Linguaglossa (CT) –
Il 17 agosto nel corso di una serata suggestiva è stato inaugurato nel comune etneo di Linguaglossa il Centro di ricerca e spiritualità “Franco Battiato” ubicato nel vico dei Paolotti n. 10. Il Centro mistico è stato fortemente voluto dall’arciprete di Linguaglossa Don Orazio Barbarino grande amico del compianto Maestro morto il 18 maggio 2021 a Milo.
Un pubblico numeroso ha affollato il vicolo per assistere alla cerimonia inaugurale decretando il successo della serata. Testimonial della serata Michele Battiato fratello del compianto cantante ripostese il quale ad inizio cerimonia, dopo aver ringraziato l’arciprete Barbarino e tutta la comunità locale per aver intitolato al fratello il centro di spiritualità, ha ricordato brevemente le attività di continua ricerca dell’essere a cui il fratello Franco aveva dedicato la vita anche attraverso la musica e le sue composizioni. Presente alla cerimonia anche il noto scultore giardinese Turi Azzolina che ha realizzato per il Centro una suggestiva opera raffigurante il volto di Franco Battiato che è stata collocata sulla facciata della casa che ospita il Centro di ricerca. Il Maestro Azzolina si è detto onorato per essere stato coinvolto nell’iniziativa ed aver potuto dare un suo personale contributo per la nascita del Centro con un opera dedicata al Maestro Battiato. Presente anche il Sindaco di Linguaglossa Luca Stagnitta il quale dopo i saluti di rito ha elogiato l’iniziativa della Comunità parrocchiale e di Don Orazio per avere raggiunto l’obiettivo della nascita del Centro di ricerca e spiritualità intitolato al grande Maestro Battiato. Dello stesso avviso anche il comandante della Stazione dei Carabinieri di Linguaglossa il quale intervenendo ha usato parole di compiacimento nei confronti dell’arciprete per la meritoria iniziativa. Dopo le prime battute iniziali, la cerimonia è entrata nel vivo con l’intervento dell’Arciprete di Linguaglossa Don Orazio Barbarino il quale ha tracciato il percorso che ha portato alla realizzazione dell’iniziativa con queste parole: “Questa iniziativa che stiamo per vivere, ossia l’inaugurazione del Centro di ricerca e spiritualità intitolato a Franco Battiato è una delle proposte che viene fatta a tutti, specie agli attenti ed esigenti estimatori della ricerca e della spiritualità della musica di Franco Battiato, ad intraprendere, nè più e nè meno, la strada della ricerca e della spiritualità, una scommessa da fare nel deserto del nostro tempo. Il mio, il nostro grazie a Michele Battiato che, con la sua amicizia, ci onora e ci esalta. In lui riconosciamo l’amore che dobbiamo a una persona speciale: Franco, suo fratello. Ogni uomo è la sua strada che percorre e in essa si trova a rispondere alle grandi domande dell’esistenza. Noi tutti passiamo le nostre giornate nell’assoluta dimenticanza di ciò che siamo e di ciò per cui viviamo, ma nonostante questa banalità diffusa, di tanto in tanto riceviamo degli scossoni a cui non possiamo sottrarci e, messi quasi alle strette, siamo costretti a prendere coscienza della finitudine delle cose e della nostra stessa vita. Ed è in questi attimi che si possono aprire degli squarci e vedere che c’è una via di uscita. A questo punto vorrei ricordare – Torneremo ancora – l’ultima canzone di Franco che nasce dalla consapevolezza che tutti noi siamo essere spirituali in cammino verso la liberazione. La trasmigrazione delle anime in transito verso la purificazione è l’idea base che esprime questa canzone. I migrati di Garden sono chiamati a rappresentare il percorso delle anime al termine della vita terrena e delle vicissitudini che questa nostra vita comprende. Molte sono le vie, ma una sola quella che conduce alla verità, finchè non saremo liberi. L’incontro odierno costituisce un invito a cercare, a non avere paura di uscire fuori, di osare. L’incontro odierno che inaugura questo centro di ricerca, è il primo di un piccolo ciclo di incontri che il Centro vorrà proporre agli amici che abbiamo denominato Sguardi dell’anima. Tuttavia, se qualcuno pensasse che noi vogliamo proporre cammini prefissati, come casacche all’occorrenza da fare indossare si sbaglierebbe molto.”.
Di seguito la cerimonia è proseguita con l’inaugurazione del Centro attraverso la rimozione del drappo bianco (simbolo di purezza) che la copriva la scultura del Maestro Azzolina accolta da uno scrosciante applauso del pubblico presente.
