GENNAIO - FEBBRAIO - MARZO 2024
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Taormina

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CATANIA. Il nuovo  appuntamento a cura di Officine Culturali dedicato ai più piccoli è fissato martedì 14 luglio alle ore 17.00 presso l’Orto Botanico di Catania. ”Labirinti, Castelli, Giardini Segreti” continua con   Alla ricerca del MIrTO perduto”, un laboratorio ludico-didattico che si concentrerà su alcune delle piante presenti nel “museo verde” dell’Università di Catania e sui miti che esse hanno rappresentato per le popolazioni del passato.

L’attività prenderà il via con una passeggiata tra l’ombra e il fresco degli alberi, tra serre e vasche, per andare alla ricerca dei miti e delle leggende che la vegetazione dell’Orto Botanico conserva e preserva. Nella seconda fase dell’attività, i giovani partecipanti si faranno portavoce delle storie scoperte realizzando un piccolo erbario dei miti: come dei piccoli esploratori costruiranno una personalissima raccolta di specie del regno vegetale.

Il laboratorio, realizzato con la collaborazione del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali, verrà attivato al raggiungimento del numero minimo di partecipanti. Per aderire è necessaria la prenotazione ai numeri 0957102767 | 3349242464. È possibile contattare l’Info Point di Officine Culturali dal lunedì alla domenica dalle 9:00 alle 17:00.

Il parco archeologico di Naxos

Il parco archeologico di Naxos

Giardini Naxos (Me). Il Parco Archeologico di Naxos che conserva i resti della prima colonia greca di Sicilia fondata dai Calcidesi nel 734 a.c. è diventato autonomo.  L’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Antonio Purpura, ha firmato il Decreto che disciplina il funzionamento organizzativo e la gestione con autonomia amministrativa e finanziaria del Parco, tramite un apposito Regolamento di organizzazione e, amministrativo-contabile. Si tratta di un importante riconoscimento per quella che è a tutti gli effetti la terza area archeologica in Sicilia, dopo la Valle dei Templi di Agrigento e il Parco di Selinunte. Il Parco archeologico di Naxos, era stato istituito il 13 luglio del 2007 col Decreto Assessoriale n. 6640 a firma dell’allora assessore Nicola Leanza. Esso comprende, oltre i resti dell’antica colonia greca, anche il Museo archeologico regionale di Naxos; il Teatro antico, Villa Caronia ed il Museo naturalistico dell’Isolabella  ricadenti nel territorio di Taormina, l‘area archeologica del comune di  Francavilla di Sicilia (Me). Un traguardo che parte da lontano quello dell’iter del Parco di Naxos iniziato nel 2007 con la sua istituzione. A  trasmettere la documentazione a Palermo per il riconoscimento dell’autonomia erano stati i sindaci di Giardini Naxos (Pancrazio Lo Turco), Taormina (Eligio Giardina), Francavilla (Lino Monea) assieme alla direttrice del Parco Archeologico Maria Costanza Lentini.  Appresa la notizia,  il Sindaco di Giardini Naxos Pancrazio Lo Turco ha espresso grande soddisfazione per l’importante riconoscimento: “Da questo momento” afferma Lo Turco “i proventi inerenti il Parco,verranno gestiti direttamente nel nostro territorio e non più a Palermo. E’ un traguardo storico aver ottenuto il decreto di reale autonomia gestionale e finanziaria che avrà benefici per tutto il territorio. Siamo convinti che il riconoscimento formale del Parco di Naxos possa rappresentare un segnale forte nella prospettiva di un rilancio del prodotto turistico  del nostro territorio nella sua interessa al quale tutti guardiamo con identiche aspettative. Insieme ai nostri amici di Taormina e Francavilla auspico  un percorso a lungo termine fatto di sinergie e condivisione delle politiche del territorio“.

 

Il Parco Archeologico di Naxos

Il Parco Archeologico di Naxos

L’Iter amministrativo che ha caratterizzato l’istituzione del Parco Archeologico di Naxos

E’ nel 2001 che comincia il complesso iter amministrativo che porterà, qualche anno dopo, alla istituzione del Parco. Il primo atto formale fu il Decreto Assessoriale n. 6263 con il quale l’Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione istituì nel 2001 il sistema dei parchi archeologici siciliani. Il Decreto venne pubblicato nella  G.U.R.S. 21 settembre 2001, n. 46.

Il nuovo sistema dei parchi archeologici siciliani, venne istituito ai sensi dell’art. 20, 1° comma, della legge regionale 3 novembre 2000, n. 20 e comprendeva le aree archeologiche di Gela, Sabucina, Morgantina, Isole Eolie, Naxos, Himera, Iato, Solunto, Kamarina, Cava d’Ispica, Lentini, Eloro e Villa del Tellaro, Siracusa, Pantelleria, Selinunte e Cave di Cusa, Segesta.

Nel 2004 la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Messina avanzò alla Regione la proposta di istituzione del Parco Archeologico di Naxos alla quale si associa anche il Comune di Giardini Naxos.

Nel 2007 il sito archeologico della prima colonia greca venne istituito con il Decreto assessoriale n. 6640 a firma dell’allora assessore dei Beni Culturali Nicola Leanza.  Nel Decreto si legge “Si ritiene di dover provvedere all’istituzione del Parco Archeologico di Naxos, in considerazione della sua importanza strategica ai fini della gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico e ambientale del territorio, costituito dall’antica città di Naxos, prima colonia greca della Sicilia, fondata nel 734-733 a.C. all’imbocco meridionale dello Stretto di Messina, da Thoukles a capo di un contingente di Calcidesi dall’isola di Eubea e di Nassi dall’Isola Cicladica di Naxos; Tenuto conto che nell’area del costituendo Parco sono visibili le testimonianze delle varie vicende storiche ed urbanistiche della città, dal periodo arcaico sino alla sua distruzione avvenuta nel 403 a.C. , ad opera di Dionigi I di Siracusa; avuto riguardo altresì delle varie aree sacre (Temene) che, dislocate ai margini dell’area urbana, ci testimoniano la vita religiosa della colonia,dominata dal culto di Apollo e Dioniso, quest’ultimo documentato dalle molte centinaia di antefisse a maschera silenica, esposte in buon numero accanto a terrecotte architettoniche di rivestimento dei tetti di edifici sacri, all’interno del Museo che accoglie una larga scelta di materiali provenienti da scavi del sito effettuati nell’arco di oltre un cinquantennio (1953 – 2006).”

L’art. 1 del decreto recita:Per i motivi esposti in narrativa, è istituito ai sensi dell’art. 20 della L. R. 20/00, il Parco Archeologico di “Naxos”, ricadente nel Comune di Giardini Naxos, Provincia di Messina, in quanto Naxos rappresenta un osservatorio privilegiato per la conoscenza della storia più antica dell’urbanistica dell’Occidente greco, per la sua alta antichità, nonché per la sua storia breve concentrata in un arco di poco più di 300 anni.”

