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La Democrazia della Bellezza II/III. Alla scoperta di un antico gioiello della valle dell’Alcantara: Motta Camastra

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Motta Camastra – “Oggi si va alla foce dell’Alcantara”, mi fà il mio amico Gianfranco un giorno durante il periodo di Pasqua. Era un pomeriggio uggioso, di una anomala giornata di primavera e dopo aver camminato per un po’ mi imbatto in un magnifico paesaggio “canadese”: la grande foce del fiume Alcantara che sgorga dal bosco del parco naturale del fiume.

E’ il pomeriggio di sabato 8 ottobre e, decidendo di fare il percorso al contrario per capire dove tutto ha avuto inizio, salgo sulla corriera dell’Interbus e mi avvio a risalire lungo la strada statale che costeggia il fiume risalendo l’antica ancestrale vallata. Il paesaggio è di quelli che non scordi mai, la vallata è enorme, segno di una stratificazione geologica intensiva e poderosa, e ti sembra di essere sospeso tra la terra e il cielo. Il mare in lontananza fa da sfondo pittorico e figurativo al quadro naturalistico offerto dallo spettacolare abbraccio tra il cielo e le montagne. Superiamo Graniti e già notiamo, uno dopo l’altro, Francavilla di Sicilia e Castiglione. Quando lasciamo, a Fondaco Motta, il bivio per Francavilla per imboccare la salita verso Motta Camastra lo spettacolo che si schiude davanti è sorprendente: un gruppo di antiche case incastonate nella roccia e a strapiombo sulla valle ti danno il benvenuto. Ad un certo punto sei costretto ben volentieri a scendere dalla corriera e a salire a piedi, come se ti dicessero: “adesso lasciati prendere per mano”, e ti ritrovi sospeso tra la terra e il cielo ad imboccare l’unica strada principale, via Roma, che ti accompagna verso il centro del paese mentre diventa corso Umberto.

La sagra della noce vede tutti i “mottesi” in strada coinvolti in iniziative che vanno dalla vendita di prodotti tipici (il pesto, la marmellata ed il liquore alle noci) alla distribuzione di specialità dolciarie tipiche (i mostaccioli, gli strafacciuoli, i panzerotti). Continuo a salire e già comincio ad incontrare le prime “mamme del borgo” che offrono il loro menù casereccio ed economico per un buon pranzo o una cena a base di ravioli, maccheroni e quant’altro. L’atmosfera è calorosa e accogliente, lontana da quella artificiosa e artificiale di  borghi turistici similari, qui tutto è più sincero e più autentico nella sua semplicità e questa ospitalità così attenta e premurosa ti fa smettere gli abiti del turista per sentirti parte della comunità in un abbraccio che non ti abbandona. Continuo il mio percorso animato da maggior entusiasmo e curiosità e mi imbatto in alcune botteghe di artigianato locale, soprattutto lavori in vimini e legno intarsiato per ceste, cestini e suppellettili. La visita alla bottega dei presepi di Massimo Bartucciotto è una vera esperienza visiva ed artistica, qui trovi ogni sorta di presepi rappresentati in tutte le forme e le sperimentazioni possibili, persino in oggetti iconici come un televisore o un telefonino. Immancabili, poi,  gli spettacoli allestiti per l’occasione: la banda locale, gli sbandieratori, i fuochi d’artificio. Lungo il corso anche l’antica Chiesa dell’Annunziata, di probabile origine normanna, che reca degli interessanti portali medievali, si mescola ad un’architettura fatta di case e casupole antiche e a piani con tutto un andirivieni di scale, di vicoli, di piazzuole e di scorci sulla valle da dove si intravede un panorama mozzafiato.

Fino ad arrivare ad una grande piazza circolare, piazza Roccamare dove ti sembra di toccare il cielo e le montagne accanto. Il tempo scorre in fretta  e non riesci più a capire dove sei, l’aria è magnifica, i colori tersi e nitidi delineano i contorni di un paesaggio da presepe e a dimensione profondamente umana. Ti sembra di sognare, le parole rimangono in gola e il pensiero ti fa dire soltanto: è un luogo meraviglioso! Arrivo più su fino a piazza Croce da dove si dominano tutti i versanti della “naturalmente regia valle” e parlando con il sindaco Claudio Bartucciotto mi rivela delle difficoltà economiche pregresse cui devono far fronte i piccoli comuni. Ribadisco la necessità di fare sistema, un sistema che attragga ed intercetti le numerose presenze italiane e straniere per fargli intraprendere un viaggio al di fuori del tempo e dello spazio ed assaporare una cucina tipica dai gusti indimenticabili, un vero luogo del benessere. Esiste. E’ in Sicilia. Si chiama Motta Camastra.

                                Sergio Denaro

 

 

Municipio Motta Camastra

Municipio Motta Camastra

Motta Camastra

Motta Camastra

Panorama Motta Camastra

Panorama Motta Camastra

Costone Motta Camastra

Costone Motta Camastra

Il Borgo

Il Borgo

 

 

 

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