Si è conclusa in Sicilia con tre eventi nei comuni di Roccalumera, Sant’Alessio e Taormina, la 13^ edizione 2015 del prestigioso Premio Internazionale Siciliani in Patria e nel Mondo “Proserpina 2015”. Il Premio, organizzato dall’associazione “Italiani nel mondo” con sede nel comune di Caravaggio (Bg), nato per promuovere la cultura della Sicilia nel mondo è diventato un consueto appuntamento per premiare personalità che si sono distinte nella letteratura, nel giornalismo, nella divulgazione della storia e della cultura siciliana. Evento di grande valenza culturale e sociale, giunto alla sua 13^ edizione, quest’anno, come di consueto, ha inaugurato l’edizione 2015 presso il Palazzo Gallaresi, sede del Municipio di Caravaggio (BG) che ha dato i natali ai genitori di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. Dopo il prologo bergamasco, prima parte dell’evento culturale nel mese di agosto la manifestazione, ha fatto tappa in Sicilia nei tre comuni jonici del messinese. Appuntamento di grande valenza culturale e sociale, da tredici anni richiama nel paese natale dei genitori del Caravaggio, folte schiere di siciliani per un riconoscimento prestigioso all’ingegno, alle capacità e ai valori dei migranti siciliani nel mondo. Le tre serate della kermesse siciliana brillantemente condotte dal dott. Pietro Paolo Poidimani presidente dell’Associazione Siciliani della Lombardia ed organizzatore del Premio assieme a Rosa Di Bella hanno visto premiare tante personalità di spicco.
Il Primo appuntamento in programma è stato quello di Roccalumera (Me) dove, nel salone conferenze della storica Filanda, sono stati assegnati diversi riconoscimenti. Pubblico numeroso ed un atmosfera suggestiva ed emozionante per i prestigiosi ospiti intervenuti ha caratterizzato l’intera cerimonia. Tra coloro che hanno ricevuto il “Premio Proserpina 2015” anche il Comune di Gangi (Pa) nella persona del sindaco Giuseppe Ferrarello. Il primo cittadino madonita ha anche ricevuto il triangolo della luce che sta a indicare che il prossimo anno sarà il Comune di Gangi a ospitare l’edizione numero XIV del prestigioso premio Internazionale Siciliani in Patria e nel Mondo.
La seconda tappa della kermesse si è svolta a Sant’ Alessio Siculo (Me) alla Villa Genovesi. La serata è stata organizzata in collaborazione con Globe International ed il Comune. Il Premio “Proserpina” è legato alla cittadina Jonica, perché nel 2013 un suo illustre cittadino, Carmelo Duro scrittore e giornalista, morto improvvisamente il 5 ottobre scorso, ne era stato insignito a Caravaggio dove aveva presentato anche il suo romanzo “Lampare spente”. La kermesse di Sant’Alessio è stata dedicata al compianto cronista. Presente anche la famiglia di Duro che ha assistito commossa all’intera cerimonia ricca di suggestioni, alimentata da un carosello di testimonianze ed episodi della vita professionale del giornalista ricordati dai colleghi pubblicisti e da quanti lo avevano conosciuto nelle vesti di cronista e di organizzatore di eventi culturali. Per l’occasione sono stati premiati giornalisti di testate locali, regionali e nazionali e anche uomini di cultura che hanno fatto conoscere la storia e il territorio della zona jonica messinese. A ricevere il premio dedicato a Carmelo Duro sono stati i giornalisti Pippo Puglisi, Umberto Gaberscek, Carmelo Caspanello, Gianluca Santisi, Saro Laganà, Gaetano Rammi, Gianni Arpi, Filippo Brianni, Mario Triolo, Vincenzo Bonaventura, Cetty Amenta. Premio “Poserpina 2015” ai giornalisti Ivan Scinardo, direttore del centro sperimentale di cinematografia di Palermo e Santino Franchina, vice presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti il quale ha dedicato il premio “ai pubblicisti che svolgono un compito delicato ed importante con la loro attività impegnativa in prima linea fuori dalle redazioni a contatto con la gente.” Presenti anche amici dello scrittore che hanno ricordato l’amico compianto, tra questi Pino Chillemi, Santo Carnabuci e Santino Albano, successore di Duro alla guida dell’Unitrè. Un premio è stato consegnato anche al generale Michele Favaccio autore del libro storico “1943. La Sicilia si arrende”. Numerosi gli amministratori dei Comuni della fascia jonica che sono intervenuti alla cerimonia a cominciare dalla Giunta i Sant’Alessio, guidata dal Sindaco Rosanna Fichera.
A concludere il Premio itinerante è stata la tappa di Taormina.
ROSARIO MESSINA
Il Mito di Proserpina
Prosèrpina (lat. Proserpĭna) è la versione romana della dea greca Persefone o Kore (gr. κόρη, fanciulla). Il nome potrebbe derivare dalla parola latina proserpere (“emergere”) a significare la crescita del grano. Infatti, in origine, fu senza dubbio una dea agreste.
Viene anche identificata con la dea Libera.
Proserpina era figlia di Cerere; rapita da Plutone re dell’Ade mentre coglieva i fiori sulle rive del lago Pergusa ad Enna e trascinata sulla sua biga trainata da quattro cavalli neri, ne divenne la sposa e fu regina degli Inferi. Secondo Proclo (Epitome Oraculorum, riportata da Marafiotus) e Strabone (lib. 6), invece l’episodio del mito si verificò ad Hipponion (oggi Vibo Valentia]). Dopo che la madre ebbe chiesto a Giove di farla liberare, poté ritornare in superficie, a patto che trascorresse sei mesi all’anno ancora con Plutone. Cerere faceva calare il freddo ed il gelo durante i mesi in cui la figlia era assente come segno di dolore, per poi far risvegliare la natura per il ritorno di Proserpina sulla terra.
Il suo culto a Roma fu introdotto accanto a quello di Dis Pater (assimilato a Ade), nel 249 a.C.
Il ratto di Proserpina è un mito tra i più celebri della tradizione pagana siciliana, ritratto pertanto in diverse e pregevoli opere d’arte come il gruppo scultoreo del Bernini.
Il ratto si realizzò sul lago di Pergusa, nelle vicinanze di Enna. Secondo Proclo (Epitome Oraculorum, riportata da Marafiotus) e Strabone (lib. 6), invece l’episodio del mito si verificò ad Hipponion (oggi Vibo Valentia).
Cerere, madre di Proserpina e dea dell’Olimpo, fu disperata alla notizia della scomparsa della figlia, e invocò l’aiuto di Giove, re di tutti gli dei, per aiutarla a ritrovare la bella Proserpina.
« Dopo nove giorni e nove notti insonni di dolore, decise di rivolgersi a Giove per impetrarlo di farle riavere la figlia; ma Giove nicchiava (come poteva tradire suo fratello Plutone?).
Allora Cerere, folle di dolore, decise di provocare una grande siccità in tutta la terra. E dopo la siccità venne la carestia e gli uomini e le bestie morivano in grande quantità. Non valevano invocazioni e scongiuri alla dea, che era irremovibile.
Giove inviò Mercurio da Plutone per imporgli di restituire Proserpina alla madre. A Plutone non restò che obbedire. Però, prima di farla partire, fece mangiare alla sua amata dei chicchi di melograno ».
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