 Con lo stesso decreto venne nominata Direttore del Parco la dott.ssa Maria Costanza Lentini già  direttrice dell’Area Archeologica e dell’attiguo museo. Alla stessa vennero conferite le funzioni di commissario ad acta al fine di porre in essere tutti gli adempimenti necessari per assicurare l’avvio del funzionamento della nuova struttura.

Nel 2013, alla presenza dell’assessore ai Beni Culturali dell’epoca Maria Rita Sgarlata  viene inaugurato  il nuovo percorso pedonale che circoscrive l’antico arsenale navale di Naxos (I Neoria) ubicato sulla “collina Larunchi”

Il resto è storia recente di questi giorni con il nuovo decreto firmato dall’attuale assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Antonio Purpura.

In primo piano durante una visita al Parco archeologico  (da sinistra)  Maria Costanza Lentini, l'ex assessore ai beni culturali Maria Rita Sgarlata e il sindaco di Giardini Naxos Pancrazio Lo Turco

In primo piano nel corso dell’inaugurazione del sito dell’antico arsenale navale di Naxos (da sinistra) Maria Costanza Lentini, l’ex assessore ai beni culturali Maria Rita Sgarlata e il sindaco di Giardini Naxos Pancrazio Lo Turco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA STORIA del Parco di Naxos

 La storia della città di Naxos si conclude nel 403 a.c. Alleata di Atene nella guerra del Peloponneso fu distrutta da Dionisio di Siracusa  alleato di Cartagine e Sparta . La tragica fine di Naxos non rimase sepolta tra i suoi ruderi né venne mai dimenticata. Col  passare degli anni, dei secoli, la terra aveva ricoperto i suoi resti, tanto da far perdere le tracce della sua ubicazione.  Le sua poderosa mura, e quel poco che rimaneva dopo la distruzione, erano stati ricoperti col tempo da madre terra quasi a voler proteggere le ultime spoglie rimaste della misera e sfortunata città.  In effetti, malgrado il mito di Naxos non  fu mai dimenticato del tutto, di esso si erano perse le tracce perché intanto abbondanti strati di terra avevano coperto gran parte dei resti dei fabbricati e delle mura. Si erano perse le tracce del sito in cui si trovava Naxos. La città era sepolta sotto floridi agrumeti e piante di olivo che non facevano certo immaginare quali preziosità vi fossero sotto le radici di quelle piante.

Una svolta importante sugli studi di Naxos e sulla sua presunta ubicazione si hanno a partire  dal 1500 quando lo studioso Tommaso Fazello  visitando la zona della baia di Naxos, ritenne di avere individuato i ruderi dell’antica città. A lui dunque il merito e l’intuizione di avere scoperto per primo in contrada strages l’ipotetico sito dei Naxii.  Col trascorrere dei secoli altri illustri personaggi transitarono per questi luoghi. Visitavano Taormina  scrutando dalle pendici del monte Tauro l’orizzonte verso capo Schisò immaginando di individuare l’area in cui un tempo doveva sorgere la “città sacra”. Diversi studiosi, archeologi e scrittori come  Goethe, Guy de Mauppassant o J.H. von Riedesel e tanti altri visitarono i luoghi indicati dal Fazzello descrivendo nelle loro memorie  quanto avevano visto in quest’area ricca di bellezze naturali e di storia.

Soltanto intorno la metà del 1800 si hanno però le prime notizie certe di importanti ritrovamenti che comprovavano le tesi del Fazzello e cioè che l’area di Schisò fosse stata il luogo dove sorgeva l’antica città di Naxos.

Probabilmente al ritrovamento delle preziose testimonianze contribuì l’intensificarsi dell’agricoltura la quale attraverso la piantagione di vigneti ed agrumeti e quindi il rimescolamento della terra, proprio nell’area di Schisò, aveva provocato la scoperta dei primi preziosi reperti.

Non è difficile immaginare che gli agricoltori del luogo, il quale nel frattempo da piccolo villaggio  era diventato  nel 1847 il “Comune di Giardini”,  lavorando la terra, i trovavano spesso sparsi sottoterra  terracotte,  cocci di vasetti e chissà quante altri preziosi reperti. La piantumazione di nuovi agrumeti e viti contribuì ad accentuare gli interessi di studiosi nell’area di Naxos con i preziosi reperti che di volta in volta venivano trovati.

Purtroppo però, delle prime scoperte ad opera di agricoltori, viandanti e mercanti senza scrupoli non abbiamo molte testimonianze, tuttavia alcuni preziosi documenti del secolo scorso ben conservati presso l’Istituto Germanico di Roma” testimoniano il ritrovamento di alcuni preziosi reperti che sicuramente diedero una svolta alle ricerche su Naxos, suscitando un incremento di interesse su studiosi ed archeologi anche di fama internazionale.

I documenti conservati nell’istituto, si riferiscono in particolare a due importanti ritrovamenti: un ripostiglio di circa 2000 monete d’argento del V secolo scoperto nel 1851 ed un gruppo di sculture ritrovate nello stesso periodo.

Quel ritrovamento costituì un prezioso punto di partenza per l’individuazione della città sepolta. Le notizie dei ritrovamenti cominciano a circolare per l’Europa e molti sono gli studiosi che si recano sul luogo, tra questi J. Houel, F. Ferrara, F.S. Cavallari, E. Freeman, A. Evans e H. Sayce, A Holm. Quest’ultimo che tra il 1870 ed il 1871 visita la Sicilia fu tra i più convinti sostenitori che l’antica colonia doveva sorgere proprio nell’area di Schisò.

Si concretizzano in questo modo i primi studi sul territorio che a partire dal ritrovamento delle monete, caratterizzeranno le tappe più importanti delle ricerche sull’antica Naxos.

La prima descrizione accurata delle rovine ed in particolare delle mura di fortificazione, si deve a  E. Freeman nella sua opera intitolata History of Sicily del 1891. Questi visitò i luoghi assieme ad un altro studioso, A. Evans il quale anch’egli diede un prezioso contributo diffondendo la notizia del ritrovamento del piccolo tesoro scoperto nel 1851 in contrada Sciarudda.

Nel 1893  lo studioso, T. Homolle  nel  Bull. Corr. Hell. sottolinea l’importanza della cinta muraria di Naxos.

Nel 1894 abbiamo un altro prezioso contributo che è dato dalla monografia pubblicata dall’avvocato taorminese  Pietro Rizzo, allievo del grande archeologo Paolo Orsi, dal titolo Naxos Siceliota, nella quale lo studioso fa una descrizione approfondita della storia di Naxos fino alla sua distruzione ed alle vicende degli esuli.

