GENNAIO - FEBBRAIO - MARZO 2024
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Sicilia

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IL PARROCO DON ORAZIO GRECO: “IL DISTRETTO CULTURALE E DI FEDE E’ IL NUOVO PERCORSO PER IL TURISMO ESPERIENZIALE”

Tra la maestosità dell’Etna e le sponde del fiume Alcara è incastonato Castiglione di Sicilia, uno dei borghi più belli d’Italia.
Qui alla presenza di Mons. Agostino Russo, vicario generale, e di don Angelo Milone, direttore dell’ufficio beni culturali della Diocesi di Acireale, Sabato 2 Dicembre è stato presentato dal parroco don Orazio Greco il progetto “Museum Santi Pietro e Paolo”, il museo religioso diffuso.
Caratterizzato da un centro storico di forgia medievale la cittadina consta di un ricco patrimonio naturalistico-paesaggistico e in particolare di un patrimonio storico, architettonico e di fede tra i più interessanti dell’entroterra siciliano. Allo scopo di valorizzarne la bellezza e l’unicità nasce il progetto dell’Associazione “Museo Santi Pietro e Paolo” della parrocchia omonima di Castiglione, guidata dall’arciprete parroco Don Orazio Greco.
L’associazione conta tra i suoi membri molti volontari che desiderano dare il loro contributo affinché i tesori culturali, strutturali ed artistici siano promossi e valorizzino anche la bella cittadina sotto l’aspetto turistico-religioso.
Queste le parole di don Orazio:Fare esperienza di una quotidianità ormai parte del passato, camminare tra le stradine intrise di storia fino ad arrivare ai luoghi in cui questo museo diffuso ha vita non è un’esperienza da poco. Quello proposto, di fatti, non è l’itinerario di una passeggiata quanto l’invito ad immergersi nell’arte sacra, nell’architettura, nella religiosità e nei percorsi della storia“.
In questo modo è possibile sentirsi per alcune ore parte di un tempo che si può comprendere solo nella narrazione di un vissuto importante e vivace. Turismo Esperienziale di cui oggi c’è ricerca, riscoprendosi viaggiatori attraverso gli usi e i costumi che fanno parte della tradizione di un popolo“, conclude così Lorenzo Patanè, volontario del servizio civile.
Don Orazio Greco, alla conferenza stampa in cui ha presentato il progetto, ha spiegato l’iter che ha permesso la realizzazione di questo museo. Ha inoltre sottolineato il sostegno importante ricevuto dai suoi parrocchiani affinché questo prendesse vita.
Da questa intuizione il via al progetto, realizzato in parte con i fondi statali per aree marginali della Regione Siciliana, di circa 65mila euro, convertiti in bando comunale per lo sviluppo turistico e la creazione di nuove attività, in parte sostenuto con le libere offerte raccolte dalla parrocchia, di circa 30mila euro.
Sono quattro i luoghi simbolo scelti:
1) l’ex Chiesa di San Giuseppe e la Cripta in Piazza S. Martino;
2) la Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo con l’antica Torre Normanna;
3) la Chiesa di S. Antonio Abate e i suoi preziosi intarsi marmorei;
4) la Basilica di San Giacomo e Madonna della Catena.
Partendo da questi punti nevralgici per la vita di Castiglione si pone l’accento sul museo inteso come spazio di conservazione e testimone di un percorso antropologico rilevante.
L’attualità del progetto, inoltre, emerge la salvaguardia nel museo di oggetti che pur facendo parte della tradizione sono ancora oggi utilizzati. Calici e paramenti sacri, infatti, sono quel patrimonio che preservato riesce ad essere collante fondamentale tra il passato ed il presente.
Largo Giovanni XXIII, 3 | 95024 ACIREALE (CT) | Tel. 095 601102 | Fax 095 7639460
E-mail: arturo.grasso85@gmail.com Cell. 340 4734146
Inoltre il sacerdote non ha mancato di attenzionare all’aspetto inclusivo di questo museo diffuso, spiegando come in ciascuna delle sedi siano state previste strutture agevolanti per i diversamente abili che hanno il desiderio di visitare le mostre.
L’accesso alle chiese continuerà ad essere gratuito, ma le visite alle installazioni prevedono un contributo minimo per sostenere le spese di manutenzione e gestione. Già dai prossimi giorni sarà possibile acquistare il ticket online, effettuando la prenotazione sul sito museosantipietroepaolocastiglionedisicilia.it

La presentazione del Museo Diffuso

La presentazione del Museo Diffuso

Uno dei luoghi del Museo diffuso

Uno dei luoghi del Museo diffuso

Uno dei luoghi del Museo diffuso

Uno dei luoghi del Museo diffuso

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Una vita per la cultura.

Le componenti redazionali tutte dei media partner  SiciliafelixPaese Italia press.it e Lafrecciaweb.it, congratulandosi per il nuovo prestigioso incarico, augurano buon lavoro a Pierfranco Bruni, sperimentatore di raffinate metodologie linguistico- ermeneutiche, esponente di primo piano della critica filosofica e letteraria attuale

29 Novembre 2023 Mimma Cucinotta

Roma, 29 nov. 2023 – La cultura è identità di una Nazione tra lingua, lingue, storia, letteratura, beni materiali e immateriali. Un’antropologia delle conoscenze tra estetica e filosofia…Si racconta sempre una storia. La storia tra le vie di Roma è una profezia di nostalgie. La mia città recita anni antichi e anni che saranno… Ritorna da oggi ad essere la mia Città…

 Non poteva che essere un annuncio poetico quello espresso dal Professor Pierfranco Bruniappena nominato Presidente Commissione Conferimento del titolo “Capitale italiana del Libro 2024“, con decreto del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano del 28 Novembre 2023. Un prestigioso incarico assegnato per l’alto profilo istituzionale nel campo della Cultura interpretato da Pierfranco Bruni con decine di pubblicazioni non soltanto come poeta, scrittore-saggista orientato agli studi del campo etno-antropologico e letterario ma, pure per aver rivestito incarichi di presidenza in Comitati Nazionali per la promozione e diffusione della Cultura italiana all’estero. Archeologo già direttore del Ministero Beni Culturali, Direttore responsabile del Dipartimento Demoetnoantropologico, Direttore Responsabile unico della Biblioteca del Ministero dei Beni Culturali. Membro Commissione Premio Internazionale di Cultura per l’Antropologia presieduta da Luigi Lombardi Satriani, decano dell’antropologia contemporanea Ordinario Sapienza Università di Roma. Per la diffusione della cultura letteraria e artistica, conferita una onorificenza dalla Ambasciata Italiana a Tirana. Presidente dell’Istituto di Letteratura, Antropologia e Storia Gruppo di lavoro “Etnie. Gli Armeni e la letteratura. Regione Calabria” — Assessorato alla cultura e Presidente del gruppo di lavoro con nomina dell’assessore alla cultura. Soltanto alcune delle attribuzioni che incorniciano la vastissima carriera di Pierfranco Bruni, cui si aggiunge non ultima, la docenza in Sapienza Università di Roma.