Conclusa la prima parte della manifestazione si è passati al tema della serata con un intervento suggestivo e di grande spessore, che ha inaugurato il ciclo di incontri che si terranno nel Centro, tenuto dal Prof. Francesco Tava Incorpora professore di Etica e di filosofia dell’Università inglese di Bristol, intitolato “Per un etica dell’imperdonabile: tra libertà di pensiero e pratiche di dissenso”. Suggestivo e ricco di spunti e di riflessioni l’intervento del Prof. Tava che ha affrontato il tema del perdono e dell’imperdonabile non solo secondo la visione delle principali religioni, ma anche dal punto di vista etico, filosofico e letterario. “E’ stata una conferenza dotta e ricca di spunti” ha commentato al termine dell’intervento Don Orazio Barbarino il quale ha aggiunto: “ancora più apprezzabile poiché il prof. Tava è stato egli stesso testimone di ciò che ha affermato: di essere e di fare parte, come speriamo anche noi, della cerchia degli – imperdonabili -, di coloro che amano la ricerca come fedeltà dell’umano che è dentro di noi – finchè non saremo liberi- direbbe franco Battiato, tra libertà di pensiero e pratiche di dissenso. Quella libertà di pensiero che non è uno spot pubblicitario ma un resoconto di esperienze che hanno portato tanti ad essere e a restare dei cercatori di bellezza, di silenzi, di realtà, sempre da esplorare, da cogliere nella loro totalità: come terreno che nasconde tesori preziosi – l’essenziale è invisibile agli occhi-“.
La serata, ricca di intermezzi musicali eseguiti dal prof. Daniele Alfredo Marano (contrabasso) e da padre Mauro Boscariol (chitarra), che hanno suonato vari brani rendendo l’atmosfera dell’evento ancora più suggestiva, ha riservato anche momenti particolari ed intensi di spiritualità. Ricordiamo la lettura di alcune pagine tratte da alcuni testi sacri del Massimo Mistico Persiano Gialad Ad Din Rumi, letti in persiano e poi tradotti in italiano dal Prof. Alaj Bahaman che ha proiettato il pubblico presente in un mondo e un insegnamento a noi sconosciuti che ci invita a non fermarci, nella nostra vita solo al primo gradino della scala infinita della conoscenza ma a salirne altri.
Suggestiva ed emozionante anche la testimonianza della signora Gloria Misitano che, per un anno intero, ha abitato in un monastero buddista in Nepal, nella regione di Katmandù alla ricerca dell’Assoluto. Il pubblico presente ha potuto ascoltare la bella testimonianza della signora che ha raccontato della vita vissuta nel monastero fatta soprattutto di silenzi, vita semplice e anche tanta povertà che ha contribuito, al ritorno a casa dopo un anno, a ritrovare quell’equilibrio interiore che aveva perso e che ancora riesce a mantenere. Un esperienza di vita che tutto dovremmo fare nel corso della nostra vita.
A conclusione della serata Don Orazio Barbarino dopo aver ringraziato gli intervenuti, il pubblico presente e coloro che hanno permesso la realizzazione del Centro di spiritualità ha detto: “Buona strada a tutti mi verrebbe da dire perchè ogni cosa, questa sera è un invito a camminare, a farsi pellegrini, partecipi tutti della locanda universale della vita che ci vuole vedere in cammino, nel rispetto reciproco delle tradizioni. Mai gli uni contro gli altri ma gli uni davanti agli altri”.
Parole profonde ed incisive quelle dell’arciprete di Linguaglossa, di grande attualità, specie in questo triste momento dove la guerra è ancora protagonista portatrice di lutti e distruzioni dove tutti sono contro tutti. C’è bisogno in questo momento di iniziative come questa e di Centri di ricerca e di spiritualità che possono aiutare a salire quei gradini che ci porterebbero ad esplorare la scala infinita della conoscenza facendoci divenire cercatori di bellezza e non di lutti e distruzioni. Crediamo che il Centro sia partito con il piede giusto, ci auguriamo che il messaggio della serata sia arrivato a tutti nel profondo dell’anima e che ci possano essere altre serate intense come questa che, siamo certi, saranno motivo di orgoglio per gli ideatori del Centro e della comunità che ha permesso la realizzazione di questa importante iniziativa.
“Per aspera ad astra” e buon lavoro a tutti.
ROSARIO MESSINA