti.  Stiamo parlando della fine degli anni 50-60 (1959-60).

         Nel 2003 Centra si reca a Boston, a Cambridge, per una sua mostra personale presso la Società Dante Alighieri, ma al ritorno all’Aeroporto di Logan Centra fu scambiato per terrorista e gli furono sequestrati tutti i colori; ci fu un vero incidente diplomatico ma per fortuna si concluse tutto a buon fine.

      Nel 2008 presso la Prefettura di Frosinone gli è stato dedicato un annullo dalle Poste Italiane con lo slogan: ”QUANDO IL COLORE FA RUMORE

Nel 2010 è stato premiato nella serata dei Premi “Mea Lux” per i suoi molteplici meriti artistici assieme al fisico nucleare catanese di fama mondiale, Fulvio Frisone. I loro nomi figurano nell’Albo D’Oro dei Soci Onorari dell’Associazione Mea Lux . In quell’occasione, ad entrambi, la presidente Angela Lombardo,  ha consegnato la tessera di Socio Onorario dell’Associazione Scientifico Culturale  “Mea Lux”

Nel 2011 Centra incontra il prof. Vittorio Sgarbi alla  54esima  Biennale d’arte di Venezia.

       Nel corso della sua vita artistica (circa 50 anni) Luigi Centra ha pubblicato diverse sue  monografie; in occasione dei festeggiamenti dei  150 dall’unità d’Italia Luigi Centra ha effettuato uno stage di “Body Art” .

       Nel 2014 partecipa alla Biennale di Verona che ha come tema quello della “Creatività”. Tanti i personaggi noti del mondo dell’arte e della cultura che hanno dato lustro alla manifestazione con i loro interventi, tra questi,  il prof. Vittorio  Sgarbi , Katia Ricciarelli, Red Ronnie e il Critico prof. Paolo Levi di Torino. Alla Biennale  hanno partecipato oltre 900 artisti provenienti da tutto il mondo.  Nello stesos anno Centra partecipa e alla mostra nel Palaexpo di New York curata dal Prof. Francesco Saverio  Russo di Roma.

       In passato, Centra è stato invitato da una organizzazione Russa ad esporre a Mosca con il Patrocinio dello Stato Sovietico, un’ esposizione a 360 gradi  di sicura  risonanza internazionale.Quest’anno,.

      Nel 2015  la nuova edizione del “Il Premio Internazionale Grandi Artisti Luigi Centra” al Centra Park a Stra Venezia dedicato all’artista in cui sono stati premiati con la dea alata personaggi di spicco nel mondo dello spettacolo e dell’arte in genere.  Sempre nello stesso anno, Centra ha realizzato una esposizione all’Amadeus Hotel, per l’ennesima volta  a Venezia, alla presenza del Critico Giorgio Grasso, dopodiché si è recato su invito di Mediaset con I’international Manager Pasquale Sorabella presso il Padiglione Cibus Italia all’Expo di Milano dove ha eseguito una cinquantina di opere con la Pop -Art  “Spaghetti per Tutti” ed è stato invitato nel padiglione dal Sultano del Qatar per progettare lavori futuri.

          Il giorno 8 dicembre 2015 le Poste Italiane gli hanno  dedicato un secondo annullo postale dal titolo ”Quando il colore fa rumore

In questo periodo Centra sta donando diverse opere di medie e grandi dimensioni ai musei italiani e stranieri, oltre a  libri, stampa e fotografie e quant’altro.

  Infine, è doveroso ricordare, i lavori esposti a Villa Balestra presso il Comune di Rodigo in quel di Mantova dove sono state allestite due sale. Si tratta di  una mostra permanente con le opere del  M° Centra su Ippolito Nievo e Giovanni Verga, uno scambio culturale tra Nord e Sud Italia.

Nel 2023 Si è svolta a Veroli, in provincia di Frosinone l’ottava edizione del Premio Internazionale Grandi Artisti “Luigi Centra”. La prestigiosa manifestazione nata nel 2014 da un’idea del Maestro Luigi Centra, esponente della pop art conosciuto in tutto il mondo e, del Fotografo Reporter dei Vip Gianfranco Brusegan. L’edizione 2023 è stata organizzata dallo Studio Rocca Romana International con la Direzione Artistica di Angelo De Cave ed il patrocinio del Comune di Veroli e del Museo Privato di Arte Contemporanea Luigi Centra.

La cerimonia di premiazione è stata presentata da Monia Palmieri che, nel 2022 ad Isola Del Liri (Fr), aveva ricevuto il prestigioso premio per la sua attività di presentatrice, conduttrice televisiva e Direttrice Artistica di Eventi . In quell’occasione venne  premiata dallo stesso Maestro Luigi Centra che le consegnò la  bellissima statuina della Dea Alata da lui stesso realizzata. “Quest’anno – aveva detto Monia Palmieri - sono stata particolarmente felice ed onorata di aver presentato l’Evento e ringrazio di cuore il Maestro Luigi Centra ed il Direttore Artistico Angelo De Cave, due persone straordinarie, per il graditissimo invitoRicordo ancora con grande emozione quando lo scorso anno ho ricevuto il Premio Internazionale Grandi Artisti Luigi Centra. Ricevere un premio emoziona, gratifica, riconosce l’impegno personale… ma allo stesso tempo sprona, esorta, incoraggia a fare sempre meglio e a migliorarsi.

Centra e Sgarbi

Centra e Sgarbi

Una delle ultime edizione del Presmio Centra. Al centro la presentatrice Flower Terry

Una delle ultime edizione del Premio Centra. Al centro la presentatrice Flower Terry

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BARI - Il 20 dicembre a Bari, presso il prestigioso Auditorium della Legione Allievi della Guardia di Finanza, si è svolta con grande successo di pubblico la manifestazione di beneficenza “NATALE È” con l’intento di raccogliere fondi per sostenere alcune associazioni no-profit impegnate nel volontariato. L’evento, con i patrocini della Legione Allievi della Guardia di Finanza di Bari, Comando Regionale Puglia Guardia di Finanza e Scuola Allievi Finanzieri Guardia di Finanza di Bari, è stato organizzato dall’A.N.F.I. (Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia) sezione di Bari nella persona del Suo Presidente nonché Consigliere Nazionale e responsabile ANFI Puglia Comm. Antonio Fiore e da Gens Nova Organizzazione Nazionale di Volontariato nella persona del Suo Presidente Nazionale Ten. Avv. Prof. Antonio Maria La Scala nonché Vice-Presidente Nazionale A.N.F.I. per l’Italia Centro-Meridionale. L’Evento è stato curato con grande professionalità e nei dettagli dalla Direttrice Artistica Monia Palmieri, anche socia benemerita A.N.F.I. dal 2006, che ha anche condotto brillantemente la manifestazione.

 Tante le autorità presenti alla  manifestazione. Sono intervenuti il Comandante Legione Allievi Gdf di Bari Gen. Brigata Marco Lainati, il Comandante della Scuola Allievi Finanzieri Col. Andrea Di Cagno ed il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Bari Generale di Brigata Pasquale Russo, presente in rappresentanza del Comandante Regionale Guardia di Finanza Puglia  Generale di Divisione Fabrizio Toscano. Sono intervenuti anche il Componente Conferenza Unificata Stato Regioni in Comstat Nicola Giampaolo, il Presidente Consiglio Comunale di Bari Michelangelo Cavone e l’Assessora al Welfare del Comune di Bari Francesca Bottalico. Presente anche il Presidente dell’Associazione Art Fashion Dream Aps  Max Arcano che ha curato il servizio fotografico della manifestazione con scatti anche di Enzo Angelini, Gianni Quartarella ed Alberto La Bua. Presenti anche il Presidente del Comitato Regionale Puglia di A.N.A.S. (Associazione Nazionale Azione Sociale) Luigi Favia.

 E’ stata una serata coinvolgente che ha visto le esibizioni, tutte di altissimo livello, della Fanfara della Legione Allievi Guardia di Finanza magistralmente diretta dal Lgt M° Gregorio Pasquino, del gruppo musicale Soul Sacrifice Santana Tribute Band composto da Fabio Santomauro tastiere, Gaetano Cassano chitarra elettrica, Armando Albarani batteria, Lillo Del Medico basso e Natale Ungari congas e percussioni, del coro “Bari gospel choir” diretto da ketty Saponara, del cantante Carlo Scalese. Ma non solo, nel corso dello spettacolo anche un interessante spazio dedicato alla poesia visiva con Fabio De Cuia ed Antonella Mele, Graphic Designer con l’hobby del disegno e della fotografia, i quali hanno inoltre impreziosito, con alcune realizzazioni artistiche del progetto “Poesia Visiva”, il pannello coreografico presente sul palco. E quest’anno, la brava presentatrice Monia Palmieri, ha avuto come aiutante “speciale” la presenza di “Mamma Natale, grazie a “Fallo con noi eventi” di Luciana Bottalico. Tutto questo è stato reso ancor più colorato grazie all’allestimento floreale di Garden House di Giovanni Caradonna, socio Anfi.

L’evento ha visto anche la consegna, da parte dell’A.N.F.I. di Bari, del diploma di Concessione della Medaglia al Merito al Ten. Antonio Maria La Scala per aver compiuto 30 anni di iscrizione all’ Anfi. Ma non solo anche una targa speciale ad un socio Anfi speciale – il Maresciallo Aiutante Mario Biscotti  che ha superato i 100 anni.

L’ANFI sezione di Bari ha anche consegnato alcuni attestati di benemerenza ai soci che hanno compiuto 80 anni: Finanziere Carmelo Ricci, Brigadiere Capo Giambattista Pasqualicchio, Maresciallo Capo Modesto Di Turi, Finanziere Giacomo Covella, ai soci simpatizzanti Michele Magnifico, Francesco Mastrolonardo  ed alla signora Teresa Gargano vedova del Tenente Francesco Antonacci.

 Nel corso della manifestazione sono stati nominati soci benemeriti ANFI il Comandante Legione Allievi Gdf di Bari Gen. Brigata Marco Lainati, il Comandante della Scuola Allievi Finanzieri Col. Andrea Di Cagno, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Bari  – Generale di Brigata Pasquale Russo e la segretaria dell’odv Gens Nova Maria De Tommaso.

