GENNAIO - FEBBRAIO - MARZO 2024
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Taormina

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Giardini Naxos (Me) – La Consulta Giovanile del Comune di Giardini Naxos è impegnata in un nuovo evento, il primo riguardante la Sanità ed in particolare il “Primo Soccorso”. L’incontro  intitolato “Introduzione al primo soccorso” è stato organizzato in collaborazione con la Misericordia “San Giuseppe” di Letojanni e si svolgerà presso i locali comunali della Banca della Memoria (Archivio Storico) siti in Via Chianchitta. In merito il Presidente della Consulta dott. Davide Amoroso ha detto: ”Con la nostra Consulta Giovanile ormai non ci fermiamo più. La salute e il primo soccorso sono temi importanti da affrontare. Per questo appena diventato Presidente uno dei primi eventi che ho proposto di realizzare è stato proprio questo corso. L’Evento sarà realizzato con la Misericordia S. Giuseppe di Letojanni e, a tal proposito vorrei ringraziare il Governatore Dott. Alessandro D’Angelo e tutti i volontari per la disponibilità”. All’incontro può partecipare chiunque, l’ingresso è libero e gratuito.

       ROSARIO MESSINA

La locandina dell'evento

La locandina dell’evento

Il Presidente della Consulta Giovanile di Giardini Naxos Dott. Davide Amoroso

Il Presidente della Consulta Giovanile di Giardini Naxos Dott. Davide Amoroso

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La spiritualità del personaggio manzoniano in “Alessandro Manzoni – La tradizione in viaggio” (Solfanelli Editore) solca lo Stretto. Giovedì, 9 novembre a Palazzo dei Leoni a Messina, celebrando Manzoni a 150 dalla morte. Il progetto scientifico ideato dal saggista antropologo Pierfranco Bruni interprete di una indagine ontologica comparata sul filo del pensiero, politico, estetico, epistemologico, storico, antropologico …

7 Novembre 2023 a cura di Annalisa Crupi

La locandina dell'evento

La locandina dell’evento

Messina, 7 novembre 2023 – Un intrepido e performante viaggio nella Tradizione della letteratura italiana attraversando le radici manzoniane per una rilettura interpretativa comparata e dialogante tra lingua, storia, letteratura, filosofia, religione.   150 anni fà la scomparsa di  Alessandro Manzoni.
Per l’anniversario della morte l’equipe di ricerca letteraria in capo al Professor Pierfranco Bruni, saggista antropologo ha puntato alla valorizzazione della metodologia d’indagine  sul pensiero dello scrittore lombardo a 150 anni dalla scomparsa. “Alessandro Manzoni – La tradizione in viaggio” per le stampe di Solfanelli Editore,   è un complesso Progetto letterario ideato e coordinato scientificamente da Pierfranco Bruni,  realizzato e diffuso nel corso del 2023 in numerose città italiane con la presentazione di un corposo volume caratterizzato  dalla ricerca storico-letteraria sul filo del pensiero filosofico, politico, estetico, epistemologico.
In un confronto tra studiosi e docenti il volume è dedicato particolarmente alla formazione delle giovani generazioni  alle quali offrire  una chiave di lettura diversamente innovativa rispetto agli schemi interpretativi attuali.

Manzoni il  trascinatore di una cultura illuministica che entra nel Novecento e porta sulla scena la spiritualità del personaggio. Se oggi si può discutere di una letteratura della tradizione nella spiritualità lo si deve a Alessandro Manzoni…” . Così Pierfranco Bruni nell’imminenza della partecipazione ad un evento a Messina,  decisamente voluto dal Sindaco Metropolitano dottor Federico Basile.
Sulle “rive dell’italico Bosforo”  giovedì, 9 marzo, ormeggerà Manzoni 150. La Città dello Stretto sarà al centro di una preziosa impresa culturale viaggiante per il Bel Paese,  plasticamente espressa nel saggio frutto del pensiero ontologico di Bruni, concettualmente interprete di un sistema letterario  profondamente comparativo dalla filosofia, alla storia, dalla teologia alle antropologie.

 L’evento, patrocinato dalla Camera dei Deputati e dal Comune di Milano, sarà  ospitato dal Salone degli Specchi a Palazzo dei Leoni sede istituzionale della Città Metropolitana di Messina, nel cuore dell’antica Zancle.

A curare la promozione della manifestazione la I Direzione Servizio Cultura della Città Metropolitana di Messina- Dirigente Anna Maria Tripodo Responsabile d’Ufficio Eventi Culturali  Nuccia di Gennaro.

Pierfranco Bruni e la copertina del libro

Pierfranco Bruni e la copertina del libro

Il Sindaco di Messina Federico Basile

Il Sindaco di Messina Federico Basile

PROGRAMMA DELLA GIORNATA:

Saluti Istituzionali
Federico Basile Sindaco Metropolitano

Introduzione ai lavori
Anna Maria Tripodo

Interventi
Stefania Romito (curatrice del volume  A. Manzoni. La Tradizione in viaggio)

Nino Giordano, docente

Antonietta Micali (Direttore di Dipartimento Letteratura Accademia Tiberina Roma)

Lectio Magistralis
Pierfranco Bruni ( Ideatore Progetto scientifico “Manzoni 150”) in collegamento video conferenza

Parteciperanno gli studenti afferenti agli Istituti comprensivi e agli Istituti Superiori di secondo grado del Comune di Messina

Istituto Comprensivo A. Manzoni (Dirigente scolastica  Concetta Quattrocchi), Istituto Industriale Verona Trento – Majorana (Dirigente scolastica  Simonetta Di Prima), Liceo Classico La Farina (Dirigente scolastica Caterina Celesti), Liceo Classico F. Maurolico  (Dirigente  scolastica Giovanna De Francesco), Liceo Scientifico G. Seguenza (Dirigente  scolastica Lilia Leonardi), Istituto Commerciale Antonio Maria Jaci (Dirigente scolastica Maria Rosa Sgrò).
Prenderanno parte anche gli alunni dell’ Istituto Comprensivo Primo di Milazzo provincia di Messina  (Dirigente scolastica Elvira Rigoli).

Al volume “Alessandro Manzoni – La tradizione in viaggio” 320 pagine  Solfanelli Editore,  hanno contribuito gli studiosi: Annarita Miglietta, Roberta Mazzoni, Simona Giordano, Pasquale Guerra, Micol Bruni, Danilo Chiego, Arjan Kallço, Rita Fiordalisi, Alessandro Sebastiano Citro, Marilena Cavallo, Luana D’Aloja, Gianluigi Chiaserotti, Gioia Senesi, Maria Teresa Alfonso, Antonietta Micali, Luca Siniscalco, Mauro Mazza, Arianna Angeli, Rosaria Scialpi, Giuseppe Terone, Davide Foschi, Tonino Filomena, Patrizia Tocci, Franca De Santis, Stefano Vicentini, Felice Foresta, Cosimo Rodia, Pasquale Rineli, Ippolita Patera, Adriana Mastrangelo, Nino Giordano.