 Tra le tappe più importanti segnate dai vari studiosi vi è senza dubbio l’opera del grande archeologo Paolo Orsi che tanto si prodigò affinché l’area di Naxos fosse oggetto di finanziamenti per iniziare le prime campagne di scavo.  A lui va il merito di di essersi battuto affinché si iniziassero le prime campagne di scavo nell’area della penisola di Schisò. L’aver ostinatamente creduto che lì si trovasse l’impianto della città contribuì a sgombrare il campo  da dubbi e teorie controverse come quelle di parte della letteratura del 1600 e del 1700 che riteneva che Naxos fosse ubicata a circa 5 Km a sud nel territorio dell’odierna cittadina di Fiumefreddo. Ciò perché in quel luogo erano stati trovati tracce di resti dell’età romanica e soprattutto una grande tomba monumentale a due piani detta Torre rossa, tutt’ora esistente.

Paolo Orsi iniziò i primi sopralluoghi sull’area un secolo fa nell’aprile del 1893.

Pare che l’illustre archeologo iniziò le sue ricerche partendo dallo studio del muro sud-occidentale che costeggiava il torrente S.  Venera.

Fù proprio dalla scoperta di quel muro costruito con la tecnica cosiddetta “ciclopica” che  contribuì a dare vita ai primi scavi a Naxos.

Intuendo che quei primi preziosi reperti fossero la prova concreta che sotto quegli agrumeti si trovasse l’antica città  sacra di Naxos, Paolo Orsi subito dopo questa prima visita sui luoghi, si premurò a segnalare al Ministro della Pubblica Istruzione di avere fatto una straordinaria scoperta, “un importantissimo avanzo murario”, chiedendo di conseguenza alcuni fondi straordinari per effettuare alcuni sondaggi. Il Ministero però non accolse la richiesta probabilmente per la presenza di colture pregiate e per ragioni economiche poiché l’occupazione dei terreni sarebbe stata alquanto dispendiosa.

Pare che  lo studioso continuò a fare qualche saggio a sue spese pur di trovare altre tracce significativa che comprovassero le sue tesi e cioè che li si trova la città sepolta.  Malgrado questi successi il finanziamento richiesto dall’Orsi per intraprendere degli scavi lungo le mura occidentali, non arrivò. Nel 1914 la giurisdizione per i beni culturali sulla provincia di Messina, da Palermo passò a Siracusa, ma la situazione non cambiò. Paolo Orsi continuò a cercare fondi e nel 1929 propose persino di rivolgersi ad un grande istituto americano. Le sue numerose richieste però non ebbero molto successo.  Malgrado però la scarsezza di fondi, il prof. Orsi continuò le sue ricerche con ostinazione. Non potendo effettuare ulteriori scavi per mancanza di soldi, rivolse la sua attenzione ad altre fonti, come ad esempio i materiali provenienti da Naxos facenti parte di collezioni private o acquistate nei mercati di antiquariato taorminesi.Intuendo che quei primi preziosi reperti fossero la prova concreta che sotto quegli agrumeti si trovasse l’antica città  sacra di Naxos, Paolo Orsi subito dopo questa prima visita sui luoghi, si premurò a segnalare al Ministro della Pubblica Istruzione di avere fatto una straordinaria scoperta, “un importantissimo avanzo murario”, chiedendo di conseguenza alcuni fondi straordinari per effettuare alcuni sondaggi. Il Ministero però non accolse la richiesta probabilmente per la presenza di colture pregiate e per ragioni economiche poiché l’occupazione dei terreni sarebbe stata alquanto dispendiosa.

Di quest’esperienza si dice che quando non poteva averli in dono o non poteva acquistarli per il museo di Siracusa, del quale egli era il direttore, allora si divertiva a fare degli schizzi per conservarne memoria. Tentava in tutti i modi di salvare dalla dispersione un patrimonio già seriamente  deturpato.

Paolo Orsi ebbe il grande merito di avere dato un impulso all’avvio delle ricerche sull’antica città. Ma non fu solo questo il suo merito, bisogna dire infatti che ebbe la grande intuizione di approfondire gli studi anche su Taormina la quale in un certo qual modo era legata alla storia di Naxos.

Purtroppo ad un certo punto Paolo Orsi lascia la Sicilia  e da li in avanti vi sarà una battuta d’arresto fino all’inizio dei primi veri scavi nel 1953. Di lui rimangono le numerose testimonianze scritte e gli appunti che scriveva con frequenza e puntigliosità. Appunti preziosi che in futuro contribuirono alla scoperta di reperti scomparsi nei mercati degli antiquari. Tra questi eclatanti esempi basta citare l’Arula di Heidelberg. Si tratta di una sfinge in terracotta finita nel museo dell’omonima città dopo essere stata acquistata all’inizio del secolo da un collezionista. La prova di questa provenienza c’è la dà P. Orsi il quale nella primavera del 1901 scrive sul suo taccuino di avere visto a Taormina una piccola “arula con due sfingi che stanno una di fronte all’altra ed un fiore in mezzo” . Evidentemente poi l’arula venne spezzata in due cosicché un frammento fu nel tempo venduto al museo di Heidelberg mentre l’altro fu rinvenuto nel 1972 sull’area di Schisò in occasione di lavori agricoli. Dopo anni di vicissitudini e richieste, i due pezzi della stessa arula furono ricongiunto nel 1990 nel museo di Naxos in occasione di una mostra organizzata in suo onore. A partire da quella data iniziarono i tentativi per poter avere in permuta dal museo di Heidelberg il pezzo mancante al fine di ricongiungerlo a quello trovato a Naxos. Se non ci fossero stati quegli appunti forse oggi non avremmo saputo che quei frammenti facevano parte della stessa opera.

Le prime campagne di scavo nel 1953 dirette dal Prof. Gentili:

Parecchi anni dopo e precisamente nel 1953, il sogno tanto agognato da Paolo Orsi finalmente si avvera. La soprintendenza archeologica di Siracusa sotto la direzione del Prof. Gentili tra il 1953 ed il 1956  avvia finalmente i primi scavi a Naxos utilizzando fondi regionali. Durante quelle campagne di scavo fu definito il perimetro delle mura urbane dislocate lungo la costa della penisola di Schisò e lungo il torrente Santa Venera. Furono anche individuati i resti di un tempio che secondo il prof. Gentili sarebbe stato il tempio di Afrodite. Vengono scoperti anche i primi resti di una abitazione della fine dell’VIII secolo a.c.. Furono trovati anche strati risalenti a epoche diverse che provavano la presenza di insediamenti sovrapposti che andavano dal neolitico all’età del bronzo fino ai resti di Naxos.

