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Trascendenza e “Decenza dell’umanità”. Patrimonio antropologico giuridico-etico-culturale alle radici della storia del mondo. Al centro della vita Cristiana che, fu e continua ad essere il fulcro culturale e spirituale del villaggio globale, vero motore di civiltà. Una conversazione con Enzo Farinella già docente di Antropologia filosofica nell’Università di Dublino, tra i massimi studiosi di Monachesimo d’Irlanda

22 Dicembre 2023 a cura di Mimma Cucinotta

 

Dublino, 22 dic. 2023 – In ogni individuo, che lo si creda o meno, abita una trascendenza unica, che costituisce un valore inalienabile. Libertà personale, giustizia, solidarietà, pace, uguaglianza tra tutti gli esseri umani, promozione di ogni forma di apertura a tutti come fratelli e sorelle, rispetto per la diversità e per individui e gruppi di fede diversa, senso profondo di appartenenza a una stessa tradizione intellettuale e spirituale comune, tutti hanno in sé quel senso di trascendenza che arricchisce la persona umana. Questa “trascendente” dignità personale rende tutti i diritti fondamentali e inviolabili, al di là di ogni interpretazione o influenza religiosa, sociale, filosofica, politica, strategico-militare, patrimonio antropologico comune e diritto culturale ed etico, definito “Decenza dell’umanità. Ovvero il principio culturale che guidò l’operato missionario di Cataldo e dei suoi confratelli.

Mosaico di San Cataldo nella Cappella Palatina Palermo

Mosaico di San Cataldo nella Cappella Palatina Palermo

Una nozione di cultura alle radici della storia del mondo e dell’Europa particolarmente al centro della vita Cristiana che, fu e continua ad essere il fulcro culturale e spirituale del villaggio globale, un vero motore di civiltà.

I pellegrini e i “saggi” medievali, uomini santi, studiosi itineranti per Cristo, tramite la funzione culturale e religiosa dei loro centri missionari o la loro fantasia creativa, hanno trasformato il mondo allora conosciuto, in particolare l’Europa, divenuti punti focali di irradiazione di valori etici e fondamentali.

Tra questi S. Cataldo: un Santo per il Terzo Millennio, grande taumaturgo irlandese, tanto venerato in Italia e quasi sconosciuto nella sua patria, al quale Enzo Farinella ineguagliabile studioso di Monachesimo irlandese, dedica il suo ultimo volume “L’Uomo venuto dal Mare”, pubblicato da Amazon Kindle, in lingua italiana ed in inglese.

Il libro ripercorre la vita del Santo, soffermandosi in particolare sul secolo VII che lo ha visto crescere a Canty in Irlanda, studiare ed insegnare a Lismore, e lavorare nella sua terra d’adozione, Taranto.

Un’opera svolta a protezione dell’inviolabilità della coscienza, solidarietà e promozione umana, dell’autonomia morale e civica, della dignità della mente consacrata alla ricerca della verità. Secondo i principi del cristianesimo alla luce del Vangelo, Cataldo promosse forme di accoglienza da rivalutare ai giorni nostri sul piano sacralità della vita della persona, valore supremo che non si può ignorare, perché fatti ad immagine e somiglianza di Dio.

Il libro quindi, “L’Uomo venuto dal Mare”, non tratta un racconto qualunque ma della storia di un Santo straordinario, celebrata ancora da migliaia di persone anche se vissuto 1,400 anni fà. Chiese sono state costruite in suo onore su cime azzurre di montagne lontane o ai bordi del mare, implorando la sua benedizione.

Andando indietro nei secoli, profonda devozione viene dedicata a San Cataldo, cui si erano perse le tracce nella memoria della gente e perfino del suo corpo. Ritrovato in perfetto stato di conservazione intorno al 1071, all’interno della Cattedrale di Santa Maria di Taranto. L’edificio in fatiscenti condizioni, distrutto dai Saraceni seguiva opere di ricostruzione ordinati dall’Arcivescovo Dragone.

Il libro di Enzo Farinella

Il libro di Enzo Farinella

Il rinvenimento ricondusse a San Cataldo per la iscrizione Cataldus incisa su una medaglietta in oro ritrovata sulle spoglie intatte del Santo, contenute in un sarcofago di marmo, di cui si narra, delicati profumi esalassero. La sorpresa fu immensa, giacchè del monaco irlandese se n’era perduta memoria per le continue devastazioni subite nel tempo dalla Città dei due mari. Il culto di San Cataldo si sviluppò nella fede dei tarantini, tanto da dedicargli la Cattedrale riedificata e luogo del ritrovamento, eleggendolo Patrono della Città.

 Monsignor Tommaso Caracciolo Rossi dei principi d’Avellino ( Avellino 1599 – Taranto 1663), uomo sapiente, Vescovo di Cirene e poi nominato da Papa Gregorio XIII, Arcivescovo di Taranto dal 30 marzo del 1637 fino alla sua morte, durante il suo mandato arcivescovile, ordinò nel 1658, l’ampliamento all’interno della Cattedrale della Cappella a Taranto, nota come Cappellone, un mausoleo in marmo pregiato dalla imponente bellezza artistica dedicandola a CATHALDUS o CATALDO.

 San Cataldo, divenne patrono della “Città dei due mari”, di cui per volere dell’Arcivescovo Caracciolo furono trasferite le reliquie del Santo, tuttora venerate dalla cittadinanza e da migliaia di turisti in visita annualmente al prezioso luogo di culto.

Ancora oggi la sua voce risuona nei cuori di tanta gente che implora la sua protezione. Egli placò il mare in più occasioni, ridiede la vista a ciechi, la parola e l’udito a sordomuti. Quale rifugiato e naufrago, superò pericoli in mare di un viaggio rischioso attraverso valichi di montagne e valli nell’Europa del tempo, ricoprendo a piedi oltre 6,000 km.

Cathaldus fu uno dei tanti pionieri che lasciò l’Irlanda, dove nacque, per portare Cristo al mondo allora conosciuto. Compì molti miracoli, tanto da acquisire la fama di operatore di prodigi. Recuperare la sua storia insieme a quella dei suoi confratelli, anche se in molti casi non abbiamo documenti storici, è urgente.

Il ritorno alla verità, esposta dai Santi e studiosi dell’Irlanda, dai tempi di S. Patrizio in poi è impellente. Essi hanno portato il Vangelo e la cultura nelle varie scienze, fondando la civiltà occidentale. Per queste ragioni si rende necessario avvicinarsi alla loro vita e quella di San Cataldo, cui in Italia lungo tutto il territorio nazionale sono stati dedicati nel tempo oltre 100 luoghi di culto.

I monaci irlandesi, veri missionari e visionari come Colombano in Francia e Italia, Colm Cille in Scozia, Aidan in Inghilterra, Virgilio in Austria, Marianus Scotus in Germania, e i discepoli di S. Benedetto influenzarono storia e cultura europee. Diedero un decisivo contributo al rinascimento della civiltà europea, creando ponti d’oro tra l’Irlanda e l’Europa. Cataldo fu uno di questi.

Portarono una nuova visione dell’essere umano, essenzialmente “relegato”, ricco di un intimo nostalgico “élan vital” trascendente. “Tutti posseggono e sentono un tale stimolo. E tutti hanno capito e onorato il potere che appartiene a ciascuno di noi fin dalla nascita”, dichiarò Plutarco, in “Moralia” Vol. V, Isis e Osiris, nel primo secolo.

Tra i vari capitoli del libro di Enzo Farinelladesideriamo segnalare quelli che trattano le origini del monachesimo irlandese, che ha plasmato la vita di Cataldo (cap. 2), la radice della fratellanza cosmica (cap. 3) e il sistema educativo irlandese che ha determinato e promosso l’azione missionaria di questi monaci cap. 4).

Il monachesimo irlandese dal V al XIV secolo fu un capitolo importante nella storia dell’umanità.

La Grecia prima e l’Italia dopo produssero simili movimenti che contribuirono sostanzialmente al nuovo volto dell’Europa e del mondo. Tuttavia, dobbiamo agli irlandesi la predicazione di una nuova cultura, fondata sulla Buona Novella dei Vangeli. L’opera di Cataldo a Taranto fu determinata da simili principi ed egli si prese cura dei tarantini perché tutti portatori dell’immagine di Dio.

Una domanda per tutte. Chiediamo al professor Enzo Farinella di rappresentare lo spirito che anima la stesura dei suoi testi sui monaci d’Irlanda e, l’ultimo sulle gesta di S. Cataldo. “Sono sempre più convinto sul piano storico-culturale che umano, quanto l’archeologia di valori perduti e principi di vita di quei tempi devono essere dissotterrati e riproposti per il nostro tempo. Un tempo che va, mentre il mondo, anche se connesso globalmente, si disintegra e frammenta. Scorrendo i percorsi della tradizione celtica troveremo il modello di vita cui ispirarci.Terra di missione della attività missionaria dei monaci irlandesi, furono l’Italia, l’Inghilterra, la Francia, la Germania, l’Austria, la Svizzera e i vari luoghi dove si sono recati. Recuperare le loro storie è urgente. In verità, bisogna riconoscere che all’Irlanda va il merito di aver introdotto un movimento teologico di rinascita, culturalmente illuminante con i suoi valori esoterici e civilizzanti nelle varie nazioni d’Europa. I suoi figli, portando cristianesimo e cultura nel Continente, divennero insegnanti di intere nazioni e consiglieri di Re e Imperatori”.

Cappella di San Cataldo

Cappella di San Cataldo

La copertina del libro con il prof. Enzo Farinella

La copertina del libro con il prof. Enzo Farinella

I libri di Enzo Farinella

I libri di Enzo Farinella

i libri di Enzo Farinella

I libri di Enzo Farinella

Enzo Farinella, nato a Gangi in Sicilia, è sposato con Barbara; ha quattro figli: Santina, Gioacchino, Aisling ed Enzino Làszlò; e sei nipoti: James, Giulia, Franca, Skye, Olive-Elisa e Willow. Già docente di Antropologia filosofica nell’Università di Dublino, saggista e giornalista, ha collaborato con Radio Vaticana ed ANSA dall’Irlanda dove vive da cinquant’anni. Messaggero di Pace per le Nazioni Unite, Cavaliere della Repubblica Italiana, Priore d’Irlanda per l’Ordine Capitolare dei Cavalieri della Concordia, Membro dell’Accademia Zelantea, referente a Dublino dell’Associazione di Volontariato: I Cittadini contro le mafie e la corruzione, plurilaureato, è stato per 20 anni Addetto Culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Dublino dove vive da cinquant’anni. Molte le sue conferenze sui legami tra Italia e Irlanda e in particolare sul lavoro dei monaci irlandesi nelle varie nazioni europee in Europa e in USA.Alcuni dei suoi volumi :E-Books:Dall’Atlantico al Mediterraneo, Appstore Apple “New Life Book”,2015.At the Roots of the History of Europe: Amazon, 2017Italy and Ireland – Two Stars under the Sky of Europe –, Amazon, 2020Under the Sky of the ‘Fair’ Islands – Irish Pilgrims in Britain and Europe, Amazon, 2020In the Land of Tulips – Irish Pilgrims in Benelux and Europe, Amazon, 2020Born in Ireland, Lit up Austria, Irish monks and Pilgrims in Europe and Austria, Amazon 2021Time for Action – Bonds between Italy and Ireland, Amazon 2021.Born in Ireland, Lit up Switzerland – Irish monks in Europe and Switzrtland, Amazon, 2021.Born in the Emerald Ireland, Lit up the Black Forest – Irish Pilgrims in Europe and Germany, Amazon 2022.