Il libro su Manzoni

Il libro su Manzoni

 

 

 

 

 

 

 

 

Pierfranco Bruni, nato in Terra Calabra cui è profondamente legato, vive tra Roma e la Puglia da molto tempo. Archeologo, antropologo, letterato e linguista, fecondo saggista e poeta è presidente del Centro Studi Francesco Grisi e vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani. Dal carismatico e sopraffine stile letterario, Bruni è alla seconda candidatura al Nobel per la Letteratura. Già Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali e componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero, nel corso della sua carriera è stato docente in Sapienza Università di Roma ed ha appronfondito lo studio rivolto alla tutela e alla conoscenza delle comunità di minoranze etnico-linguistiche.

Il Prof. Pierfranco Bruni

Il Prof. Pierfranco Bruni

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Oltre trecento pagine in versi “In percezione di sorriso”, il nuovo libro di Pierfranco Bruni Edito da Marco Solfanelli Tabula Fati, è una finestra di vetri policromi, intarsi di vita e di anima, in cui Storia e storie si intrecciano tra metafore, prosimetro e il coraggio della sperimentazione…

3 Novembre 2023 di Rosaria Scialpi

Il nuovo libro di Pierfranco Bruni in versi ha un titolo tra il malinconico e il metafisico. Edito da Marco Solfanelli Tabula Fati: “In percezione di sorriso”, pgg. 368, euro 22.00.
Questo recente testo di Bruni è una finestra di vetri policromi, intarsi di vita e di anima, in cui Storia e storie si intrecciano rivelando profonde riflessioni mediate dal mistero della parola perpetuato dalla poesia. Avventurarsi, allora, fra le pagine di questo libro significa intraprendere il sentiero interiore del naufrago ungarettiano e smarrirsi fra le onde – come Odisseo – senza però mai perdere frammenti della propria identità, in cui la memoria e le ricordanze risuonano leopardiane.

La metafisica bruniana, tuttavia, non manca di farsi fenomenologia, abbracciando la vita nella sua interezza e nei suoi molteplici significati che si radicano fra passato e contemporaneità, fra amori vissuti e amori dissolti, biografia e liriche dantesche, fra Bella Achatovna  Achmadulina, Boris Pasternak e conflitto russo-ucraino, fra la percezione di un sorriso nel mezzo di fotogrammi familiari, del dolore dei lutti e della constatazione della caducità della vita umana in un percorso di griglie simboliche.

Uno spaccato di un uomo e del mondo – suo e di tutti – condensato in oltre trecento pagine, fra poesia, prosimetro, metafore e il coraggio della sperimentazione.

La copertina del libro e l'autore

La copertina del libro e l’autore

 

 

 

 

 

 

 

 

Pierfranco Bruni, nato in Terra Calabra cui è profondamente legato, vive tra Roma e la Puglia da molto tempo. Archeologo, antropologo, letterato e linguista, fecondo saggista e poeta è presidente del Centro Studi Francesco Grisi e vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani. Dal carismatico e sopraffine stile letterario, Bruni è alla seconda candidatura al Nobel per la Letteratura. Già Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali e componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero, nel corso della sua carriera è stato docente in Sapienza Università di Roma ed ha approfondito lo studio rivolto alla tutela e alla conoscenza delle comunità di minoranze etnico-linguistiche.

Il Prof. Pierfranco Bruni

Il Prof. Pierfranco Bruni

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“Valore della Poesia nella contemporaneità tra Letteratura e Psicoanalisi” il Convegno promosso da Agape Caffè Letterari d’Italia e d’Europa e Ast. Un importante confronto tra psicoanalisti e umanisti. “Quando la poesia è metafisica il tempo della storia non si racconta. Si abita…Il contributo di Pierfranco Bruni tra i maggiori interpreti del mondo letterario

28 Ottobre 2023 di Maria Chiara Luca

 

Il Prof. Pierfranco Bruni

Il Prof. Pierfranco Bruni

Ascoli-Piceno, ottobre 2023 – “Quando la poesia è metafisica il tempo della storia non si racconta. Si abita…” Il Professor Pierfranco Brunitra i maggiori esponenti della scena letteraria attuale, insignito del riconoscimento per l’esaltante percorso professionale, a chiusura della prima edizione del Convegno internazionale “Valore della Poesia nella contemporaneità tra Letteratura e Psicoanalisipromosso da Agape Caffè Letterari d’Italia e d’Europa e Ast.

Un importante confronto tra psicoanalisti e umanisti ospitato a Palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno, dedicato a Mario Pazzaglia (1925 – 2017 – autore dell’Antologia della Letteratura Italiana, Professore emerito di Lingua e Letteratura italiana presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna, Presidente e Fondatore dell’Accademia Pascoliana).

Moderato da Angelo Marco Barioglio Direttore U.O.C di Psichiatra Territoriale AST Ascoli Piceno e scrittore e Gaia Baroni Psichiatra Territoriale e Poetessa il Convegno è stato articolato in due sessioni e declinato dagli interventi di numerosi relatori per diverse sezioni, dalla Cultura accademica, Cultura e Scienze, Comunicazione etica, Cultura sociale, Cultura inclusiva e arte alla Letteratura.

Il tavolo dei relatori

Il tavolo dei relatori

 

Per quest’ultima,Un viaggio metafisico nella poesia il contributo in un abstract di Pierfranco Bruni: “Quando la poesia è metafisica il tempo della storia non si racconta. Si abita. Si abita nell’esistenza oltre la cronaca e lungo un infinito e un orizzonte si tracciano le vie che dal cuore partono e al cuore ritornano. La poesia non è soltanto un linguaggio della scrittura. È la scrittura che diventa espressione del proprio essere. Comprendere. Esserci. Viversi. Cercarsi. Non dimenticarsi. Logos e memoria. L’isola che portiamo in noi è un linguaggio della lingua certamente. Ma è soprattutto quella metafisica che ci permette, o dovrebbe permetterci, di restare nel mosaico del nostro essere Fede [nella laicità dei sentieri] e Ragione”.

La locandina dell'evento

La locandina dell’evento

L'intervento del Prof. Bruni

L’intervento del Prof. Bruni

Un momento della manifestazione

Un momento della manifestazione

Consegna riconoscimenti

Consegna attestati evento

Pierfranco Bruni, nato in Terra Calabra cui è profondamente legato, vive tra Roma e la Puglia da molti anni. Archeologo, antropologo, letterato e linguista, fecondo saggista e poeta è presidente del Centro Studi Francesco Grisi e vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani. Dal carismatico e sopraffine stile letterario, Bruni è alla seconda candidatura al Nobel per la Letteratura. Già Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali e componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero, nel corso della sua carriera è stato docente in Sapienza Università di Roma ed ha appronfondito lo studio rivolto alla tutela e alla conoscenza delle comunità di minoranze etnico-linguistiche.