Vista l’importanza delle scoperte effettuate in quelle prime campagne di scavo, che rappresentavano prove inconfutabili sull’ubicazione dell’antica città, nel 1954 una vasta area della penisola di Schisò fu sottoposta per la prima volta a vincolo archeologico. Iniziano in questa occasione i primi provvedimenti della pubblica amministrazione per salvaguardare l’area archeologica.

Questi primi interventi ebbero un grande successo che fece accrescere il desiderio di continuare gli scavi. Intanto sull’esempio di Naxos altri studiosi, motivati da un improvviso interesse verso le antiche colonie greche di Sicilia, intrapresero scavi in altre aree, tra queste quelli di  Megara Hiblea e Lentini.

Le campagne di scavo a partire dagli anni 60 sotto la direzione dell’archeologa Paola Pelagatti:

All’inizio degli anni 60 arriva a Naxos una giovane studiosa bolognese, Paola Pelagatti, da poco in servizio presso la Soprintendenza alle antichità della Sicilia Orientale di Siracusa.

Sembrava avere le carte in regola per continuare gli  scavi nell’area di Naxos, benché ancora giovane vantava già l’acquisizione di  importanti titoli ed esperienze nel campo dell’archeologia tanto da indurre il Soprintendente Luigi Bernabò Brea ad affidarle all’inizio degli anni 60 la direzione delle prime ricerche su aree importanti come Siracusa, Camarina e naturalmente Naxos.

La Pelagatti si rivelò ben presto  la carta vincente per le ricerche su Naxos. Il suo impegno tenace, la sua totale dedizione agli studi ed agli scavi della città contribuirono a dare un forte impulso agli scavi archeologici sulla città. E’ stata la protagonista degli scavi su Naxos che a partire dagli anni sessanta guidò fino al 1979. Al suo impegno si deve anche la costruzione del Museo di Naxos inaugurato il 1° aprile 1979 dall’allora Presidente della Regione Piersanti Mattarella.

Il contributo della Pelagatti è stato tale per la città di Giardini Naxos che in occasione del gemellaggio con la Naxos cicladica, il sindaco dell’epoca Salvatore Giglio, il 30 ottobre 2000 le ha conferito la cittadinanza onoraria.

 

Paola Pelagatti in una conferenza negli anni 60' del 900

Paola Pelagatti in una conferenza negli anni 60′ del 900

 

 

 

 

 

 

 

L'archeologa Paola Pelagatti a Giardini negli anni 60 del 900

L’archeologa Paola Pelagatti a Giardini negli anni 60 del 900

 

 

Paola Pelagatti al Museo di Naxos nel 2000

Paola Pelagatti al Museo di Naxos nel 2000

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le campagne di scavo negli anni 80 e 90 sotto la direzione della dott.ssa Maria Costanza Lentini

 

Maria Costanza Lentini e Paola Pelagatti

Maria Costanza Lentini e Paola Pelagatti

Con l’inizio degli anni 80  si volta pagina. A sostituire la Pelagatti, viene mandata una altra giovane studiosa, l’archeologa Maria Costanza Lentini, la quale nominata direttrice del Museo di Naxos continua le ricerche sull’area dell’antica colonia greca.

Nel 1980, a nord della città in prossimità dell’area portuale, viene fatta un’altra importante scoperta che è quella della necropoli più antica della colonia greca, rimasta invita probabilmente fino al VI secolo.  Le nuove ricerche sotto la direzione della Lentini, si concentrano soprattutto su quei livelli della città risalenti al V° secolo  a.c., quindi all’età classica. In primo luogo viene esplorata la Platea B che era uno dei più importanti assi stradali.  Successivamente a partire dal 1983 nel corso di diverse campagne di scavo viene riportata alla luce una larga parte di uno degli isolati urbani (settore settentrionale della città) ubicati lungo la platea C.

Si tratta di importanti scoperte perché illustrano com’era l’architettura domestica delle case dell’età classica. Nel 1985 venne rinvenuto un piccolo tesoro formato da 22 tetadrammi d’argento, probabilmente coniate in Sicilia nella seconda metà del V sec. a.c. a seguire viene rinvenuta l’ubicazione dell’arsenale della città e quindi del porto (Neoria). Si tratta  di resti di un antica struttura del V° secolo a.c. che richiama quella di un arsenale navale. Fu trovata in prossimità della parte orientale della collina Larunchi vicino dove oggi è stata costruita l’omonima via.  Questa scoperta fa supporre che se li vi era l’arsenale dove venivano ricoverate le navi e le imbarcazioni per eventuali riparazioni, altri interventi o semplicemente come riparo dalle mareggiate, il porto doveva essere situato proprio in prossimità dello specchio di mare sottostante  il castello di Schisò.

In questa stessa area (all’incrocio tra la platea C e lo stenopos 6, è stato rinvenuto uno  spazio ampio in terra battuta senza la presenza di costruzioni sulla quale è appoggiata una base quadrangolare (m. 3,70 x 3,50). Le caratteristiche del luogo e del basamento ritrovato, la sua ubicazione, vicino al porto, hanno fatto supporre che quello poteva essere il luogo dove sorgeva la famosa agorà, l’altare dedicato ad Apollo Archegete.

Intanto le ricerche continuano e si spostano sul territorio ad ovest del torrente Santa Venera. E’ sempre l’area sacra ad essere oggetto di nuovi saggi. Ed i risultati non tardano a venire visto che vengono scoperti altri due tempietti risalenti al VI secolo a.c. e due lunghi muri di contenimento. Nel contesto vengono trovate una notevole quantità di terracotte  decorate.

Intanto con l’avvento degli anni novanta altre importanti tappe segnano il tortuoso cammino delle ricerche su Naxos. Il museo e l’area  archeologica vengono sempre più pubblicizzati ed inseriti nei principali circuiti turistici dell’isola. Nel 1990 poi l’intera area della penisola di Schisò viene demanializzata, comprende circa 25 ettari.

Il 1995 che segna un’altra tappa importante della storia degli scavi di Naxos. Il 5 giugno 1995 viene aperta al pubblico l’intera area demaniale dove viene inaugurato un lungo percorso che attraversando i resti dell’antica città consente al visitatore di arrivare fino alle mura del versante occidentale in prossimità del torrente Santa Venera.

L’apertura al pubblico dell’area demaniale è stata un primo passo per meglio valorizzare e far conoscere al mondo l’esistenza di un area così importante.