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Una fase storica importante ma poco conosciuta anche in contesti culturali di rilievo. Mercoledì 27 settembre la monumentale cittadina del territorio Acese della provincia catanese, splendida cornice di un evento promosso e curato da Antonella D’Addato presidente FIDAPA. Ospite Enzo Farinella tra I massimi esperti europei di storia del monachesimo medievale d’Irlanda. L’intervista

A cura di Mimma Cucinotta 

Ad Acireale antica e monumentale cittadina della provincia di Catania risalente al XIV secolo, si parlerà d’Irlanda, terra di magia, attrattiva di tanti italiani, giovani e meno giovani. È proprio di qualche anno fà, una visita culturale nella verde Irlanda, cui ha preso parte un parterre di cittadini appartenenti all’hinterland acese. Tra cui il Sen. Niccolò Grassi Bertazzi e la Presidente della FIDAPA Antonella D’Addato, promotrice mercoledì, 27 settembre, alle ore 17:00, nella Sala Stampa del Comune, di un evento culturale che avrà al centro una pagina illuminante ma poco nota della storia irlandese e inglese ma anche italiana ed europea oltre che ecclesiastica.

Ospite di eccezione della serata ad Acireale il professor Enzo Farinella, esperto di storia medievale irlandese.

Antonella D'Addario

Antonella D’Addario

Un invito rivolto dalla dottoressa Antonella D’Addato, giunta quasi al termine del proprio incarico alla guida dell’ associazione culturale tra le più prestigiose in Italia, la quale ha inteso dedicare particolare attenzione all’opera missionaria del monachesimo d’Irlanda attraverso un approfondimento mirato alla conoscenza del “Contributo culturale dei monaci medievali irlandesi all’Europa e all’Italia”, nel periodo immediatamente successivo la caduta dell’Impero Romano nel 476 d.C..

Un percorso storico denso di particolari e poco conosciuto per il quale la presidente FIDAPA ha puntato su uno dei massimi ricercatori europei in materia: Enzo Farinella siciliano da cinquant’anni in terra irlandese già docente nell’Università di Dublino componente della Casa Comune Europea, di cui l’Irlanda fa parte dal 1973.

Al Prof. Enzo Farinella, chiediamo il motivo per il quale una importante pagina di storia irlandese emerga così poco nei dibattiti culturali?

EF: “La risposta richiede una valutazione articolata partendo dalla considerazione che i romani non conquistarono la Terra d’Irlanda e il patrimonio culturale fino ad un certo punto non fu intaccato. La pagina più bella e gloriosa di questa storia va da S. Patrizio, l’Apostolo dell’Irlanda, vissuto tra il 385 e il 461, alla fine del secolo VIII, con le sue scuole, famose in tutta l’Europa e poi con il suo movimento di “Peregrinatio pro Christo”. Le sue scuole hanno visto Re, Nobili e persone comuni, provenienti da ogni parte d’Europa, alla ricerca di sapere. Molti Re si sono serviti dell’opera dei monaci medievali irlandesi per la creazione di scuole palatine da cui sono sorte le varie Università europee. Tra questi, i Re inglese Adalbert invitò il suo maestro Sweeney di Ckonmacnoise ad assisterlo nella fondazione dell’Università di Oxford sull’esempio delle Scuole irlandesi, dove aveva studiato. In Francia La Sorbona di Parigi è nata dalla Scuola Palatina, diretta da Clemente e John Scotus Eriugena, due eminenti monaci irlandesi. L’Università di Vienna, le Schottenschule e i Shottencloster si devono ad altri monaci irlandesi, in particolare a Clemente e Donaldus, nel 1365. Quest’ultimo firmò anche il charter dell’Università di Praga nel 1348. Sempre in Austria, i SS. Rupert e Virgilio fondarono la città di Salisburgo. Il Consiglio della Baviera inoltre, nel secolo VIII, dichiarò che il sistema scolastico introdotto da Virgilio, era il modo migliore per far progredire culturalmente i suoi abitanti. Nella vicina Svizzera S. Gallo fondò un centro di cristianità, famoso fino ai nostri giorni. E poi in Italia, S. Colombano fu l’Abate di Bobbio (Piacenza), il monastero che venne chiamato “Montecassino del Nord” per la sua importanza culturale, filosofica e di centro studi umanitari e classici. Colombano venne chiamato da Robert Schumann il Santo Protettore di quanti lavorano per un’Europa Unita e fu il primo grande europeista 200 anni prima di Carlo Magno.

Il movimento della “Peregrinatio pro Christo” poi diffuse cultura e cristianesimo in tutta l’Europa.

Purtroppo, a partire dall’inizio del secolo VIII, i vichinghi hanno distrutto gran parte di quanto i monaci irlandesi avevano costruito. In seguito, la dominazione inglese, durata per circa 800 anni, dal 1170 al 1921, ha cercato di cancellare ogni parvenza di cultura e vita irlandese.

Il prof. Enzo Farinella

Il prof. Enzo Farinella

Particolare attenzione è stata rivolta dai monaci irlandesi alla sacralità della vita. In che modo si è distinta la loro azione?

“I monaci medievali irlandesi hanno attenzionato la persona umana, come essere privilegiato ed unico, riscattando dalla schiavitù molti esseri umani.

Oltre, 1,300 anni fà l’Abate Adamnàn ebbe approvata una legge – “Lex Innocentium” – contro la violenza nei riguardi di donne e bambini in tempi di guerra. Forse un nuovo Adamnàn potrebbe oggi levare alta la voce contro la violenza sulle donne, come fanno due benemeriti centri di Acireale: Il Bucaneve e la Madonna della Tenda di Cristo che si battono per ridare dignità alla donna”.

Principi e valori fondamentali purtoppo calpestati e falcidiati da orrifiche azioni che riportano alla mente “Where is love” bellissimo brano del 2003 dal contenuto sociale dei Black Eyed Peas, gruppo musicale alternative hip hop statunitense, formatosi nel 1995 a Los Angeles.

Dov’è l’amore? cantavano:

People killin’, people dyin’

Children hurt and you hearv them cryin’

Can you practise what you preach?

Or would you turn the other cheeck?

Father, father, father, help us

Send some guidance from above

Cause people got me, got me questionin’

Where is love

(Traduzione in italiano

Gente che uccide, gente che muore

Bambini feriti che piangono

Si può praticare quanto si predica?

O si può voltare l’altra guancia?

Papà, papà, papà,  aiutaci

Mandaci una guida dall’alto,

Perché la gente mi ha preso, mi chiede

Dov’è l’amore?)

È questa una domanda che ci si può porre quando si vede un Putin che invade un paese pacifico o quando si sente un commento o un coro razzista. E quando si assiste all’imperversare egemonico degli Stati Uniti nel mondo e dunque in Europa in relazione all’attuale conflitto in Terra Ucraina per Il quale una corretta analisi geopolitica non può non considerare le influenze Nato in aree che, secondo lontani accordi del 1982 tra Washington e Mosca non sarebbero dovute divenire basi del North Atlantic Treaty Organization.

Alla conferenza curata dalla Presidente FIDAPA Antonella D’Addato ,oltre al Prof. Enzo Farinella, hanno già aderito il neo Sindaco Roberto Barbagallo, Enzo Di Mauro addetto alla Cultura cittadina, il Prof. Rosario Francesco Antonio Faraci dell’Università di Catania, membri della FIDAPA e altre personalità.  

Da ricordare che negli scorsi anni, Acireale ha ospitato diverse delegazioni culturali irlandesi, ricevute dai Sindaci del tempo. Compresi massimi rappresentanti dei corpi diplomatici, tra cui l’Ambasciatore della Repubblica irlandese in Italia, Frank Cogan è stato accolto dal Sindaco Saro Sciuto, e l’Ambasciatore d’Italia in Irlanda, Lorenzo Tozzoli, ha ricevuto gli onori di casa dal Sindaco Basile.

Terra di Irlanda

Terra di Irlanda

I libri di Farinella dedicati all'Irlanda

I libri di Farinella dedicati all’Irlanda

Enzo Farinella, nato a Gangi in Sicilia, è sposato con Barbara; ha quattro figli: Santina, Gioacchino, Aisling ed Enzino Làszlò; e sei nipoti: James, Giulia, Franca, Skye, Olive-Elisa e Willow.Già docente di Antropologia filosofica nell’Università di Dublino, saggista e giornalista, ha collaborato con Radio Vaticana ed ANSA dall’Irlanda dove vive da cinquant’anni. Messaggero di Pace per le Nazioni Unite, Cavaliere della Repubblica Italiana, Priore d’Irlanda per l’Ordine Capitolare dei Cavalieri della Concordia, Membro dell’Accademia Zelantea, referente a Dublino dell’Associazione di Volontariato: I Cittadini contro le mafie e la corruzione, plurilaureato, è stato per 20 anni Addetto Culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Dublino dove vive da cinquant’anni.

Molte le sue conferenze sui legami tra Italia e Irlanda e in particolare sul lavoro dei monaci irlandesi nelle varie nazioni europee in Europa e in USA.Alcuni dei suoi volumi :E-Books:Dall’Atlantico al Mediterraneo, Appstore Apple “New Life Book”,2015.At the Roots of the History of Europe: Amazon, 2017Italy and Ireland – Two Stars under the Sky of Europe –, Amazon, 2020Under the Sky of the ‘Fair’ Islands – Irish Pilgrims in Britain and Europe, Amazon, 2020In the Land of Tulips – Irish Pilgrims in Benelux and Europe, Amazon, 2020Born in Ireland, Lit up Austria, Irish monks and Pilgrims in Europe and Austria, Amazon 2021Time for Action – Bonds between Italy and Ireland, Amazon 2021.Born in Ireland, Lit up Switzerland – Irish monks in Europe and Switzrtland, Amazon, 2021.Born in the Emerald Ireland, Lit up the Black Forest – Irish Pilgrims in Europe and Germany, Amazon 2022.

Email: enzo.farinella@gmail.com

Il prof. Enzo Farinella

Il prof. Enzo Farinella

 

    MIMMA CUCINOTTA

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San Patrizio fu un monaco o un chierico che divenne Ambasciatore del Papa per l’Irlanda e la Bretagna? Gli storici ne discutono ancora. Ma se non fu un monaco, San Patrizio, ebbe senz’altro parte nella riorganizzazione del monachesimo irlandese in termini di coesione sociale di una struttura comunitaria per la quale operò, con l’esperienza vissuta nel mondo celtico-pagano dell’Irlanda. St. Patrick, protettore d’Irlanda viene celebrato il 17 marzo. Dai fiumi ai monumenti simbolo del mondo si tingono di verde.

Dublino, 14 marzo 2023San Patrizio fu un monaco o un chierico che divenne Ambasciatore del Papa per l’Irlanda e la Bretagna? Gli storici ne discutono ancora. Ma se non fu un monaco, San Patrizio, la cui festa si celebra il 17 marzo, ebbe senz’altro parte nella riorganizzazione del monachesimo irlandese.