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Presentazione del volume. Sabato 28 ottobre, ore 17 Archivio storico – Biblioteca comunale a Taormina. Giuseppe Restifo già Ordinario di Storia moderna nell’Università di Messina racconta Taormina, quella dei Taorminesi… Un faccia a faccia di lunga durata fra stranieri e taorminesi, al di là di esaltazioni o demonizzazioni, non tralasciando il rapporto con l’evoluzione del contesto ambientale..

 Ti racconto Taormina, quella dei Taorminesi…

Si chiama “Taormina: una storia… e non solo” l’ultimo libro di Giuseppe Restifo, per i tipi di Armando Siciliano editore. Verrà presentato da Alessandro Abbate, Mario Bolognari e Sergio Todesco, sabato 28 ottobre 2023, alle 17 all’Archivio storico – Biblioteca comunale (in vico Teofane Cerameo, a due passi dalla piazza 9 Aprile).

Taormina, è una meravigliosa vetrina, una località che si è costruita la fama di meta internazionale del turismo dalla metà del Settecento fino ai nostri giorni.

Ma la narrazione di quasi tre secoli di questa storia, ha finora oscurato i taorminesi. Tanto che, a un certo punto, Taormina appare subirla, più che farla, la sua storia.

La fortuna di un piccolo centro urbano non è determinata però solo dai turisti, ma anche dalla società che li accoglie e che con loro si confronta.

Le pagine di questo libro, riportano il faccia a faccia di lunga durata fra stranieri e taorminesi, al di là di esaltazioni o demonizzazioni, non tralasciando il rapporto con l’evoluzione del contesto ambientale.

Le immagini di Taormina rendono avvincente il fascino di questa ricerca.

L’autore Giuseppe Restifo, già professore Ordinario di Storia moderna nell’Università di Messina, si definisce «un felice ricercatore indipendente».

Restifo ha sempre centrato le sue ricerche sulla Storia del Mediterraneo e in passato ha pubblicato per la stessa casa editrice “Epidemie e società nel Mediterraneo di età moderna” (2001) e nel 2007 “Quando gli Americani scelsero la Libia come ‘nemico’. Un nocchiero siciliano e i marines alla conquista di Tripoli (1801-1805)”.

 

Locandina

Locandina

La locandina dell'Evento

La locandina dell’Evento

Indice

Primi albori d’una storia, non solo turistica

Un luogo fra monti e mare

Dentro la città

Un ambiente di rilievi e d’acque

La Taormina marittima

Alberi e fiori tra le rupi

Marmi, cave, vene telluriche

Consapevolezza della storia di città

Una storia militare

Il governo del territorio

I Giardini

Vita religiosa e Chiesa

Classi emergenti e intellettuali interessanti

Un difficile primo Ottocento

Viaggiatori affascinati, viaggiatori distratti, ospitati tutti

La polemica sul riuso delle pietre antiche

Guide e ciceroni

Sguardi esterni arroganti

Regolamenti e usanze locali

Taormina crocevia: strade e ferrovia

Arriva il treno

Premure archeologiche

Il primato taorminese nei beni culturali

Restauri e collaborazioni

La guardia degli Scavi, la cura delle Antichità

La municipalità si batte per i suoi beni

Dopo la guerra, le riparazioni e il rilancio

La ricerca delle “anticaglie”

Albergare a Taormina

Il caso del “Timeo”, primo albergo

La vicenda del “San Domenico”

L’intraprendenza turistica

“Veramente falsi” da Taormina al British Museum

Antiquari a Taormina

Non è tutto oro quel che luccica

Taorminesi del Novecento

Un ingrandimento a più toni

L’impalcatura di una cittadina turistica

Se Ulisse fosse passato da Taormina

Von Gloeden e dintorni

Il guaio della grande guerra

Originali umori

Uno storico taorminese

Nativi e stranieri

Indole degli abitanti

Turismo fra le due guerre

Il 9 luglio del ‘43

Avite virtù, peripezie contemporanee

Abbordando il futuro

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…Koliqi ha raccontato il passaggio di D’Annuncio nella cultura letteraria albanese. Una testimonianza che rivela un rapporto importante e stabilisce un dialogo, in itinere, tra il poeta de “La pioggia nel pineto” e quella letteratura il cui fascino e mistero ha profonde penetrazioni di un Oriente con il quale D’Annunzio non ha mai smesso di confrontarsi. Gabriele D’Annunzio amava la letteratura albanese e la cultura albanese ha molto amato D’Annunzio proprio all’insegna di un incontro tra Adriatico e Mediterraneo. E il nome di Scanderbeg resta centrale…

 17 Ottobre 2023 di Pierfranco Bruni – saggista-antropologo

 

Gabriele D’Annunzio  ha molto amato la cultura albanese. Quella “albanesità” sospesa tra l’Adriatico e il Mediterraneo. Un richiamo che è evidente nelle testimonianze e nella scrittura. D’Annunzio aveva studiato e conosceva bene le imprese del condottiero e del personaggio Skanderbeg. Un costante confronto con l’Albania ha portato D’Annunzio ad approfondire cultura, costumi e storia ma nello stesso tempo gli scrittori e i poeti albanesi hanno sempre tratto da D’Annunzio stimoli e segni letterariamente problematici. Delle presenze ad intreccio portano sulla scena riferimenti significativi.

      “Si trovano palesi testimonianze della simpatia di Gabriele D’Annunzio verso l’Albania e gli albanesi visitando l’interno del Vittoriale. Nella Stanza delle Reliquie, proprio sull’altare dei cimeli di guerra e dei simboli religiosi, si può ammirare un rarissimo esemplare rilegato in pelle dell’opera su Scanderbeg dell’abate scutarino Barletio, in versione tedesca del 1561. E’ se la memoria non mi falla, uno dei quattro o cinque libri ammessi dal Poeta in quella parte mistica della sua dimora”. E’ ciò che scrive Ernesto Koliqi in Saggi di Letteratura Albanese (Olschki, 1972), nel capitolo dedicato a “Gabriele D’Annunzio e gli Albanesi”.

      La presenza di D’Annunzio nella letteratura albanese è ben specificata, negli studi di Koliqi, attraverso una visione artistica e culturale che pone al centro una dimensione di cultura orientale.  Gabriele D’Annunzio amava la letteratura albanese. E molti scrittori albanesi lo consideravano un maestro. Ci sono testimonianze importanti che lo dimostrano. L’oralità della poesia albanese ha una sua profonda venatura musicale. In questa musicalità, che deriva, d’altronde, da un bagaglio di esperienze letterarie (ma anche antropologiche, ovvero di una musicalità corale, danzata sul ritmo delle parole) italo -albanesi, l’accentuazione del verso dannunziano non può essere negato.

