Taormina– E’ stata una “Lectio Magistralis” sulla legalità di grande impatto emotivo e di spessore la serata organizzata a Taormina dall’associazione Progetto Speranza Centro CFS (Carità, Fede, Speranza) presieduta da Natale Lisitano. Il convegno intitolato “Progetto di legalità come speranza“ svoltosi in una sala conferenze messa a disposizione della parrocchia di San Nicola, ha avuto il successo che meritava in termini di presenze autorevoli e di consensi. L’evento, patrocinato dal Comune d Taormina è stato organizzato in collaborazione con l’A.N.P.S. (Associazione Nazionale Polizia di Stato) presieduta da Lucio Carnabuci presente per l’occasione con diversi soci tra i quali anche Carmelo Cavallaro ex comandante in pensione del presidio Pol.Fer. della Stazione Ferroviaria di Taormina-Giardini Naxos. Senza mezzi termini possiamo dire che l’incontro è stato l’ennesimo successo messo a segno dal sodalizio presieduto da Natale Lisitano il quale in tanti anni di attività sociale, ha sempre posto al centro di ogni azione e riflessione la persona umana in ogni suo aspetto, da quello socio-relazionale, familiare a quello professionale, occupazionale, intellettuale, spirituale e religioso. Nella sua missione evangelica l’associazione mira a creare altre sezioni territoriali con la finalità di diffondere il valore della vita umana operando per la giustizia, la pace e l’evangelizzazione.
Sulla base di questi presupposti il Convegno di Taormina è stato accolto con grandi consensi dal pubblico presente perché ha dato voce ad autorevoli rappresentanti della società civile che hanno portato la loro testimonianza ed il loro pensiero su come deve essere vissuta e salvaguardata la legalità a cominciare dalla politica alla quale è demandato il difficile compito di combattere le illegalità con norme adeguate e soprattutto con un azione coerente e trasparente dei propri rappresentanti.
Incisivo ed emozionante il messaggio di “speranza” emerso nel corso della serata che considera la legalità la chiave di volta per il recupero di tanti valori che si stanno perdendo e per una rinascita della società sempre più alla deriva e disorientata. “Lanciare spunti di riflessione attraverso messaggi forti e di grande impatto emotivo”, è stato questo l’intento dell’associazione presieduta da Natale Lisitano la quale per rendere ancora più suggestivo l’incontro, ha coinvolto nel progetto di legalità il noto regista calabrese Fernando Musaca autore del film “La terra dei santi”, proiettato nel corso della serata. Un film di grande impatto emotivo realizzato col cuore e l’intento di fa conoscere le dinamiche familiari e antropologiche che stanno alla base della ndrangheta e delle sanguinose faide calabresi tra le più feroci che si conoscano. Non è il classico film d’azione, spettacolare, come quelli che siamo abituati a vedere nelle classiche rappresentazioni cinematografiche e televisive di mafia. Dal canto suo il regista ha voluto realizzare un film indagine sul mondo sconosciuto, per certi aspetti, delle donne che fanno parte di famiglie mafiose, nel tentativo di far capire come possano accettare di vivere nella illegalità pur sapendo che prima o poi pagheranno un prezzo amaro come l’uccisione di un figlio, di un fratello, di un marito. Immagini crude e forti quelle del film che, alla fine della proiezione hanno stimolato un ampio dibattito tra il pubblico presente e la platea.
Altrettanto intensa la prima parte della serata con gli interventi di alcuni rappresentanti del mondo politico e della scuola.