Dal VI al XIV secolo, i monaci irlandesi hanno segnato una tappa importante nella storia dell’umanità. La Grecia prima e l’Italia dopo produssero simili movimenti che contribuirono a dare un nuovo volto al mondo. Sono stati però gli irlandesi che hanno predicato giustizia, pace e solidarietà in un’Europa, devastata da decadenza di valori morali, caos sociale e orde di barbari, dopo il crollo dell’Impero Romano.

Essi hanno promosso la supremazia della persona umana, ricca di una sacralità intima, il mondo dei valori e la cultura per uscire dall’oscurantismo del Medio Evo, valori che l’Unione Europea cerca di illuminare nella rinascita post-pandemica e mentre guerre micidiali sconvolgono il mondo.

Il contributo religioso e culturale dato all’Italia e alle varie nazioni d’Europa in cui essi hanno lavorato, è incalcolabile, rendendo un grande servizio alla storia europea e al miglioramento della condizione umana. A loro dobbiamo il sorgere delle grandi Università di Oxford, La Sorbone di Parigi, Pavia, Praga, Vienna e Salisburgo.

San Patrizio

St. Patrick

Dal 432 in poi S. Patrizio diede inizio alla sua missione di ristrutturazione della società irlandese. Mentre oggi aggressioni ingiustificate e ingiustificabili passano come operazioni militari, distruggendo un’intera nazione, forse varrebbe la pena riflettere sul come Patrick operò la sua impresa creativa di una nuova nazione. Quest’uomo trasformò gli irlandesi “da razza di crudeli conquistatori, le cui galere erano temute su tutte le coste della Bretagna e della Francia, in una razza entusiasta del lavoro missionario, dell’apprendimento del latino e della vita contemplativa”. La sua attività politica fu quella di parlare a Re e capi tribù e spiegar loro onestamente la sua missione. In questo modo egli conquistò la loro adesione al Cristianesimo. In quel tempo la religione degli irlandesi era fondamentalmente passiva, basata su riti e contrariamente al Cristianesimo non era una religione di conversione. Tatto e pazienza caratterizzava il suo atteggiamento verso le cosiddette pratiche pagane dei Druidi.

Ciò rese la conversione dei membri delle comunità tribali solo una questione di tempo.

Allora clero, monaci e vescovi provenivano per la maggior parte dai ranghi dei Druidi. Egli non esitò a confrontarsi e accettare caratteristiche delle loro divinità nella nuova religione cristiana. Questo “contribuì a dare al cristianesimo irlandese un volto più umano di quello degli anglosassoni, ossessionati dall’idea del peccato”, come scrisse un cronista.  

Così, i suoi seguaci cristiani furono un richiamo costante a tutti che il fulcro centrale di una vera società per strutturarsi genuinamente stava nella fedeltà, generosità e coraggio e non nelle armi di offesa o difesa. In questo modo, Patrick operò una vera rivoluzione senza persecuzione o spargimento di sangue, Secondo un osservatore anonimo:Patrick divenne per la razza gaelica quel che Confucio fu per gli Orientali, Mosè per gli israeliti e Maometto per gli arabi”.

Questa la versione personale di Patrick nell’affrontare il problema della coesione sociale di una struttura comunitaria, che lui basò su quanto aveva appreso a Nantes, Lerins e Auxere in connubio con l’esperienza vissuta nel mondo celtico-pagano dell’Irlanda.  Il suo lavoro portò grandi frutti, tanto da essere acclamato come il Santo Protettore dell’Irlanda. 

Ricordiamo anche che St. Patrick, con l’aiuto di tre Re, tre Vescovi e tre Giudici raccolse e codificò il sistema legale che trovò in Irlanda. Egli inserì le nuove leggi in una collezione chiamata “Seanchas Mór”. Il cambiamento più radicale operato da lui fu sostituire un “Eric” per la legge del Taglione – “Lex Talionis . Mentre la vecchia legge permetteva il principio di giustizia retributiva “occhio per occhio e dente per dente”, Patrick rimpiazzò

Cattedrale di St. Patrick a New York

Cattedrale di St. Patrick a New York

questo codice inumano con un “Eric o una multa. Quindi, invece del codice di vendetta fisica che la vecchia legge permetteva, Patrick introdusse un’opera di carità al suo posto. Da non dimenticare che ciò accadeva nel V secolo.

Dove è nato S. Patrizio? In Scozia, in Galles, in Francia?

Il padre di PatrickCalpurnius, fu un “decurione” o un magistrato municipale di Nemthur, ora identificata con Dumbarton dove possedeva una “Villula”. Calpurnius pagava i salari agli uomini e ai soldati addetti a costruire la “Muraglia Antoniana”.

Nel “Biographical Dictionary of Eminent Scotsmen” si legge: “Il famoso Apostolo dell’Irlanda nacque vicino alla città di Dumbarton, nella Scozia occidentale, verso il 372 dell’era cristiana”.

Scott A. Boyd (1926) è della stessa opinione, anche se altri eminenti studiosi come Frédèric Kurzawa, la pensano diversamente.  

Per queste ragioni l’effige del Santo appare nella bandiera ufficiale e nello stemma del Consiglio del Dunbartonshire.

Situato nella parte Nord del fiume Clyde, Dumbarton, “Fort of the Britons” in Gaelico, figura eminentemente nella storia della nazione. Nel Medio Evo fu la capitale del Regno di Strathclyde dove lavorarono centinaia di irlandesi. Porto commerciale importante per secoli, Dumbarton divenne famoso per i suoi cantieri navali. La Cutty Sark, costruita nei suoi carenaggi, salpò dalla Scozia.

Oggi il Principe Harry e la moglie Meghan sono il Conte e la Contessa di Dumbarton.

Comunque varie altre località hanno la pretesa di essere il luogo natale di S. Patrizio, come Banwell – in Latin Bannavem Taburniae – un villagio dell’Inghilterra sud occidentale, in Somerset -. Nella “Confessione” di St. Patrick si legge che il suo luogo di nascita è Britannia; Ravenglass in Cumbria, oggi parte del Parco Nazionale del Comberland, una volta base navale importante dei Romani, chiamata Glannoventa, è un’altra.

Sarebbe stato mentre Patrick pescava nel vicino fiume Clyde che corsari lo rapirono e vendettero come schiavo al  re irlandese Niall of the Seven Hostages, che lo cedette a Muirche, re del Dál Riada. Aveva 16 anni. Durante sei lunghi anni di prigionia, Patrick si misurò con lingua gaelica e mitologia celtica, maturando la sua conversione al cristianesimo. Fuggito dalla custodia di Muirche, si diede alla vita consacrata,  divenendo diacono nel 407. Recatosi in GalliaS. Germano d’Auxerre lo consacrò Vescovo nel 420. Poi iniziò ad  evangelizzare la Britannia e l’Irlanda, affidatagli da Papa Celestino I.  Tale opera avvenne in vicinanza di pozzi di S. Patrizio.

Irlanda, questi luoghi pagani subirono una metamorfosi. Vennero cristianizzati, divenendo fonti di guarigione spirituale e fisica oltre che di rigenerazione cristiana con l’uso delle loro acque pure.

Ora Clonmel è gemellata con Gangi (Palermo) e Costa Masnaga (Lecco), Eysines (France), Trofaiach (Austria), Reading (England) e Peoria in Illinois.

Ogni anno cittadini delle suddette località si riuniscono al Pozzo di S. Patrizio non solo per rinnovare i loro legami d’amicizia ma anche nella speranza di una nuova rinascita in spirito e umana solidarietà. Secondo tradizione, St. Patrick rimase nelle sue vicinanze due anni, durante i quali promosse una nuova cultura d’amore e giustizia, convertendo molti alla fede cristiana.

Oggi una Croce celtica ricorda al mondo che quello fu uno dei primi luoghi cristiani irlandesi del V secolo a convertirsi.

St. Patrick day

St. Patrick viene celebrato da tutta la comunità irlandese del mondo il 17 marzo, data della sua morte nel 465. Diffuse nel tempo dall’Irlanda al resto del mondo, le festività propongono sfilate, banchetti con balli tradizionali irlandesi.

Il mondo si colora di verde nel giorno di San Patrizio, dagli abiti, i monumenti piu iconici dall’Empire State Building, all’Opera di Sydney ai fiumi.

La parata più rinomata al mondo per il St. Patrick day si svolge a New York City. La comunità irlandese celebra il patrono d’Irlanda dal 1762. Una gradiosa sfilata si snoda per Fifth Avenue raggiungendo la Cattedrale di San Patrizio.

Anche a Cichago, una parata di tre ore impazza per le strade della metropoli dell’Illinois, costeggiando il fiume tinto di verde per i festeggiamenti di St. Patrick, celebrato anche a Boston e a Montreal in Canada.

L’Irlanda celebra il santo patrono particolarmente a Dublino. Nella capitale si alternano concerti, incontri culturali, spettacoli delle tradizioni popolari irlandesi e momenti conviviali.

Enzo.farinella@gmail.com

Dublino

Dublino

Old_Saint_Marys_Clonmel

Old_Saint_Marys_Clonmel

La verde Irlanda

La verde Irlanda

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Gli scavi archeologici a Iona durati circa 60 anni e la scoperta nel 2017. Il monaco d’Irlanda vissuto 1.500 anni fa, studioso, poeta, principe, diplomatico e soprattutto un Santo. Columba o Colm Cille di Iona, fu irlandese, orgoglioso della propria nazionalità, portò religione, cultura e cristianità alla Scozia. A lui si deve la fondazione della nazione scozzese. Fu l’Irlanda, che le diede il nome di Scozia e l’arricchì di una propria letteratura e lingua. Nell’introduzione al volume di Enzo Farinella ‘Under the Sky of the Fair Islands – Irish Monks in Europe and Britain’, il Professor Thomas O’Loughlin dell’Università di Nottingham scrive: “L’apertura meravigliosa del senso di appartenenza di questi primi pellegrini irlandesi, orgogliosi di poter dire ‘Europa patria nostra….’

A cura di Mimma Cucinotta

Grotta di Fingal e S. Columbo

Grotta di Fingal e S. Columbo

Riteniamo sia anche nostro compito portare alla luce il lavoro dei pellegrini irlandesi che si sono prodigati in tutta Europa, diffondendo fede e valori riproponendo le fondamenta della civiltà occidentale, subito dopo il crollo dell’Impero Romano. Un compito, sul piano dell’informazione assolutamente ineludibile.

Disseppelliamo l’archeologia di valori e principi di vita di quei tempi, riproponendola per i nostri giorni, proprio nel momento in cui il mondo, anche se globalmente connesso, si sta disintegrando e frammentando.

Lo fa con travolgente enfasi, lo studioso di monachesimo celtico, Enzo Farinella, già professore nell’Università di Dublino, nel narrare libro dopo libro, con accurata meticolosità la storia del monachesimo irlandese. Un impegno costante per tanti anni di approfondimento nel cammino salvifico dei pellegrini d’Irlanda, con l’intento preciso di riportare alla luce un periodo storico tra i più fecondi della storia dell’Umanità. Per dare interezza al percorso immersivo nella storia civilizzatrice dei monaci irlandesi, diffusori di cultura ed evangelizzazione in Europa, ricorderemo l’irlandese Columba o ColmCille, figura approfondita nel volume di Enzo Farinella “Under the Sky of the Fair Islands – Irish Monks in Europe and Britain – (Amazon-Kindle). Studioso, poeta, principe, monaco, diplomatico e soprattutto un Santo, Columba, ha lavorato per la pace e la giustizia in tutti i settori della vita. La nascita di Uomini come Columba , sullo sfondo della attualità dei nostri tempi è rara nella preziosità delle rappresentatività delle sue opere sul piano antropologico-culturale e religioso.