      Non per caso la poesia albanese contemporanea risente del battuto lirico alcionico. Fu il poeta Lazzaro Shantoia a tradurre “La pioggia nel pineto” nel 1942 sul giornale letterario “Tomorri i’ vogel” (ovvero “Il piccolo Tomorri”). Ma tutta l’impostazione letteraria di Shantoia è strutturata sulla lezione dannunziana. Così pure la formazione di un altro scrittore quale fu Bernardino Palaj (1887 – 1946) o le traduzioni di Masar Sopoti (1916 – 1945), il quale tradusse D’Annunzio nella pagina letteraria in lingua albanese della “Gazzetta del Mezzogiorno” di Bari dove Sapoti rivestì il ruolo di redattore.

      Ma non è soltanto questo che ci fa stabilire questo rapporto tra D’Annunzio e l’albanesità. D’Annunzio ebbe rapporti anche con il poeta Giorgio Fishta. Comunque, Ernesto Koliqi, come si è già sottolineato, ha dedicato al rapporto D’Annunzio e mondo albanese delle pagine singolari che restano nella storia di questa letteratura. D’Annunzio aveva, in fondo, uno “spirito islamico” forgiato su una visione quasi bizantina di un modello storico e culturale che aveva caratterizzato molti suoi scritti. Questa “albanesità” che si accenna in D’Annunzio ha, indubbiamente, ramificazioni di una testimonianza basata su definizioni che portano ad una identità letteraria mediterranea. Non si può prescindere da questi legami.

      C’è proprio una testimonianza del Koliqi nella quale si sottolinea: “Partendo dall’insegnamento dannunziano, alcuni fra i più dotati giovani scrittori intorno al 1930 aumentarono le possibilità espressive della maschia lingua schipetara e, senza lederne il sano midollo eroico – patriarcale, che ne testimonia l’antica nobiltà, la piegarono a esprimere con più sottile perizia i moti interiori e a descrivere con più lucida precisione vicende e ambienti moderni fino allora sconosciuti alla vita e alle lettere albanesi, a evocare con toni sfumati epoche e momenti suggestivi del passato, a soffondere di vaporosità sognanti il bisogno d’evasione della vita quotidiana”.

      Una forte espressione di fedeltà al messaggio letterario dannunziano. Koliqi, grande estimatore di D’Annunzio. Va anche oltre quando afferma: “Il D’Annunzio, fra i maestri di stile, fu quello che ci spinse, noi scrittori albanesi che ne ammiravamo la portentosa magia verbale, a perfezionare quel misterioso strumento di umana comunicazione, che è la lingua di una nazione e a renderla idonea alle esigenze letterarie dei nuovi tempi”.

      Linguaggio e rapsodia sono elementi importanti nella comunicazione dannunziana. Sono alla base della poesia albanese ma ancora prima di quella poesia italo – albanese. Una lezione di stile ma anche una visone identitaria sui processi di cultura. D’Annunzio vedeva in Scanderbeg un riferimento forte. Lo considerava un eroe nazionale. E non solo. Ma la sua presenza nella letteratura albanese anche oggi resta costante.

      Il mito, la favola, la magia della memoria restano e contano più della storia. Sono passaggi che si intagliano nella tradizione e si definiscono nella letteratura. Perché nella letteratura il racconto è un disegno straordinario che, in questo caso specifico (nella cultura letteraria Arbereshe), mette in campo elementi antropologici e un sistema di processi esistenziali che richiamano valori identitari. Una letteratura che ha un bagaglio di tradizione orale ha trasportato nella parola scritta un modulo onirico che ha una forza valoriale espressiva notevole.

      Assorbendo i codici dell’oralità, soprattutto nella poesia, si avverte che la musicalità ha un sorprendente  recitativo che incrocia la simbologia del linguaggio e una ricucitura metaforica dei temi che la cultura dell’appartenenza ha posto. La letteratura Arbereshe coniuga stili e metodologie.

      La poesia nonostante la sua sistematica impostazione ritmica è come se raccontasse. C’è, nel suo interno, un costante processo etico (il ritornare alle origini, il raccordare il sentimento della memoria con i risvolti del presente, il coniugare istanze mitiche con quelle storiche, il rappresentare la letteratura come un richiamo anche allegorico) che, comunque, non può fare a meno di una presenza estetica come rapporto tra il contenuto dei testi e la veicolazione del messaggio.

      Da Bala in poi questa letteratura è stata attraversata da un mosaico sul quale i tasselli di una eredità favolistica hanno avuto un valore metafisico. Si pensi sia a Girolamo De Rada e a Giuseppe Schirò. A volte ci si trova di fronte ad una letteratura che sembra priva di una preoccupazione storica. Ma la questione della diaspora non è dentro la storia. Sta invece in una dimensione profondamente mitico – onirica. In fondo il legame con il sentimento omerico ( anche questa da leggersi come carica simbolica) non è un fatto solo di natura letteraria. E’ un dato antropologico certamente ma anche esistenziale.

      Già di per sé la letteratura è un assorbimento di un legame etico – letterario che viene ad essere incamerato dagli autori (poeti in modo particolare e scrittori) e assurge a vera e propria motivazione lirica. Il senso delle radici che la letteratura pone come premessa è un tangibile raccordo tra memoria e presente. Ma qui il  risottolinerare la condizione della memoria significa leggere le distanze con il passato attraverso una riappropriazione (in termini letterari) di modelli di civiltà.

      Sostiene sempre Koliqi:Il D’Annunzio come spirito eclettico e per la particolare paganeggiante concezione di vita poteva considerarsi il più vicino alla mentalità e al gusto albanesi”. D’altronde la cultura orientale ha sempre affascinato il Vate. Ancora Koliqi: Quella parte, oggi considerata la più caduca della produzione letteraria dannunziana, in cui si raffigurano personaggi violenti e nel contempo raffinati, in cui si descrivono ambienti circonfusi di fasto orientale, rispondeva al gusto bizantino infuso profondamente negli Albanesi, specie delle città, da secoli  di attiva appartenenza prima all’Impero di Bisanzio e poi a quello ottomano il quale conservò, permeandoli di spirito islamico, le fogge e le usanze della civiltà bizantina”.

      D’altronde la letteratura è anche una esperienza di civiltà che proviene da una geografia esistenziale la cui testimonianza è data da una cultura ad intreccio tra Mediterraneo e Adriatico. Ovvero tra Occidente e Oriente. Un percorso in cui il tema del Mediterraneo diventa fondamentale. Due realtà non solo geografiche ma un sentire storico e squisitamente spirituale.