La Gens Nova ha inoltre consegnato il suo crest all’Amministratore Delegato Lucia Forte della Oropan S.p.A, un importante punto di riferimento, nel panorama agroalimentare italiano, nel segmento dei prodotti da forno e della panificazione. Sono stati poi consegnati i contributi ad alcune realtà e ad alcune associazioni no profit ed hanno manifestato la loro generosità con un generoso contributo anche la Legione Allievi Guardia di Finanza e la Scuola Allievi Finanzieri. Infatti, due allievi del 22° CORSO – Medaglia di Bronzo al Valore della Guardia di Finanza – Appuntato Tommaso Coletta, sono saliti sul palco con un assegno gigante di ben € 5000,00.

La manifestazione si è conclusa con la consegna di alcuni oggetti targa ad artisti e collaboratori e con il coinvolgente brano finale “Oh happy day” cui hanno partecipato tutti. È stata una serata ricca di emozioni, professionalità e suggestive atmosfere. Un sentito grazie a tutto il personale permanente della Legione Allievi e della Scuola Allievi Finanzieri di Bari.

Monia  Palmieri

Monia Palmieri

Monia Palmieri assieme ad acluni protagonisti della serata

Monia Palmieri assieme ad acluni protagonisti della serata

Monia Palmieri presenta l'Orchestra

Monia Palmieri presenta l’Orchestra

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“Per una vita altra e una vita oltre”. Una nuova interpretazione letterararia ed ermeneutica dei romanzi dello scrittore praghese. Un baule narrativo oltre l’ovvio, in cui ribellione e rivolta riconciliano Kafka con i suoi personaggi. Camus è di casa. Un libro che rompe l’illusione di poter fermare l’attimo in una eternità. Una provocazione, forse. Nelle nostalgie incavate nella vita… Kafka. La verità tragica

 

Roma, 3 gen. 2024 – “Kafka. La verità tragica”. Un centenario tra letteratura e filosofia nel racconto di Pierfranco Bruni pubblicato in questi giorni dall’editore Solfanelli. Questo lavoro sul narrato kafkiano apre una nuova interpretazione dei romanzi dello scrittore praghese, in cui l’amore ne è il labirinto e il cerchio, e riconcilia Franz Kafka (Praga, 3 luglio 1883 – Kierling, 3 giugno 1924) con i suoi personaggi in un’avventura letteraria ed ermeneutica.

L’ermeneutica può avere personaggi? È qui la non ovvietà di questo lavoro. Un vicolo didascalico che ci conduce “per una vita altra e una vita oltre”.
Questo Kafka di Pierfranco Bruni è un baule che racchiude ribellione e rivolta. Camus è di casa. Lo straniero – che, chissà, potrebbe essere identificato con l’Autore stesso – viaggia verso l’isola e giunge all’esilio. In tal senso, questo Kafka è anche un simbolico mosaico in cui gli echi e le voci giungono da un navigante che si trova spinto dalle onde omeriche verso il ritorno o verso le Colonne d’Ercole.

La copertina del libro

La copertina del libro

COPERTINA

La copertina del libro, il prof. Bruni e Kafka

 

Così Bruni ci provoca:Chi vuole realmente capire ciò che ho cercato di dire, forse senza ovvietà, legga il libro. Sono disposto a mettere tutto in discussione in un’altra vita, in quella immortale che non conosce, a mio avviso bonario, accuse, colpe e procedimenti. Solo in questa vita sono ammessi gli avvisi di garanzia. Non è la bellezza che si consuma nel passaggio di un attimo. Siamo noi che ci illudiamo di poter fermare l’attimo in una eternità. Da qui le nostalgie si incavano nella vita”.

Pierfranco Bruni ​è nato in Calabria. Vive tra Roma e la Puglia da molto tempo. E’ Presidente di Commissione Conferimento del titolo “Capitale italiana del Libro 2024“, con decreto del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano del 28 Novembre 2023. Archeologo già direttore del Ministero Beni Culturali, componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero, presidente del Centro Studi “Grisi”. Ha insegnato in Sapienza Università di Roma. Ricopre, numerosi altri incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura nei Paesi Esteri. È responsabile, per conto del MiBAC, del progetto di studio sulle Presenze minoritarie in Italia.Candidato al Nobel per la Letteratura è saggista, poeta e italianista. Esperto di letteratura del Mediterraneo. Vive la filosofia come modello di antropologia religiosa. Numerosi sono i suoi testi sulla letteratura italiana ed europea del Novecento, tradotti e diffusi all’estero su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.I due segmenti fondamentali che caratterizzano il suo viaggio letterario sono la memoria e la nostalgia. Il mito è la chiave di lettura. Tutta la sua poetica vive di queste atmosfere. Non ha mai creduto al realismo in letteratura. Il realismo è cronaca, è rappresentazione, è documento.Il simbolo, invece, è mistero. E’ metafora, è fantasia, è sogno.

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Con “Apriti, museo!” tutti i musei eccezionalmente aperti a Capodanno

 

Bologna, dicembre 2023 – In occasione delle festività natalizie 2023-2024, i Musei Civici di Bologna presentano un’importante novità: Apriti, museo!
Per la prima volta, tutte le sedi sono eccezionalmente aperte lunedì 1°gennaio 2024 dalle ore 11.00 alle 19.00: Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale, Collezioni Comunali d’Arte, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Museo Morandi, Casa Morandi, Museo per la Memoria di Ustica, Museo internazionale biblioteca della musica, Museo del Patrimonio Industriale, Museo civico del Risorgimento.

Tra aperture straordinarie, collezioni permanenti e mostre temporanee, visite guidate e laboratori, con le giornate d’arte dedicate a bambine e bambini durante le vacanze scolastiche, anche quest’anno si prospetta dunque ricca e variegata l’offerta culturale che il Settore Musei Civici Bologna offre al pubblico di adulti e più piccoli per vivere i luoghi dell’arte e della cultura nel periodo delle feste.

Dal 24 dicembre 2023 al 6 gennaio 2024 le 11 sedi dei musei civici si fanno ancora più accoglienti verso cittadini e turisti grazie all’ampliamento degli orari di apertura e la proposta di nuove attività, con una speciale attenzione alla giornata di Capodanno. Con l’iniziativa Apriti, museo!, durante l’intero arco della giornata si può scegliere tra 20 attività proposte con laboratori e visite guidate in italiano, inglese e francese, per conoscere e riscoprire il ricco patrimonio culturale della città. Le visite e i laboratori sono offerti a tutti i possessori del biglietto di ingresso che, invece, resta a pagamento.

La stessa giornata di Capodanno vede inoltre una speciale collaborazione del Settore Musei Civici Bologna con Festivamente, il cartellone di iniziative culturali promosso e coordinato dal Comune di Bologna | Settore Cultura e Creatività per vivere insieme il periodo delle feste all’insegna della cultura, dell’arte e della socialità.
Il Discorso d’artista, affidato quest’anno a Mariangela Gualtieri, tra le poetesse più potenti e luminose della nostra contemporaneità, può essere ascoltato dalle ore 11.00 alle ore 19.00 all’interno delle Collezioni Comunali d’Arte, aperte straordinariamente ad ingresso libero. Immerso nella sosta della maestosa Sala Urbana, il pubblico può così sentire la voce poetica di Mariangela Gualtieri recitare Esortazione urbana e planetare, una riflessione su ciò che con urgenza vuole essere tenuto presente, in un presente che a tratti pare irrimediabile e altre volte apre spiragli alla possibilità di un equilibrio fra tutti i viventi della terra, per un rito di ascolto sul nuovo anno.

E proprio nella Sala Urbana è presente, all’interno della progettualità delle manifestazioni di fine anno, il progetto culturale nato tra la città di Bologna e il Comune di Faenza dove si è voluto tenere vicino il tema dell’alluvione che ha colpito il territorio metropolitano bolognese e la Romagna, componendo un gesto di responsabilità di come, anche attraverso la cultura, si possa fare sia memoria, sia condivisione e comunità. Grazie alla collaborazione tra il Settore Musei Civici Bologna e istituti culturali faentini, è infatti nata IMMANENTE. L’arte di Faenza riplasmata dall’acqua a cura di Matteo Zauli (direttore del Museo Carlo Zauli) e Eva Degl’Innocenti (direttrice del Settore Musei Civici Bologna), visibile fino al 4 febbraio 2024. Un’installazione che celebra la forza creatrice dell’arte, dopo la distruzione causata dall’alluvione, con l’esposizione di opere e oggetti provenienti dal Comune di Faenza e dal Museo Carlo Zauli.
Un protocollo di intesa è stato sottoscritto tra il Settore Musei Civici Bologna e il Museo Carlo Zauli per una progettualità scientifico-culturale e didattico-educativa congiunta, della durata di tre anni, per la realizzazione di attività di ricerca, artistiche, culturali, didattiche, divulgative, partecipative e di innovazione nel campo della ceramica e delle arti, che possano contribuire alla ricerca, alla valorizzazione, alla divulgazione, alla innovazione della cultura artistica della ceramica e delle arti.
La mostra è promossa da Comune di Bologna, Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica, Comune di Faenza, Settore Cultura, Turismo, Sport e Politiche Internazionali Unione della Romagna Faentina, Museo Carlo Zauli, realizzata in collaborazione con Scuola Comunale di Musica “Giuseppe Sarti” di Faenza e Scuola di Disegno, Arti e Mestieri “Tommaso Minardi” di Faenza.

Di seguito gli orari di apertura osservati nei giorni festivi nelle singole sedi, le attività in programma e le mostre temporanee in corso.
Nei restanti giorni compresi nello stesso periodo, i musei osservano i consueti orari di apertura, consultabili sul sito web www.museibologna.it.
L’acquisto dei biglietti di ingresso è disponibile sul sito Mida Ticket: https://www.midaticket.it/eventi/musei-civici-di-bologna.