Fu l’irlandese, orgoglioso della propria nazionalità, che portò religione, cultura e cristianità alla Scozia. A lui si deve la fondazione della nazione scozzese. Fu l’Irlanda, che le diede il nome di Scozia e l’arricchì di una propria letteratura e lingua.Sessanta dei suoi Re furono di razza irlandese.

I monaci irlandesi, veri missionari e visionari come ColmCille, Colombano, Aidan, Gallo, Virgilio, Fursey, Fiacre, Cataldo sono stati fondamentali nella promozione di cultura e valori; ed essi come i discepoli di S. Benedetto hanno influito sulla storia e sull’arte rendendo un contributo decisivo alla rinascita della civiltà europea. Hanno profuso durante il loro passaggio concetti etici e illuminanti sulla ‘Sacralità integrità e inviolabilità della vita’, essenza dei valori universali fondativi dei principi di rispetto della persona. Una grandiosa opera culturale e di evangelizzazione che i monaci d’Irlanda, germe di umani principi, oggi giuridicamente rilevanti come diritti fondamentali dell’Uomo, spesso disattesi. Un cammino influenzante e portatore di inclusività, prezioso seme del moderno processo di integrazione europeo, da rivalutare e rilanciare partendo dal messaggio missionario irlandese.

La storia di Columba per lungo tempo avvolta da un alone di mistero, parte dalla costrizione a lasciare la sua patria per stabilirsi intorno al 563, sull’Isola di Iona, una piccola isola dell’Oceano Atlantico  Questo luogo selvaggio e disabitato. Questo luogo selvaggio e disabitato, posto “alla fine del mondo”, trale Ebridi, davanti alla penisola di Mull, sulla Costa occidentale della Scozia, divenne con lui il posto di una sua rivoluzionaria attività. Fu da Iona che non solo la Scozia ma anche l’Inghilterra vennero cristianizzate. Trentatré anni prima dell’arrivo di S. Agostino nel 597 – il leader di una missione inviata da Roma per convertire l’Inghilterra – i monaci irlandesi avevano iniziato la conquista Cristiana della Bretagna.

Quì i suoi monaci produssero un imponente corpo di letteratura latina e irlandese. Durante 34 anni di attività missionaria, Columba punteggiò questa nazione di chiese, monasteri, scuole e “scriptoria” – il luogo dove i monaci copiarono Vangeli e opere letterarie -, partendo da Iona.

 Quì nacquero il Book of Kells – uno dei libri più belli del mondo, oggi in visone presso l’Università Trinity di Dublino – e, nel VI secolo, una Communitas Celtica, il cui modello potrebbe rinnovare l’Europa di oggi, promuovendo pace, riconciliazione, solidarietà, prosperità nel mondo con il dialogo tra civiltà.

Il “Centro di Pace Internazionale Comunitario”, fondato da Lord G. Macleod of Fuinary nel 1938 in quest’isola per onorare la memoria di questo intrepido missionario, si prefigge un tale compito.

Columba fu anche il Santo che per primo parlò del mostro di LochNess, 1,500 anni fà.

Adomnàn, ottavo Abate di Iona, suo biografo, 200 anni dopo la sua morte, riflettendo sul passar del tempo in quest’isola mistica, scrisse: “Se dovessi morire adIona, sarebbe una bella conquista. Non conosco luogo più bello sotto il cielo”.

La Grotta i Fingal

La Grotta i Fingal

 GROTTA DI FINGAL

MendelsonBartholdy, mentre componeva l’overture della “Grotta di Fingal” – un isolotto

vicino Iona -, osservò:Quando in un fausto futuro, mi troverò in mezzo a una folla delirante, con musica e danze attorno a me e mi assalirà il desiderio di ritirarmi nel luogo più solitario, penserò adIona”.

Lo storico e accademico LiamChambers dichiarò:Il nome di ColmCille rimarrà sempre tra noi come il benefattore disinteressato della Scozia. Egli venne non per distruggere ma per salvare, non per conquistare ma per civilizzare”.

Anche se non conosciamo molto della vita di Columba, ancora oggi nel terzo millennio  parliamo di lui come punto di riferimento. E lui rimane un personaggio di spicco della storia e del folklore sia della Scozia sia dell’Irlanda.

È veramente esistito?

Quattro Archeologi dell’Università di Glasgow hanno potuto dare una risposta positiva a questa domanda. “È stata la scoperta del secolo”, ha annunziato KenMacdonald, il corrispondente scientifico della BBC Scotland, l’11 luglio 2017. Gli scavi adIona sono durati circa 60 anni. Un isotopo radio-attivo ha permesso di arrivare all’età di un oggetto o un pezzo di stoffa, appartenuto in questo caso a S. Columba 1,500 anni prima.

 Così, il mitico St. ColmCille è esistito realmente.

Nato nel 521 atGartan, nella Contea di Donegal nell’Irlanda del Nord, e morto nel 597, ColmCille fu il nipote del Supremo Re d’Irlanda e, quindi, un successore accreditato al trono. Ma egli preferì divenire un Re in cielo.

Da giovane studiò nelle famose scuole irlandesi di Movilla e di Clonard insieme a vari altri Santi dell’Irlanda. Tra quelli che studiarono a Clonard – si parla di 12 Apostoli dell’Irlanda – ne ricordiamo uno in particolare, S. Ciaràn, il brillante fondatore del centro monastico di Clonmacnoise, la cui vitavenne falciata dalla peste all’età di 33 anni. La scomparsa di questo suo grande amico colpì profondamente ue costituì uno dei “Tre Dolori dei Santi d’Irlanda”. Il secondo fu l’esilio dello stesso Columba e il terzo l’allontanamento di St. Mochuda da Rathain.

Questi dispiaceri personali comunque e la peste dilagava in Irlanda  non scoraggiarono l’uomo d’azione, che fu Columba. Per 15 anni egli lavorò indefessamente, seguendo l’esempio dei suoi predecessori, S. Patrizio e S. Brigida con cui è compatrono di quest’”Isola di Santi e Studiosi”, fondando monasteri. Si dice che nella sola Irlanda del Nord ne fondò circa 30.

Quanto alla sua partenza dalla terra patria, alcuni agiografi affermano che lasciò l’Irlanda “di sua spontanea volontà e per il suo incondizionato amore per Cristo”. Altri sono del parere però che questo allontanamento fu dettato dal rimorso per la sua responsabilità nella battaglia di Cool Drevny, Sligo, nel 564, in cui molte vite sono andate perdute. La battaglia era stata causata da un verdetto del Giudice Diarmait contro ComCille per aver copiato senza permesso un Antifonario – un libretto di Salmi e preghiere che S. Finnian di Movilla aveva composto -, verdetto mai accettato. Allora un libro valeva più dell’oro. Inoltre Diarmait, divenuto Re nel Nord Irlanda, aveva ucciso ingiustamente un uomo rifugiatosi in un santuario, violandone la legge, in presenza di ColmCille. Per queste ragioni, egli scelse l’esilio.

 Di tutto questo e molto altro si può leggere nel libro di Enzo FarinellaUnder the Sky of the Fair Islands – Irish Monks in Europe and Britain – (Amazon-Kindle) -.

Il Prof. Thomas O'Loughlin

Il Prof. Thomas O’Loughlin

Il  Professor Thomas O’Loughlin dell’Università di Nottingham, scrive nell’introduzione: “L’apertura meravigliosa del senso di appartenenza di questi primi pellegrini irlandesi, orgogliosi di poter dire ‘Europa patria nostra’, è quanto si evince dalle pagine del libro. Se si coglie questo senso e, più importante ancora, se lo si condivide leggendolo, si potrà divenire parte di quei tempi remoti”.

Brevi cenni biografici

Enzo Farinella, ex-collaboratore ANSA dall’Irlanda e corrispondente per la Radio Vaticana, già docente nell’Università di Dublino, è nato a Gangi in Sicilia.

Messaggero di Pace per le Nazioni Unite, Cavaliere della Repubblica Italiana, Priore d’Irlanda per l’Ordine Capitolare dei Cavalieri della Concordia, Membro dell’Accademia Zelantea, referente a Dublino dell’Associazione di Volontariato: I Cittadini contro le mafie e la corruzione, plurilaureato, è stato per 20 anni Addetto Culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Dublino dove vive da molti anni.

Molte le sue conferenze sui legami tra Italia e Irlanda e in particolare sul lavoro dei monaci irlandesi nelle varie nazioni europee in Europa e in USA.

Alcuni incontri promossi dal professor Enzo Farinella :

Un’ombra sull’Europa – La tragedia dell’Irlanda del Nord – Roma 1990;

L’Irlanda: Terra di Magia – La cultura gaelica e l’Europa Unita – Catania, 1995;

Irish Italian Links – A long lastingfriendshipnowat work in the EUItalia-Irlanda: Un’amicizia secolare al lavoro nell’Unione Europea, Catania, 1997;

San Cataldo, an Irish Monk? Acireale-Roma 2002.

      TwinningsbetweenIreland and ItalyGemellaggi tra Italia e Irlanda –   Acireale-Roma, 2004.

      Cultural Links betweenIreland and Sicily – Sicilia –Irlanda: Legami culturali, – Palermo, 2005

Italia – Irlanda: Cultura e valori, – Alle radici dell’umanesimo personalistico europeoIreland and Italy: Culture and values – At the roots of the Europeanpersonalistichumanism, Szombathely, 2009

Sulle Strade del Mondo – Monaci irlandesi in Europa e in Italia. – On the Pathways of the World – Irish Monks in Europe and Italy, Szombathely, 2015

Dall’Atlantico al Mediterraneo – Santi e Studiosi Irlandesi all’Origine della Storia Europea, Roma, 2015.

On the Summits of the Highest Love – Irish Monks in Europe and SwitzerlandAufdenGipfelnderHoechstenLiebe – IrischeMoenche in Europa und in derSchweiz, Troina (EN), 2017.

Through Mountains and Valleys – Irish Monks&Pilgrims in Europe & Austria – ÜberBerge und durchTäler – IrischeMönche und Pilger in Europa und Österreich, Troina (EN), 2018.

From the Emerald Island to the Black Forest – Irish monksat the Roots of European and GermanHistory – Von derGrünenInselzum Schwarzwald – IrischeMönche an denWurzelndereuropäischen und deutschenGeschichte, Troina (EN), 2018.

Culture and Politics – Yesterday and Today – Irish Monksat the Roots of the European and French History – Culture et politique – Hier et Aujourd’hui – LesMoinesIrlandaisaux Racines de l’Histoire Européenne et Française, Troina (EN),  2019.

E-Books:

Dall’Atlantico al Mediterraneo, Appstore Apple “New Life Book”,

2015.