      La letteratura Arbereshe ha, d’altronde, ricontestualizzato questi due paesaggi sia in termini ontologici sia in termini culturali sia in termini fisici. Ed è qui che il viaggio dei poeti Arberesh (ma direi di tutta la letteratura Arbereshe) è un viaggio identitario. Non di riproposta identitaria. Ma di consapevolezza. D’Annunzio ha, in un certo qual modo, “rappresentato” una spiritualità bizantina attraverso un canto poetico che ha richiami nostalgici.

      Giovanni Papini ebbe a dire che in D’Annunzio si intreccia “un misto di grecità decadente e d’orientalismo: Alessandria o Bisanzio”. Un mondo in cui l’atto poetico è un tracciato il cui senso del sublime resta letterariamente (sul piano estetico) emblematico. Ma Koliqi ha raccontato il passaggio di D’Annuncio nella cultura letteraria albanese. Una testimonianza che propone ancora Koliqi ha una grande portata esistenziale e culturale.

      Così: “… ciò che meraviglia e appassiona nel Vittoriale il visitatore albanese è di vedere proprio sul tavolo di lavoro del Poeta, nello studio detto Officina, nel quale carte e documenti e libri rimangono com’egli li lasciò, un dizionario albanese – italiano, e precisamente quello della Società Bashkimi, edito a Scutari nel 1908. (…) L’opera… la inviò Hasan Pristina in dono al Comandante, non so se su richiesta o di spontanea iniziativa. D’Annunzio l’ebbe a portata di mano, fra gli ultimi libri di cui si circondò prima di morire”.

      Una testimonianza interessante che rivela un rapporto importante e stabilisce un dialogo, in itinere, tra il poeta de “La pioggia nel pineto” e quella letteratura il cui fascino e mistero ha profonde penetrazioni di un Oriente con il quale D’Annunzio non ha mai smesso di confrontarsi. Il mondo albanese è nell’intreccio di quei tracciati che sostengono quella parola islamico – bizantina presente nei tratteggi poetici di Gabriele D’Annunzio. Koliqi, raccontando D’Annunzio, ha cercato di mettere in evidenza anche questi aspetti. La cultura albanese ha molto amato D’Annunzio proprio all’insegna di un incontro tra Adriatico e Mediterraneo. E il nome di Scanderbeg resta centrale.

D'Annunzio e Bruni

D’Annunzio e Bruni

Pierfranco Bruni, nato in Terra Calabra cui è profondamente legato, vive tra Roma e la Puglia da molto tempo. Archeologo, antropologo, letterato e linguista, fecondo saggista e poeta è presidente del Centro Studi Francesco Grisi e vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani. Dal carismatico e sopraffine stile letterario, Bruni è alla seconda candidatura al Nobel per la Letteratura. Già Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali e componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero, nel corso della sua carriera è stato docente in Sapienza Università di Roma ed ha appronfondito lo studio rivolto alla tutela e alla conoscenza delle comunità di minoranze etnico-linguistiche.

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Con Bruni l’interrogativo escatologico viene esaudito superando le prospettive metodologiche di un oltre che incontra l’immaginario. Ed è a Pescara Terra del Vate stupenda cornice della cerimonia per “Terra dei Padri”, tenuta il 23 settembre che, Pierfranco Bruni aggiunta una Stella al firmamento della sua vita professionale, nelle luci della notte passeggia per la città tra sogno e pungente poesia…

di Mimma Cucinotta

A Pescara Terra di D’Annunzio, insignito del Premio alla carriera Pierfranco Brunitra i rappresentanti più pungenti e poliedrici della critica letteraria contemporanea in costante dialogo con i maggiori interpreti del panorama poetico e narrativo tra Rinascimento, Risorgimento e autori del Novecento. La lettura antropologico- letteraria di Pierfranco Bruni sancisce una analisi di ispirazione epistemologica per un’indagine che contribuisce ad una configurazione innovativa del dibattito intellettuale attuale.

Così molte questioni letterarie vengono affrontate da Bruni secondo una riformulazione teorica criticamente costruttivistica modulata sapientemente da angolazioni diverse.
Usualmente la “visione” escatologica dei temi trattati pone un interrogativo epistemologico che vorrebbe se non obbligare ma spingere l’autore ad assumere una posizione realistica in un’ottica antropologica. Con Bruni l’interrogativo viene esaudito superando le prospettive metodologiche di un oltre che incontra l’immaginario.  Ed è a Pescara Terra del Vate stupenda cornice della cerimonia per “Terra dei Padri”, tenuta il 23 settembre al Palazzo Comunale che, Pierfranco Bruni aggiunge una Stella al firmamento della sua vita professionale, nelle luci della notte passeggia per la città tra sogno e poesia…

L'intervento di Pierfranco Bruni

L’intervento di Pierfranco Bruni

Ho camminato le strade di Pescara. Il mare nella città. Adriatico che recita lungo la battigia e versi sono una pioggia sulle onde. Gabriele lo si ascolta dappertutto. Sino a raggiungere la sua casa natale. Lì dove l’aurora si incontra con il notturno si respira la teatralità in una estetica in cui le ricordanze hanno i tre scalini che portano nelle altre stanze.

Le stanze da letto. I corridoi che hanno la bellezza di un suono inanellato nei pensieri. Le stanze dentro altre stanze. Spazi che sembrano uscire dai labirinti delle parole. E sono antichi segni che hanno il senso del mistero. È come se fosse un incanto. Ma anche piccoli silenzi che offrono alla memoria le voci delle distanze. Mancanze che si osservano negli oggetti di una giovinezza che si è colmata soltanto in Eleonora. La donna divina. Anzi la Divina. Ci sono stati altri amori o altre donne ma Eleonora resta la Divina. Ci sono stati altri amori ma per Eleonora il Vate resta l’unico nel tragico e nel sublime. Ebbene, Pescara ha il linguaggio di Gabriele. Annuncia quella Versilia che racconterà nel mito e negli archetipi del sogno. A passi lenti scorro il tempo ancora nella casa di Gabriele.

Tutto ha il respiro dei cartigli. I vestiti. I cappelli. La camicia da notte. Le scarpe. Da qui bisogna raggiungere il Vittoriale. Necessariamente. Il giardino ha i frutti della stagione. Le anticamere raccolgono desideri e una terra d’Abruzzo che li ascolta nelle sue Novelle”.

Il pubblico presente all'incontro con Bruni

Il pubblico presente all’incontro con Bruni

Il museo di Pescara dedicato a D'annunzio

Il museo di Pescara dedicato a D’annunzio

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Il museo di Pescara dedicato a D’annunzio

L'ingresso del museo

L’ingresso del museo

Pierfranco Bruni al museo di Pescara

Pierfranco Bruni al museo di Pescara

Abiti al Museo di Pescara

Abiti al Museo di Pescara

Gabriele D'Annunzio

Gabriele D’Annunzio

Pierfranco Bruni

Pierfranco Bruni

Pierfranco Bruninasce in Terra Calabra cui è profondamente legato, vive tra Roma e la Puglia da molto tempo. Archeologo, antropologo, letterato e linguista, fecondo saggista e poeta è presidente del Centro Studi Francesco Grisi e vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani. Dal carismatico e sopraffine stile letterario, Bruni è alla seconda candidatura al Nobel per la Letteratura. Già Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali e componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero, nel corso della sua carriera è stato docente in Sapienza Università di Roma ed ha approfondito lo studio rivolto alla tutela e alla conoscenza delle comunità di minoranze etnico-linguistiche.