Una vita per la cultura

Rappresentante indiscusso della critica filosofico-letteraria contemporanea, Pierfranco Bruni sovente orienta i propri studi, verso la sperimentazione linguistica in una sfida ermeneutica densamente attraversata da raffinate emozioni. Simboli e metafore olisticamente penetranti declinano il messaggio alchemico di fascinosa bellezza e spiritualità sul filo della nostalgia in un sensuale dialogo antropologico- metafisico tra Occidente e gli Orienti.

 

 

Capitale Italiana del libro

Ogni anno, a partire dal 13 febbraio 2020, il Consiglio dei Ministri assegna il titolo di “Capitale Italiana del libro” a una città italiana scelta tra quelle candidate. Nel 2020 si è aggiudicato il titolo la città di Chiari, nel 2021 Vibo Valentia, nel 2022 Ivrea e nel 2023 Genova. Tra gli obiettivi di questa eccellente iniziativa, istituita dal Ministero, vi sono il miglioramento dell’offerta culturale, il rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociale, nonché dello sviluppo della partecipazione pubblica, la promozione dell’innovazione e dell’imprenditorialità nei settori culturali e creativi, diffondere l’abitudine alla lettura e favorire l’aumento del numero dei lettori, valorizzando l’immagine sociale del libro e della lettura nel quadro delle pratiche di diffusione e fruizione culturale.

Le componenti redazionali tutte dei media partner Siciliafelix, Paese Italia press.it e Lafrecciaweb.it, congratulandosi per il nuovo prestigioso incarico, augurano buon lavoro al Professor Pierfranco Bruni.

La copertina ed il Prof. Bruni

La copertina ed il Prof. Bruni

Pierfranco Bruni, nato in Terra Calabra cui è profondamente legato, vive tra Roma e la Puglia da molto tempo. Presidente Commissione Conferimento del titolo “Capitale italiana del Libro 2024“, con decreto del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano del 28 Novembre 2023. Archeologo, antropologo, letterato e linguista, fecondo saggista e poeta è presidente del Centro Studi Francesco Grisi e vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani. Dal carismatico e sopraffine stile letterario, Bruni è alla seconda candidatura al Nobel per la Letteratura. Già Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali e componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero, nel corso della sua carriera è stato docente in Sapienza Università di Roma ed ha appronfondito lo studio rivolto alla tutela e alla conoscenza delle comunità di minoranze etnico-linguistiche. Archeologo già direttore del Ministero Beni Culturali, Direttore responsabile del Dipartimento Demoetnoantropologico, Direttore Responsabile unico della Biblioteca del Ministero dei Beni Culturali.

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Sono 154 i Paesi che hanno abolito la pena di morte ma ancora 20 quelli che la infliggono. Negli ultimi anni anche il Kazakistan, la Papua Nuova Guinea, la Sierra Leone e la Repubblica Centrafricana l’hanno abolita. Il cammino per la totale eradicazione è lungo e non può fermarsi. L’appello in occasione della Giornata contro la pena di morte: adesso basta

 A cura di Marta Tersigni

 

Roma, 30 novembre 2023 – Ci sono molti modi per passare alla storia e il Granduca Pietro Leopoldo (fratello di Maria Antonietta) sarà per sempre ricordato, e amato, per aver abolito la pena di morte e la tortura nel Granducato di Toscana. È stato il primo al mondo ed era il 30 novembre 1786, giorno che la Toscana ha voluto legare alla “festa della Toscana” e che il mondo ha dedicato alla Giornata mondiale per l’abolizione della pena di morte.

In realtà Leopoldo fece molto di più promulgando il Codice Leopoldino che recepiva il pensiero che Cesare Beccaria aveva trasfuso ne “Dei delitti e delle pene“: Leopoldo ridusse il carcere preventivo, istituì la difesa d’ufficio per chi non poteva permettersi un avvocato, soppresse il reato di lesa maestà divenuto un facile espediente per sopprimere la libertà di pensiero.

Annoverato tra i sovrani illuminati del suo periodo, facendo un salto temporale che porta al 2023, potremmo definirlo un uomo di potere che ha preferito l’acqua al fuoco e l’amore all’odio. Sono queste le parole con cui il Sindaco di Bangui (capitale della Repubblica Centrafricana), Emile Nakambo ha descritto il suo Presidente della Repubblica che nel 2019, appena eletto, assicurò al mondo intero che avrebbe abolito la pena di morte. E così è stato. La legge approvata il 20 maggio 2022 è stata promulgata il 22 giugno 2022. Vale la pena ricordare che la Repubblica usciva dalla più grande crisi politica e sociale mai accaduta, che aveva visto migliaia di rese di conti, episodi di giustizia sommaria, violenza inaudita. Di fronte a tutto questo si è risposto con un atto di grande civiltà.

Se ne è discusso in questi giorni  a Roma, in occasione dell’evento promosso dalla Comunità di Sant’Egidio che dal 2001 conduce l’iniziativa Cities for life, cities against death penalty, una rete di 2450 città che oggi – 30 novembre- illumineranno i propri monumenti per dire basta alla pena di morte.

Sala Protomoteca da sin. Gary Drinkard, Suzana Norlihan Binti Alias Mario Marazziti e Emile Nakambo

Sala Protomoteca da sin. Gary Drinkard, Suzana Norlihan Binti Alias Mario Marazziti e Emile Nakambo

Basta è proprio il termine che risuona per tutto l’incontro moderato da Mario Marazziti della Comunità di Sant’Egidio, un appello e un grido che proviene dal profondo del cuore e dall’intelligenza umana.

Viviamo in un modo sottosopra – dichiara Marazzitiin cui si è tornati ad usare la guerra per la risoluzione delle controversie internazionali. Nel 2022 sono tornate ad aumentare le esecuzioni e il triste primato spetta all’Iran, all’Arabia Saudita e all’Egitto”. In questi paesi sono state eseguite 576 condanne in Iran, 196 in Arabia Saudita e 24 in Egitto. E mancano i dati di Cina e Vietnam del Nord.

La pena capitale è una scorciatoia militare per risolvere i problemi, è violenza di massimo livello di uno Stato che si mette contro un individuo, presuppone l’infallibilità della giustizia e non vi è rimedio” continua Marazzini.

Parole che scuotono ascoltando la testimonianza di Gary Drinkard, per 6 anni nel braccio della morte in Alabama. “Ero innocente, nel mio primo processo sono stato difeso da un avvocato poco preparato e sono stato condannato a morte. Ho visto compagni di prigione impazzire, altri suicidarsi, altri ancora affrontare la pena con coraggio. Non mi ascoltava nessuno, tutti mi dicevano che non potevano aiutarmi, che non avevano risorse, che non avevano fondi. Io ero innocente. Dopo 5 anni ho vinto l’appello e il mio caso è stato riaperto”. Il nuovo processo vede Gary difeso da un avvocato di grande fama, Bryan Stevenson, e dal team dell’associazione Equal Justice Initiatives fondata proprio da Stevenson, autore anche di “Just merci: a story of justice and redemption” da cui è stato tratto il film “Il diritto di opporsi”. Gary adesso è un uomo libero ma la sua vita ha stentato a tornare alla normalità “Ho studiato, mi sono laureato, ma il mio passato non mi permette di avere una vita lavorativa, intorno a me rimane il sospetto”.

Cosa ti ha aiutato a non impazzire?” chiede Marazzini. “I miei amici di penna”, risponde Gary.