  Altri preziosi contributi sono arrivate anche dagli amministratori di Giardini Naxos i quali nel corso degli anni novanta hanno programmato ed ottenuto una serie di finanziamenti dalla Comunità Europea per valorizzare l’area in prossimità del torrente Santa Venera. Tra questi interventi basta ricordare i circa cinque miliardi spesi per la costruzione della piazza intitolata ad Apollo Archegeta, di un isola pedonale che costeggia una parte dell’area archeologica, un percorso lastricato che costeggia il torrente Santa Venera fino al mare lungo le antiche mura di Naxos.

Nel 2007  l’intera area è stata trasformata con un decreto assessoriale regionale in Parco Archeologico e, qualche giorno fà, è arrivata anche la sua autonomia gestionale.  

 

I Neoria - lArsenale navale di Naxos

I Neoria – lArsenale navale di Naxos

Campagna di scavi nell'area dei Neoria

Campagna di scavi nell’area dei Neoria

Il Parco Archeologico di Naxos

Il Parco Archeologico di Naxos

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Catania. Attiva sul settore culturale con un’altra iniziativa presso la sede della costituenda Associazione GammaZ officina del riciclo, sita in via S Calogero, 29 Catania, si è svolto un incontro astrologico, organizzato dal CIDA (Centro Italiano Discipline Astrologiche), associazione culturale a carattere non lucrativo, che si propone di promuovere lo studio e la cultura astrologica nelle sue diverse specializzazioni come l’astrologia umanistica, astrologia classica, astrologia oraria attraverso seminari, conferenze, convegni e corsi di formazione. Il CIDA è presente a Catania da parecchi decenni, gestito fino al 2003 dalla delegata Maria Calì, notissima astrologa, anno in cui si e organizzato il secondo convegno astrologico siciliano.
Successivamente l’organizzazione del sodalizio è stato curato da Liliana Cosentino.
La relatrice prof. Pia Vacante, insegna filosofia in un liceo scientifico di Giarre, luogo dove ha realizzato incontri sia su argomenti astrologici che puramente filosofici di comparazione tra le tradizioni orientali ed occidentali.
L’incontro, verteva sull’analisi astrologica del tema natale e dell’evoluzione delle vicende vissute nella vita di Camille Claudel, scultrice francese nata da famiglia benestante l’8 dicembre del 1864. Questa grande artista, che fu amata e sostenuta dal padre, ma ostacolata dalla madre che non riconosceva in lei questa esigenza di manifestare un lato artistico “così maschile”, “rimase vittima degli stereotipi della Francia borghese di quel periodo, sconvolgendo i canoni di condotta che una ragazza di buona famiglia avrebbe dovuto seguire”(B. Di Leo); l’ostracismo dell’ambiente e soprattutto il tradimento del fratello Paul dopo la morte del padre, la condussero a sviluppare una forma di psicosi che fu l’alibi per poterla internare in manicomio il 10 marzo 1913.
A tal proposito il fratello Paul scrive:”Mia sorella Camille aveva una bellezza straordinaria, e anche un’energia, un’immaginazione, una volontà eccezionali. E queste superbe doti non sono servite a nulla: dopo una vita estremamente dolorosa, è arrivata ad un completo fallimento …. Gli splendidi doni che la natura le aveva offerto sono serviti solo a renderla infelice …
L’analisi astrologica ha potuto porre in evidenza come si possano “leggere con esattezza” sul tema natale dell’artista, tutte le tensioni riguardanti gli uomini da lei amati (il padre, il fratello ed il maestro e amante Auguste Rodin), Rodin stesso la ebbe inizialmente come modella, poi come allieva e collaboratrice, anzi in diverse opere i due artisti scolpivano insieme. Divennero una cosa sola:la passione amorosa e quella artistica si fondevano. Rodin di parecchi anni maggiore di lei fu suo mentore e scopritore e sfruttatore (almeno come lei lo recepiva) a tal punto che Camille temette di essere derubata delle sue idee. Poi la relazione con la madre e la visione che Camille aveva di se stessa. Nell’analisi astrologica, è apparsa evidente l’angolazione dissonante dei pianeti che rappresentano la mente, la comunicazione e l’immaginazione: Mercurio, Urano e Nettuno contribuirono a rendere questa personalità piena di guizzi immaginativi, ma anche di estrema sensibilità ed emotività, cose che si riscontrano anche in altri artisti “maledetti” come Antonio Ligabue, Vincent Van Gogh, Vassily Kandinsky. Questi personaggi, vissuti in un periodo in cui “pensare diversamente”, era considerato come una sfida all’ordine costituito (specie per una donna), vissero in un momento in cui, la psichiatria nascente, altro non poteva che rinchiudere dietro a spessi cancelli, indistintamente veri “matti” e disturbatori sociali. Erano gli anni delle “pazze di Charcot”, in cui la cosiddetta isteria, veniva curata con lo stupro sistematico delle pazienti. Continuando l’osservazione astrologica nello spostamento dei vari pianeti negli anni, in relazione al tema natale, la relatrice, ha messo in evidenza le varie fasi della vita della Claudel, dal periodo dell’amore felice con Rodin, a quello in cui cominciava ad essere vittima delle sue ossessioni fino a perdere il contatto con la realtà, per giungere al momento tragico dell’internamento in manicomio, tutto coincide come in un perfetto meccanismo ad orologeria.
Il pubblico intervenuto, ha mostrato di apprezzare il lavoro presentato dalla relatrice che ha sapientemente inquadrato l’argomento “Astrologia” come una tecnica, una chiave di lettura per imparare a decodificare le proprie caratteristiche, il proprio meccanismo di funzionamento. Si è dunque arrivati alla proposta di continuare questi incontri di Astrologia per creare un vero e proprio “salotto astrologico”, volto al confronto tra gli appassionati della materia che potrà dar luogo a seminari ed approfondimenti di vario genere. Gli incontri che saranno tenuti in questa sede così piena si suggestioni antiche, verranno coordinati dalla delegata CIDA per Catania Liliana Cosentino.