Il Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo” di Gela con il patrocinio culturale di “WikiPoesia. Enciclopedia poetica”, indice e organizza la 24ma edizione del Premio nazionale di Poesia La Gorgone d’Oro. Ad annunciarlo il Presidente Andrea Cassisi che ha pubblicato il Bando che pubblichiamo di seguito:

Il concorso è articolato in tre sezioni:

 

  1. Poesia religiosa e/o poesia a tema libero in lingua italiana compresi haiku

 

  1. Poesia religiosa e/o a tema libero nei vari dialetti regionali italiani

 

  1. Libro di poesia edito a partire dal 2014 in lingua Italiana e nei vari dialetti regionali italiani, anche nella modalità haiku

 

 Partecipanti e modalità di presentazione degli elaborati

 

Sezioni A-B: Possono partecipare autori residenti in Italia e all’estero. È richiesta la presentazione di non più di tre composizioni poetiche della lunghezza massima di 40 versi ciascuna; o di cinque, fino al limite massimo di sette, haiku. L’invio degli elaborati può essere effettuato sia a mezzo postale ordinario, sia mediante l’uso della posta elettronica.

Per posta ordinaria vanno inviate sette copie dattiloscritte di ciascuna composizione omettendo di firmarle, accompagnate da un foglio indicante la sezione per la quale si intende partecipare, le generalità dell’autore, l’indirizzo di residenza, il recapito telefonico, l’indirizzo di posta elettronica ed un breve curriculum letterario, unitamente all’attestazione di versamento di cui all’art. 9.

Per posta elettronica, va inviato il file di ciascuna composizione in formato WORD, omettendo di firmarle, accompagnati da un file in formato Word indicante la sezione per la quale si intende partecipare, le generalità dell’autore, l’indirizzo di residenza, il recapito telefonico, l’indirizzo di posta elettronica ed un breve curriculum letterario, unitamente all’attestazione di versamento di cui all’art. 9.

 

Sezione C: Possono partecipare autori residenti in Italia e all’estero. È richiesta la presentazione di una o più opere in cinque copie edite a partire dal 2014. Esse vanno spedite esclusivamente per posta ordinaria e devono essere accompagnate da un foglio indicante la sezione per la quale si intende partecipare, le generalità dell’autore, l’indirizzo di residenza, il recapito telefonico, l’indirizzo di posta elettronica ed un breve curriculum letterario, unitamente all’attestazione di versamento di cui all’art. 9.

 

Si può concorrere a tutte le sezioni.

 

Art. 3: Premi

 Premi  sezione A

1° Classificato:  Trofeo “Gorgone d’Oro” e assegno di Euro 500,00;

2° Classificato:  Trofeo “Gorgone  d’Oro” e assegno di Euro 300,00;

3° Premio speciale poesie Haiku: Euro 200,00.

 

Premi  sezione B

1° Classificato:  Trofeo “Gorgone d’Oro” e assegno di Euro 400,00;

2° Classificato:  Trofeo “Gorgone  d’Oro” e assegno di Euro 300,00;

3° Classificato Trofeo “Gorgone d’Oro” e Diploma di merito.

 

Premi  sezione C

1° Classificato:  Trofeo “Gorgone d’Oro” e assegno di Euro 500,00;

2° Classificato:  Trofeo “Gorgone  d’Oro” e assegno di Euro 300,00;

3° Classificato Trofeo “Gorgone d’Oro” e Diploma di merito.

 

L’organizzazione assegna, inoltre, i seguenti premi speciali:

  • Premio alla carriera
  • Premio della Cultura “Salvatore Zuppardo”
  • Premio Don Giulio Scuvera
  • Premio Ignazio Buttitta
  • Premio Antifemo ed Entimo
  • Premio Gelone di Gela
  • Premio Gerone di Gela
  • Premio Demarete
  • Premio Cromio di Gela
  • Premio Simonide di Ceo
  • Premio Eschilo
  • Premio Pindaro
  • Premio Federico II di Svevia

 

 

Art. 4: Premiazione

 La cerimonia di premiazione avrà luogo sabato 22 Giugno 2024 a Gela presso il Teatro Antidoto di Gela. Eventuali cambiamenti saranno comunicati in tempo utile.

  Art. 5: Scadenza

 Tutte le opere concorrenti devono pervenire entro e non oltre il 31 dicembre 2023. Le opere della Sezione C, e opzionalmente quelle delle Sezioni A-B, dovranno essere spedite a: Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo”, Via Cammarata, 4 – 93012 Gela  (Tel./Fax 0933.937474 oppure 339.2626015). I testi delle Sezioni A-B inviati per posta elettronica devono essere indirizzati a: centrozuppardogela@gmail.com

 Art. 6: Giuria

 Giurie di esperti, il cui giudizio insindacabile è inappellabile, esamineranno i lavori e formuleranno i relativi giudizi. I nominativi dei componenti delle giurie verranno resi noti all’atto della premiazione.

Le giurie hanno la facoltà di non assegnare premi qualora la qualità degli elaborati pervenuti non fosse ritenuta adeguata. Le opere concorrenti non saranno restituite.

 Art. 7: Antologia

 Il Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo” curerà la pubblicazione di un’antologia contenente le poesie vincitrici di tutte le sezioni e le poesie segnalate dalle giurie.

Art. 8: Clausola

I poeti classificati al primo posto nelle rispettive sezioni della XXIV esima edizione del premio non potranno partecipare all’edizione successiva, ma faranno parte di diritto, qualora lo volessero, della giuria del concorso nell’anno successivo alla premiazione.

Art. 9: Diritti di Segreteria

Quale contributo per le spese di segreteria è dovuta la quota di Euro 20,00 per ciascuna sezione a cui si intende partecipare, da versare per mezzo di assegno bancario o postale o con conto corrente postale n. 19894930, o con bonifico: IBAN: IT23H0760116700000019894930, entrambi intestati a: Associazione Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo”, via Cammarata, 4 – 93012 Gela (CL). Documento attestante il versamento va allegato all’atto della spedizione degli elaborati, sia per posta ordinaria che per posta elettronica (vedi art. 2).

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COMUNICATO ASSOCIAZIONE:

Aspettiamo i vostri libri per il

CENTRO DI RICERCA SULLA POESIA CONTEMPORANEA

Informiamo i Signori Poeti che la nostra Associazione ha istituito il Centro di ricerca “Salvatore Zuppardo” sulla poesia contemporanea.