Si tratta di una rete che in Italia è promossa dalla stessa Sant’Egidio che mette in contatto i condannati con dei volontari (maggiori informazioni sul sito della Comunità).

Interviene anche l’avvocata malesiana Suzana Norlihan Binti Alias, da anni impegnata nel suo paese per l’eliminazione della pena di morte “Ho esultato di gioia quando la Malesia ha tolto l’obbligatorietà della pena di morte per ben 12 reati – racconta-. Dal 2018 le pene capitali sono state sospese in Malesia ma non commutate. Siamo un paese musulmano, è vero, ma quando si parla di pena capitale non esistono valutazioni religiose o di genere. Ci sono solo gli uomini. La pena di morte non diminuisce i reati, la pena di morte si basa su una giustizia vendicativa e ritorsiva. È una pena suprema contro la quale non esiste riparazione e si accanisce sulle fasce più emarginate della popolazione. Occorre parlare di comprensione, compassione e riabilitazione. Mio fratello, da venti anni detenuto, rispetto a quando ha commesso il reato è una persona diversa, tutti cambiano”.

Mario Marazzini conclude con un passaggio di testimone, invitando i giovani presenti al convegno a continuare a lottare e a i quali si rivolge con un augurio “Sarete voi a vedere i risultati del nostro lavoro”.

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Aveva anticipato ciò che Vico aveva profetizzato. Una metafisica del tempo come metafisica dell’anima. Il suo Gesù ha il segno del Mediterraneo nella profezia dello sguardo. Mi ha fatto capire il linguaggio del santo e dello sciamano, il rito della mitologia e i riti cristiani. La nostra città di incontro fu Roma. Ma venne a trovarmi con Francesco Grisi più volte a Taranto. Un amico nella letteratura e nella scena della vita

28 Novembre 2023 di Pierfranco Bruni – saggista e antropologo

 

Roma, 28 nov. 2023 – Un maestro. Un amico di antica data tra impegno letterario e un dialogare tra anni antichi. Franco Zeffirelli. Ha portato nel cinema l’estetica. Sulla scena la bellezza. Non solo un grande regista. Una personalità che aveva saputo leggere la Storia del Mediterraneo grazie al sacro. Il suo Gesù ha il segno del Mediterraneo nella profezia dello sguardo. Mi ha fatto capire il linguaggio del santo e dello sciamano, il rito della mitologia e i riti cristiani. La nostra città di incontro fu Roma. Ma venne a trovarmi con Francesco Grisi più volte a Taranto.
A Taranto passeggiando con Franco Zeffirelli, era sempre un approdare “pezzi” di grecitá che pur pensando di conoscere restavano ignoti nei dettagli. Sapeva cogliere i dettagli che non significa raccogliere i particolari. Ma l’anima di mito o il silenzio del sacro in una relazione. Venne a Taranto diverse volte. Io allora ero assessore e vice presidente della provincia di Taranto. Non partecipò al Magna Grecia Festival di quegli anni, ovvero 1995 – 1999. Ma fu quello che seppe fondere nella mia idea l’intreccio tra gli dei greci e il Cristo mediterraneo. Taranto l’ha vissuta non come la Magna Grecia. Bensì come la Grecitá oltre, o meglio la Grecitá tra i Mediterranei e gli Adriatici.
Seppe guardare al mito delle donne greche di Taranto con la seduzione del mare e degli scogli.
Ebbi modo di incontrarlo tante volte tra Taranto e Lecce, tra Ionio e Salento.
Era il 1998. In una straordinaria serata estiva nella Lecce barocca intervistai in una bella piazza Franco Zeffirelli. Molto amico di Pinuccio Tatarella e della cara Adriana Poli Bortone. Più che una intervista fu un colloquiare tra esperienze e conoscenze, tra cultura e fede.
Al centro l’antropologia della cristianità e l’umanesimo della letteratura in una discussione sulla bellezza e sul viaggiare.
Già precedentemente avevamo intrapreso il nostro discutere sulla necessità di dare un senso all’essere mediterraneo in un convegno di due anni prima ad Agrigento e a Siracusa. Parlammo di mediterraneo come antichi amici e profondi conoscitori della grecitá tra i miti e gli archetipi.
Ma Franco era un maestro. Lanciò allora l’idea di un Mediterraneo senza spargimento di spazi meridiani. Un suggerimento interessante che proveniva dal suo approfondimento cristiano sia su Gesù che su San Francesco d’Assisi.
Il punto della sua proposta culturale era proprio qui. La cultura può ritrovare il suo senso se le civiltà riscoprono gli orizzonti delle radici.
Le radici sono il vero radicamento dei popoli, i quali vivono e resistono al moderno grazie alla tradizione.
Concetti dentro il pensiero di progetto non solo culturale e politico alto ma di un Progetto Uomo.
Zeffirelli sapeva guardare a ciò che sta davanti a noi e non a ciò che abbiamo alle spalle. Ciò che è davanti a noi, sosteneva, esiste in quanto la Ragione fondante di tutto si chiama Memoria.
Tra Agrigento e Lecce pensammo di creare i “Luoghi del mito”. Perché sono i luoghi che fanno le civiltà e danno voce ai popoli come Antropos.
Ci incontrammo tante altre volte a Roma e a Firenze. Il Mediterraneo era diventato il Cerchio del nostro labirinto. E il cinema o il teatro o la scena o il palco? Avevano senso.
I processi culturali non nascono. Si creano. Questo era il punto fermo e il riferimento. Il suo Gesù resta il l’umanitas nella chora delle identità che si richiamano alle sole e uniche voci del nostro abitare la vita con la bellezza.
Ecco. Era la bellezza il porto. Il porto da raggiungere era appunto la bellezza. Bisognava orientare oltre lo sradicamento, oltre qualsiasi segno di spaesamento. Gesù ci conduce alla Bellezza porto, spesso mi sottolineava.
La continuità era l’opera di Francesco. Il suo essere mediterraneo partiva proprio dal deserto cristiano.
La Puglia e la Sicilia diventavano con lui immaginario cinematografico e teatrale.
Il suo tempo lo ha vissuto dentro questo universo e universalismo in cui l’età delle civiltà si attraversavano snocciolando il sacro e il mito.
Poneva sempre come legame questi due modelli. Dio – Cristo e gli dei – grecitá.
Aveva anticipato ciò che Vico aveva profetizzato. Una metafisica del tempo come metafisica dell’anima.
Un grande maestro. Un maestro vero. Un amico che chiedeva di restare nella bellezza. Un amico! Un amico che seppe raccogliere i dettagli di una Magna Grecia oltre la stessa archeologia. Mi insegnò a dialogare con i frammenti. Soltanto dai frammenti potrai capire la Storia della grecitá di Taranto, ebbe a dirmi. Ha ragione ancora oggi. Era nato il 12 febbraio del 1923 a Firenze. É morto nella sua città il 15 giugno del 2019.
Una storia che é l’intreccio tra cinema, teatro, televisione e letteratura.
Le sue regie da “Camping” del 1957 a “Un giorno insieme” del 1965 e attraversando “La bisbetica domata” del 1967, “Romeo e Giulietta” del 1968, a “Fratello sole, sorella luna” del 1972, “Il campione” del 1979 e poi “La traviata” del 1983 a “Otello” del 1986, “Il giovane Toscanini” del1988. Nel 1990 arriva “Amleto” e tre anni dopo “Storia di una capinera”. Mentre nel 1999 “Un tè con Mussolini”.
Numerosi i cortometraggi, sceneggiati, da sceneggiatore, lavori per la televisione come ladattamento de “La Bohème” del 1965,
“Otello” del 1976 e la miniserie “Gesù di Nazareth” del 1977. Nel 1982 arriva il film per la tv “Cavalleria rusticana” e nel 1986 “Cosi è: se vi pare”, un anno dopo il suo “Turandot” e 2002 “La Traviata”. Un maestro tra cinema e la grande Opera.
Una letteratura cinematografica che è un inciso indelebile.
Un viaggio nella metafisica del sacro che nasce nel canto greco. Appunto nella grecitá i temi e i percorsi delle civiltà hanno sempre vissuto in una antropologia della scena. Un amico nella letteratura e nella scena della vita.