ORARI DI APERTURA STRAORDINARIA E GIORNI FESTIVI

Domenica 24 dicembre 2023 (Vigilia di Natale)
Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) ore 10.00 – 14.00
Museo Civico Medievale (via Manzoni 4) ore 10.00 – 14.00
Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) ore 10.00 – 14.00
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44) ore 10.00 – 14.00
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Minzoni 14) ore 10.00 – 14.00
Museo Morandi (via Don Minzoni 14) ore 10.00 – 14.00
Casa Morandi (via Fondazza 36) ore 10.00 – 14.00
Museo per la Memoria di Ustica (via di Saliceto 3/22) ore 10.00 – 14.00
Museo internazionale e biblioteca della musica (Strada Maggiore 34) ore 10.00 – 14.00
Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123) ore 10.00 – 14.00
Museo civico del Risorgimento (Piazza Carducci 5) ore 10.00 – 14.00

Lunedì 25 dicembre 2022 (Natale)
chiusura di tutte le sedi

Martedì 26 dicembre 2023 (Santo Stefano)
Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) ore 10.00 – 19.00
Museo Civico Medievale (via Manzoni 4) ore 10.00 – 19.00
Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) ore 10.00 – 18.30
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44) ore 10.00 – 18.30
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Minzoni 14) ore 10.00 – 19.00
Museo Morandi (via Don Minzoni 14) ore 10.00 – 19.00
Casa Morandi (via Fondazza 36) ore ore 10.00 -13.00 / 14.00 – 17.00
Museo per la Memoria di Ustica (via di Saliceto 3/22) ore 10.00 – 18.30
Museo internazionale e biblioteca della musica (Strada Maggiore 34) ore 10.00 – 19.00
Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123) ore 10.00 – 18.30
Museo civico del Risorgimento (Piazza Carducci 5) ore 10.00 – 18.00

Domenica 31 dicembre 2023
Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) ore 10.00 – 14.00
Museo Civico Medievale (via Manzoni 4) ore 10.00 – 14.00
Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) ore 10.00 – 14.00
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44) ore 10.00 – 14.00
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Minzoni 14) ore 10.00 – 14.00
Museo Morandi (via Don Minzoni 14) ore 10.00 – 14.00
Casa Morandi (via Fondazza 36) ore 10.00 – 14.00
Museo per la Memoria di Ustica (via di Saliceto 3/22) ore 10.00 – 14.00
Museo internazionale e biblioteca della musica (Strada Maggiore 34) ore 10.00 – 14.00
Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123) ore 10.00 – 14.00
Museo civico del Risorgimento (Piazza Carducci 5) ore 10.00 – 14.00

Lunedì 1 gennaio 2024 (Capodanno)
Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) ore 11.00 – 19.00
Museo Civico Medievale (via Manzoni 4) ore 11.00 – 19.00
Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) ore 11.00 – 19.00
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44) ore 11.00 – 19.00
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Minzoni 14) ore 11.00 – 19.00
Museo Morandi (via Don Minzoni 14) ore 11.00 – 19.00
Casa Morandi (via Fondazza 36) ore 11.00 – 19.00
Museo per la Memoria di Ustica (via di Saliceto 3/22) ore 11.00 – 19.00
Museo internazionale e biblioteca della musica (Strada Maggiore 34) ore 11.00 – 19.00
Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123) ore 11.00 – 19.00
Museo civico del Risorgimento (Piazza Carducci 5) ore 11.00 – 19.00

Sabato 6 gennaio 2024 (Epifania)
Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) ore 10.00 – 19.00
Museo Civico Medievale (via Manzoni 4) ore 10.00 – 19.00
Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) ore 10.00 – 18.30
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44) ore 10.00 – 18.30
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Minzoni 14) ore 10.00 – 19.00
Museo Morandi (via Don Minzoni 14) ore 10.00 – 19.00
Casa Morandi (via Fondazza 36) ore 14.00 – 17.00
Museo per la Memoria di Ustica (via di Saliceto 3/22) ore 10.00 – 18.30
Museo internazionale e biblioteca della musica (Strada Maggiore 34) ore 10.00 – 19.00
Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123) ore 10.00- 18.30
Museo civico del Risorgimento (Piazza Carducci 5) ore 10.00 – 18.00

MOSTRE TEMPORANEE

Il Medagliere si rivela. Natale in nummis. Iconografie del Natale nelle monete e nelle medaglie del Museo Archeologico
A cura di Paola Giovetti e Laura Marchesini
Fino all’8 gennaio 2024
Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2)
Tel. +39 051 2757211

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Trascendenza e “Decenza dell’umanità”. Patrimonio antropologico giuridico-etico-culturale alle radici della storia del mondo. Al centro della vita Cristiana che, fu e continua ad essere il fulcro culturale e spirituale del villaggio globale, vero motore di civiltà. Una conversazione con Enzo Farinella già docente di Antropologia filosofica nell’Università di Dublino, tra i massimi studiosi di Monachesimo d’Irlanda

22 Dicembre 2023 a cura di Mimma Cucinotta

 

Dublino, 22 dic. 2023 – In ogni individuo, che lo si creda o meno, abita una trascendenza unica, che costituisce un valore inalienabile. Libertà personale, giustizia, solidarietà, pace, uguaglianza tra tutti gli esseri umani, promozione di ogni forma di apertura a tutti come fratelli e sorelle, rispetto per la diversità e per individui e gruppi di fede diversa, senso profondo di appartenenza a una stessa tradizione intellettuale e spirituale comune, tutti hanno in sé quel senso di trascendenza che arricchisce la persona umana. Questa “trascendente” dignità personale rende tutti i diritti fondamentali e inviolabili, al di là di ogni interpretazione o influenza religiosa, sociale, filosofica, politica, strategico-militare, patrimonio antropologico comune e diritto culturale ed etico, definito “Decenza dell’umanità. Ovvero il principio culturale che guidò l’operato missionario di Cataldo e dei suoi confratelli.

Mosaico di San Cataldo nella Cappella Palatina Palermo

Mosaico di San Cataldo nella Cappella Palatina Palermo

Una nozione di cultura alle radici della storia del mondo e dell’Europa particolarmente al centro della vita Cristiana che, fu e continua ad essere il fulcro culturale e spirituale del villaggio globale, un vero motore di civiltà.

I pellegrini e i “saggi” medievali, uomini santi, studiosi itineranti per Cristo, tramite la funzione culturale e religiosa dei loro centri missionari o la loro fantasia creativa, hanno trasformato il mondo allora conosciuto, in particolare l’Europa, divenuti punti focali di irradiazione di valori etici e fondamentali.

Tra questi S. Cataldo: un Santo per il Terzo Millennio, grande taumaturgo irlandese, tanto venerato in Italia e quasi sconosciuto nella sua patria, al quale Enzo Farinella ineguagliabile studioso di Monachesimo irlandese, dedica il suo ultimo volume “L’Uomo venuto dal Mare”, pubblicato da Amazon Kindle, in lingua italiana ed in inglese.

Il libro ripercorre la vita del Santo, soffermandosi in particolare sul secolo VII che lo ha visto crescere a Canty in Irlanda, studiare ed insegnare a Lismore, e lavorare nella sua terra d’adozione, Taranto.

Un’opera svolta a protezione dell’inviolabilità della coscienza, solidarietà e promozione umana, dell’autonomia morale e civica, della dignità della mente consacrata alla ricerca della verità. Secondo i principi del cristianesimo alla luce del Vangelo, Cataldo promosse forme di accoglienza da rivalutare ai giorni nostri sul piano sacralità della vita della persona, valore supremo che non si può ignorare, perché fatti ad immagine e somiglianza di Dio.

Il libro quindi, “L’Uomo venuto dal Mare”, non tratta un racconto qualunque ma della storia di un Santo straordinario, celebrata ancora da migliaia di persone anche se vissuto 1,400 anni fà. Chiese sono state costruite in suo onore su cime azzurre di montagne lontane o ai bordi del mare, implorando la sua benedizione.

Andando indietro nei secoli, profonda devozione viene dedicata a San Cataldo, cui si erano perse le tracce nella memoria della gente e perfino del suo corpo. Ritrovato in perfetto stato di conservazione intorno al 1071, all’interno della Cattedrale di Santa Maria di Taranto. L’edificio in fatiscenti condizioni, distrutto dai Saraceni seguiva opere di ricostruzione ordinati dall’Arcivescovo Dragone.

Il libro di Enzo Farinella

Il libro di Enzo Farinella

Il rinvenimento ricondusse a San Cataldo per la iscrizione Cataldus incisa su una medaglietta in oro ritrovata sulle spoglie intatte del Santo, contenute in un sarcofago di marmo, di cui si narra, delicati profumi esalassero. La sorpresa fu immensa, giacchè del monaco irlandese se n’era perduta memoria per le continue devastazioni subite nel tempo dalla Città dei due mari. Il culto di San Cataldo si sviluppò nella fede dei tarantini, tanto da dedicargli la Cattedrale riedificata e luogo del ritrovamento, eleggendolo Patrono della Città.

 Monsignor Tommaso Caracciolo Rossi dei principi d’Avellino ( Avellino 1599 – Taranto 1663), uomo sapiente, Vescovo di Cirene e poi nominato da Papa Gregorio XIII, Arcivescovo di Taranto dal 30 marzo del 1637 fino alla sua morte, durante il suo mandato arcivescovile, ordinò nel 1658, l’ampliamento all’interno della Cattedrale della Cappella a Taranto, nota come Cappellone, un mausoleo in marmo pregiato dalla imponente bellezza artistica dedicandola a CATHALDUS o CATALDO.

 San Cataldo, divenne patrono della “Città dei due mari”, di cui per volere dell’Arcivescovo Caracciolo furono trasferite le reliquie del Santo, tuttora venerate dalla cittadinanza e da migliaia di turisti in visita annualmente al prezioso luogo di culto.

Ancora oggi la sua voce risuona nei cuori di tanta gente che implora la sua protezione. Egli placò il mare in più occasioni, ridiede la vista a ciechi, la parola e l’udito a sordomuti. Quale rifugiato e naufrago, superò pericoli in mare di un viaggio rischioso attraverso valichi di montagne e valli nell’Europa del tempo, ricoprendo a piedi oltre 6,000 km.