Invitiamo quanti lo volessero a inviare una copia dei loro libri di poesie accompagnate da cenni biografici dell’autore al fine di poterli catalogare e archiviare.

Si intende curare una Biblioteca specializzata sulla poesia italiana (comprensiva delle lingue e dialetti regionali), punto di riferimento per ricercatori e studiosi della poesia del nostro tempo.

L’archiviazione (della quale l’autore riceverà certificazione) avverrà con criteri informatici e cartacei tali da consentire la consultazione e la ricerca biografica e bibliografica di quanti aderiscono.

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Una fase storica importante ma poco conosciuta anche in contesti culturali di rilievo. Mercoledì 27 settembre la monumentale cittadina del territorio Acese della provincia catanese, splendida cornice di un evento promosso e curato da Antonella D’Addato presidente FIDAPA. Ospite Enzo Farinella tra I massimi esperti europei di storia del monachesimo medievale d’Irlanda. L’intervista

A cura di Mimma Cucinotta 

Ad Acireale antica e monumentale cittadina della provincia di Catania risalente al XIV secolo, si parlerà d’Irlanda, terra di magia, attrattiva di tanti italiani, giovani e meno giovani. È proprio di qualche anno fà, una visita culturale nella verde Irlanda, cui ha preso parte un parterre di cittadini appartenenti all’hinterland acese. Tra cui il Sen. Niccolò Grassi Bertazzi e la Presidente della FIDAPA Antonella D’Addato, promotrice mercoledì, 27 settembre, alle ore 17:00, nella Sala Stampa del Comune, di un evento culturale che avrà al centro una pagina illuminante ma poco nota della storia irlandese e inglese ma anche italiana ed europea oltre che ecclesiastica.

Ospite di eccezione della serata ad Acireale il professor Enzo Farinella, esperto di storia medievale irlandese.

Antonella D'Addario

Antonella D’Addario

Un invito rivolto dalla dottoressa Antonella D’Addato, giunta quasi al termine del proprio incarico alla guida dell’ associazione culturale tra le più prestigiose in Italia, la quale ha inteso dedicare particolare attenzione all’opera missionaria del monachesimo d’Irlanda attraverso un approfondimento mirato alla conoscenza del “Contributo culturale dei monaci medievali irlandesi all’Europa e all’Italia”, nel periodo immediatamente successivo la caduta dell’Impero Romano nel 476 d.C..

Un percorso storico denso di particolari e poco conosciuto per il quale la presidente FIDAPA ha puntato su uno dei massimi ricercatori europei in materia: Enzo Farinella siciliano da cinquant’anni in terra irlandese già docente nell’Università di Dublino componente della Casa Comune Europea, di cui l’Irlanda fa parte dal 1973.

Al Prof. Enzo Farinella, chiediamo il motivo per il quale una importante pagina di storia irlandese emerga così poco nei dibattiti culturali?

EF: “La risposta richiede una valutazione articolata partendo dalla considerazione che i romani non conquistarono la Terra d’Irlanda e il patrimonio culturale fino ad un certo punto non fu intaccato. La pagina più bella e gloriosa di questa storia va da S. Patrizio, l’Apostolo dell’Irlanda, vissuto tra il 385 e il 461, alla fine del secolo VIII, con le sue scuole, famose in tutta l’Europa e poi con il suo movimento di “Peregrinatio pro Christo”. Le sue scuole hanno visto Re, Nobili e persone comuni, provenienti da ogni parte d’Europa, alla ricerca di sapere. Molti Re si sono serviti dell’opera dei monaci medievali irlandesi per la creazione di scuole palatine da cui sono sorte le varie Università europee. Tra questi, i Re inglese Adalbert invitò il suo maestro Sweeney di Ckonmacnoise ad assisterlo nella fondazione dell’Università di Oxford sull’esempio delle Scuole irlandesi, dove aveva studiato. In Francia La Sorbona di Parigi è nata dalla Scuola Palatina, diretta da Clemente e John Scotus Eriugena, due eminenti monaci irlandesi. L’Università di Vienna, le Schottenschule e i Shottencloster si devono ad altri monaci irlandesi, in particolare a Clemente e Donaldus, nel 1365. Quest’ultimo firmò anche il charter dell’Università di Praga nel 1348. Sempre in Austria, i SS. Rupert e Virgilio fondarono la città di Salisburgo. Il Consiglio della Baviera inoltre, nel secolo VIII, dichiarò che il sistema scolastico introdotto da Virgilio, era il modo migliore per far progredire culturalmente i suoi abitanti. Nella vicina Svizzera S. Gallo fondò un centro di cristianità, famoso fino ai nostri giorni. E poi in Italia, S. Colombano fu l’Abate di Bobbio (Piacenza), il monastero che venne chiamato “Montecassino del Nord” per la sua importanza culturale, filosofica e di centro studi umanitari e classici. Colombano venne chiamato da Robert Schumann il Santo Protettore di quanti lavorano per un’Europa Unita e fu il primo grande europeista 200 anni prima di Carlo Magno.

Il movimento della “Peregrinatio pro Christo” poi diffuse cultura e cristianesimo in tutta l’Europa.

Purtroppo, a partire dall’inizio del secolo VIII, i vichinghi hanno distrutto gran parte di quanto i monaci irlandesi avevano costruito. In seguito, la dominazione inglese, durata per circa 800 anni, dal 1170 al 1921, ha cercato di cancellare ogni parvenza di cultura e vita irlandese.

Il prof. Enzo Farinella

Il prof. Enzo Farinella

Particolare attenzione è stata rivolta dai monaci irlandesi alla sacralità della vita. In che modo si è distinta la loro azione?

“I monaci medievali irlandesi hanno attenzionato la persona umana, come essere privilegiato ed unico, riscattando dalla schiavitù molti esseri umani.

Oltre, 1,300 anni fà l’Abate Adamnàn ebbe approvata una legge – “Lex Innocentium” – contro la violenza nei riguardi di donne e bambini in tempi di guerra. Forse un nuovo Adamnàn potrebbe oggi levare alta la voce contro la violenza sulle donne, come fanno due benemeriti centri di Acireale: Il Bucaneve e la Madonna della Tenda di Cristo che si battono per ridare dignità alla donna”.

Principi e valori fondamentali purtoppo calpestati e falcidiati da orrifiche azioni che riportano alla mente “Where is love” bellissimo brano del 2003 dal contenuto sociale dei Black Eyed Peas, gruppo musicale alternative hip hop statunitense, formatosi nel 1995 a Los Angeles.

Dov’è l’amore? cantavano:

People killin’, people dyin’

Children hurt and you hearv them cryin’

Can you practise what you preach?

Or would you turn the other cheeck?

Father, father, father, help us

Send some guidance from above

Cause people got me, got me questionin’

Where is love

(Traduzione in italiano

Gente che uccide, gente che muore

Bambini feriti che piangono

Si può praticare quanto si predica?