Il Maestro Regista Franco Zeffirelli

Il Maestro Regista Franco Zeffirelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Prof. Pierfranco Bruni

Il Prof. Pierfranco Bruni

Pierfranco Bruni, nato in Terra Calabra cui è profondamente legato, vive tra Roma e la Puglia da molto tempo. Archeologo, antropologo, letterato e linguista, fecondo saggista e poeta è presidente del Centro Studi Francesco Grisi e vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani. Dal carismatico e sopraffine stile letterario, Bruni è alla seconda candidatura al Nobel per la Letteratura. Già Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali e componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero, nel corso della sua carriera è stato docente in Sapienza Università di Roma ed ha approfondito lo studio rivolto alla tutela e alla conoscenza delle comunità di minoranze etnico-linguistiche.

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A cura di ROSARIO MESSINA

Giardini Naxos (Me): Sul progetto riguardante il Ponte di Messina non si contano più i pareri, a volte contrastanti a volte concordanti, i SI i  NO, i progetti avveniristici e quelli approvati, un elenco troppo lungo e variopinto, impossibile da elencare.  In questi giorni però un cittadino giardinese che in passato ha collaborato con l’Ufficio Turismo del Comune di Giardini Naxos nell’organizzazione di importanti eventi, prima che si trasferisse in Cina per lavoro agli inizi del terzo millennio, tornato a Giardini Naxos dopo l’esperienza cinese, forte della sua esperienza lavorativa nella città di Shangai dove ha abitato per diversi anni, ha voluto lanciare un idea riguardante il Ponte di Messina che ci è parsa originale e meritoria di essere portata a conoscenza dei nostri lettori e di chiunque sia appassionato a questa vicenda dal futuro e dalla realizzazione ancora incerta. 

A lanciare questa originale idea che ovviamente esprime il desiderio che il Ponte sullo Stretto si faccia è Andrea Franceschetti il quale immagina così come è accaduto a Shangai con un altra opera che il Ponte possa diventare non solo un “collegamento tra il Continente e la Sicilia” ma anche una sorta di Monumento Nazionale in grado di attirare turisti e quindi con un cospicuo ritorno economico.

Ma leggiamo di seguito l’idea di Andrea Franceschetti:

La Oriental Pearl Tower, da me visitata più volte, si trova a Shanghai nel distretto moderno di Pudong progettata dall’Arch. Jia Huan Cheng e completata nel 1995. Una torre per le telecomunicazioni alta 468 mt. diventata il simbolo della città per la sua particolare caratteristica architettonica. Una struttura in cemento con diverse sfere di diverse misure di cui le tre principali sono poste verticalmente a differenti altezze .  La torre ha 3 livelli di osservazione ricavati all’interno di queste 3 sfere dotate di pareti interamente in vetro di cui la più alta è situata ad una quota di 351 mtQuella sottostante a 263 mt. è costruita su due piani, in quello superiore ospita un ristorante panoramico rotante che impiega 1h per compiere un giro completo di 360 gradi.  Nel piano sottostante è possibile osservare il panorama attraverso un vertiginoso pavimento trasparente. La torre è dotata di 6 ascensori di cui uno a due piani con una capienza per 50 persone e di un’ascensore super veloce che raggiunge la vetta alla velocità di 7 mt al secondo. La torre per la sua struttura originale e soprattutto per le suggestive piattaforme panoramiche che offrono una vista mozzafiato di Shanghai è diventata una delle principali attrazioni della città con tre milioni di visitatori paganti ogni annoUna progetto geniale per la sua architettura e la duplice funzione di torre per le telecomunicazioni e torre panoramica.

La Oriental Pearl Tawer

La Oriental Pearl Tower

Tornando in Sicilia dopo anni di lontananza e venendo a conoscenza dell’imminente costruzione del ponte sullo stretto, mi sono chiesto perchè non fargli svolgere ad anch’esso la doppia funzione di sostegno e di torre panoramica come la Oriental Pearl Tower di Shanghai ?

            Certamente come prima cosa mi sono chiesto se questa idea possa essere tecnicamente realizzabile su una struttura progettata per sostenere un ponte di queste proporzioni in una zona altamente sismica,  così non essendo ne un ingegnere ne un architetto la pubblico su questo sito per ricevere ogni tipo di commento.

            Lasciando da parte questi dubbi, immaginiamo di salire su una delle torri del “futuro ponte sullo stretto” ad oltre 300 mt. di altezza e vedere le coste siciliane a nord-ovest, le isole Eolie e pian piano a giro le coste della Calabria in direzione nord, lo stretto con il gioco delle correnti (il mito di Scilla e Cariddi), poi le coste calabresi e siciliane che si specchiano e così via. Sicuramente un impatto visivo straordinario su un luogo iconico del Mediterraneo unico per bellezza, storia e mitologia.

            Questa idea per molti aspetti controversa, nasce anche da quelle voci contro di associazioni o persone che si oppongono alla costruzione del ponte per motivi ambientalisti e di altra natura.

È fuori dubbio che l’imponente costruzione modifichi radicalmente una area geografica con contenuti paesaggistici e storici unici nel Mediterraneo.

Una mastodontica cementificazione andrebbe ad occupare grandi superfici di terra ed un tratto di mare un tempo attraversato da eroi mitologici, luoghi divenuti parte integrante della nostra cultura.

Secondo il mio modesto parere, creando delle piattaforme panoramiche sui giganteschi pilastri si potrebbe rendere più accettabile e sostenibile l’intero progetto in quanto queste enormi strutture, oltre a sostenere il ponte potrebbero diventare un punto di osservazione straordinario per contemplare quelle aree che la mitologia ha reso famose

Inoltre, migliorando l’aspetto estetico delle strutture a terra con interventi di restyle sulle basi dei pilastri e sugli ancoraggi con un progetto architettonico che li renda doppiamente funzionali, come nella Oriental Pearl Tower di Shanghai.

Le enormi basi dei pilastri ingentilite da una architettura possibilmente in armonia con il territorio per ospitare una “stazione” dotata di ascensori per il trasporto di persone sulle piattaforme ad alta quota. Con lo stesso principio di restyle intervenendo anche sulla struttura degli ancoraggi.