At the Roots of the History of Europe: Amazon, 2017

Italy and Ireland – Two Stars under the Sky of Europe –, Amazon, 2020

Under the Sky of the ‘Fair’ Islands – Irish Pilgrims in Britain and Europe, Amazon, 2020

In the Land of Tulips – Irish Pilgrims in Benelux and Europe, Amazon, 2020

Born in Ireland, Lit up AustriaIrish monks and Pilgrims in Europe and Austria, Amazon 2021

Time for Action – Bonds betweenItaly and Ireland, Amazon 2021.

Born in Ireland, Lit up Switzerland – Irish monks in Europe and Switzrtland, Amazon, 2021.

Born in the Emerald Ireland, Lit up the Black Forest – Irish Pilgrims in Europe and Germany, Amazon 2022.

Enzo è sposato con Barbara; ha quattro figli: Santina, Gioacchino, Aisling ed Enzino Làszlò; e sei nipoti: James, Giulia, Franca, Skye, Olive-Elisa e Willow.

Emailenzo.farinella@gmail.com

www.enzofarinella.com

Il prof. Enzo Farinella

Il prof. Enzo Farinella

Libri scritti dal Prof. Enzo Farinella

Libri scritti dal Prof. Enzo Farinella

S. Columba

S. Columba

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‘’Legami tra due stelle d’Europa’’ Amazon, 2020, primo della Collana “New Horizons” ripercorre la storia dei legami tra Irlanda e Italia attraverso le gesta dei monaci irlandesi diffusori di cultura nella vecchia Europa medievale oscurata dall’orda travolgente della barbarie. Il siciliano Enzo Farinella per quant’anni docente nell’Università irlandese, esponente del mondo culturale a Dublino, nel suo volume narra anche di italiani illustri autori e fautori di interconnessioni virtuose tra Italia e Irlanda. Per Guglielmo Marconi Premio Nobel per la fisica, scienziato inventore della radio su onde lunghe tutto ha inizio da Valentia – Ballybunion nella Contea di Kerry ……….

recensione a cura di Mimma Cucinotta

Enzo Farinella e la copertina del libro

Enzo Farinella e la copertina del libro

Mentre una cappa nera e maleodorante di cenere e sangue avvolgeva  l’era medievale, un bagliore sempre più chiaro si faceva  spazio nel tunnel buio dell’epoca, vivificando secoli di storia oscurati dall’orda travolgente della barbarie.

La luminosità del monachesimo irlandese trascinante e salvifico si espandeva  nei territori della vecchia Europa portando con se, conoscenza e cultura,  lasciandosi alle spalle vichinghi e saccheggi nei monasteri dell’isola d’Irlanda.

Incamminandosi così in un lungo viaggio dall’Atlantico all’Europa continentale, i monaci irlandesi esportarono civiltà e cultura in Francia, Germania, in Belgio, Austria e Italia.

“Italy and Ireland:Links between two stars of Europe”Legami tra due stelle d’Europa,  il nuovo saggio di Enzo Farinella , primo della Collana “New Horizons Amazon 2020 , descrive abilmente, legami storici, culturali e artistici tra Italia e Irlanda.

Un fascinosa ricerca delle profonde connessioni tra i due Paesi  narrata dallo studioso con sapiente  meticolosità. Enzo Farinella per lunghi anni docente di Antropologia filosofica nell’Università di Dublino, declina nel testo, l’intellettualità storica dei monaci irlandesi dal VI al XIV secolo, tra le pietre miliari della storia universale.

L’Irlanda piccola nazione, ma immensa, nei secoli passati  per impulso e slancio culturale in Europa e nel mondo incarna la sua opera negli instancabili  monaci irlandesi, impegnati a far germogliare i semi del  sapere restituendo cultura e valori a tutta l’Europa.

William Butler Yeats

William Butler Yeats

Iris Margaret Origo

Iris Margaret Origo

Dal periodo che seguì il disfacimento dell’Impero Romano, la storia del monachesimo ha ispirato la formazione di intellettuali di fama internazionale,  come  il poeta,drammaturgo, scrittore e mistico irlandese William Butler Yeats (Dublino, 13 giugno 1865 – Roccabruna Cuneo, 28 gennaio 1939) Premio Nobel per la Letteraturatura (1923), la scrittrice anglo – irlandese Iris Margaret Origo  (Birdlip, 15 agosto 1902 – Siena, 28 giugno 1988). I due umanisti  affascinati dall’Italia imprimeranno la loro influenza culturale alla letteratura italiana.

Ed ancora, come accennavamo, mentre l’ombra della barbarie avvolgeva l’Europa dell’età medievale, in Irlanda fiorivano scuole speciali paragonabili ad universitá, baluardo di civiltà e cultura nel nostro continente. La loro diffusione fu così straordinaria da permeare conquistando l’animo di Re e Imperatori di diverse nazioni europee. Affascinati dalla sapienza dei monaci d’Irlanda, questi ultimi divennero  loro consiglieri.

Italy and Ireland:Links between two stars of Europe,  il volume ispirato dalla meravigliosa opera del monachesismo irlandese, incanta e cattura il lettore pagina dopo pagina in un volteggiare di storie spesso sconosciute. Un contributo storico importante  che si aggiunge ai precedenti lavori del professore Farinella, di ricerca e approdondimento sull’ influenza culturale in Europa dei monaci d’Irlanda.

Il volume propone  una guida agli itinerari italiani in Irlanda e a quelli irlandesi in Italia. In  un ampio capitolo tratteggia il contributo medievale dei “Pellegrini” irlandesi all’Italia e all’Europa  indicando diversi gemellaggi che unendo cittadine dei due Paesi si prefiggono la costruzione di un’Europa più umana e più solidale.

San Colombano

San Colombano

San Colombanomonaco missionario  ed evangelizzatore irlandese, noto per la fondazione di importanti centri monastici in Europa, da Annegray, Luxeuil e Fontaines in Francia all’abbazia di Bobbio in Italia, fu definito  da Robert Schuman tra i padri fondatori dell’Unione europea autore della dichiarazione del 9 maggio 1950, il maggiore rappresentante  dell’ascetismo irlandese, il “padre dell’Europa moderna” e il Santo Protettore di coloro che posero le basi alla costruzione  di un’Europa Unita”.

 Dante Alighieri,citato nel libro, Signore de ‘al principio del cammin di Italiana lingua,  nella Divina Commedia fu guidato da visioni dell’aldilà da monaci medievali irlandesi autori del Rinascimento,

Enzo Farinella, siciliano di Gangi in provincia di Palermo da quarant’anni e più  in Irlanda, nel nuovo lavoro diffonde legami e rapporti che influenzano e intrecciano Italia e l’Isola irlandese. Lo studioso, protagonista egli stesso del mondo culturale a Dublino, annovera nel volume personaggi illustri del passato che dalle coste verdeggianti d’Irlanda resero omaggio italiana patria.

Tra i ‘’Legami tra due stelle d’Europa’’ spiccano, Cristoforo Colombo che nei lunghi viaggi transoceanici alla scoperta dell’America,  intorno al 1476 approdò a Galway in Irlanda da cui salpò per raggiungere l’Islanda e continuare le sue rotte.

Guglielmo Marconi

Guglielmo Marconi

Anche per Guglielmo Marconi , tutto parte in terra d’Irlanda, cui  era legato “per madre e per sposa”. La prima,  Annie Jameson figlia di John Jameson, fondatore della distilleria del famoso omonimo whisky a Dublino, fin dal 1780, la seconda, Beatrice O’Brien degli Inchiquinn una nobildonna irlandese, sua prima moglie.

Marconi, scienziato inventore della radio e premio Nobel per la fisica, Il 19 marzo 1919 avviava  da Valentia Island, isola irlandese al largo delle coste della Contea di  Kerry,  i primi collegamenti transatlantici radiofonici  su onde lungheorganizzando l’utilizzo mondiale e commerciale della radio.

Nelle interconnessioni storiche che influenzano positivamente i rapport tra le due ‘Stelle’, il comasco Carlo M. Bianconi nel 1802 giunto in Irlanda.  Il sistema dei trasporti irlandese fu rivoluzionato da quest’uomo con vetture trainate da cavalli. Durante le operazioni di trasporto e di guerra, comprò un cavallo e una cocchio dando inizio alla sua famosa flotta di carrozze che iniziarono a collegare le aree d’Irlanda. Nel 1837 Carlo Bianconi disponeva già di 900 cavalli e  67 carrozze.

Ritenuto  ‘’Molto interessante’’ dall’Ambasciatore Italiano a Dublino Paolo Serpi, il saggio di Enzo Farinella ha raccolto anche l’apprezzamento di Colm Ó Floinn Ambasciatore irlandese a Roma secondo cui il volume  ‘’offre un valido contributo allo studio dei collegamenti storici, culturali e religiosi tra Irlanda e Italia”.

Entrambi i due diplomatici hanno curato la prefazioni al libro. 

Enzo Farinella

Enzo Farinella

Enzo Farinella, nato a Gangi in provincia di Palermo,  già docente di Antropologia filosofica nell’Università di Dublino, studioso di monachesimo irlandese in Europa, giornalista corrispondente per ANSA  e Radio Vaticana dall’Irlanda, dove vive da 45 anni.  Per 20 anni Addetto Culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura a  Dublino, in atto fondatore e direttore di Casa Italia, organismo diretto agli scambi culturali Italia – Irlanda. Priore d’Irlanda per l’Ordine Capitolare  dei Cavalieri della Concordia, referente a Dublino del’Associazione di Volontariato: I Cittadini contro le mafie e la corruzione.

Alcune pubblicazioni sull’Irlanda

Through Mountains and Valleys , l’ultimo volume presentato da Enzo Farinella il 16 maggio 2019 all’ Ambasciata d’Irlanda a Vienna, su espresso invito dell’Ambasciatore Tom Hanney, in occasione della cerimonia del 50° Anniversario dell’Associazione Austro-Irlandese. 

Italia – Irlanda: Cultura e valori, – Alle radici dell’umanesimo personalistico europeo; Ireland andItaly: Culture and values – At the roots of the European personalistic humanism, Szombathely, 2009

Biografia completa http://www.paeseitaliapress.it/album_18_Enzo-Farinella-biografia.html

La copertina del libro

La copertina del libro

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ROMA. “Il Contributo culturale dei monaci irlandesi all’Italia e all’Europa” è il titolo del convegno organizzato dall’Università degli Studi “Sapienza” di Roma e dalla Fondazione “Roma Sapienza”  che si svolgerà nell’Aula Organi Colleggiali – Palazzo del Rettorato dell’Università Sapienza di Roma  (Piazzale Aldo Moro n. 5) giovedì 9 marzo 2017.

Tra i protagonisti del Convegno vi sarà anche il giornalista ANSA siciliano Enzo Farinella con il quale in passato abbiamo collaborato con il nostro giornale. Farinella parlerà del “Contributo culturale dei monaci irlandesi all’Italia e all’Europa” un tema che conosciamo bene poichè nell’estate del  2016 venne presentato in occasione di un convegno svoltosi a Giardini Naxos, organizzato dall’associazione scientifico culturale Mea Lux e dal nostro giornale.

Il programma del convegno prevede anche l’intervento di altri autorevoli relatori:

Antonello Folco Biagini (Presidente della Fondazione Roma Sapienza), Alessandro Saggioro (Coordinatore Dottorato di ricerca in Storia dell’Europa); Umberto Longo (dell’Università Sapienza che parlerà di “Origini e sviluppo del monachesimo e incontro con l’Europa“); Luigi Russo (Università Europea di Roma che parlerà dei “I frutti della Terrasanta: Templari e Carmelitani”)

L’INTERVENTO di  ENZO  FARINELLA:

 Il monachesimo irlandese dal VI al XIV secolo fu una tappa importante della storia universale, dopo il crollo dell’Impero Romano.