Cathaldus fu uno dei tanti pionieri che lasciò l’Irlanda, dove nacque, per portare Cristo al mondo allora conosciuto. Compì molti miracoli, tanto da acquisire la fama di operatore di prodigi. Recuperare la sua storia insieme a quella dei suoi confratelli, anche se in molti casi non abbiamo documenti storici, è urgente.

Il ritorno alla verità, esposta dai Santi e studiosi dell’Irlanda, dai tempi di S. Patrizio in poi è impellente. Essi hanno portato il Vangelo e la cultura nelle varie scienze, fondando la civiltà occidentale. Per queste ragioni si rende necessario avvicinarsi alla loro vita e quella di San Cataldo, cui in Italia lungo tutto il territorio nazionale sono stati dedicati nel tempo oltre 100 luoghi di culto.

I monaci irlandesi, veri missionari e visionari come Colombano in Francia e Italia, Colm Cille in Scozia, Aidan in Inghilterra, Virgilio in Austria, Marianus Scotus in Germania, e i discepoli di S. Benedetto influenzarono storia e cultura europee. Diedero un decisivo contributo al rinascimento della civiltà europea, creando ponti d’oro tra l’Irlanda e l’Europa. Cataldo fu uno di questi.

Portarono una nuova visione dell’essere umano, essenzialmente “relegato”, ricco di un intimo nostalgico “élan vital” trascendente. “Tutti posseggono e sentono un tale stimolo. E tutti hanno capito e onorato il potere che appartiene a ciascuno di noi fin dalla nascita”, dichiarò Plutarco, in “Moralia” Vol. V, Isis e Osiris, nel primo secolo.

Tra i vari capitoli del libro di Enzo Farinelladesideriamo segnalare quelli che trattano le origini del monachesimo irlandese, che ha plasmato la vita di Cataldo (cap. 2), la radice della fratellanza cosmica (cap. 3) e il sistema educativo irlandese che ha determinato e promosso l’azione missionaria di questi monaci cap. 4).

Il monachesimo irlandese dal V al XIV secolo fu un capitolo importante nella storia dell’umanità.

La Grecia prima e l’Italia dopo produssero simili movimenti che contribuirono sostanzialmente al nuovo volto dell’Europa e del mondo. Tuttavia, dobbiamo agli irlandesi la predicazione di una nuova cultura, fondata sulla Buona Novella dei Vangeli. L’opera di Cataldo a Taranto fu determinata da simili principi ed egli si prese cura dei tarantini perché tutti portatori dell’immagine di Dio.

Una domanda per tutte. Chiediamo al professor Enzo Farinella di rappresentare lo spirito che anima la stesura dei suoi testi sui monaci d’Irlanda e, l’ultimo sulle gesta di S. Cataldo. “Sono sempre più convinto sul piano storico-culturale che umano, quanto l’archeologia di valori perduti e principi di vita di quei tempi devono essere dissotterrati e riproposti per il nostro tempo. Un tempo che va, mentre il mondo, anche se connesso globalmente, si disintegra e frammenta. Scorrendo i percorsi della tradizione celtica troveremo il modello di vita cui ispirarci.Terra di missione della attività missionaria dei monaci irlandesi, furono l’Italia, l’Inghilterra, la Francia, la Germania, l’Austria, la Svizzera e i vari luoghi dove si sono recati. Recuperare le loro storie è urgente. In verità, bisogna riconoscere che all’Irlanda va il merito di aver introdotto un movimento teologico di rinascita, culturalmente illuminante con i suoi valori esoterici e civilizzanti nelle varie nazioni d’Europa. I suoi figli, portando cristianesimo e cultura nel Continente, divennero insegnanti di intere nazioni e consiglieri di Re e Imperatori”.

Cappella di San Cataldo

Cappella di San Cataldo

La copertina del libro con il prof. Enzo Farinella

La copertina del libro con il prof. Enzo Farinella

I libri di Enzo Farinella

I libri di Enzo Farinella

i libri di Enzo Farinella

I libri di Enzo Farinella

Enzo Farinella, nato a Gangi in Sicilia, è sposato con Barbara; ha quattro figli: Santina, Gioacchino, Aisling ed Enzino Làszlò; e sei nipoti: James, Giulia, Franca, Skye, Olive-Elisa e Willow. Già docente di Antropologia filosofica nell’Università di Dublino, saggista e giornalista, ha collaborato con Radio Vaticana ed ANSA dall’Irlanda dove vive da cinquant’anni. Messaggero di Pace per le Nazioni Unite, Cavaliere della Repubblica Italiana, Priore d’Irlanda per l’Ordine Capitolare dei Cavalieri della Concordia, Membro dell’Accademia Zelantea, referente a Dublino dell’Associazione di Volontariato: I Cittadini contro le mafie e la corruzione, plurilaureato, è stato per 20 anni Addetto Culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Dublino dove vive da cinquant’anni. Molte le sue conferenze sui legami tra Italia e Irlanda e in particolare sul lavoro dei monaci irlandesi nelle varie nazioni europee in Europa e in USA.Alcuni dei suoi volumi :E-Books:Dall’Atlantico al Mediterraneo, Appstore Apple “New Life Book”,2015.At the Roots of the History of Europe: Amazon, 2017Italy and Ireland – Two Stars under the Sky of Europe –, Amazon, 2020Under the Sky of the ‘Fair’ Islands – Irish Pilgrims in Britain and Europe, Amazon, 2020In the Land of Tulips – Irish Pilgrims in Benelux and Europe, Amazon, 2020Born in Ireland, Lit up Austria, Irish monks and Pilgrims in Europe and Austria, Amazon 2021Time for Action – Bonds between Italy and Ireland, Amazon 2021.Born in Ireland, Lit up Switzerland – Irish monks in Europe and Switzrtland, Amazon, 2021.Born in the Emerald Ireland, Lit up the Black Forest – Irish Pilgrims in Europe and Germany, Amazon 2022.

Come per tutti i viaggiatori stranieri,nel viaggio che Creuzè de Lesser fece in Italia tra 1801 e il 1802, l’Europa si fermava a Napoli. Il che vuol dire, che il Mediterraneo comincia proprio da Napoli. Ed è quel Mediterraneo delle lingue, certamente, ma anche delle culture grecaniche, arabe, balcaniche e degli incontri e scontri tra riti e fenomeni religiosi, da analizzare in una chiave di lettura antropologica…

22 Dicembre 2023 di Pierfranco Bruni – Antropologo e saggista

 

Da parte dei viaggiatori, sia stranieri sia viaggiatori provenienti dal nord Italia, ci sono chiavi di lettura abbastanza articolate che vanno da modelli di comprensione a letture comparate. Da Napoli in giù si respira, anche a sentire Maurice Maeterlinck nel suo Promenade en Sicile et Calabre risalente al 1924, l’atmosfera che è stata la realtà della Magna Grecia.

Il legame tra Europa e Mediterraneo presenta delle chiavi di lettura in cui l’intreccio tra lingue ed etnie, per Auguste Creuzè de Lesser (Parigi, 1771 – 1839) nel suo Viaggio in Italia e Sicilia risalente al 1806, pubblicato a Parigi da Didot, l’Europa finiva a Napoli. Si tratta di un viaggio che Creuzè de Lesser effettuò in Italia tra 1801 e il 1802. È una osservazione che ancora oggi fa riflettere perché se l’Europa per i viaggiatori stranieri si fermava a Napoli tutte le altre regioni come venivano considerate?

Lo stesso autore del testo citato, infatti, lo dice con molta singolarità quando afferma che “L’Europa finisce a Napoli, e anche assai male. La Calabria, la Sicilia, tutto il resto appartiene all’Africa” (cfr. Maurice Maeterlinck, Promenade en Sicile et Calabre, edizione 1997, Il Coscile, pagg. 7 – 8) . Ed è naturale che questa chiosa ci spinge ad una visione geografica ed antropologica dell’Italia ma se si vanno ad analizzare i tessuti territoriali ci si rende conto come, sia la geografia che l’antropologia rispecchiano una dimensione di natura prettamente etno – linguistica. Quell’Europa che finisce a Napoli segna lo spartiacque con il Mediterraneo il che vuol dire, che il Mediterraneo comincia proprio da Napoli. Ed è quel Mediterraneo delle lingue, certamente, ma anche delle culture grecaniche, arabe, balcaniche e degli incontri e scontri tra riti e fenomeni religiosi. Da Napoli in giù si respira, anche a sentire Maurice Maeterlinck (Gand, 1862 – Orlamonde, Nizza, 1949) nel suo Promenade en Sicile et Calabre risalente al 1924, l’atmosfera che è stata la realtà della Magna Grecia.

Una cultura chiaramente greca ma anche con delle ramificazioni in quelle koinè illiriche che rimandano alla storia albanese. Questo è un dato fondamentale perché come più volte sostenuto le cosiddette colonie albanesi e la tradizione grecanica si intrecciano tanto che la loro presenza ha dato vita ad un ethnos con il quale la storia d’Italia non solo dal punto di vista linguistico ha dovuto fare i conti.

La presenza degli albanesi nel regno di Napoli conferma sostanzialmente quello che sosteneva Creuzè de Lesser perché nel territorio del Regno di Napoli, già geografia fisica e politica della Magna Grecia, le lingue si son dovute sempre confrontare con i modelli di civiltà e quindi con i rapporti di dominazione che hanno permeato tutto il tessuto territoriale.

Il Regno di Napoli in una chiave di lettura antropologica si è trovato a raccordare con la presenza dei popoli balcanici provenienti dall’Adriatico, con la vicinanza del Mediterraneo greco e con l’affaccio ai paesi del Mediterraneo nord africano. Ed è naturale che i viaggiatori soprattutto quelli stranieri giungendo sia nell’area più vasta delle regioni meridionali sia nelle comunità etno – linguistiche con eredità ed appartenenza proveniente da altra realtà storico e geografico hanno dovuto puntualizzare la diversità che hanno riscontrato. Anche quella antropologica è una diversità di fondo caratterizzante nel dialogo con le popolazioni e con l’impatto sia urbanistico sia comunitario. Da parte dei viaggiatori, sia stranieri sia viaggiatori provenienti dal nord Italia, ci sono chiavi di lettura abbastanza articolate che vanno da modelli di comprensione a letture comparate. In molte occasioni non si riesce a fare un distinguo tra la presenza albanese e quella grecanica ma ci sono degli spaccati che offrono una forte tensione che si focalizza sulla descrizione del paesaggio.