            Oltre a migliorare i punti critici di cui sopra, questa opzione consentirebbe a questa area di diventare un importante sito turistico apportando benefici all’economia locale in quanto diventerebbe luogo di forte attrazione per migliaia di visitatori.

Sempre secondo il mio modesto parere, non penso che in quelle aree progettate sotto il ponte si possono verificare vantaggi economici solo perchè sulle teste delle persone vi è la campata unica piu lunga del mondo. Senza la creazione di una attività attrattiva che ne garantisca il successo, c’è il rischio di rendere quegli spazi non ricettivi e quasi certamente vederli includere nella lunga lista delle “cattedrali nel deserto”.

 

 Il Rendering concept del Ponte di Messina come lo immagina Andrea Franceschetti

Il Rendering concept del Ponte di Messina come lo immagina Andrea Franceschetti

Il concept, come illustrato nel rendering prevede di dotare le gigantesche torri di entrambe le coste dello stretto di 2 piattaforme panoramiche posizionate a diverse altezze.

            Sia sulle torri situate in Calabria, sia su quelle in Sicilia per offrire ai visitatori angoli diversi di osservazione e di pari opportunità di impresa per entrambi i territori.

            Inoltre, le torri potrebbero essere dotate di impianti fotovoltaici per fornire elettricità alle piattaforme panoramiche e per illuminare le torri stesse.

            Nella Oriental Pearl Tower le piattaforme sono delle costruzioni di forma sferica ispirate ad un poema della dinastia Tang e probabilmente quelle geometrie per sopportare i fortissimi venti provocati da tifoni che si verificano in quella zona.

Per questa location sullo stretto mi sono preso la licenza di immaginare le piattaforme con una forma discoide (vedere rendering), come dei grandi occhi (con riferimento al mito dei ciclopi) o ai capitelli delle colonne greche.

            Questo tipo di strutture, che permettono visioni panoramiche ad alta quota, sono i monumenti più visitati al mondo. La torre Eiffel che detiene questo record, registra 7 milioni di visitatori ogni anno con un giro di affari di 434 milioni di euro.

Difficile raggiungere questi traguardi economici, ma sono certo che si poterebbero realizzare numeri importanti.

            Un’idea per dare al ponte, oltre alla sua funzione primaria un valore culturale aggiunto con la creazione sullo stesso di punti di osservazione ad alta quota poco impattanti sulla struttura.

Il ponte sullo stretto, una opera di alta ingegneria per rivoluzionare il sistema logistico del Mediterraneo ma anche un monunento nazionale con la prospettiva di diventare una delle più importanti attrazioni turistiche del nostro paese. Ho letto che in questi anni sono state presentate diverse proposte di varianti sul progetto del ponte tra cui  “Abitare il ponte”, dove sono previste delle strutture integrate ai pilastri di sostegno per ospitare alberghi, uffici, abitazioni, etc., pertanto, cambiando totalmente l’architettura del progetto originale.  Questa idea invece, per dare al ponte un valore aggiunto rispettando il progetto originale con un intervento minimalista.”

Orient.Pearl Tower

Orient.Pearl Tower

 

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Francesco Saverio De Sanctis è l’intellettuale delle contraddizioni nella coerenza delle visioni. Il primo storico della letteratura, o il primo critico che applica al testo la militanza e non l’accademismo, che sfugge allo storicismo e propone l’interpretazione estetica filtrata, Hegel certamente..Una estetica, la sua, che ha sempre fatto i conti con i linguaggi di una estasi che si è spalmata nel raccontare la letteratura e la vita nella letteratura. Stringendo il cerchio intorno a un fattore fenomelogico che riporta a Hegel. Una chiarificazione vibrante nel pensare la filosofa come atto oltre il metafisico

 27 Novembre 2023 di Pierfranco Bruni – Antropologo e saggista

 

Il legame tra filosofia e letteratura trova in Francesco De Sanctis una comparazione estetica in Leopardi e un esito ermeneutico in Schopenhauer. De Sanctis è una personalità che ha aperto la letteratura al moderno del pensiero filosofico e la cultura alla militanza. Nato a Morra Irpina il 28 marzo 1817 e morto a Napoli il 29 dicembre 1883. Non cito altro in termini biografici. Mi interessano la parola, i linguaggi, i vissuti letterari, i processi filosofici. Tutto ciò che nasce dal pensiero che diventa silenzio e parola come nei suoi studi si legge: “La parola è potentissima quando viene dall’anima e mette in moto tutte le facoltà dell’anima ne’ suoi lettori, ma, quando il di dentro è vuoto e la parola non esprime che se stessa, riesce insipida e noiosa”.

Oltre i confini di una critica che muore di noia. Oggi come a metà dell’Ottocento. Oltre questi confini ci sono i confronti, le accettazioni di posizioni filosofiche e ideologiche e le non accettazioni di una letteratura senza un posizionamento critico – storico – ideologico. Da una visione realista completamente superata dall’estetica che nasce all’interno dei processi filosofici ad una assenza di metafisica sulla quale prende il sopravvento non il positivismo ma la ragione del testo. Francesco Saverio De Sanctis è da considerare come il primo storico della letteratura, o il primo critico che applica al testo la militanza e non l’accademismo, che sfugge allo storicismo e propone l’interpretazione estetica.

Una interpretazione estetica filtrata Hegel certamente, ma inserita non in un pretesto bensì in una illuminazione in cui il concetto di bellezza comincia ad essere importante. Nei suoi scritti, si pensi complessivamente alla sua Storia della letteratura, il tracciato estetico campeggia creando, a volte, una contraddizione con il processo metafisico dei linguaggi che viene letto attraverso una condizione tra Forma – Vivente e Contenuto. Infatti proprio in termini hegeliani contrappone l’estetica di Hegel a quella estetica vissuta come vera e propria forma. Infatti il suo saggio – dialogo comparativo tra Leopardi e Schopenhauer (1858) è una pagina che pone a confronto il così definito “materialismo” di Leopardi (sul quale io presento molte riserve) e lo spiritualismo schopenhaueriano.

De Sanctis è l’intellettuale delle contraddizioni nella coerenza delle visioni. Non può esserci realismo in questo concetto: “Il suicidio fu l’ultima virtù degli antichi. Nel pieno disfacimento d’ogni principio morale e di ogni credenza, essi formarono sotto il nome di stoicismo una filosofia della morte: non sapendo più vivere eroicamente, vollero saper morire da eroi”. Piuttosto estetica dell’esistenzialismo anticipando l’esistenzialismo stesso. Estetica del decadente? Una profezia per ciò che accadrà nel secolo successivo al suo.

Si legge ancora:Chiamo poeta colui che sente confusamente agitarsi dentro di sé tutto un mondo di forme e d’immagini: forme dapprima fluttuanti, senza determinazioni precise, raggi di luce non ancora riflessa, non ancora graduata ne’ brillanti colori dell’iride, suoni sparsi che non rendono ancora armonia”. Un anticipatore tra gli opposti.

Infatti De Sanctis si muove tra gli opposti perché conosce il valore delle interpretazioni e pone come sigillo il dialogare tra gli opposti. Si pensi al suo lavoro su Guicciardini del 1869. la contrapposizione tra un Machiavelli considerato come un iniziatore della cultura del nazionalismo moderno e il Guicciardini che non accetta il vincolo sia religioso sia morale sia politico. Quel “fine giustifica i mezzi”, mai scritto e mai pronunciato da Machiavelli, trova in De Sanctis l’artefice della frase per specificare e “spiegare” in una battuta il percorso politico di Machiavelli.