La Grecia, secoli prima, e l’Italia dopo, dominarono culturalmente la scena internazionale, contribuendo in modo significativo al nuovo volto della nostra Europa e del mondo intero. Bobbio in Italia, Iona e Lindisfarne in Gran Bretagna, Luxeuil in Francia, S. Gallo in Svizzera, Wurzburg e Ratisbona in Germania sono stati i centri culturali e religiosi più importanti, fondati da monaci irlandesi.

 Il crollo dell’Impero Romano ha segnato un momento traumatico nella storia europea. La frantumazione della sua unità politica ha determinato una crisi di valori e di istituzioni, dando origine a un periodo di confusione e di decadenza morale nella società. In questo quadro i monaci irlandesi sono stati i grandi protagonisti. Essi con la loro vita hanno dato prova come il potere dello spirito e il rispetto per i valori possono essere la chiave  di un cambiamento radicale e stabile. Con loro, la fede cristiana e i valori son divenuti la base di una nuova unità spirituale e politica, che ha gettato le fondamenta della futura Europa. Eccone alcuni esempi:

 Oltre 1,400 anni fà, transitava per le vie di Milano un uomo attempato, con bisaccia al collo, sguardo fiero e occhi penetranti. Lo accompagnavano alcuni amici che, come lui, seguivano un sogno. Si chiamava Colombano e proveniva da quella terra allora definita “finis terrae”, la fine del mondo. Anche se dimesso negli abiti, fu ben accetto alla corte di Re francesi e poi in Italia da Agilulfo e Teodolinda. E’ stato definito il più eminente rappresentante dell’ascetismo irlandese e uno dei più grandi europei del suo tempo.  Nella sua bisaccia custodiva manoscritti preziosi, tra cui l’Antifonario di Bangor – un libro di canti e preghiere per la comunità cristiana di Bangor nell’Irlanda del Nord -, uno dei tesori oggi della Biblioteca Ambrosiana della capitale lombarda.

Come Colombano, tanti altri confratelli della stessa nazione  si sono distinti in varie parti d’Italia. Ricordiamo tra questi S. Orso in Val d’Aosta, S. Donato a Firenze, S. Frediano a Lucca, S. Cataldo a Taranto, e così via.

L’Universita’ di Pavia e Parigi, quella di Vienna e Praga devono la loro nascita ai monaci irlandesi. Dappertutto, in Inghilterra, Scozia, Francia, Svizzera, Italia, Austria, Slovacchia, Russia, Islanda, Groenlandia, America… troviamo manaci irlandesi. Tante diocesi in Italia, Francia, Germania, Austria, Svizzera, Paesi Bassi, hanno un Santo irlandese come loro patrono e fondatore. Colombano, Cataldo, Frediano, Donato, Gall e tanti altri… fondarono monasteri che sarebbero divenuti città, come Bobbio, Fiesole, Lucca, Liège, Wurzburg, Regensburg, Salzburg, Vienna, S. Gallo.

 Ancora qualche esempio.

 Forse vi sarà capitato di prendere un taxi o un fiacre a Vienna, Parigi o al Cairo. Fiacre veniva chiamata – e lo è ancora – una carrozza trainata da un cavallo. Sembrerebbe che il primo vetturino, preso in locazione a Parigi, è venuto dall’Hotel St. Fiacre. St. Fiacre fu un altro monaco irlandese del VII secolo. Se avete sostato per un buon pranzo in un ristorante austriaco di una certa classe, puo’ darsi che l’avrete accompagnato con una gradevole bottiglia di Gruner Veltliner, assaporato delicatamente da un calice di cristallo francese Gobain. Ben pochi sanno però che questo vino bianco, proveniente dalla Wachau Valley, non lontano da Vienna, trae le sue origini dall’abbazia di Melk, famosa per la tomba di S. Koloman, un Santo martire irlandese dell’XI secolo.

Anche Gobain fu un monaco irlandese.  E’ stato un altro monaco irlandese, St. Adamnán, che, oltre  1,300 anni fà, scrisse ed ebbe approvata una legge sulla violenza contro donne e bambini in tempi di guerra, violenza oggi tanto spesso perpretata dal cosiddetto Stato Islamico e in tante zone di guerra.

Adamnán fu l’autore e il promulgatore, nel 697AD, della Law of Innocents or Lex innocentium. Mentre donne e bambini vengono oggi indiscriminatamente presi in ostaggio e a volte uccisi da seguaci senza scrupoli di ideologie fatali, Adamnán presentò, quasi 14 secoli fà, una serie di leggi che prevedevano l’incoluminità e il salvacondotto di vari tipi di non-combattenti in tempi di guerra, come donne e bambini, proibendone la loro uccisione o la loro cattura.

St. Cuthbert, anche lui irlandese, oltre 13 secoli fà, istituì leggi speciali sull’ambiente  che Verdi e Legambiente potrebbero rivisitare per una migliore protezione del nostro habitat.

Cuthbert amò gli animali. Visse da eremita in una piccola isola della foresta selvaggia nelle isole Farne, davanti alle coste inglesi della regione Northumbria. Ottenne l’emanazione di leggi speciali per proteggere l’edredone, un volatile che, proprio in suo ricordo, viene chiamato “uccello di Cuddy” e altri volatili sull’isola.  Ancora oggi questi nidificano a migliaia in quelle terre.

 Abbiamo sapere da vendere. Questa espressione, attribuita a Notker Balbulus, un monaco di S. Gallo (Svizzera), fu il nuovo grido rinascimentale di due monaci irlandesi, Clemente e Albino, nella piazza del mercato di Parigi e sotto i portici delle chiese nella Francia medievale. Essa rispecchia il periodo culturale dalla caduta dell’Impero Romano all’inizio del regno di Carlo Magno in occidente. La letteratura era allora quasi inesistente. I due monaci irlandesi, ben preparati nei vari settori dello scibile e nella Sacra Scrittura, chiedevano in contraccambio ai molti curiosi del mercato solo un po’ di pane, un tetto e alunni.

 I monaci irlandesi elaborarono nei loro centri monastici autentici capolavori di calligrafia, come il Libro di Kells, il manoscritto forse più bello del mondo, prodotto tra l’VIII e il IX secolo. Lo si può ancora ammirare nella Biblioteca del Trinity College di Dublino.  Questi uomini eccezionali produssero libri eccezionali. Le pagine luminosamente istoriate dei loro manoscritti, si dice, abbiano potuto influenzare perfino i colori vibranti dei dipinti di Fra Angelico e di molti altri pittori rinascimentali.  Ai monaci irlandesi, in particolare a S. Colombano, si attribuisce anche lo sviluppo di una forma di confessione del tutto privata di cui non esisteva un equivalente in Europa.

 Cosi’, dopo la caduta dell’Impero Romano, mentre l’Europa vagava nel sonno del Medio Evo, importanti scuole monastiche – vere università, come Clonmacnoise, Lismore, Bangor, Glendalough, … – sorgevano in Irlanda. Da esse cultura e valori sono stati riportati alla nostra Italia e alla maggior parte delle nazioni europee. E’ stato l’inzio del “Miracolo irlandese”, di cui Daniel Rops scrisse: L’Irlanda, tra il V e l’VIII secolo, è stata come una seconda Palestina, una nuova culla della fede cristiana. Mentre la cultura sprofondava in occidente, ciascuno di questi centri accendeva una torcia la cui fiamma sarebbe stata portata dappertutto.

L’Italia e l’Europa tutta sono debitrici nei loro riguardi.  L’Irlanda può vantare un certo credito per la sua missione in Italia, Gran Bretagna, Francia, Paesi Bassi, Germania, Austria, Svizzera e

altre nazioni. Tramite i suoi centri monastici, le sue fondazioni, le sue scuole, le sue cittadelle universitarie, i suoi scriptoria, essa si è prodigata per reintrodurre la cultura classica in Europa. Anche Papa Francesco ha voluto pagare un tributo all’operato dei suoi monaci, quando, dinanzi all’assamblea plenaria del Parlamento Europeo riunito a Strasburgo, ha ricordato le fonti lontane della sua cultura, che provengono “da substrati celtici”.

I monaci irlandesi hanno creduto nella forza del cambiamento. Il loro lavoro e soprattutto i loro ideali di rispetto per la persona umana e la sua dignità, di giustizia, uguaglianza e solidarietà tra tutti gli esseri umani, devono essere per tutti noi una sfida per lavorare con maggior vigore e costruire insieme la casa comune europea, che rimane il progetto politico più affascinante, più coraggioso e più importante che si sia mai visto in questi ultimi secoli.

La vita e l’operato di questi Santi e illustri monaci irlandesi, la cui memoria resiste il passare di secoli tumultuosi, dovrebbero essere uno stimolo ad agire con maggiore speranza e fiducia nel nostro comune futuro di giustizia e pace nell’Unione Europea.

Enzo.farinella@gmail.com

 

Ci piace notare come questi temi vengono esaminati e descritti dal siciliano, Enzo Farinella, nei suoi libri: Sulle Strade del MondoMonaci irlandesi in Europa e in Italia, Dublino, 2015, wcritto in italiano e inglese;

e Dall’Atlantico al MediterraneoSanti e Studiosi irlandesi alle Origini della Storia Europea, Roma, 2015 (solo in italiano).

Il prof. Enzo Farinella

Il giornalista Enzo Farinella

Enzo Farinella e Angela Lombardo

Enzo Farinella e Angela Lombardo presidente dell’associazione Mea Lux

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Ai margini di una suggestiva mostra su William Butler Yeats e sulla storia dei monaci irlandesi portatori di cultura in tutta Europa di ROSARIO MESSINA