Liliana Cosentino

Camille e Rodin

Camille e Rodin

Una scultura

Una scultura

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San Gregorio di Catania. “L’’AMORE E LO SCHERZO NELLA SICILIA DI UN TEMPO” è il titolo dello spettacolo di Alfio Patti che si terrà sabato 18 luglio alle ore 21,00 a San Gregorio di Catania nell’arena “Carlo Alberto Dalla Chiesa” via Carlo Alberto n. 6.
Lo spettacolo, che avrà la durata di un’ora e mezzo è stato promosso dall’Amministrazione comunale di San Gregorio, assessorato alla Cultura, ed inserito nella programmazione dell’Estate sangregorese 2015.
L’INGRESSO È GRATUITO
“O è troppu funnu ‘u puzzu o è troppu curtu ‘u lazzu” (O è troppo profondo il pozzo o è troppo corto il laccio”. Così si diceva ironicamente un tempo quando in una coppia non venivano subito figli. Ed è su questa falsa riga, ironico-giocosa, impostata su “miniminagghi” e gabbi miscelati a canzoni altrettanto ironiche ma anche romantiche che si snoda il suo intimo spettacolo “Amore e scherzo nella Sicilia di un tempo”.
“Il popolo siciliano è stato sempre molto riguardoso verso le donne – dice Alfio Patti nell’illustrare la sua opera – ma tutti gli indovinelli, i cosiddetti Miniminagghi, erano a doppio senso ma solo nella formulazione. In realtà si trattava di cose semplici ed oneste”.
Anche l’amore viene trattato in chiave ironico-sentimentale e non poteva mancare una puntatina sulla “jarrusanza” femminile, senza la quale il corteggiamento “tappinàro” non avrebbe potuto compiersi.
Stando sul palco per un’ora e mezza, Patti non stanca il pubblico. Anzi. E’ vero: “Le cose di ogni giorno raccontano segreti a chi le sa guardare… ascoltare” (Sergio Endrigo – Ci vuole un fiore).

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Angelo Savoca e Salvatore Puglia

Angelo Savoca e Salvatore Puglia

Giardini Naxos (Me). Una raccolta suggestiva di foto che documentano la bellezza di numerose località di Sicilia, paesaggi rupestri e panorami mozzafiato, feste popolari e religiose. Questo e tant’altro è il contenuto del catalogo fotografico intitolato “Itinerari fotografici di Sicilia”, l’ultima fatica di Angelo Savoca presidente del Fotoclub Naxos che è stato presentato alla Taverna di Naxos. Numerose le presenza intervenute all’evento, tra questi, il Sindaco di Giardini Naxos Pancrazio Lo Turco, i soci del sodalizio, clienti della Taverna e, amici di Savoca. Ricordiamo qualche nome, i reporter Mimmo Di Guardo e Mario Guillerno, il dott. Aldo Mirone, l’attore teatrale Riccardo Carrabino, i giornalisti Rodolfo Amodeo e Salvatore Fazio, Rosario Bellinghieri e Giuseppe Mercurio cultori di storia delle tradizioni locali, il prof. Neri Sardella, il poeta Salvatore Puglia che ha curato la prefazione del volume, autore della poesia “Dda funtana muta…” inserita all’interno del catalogo. Ad accogliere il pubblico le grazie ed il sorriso della giovane promoter Verdiana, che ha omaggiato i presenti di una copia del book fotografico. L’evento è entrato nel vivo, dopo un rinfresco offerto dall’autore, con la presentazione di “Itinerari fotografici di Sicilia” da parte di Salvatore Puglia il quale ha detto:”Siamo qua per questa raccolta suggestiva di foto, ultima fatica di Angelo che arriva dopo venti anni dall’ultima. Questa pubblicazione la definirei la summa teologica della fotografia di Angelo Savoca il quale, come sempre, si emoziona e ci emoziona nella continua ricerca dei colori, delle tradizioni e dei luoghi della nostra terra (ma anche di qualunque altra parte d’Italia e del Mondo ove Angelo si reca). La fotografia che diventa storia e che diventa documento visivo da tramandare ai posteri. Sono orgoglioso di avere contribuito alla realizzazione di questo lavoro con una scheda introduttiva e con una poesia che Angelo ha corredato con una foto di una fontana. Inutile dire che una foto accompagnata dalle parole e, viceversa, una poesia per così dire illustrata da una foto, hanno un forte fascino non solo sugli autori ma anche sul lettore. Io e Angelo abbiamo sperimentato con discreto successo nella pubblicazione “c’era una volta..cu cc’era”, trattando l’argomento dei mestieri scoparsi, la pubblicazione di foto di quel mondo che non c’è più. E’ stata una scelta azzeccata, molto apprezzata dai lettori. Che dire adesso, grazie Angelo per queste belle foto e per l’accurata ricerca di immagini suggestive e luoghi”. Parole di grande compiacimento sono state pronunciate dal giornalista Rodolfo Amodeo che ha vantato il lavoro svolto da Angelo Savoca e dai soci del Fotoclub Naxos in tutti questi anni, un punto di riferimento per i cultori della fotografia e per numerosi giovani appassionati di foto. Altri interventi hanno animato l’evento tra questi quello del prof. Neri Sardella, scrittore, poeta, che ha recitato una sua poesia, del giornalista Salvo Fazio che ha sottolineato l’importanza della fotografia e di chi la pratica, un arricchimento che da tono alla crescita culturale di chi la pratica. Non sono mancati gli apprezzamenti di turisti clienti della Taverna di Naxos presenti all’evento che da anni conoscono Angelo Savoca e ne apprezzano le attività del Fotoclub. Tra loro Gianni Pantaleo il quale ha detto:”Ho conosciuto Angelo agli inizi degli anni 90 frequentando, di tanto in tanto, durante i miei soggiorni in Sicilia la Taverna di Naxos. Rimasi colpito e positivamente impressionato dalla moltitudine di fotografie che tappezzavano le pareti della sua Taverna. Mentre aspettavo, affamato, quanto avevo ordinato e, mentre dalla minuscola ma organizzatissima cucina, mi arrivavano le voci concitate delle tre sorelle di Angelo che divergevano su delle scelte culinarie, mi soffermai ad osservare alcune di queste centinaia di foto. Confesso di non essere un esperto di fotografia ma forse, proprio per questa mia mancanza, ho saputo apprezzare, soffermandomi su taluni particolari, l’opera del maestro Savoca. Mi entusiasmava e, a distanza di più di venticinque anni, apprezzo, con lo stesso piacere, l’espressione, la semplicità profonda e viscerale con la quale Angelo riesce ad esprimere con un solo scatto fotografico ciò che migliaia di parole servirebbero per non rendere quanto lui ci trasmette: l’emozione di un momento !”.
      Meritati gli apprezzamenti espressi nel corso della serata per il continuo impegno di Savoca nell’arte fotografica preferendo in particolare, la fotografia di paesaggio, di architettura e quella che mette in risalto la gestualità di antiche mestieri scomparsi o in via di estinzione. L’amore per l’arte della foto lo porta, nel gennaio del 1994, a fondare assieme ad altri amici il Fotoclub Naxos, affiliato Fiaf (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) con sede a Giardini, ricoprendo la carica di presidente. Da allora ha indetto numerosi concorsi fotografici nazionali ed internazionali e numerosi corsi di fotografia tenuti dal fotografo Rocco Bertè che hanno riscosso grandi consensi. Angelo Savoca ha allestito numerose mostre fotografiche in Italia ed all’estero tra le quali: quella di Brescia al Museo della fotografia del Cav. Alberto Sorlini, a Bruxelles alla Biblioteque “H.C. Andersen” della Schola Europaea, in Irlanda alla libreria Lucan dal titolo “From Sicily to Ireland” nel 2004, in Danimarca a Struer, Galleria BJerre di Keramik nel 2014. La Fiaf per l’intensa attività fotografica lo ha insignito del titolo BFI (Benemerito della Fotografia Italiana). Concludiamo con le parole espresse da Giuseppe Fichera (Efiap), Coordinatore Artistico Regionale Fiaf il quale ha detto:”Un bravo ad Angelo che oltre a valorizzare la nostra terra, esporta le nostre qualità migliori in paesi lontani”.

