Giardini Naxos (Me). Una bella pagina di cultura, patrocinata dal Comune, è stata scritta a Giardini Naxos a seguito di una iniziativa promossa dall’associazione scientifico culturale Mea Lux presieduta da Angela Lombardo e dall’associazione culturale Mediterraneo presieduta da Giovanni Saglimbeni che hanno accolto la proposta del Prof. Enzo Farinella di organizzare a Giardini una mostra sulla vita e le opere del Premio Nobel per la letteratura William Butler Yeats e sull’influenza esercitata da monaci, santi e intellettuali irlandesi dispensatori di cultura nei secoli in ogni parte d’Europa. L’evento si inserisce nell’ambito delle manifestazioni organizzate in occasione dei 100 anni (1916-2016) dalla rivoluzione irlandese per l’indipendenza dalla Gran Bretagna. Portabandiera e promotore di questa iniziativa è il prof. Enzo Farinella uomo di spessore culturale di origine siciliana (nasce a Gangi in provincia di Palermo) grande estimatore della cultura irlandese. Da oltre quarantacinque anni egli vive e lavora in questa terra legata all’Italia da una “profonda amicizia” che dura da secoli anche grazie al ruolo ricoperto da monaci e studiosi irlandesi che nel corso dei secoli si sono adoperati per diffondere la cultura celtica e creare ponti culturali. Un legame, considerato dallo stesso Farinella, uno dei pilastri portanti attorno al quale si è sviluppata la filosofia della Comunità Europea. L’Irlanda è meta preferita da tanti italiani quasi a sottolineare l’antico vincolo che ci lega a questa lontana terra. E’ molto apprezzata per il verde dei sui sterminati prati, il clima mite, la sua musica tradizionale, i suoi cavalli purosangue, i suoi ruscelli, la sua cultura e la sua letteratura che ha espresso Premi Nobel come il poeta e drammaturgo William Butler Yeats e il commediografo e romanziere George Bernard Shaw per non parlare poi di James Joyce una delle vette più eminenti in cui il mondo intero si specchia. Enzo Farinella, giornalista e direttore del Centro culturale “Casa Italia” a Dublino, per oltre quarant’anni corrispondente da Dublino dell’agenzia Ansa e della Radio Vaticana a tal proposito ha scritto due libri “Sulle strade del Mondo” e “Tra l’Atlantico e il Mediterraneo” due saggi dove l’autore realizza un’appassionata ricerca sul monachesimo irlandese e sulle radici cristiane dell’Europa. In questo momento storico caratterizzato dall’uscita della Gran Bretagna dall’UE è quanto mai attuale l’esigenza di rafforzare i legami tra gli Stati membri dell’Unione. Conoscere, dialogare ed incontrare le varie culture europee si rende oggi necessario per ricreare solide basi che possano ridare linfa vitale all’Europa in un Mondo sempre più omologato e globalizzato. Un progetto culturale affascinante e intraprendente al quale il prof. Farinella crede, che può contribuire a rinsaldare le fondamenta della “comune casa europea” così come fecero i monaci irlandesi che per secoli veicolarono cultura ovunque andassero.
Animato da questo spirito intraprendente Farinella è ritornato nella sua terra per far conoscere ai suoi conterranei pagine di storia e di cultura di questa sua seconda patria. Dopo essere stata realizzata nella Filanda di Roccalumera la kermesse è approdata a Giardini Naxos ed è stata presentata domenica 28 agosto all’Hotel Hilton. La manifestazione è stata caratterizzata da un convegno e dall’allestimento di una mostra composta da tredici banner che raccontano la vita e le opere del Premio Nobel irlandese che sarà visibile fino a domenica 4 settembre.
Alla manifestazione animata dalla raffinata conduzione di Angela Lombardo sono intervenute numerose autorità, tra questi il Sindaco di Giardini Naxos Pancrazio Lo Turco, il Consigliere Comunale Rosa Pietrocitto che ha fatto da trait d’union tra gli organizzatori dell’evento ed il Comune nel coordinamento delle pratiche amministrative per patrocinare la manifestazione, la prof.ssa Nuccia Foti, presidente dell’Osservatorio dei Beni culturali della Riviera jonica- Valle dell’Agrò della quale fanno parte 12 Comuni del territorio, il Presidente della Proloco di Giardini Naxos Giuseppe Carmeni, il prof. Ignazio Vecchio, noto neurologo e docente di Storia della Medicina e Bioetica dell’ Università di Catania, la prof.ssa Cristina Tornali medico, poetessa e scrittrice, coordinatrice europea dame di Pitia e presidente dell’AIN (Associazione Italiana Neurodisabilità), l’assessore alle politiche promozionali e culturali del Comune di Motta Camastra Michele Oliveri, il giornalista Salvo Fazio direttore del giornale on line “Videogiornale italiano.eu”, il regista Orazio Stracuzzi, il prof. Neri Sardella scrittore e commediografo, il prof. Sergio Denaro studioso di storia anglosassone.