Se Meterlinck (op. cit., pag.8) dice:Fino a Napoli il viaggio è piacevole e il comfort quasi perfetto…a partire da Napoli, e soprattutto in Sicilia, si incontrano gli inconvenienti…”, Maria Brandon – Albini (scrittrice italiana del Novecento) nel suo reportage dedicato alla Calabria risalente al 1957 ci offre questo affresco: “Con il crepuscolo, i paesi albanesi cominciano a brillare nel grembo ricoperto di muschio di un immenso presepe: San Basile, Acquaformosa, San Giorgio, Frascineto, lungo i contrafforti del Pollino; dal alto del mare Tirreno, San Benedetto e altri ancora; a destra del Crati, il prete mostra col dito il profilo brumoso della Sila greca dove si nascondono San Cosmo, San Demetrio Corone, Santa Sofia D’Epiro…” (Calabria, edizione 2008, Rubbettino, pag. 141).

Intorno a queste definizioni o rappresentazioni ci sono i costumi, le tradizioni, la lingua. E per gli albanesi o italo albanesi la lingua è il tutto che interagisce però con quel mondo bizantino al quale delegano la loro appartenenza le culture e le comunità greche. Lungo queste traiettorie il Mediterraneo ancora una volta è una presenza costante perché non solo interagisce ma definisce un processo che non è soltanto storico ma profondamente metafisico.

La storia più recente di queste comunità in questo lembo di Mediterraneo resta naturalmente quella della venuta degli albanesi. I viaggiatori che si sono spinti nel di dentro di queste comunità non hanno recuperato soltanto le forme etniche e non hanno cercato semplicemente di capire il suono della lingua ma si sono addentrati nel tentativo della comprensione di una storia che, comunque, resta ben intrecciata con il territorio.

Cesare Lombroso (Verona, 1835 – Torino, 1909) nel suo testo dal titolo In Calabria 1862 – 1897 sottolineando l’importanza della storicità degli albanesi ci offre una pagina di straordinario impatto sistematico: “La venuta degli Albanesi in Italia rimonta al 1462, quando Ferrante d’Aragona assediato in Barletta, e più le insistenze di Pio II (Enea Silvio Piccolonimi) chiamarono in aiuto contro Giovanni d’Angiò, Giorgio Castrista o Scanderbeg. Questi scese alle spiagge di puglia; ed i francesi al solo suo appressarsi sciolsero l’assedio e riportata la peggio in una battaglia ritornarono oltre Alpi. Scanderbeg ebbe in guiderdone la città di Trani, il monte Gargano col santuario di S. Michele, Manfredonia, ed il castello di S.Giovanni Rotondo. Ma dopo la sua morte avvenuta in Lissa nel 17 gennaio 1467 il Sultano s’impossessò della tanto ambita Albania; ed il figlio di Scanderbeg, Giovanni, poco degno, per valore, del padre, comunque protetto dalla Repubblica Veneta non sapendo resistere alla potenza ottomana espatriava, rifugiatasi nelle amiche terre napilitane insieme a molte famiglie albanesi, mentre latre toccarono i veneti dominii continentali. Il re Aragonese memore dei benefici ricevuti dal padre del fuggitivo principe l’accolse, e gli concesse il comando di S.Pietro di Galatina, ed arruolò la gioventù in reggimento; altri li raggiunsero cui il Re (per tenerli lungi dai grandi centri), sparse sul Gargano, ad Otranto e Melfi donde per dissensi insorti emigrarono in Basilicata: gli ultimi profughi in Sicilia e in Calabria vi edificarono 32 villaggi protetti da una pronipote di Scanderbeg sposatesi con un Sanseverini. Gli Albanesi, emigrati tutti in un’epoca istessa, conservarono ben più gelosamente le avite tradizioni, né so come si abbia potuto confonderli coi Greci, con cui non ebbero comunque che le lunghe sventure, l’origine Aria, e l’amore per la letteratura d’Ellenia, da cui, però, il loro linguaggio forse più differisce che dallo slavo e dal tedesco” (Cesare Lombroso, In Calabria, Rubbettino, 2009, pagg. 35-36).

Si tratta di una testimonianza di estremo interesse perché in un semplice spaccato Cesare Lombroso sfaccetta la presenza degli Albanesi nel Regno di Napoli ma parimenti tenta un confronto con la diversità dei Greci che sono, nonostante tutto, ben stanziati quasi nello stesso territorio. Per i viaggiatori stranieri trovarsi a contatto con popoli che sono portatori di una formazione greca, turca o araba ha avuto una duplicità di significato che tocca modelli di conoscenza di un territorio che è stato attraversato da antiche civiltà e che le loro tracce non sono soltanto nei beni culturali come elemento simbolico ma anche nel comportamento delle popolazioni e ciò che emerge vistosamente è il fatto che questo tessuto territoriale, come più volte ha sostenuto George Gissing (Wakefield, 22 novembre 1857 – 28 dicembre 1903), ha una profonda matrice mediterranea. Quindi viaggiare per luoghi e tra i luoghi nelle comunità albanesi e grecaniche per i viaggiatori stranieri, ha significato comprendere e capire una Europa che si fermava a Napoli. Proprio George Gissing (cfr. Daniele Cristofaro, George Gissing. Il viaggio desiderato (Calabria 1897), Pellegrini Editore, 2005 ; cfr. Alessandra Della Fonte, Bytheionian Sea: storia di un inglese che cercava l’antico e trovò le stelle, Il Coscile, 2008) che individua il suo viaggio tra le terre della Magna Grecia come un viaggio nell’Europa mediterranea.

Credo che partendo proprio da questa affermazione è possibile penetrare un tessuto che non è soltanto realtà geografica ma presenza esistenziale. In fondo le comunità che si rappresentano con una loro etnia ben definita rispetto a quella nella quale risiedono si sottolineano in una fedeltà che è quella, certamente, linguistica ma chiarificante in quella etno antropologica. Il che vuol dire che lingua e forme antropologiche costituiscono la chiave di lettura per penetrare una civiltà che è riuscita ad integrarsi in una cultura che già di per sé aveva un suo radicamento in una identità ben definita dal punto di vista della struttura geo –  politica.

I viaggiatori stranieri a volte hanno compreso ciò catturandone gli elementi e i sistemi ereditari altre volte sono rimasti disorientati. Ma resta il fatto che quella Magna Grecia che entra dentro il Regno di Napoli, ancora oggi, ha un suo portato, indubbiamente, storico la cui illustrazione si definisce, comunque, nei vari modelli antropologici che hanno antichi richiami. C’era una volta una Europa che diventò Mediterraneo e un Mediterraneo nel Regno delle Due Sicilie…

Il Regno di Napoli

Il Regno di Napoli

 

 

 

 

 

 

 

Pierfranco Bruni, nato in Terra Calabra cui è profondamente legato, vive tra Roma e la Puglia da molto tempo. Presidente Commissione Conferimento del titolo “Capitale italiana del Libro 2024“, con decreto del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano del 28 Novembre 2023. Archeologo, antropologo, letterato e linguista, fecondo saggista e poeta è presidente del Centro Studi Francesco Grisi e vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani. Dal carismatico e sopraffine stile letterario, Bruni è alla seconda candidatura al Nobel per la Letteratura. Già Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali e componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero, nel corso della sua carriera è stato docente in Sapienza Università di Roma ed ha appronfondito lo studio rivolto alla tutela e alla conoscenza delle comunità di minoranze etnico-linguistiche.Archeologo già direttore del Ministero Beni Culturali, Direttore responsabile del Dipartimento Demoetnoantropologico, Direttore Responsabile unico della Biblioteca del Ministero dei Beni Culturali. Membro Commissione Premio Internazionale di Cultura per l’Antropologia presieduta da Luigi Lombardi Satriani, decano dell’antropologia contemporanea Ordinario Sapienza Università di Roma.

Il Prof. Pierfranco Bruni

Il Prof. Pierfranco Bruni

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Al Baglio dei Principi di Spadafora, magnifica serata alla (ri) scoperta dei Beni culturali materiali e immateriali per la seconda edizione del premio dedicato alla memoria di “Franz Buda” compianto presidente  dell’Archeoclub di GiardiniNaxos, Taormina, Valle Alcantara impegnato in numerose attività culturali e difensore dei diritti dei cittadini.

A cura del dott. Rosario Messina

L'Avvocato Franz Buda

L’Avvocato Franz Buda

Taormina – Si è conclusa con grande successo la seconda edizione del premio “Franz Buda”, dedicato a protagonisti del mondo della cultura che si sono distinti nella tutela e valorizzazione dei patrimoni materiali ed immateriali. Il premio porta il nome dell’avvocato Franz Buda, già amministratore del Comune di Giardini Naxos e Presidente dell’Archeoclub d’Italia sezione Giardini-Naxos-Taormina-Valle Alcantara, scomparso nel 2019. L’evento ospitato nella suggestiva location del “Baglio dei Principi di Spadafora“, nella frazione di Trappitello, è stato ideato e organizzato dall’Archeoclub d’Italia sede di Giardini Naxos-Taormina-Valle Alcantara, in sinergia con la famiglia Buda di cui fanno parte i figli Italo, Rosanna e Stefania assieme alla moglie dello scomparso, Pina Principato.

La serata svoltasi con la formula del talk show è stata condotta dal giornalista Mauro Romano. Protagonisti di questa edizione premiati con le realizzazioni artistiche realizzate dall’artista Stefania Pennacchio sono stati: il Maestro Cav. Nino Buda presidente del Gruppo Folk Naxos, le “Feste classiche di Siracusa” per le quali è intervenuto l’assessore alla cultura della Città di Siracusa On. Fabio Granata e il letterato di chiara fama Professor Pierfranco Bruni Presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi” con sede a San Lorenzo del Vallo in Calabria con l’obiettivo di riscoprire, partendo dallo scrittore Francesco Grisi (1927 – 1999) la letteratura che pone al centro il senso della memoria e del viaggio.