Da questo punto di vista inserisce anche il concetto di metafora all’interno del legame tra letteratura e cultura tout court. Uomo politico, uomo delle istituzioni, “rivoluzionario” per molti aspetti, ministro e attento conoscitore di una società in transizione De Sanctis traccia un profilo innovativo di Dante grazie ai suoi saggi del 1869 dedicati a personaggi emblematici come: Francesca da Rimini, Farinata, Ugolino. Ma nonostante non accetti la metafisica, De Sanctis non accoglie la visione di Luigi Settembrini e sempre nel 1869 definisce la critica di Settembrini come limite per il suo contenutismo radicale.

Comunque il materialismo hegeliano non soddisfa De Sanctis e cerca nella interdisciplinarità la vera lezione della letteratura. Qui innova completamente la lettura della letteratura. Lo fa nei suoi Saggi critici e lo fa con acutezza nella sua Storia della letteratura italiana. Lo fa rileggendo Manzoni o soprattutto nel testo autobiografico del 1889 La giovinezza. La sua fu, inizialmente, una vita errante.

Una vita che gli costò molte fatiche ma lo arricchì in termini esistenziali. Visse la prigione e vagò da Napoli a Zurigo, da Malta alla Calabria. La fase calabrese fu molto intensa di riflessioni. In Calabria concepì due testi che hanno lasciato un segno indelebile. Mi riferisco a Introduzione all’Epistolario di G. Leopardi e a Sulle opere drammatiche di F. Schiller. Dall’individualismo ad una cultura più vicina ad uno scavo umanistico. In Calabria iniziò anche il suo lavoro su Torquato Tasso e le sue riflessioni più che strettamente letterarie furono intellettuali. Nel critico letterario non si perde l’intellettuale. Anzi vivono in sintonia. Questo è stato sempre un grande pregio per uno storico della letteratura che ha saputo superare l’accademismo.

La sua estetica la si legge già in una meditazione scritta nel 1874:I critici pedanti si contentano d’una semplice esposizione e si ostinano sulle frasi, sui concetti, sulle allegorie, su questo e su quel particolare come uccelli di rapina su un cadavere… Essi si accostano ad una poesia con idee preconcette: chi di essi pensa ad Aristotele e chi ad Hegel. Prima di contemplare il mondo poetico lo hanno giudicato: gl’impongono le loro leggi in luogo di studiar quelle che il poeta gli ha date… Critica perfetta è quella in cui i diversi momenti (per i quali è passata l’anima del poeta) si conciliano in una sintesi di armonia. Il critico deve presentare il mondo poetico rifatto ed illuminato da lui con piena coscienza, di modo che la scienza vi presti, sì, la sua forma dottrinale, ma sia però come l’occhio che vede gli oggetti senza però vedere se stesso. La scienza, come scienza, è, forse, filosofia, ma non è critica”.

Si nota l’importanza di una osservazione sulla critica sottolineata non da un accademico ma da un intellettuale. È un dato importante perché in tali “semplificazioni” emerge l’intellettuale errante che ha saputo viaggiare tra i mari dei linguaggi ed ha costruito ciò che ha definito: “Il gusto è il genio del critico”. Una potenza del sogno o della magia. L’intellettuale che conosce il vissuto della parola è De Sanctis e non l’analista del testo. Altrimenti non avrebbe ragione questa chiosa: “Gli artisti sono grandi maghi che rendono gli oggetti laggieri come ombre, e se li appropriano, e li fanno creature della loro immaginazione e della loro impressione”.

Ma De Sanctis non ha mai smesso di essere intellettuale e narratore in una autobiografia che ha dato voce alla sua storia e a tutto ciò che è dentro la memoria della sua vita: “Ho sessantaquattro anni, e mi ricordo mia nonna come morta pur ieri. Me la ricordo in cucina, vicino al foco, con le mani stese a scaldarsi, accostando un po’ lo scanno, sul quale era seduta. Spesso pregava e diceva il rosario. Aveva quattro figli, due preti e due casati. Uno era in Napoli, teneva scuola di lettere e si chiamava Carlo; gli altri due stavano a Roma esiliati per le faccende del 21, ed erano zio Peppe e zio Pietro, il quarto era papà, che stava a casa e si chiamava Alessandro. Mia nonna era il capo della casa, e teneva la bilancia uguale tra le due famiglie e si faceva ubbidire”.

Così lo storico della letteratura ha spesso abbandonato l’analisi del testo, come critico, ed è entrato nei vissuti dei poeti e degli scrittori. Una estetica, la sua, che ha sempre fatto i conti con i linguaggi di una estasi che si è spalmata nel raccontare la letteratura e la vita nella letteratura. Ma nel suo legare Leopardi a Scopenhauer si stringe il cerchio intorno a un fattore fenomelogico che riporta appunto a Hegel. Una chiarificazione nel merito storico ma che vibra nel pensare la filosofa come atto oltre il metafisico.

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Il Prof. Bruni

 

Pierfranco Bruni, nato in Terra Calabra cui è profondamente legato, vive tra Roma e la Puglia da molto tempo. Archeologo, antropologo, letterato e linguista, fecondo saggista e poeta è presidente del Centro Studi Francesco Grisi e vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani. Dal carismatico e sopraffine stile letterario, Bruni è alla seconda candidatura al Nobel per la Letteratura. Già Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali e componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero, nel corso della sua carriera è stato docente in Sapienza Università di Roma ed ha approfondito lo studio rivolto alla tutela e alla conoscenza delle comunità di minoranze etnico-linguistiche.@riproduzione riservata

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Per Vetere, Segretario Generale dell’Unione Stampa Periodica Italiana, il secondo incontro con Papa Bergoglio negli ultimi anni. In rappresentanza delle nostre testate associate USPI, abbiamo orgogliosamente partecipato ad un momento di armonica bellezza formativa e spirituale

27 Novembre 2023 Antonella La Mantia

I giornalisti in udienza dal Papa

I giornalisti in udienza dal Papa

Roma – Il 23 novembre 2023, FISC, USPI (promotrice dell’incontro), Aiart, Corallo e FIGEC hanno avuto il privilegio di condividere un’occasione unica: un’udienza privata con sua santità Papa Francesco. 
E noi in rappresentanza di Paeseitaliapress.it e Lafrecciaweb, testate giornalistiche associate ad USPI, siamo state orgogliosamente onorate di partecipare ad un momento di armonica bellezza formativa e spirituale.

Alle 07.30 del mattino si è dato il via all’esperienza. All’esterno di San Pietro l’emozione era palpabile, soltanto 5 rampe di scale separavano i giornalisti dal Pontefice. 

Una volta giunti in Sala Clementina del Palazzo Apostolico e accomodati sulle morbide sedie di velluto rosso non restava che aspettare il Suo arrivo.

Nonostante fossi seduta distante con la vista leggermente coperta, l’entrata del Papa non poteva passarmi inosservata: accolto da un coro di applausi e affetto, il suo ingresso è stato la dimostrazione dell’amore e del rispetto provato nei suoi confronti.