Il progetto del prof. Farinella ha subito trovato terreno fertile sia nel nostro giornale il quale ha dato all’iniziativa la visibilità che merita sia nelle due associazioni che hanno accolto con entusiasmo la sua proposta. Il resto è storia, il Comune ha patrocinato l’evento con un proprio contributo e il convegno ha avuto il successo che meritava.
IL CONVEGNO
Ad accendere i riflettori sul convegno, dopo l’inaugurazione della mostra sulla vita e le opere di William Yeats, sono stati i presidenti delle due associazioni organizzatrici dell’evento che hanno segnato l’inizio della kermesse con i loro rispettivi interventi. Ha preso per primo la parola Gianni Saglimbeni, presidente dell’associazione culturale Mediterraneo, il quale dopo aver ringraziato il prof. Farinella per la meritoria iniziativa ed il sindaco di Giardini Naxos Pancrazio Lo Turco per aver sostenuto la realizzazione dell’evento, ha detto:”Assieme ad Angela abbiamo accolto con entusiasmo la proposta del prof. Farinella non solo per la valenza dell’iniziativa ma per offrire alla nostra cittadina una opportunità di spessore culturale. Pensiamo che Giardini Naxos non deve essere vista soltanto come una meta di turismo balneare ma anche come un punto di riferimento per iniziative culturali che possano far crescere nel tempo un turismo portatore di culture. L’iniziativa che oggi proponiamo è un esempio concreto che si può fare promozione turistica anche con questi eventi che sicuramente contribuiscono a costruire ponti culturali con altre realtà europee.” Al termine dell’intervento Saglimbeni ha invitato il Sindaco ad intervenire. Il primo cittadino nel prendere la parola si è congratulato con l’iniziativa sottolineando che: “l’evoluzione di una comunità passa anche attraverso iniziative come questa che contribuiscono alla crescita personale di ciascuno di noi. Ho sposato l’iniziativa perchè sono eventi come questo che ci fanno sentire cittadini di un’unica realtà, cittadini del mondo. Assistere ad un convegno culturale significa conoscere e approfondire dinamiche storiche ed eventi che hanno vissuto altri popoli come la rivoluzione irlandese. Attraverso la mostra ho molto apprezzato il personaggio di cui si parla stasera e per certi versi ho trovato molti punti in comune con la nostra letteratura potrei citare ad esempio il nostro Premio Nobel Pirandello. La rivoluzione irlandese ha molta assonanza con le stesse vicende che ha vissuto il popolo siciliano. e questo non fa che accomunarci in maniera particolare al popolo irlandese.”
A questo punto prende la parola Angela Lombardo presidente dell’associazione Mea Lux la quale prendendo spunto della lettura della Poesia di Yeats dal titolo “La seconda venuta“ ha sottolineato come: ” L’uomo sta attraversando un cambiamento epocale. L’umanità ha perduto punti di riferimento certi ed abbiamo bisogno di porre la nostra attenzione sulla centralità della persona in modo particolare sulla crescita spirituale dell’uomo. Il messaggio contenuto nella poesia di Yeats “La seconda venuta” è un esempio di come l’uomo deve dare più importanza alla propria evoluzione spirituale piuttosto che a quella materiale, cosi come viene evidenziato anche dalla scienza di frontiera la quale spiega come l’uomo sia un essere di luce che sceglie di fare una temporanea esperienza nel mondo materiale che è il nostro. La poesia altro non è che il manifesto del cambiamento che in questo momento l’umanità sta attraversando alla ricerca di nuovi obiettivi di crescita. Noi auspichiamo che, concretamente, le parole del premio nobel irlandese, siano una presa di coscienza da parte dell’uomo per un inversione di rotta che partendo dal risveglio delle coscienze individui nuovi obiettivi di crescita, basasi sulla solidarietà, l’amicizia e l’amore. Per tali motivi ci siamo sentiti vicini alla proposta di Farinella auspicando che questo ponte culturale possa essere da esempio e stimolare altre proposte culturali con altre nazioni”
Parole di sostegno all’iniziativa sono state pronunciate anche dalla prof.ssa Nuccia Foti chiamata in causa da Angela Lombardo. La presidente dell’Osservatorio dei Beni Culturali della Riviera Jonica, che qualche giorno prima aveva condotto la stessa manifestazione alla Filanda di Roccalumera, nell’usare parole di apprezzamento per il progetto culturale che il prof. Farinella sta promuovendo in ambito europeo, ha auspicato che in futuro ci possano essere collaborazioni tra i comuni della fascia jonica per organizzare eventi e manifestazioni culturali per i quali ha dato la sua più ampia disponibilità. La Foti ha concluso dicendo che “Nel rispetto delle diversità delle nostre comunità locali è auspicabile una crescita culturale in sinergia“.