A porgere i saluti istituzionali ai premiati ed ai presenti e spiegare le ragioni del prestigioso premio è stata l’assessore alla Cultura del Comune di Giardini Naxos Prof.ssa Fulvia Toscano: “Sono onorata di poter introdurre questo premio per il quale va ringraziata per il lavoro svolto la Presidente dell’Archeoclub Tamako Sakiko Chemi. Questo Premio è importante per due ragioni, la prima perché è intitolato al grande Franz Buda. La sua figura è importante perché una comunità si cementa con le memorie condivise e Franz Buda è una di queste importanti memorieLa seconda ragione è aver dedicato il Premio alla tutela ed alla valorizzazione dei patrimoni materiali ed immateriali. Un tema che ci sta particolarmente a cuore perché noi siamo gli eredi di una tradizione impegnativa. Qui è nata la Grecia di Occidente con Naxos prima colonia greca di Sicilia. Noi abbiamo la fortuna di avere uno dei più importanti parchi archeologici di Sicilia assieme a quello di Agrigento e Siracusa. Negli ultimi anni grazie alla direttrice del Parco Graziella Tigano questo Parco è diventato la casa dei giardinesi. Questa estate soprattutto attraverso tutte le manifestazioni culturali organizzate per e con la Città. Il nostro è un grande Parco che è sempre stato diretto da direttrici prestigiose a cominciare dalla mitica Paola Pelagatti e, di seguito, Maria Costanza Lentini, Vera Greco e ora Gabriella Tigano. Il Parco di Naxos è un bene immateriale talmente vivo che va ampiamente tutelato e l’assessorato alla Cultura ha anche questo compito e non solo quello di organizzare eventi”. A seguire i saluti della Presidente dell’Archeoclub Tamako Sakiko Chemi la quale ha presentato il nuovo direttivo che ha collaborato nella realizzazione dell’evento e le attività del sodalizio che non riguardano solo Giardini Naxos ma tutto il Comprensorio e la Valle dell’Alcantara

I protagonisti della serata

I protagonisti della serata

Prima di iniziare il talk show con i premiati, Mauro Romano ha dato la parola ai figli del compianto Avvocato Buda. Il figlio Italo avvocato del Foro di Messina ha ricordato la figura del padre stimato professionista soprattutto per le battaglie sociali che spesso intraprendeva, tra queste quella contro la chiusura del Tribunale di Taormina per il quale si incatenò per protesta davanti ai cancelli della sede di Trappitello. Uomo di grande cultura e Presidente dell’Archeoclub al quale dedicò tantissimo tempo per la tutela e la valorizzazione dei beni materiali ed immateriali del comprensorio di Naxos. Da qui l’idea di dare vita a questo Premio. La figlia Rosanna visibilmente commossa, ha raccontato momenti di vita vissuti con il padre.

Di seguito a conclusione della prima parte della serata una performance musicale del giovane chitarrista Giuseppe Braccio che si è esibito alla “chitarra battente” (momento a cura del Conservatorio statale Tchaikovsky in collaborazione con Accademia pianistica Italiana). A conclusione del virtuoso intermezzo musicale accolto dal pubblico con grande calore con un lungo applauso, la serata è entrata nel vivo con le interviste ai premiati.

Il Primo ad essere intervistato è stato il Cav. Nino Buda fratello di Franz, il quale in prima battuta ha ricordato commosso la figura del fratello declinando qualche aneddoto di gioventù come quando lo salvò a Venezia dal rischio di annegamento per essere caduto in acqua in un canale, fino alle sue battaglie sociali e all’amore per la cultura. Di seguito rispondendo alle domande del conduttore Mauro Romano ha raccontato la storia del Gruppo Folk Naxos che oltre 75 anni fa venne fondato dallo zio Cav. Luigi Buda il quale formò un primo gruppo di canterini con alcuni dei suoi alunni della scuola dove insegnava. A poco a poco i piccoli canterini iniziarono a partecipare ad eventi e spettacoli folk, anche in località fuori dalla Sicilia. Alla morte dello zio Luigi il Maestro Nino Buda ereditò la direzione del Gruppo poiché in passato aveva collaborato con lo zio con alcune canzoni. Di seguito, racconta il Maestro Nino Buda iniziò a studiare i grandi ricercatori delle tradizioni popolari siciliane ed etnologi come Giuseppe Pitrè. Oggi il Gruppo Folk Naxos è conosciuto in tutto il Mondo. E’ diventato un patrimonio culturale che ha fatto conoscere le nostre tradizioni a livello internazionale. A conclusione del suo appassionato intervento il Maestro Buda ha raccontato della tournee in Giappone negli anni 70 dove il Gruppo Folk Naxos si esibì alla presenza dell’Imperatore Hirohito.

Mauro Romano e Giuseppe Braccio

Mauro Romano e Giuseppe Braccio

Giuseppe Braccio con la sua "chitarra battente"

Giuseppe Braccio con la sua “chitarra battente”

Coinvolgente ed appassionato anche l’intervento del Prof. Pierfranco Bruni archeologo, antropologo, letterato e linguista, fecondo saggista e poeta, presidente del Centro Studi Francesco Grisi e vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani. Attualmente Presidente della Commissione “Capitale italiana del Libro 2024“, nominato con Decreto del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano del 28 Novembre 2023.

L’illustre premiato vanta anche altre importanti esperienze, già Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali e componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero. Nel corso della sua carriera è stato docente della Sapienza Università di Roma ed ha approfondito lo studio rivolto alla tutela e alla conoscenza delle comunità di minoranze etnico-linguistiche. Archeologo già direttore del Ministero Beni Culturali, Direttore responsabile del Dipartimento Demoetnoantropologico, Direttore Responsabile unico della Biblioteca del Ministero dei Beni Culturali. Membro Commissione Premio Internazionale di Cultura per l’Antropologia presieduta da Luigi Lombardi Satriani, decano dell’antropologia contemporanea Ordinario Sapienza Università di Roma. Ed infine come non ricordare la candidatura per il Premio Nobel 2023 per la letteratura. In parole povere un curriculum straordinario da sbalordire chiunque lo legga e che ha motivato gli organizzatori dell’evento ad assegnare all’illustre letterato il Premio “Franz Buda”.

Il 3 luglio del 2023 Pierfranco Bruni è stato protagonista al Senato intervenendo sulle minoranze etno-linguistiche, gli Italo Albanesi. Prendendo spunto da questo evento il conduttore Mauro Romano ha fatto una prima domanda al professore chiedendo da dove nasce questa sua appassionata attenzione verso le minoranze etno-linguistiche. Nel rispondere Bruni ha spiegato che le sue origini italo albanesi sono state uno stimolo per: “far nascere in me l’amore verso le etnie. Sin da ragazzo ho cercato sempre di capire le origini di un popolo, di una comunità. Purtroppo oggi la nostra epoca ha perso il senso della tradizione mentre invece occorre recuperare questa visione di oggettualità e soggettività delle civiltà. L’Italia ad esempio è una nazione che si fonda sulle etnie, molte delle quali nate dal rapporto con la Grecia. L’etnia non è solo immigrazione e emigrazione ma senso di civiltà all’interno di una visione antropologica. Io ho cercato sempre attraverso la letteratura e l’archeologia di cercare le radici di un popolo. Attraverso lo studio delle etnie è possibile penetrare questo sottosuolo che ci fa comprendere l’anima di un popolo. Purtroppo stiamo vivendo in un Epoca dove, ribadisco, si è perso il senso della tradizione. Si parla tanto di Folklore ma dobbiamo comprendere che il folklore è una derivazione della tradizione e se alla base non c’è un percorso che va a scavare nel segno di una civiltà il folklore rimane solo una semplice manifestazione. A questo vorrei aggiungere, riferendomi ai Beni Culturali e al tema di questa manifestazione, che dobbiamo rivedere il concetto di Bene Culturale il quale va considerato al centro di un processo storico. Sono anni che io seguo questo percorso rivolto ai Beni Culturali attraverso lo studio dei Beni materiali e quelli Immateriali poiché non possono esistere Beni materiali senza Beni immateriali. Faccio un esempio, se stasera noi siamo in questa meravigliosa struttura medievale che è un bene materiale, cosa era in origine? Era un idea, quindi, un bene immateriale. Per questo vanno considerati assieme.“

Il Prof. Pierfranco Bruni

Il Prof. Pierfranco Bruni

La piacevole conversazione con il prof. Bruni è andata avanti con altre interessanti riflessioni che il letterato ha offerto nel corso del talk show sempre sulla tutela del patrimonio culturale materiale e immateriale che non ha risparmiato neppure la politica per la quale Bruni nel definirne lo stato di salute ha sottolineato come purtroppo stiamo assistendo al “suicidio della politica che passa attraverso l’omicidio della cultura”. Bruni ha altresì sottolineato che occorre porre un freno a questo tipo di decadenza culturale epocale attraverso una maggiore conoscenza, valorizzazione, fruizione e nuove progettualità dei nostri beni materiali e immateriali. Tanto per fare un esempio il letterato ha sottolineato come sia importante che ad esempio nelle nomine dei direttori di museo e altri beni materiali devono essere scelti esperti a tutto tondo che abbiano grande e consolidata esperienza, capacità progettuale e innovativa. Questo approccio vale anche per lo studio delle minoranze poiché, ha più volte ribadito Bruni: “la questione delle minoranze va affrontata culturalmente attraverso cinque coordinate: storia, letteratura, arte, musica, tradizioni. Questo vuol dire che intorno a tutto ciò si muove la dinamica della lingua e dei linguaggi, ovvero della conoscenza, della comunicazione e della tutela – valorizzazione delle nostre etnie”. Un lungo appaluso ha sottolineato il gradimento degli interventi da parte del pubblico che apprezzato parecchio le riflessioni e gli spunti del prestigioso letterato.