Da sin. Saglimbeni Farinella e Lombardo

Da sin. Saglimbeni Farinella e Lombardo

Giardini Naxos (Me). Una bella pagina di cultura, patrocinata dal Comune, è stata scritta a Giardini Naxos a seguito di una iniziativa promossa dall’associazione scientifico culturale Mea Lux presieduta da Angela Lombardo e dall’associazione culturale Mediterraneo presieduta da Giovanni Saglimbeni che hanno accolto la proposta del Prof. Enzo Farinella di organizzare a Giardini una mostra sulla vita e le opere del Premio Nobel per la letteratura William Butler Yeats e sull’influenza esercitata da monaci, santi e intellettuali irlandesi dispensatori di cultura nei secoli in ogni parte d’Europa. L’evento si inserisce nell’ambito delle manifestazioni organizzate in occasione dei 100 anni (1916-2016) dalla rivoluzione irlandese per l’indipendenza dalla Gran Bretagna. Portabandiera e promotore di questa iniziativa è il prof. Enzo Farinella uomo di spessore culturale di origine siciliana (nasce a Gangi in provincia di Palermo) grande estimatore della cultura irlandese. Da oltre  quarantacinque anni egli vive e lavora in questa terra legata all’Italia da una “profonda amicizia” che dura da secoli anche grazie al ruolo ricoperto da monaci e studiosi irlandesi che nel corso dei secoli si sono adoperati per diffondere la cultura celtica e creare ponti culturali. Un legame, considerato dallo stesso Farinella, uno dei pilastri portanti attorno al quale si è sviluppata la filosofia  della Comunità Europea. L’Irlanda è meta preferita da tanti italiani quasi a sottolineare l’antico vincolo che ci lega a questa lontana terra. E’ molto apprezzata per il verde dei sui sterminati prati, il clima mite, la sua musica tradizionale, i suoi cavalli purosangue, i suoi ruscelli, la sua cultura e la sua letteratura che ha espresso Premi Nobel come il poeta e drammaturgo William Butler Yeats e il commediografo e romanziere George Bernard Shaw per non parlare poi di James Joyce una delle vette più eminenti in cui il mondo intero si specchia.  Enzo Farinella, giornalista e direttore del Centro culturale “Casa Italia” a Dublino, per oltre quarant’anni corrispondente da Dublino dell’agenzia Ansa e della Radio Vaticana a tal proposito ha scritto due libri “Sulle strade del Mondo” e “Tra l’Atlantico e il Mediterraneo” due saggi dove l’autore  realizza un’appassionata ricerca sul monachesimo irlandese e sulle radici cristiane dell’Europa. In questo momento storico caratterizzato dall’uscita della Gran Bretagna dall’UE   è quanto mai attuale l’esigenza di rafforzare i legami tra gli Stati membri dell’Unione. Conoscere, dialogare ed incontrare le varie culture europee si rende oggi necessario per ricreare solide basi che possano ridare linfa vitale all’Europa in un Mondo sempre più omologato e globalizzato. Un progetto culturale affascinante e intraprendente  al quale il prof. Farinella crede, che può contribuire a rinsaldare le fondamenta della “comune casa europea” così come fecero i monaci irlandesi che per secoli veicolarono cultura ovunque andassero.

Il prof. Enzo Farinella

Il prof. Enzo Farinella

Animato da questo spirito intraprendente  Farinella  è ritornato nella sua terra per far conoscere ai suoi conterranei pagine di storia e di cultura di questa sua seconda patria.   Dopo essere stata realizzata nella Filanda di  Roccalumera la kermesse è approdata a Giardini Naxos ed è stata  presentata domenica 28 agosto  all’Hotel Hilton.  La manifestazione è stata caratterizzata da un convegno e  dall’allestimento di una mostra composta da tredici banner  che raccontano la vita e le opere del Premio Nobel irlandese che sarà visibile fino a domenica 4 settembre.

Alla manifestazione animata dalla raffinata conduzione di Angela Lombardo sono intervenute numerose autorità, tra questi il Sindaco di Giardini Naxos Pancrazio Lo Turco, il Consigliere Comunale Rosa Pietrocitto che ha fatto da trait d’union tra gli organizzatori dell’evento ed il Comune nel coordinamento delle pratiche amministrative per patrocinare la manifestazione, la prof.ssa Nuccia Foti, presidente dell’Osservatorio dei Beni culturali della Riviera jonica- Valle dell’Agrò  della quale fanno parte 12 Comuni del territorio,  il Presidente della Proloco di Giardini Naxos Giuseppe Carmeni, il prof. Ignazio Vecchio, noto neurologo e docente di Storia della Medicina e Bioetica dell’ Università di Catania, la prof.ssa Cristina Tornali medico, poetessa e scrittrice, coordinatrice europea dame di Pitia e presidente dell’AIN (Associazione Italiana Neurodisabilità), l’assessore alle politiche promozionali e culturali del Comune di Motta Camastra Michele Oliveri,  il giornalista Salvo Fazio direttore del giornale on line “Videogiornale italiano.eu”, il regista Orazio Stracuzzi,   il prof. Neri Sardella scrittore e commediografo, il prof. Sergio Denaro studioso di storia anglosassone.

Il progetto del prof. Farinella  ha subito trovato terreno fertile sia nel nostro giornale il quale ha dato all’iniziativa  la visibilità  che merita sia nelle due associazioni che hanno accolto con entusiasmo la sua proposta. Il resto è storia, il Comune ha patrocinato l’evento  con un proprio contributo e il convegno ha avuto il successo che meritava.

Uno dei banner della mostra

Uno dei banner della mostra

 

William Yeats

William Yeats

L'intervento del direttore di Sicilia Felix

L’intervento del direttore di Sicilia Felix

Il Consigliere Comunale Rosa Pietrocitto

Il Consigliere Comunale Rosa Pietrocitto

IL CONVEGNO

Ad accendere i riflettori sul convegno, dopo l’inaugurazione della mostra sulla vita e le opere di William Yeats, sono stati i  presidenti delle due associazioni organizzatrici dell’evento che  hanno segnato l’inizio della kermesse con i loro rispettivi interventi. Ha preso per primo la parola Gianni Saglimbeni, presidente dell’associazione culturale Mediterraneo, il quale dopo aver ringraziato il prof. Farinella per la meritoria  iniziativa ed il sindaco di Giardini Naxos Pancrazio Lo Turco per aver sostenuto la realizzazione dell’evento, ha detto:”Assieme ad Angela abbiamo accolto con entusiasmo la proposta del prof. Farinella non solo per la valenza dell’iniziativa ma per offrire alla nostra cittadina una opportunità di spessore culturale. Pensiamo che Giardini Naxos non deve essere vista soltanto come una meta di turismo balneare ma anche come un punto di riferimento per iniziative culturali che possano far crescere nel tempo un turismo portatore di culture. L’iniziativa che oggi proponiamo è un esempio concreto che si può fare promozione turistica anche con questi eventi che sicuramente contribuiscono a costruire  ponti culturali con altre realtà europee.” Al termine dell’intervento Saglimbeni ha invitato il Sindaco ad intervenire. Il primo cittadino nel prendere la parola si è congratulato con l’iniziativa  sottolineando che: “l’evoluzione di una comunità passa anche attraverso iniziative come questa che contribuiscono alla crescita personale di ciascuno di noi. Ho sposato l’iniziativa perchè sono eventi come questo che ci fanno sentire cittadini di un’unica realtà, cittadini del mondo. Assistere ad un convegno culturale significa conoscere e  approfondire dinamiche storiche ed eventi che hanno vissuto altri popoli come la rivoluzione irlandese. Attraverso la mostra  ho molto apprezzato il personaggio di cui si parla stasera e per certi versi ho trovato molti punti in comune con la nostra letteratura potrei citare ad esempio il nostro Premio  Nobel Pirandello. La rivoluzione irlandese ha  molta assonanza con le stesse vicende che ha vissuto il popolo siciliano. e questo non fa che accomunarci in maniera particolare al popolo irlandese.”

A questo punto prende la parola Angela Lombardo presidente dell’associazione Mea Lux la quale prendendo spunto della lettura della Poesia di Yeats dal titoloLa seconda venuta ha sottolineato come: ” L’uomo sta  attraversando un cambiamento epocale. L’umanità ha perduto punti di riferimento certi ed abbiamo bisogno di porre la nostra attenzione sulla centralità della persona in modo particolare sulla crescita spirituale dell’uomo. Il messaggio contenuto nella poesia di Yeats “La seconda venuta” è un esempio di come l’uomo deve dare più importanza alla propria evoluzione spirituale piuttosto che a quella materiale, cosi come viene evidenziato anche dalla scienza di frontiera la quale spiega come l’uomo sia un essere di luce che sceglie di fare una temporanea esperienza nel mondo materiale che è il nostro. La poesia altro non è che il manifesto del cambiamento che in questo momento l’umanità sta attraversando alla ricerca di nuovi obiettivi di crescita. Noi auspichiamo che, concretamente, le parole del premio nobel irlandese, siano una presa di coscienza da parte dell’uomo per un inversione di rotta che partendo dal risveglio delle coscienze individui  nuovi obiettivi di crescita, basasi sulla solidarietà, l’amicizia e l’amore.  Per tali motivi ci siamo sentiti vicini alla proposta di Farinella auspicando che questo ponte culturale possa essere da esempio e stimolare altre proposte culturali con altre nazioni”

Parole di sostegno all’iniziativa sono state pronunciate anche dalla prof.ssa Nuccia Foti chiamata in causa da Angela Lombardo. La presidente dell’Osservatorio dei Beni Culturali della Riviera Jonica, che qualche giorno prima aveva condotto la stessa manifestazione alla Filanda di Roccalumera, nell’usare parole di apprezzamento per il progetto culturale che il prof. Farinella sta promuovendo in ambito europeo, ha auspicato che in futuro ci possano essere collaborazioni tra i comuni della fascia jonica per organizzare eventi e manifestazioni culturali per i quali ha dato la sua più ampia disponibilità. La Foti ha concluso dicendo che “Nel rispetto delle diversità delle nostre comunità locali è auspicabile una crescita culturale in sinergia“.

L’intervento del professore è stato anticipato da due omaggi alle terra d’Irlanda,  uno poetico e l’altro musicale. La professoressa Cristina Tornali poetessa e scrittrice di spiccata sensibilità ha coinvolto emotivamente il pubblico leggendo “Pasqua 1916″, la poesia simbolo di Yeats sulla rivoluzione irlandese. A conclusione della serata la Tornali ha letto una sua poesia, scritta per l’occasione, intitolata “l’Alba di Pasqua”, in perfetta sintonia con i temi della serata.

La prof. Cristina Tornali legge la poesia di Yeats

La prof. Cristina Tornali legge la poesia di Yeats

L'intervento di Cristina Tornali

L’intervento di Cristina Tornali

 

 

 

 

 

 

 

 

L’inizio della lectio magistralis del prof. Enzo Farinella è stato preceduto dal’omaggio musicale del giovane musicista di Roccalumera Francesco Cucinotta il quale ha riprodotto in modo acustico, ovvero “unplugged” un famoso brano della cantautrice Fiorella Mannoia dal titolo “I cieli d’Irlanda”.

Il giovane cantante Francesco Cucinotta

Il giovane cantante Francesco Cucinotta

 

 

 

 

 

 

 

 

La Lectio Magistralis del prof. Enzo Farinella      

“Cento anni  fa’ (1916-2016)” ha esordito il prof. Enzo Farinella  “un pugno di irlandesi iniziarono la rivoluzione contro l’Impero Britannico. La visione dell’Irlanda post-rivoluzione di Yeats fu mitica, romantica, veramente eroica e bella, come disse qualche tempo fa Bob Geldof, il leader dei Boomtown Rats e del Band Aid del 1986L’Irlanda celebra quest’anno i suoi 100 anni dalla Rivoluzione, quando e’ iniziato il suo lungo cammino verso il Libero Stato Irlandese, coronato con la proclamazione della Repubblica d’Irlanda nel 1936.     “A terrible beauty was born” – “una terrificante/selvaggia bellezza e’ nata” – ha scritto in tale occasione William B. Yeats dall’Inghilterra, dove si trovava in quel periodo, da assertore e pomotore dell’indipendenza della sua patria. La rivoluzione e’durata solo sei giorni, ma quella settimana di Pasqua ha cambiato tutto e una straordinaria bellezza ne e’ nata. La bellezza di immaginare e la liberta’ di andare dove l’immaginazione porta.