L’intervento del professore è stato anticipato da due omaggi alle terra d’Irlanda, uno poetico e l’altro musicale. La professoressa Cristina Tornali poetessa e scrittrice di spiccata sensibilità ha coinvolto emotivamente il pubblico leggendo “Pasqua 1916”, la poesia simbolo di Yeats sulla rivoluzione irlandese. A conclusione della serata la Tornali ha letto una sua poesia, scritta per l’occasione, intitolata “l’Alba di Pasqua”, in perfetta sintonia con i temi della serata.
L’inizio della lectio magistralis del prof. Enzo Farinella è stato preceduto dal’omaggio musicale del giovane musicista di Roccalumera Francesco Cucinotta il quale ha riprodotto in modo acustico, ovvero “unplugged” un famoso brano della cantautrice Fiorella Mannoia dal titolo “I cieli d’Irlanda”.
La Lectio Magistralis del prof. Enzo Farinella
“Cento anni fa’ (1916-2016)” ha esordito il prof. Enzo Farinella “un pugno di irlandesi iniziarono la rivoluzione contro l’Impero Britannico. La visione dell’Irlanda post-rivoluzione di Yeats fu mitica, romantica, veramente eroica e bella, come disse qualche tempo fa Bob Geldof, il leader dei Boomtown Rats e del Band Aid del 1986. L’Irlanda celebra quest’anno i suoi 100 anni dalla Rivoluzione, quando e’ iniziato il suo lungo cammino verso il Libero Stato Irlandese, coronato con la proclamazione della Repubblica d’Irlanda nel 1936. “A terrible beauty was born” – “una terrificante/selvaggia bellezza e’ nata” – ha scritto in tale occasione William B. Yeats dall’Inghilterra, dove si trovava in quel periodo, da assertore e pomotore dell’indipendenza della sua patria. La rivoluzione e’durata solo sei giorni, ma quella settimana di Pasqua ha cambiato tutto e una straordinaria bellezza ne e’ nata. La bellezza di immaginare e la liberta’ di andare dove l’immaginazione porta.
Il 1916, eroico in se stesso, anche se destinato a fallire, ci ha permesso di sognare di nuovo e di immaginare, nelle parole di George Bernard Shaw – un altro irlandese, insignito del Premio Nobel per la Letteratura -, “cose mai esistite e chiederci perche’ no?” Voi vedete cose e dite ‘Perche?’ Ma io sogno cose mai esistite e dico “Perche’ no?” George Bernard Shaw, Back to Methuselah, atto I, Selected Plays with Prefaces, vol. 2, p. 7 (1949), dove il serpente dice queste parole a Eva. Il Presidente John F. Kennedy ha citato queste stesse parole quando ha parlato al Parlamento irlandese a Dublino, il 28 giugno 1963, pochi mesi prima della sua tragica scomparsa. Suo fratello Robert uso’ una simile espressione come tema della campagna elettorale del 1968 per la sua nomina presidenziale: “alcuni vedono cose come sono e si chiedono ‘perche’; Io sogno cose mai viste e dico, perche’ no”? Quel Lunedi’ di Pasqua del 1916 e’ stato il primo tentativo concredo verso l’indipendenza dell’Irlanda, pur se soffocato in una scia di sangue, con 17 dei suoi leaders, giustiziati sommariamente. Secondo Bob Geldof” ha spiegato Farinella “Yeats merita un posto nella storia prima dei martiri del 1916, perche’ piuttosto di sacrificare la sua vita per l’Irlanda, egli e’ rimasto vivo per battersi per un’Irlanda secolare, giusta e pluralistica. Lo ha dichiarato il cantante irlandese in un programma “Un cuore fanatico o vanesio” trasmesso dalla radio televisione irlandese e inglese. Il 1916 fu un “rendevous con il destino. Gia nei moti rivoluzionari irlandesi del 1798, anch’essi andati in fallimento, si vide un nuovo modo di essere della societa’, un modo che promise un maggiore rispetto e una piu’ giusta considerazione per la dignita’ e la liberta’ della persona umana”