A dare inizio al convegno è stato il presidente del sodalizio Natale Lisitano il quale ha puntualizzato che: “La fede traccia la rotta della nostra vita. Quello che conta è saperla seguire. L’incontro di questa sera intende proporre alla nostra comunità un messaggio volto ad affermare i principi della legalità sui quali costruire un progetto culturale di sviluppo sociale ed economico, per la rinascita della speranza. La proiezione del film del regista Muraca e il conseguente dibattito è solo il primo di diversi appuntamenti che l’associazione vuole promuovere. Abbiamo pensato di realizzare un convegno dove affrontare il tema della spiritualità in termini di solidarietà, impegno pubblico e legalità. Temi che ci impegneremo a trattare in futuro anche in altri convegni che serviranno ad affrontare anche il tema dello sviluppo economico, necessario per uscire da una crisi che favorisce contemporaneamente l’emigrazione, la corruzione e la criminalità. La proposta dell’associazione Progetto Speranza” puntualizza Natale Lisitano “sviluppata in collaborazione a docenti dell’Università di Messina, ad associazioni che operano nel settore turistico-alberghiero e con il supporto dell’esperienza di uomini che hanno già realizzato progetti culturali e di sviluppo ai quali ispirarsi, è quella di diffondere la conoscenza delle politiche attive del lavoro per promuovere l’occupazione e lo sviluppo nel nostro territorio. L’obiettivo è quello della realizzazione di una rete che leghi operatori del settore, amministratori locali, associazioni datoriali, esperti del mercato del lavoro e semplici organizzazioni di persone, tutti ispirati dalla ricerca del bene comune. Si tratta di un lavoro principalmente culturale, ma anche operativo, che leghi appunto le competenze con le motivazioni etiche, morali e sociali e fornisca anche risposte alle esigenze di quei tanti ragazzi che sembrano senza speranze. Fornire appunto una speranza a chi l’ha persa o si è arreso, dimostrando che si può fare”.
A seguire, ha preso la parola il prof. Dario Caroniti vicepresidente dell’associazione e docente di Storia delle dottrine politiche dell’Università di Messina il quale ha spiegato che: “questo non è un semplice convegno ma l’inizio di un percorso che mette insieme operatori, del sociale, amministratori locali, rappresentanti del mondo della scuola e della società civile. Vuole essere questo un tentativo per costruire un percorso di speranza in un momento in cui c’è tanto sconforto e sfiducia nel futuro, specie tra i giovani, per mancanza di prospettive. Solo con l’accettazione di regole si può costruire un percorso per ricostruire una comunità. In questo disegno è importante parlare di legalità per tentare di stimolare contributi per. Ricostruire i presupposti della legalità attraverso le leggi.”
Sulla stessa lunghezza d’onda Lucio Carnabuci presidente dell’A.N.P.S. sezione di Taormina il quale dopo aver ringraziato gli organizzatori per aver coinvolto nel progetto sulla legalità anche la Polizia di Stato, ha spiegato l’importanza di queste iniziative che servono a far riflettere ed educare i cittadini. Spunti di riflessione che i soci dell’Anps spesso diffondono con giornate sulla legalità organizzate per gli alunni delle scuole.
Dopo gli interventi degli organizzatori ha preso la parola il vicesindaco di Taormina Mario D’Agostino il quale dopo aver porto i saluti dell’amministrazione comunale ha detto: “In un momento di dissesto morale come quello al quale stiamo assistendo un convegno come questo che propone un nuovo percorso per diffondere messaggi di speranza che elogiano la giustizia è un’occasione di confronto per fare delle riflessioni serie per capire che ognuno di noi deve dare un piccolo contributo per dare voce alla legalità.”