Il discorso di sua Santità, dedicato ai giornalisti, è stato delicato ed empatico. Ha enfatizzato l’importanza dell’informazione e del diffonderla in maniera corretta. “I settimanali cattolici veicolano una missione umana, volta a formare menti e cuore”, queste le parole esatte di Papa Francesco. L’importante, ha proseguito nel suo discorso, è di seguire sempre tre sentieri:
–      Formazione; 
–      Tutela; 
–      Testimonianza 
Il primo è fondamentale, in quanto permette di capire, sapere e conoscere, non solo nel giornalismo, ma in ogni aspetto della propria vita.

Nell’informazione l’individuo diventa alla mercé della notizia, la sua vita si sgretola e viene invasa fino all’estremo. Per questo motivo bisogna impegnarsi nella promozione della tutela e di tutti gli strumenti che permettono di difendere i soggetti coinvolti direttamente dalle notizie, soprattutto le persone più deboli come bambini e anziani. 

L’informazione, continua Papa Bergoglio, è un grande compito con grandi responsabilità. Bisogna ricordare che dall’altra parte della notizia esiste una persona, con sentimenti ed emozioni; per questo la prudenza e l’empatia sono virtù che tutti i giornalisti dovrebbero possedere.
Persino Papa Francesco riconosce uno dei dogmi principali del mondo del giornalismo: l’attendibilità delle fonti. Sottolinea, con veemenza e zelo, quanto sia importante verificare le testimonianze raccolte, in modo da diffondere notizie sicure e attendili.

Il commento del Segretario Generale USPI Unione Stampa Periodica Italiana, Francesco Saverio Vetere,  presente all’udienza, rispecchia e dimostra l’importanza delle parole del Pontefice: 
Quello che bisogna dire è che incontrare il Santo Padre e ascoltarlo con la più assoluta attenzione, come facciamo noi, è sempre molto importante, soprattutto in un momento in cui tutti quanti stanno cercando di comprendere che risposte dare allo sviluppo tecnologico e soprattutto allo sviluppo tecnologico nei mezzi di comunicazione”.

Tramite il suo discorso Papa Francesco elogia il lavoro dei giornalisti cattolici, ritenendoli superiori alle parole, dicerie e fake news “urlate dagli altri”.

Il suo affetto e la sua bontà non trovano spazio solo nelle parole dedicateci, ma anche in ogni stretta di mano e sguardo che ha indirizzato personalmente a ognuno di noi.

L’atmosfera aurea era amplificata dalla magia architettonica che la città eterna possiede, ogni stanza, affresco e giardino riempivano gli occhi lasciando spazio solo a stupore e gratitudine.
Il Pontefice ha evidenziato con queste sue parole come il giornalismo, anche quello cattolico, sia molto più che l’insieme di semplici informazioni elencate quotidianamente su un foglio o un sito. È una fusione perfetta di emozioni, persone, esperienza e vissuti differenti che uniti formano una notizia…anzi una storia.

La foto di gruppo con il Papa

La foto di gruppo con il Papa

PAPA FRANCESCO

PAPA FRANCESCO

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Un confronto tra essere ed esistere che diviene consapevole coscienza dell’infinito oltre la morte. Un viaggio …nei sentieri onirici della memoria, attraversa l’intensità antropologica della lirica poetica di Pierfranco Bruni

25 Novembre 2023 di Mimma Cucinotta

 

Profonda immersione ontologica nel viaggio introspettivo dell’essenza metafisica della propria esistenza. Un alternarsi emozionale forte e simbolico degli echi del tempo. Destini e sentieri della memoria che intrecciano nostalgie oniriche in un immaginario pervaso da ardenti connessioni sensoriali e spirituali. Un confronto tra essere ed esistere che diviene consapevole coscienza dell’infinito oltre la morte, in un costante superamento del confine umano del compiuto che, porta in sé la finitezza di un percorso irrisolto.

Il Pathos nella tensione del desiderio che si rinnova nel pensiero del dolore esistenziale, attraversano l’intensità antropologica della lirica poetica di Pierfranco Bruni, magico regista del pensiero filosofico-letterario contemporaneo.

Dalla raccolta antologica

Piove su Istanbul e la luna sfoglia i ricordi”

di Pierfranco Bruni

Ascolto il profumo di cipria sul tuo viso
ed ho la bellezza degli anni maturi tra le dita
che sfiorano le parole e il tuo sguardo.
I miei occhi hanno i tramonti del meriggio
nelle distanze degli infiniti. Ti avrò amato
tantissime volte fino ad amarti ancora
per tantissime notti in un imbrunire di voci.
Siamo amanti in silenzio che si cercano
lungo la brughiera del vento. Sul tuo viso
scende una linea d’alba come se fosse
mattino e le labbra in un bacio soltanto
hanno un rigo della sera. È quest’amore
che sigilla i nostri destini.

..

Mi racconti una storia. Il tempo del mare è navigato. Sfoglia il cerchio del vento. Ti raggiungerò sull’incavo della pioggia. Poi sulle rive della vita ci ameremo.

A dir di sera ciò che in aurora taccio non è virtù di tempo ma consolazione di malinconie che legano le tue alle mie mani. Lo spazio della stanza è un luogo di passi che osservo mentre cammino dalla porta alla poltrona. Piove. Dalla finestra ascolto il tinteggiare delle gocce sui vetri che sanno di freddo nell’inverno di mare dei tuoi occhi. La città si muove lenta e ogni rumore è stanco. Viverti vorrei addormentato sul tuo seno con i tuoi capelli sul mio viso.

C’era il crepuscolo nel battere delle sere

Tra me e te

Non più àncore e porti

I viaggi sono pensieri sospesi

Il Prof. Pierfranco Bruni

Il Prof. Pierfranco Bruni

 

Pierfranco Bruni, nato in Terra Calabra cui è profondamente legato, vive tra Roma e la Puglia da molto tempo. Archeologo, antropologo, letterato e linguista, fecondo saggista e poeta è presidente del Centro Studi Francesco Grisi e vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani. Dal carismatico e sopraffine stile letterario, Bruni è alla seconda candidatura al Nobel per la Letteratura. Già Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali e componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero, nel corso della sua carriera è stato docente in Sapienza Università di Roma ed ha appronfondito lo studio rivolto alla tutela e alla conoscenza delle comunità di minoranze etnico-linguistiche.

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MESSINA – Il 24 NOVEMBRE 2023 ore 16:30 Sala Lettura via I Settembre,117-Palazzo Arcivescovile

Venerdì 24 novembre 2023, alle ore 16:30, presso la Sala Lettura della Biblioteca Regionale Universitaria di Messina, si terrà la Conferenza-Tavola Rotonda Micologia. Una Scienza per pochi, un mondo sconosciuto per molti. Una affascinante narrazione e una ricca rassegna del posseduto, per carpire l’attenzione degli astanti, proiettandoli verso una visione più consapevole dello straordinario mondo dei funghi. L’iniziativa culturale si aprirà con i Saluti Istituzionali e l’Introduzione della Direttrice della Biblioteca Regionale Avv. Tommasa Siragusa, che fungerà poi da Moderatrice. Seguiranno i contributi del Micologo Vincenzo Visalli, Tecnico della Prevenzione nei luoghi di vita e di lavoro, Presidente Associazione Centro di Cultura Micologica di Messina; del Prof. Angelo Miceli, già Dirigente Scolastico, Presidente ADSeT e Studioso di Micologia e del Micologo Francesco Mondello, Vicepresidente Associazione Centro Cultura Micologica di Messina.