O si può voltare l’altra guancia?

Papà, papà, papà,  aiutaci

Mandaci una guida dall’alto,

Perché la gente mi ha preso, mi chiede

Dov’è l’amore?)

È questa una domanda che ci si può porre quando si vede un Putin che invade un paese pacifico o quando si sente un commento o un coro razzista. E quando si assiste all’imperversare egemonico degli Stati Uniti nel mondo e dunque in Europa in relazione all’attuale conflitto in Terra Ucraina per Il quale una corretta analisi geopolitica non può non considerare le influenze Nato in aree che, secondo lontani accordi del 1982 tra Washington e Mosca non sarebbero dovute divenire basi del North Atlantic Treaty Organization.

Alla conferenza curata dalla Presidente FIDAPA Antonella D’Addato ,oltre al Prof. Enzo Farinella, hanno già aderito il neo Sindaco Roberto Barbagallo, Enzo Di Mauro addetto alla Cultura cittadina, il Prof. Rosario Francesco Antonio Faraci dell’Università di Catania, membri della FIDAPA e altre personalità.  

Da ricordare che negli scorsi anni, Acireale ha ospitato diverse delegazioni culturali irlandesi, ricevute dai Sindaci del tempo. Compresi massimi rappresentanti dei corpi diplomatici, tra cui l’Ambasciatore della Repubblica irlandese in Italia, Frank Cogan è stato accolto dal Sindaco Saro Sciuto, e l’Ambasciatore d’Italia in Irlanda, Lorenzo Tozzoli, ha ricevuto gli onori di casa dal Sindaco Basile.

Terra di Irlanda

Terra di Irlanda

I libri di Farinella dedicati all'Irlanda

I libri di Farinella dedicati all’Irlanda

Enzo Farinella, nato a Gangi in Sicilia, è sposato con Barbara; ha quattro figli: Santina, Gioacchino, Aisling ed Enzino Làszlò; e sei nipoti: James, Giulia, Franca, Skye, Olive-Elisa e Willow.Già docente di Antropologia filosofica nell’Università di Dublino, saggista e giornalista, ha collaborato con Radio Vaticana ed ANSA dall’Irlanda dove vive da cinquant’anni. Messaggero di Pace per le Nazioni Unite, Cavaliere della Repubblica Italiana, Priore d’Irlanda per l’Ordine Capitolare dei Cavalieri della Concordia, Membro dell’Accademia Zelantea, referente a Dublino dell’Associazione di Volontariato: I Cittadini contro le mafie e la corruzione, plurilaureato, è stato per 20 anni Addetto Culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Dublino dove vive da cinquant’anni.

Molte le sue conferenze sui legami tra Italia e Irlanda e in particolare sul lavoro dei monaci irlandesi nelle varie nazioni europee in Europa e in USA.Alcuni dei suoi volumi :E-Books:Dall’Atlantico al Mediterraneo, Appstore Apple “New Life Book”,2015.At the Roots of the History of Europe: Amazon, 2017Italy and Ireland – Two Stars under the Sky of Europe –, Amazon, 2020Under the Sky of the ‘Fair’ Islands – Irish Pilgrims in Britain and Europe, Amazon, 2020In the Land of Tulips – Irish Pilgrims in Benelux and Europe, Amazon, 2020Born in Ireland, Lit up Austria, Irish monks and Pilgrims in Europe and Austria, Amazon 2021Time for Action – Bonds between Italy and Ireland, Amazon 2021.Born in Ireland, Lit up Switzerland – Irish monks in Europe and Switzrtland, Amazon, 2021.Born in the Emerald Ireland, Lit up the Black Forest – Irish Pilgrims in Europe and Germany, Amazon 2022.

Email: enzo.farinella@gmail.com

Il prof. Enzo Farinella

Il prof. Enzo Farinella

 

    MIMMA CUCINOTTA

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Si è registrata una grande partecipazione di pubblico nella giornata inaugurale del Congresso multidisciplinare “MANDANICI 2023” svoltasi venerdì 8 settembreIn questa 13ª edizione i Relatori hanno proposto interessanti spunti di riflessioni resi con onestà intellettuale e appropriatezza di argomentazioni, aprendo il campo a nuove scoperte sociali e stimolando nuovi confronti tramite un pensiero umano libero e scevro da pregiudizi”, così la conduttrice Silvana Paratore, legale esperto in politiche sociali, ha reso bene l’idea del Congresso Multidisciplinare “Mandanici 2023” sul tema “La memoria, il tempo e la storia. L’oblio del sacro in Occidente”, apertosi l’8 settembre e che si concluderà il 10 settembre, promosso dall’Osservatorio “Archetipi e Territorio” del neurologo Giuseppe Mento, dal Comune di Mandanici e da “Il Centauro O.D.V.”. Nel Museo “S. Salvatore” di Mandanici sono intervenuti: Giuseppe Briguglio, Sindaco di Mandanici; Giuseppe Mento con un monologo sul concetto di “Terzo Occhio” che abilita alla percezione dei fenomeni extrasensoriali; Emilia Scarcella, docente di Filosofia e Storia, sul pensiero storiografico dal mondo greco alla contemporaneità; Giusy Furnari, già docente universitario, sul percorso di fede e di pensiero di Agostino di Ippona; Giuseppe Gembillo, già docente universitario, sui “nemici artificiali e dissacratori della memoria del tempo e della storia”; Don Giovanni Russo, Direttore Dipartimento Teologia di Messina, sulla tematica dell’oblio del sacro nella cultura del nostro tempo. Ad intervenire anche Matteo Allone, Presidente Ass.ne “Il Centauro”; Giuseppe Cuffari di Arpa Sicilia; Cosimo Inferrera, Presidente Ass.ne “Europa Mediterraneo AEM APS”; Rosalba Lazzarotto, Direttore Accademia Musica “Avant Garde”. Consegnato il “Premio Raoul Di Perri” per scienza, arte e cultura al prof. Giuseppe Giordano, ordinario di Storia della Filosofia all’Università di Messina, Direttore Dipartimento di Civiltà antiche e moderne dell’Ateneo peloritano e Presidente Fondazione “Horcynus Orca” che ha poi tenuto una lectio magistralis su “La memoria, il tempo e la storia. Maestri ideali, maestri concreti”. Ottima pièce teatrale dell’attore Elio Crifò. Chiusura con “Evocación” dell’artista Samuel Vaccaro.

Un momento della Premiazione

Un momento della Premiazione

Al centro Silvana Paratore e Pino Mento

Al centro Silvana Paratore e Giuseppe Mento

La foto di gruppo con il premiato

La foto di gruppo con il premiato prof. Giuseppe Giordano

foto con i relatori

foto con i relatori

Il pubblico intervenuto alla inaugurazione del convegno

Il pubblico intervenuto alla inaugurazione del convegno

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