Altrettanto interessante il contributo dell’On. Fabio Granata che ha partecipato al pubblico altre interessanti riflessioni sui nostri Beni Culturali Materiali e Immateriali. La prima domanda posta dal moderatore Mauro Romano ha riguardato la Soprintendenza del Mare di cui Granata è stato uno degli artefici della sua nascita. “L’idea di creare una Soprintendenza del Mareha spiegato Granatanasce da un mio rapporto fecondo con un Funzionario regionale, nostro compianto archeologo Sebastiano Tusa. Entrambi eravamo dell’idea che era importante dare vita ad una Soprintendenza specifica perché il mare, il nostro mare, è un patrimonio che và preservato nella sua percezione di elemento fortemente ereditario della nostra Isola. Il mare è una realtà dinamica che và valorizzata, protetta e custodita per quello che rappresenta. E’ una realtà quella della Soprintendenza che, da noi, nasce come avanguardia poiché solo in Grecia esiste una Soprintendenza del Mare ed in Italia esiste solo in Sicilia. Non esiste nè a livello Ministeriale e neppure Europeo. La Sicilia ha anticipato questa importante progettualità facendo propria quella identità greca della importanza della visione dell’orizzonte. Questa eredità del pensiero greco per i greci di occidente ha alimentato la volontà di superamento dei confini attraverso anche la Soprintendenza del mare che è stata concepita ed è diventata uno strumento scientifico di tutela del patrimonio custodito dal mare. Per tali motivi la Soprintendenza non è solo una struttura burocratica ma è una realtà al servizio di un idea che mira a valorizzare e tutelare questo elemento importantissimo per la nostra terra che è il mare.”

Nel corso del talk show Granata ha risposto ad altre tematiche tra queste il progetto di fare riconoscere le “Rappresentazioni classiche di Siracusa” patrimonio dell’UNESCO. A tal proposito l’On. Granata ha detto: “In Italia vi sono 53 siti UNESCO. Di recente sono stati inseriti anche i Pupi Siciliani e l’Opera lirica italiana. A Siracusa come è noto vi sono le Rappresentazioni classiche che, per la loro notorietà internazionale dovrebbero anch’esse entrare a pieno titolo nella lista del Patrimonio UNESCO. La loro straordinaria unicità è che sono state concepite ben 110 anni fà grazie alla intuizione di un aristocratico siracusano Mario Tommaso Gargallo che diede vita alla tradizione delle rappresentazioni classiche nel 1914. La sua idea era semplice e rivoluzionaria, portare a Siracusa nel più grande teatro Greco della Magna Grecia le rappresentazioni classiche. La sua condizione economica gli permise di investire sul progetto. In suo aiuto venne l’allora Sovrintendente di Siracusa Paolo Orsi uno dei grandi padri dell’archeologia moderna che condivise il progetto e Ettore Romagnoli grande grecista. La grande intuizione dettata dalla passione per la cultura classica del Gargallo fu quella di capire che la cultura poteva trasformarsi in una forza imprenditoriale ed economica. Su questo l’aristocratico siracusano ha vinto la scommessa perché ogni stagione classica di Siracusa, che dura circa un mese e mezzo, che dal duemila è diventata annuale, fa registrare circa 170 mila spettatori paganti. Una partecipazione straordinaria di pubblico che supera quella di tutti i teatri stabili italiani che, messi assieme, fanno meno biglietti paganti di quelli del teatro di Siracusa in un solo mese e mezzo. Per questo possiamo parlare di una eccezionalità assoluta. Ed è per questo motivo che abbiamo inoltrato al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali tutti gli atti affinchè le nostre rappresentazioni classiche del Teatro Greco di Siracusa, patrimonio immateriale, siano riconosciute dall’UNESCO. Pensate che in Grecia le rappresentazioni classiche e le tragedie greche sono state messe in scena per la prima volta nel 1976 mentre le nostre nel 1914 con Agamennone.”

Da sin. Mauro Romano, il Cav. Nino Buda, il Prof. Pierfranco Bruni e l'On. Fabio Granata

Da sin. Mauro Romano, il Cav. Nino Buda, il Prof. Pierfranco Bruni e l’On. Fabio Granata

Mauro Romano con Italo e Rosanna Buda

Mauro Romano con Italo e Rosanna Buda

Terminati gli interventi si è dato inizio alla cerimonia della consegna dei premi consistenti in sculture realizzate dall’artista Stefania Pennacchio di origine lombarda docente di Arti Applicate e Tipologie dei Materiali presso l’Accademia di Belle Arti di Siracusa. A consegnare la scultura artistica al Prof. Pierfranco Bruni sono stati i figli dell’Avvocato Franza Buda, Italo e Rosanna; l’Assessore Fulvia Toscano ha consegnato il riconoscimento all’On. Granata mentre la presidente dell’Archeoclub Tamako Sakiko Chemi al Cav. Nino Buda.

A conclusione della serata una sorpresa per il Maestro Buda da parte di tre storici musicisti del Gruppo Folk Naxos, Nino Gullotta, Salvatore Gioieni e Rosario Todaro che hanno eseguito alcune canzoni popolari del repertorio del Gruppo folk Naxos.

Infine per tutti i presenti un succulento rinfresco rinforzato offerto dal Lido di Naxos allietato dalle note di due zampognari.

Impeccabile, il supporto  tecnico di Mario Amoroso e Antonino Brunetto.

Tra il numeroso pubblico presente tanti volti noti, l’ex sindaco del Comune di Giardini Naxos Nello Lo Turco, il vice presidente della Consulta giovanile Antonio Currenti, il responsabile dell’Archivio Storico Banca della Memoria del Comune di Giardini Naxos Nino Vadalà, la direttrice del giornale on line Paese Italia Press Mimma Cucinotta, la presidente dell’associazione scientifico culturale MeaLux Angela Lombardo, lo scultore Turi Azzolina, il cultore di tradizioni popolari Saro Bellingheri, la prof.ssa Nunzia Buonasera, gli assessori taorminesi Jonathan Sferra e Nino Lo Monaco e il presidente dell’associazione Aiace Giuseppe Spartà.

     ROSARIO MESSINA

I giornalisti Rosario Messina, Mimma Cucinotta e Pierfranco Bruni

I giornalisti Rosario Messina, Mimma Cucinotta e Pierfranco Bruni

Mauro Romano intervista l'artista Stefania Pennacchio

Mauro Romano intervista l’artista Stefania Pennacchio

La consegna del Premio al Prof. Bruni

La consegna del Premio al Prof. Bruni

Il Prof. Bruni con i figli di Buda

Il Prof. Bruni con i figli di Buda

La Prof.ssa Fulvia Toscano premia l'On. Fabio Granata

La Prof.ssa Fulvia Toscano premia l’On. Fabio Granata

La Presidente dell'Archeoclub premia il Cav. Nino Buda

La Presidente dell’Archeoclub premia il Cav. Nino Buda

Da sin. Nino Gullotta, Salvatore Gioieni e Rosario Todaro

Da sin. Nino Gullotta, Salvatore Gioieni e Rosario Todaro

I zampognari

I zampognari

Il Prof. Bruni e l'On. Granata

Il Prof. Bruni e l’On. Granata

 

 

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La distinzione tra il pensiero e l’idea è falsa. Continua ad affascinarmi l’eresia. Perché so che il pensiero senza l’idea sarebbe un viaggio nel vuoto…Tutto questo è catturabile nella scrittura? Se si resta sull’onda dell’attesa e dell’esilio forse…Bisogna far parlare le ferite, il vuoto, le mancanze, l’abisso per non sfogliare una pagina senza resa, senza rendiconto, senza il contrario della reticenza…

12 Dicembre 2023 di Pierfranco Bruni – saggista, antropologo *

Roma, 12 dic. 2023 – Da Schopenhauer a Nietzsche l’idea nasce da una rappresentazione tragica nella quale si tenta un legame tra Kant ed Hegel, ma diventa completamente inattuale. Ed io sono un inattuale pur abitando il contemporaneo e resto un uomo profondamente del Novecento passato.

Ogni qualvolta pensi di possedere in una mano la vita non dimenticare che nell’altra potresti possedere il nulla. È in questo nulla che tutto rinasce. Come una aurora che esce dal buio della tempesta dove i lupi si sono ritrovati per ululare a una luna assente.
Bisogna intraprendere due viaggi. O meglio incrociare due percorsi di un unico viaggio. Il primo è quello di contrastare il nulla. Il secondo è quello di cercare nella tempesta la luna. Allora bisognerebbe cercare?
Maria mi ha insegnato che non bisogna cercare. Manlio mi ha fatto capire che occorre anche saper convivere nel labirinto, nel caos e nella caverna. Non cercare ma fare in modo di attendere che la notte buia possa diventare schiarita. O che nella stessa notte si possa scorgere all’improvviso un’ora antelucana che faccia da traccia.
Possibile? Già chiedendo se è possibile vuol dire che potrebbe essere fattibile. Se il tutto intercetta prima o dopo il nulla ciò vuol dire che sia il tutto che il nulla esistono. Come in altri contesti il male e il bene.
Tutto questo è catturabile nella scrittura? Se si resta sull’onda dell’attesa e dell’esilio forse. Bisogna restare sul filo del limiti e del precipizio per poter scrivere una scrittura che non deve essere cronaca e quotidiano. Bisogna far parlare le ferite, il vuoto, le mancanze, l’abisso. Altrimenti si sfoglia una pagina senza resa, senza rendiconto, senza il contrario della reticenza.
Bisogna avere il coraggio di scrivere con la tragedia dell’incertezza e della indifferenza. Altrimenti perché scrivere? A quella indifferenza che però non toccano la totalità del tutto. Cosa potrebbe essere ciò? Subito detto attraverso Manlio Sgalambro: “La mia indifferenza non è totale. A un certo punto si rompe. Ma è attraverso questo squarcio che mi posso vedere. E nel momento in cui mi vedo non sono più indifferente”.
Cosa è questo squarcio nell’indifferenza? È la nostalgia che irrompe. Soprattutto quando gli anni si spezzano dalla giovinezza e i rami cominciano a restare senza foglie e il tempo ci mette il resto. Non posso negarlo nonostante i grandi sforzi di incamminato in una filosofia della ragione che ho interrotto: siamo sono nostalgia. Se non l’avessi sarei assurdo. Ma faccio attenzione a non cadere nel rimpianto.
Continua ad affascinarmi l’eresia. Perché so che nasce dal significante. Perché so che il pensiero senza l’idea sarebbe un viaggio nel vuoto.
Da Schopenhauer a Nietzsche l’idea nasce da una rappresentazione tragica nella quale si tenta un legame tra Kant ed Hegel, ma diventa completamente inattuale. Ed io sono un inattuale pur abitando il contemporaneo e resto un uomo profondamente del Novecento passato.
La distinzione tra il pensiero e l’idea è falsa. Non può sussistere. Senza pensiero non c’è l’idea.
Bisogna assolutamente vivere la trasmutazione del pensiero in idea. Epicuro nel dialoghetto di Sgalambro dice a Colore: Bada, io ti incito al desiderio del bene, non farlo. Quest’ultima cosa mi atterrisce solo a pensarci”.
Dostoevskij dei fratelli Karamazov c’è tutto. Il nulla è il male. Il tutto però non è il bene. Perché ci si innamora di ciò? Perché c’è il tragico o perché non ho niente da fare. Come il Luigi Tenco che canta l’innamorarsi perché non si ha nulla da fare. Il resto è codardia. Il resto è apocalisse. Il resto è tramontare. E ritorna Nietzsche. Si può fare altro? Chiudersi in una stanza e aspettare.