Ogni anno la seconda domenica di ottobre si celebra la “Giornata Nazionale della Micologia” che vede le Associazioni di merito impegnarsi in iniziative volte alla conoscenza di una materia così avvincente ma, al contempo, così delicata. La Biblioteca “Giacomo Longo” desidera dare ai propri Utenti una speciale opportunità per accostarsi alla tematica sia attraverso le autorevoli disquisizioni degli Esperti che attraverso l’esposizione di alcune delle monografie scientifiche – emblematiche di quanto la Biblioteca possegga già sui funghi – tratte dalla ricca Bibliografia tematica d’Istituto, realizzata per l’occasione, e dai pregiati Fondi Antichi. Si devono al greco Teofrasto (370-287 a.C), discepolo di Aristotele, considerato il padre della Botanica, le prime definizioni riguardo ai funghi, considerati “piante imperfette, prive di radici, di foglie, di fiori e di frutti”. Da allora ad oggi, la loro storia è stata oggetto anche di numerose leggende, come quella tramandata dallo scrittore greco Pausania che dà origine alla città di Micene, proprio dal luogo nel quale l’eroe Perseo si abbeverò con l’acqua raccolta su un cappello di fungo.
Con risvolti nella Scienza in primis, nell’Arte e nella Letteratura, il lungo corso di conoscenza ha costellato lo svolgersi degli anni, con sempre nuove scoperte e applicazioni.

Innumerevoli gli studiosi che si sono succeduti, nelle varie epoche, con nuove definizioni e identificazioni di nuove specie fungine, rivoluzionando la concezione del tutto errata di Teofrasto. Gli scienziati pongono questi esseri fra le entità viventi che consentono di compiere il ciclo biologico che rende possibile la vita del Pianeta Terra. I funghi, in particolare i micromiceti utili, già presenti nella medicina tradizionale per la produzione di farmaci importanti come antibiotici o la ciclosporina, fondamentale per l’inibizione del rigetto nei trapianti, e i Penicillium, all’origine della Penicillina, allo stato attuale, forniscono inoltre un valido apporto alla medicina alternativa con la Micoterapia e le muffe e i lieviti ai quali si devono le fermentazioni, da cui si ottengono birra, vino, pane e panificati. I funghi, dunque, al di là del fattore commestibilità… Se l’andar per funghi è una tradizione consolidata per la leccornia che il fungo rappresenta, in gastronomia, nella preparazione di svariate ricette, non sempre i raccoglitori sono consapevoli e rispettosi delle pratiche corrette da mettere in atto, prova ne è che i casi di intossicazione sono molteplici e, sovente, con esito infausto. Le argomentazioni poste in Conferenza ci guideranno per avere le giuste informazioni e gli ulteriori approfodimenti tramite la lettura dei testi in rassegna, impreziositi da studi, monografie e periodici – donati dagli eccellenti Relatori alla Biblioteca, nei quali sono annoverati tra gli autori – per rendere immediatamente fruibile l’alta competenza in materia. In particolare il Micologo Vincenzo Visalli, che per la Sua esperienza cinquantennale è da considerarsi uno dei più anziani d’Italia, nonché uno dei più accreditati soci dell’Associazione Micologica Bresadola, ha fatto omaggio alla Biblioteca dei Suoi Studi dal 1985 al 2023, degli articoli sui periodici di settore pubblicati dal 1984 al 2010 e riguardanti la Sua figura o scritti dallo stesso Esperto, dei Codici di funzionalità dell’U.O.-Ufficio di “Vigilanza e Ispezioni” e di un sussidio didattico in cartaceo e su supporto digitale per corsi di formazione in micologia. Il Prof. Angelo Miceli, ancora, ha messo a disposizione della Biblioteca numerose riviste di Micologia (fra le quali alcuni Bollettini dell’Associazione Micologica Bresadola) nelle quali sono presenti i suoi articoli di grande interesse. Il Micologo Francesco Mondello, infine, ha donato articoli in italiano e in inglese tratti da alcune eminenti riviste in materia nelle quali sono pubblicate le scoperte di nuove specie fungine operate dallo stesso Micologo.

(a cura di Maria Rita Morgana)

La  locandina dell'evento

La locandina dell’evento

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Giardini Naxos (Me) – Continuano gli impegni dei giovani della Consulta Giovanile capitanati dal dott. Davide Amoroso. Dopo il successo ottenuto con l’evento riguardante il “Introduzione al Primo Soccorso” la Consulta si appresta ad organizzare un nuovo interessante evento, questa volta riguardante l’economia. Ad annunciare l’evento è lo stesso Presidente Amoroso il quale spiega:Un altro argomento che ho sempre ritenuto importante è come, noi giovani, possiamo utilizzare al meglio i nostri soldi al giorno d’oggi. Per questo, con la Consulta Giovanile di Giardini Naxos abbiamo organizzato questo evento con la preziosa collaborazione di Giuseppe Cannizzaro e Antonio Cannizzaro  che ringrazio ancora molto per la loro disponibilità !

Il Presidente della Consulta Dott. Davide Amoroso

Il Presidente della Consulta Dott. Davide Amoroso

Nella fattispecie l’evento organizzato dalla Consulta Giovanile si intitola: Il Valore del Risparmio e dell’Investimento, tra realtà e falsi miti del web e si svolgerà nella sala conferenze dell’Archivio Storico-Banca della Memoria Comunale di Via Chianchitta mercoledì 29 novembre alle ore 18,00.

A relazionare sull’argomento saranno due esperti di economia il Dott. Giuseppe Cannizzaro ed Antonio Cannizzaro  i quali spiegheranno come giovani di oggi dovrebbero investire il proprio denaro. Si prospetta un incontro interessante poichè il tema affrontato è di notevole interesse e di grande attrazione.

L’incontro è aperto a chiunque volesse partecipare ed è gratuito.

   ROSARIO MESSINA

Davide Amoroso nel precedente evento sulle nozioni di primo soccorso

Davide Amoroso nel precedente evento sulle nozioni di primo soccorso

La foto di gruppo con i volontari della Misericordia S. Giuseppe di Letojanni in occasione dell'incontro di primo soccorso

La foto di gruppo con i volontari della Misericordia S. Giuseppe di Letojanni in occasione dell’incontro di primo soccorso: al centro della foto Nino Vadalà Mentore del’Archivio Storico e Davide Amoroso. A destra del Gruppo il vicepresidente della Consulta Antonio Currenti ed il Consigliere Daniele Saglimbeni.

La sala dell'Archivio Storico Comunale - Banca della Memoria gremita di ragazzi in uno degli incontri organizzati dalla Consulta giovanile.

La sala dell’Archivio Storico Comunale – Banca della Memoria gremita di ragazzi in uno degli incontri organizzati dalla Consulta giovanile.

La locandina dell'incontro

La locandina dell’incontro

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