Poi è stata la volta di un politico di razza e di autorevole esperienza politica, l’On. Nello Musumeci (Deputato e presidente della commissione parlamentare antimafia dell’ARS) il quale ha esordito sottolineando che: “Comprendo chi ritiene che la politica sia diventata una sorta di luogo di infamia dal quale mantenere le distanze. Sono contento di essere qui perché invece credo nella politica. Ringrazio Natale Lisitano per avermi dato questa opportunità di intervenire e perché ha dimostrato con le sue iniziative di essere un tenace assertore di un percorso che serva a stimolare un azione improntata sulla legalità che possa servire a esercitare sulla politica e sui politici un richiamo verso le proprie responsabilità come purtroppo spesso non avviene. La legalità è uno strumento di speranza, lo diceva anche il giovane giudice Livatino vittima della mafia. La Politica ha perso autorevolezza perché ha perso di credibilità. Si è credibili quando si è coerenti. Coerenti sempre. La politica purtroppo utilizza un linguaggio prima di una competizione elettorale e poi spesso non è coerente. La politica deve andare oltre la legalità ed è errore pensare che la politica debba essere rispettosa solo della legalità lo stesso deve fare anche una comunità. C’è bisogno di regole extrapenali perché c’è bisogno di un opera di prevenzione per evitare che si possa commettere un reato. Un reato commesso da un politico crea un disvalore morale peggiore se lo avesse commesso un comune cittadino. Un esempio, un politico cammina con un noto mafioso, non commette un reato penale per il nostro codice però commette un reato morale. Il politico viene mene ad un proprio obbligo cioè il dover essere attento non solo a quello che si è ma anche a come si appare perché il politico rappresenta le istituzioni e così facendo le rende poco credibili. Per questo c’è bisogno di norme comportamentali extrapenali capaci di trasmettere una condotta della politica che non si presti ad equivoci. Invece spesso ciò non avviene. La gente dalla politica pretende un comportamento integrale ma anche il cittadino ha anch’esso la responsabilità morale di dover scegliere il politico onesto. Una società civile malata esprime un ceto politico malato, una società civile sana esprime un ceto politico sano. L’Assemblea Regionale Siciliana è lo specchio di questa Sicilia. Non solo i cittadini, ma anche la politica deve fare la sua parte. Deve tornare alle regole e selezionare una classe dirigente sana e corretta. La politica deve essere costruttiva ed avere capacità di crescere come il contadino pianta un albero di ulivo davanti casa pur sapendo che saranno i suoi discendenti a godere dei frutti. Se voi cittadini e noi politici operiamo in tal senso possiamo restituire speranza a tanta gente che l’ha persa. Far vincere la buona politica sulla mala politica dipende sia da chi vota sia da chi è stato votato. Per tali motivi il Progetto speranza merita tantissimo apprezzamento perché almeno per una volta ci invita a riflettere”.
A concludere la serie degli interventi è stato il protagonista della serata, il regista Fernando Muraca autore del film “La terra dei santi”. Autore di tante fiction di successo come Don Matteo, il commissario Rex ed altri, nel suo breve intervento che ha preceduto la proiezione del film ha detto: “Natale Lisitano ci mette il cuore in quello che fa e al cuore bisogna rispondere perché dal cuore può venire un vero ribaltamento. Per questo ho deciso di rispondere a questa chiamata. Tante volte mi sono rifiutato di fare un film sulla mafia secondo i canoni tradizionale del film d’azione perché spesso non fa altro che esaltare tali poteri. Ho accettato di farlo perché ho avuto la possibilità di documentare non tanto quello che la ndrangheta fa, quello già si sa, ma cosa accade all’interno delle famiglie mafiose, su cosa si fonda questa realtà, quali sono le sue radici antropologiche. Ho posto come condizione che potessi fare un film dove i protagonisti fossero state le donne e i bambini che sono il futuro della nostra terra. E’ importante conoscere e capire certe dinamiche e coinvolgere soprattutto le scuole per creare gli anticorpi per combattere tali fenomeni. Ho scelto questo titolo perché la terra di Calabria ha dato i natali a tanti santi ortodossi. Il titolo ha un senso simbolico perché il popolo calabrese merita di ritrovare una speranza”.
Al termine della proiezione del film Muraca dopo aver spiegato alcune scene chiave del film ha risposto alle numerose domande poste dal pubblico attraverso le quali si è dato vita ad un interessante confronto tra il regista e la platea.
ROSARIO MESSINA