Dai due fallimenti militari, 1978 e 1916, ha spiegato ancora Farinella, l’Irlanda ha ricevuto un nuovo impeto. L’ex Primo Ministro irlandese, Garrett Fitzgerald, riflettendo sul cinquantenario della Rivolta 1916 scrisse che “e’ stata pianificata da uomini i quali temevano che senza un drammatico gesto di tale natura il senso dell’identita’ nazionale che era sopravvisuto alle vicissitudini di secoli – 800 per l’esatezza – sarebbe scomparso ignominiosamente durante la loro generazione, abbandonando l’Irlanda psicologicamente e legalmente come parte integrante del Regno Unito”. I sei giorni del 1916 invece hanno “cambiato tutto e ua nuova bellezza ne e’ nata”, per dirla con le parole di Yeats, producendo un fenomeno di enorme potenza emotiva. I rivoluzionari del 1916 sognarono un nuovo ordine sociale, posto sotto la protezione di “Dio Onnipotente”, come essi proclamarono. Loro sono stati immolati, ma la loro memoria, il loro amore per la patria, la liberta’ e la loro fede nell’ideale di una nuova Irlanda sono vivi ancora oggi. “Il 1916 si e’ rivelato un anno di trasformazione e ispirazione: ha cambiato la patria, ha cambiato gli irlandesi.” sottolinea Enzo Farinella il quale ha continuato dicendo:” La Settimana di Pasqua del 1916 ha immesso il popolo irlandese su un nuovo cammino, su un rendezvous con il destino, da uomini liberi, dopo circa 800 anni di dominazione e oppressione da parte dei loro vicini, che, crudelta’ della storia, secoli prima, avevano ricevuto cultura e valori dagli stessi irlandesi.100 anni dopo la Rivoluzione, il popolo irlandese scrive ancora la propria storia e cerca di conquistare le promesse e il sogno del 1916, battendosi per il benessere e prosperita’ di tutta la nazione“.
William Butler Yeats, Premio Nobel per la Letteratura nel 1923 è stato indicato come uno dei simboli della rivoluzione irlandese “per la sua poesia sempre ispirata, che in una forma altamente artistica da’ espressione all’intera nazione irlandese esplorando il mondo dell’era d’oro dell’Irlanda, lo stesso esaminato e descritto anche da Enzo Farinella, nei suoi libri: Sulle Strade del Mondo – Monaci irlandesi in Europa e in Italia e Dall’Atlantico al Mediterraneo – Santi e Studiosi irlandesi alle Origini della Storia.
E proprio della storia dei Santi e dei Monaci Irlandesi che il prof. Farinella ha intrattenuto il pubblico nella seconda parte del suo articolato intervento.
IL MONACHESIMO IRLANDESE
“Quei deputati europei” ha esordito nella seconda parte della lectio magistralis Enzo Farinella “purtroppo molti, che non hanno voluto dichiarare in un documento che l’Europa è la sintesi di valori che affondano nella storia e nella cultura giudeo-cristiana, dovrebbero avere l’umiltà e la saggezza di leggere la storia del monachesimo irlandese il quale, irradiatosi fin dal VI secolo, ha costruito le basi religiose, filosofiche e persino economiche del Vecchio Continente.” Si tratta di temi che il professore siciliano conosce bene poichè con i suoi libri ha fatto rivivere l’immenso contributo religioso e culturale che santi irlandesi, studiosi e monaci hanno dato all’Europa ed in particolare all’Italia.
Il relatore, attraverso la proiezione di slide proiettate dalla moglie, la giornalista ungherese Barbara Pehi ha affascinato il pubblico presente raccontando le storie di mosaci e santi irlandesi che hanno segnato la nostra storia europea a cominciare dal beato John Henry Newman (1801-1890), cardinale, teologo e filosofo inglese, il quale parlando dei monaci irlandesi, ebbe a dire che «i loro monasteri sono divenuti il deposito del passato e il punto di partenza per il futuro». L’abate Dom Louis Gougaud, uno dei maggiori studiosi del monachesimo, in un testo del 1928, scrive che «per circa 400 anni santi irlandesi, ripieni di un divorante spirito missionario, hanno lavorato incessantemente per diffondere la fede cristiana e la disciplina monastica in Francia, Belgio, Alsazia, Germania, Svizzera, Franconia e Italia lungo il corso del Danubio e la valle del Reno».