                                  ROSARIO MESSINA

Savoca con Gianni Pantaleo

Savoca con Gianni Pantaleo

Puglia presenta il catalogo fotografico

Puglia presenta il catalogo fotografico

Savoca scrive  autografi

Savoca scrive autografi

Verdiana, Amodeo e Savoca

Verdiana, Amodeo e Savoca

Verdiana, Fazio e Savoca

Verdiana, Fazio e Savoca

Savoca scrive dediche

Savoca scrive dediche

Neri Sardella recita una poesia

Neri Sardella recita una poesia

L'intervento di una turista

L’intervento di una turista

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Daniele e Valerio Sardella

Daniele e Valerio Sardella

Viagrande (Ct). Dopo il grande successo della prima edizione torna il “Bò Buskers Festival”, festival di teatro di strada e circo contemporaneo, nato dalla collaborazione fra la Compagnia Joculares e la Terra di Bò. Tre giornate ricche di emozioni, il 3-4-5 Luglio 2015 nella location d’eccezione di Villa Di Bella- La Terra di Bò ( Via Garibaldi 298, Viagrande –CT) , immersa nel verde del suggestivo paesaggio etneo e trasformata per l’occasione in un meraviglioso villaggio delle arti.

In uno scenario da favola nel parco della villa Di Bella (Terra di Bò) a Viagrande prosegue oggi dalle ore 18 la terza giornata del secondo festiva internazionale di artisti di strada organizzato dalla compagnia joculares. Il direttore artistico Valerio Sardella e la sua collega Liliana Furnò hanno generosamente impegnato le loro energie culturali ed artistiche nel creare un evento davvero unico in Sicilia.
In diversi luoghi del palco, nelle postazioni assegnate, artisti di altissimo livello, sia singoli che in gruppi, gareggiano fra loro per offrire il meglio della loro arte. Le tante emozioni prodotte sul loro numerosissimo pubblico seguite da lunghi e scroscianti applausi sono la “cartina di tornasole” del loro successo.
In una parte del palco aleggia la musica dal vivo di due complessi siciliani. Nella piazzetta piscina si esibiscono il “Circo Squilibratocon Daniele Sardella in un esilarante, elegante ed empatico spettacolo intriso di ironia oltre che tanta classe e poi il Circo teatro.
Cosa dire inoltre di Samaki una giovane artista romana esperta nel trasformismo comico con base dei ritmi del tip tap.
E poi, tanto altro ancora, Tango e Aquashow, personaggi dell’aspetto surreale che vagano tra i tavoli ed il parco facendo sognare il pubblico. E poi ancora Focus, Lorenzo Ritondale, Teatri della Viscosa, Circo Sonanbulo, Mike Rollins, Daniele Antonini, Materia Viva ed infine Alessandro Di Bella gestiore di Terra di Bo, senza il quale nulla di tutto ciò che ci ha emozionato esisterebbe qui a Viagrande.
Uno spettacolo straordinario che lascia il segno a chi lo ha visto o lo vedrà.

Neri   Pilkard

000 spettacolo di fuocoXX

Spettacolo col fuoco

Uno degli spettacoli

Uno degli spettacoli

Lo spettacolo di aqua show

Lo spettacolo di aqua show

Spettacolo per bambini

Spettacolo per bambini

Valerio Sardella

Valerio Sardella

Daniele Sardella

Daniele Sardella

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Taormina (Me)- “Un nuovo modo di concepire l’Opera, una scenografia mozzafiato che privilegia le voci ed esalta l’acustica del Teatro Antico!”, è queta l’idea del direttore artistico del “Taormina Opera Stars”, Enrico Stinchelli, che ha annunciato il progetto di porre sul palco della cavea, l’orchestra e liberare i posti in platea, tradizionalmente invasi dai leggii dei professori d’orchestra. “Oltre a costituire un assetto nuovo e scenograficamente interessante – dice Stinchelli – come già sperimentati in Tosca nel 2002 sempre a Taormina,questo sistema consente il perfetto amalgama con le voci,sempre penalizzate dalla posizione dell’orchestra in buca,che poi buca non è ma semplicemente la platea,o meglio lo spazio in cui anticamente agivano gli attori delle tragedie vale a dire lo spazio acusticamente più adatto a proiettare i suoni. E’ un grave errore porre l’orchestra in un’improvvisata buca, capisco che molti impresari fanno così, ma l’effetto è fortemente penalizzante per chi ascolta: orchestre tonanti, ottoni e percussioni in primo piano, cantanti che devono forzare la voce o che addirittura risultano inudibili. Abbiamo elaborato il nuovo piano scenotecnico lo scorso autunno, mantenendo il più assoluto riserbo, fino ad ora, ma è venuto il momento di renderlo noto“.

Verranno, così, realizzate,con un gioco di luci innovativo e fantasmagorico,Nabucco, Traviata e Aida, dal 15 agosto al 20 agosto nella cavea del teatro antico.

AMA LA VITA

di Madre Teresa di Calcutta

Ama la vita così com’è
Amala pienamente, senza pretese;
amala quando ti amano o quando ti odiano,
amala quando nessuno ti capisce,
o quando tutti ti comprendono.
Amala quando tutti ti abbandonano,
o quando ti esaltano come un re.
Amala quando ti rubano tutto,
o quando te lo regalano.
Amala quando ha senso
o quando sembra non averlo nemmeno un pò.
Amala nella piena felicità,
o nella solitudine assoluta.
Amala quando sei forte,
o quando ti senti debole.
Amala quando hai paura,
o quando hai una montagna di coraggio.
Amala non soltanto per i grandi piaceri
e le enormi soddisfazioni;
amala anche per le piccolissime gioie.
Amala seppure non ti dà ciò che potrebbe,
amala anche se non è come la vorresti.
Amala ogni volta che nasci
ed ogni volta che stai per morire.
Ma non amare mai senza amore.
Non vivere mai senza vita!
 