Nelle foto il Prof. Bruni, Arthur Schopenhauer e Friedrich Nietzche

Nelle foto il Prof. Bruni, Arthur Schopenhauer e Friedrich Nietzche

 

 

Pierfranco Bruni, nato in Terra Calabra cui è profondamente legato, vive tra Roma e la Puglia da molto tempo. Presidente Commissione Conferimento del titolo “Capitale italiana del Libro 2024“, con decreto del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano del 28 Novembre 2023. Archeologo, antropologo, letterato e linguista, fecondo saggista e poeta è presidente del Centro Studi Francesco Grisi e vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani. Dal carismatico e sopraffine stile letterario, Bruni è alla seconda candidatura al Nobel per la Letteratura. Già Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali e componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero, nel corso della sua carriera è stato docente in Sapienza Università di Roma ed ha appronfondito lo studio rivolto alla tutela e alla conoscenza delle comunità di minoranze etnico-linguistiche.Archeologo già direttore del Ministero Beni Culturali, Direttore responsabile del Dipartimento Demoetnoantropologico, Direttore Responsabile unico della Biblioteca del Ministero dei Beni Culturali. Membro Commissione Premio Internazionale di Cultura per l’Antropologia presieduta da Luigi Lombardi Satriani, decano dell’antropologia contemporanea Ordinario Sapienza Università di Roma.

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Roma – La musica, lo spettacolo e la sensibilità sociale si confermano lo spartito ideale per l’Orchestra Italiana del Cinema, diretta dal Maestro Adriano Pennino e tra i protagonisti anche quest’anno del Concerto di Natale in VaticanoGiunto alla 31ma edizione, l’atteso evento benefico si è svolto sabato 16 dicembre dalle ore 17 all’Auditorium della Conciliazione di Roma, è andrà in onda in prima serata televisiva su Canale 5 il 25 dicembre, come sempre nel giorno di Natale.

A richiamare alla solidarietà sarà ancora una volta un progetto di Missioni Don Bosco intitolato: Salva le bambine della Sierra Leone dalla violenza.

Il concerto, organizzato dalla Prime Time Promotion con il patrocinio di Roma Capitale e della Fondazione Cultura per l’Educazione, del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, promette ancora una volta grandi emozioni grazie ad un cast internazionale accompagnato dall’Orchestra Italiana del CinemaRiccardo Cocciante (Italia), Al Bano Carrisi (Italia), Orietta Berti (Italia), Fabio Rovazzi (Italia), Alexia (Italia), Gemelli di Guidonia (Italia), Raiz (Italia), Matteo Romano (Italia), Christopher Cross (USA), Giusy Ferreri (Italia), Alex Britti (Italia), Marcella Bella (Italia), Alin Stoica (Romania), Viktoria Modesta (UK), Virginia State Gospel Choir (USA), Piccolo Coro Le Dolci Note (Italia) e tanti altri.

Tutti gli artisti, presentati da Federica Panicucci, si esibiranno dal vivo accompagnati da un’orchestra ormai protagonista indiscussa di grandi eventi live in Italia e all’estero, come i cineconcerti (innovativa formula di concerto dove la colonna sonora viene eseguita in sincrono con la proiezione dell’intero film).

“Essere anche quest’anno sul palco dell’Auditorium Conciliazione per dare testimonianza dei valori della solidarietà – afferma Marco Patrignani, Presidente e fondatore dell’Orchestra – è un privilegio assoluto. Aggiungo che in questo spazio ci sentiamo a casa, è qui che portiamo agli spettatori di Roma i nostri concerti di musiche e immagini. A proposito: proprio in questa sala, tra qualche giorno, celebreremo un altro piccolo rito portando in scena “Harry Potter e l’Ordine della Fenice in Concerto”, con gli oltre 80 musicisti della nostra orchestra che “entrano” sul grande schermo con un’esecuzione da brividi: una magia che si rinnova ogni anno e che non smette di incantarci”.

Orchestra Italiana del Cinema - Foto di Flavio Iannello

Orchestra Italiana del Cinema – Foto di Flavio Iannello

Orchestra Italiana del Cinema (O.I.C.) 

Fondata da Marco Patrignanil’Orchestra Italiana del Cinema (O.I.C.) è il primo ensemble sinfonico italiano a essersi dedicato esclusivamente all’interpretazione di colonne sonore.

L’Orchestra è nata nell’ambito dei Forum Studios, gli storici studi di registrazione fondati alla fine degli anni Sessanta da quattro pietre miliari della musica da film: Ennio Morricone, Piero Piccioni, Armando Trovajoli, Luis Bacalov. Il suo obiettivo è quello di promuovere in tutto il mondo la straordinaria eredità musicale delle colonne sonore di film italiani e internazionali.

Nel corso della sua attività OIC ha presentato al pubblico italiano e internazionale oltre 250 concerti superando i 300mila spettatori, ricevendo riconoscimenti e patrocini da prestigiose istituzioni quali la Presidenza della Repubblica, il Consiglio dei Ministri, il Senato della Repubblica, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero della Cultura, il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Unesco.

Tra i lavori presentati, lo spettacolare concerto multimediale “Il Suono del Neorealismo” (Roma, Piazza del Campidoglio – 2010), “Cinematology” (Beijing, Inaugurazione dell’International Beijing Film Festival – 2011); Prima Mondiale di “The Artist” in CineConcerto (Ravello Festival, 2012); “Beyond la Dolce Vita” (UCLA Royce Hall – Los Angeles, 2013); “La Febbre dell’Oro” di Charlie Chaplin (Roma, Aula Magna della Sapienza – stagione IUC 2012; Auditorium Parco della Musica Roma – Sala Sinopoli 2015);

“Il GLADIATORE in Concerto” (prima italiana: Roma, Colosseo e Circo Massimo – Giugno 2018)

“TITANIC Live” (prima italiana: Milano, Teatro degli Arcimboldi 10-11 Maggio 2019 )

“Il Grande Cinema Italiano in Concerto” (Auditorium Conciliazione, Roma Film Music Festival Settembre 2022)

“Star Wars a New Hope in Concert” (Auditorium Conciliazione, Roma Film Music Festival, Ottobre 2022)

Harry Potter Film Concert Series & Orchestra Italiana del Cinema

“Harry Potter e la Pietra Filosofale™ in Concerto” (prima italiana: Roma, Auditorium Conciliazione – 2016; Milano, Teatro degli Arcimboldi – 2017; Napoli, Arena Flegrea – 2017; CINA TOUR 2017 – Shanghai, Culture Square Theatre; Wuxi, Poly Theatre; Jiangyin, Grand Theatre; Nanjing inaugurazione del Jiangsu Grand Theater Art Center.  CINA TOUR 2018: Guangzhou, Xiamen, Xi’an, Beijing; MACAU, CINA – MGM Cotai Theatre, Aprile 2019 )

“Harry Potter e la Camera dei Segreti™ in Concerto” (prima italiana: Roma, Auditorium Conciliazione – 2017; Milano, Teatro degli Arcimboldi – 2017; TOUR CINA 2018: Shanghai, Nanjing; MACAU, CINA – MGM Cotai Theatre, Aprile 2019 )

“Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban™ in Concerto” (prima Italiana: Milano, Teatro degli Arcimboldi – 2018; MACAU, CINA – MGM Cotai Theatre, Aprile 2019. Roma, Auditorium Parco della Musica – Sala Santa Cecilia, Dicembre 2019).

“Harry Potter e il Calice di Fuoco™ in Concerto” (MACAU, CINA – MGM Cotai Theatre, Aprile 2019 ) (prima Italiana: Milano, Teatro degli Arcimboldi – Dicembre 2019).

“Harry Potter e il Calice di Fuoco™ in Concerto”  (Roma, Auditorium Conciliazione – Dicembre 2022).

Grazie all’iniziativa charity del cineconcerto de Il Gladiatore all’interno del Colosseo nel 2018, l’Orchestra ha reso possibile la costruzione di un nuovo ascensore che consente oggi ai visitatori con difficoltà motorie di raggiungere l’anello più alto dell’Anfiteatro Flavio.

Nel Settembre 2022 OIC è stata al centro della prima edizione del Roma Film Music Festival, la nuova manifestazione internazionale dedicata alla colonna sonora e ai suoi protagonisti. I due eventi clou, di cui l’Orchestra si è resa protagonista, sono stati il gala di apertura Il Grande Cinema Italianoin Concerto e la prima esecuzione assoluta a Roma di Star Wars A New Hope in Concert. Quest’anno, per la seconda edizione del Festival, OIC ha reso omaggio a un doppio e prestigioso anniversario: il centenario della Warner Bros con la prima europea di Bugs Bunny at the Symphony,e il tributo ai 100 anni della Walt Disney con la prima nazionale del cineconcerto Pirati dei Caraibi. La maledizione della prima luna.

Nel 2023 OIC ha eseguito la colonna sonora originale del Maestro Lorne Balfe per il film “Mission Impossible – Dead Reckoning Part One”, registrata a Roma presso l’Auditorium Conciliazione.

 

 

 

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