“Dopo la caduta dell’Impero Romano” ha spiegato Farinella “mentre l’Europa vagava nel sonno del Medio Evo, importanti scuole monastiche – vere università, come Clonmacnoise, Lismore, Bangor, Glendalough – sorgevano in Irlanda. Da esse cultura e valori sono stati portati alla nostra Italia e alla maggior parte delle nazioni europee».
Tracce di giganteschi santi irlandesi sono tuttora presenti nel nostro come in altri Paesi europei. Colombano, Cataldo, Frediano, Donato, Gallo e tanti altri fondarono monasteri che sarebbero diventati città come Bobbio, Fiesole, Lucca, Liège, Wurzburg, Regensburg, Salzburg, Vienna, San Gallo. Di san Colombano (ca. 543 – 615), fondatore della monumentale abbazia di Bobbio, è certa la presenza in Valtellina, sulla sponda orientale del lago di Como e nel Milanese per almeno tre anni nel primo decennio del VII secolo.
Accolto con favore dalla corte longobarda della cattolica regina Teodolinda, san Colombano avrebbe soggiornato anche presso il castello di Domofole, fra Traona e Mello, residenza estiva della sovrana. La devozione al Santo non è viva solo a Traona, dove si trova una chiesetta a lui dedicata. Anche in alta Valtellina venne edificata una chiesetta dedicata a San Colombano ed ha la particolarità, posta com’è a 2.484 metri al passo di San Colombano, di essere la più alta nel territorio della provincia di Sondrio. In realtà la prima chiesa dedicata al Santo, già attestata nel Trecento, venne costruita più in basso; l’attuale risale al 1616 e fu, per secoli, meta di pellegrinaggio da parte soprattutto di donne che salivano ad essa da tutti i paesi del Bormiese.
Yeats in Sicilia
Ritornando a parlare del Premio Nobel Irlandese il prof. Farinella ha concluso con un contributo su Yeats ed i suoi rapporti con l’Italia ed in particolare con la Sicilia.
“William Butler Yeats ebbe una particolare relazione con la Sicilia e con l’Italia” ha spiegato Farinella “Nella nostra isola e’ venuto nel 1925, due anni dopo aver ricevuto il Premio Nobel. Qui il poeta irlandese ne ammirò le glorie classiche e la sua bellezza naturale. Yeats era allora Senatore del Libero Stato Irlandese, nato appena nel 1922, sei anni dopo la rivoluzione del 1916. Fra i suoi compiti di Senatore figurava il conio delle monete del nuovo Stato. Visitando il Museo Archeologico di Siracusa sotto la guida di Paolo Orsi, venne colpito dalle monete greco-sicule con un animale da una parte e il loro valore dall’altra. Al suo rientro in patria, le diede ai coniatori. Tali monete sono state nelle tasche degli irlandesi dal 1927 fino all’avvento dell’Euro. Durante il suo soggiorno siciliano, Lucio Piccolo ebbe l’onore di fare da guida al Premio Nobel irlandese. Egli condivise con lui la passione per la poesia mistica e intrattenne anche un’intensa corrispondenza con Yeats, già pubblicata da Natale Tedesco. E’ stato lui con la sua cultura alchemica e misterica che ha introdotto il cugino Giuseppe Tomasi di Lampedusa, l’autore di Il Gattopardo, nel mondo di Yeats e fu lui che guidò Yeats ed Ezra Pound durante la loro visita in Sicilia. Si deve a questo incontro lo studio del Lampedusa: W.B.Yeats e il risorgimento irlandese, apparso in Le opere e i giorni. Yeats ammirò anche altri letterati siciliani, come Luigi Pirandello, anche lui Premio Nobel per la Letteratura – “l’unico dei drammatisti viventi che possiede materiale importante e inesauribile, descrive la transizione dall’individualismo alla plasticità universale” (Lettere) e Giovanni Gentile di cui possedeva nella sua biblioteca La teoria della mente come atto puro e La riforma dell’istruzione”.
Nel concludere il suo intervento il prof. Farinella dopo aver ricordato al pubblico presente che la mostra su Yeats potrà essere vista fino a domenica 4 settembre all’Hotel Hilton ha ringraziato Angela Lombardo, Gianni Saglimbeni e il Sindaco Lo Turco “per aver voluto questa mostra su Yeats nel proprio territorio, convinti che la cultura possa creare ponti e rinsaldare nuovi legami d’amicizia con il popolo irlandese, come già è accaduto con vari gemellaggi da me promossi con altre città italiane “.
ROSARIO MESSINA