HO CONTATO I MIEI ANNI
“Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da qui in avanti di quanto non ne abbia già vissuto.
Mi sento come quel bambino che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente, ma quando si è accorto che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma.
Ormai non ho tempo per riunioni interminabili, dove si discute di statuti, norme, procedure e regole interne, sapendo che non si combinerà niente…
Ormai non ho tempo per sopportare persone assurde che nonostante la loro età anagrafica, non sono cresciute.
Ormai non ho tempo per trattare con la mediocrità. Non voglio esserci in riunioni dove sfilano persone gonfie di ego.
Non tollero i manipolatori e gli opportunisti. Mi danno fastidio gli invidiosi, che cercano di screditare quelli più capaci, per appropriarsi dei loro posti, talenti e risultati.
Odio, se mi capita di assistere, i difetti che genera la lotta per un incarico maestoso. Le persone non discutono di contenuti, a malapena dei titoli.
Il mio tempo è troppo scarso per discutere di titoli.
Voglio l’essenza, la mia anima ha fretta…
Senza troppe caramelle nella confezione…
Voglio vivere accanto a della gente umana, molto umana.
Che sappia sorridere dei propri errori.
Che non si gonfi di vittorie.
Che non si consideri eletta, prima ancora di esserlo.
Che non sfugga alle proprie responsabilità.
Che difenda la dignità umana e che desideri soltanto essere dalla parte della verità e l’onestà.
L’essenziale è ciò che fa sì che la vita valga la pena di essere vissuta.
Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle persone…
Gente alla quale i duri colpi della vita, hanno insegnato a crescere con sottili tocchi nell’anima.
Sì… ho fretta… di vivere con intensità, che solo la maturità mi può dare.
Pretendo di non sprecare nemmeno una caramella di quelle che mi rimangono…
Sono sicuro che saranno più squisite di quelle che ho mangiato finora.
Il mio obiettivo è arrivare alla fine soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza. Spero che anche il tuo lo sia, perché in un modo o nell’altro ci arriverai…”
MARIO ANDRADE – Poeta, romanziere, saggista e musicologo brasiliano

Mario Andrade

Mario Antrade

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Narendra - Modi

Narenda – Modi

Promosso dal premier indiano Nerenda Modì, si è svolto il 21 giugno 2015, la prima Giornata internazionale dello Yoga, celebrata dalle Nazioni Unite. La nota pratica che coinvolge fisico e mente, può essere considerata un mezzo per addestrare la mente degli individui per creare una nuova era di pace e di armonia.
Teatro dell’imponente evento in cui hanno partecipato 35. 000 persone è stato il maestoso Rajpath a New Delhi dove si e’ svolta una mega-sessione di yoga, a cui ha partecipato lo stesso premier Modi, in cui sono state eseguite 35 ‘asana’.
Lo stesso premier Modì, prima di iniziare la pratica, ha ringraziato l’ONU per aver accettato di istituire la Giornata internazionale dello ed anche le 192 nazioni che hanno aderito a diffondere il messaggio dell’armonia (Sabdhana).
Anche in Italia si è celebrato questo evento nelle piazze di varie città, la Federazione Mediterranea Yoga è stata presente con il Maestro Antonio Nuzzo e Roberto Laneri in Piazza del Campidoglio, a Catania con la Maes

tra Wanda Vanni e Paolo Greco in Piazza Teatro Massimo. In provincia: a Viagrande l’Associazione Sicilia-India insegnanti Liliana Cosentino e Cristiana Cardillo e, a Riposto, l’Associazione Pranava insegnante Maria Farina.
Ogni gruppo ha messo in evidenza un particolare aspetto di questa pratica millenaria che coinvolge il fisico attraverso le posture (asana), e mediante l’osservazione delle modificazioni che avvengono sul corpo si giunge all’osservazione dello stato emotivo che le accompagna.
Le sessioni effettuate hanno avuto una buona affluenza di partecipanti, sia che si trattasse di una pratica durata poche ore, sia che fosse programmata per l’intera serata. E’ stata una bella possibilità per coloro che non si erano mai accostati alla disciplina di poter accedere al programma “sale aperte per la notte bianca dello Yoga”.

                                       Liliana Cosentino

La giornata Yoga a Catania

La giornata Yoga a Catania

Seduta Yoga in associazione

Seduta Yoga in associazione

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La Sicilia è stata da sempre il granaio dell’Italia meridionale insieme alla Puglia e alla Campania. Date le caratteristiche dei terreni e delle temperature la Sicilia è una delle maggior produttrici di grano duro al punto che come unità di misura i contadini di un tempo chiamavano gli ettari di terreno coltivabile in grano“tummino”, appunto perchè il grano che si coltivava un tempo era chamato tumminia o timilia.

Il grano Tumminia è un grano che si semina a marzo e si raccoglie a giugno, si lavora con le macine a pietra che producono una farina integrale ricca di elementi nutrizionali tra cui la vit. E che si trova all’interno del germe di grano, inoltre ha un alto valore proteico e un basso indice d glutine. Perchè è consigliato mangiare prodotti a base di farina “integra”? Innanzi tutto perchè dobbiamo dare valore alla nostra salute, quindi mangiare una pane che contiene più fibra, più vit.E e meno glutine significa scongiurare il rischio di diabete e di celiachia, poi la Vit. E, nutre e rende più sana la membrana cellulare, quindi si evita un invecchiameto cellulare anzi tempo e rende la pelle e gli annessi cutanei più idratati.
Inoltre non dimentichiamo l’indotto che si crea utilizzando prodotti di casa nostra, utilizzare prodotti a km 0, significa meno costi e sprechi per tutti noi.
Il pane di Castelvetrano è il più rappresentativo tra i pani preparati con la farina timilia e 100 g di prodotto forniscono 240 kal rispetto le 370 kal della farina comune.
Sarebbe opportuno preparare una pizza o un pane con il lievito madre (pasta acida o crescente), quindi oggi voglio spiegare come fare in casa il lievito madre.

Setacciare 100g di farina tumminia per eliminare la crusca ( a meno che non la troviate priva di crusca) unire 50 g di acqua. Fare un panetto e riporlo in frigo dentro un grosso barattolo di vetro. La sera riprendere il panetto e aggiungere altre 100 g di farina con 50 g di acqua. Riporre il panetto in frigo. La mattina riprendere il panetto eliminare la crosticina che si forma ed unire ancora 100 g di farina e 50 g di acqua. Riporre il panetto in frigo. Ripetere l’operazione per 3-4 giorni. Poi fare il rinfresco ogni tre giorni, sempre con le stesse dosi di farina e acqua. Il lievito madre è pronto dopo 10-15 giorni circa. Per 500 g di farina è sufficiente 150 g di lievito madre, che deve essere rinfrescato obbligatoriamente ogni settimana.
Per fare un buon pane con la pasta acida la lievitazionedeve essere di almeno 12-18 ore a seconda delle stagioni e dell’umidità.

                                                                                                                                           Pinella Di Prima

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