Il 1916, eroico in se stesso, anche se destinato a fallire, ci ha permesso di sognare di nuovo e di immaginare, nelle parole di George Bernard Shaw – un altro irlandese, insignito del Premio Nobel per la Letteratura -, “cose mai esistite e chiederci perche’ no?” Voi vedete cose e dite ‘Perche?’ Ma io sogno cose mai esistite e dico “Perche’ no?” George Bernard Shaw, Back to Methuselah, atto I, Selected Plays with Prefaces, vol. 2, p. 7 (1949), dove il serpente dice queste parole a Eva.  Il Presidente John F. Kennedy ha citato queste stesse parole quando ha parlato al Parlamento irlandese a Dublino, il 28 giugno 1963, pochi mesi prima della sua tragica scomparsa. Suo fratello Robert uso’ una simile espressione come tema della campagna elettorale del 1968 per la sua nomina presidenziale: “alcuni vedono cose come sono e si chiedono ‘perche’; Io sogno cose mai viste e dico, perche’ no”? Quel Lunedi’ di Pasqua del 1916 e’ stato il primo tentativo concredo verso l’indipendenza dell’Irlanda, pur se soffocato in una scia di sangue, con 17 dei suoi leaders, giustiziati sommariamente. Secondo Bob Geldof” ha spiegato Farinella “Yeats merita un posto nella storia prima dei martiri del 1916, perche’ piuttosto di sacrificare la sua vita per l’Irlanda, egli e’ rimasto vivo per battersi per un’Irlanda secolare, giusta e pluralistica. Lo ha dichiarato il cantante irlandese in un programma “Un cuore fanatico o vanesio” trasmesso dalla radio televisione irlandese e inglese. Il 1916 fu un “rendevous con il destino. Gia nei moti rivoluzionari irlandesi del 1798, anch’essi andati in fallimento, si vide un nuovo modo di essere della societa’, un modo che promise un maggiore rispetto e una piu’ giusta considerazione per la dignita’ e la liberta’ della persona umana”

Dai due fallimenti militari, 1978 e 1916, ha spiegato ancora Farinella, l’Irlanda ha ricevuto un nuovo impeto. L’ex Primo Ministro irlandese, Garrett Fitzgerald, riflettendo sul cinquantenario della Rivolta 1916 scrisse che “e’ stata pianificata da uomini i quali temevano che senza un drammatico gesto di tale natura il senso dell’identita’ nazionale che era sopravvisuto alle vicissitudini di secoli – 800 per l’esatezza – sarebbe scomparso ignominiosamente durante la loro generazione, abbandonando l’Irlanda psicologicamente e legalmente come parte integrante del Regno Unito”. I sei giorni del 1916 invece hanno “cambiato tutto e ua nuova bellezza ne e’ nata”, per dirla con le parole di Yeats, producendo un fenomeno di enorme potenza emotiva.  I rivoluzionari del 1916 sognarono un nuovo ordine sociale, posto sotto la protezione di “Dio Onnipotente”, come essi proclamarono. Loro sono stati immolati, ma la loro memoria, il loro amore per la patria, la liberta’ e la loro fede nell’ideale di una nuova Irlanda sono vivi ancora oggi.   “Il 1916 si e’ rivelato un anno di trasformazione e ispirazione: ha cambiato la patria, ha cambiato gli irlandesi.” sottolinea Enzo Farinella il quale ha continuato dicendo:” La Settimana di Pasqua del 1916 ha immesso il popolo irlandese su un nuovo cammino, su un rendezvous con il destino, da uomini liberi, dopo circa 800 anni di dominazione e oppressione da parte dei loro vicini, che, crudelta’ della storia, secoli prima, avevano ricevuto cultura e valori dagli stessi irlandesi.100 anni dopo la Rivoluzione, il popolo irlandese scrive ancora la propria storia e cerca di conquistare le promesse e il sogno del 1916, battendosi per il benessere e prosperita’ di tutta la nazione

William Butler Yeats, Premio Nobel per la Letteratura nel 1923 è stato indicato come uno dei simboli della rivoluzione irlandese “per la sua poesia sempre ispirata, che in una forma altamente artistica da’ espressione all’intera nazione irlandese esplorando il mondo dell’era d’oro dell’Irlanda, lo stesso esaminato e descritto anche da Enzo Farinella, nei suoi libri: Sulle Strade del Mondo – Monaci irlandesi in Europa e in Italia e Dall’Atlantico al Mediterraneo – Santi e Studiosi irlandesi alle Origini della Storia.

E proprio della storia dei Santi e dei Monaci Irlandesi che il prof. Farinella ha intrattenuto il pubblico nella seconda parte del suo articolato intervento.   

IL MONACHESIMO  IRLANDESE

Quei deputati europei” ha esordito nella seconda parte della lectio magistralis Enzo Farinella  “purtroppo molti, che non hanno voluto dichiarare in un documento che l’Europa è la sintesi di valori che affondano nella storia e nella cultura giudeo-cristiana, dovrebbero avere l’umiltà e la saggezza di leggere la storia del monachesimo irlandese il quale, irradiatosi fin dal VI secolo, ha costruito le basi religiose, filosofiche e persino economiche del Vecchio Continente.” Si tratta di temi che il professore siciliano conosce bene poichè con i suoi libri ha fatto rivivere l’immenso contributo religioso e culturale che santi irlandesi, studiosi e monaci hanno dato all’Europa ed in particolare all’Italia.

Il relatore, attraverso la proiezione di slide proiettate dalla moglie, la giornalista ungherese Barbara Pehi  ha affascinato il pubblico presente raccontando le storie di mosaci e santi irlandesi che hanno segnato la nostra storia europea a cominciare dal beato John Henry Newman (1801-1890), cardinale, teologo e filosofo inglese, il quale parlando dei monaci irlandesi, ebbe a dire che «i loro monasteri sono divenuti il deposito del passato e il punto di partenza per il futuro». L’abate Dom Louis Gougaud, uno dei maggiori studiosi del monachesimo, in un testo del 1928, scrive che «per circa 400 anni santi irlandesi, ripieni di un divorante spirito missionario, hanno lavorato incessantemente per diffondere la fede cristiana e la disciplina monastica in Francia, Belgio, Alsazia, Germania, Svizzera, Franconia e Italia lungo il corso del Danubio e la valle del Reno».

Dopo la caduta dell’Impero Romano” ha spiegato Farinella “mentre l’Europa vagava nel sonno del Medio Evo, importanti scuole monastiche – vere università, come Clonmacnoise, Lismore, Bangor, Glendalough – sorgevano in Irlanda. Da esse cultura e valori sono stati portati alla nostra Italia e alla maggior parte delle nazioni europee».

Tracce di giganteschi santi irlandesi sono tuttora presenti nel nostro come in altri Paesi europei. Colombano, Cataldo, Frediano, Donato, Gallo e tanti altri fondarono monasteri che sarebbero diventati città come Bobbio, Fiesole, Lucca, Liège, Wurzburg, Regensburg, Salzburg, Vienna, San Gallo. Di san Colombano (ca. 543 – 615), fondatore della monumentale abbazia di Bobbio, è certa la presenza in Valtellina, sulla sponda orientale del lago di Como e nel Milanese per almeno tre anni nel primo decennio del VII secolo.

Accolto con favore dalla corte longobarda della cattolica regina Teodolinda, san Colombano avrebbe soggiornato anche presso il castello di Domofole, fra Traona e Mello, residenza estiva della sovrana. La devozione al Santo non è viva solo a Traona, dove si trova una chiesetta a lui dedicata. Anche in alta Valtellina venne edificata una chiesetta dedicata a San Colombano ed ha la particolarità, posta com’è a 2.484 metri al passo di San Colombano, di essere la più alta nel territorio della provincia di Sondrio. In realtà la prima chiesa dedicata al Santo, già attestata nel Trecento, venne costruita più in basso; l’attuale risale al 1616 e fu, per secoli, meta di pellegrinaggio da parte soprattutto di donne che salivano ad essa da tutti i paesi del Bormiese.

Yeats in Sicilia

Ritornando a parlare  del Premio Nobel Irlandese il prof. Farinella ha concluso con un contributo su Yeats ed i suoi rapporti con l’Italia ed in particolare con la Sicilia.

“William Butler Yeats ebbe una particolare relazione con la Sicilia e con l’Italia” ha spiegato Farinella  “Nella nostra isola e’ venuto nel 1925, due anni dopo aver ricevuto il Premio Nobel. Qui il poeta irlandese ne ammirò le glorie classiche e la sua bellezza naturale.   Yeats era allora Senatore del Libero Stato Irlandese, nato appena nel 1922, sei anni dopo la rivoluzione del 1916. Fra i suoi compiti di Senatore figurava il conio delle monete del nuovo Stato. Visitando il Museo Archeologico di Siracusa sotto la guida di Paolo Orsi, venne colpito dalle monete greco-sicule con un animale da una parte e il loro valore dall’altra. Al suo rientro in patria, le diede ai coniatori. Tali  monete sono state nelle tasche degli irlandesi dal 1927 fino all’avvento dell’Euro.  Durante il suo soggiorno siciliano, Lucio Piccolo ebbe l’onore di fare da guida al Premio Nobel irlandese. Egli condivise con lui la passione per la poesia mistica e intrattenne anche un’intensa corrispondenza con Yeats, già pubblicata da Natale Tedesco. E’ stato lui con la sua cultura alchemica e misterica che ha introdotto il cugino Giuseppe Tomasi di Lampedusa, l’autore di Il Gattopardo, nel mondo di Yeats e fu lui che guidò Yeats ed Ezra Pound durante la loro visita in Sicilia. Si deve a questo incontro lo studio del Lampedusa: W.B.Yeats e il risorgimento irlandese, apparso in Le opere e i giorni.  Yeats ammirò anche altri letterati siciliani, come Luigi Pirandello, anche lui Premio Nobel per la Letteratura – “l’unico dei drammatisti viventi che possiede materiale importante e inesauribile, descrive la transizione dall’individualismo alla plasticità universale” (Lettere) e Giovanni Gentile di cui possedeva nella sua biblioteca La teoria della mente come atto puro e La riforma dell’istruzione”.

Nel concludere il suo intervento il prof. Farinella dopo aver ricordato al pubblico presente che la mostra su Yeats potrà essere vista  fino a domenica 4 settembre all’Hotel Hilton  ha ringraziato Angela Lombardo, Gianni Saglimbeni e il Sindaco Lo Turco “per aver voluto questa mostra su Yeats nel proprio territorio, convinti che la cultura possa creare ponti e rinsaldare nuovi legami d’amicizia con il popolo irlandese, come già è accaduto  con vari gemellaggi da me promossi con altre città italiane “.

           ROSARIO  MESSINA

 

ALTRE  FOTO DEL CONVEGNO di Rosario Messina

1 Convegno di Roccalumera

Il Convegno su Yeats a Roccalumera

Farinella a Roccalumera

Farinella a Roccalumera

Gianni Saglimbeni, Angela Lombardo e Enzo  Farinella

Gianni Saglimbeni, Angela Lombardo e Enzo Farinella

Angela Lombardo conduce la serata

Angela Lombardo conduce la serata

L'intervento del Sindaco Pancrazio Lo Turco

L’intervento del Sindaco Pancrazio Lo Turco

Enzo Farinella e Angela Lombardo

Enzo Farinella e Angela Lombardo

L'intervento di Gianni Saglimbeni

L’intervento di Gianni Saglimbeni

Intervento di Saglimbeni

Intervento di Saglimbeni

Foto dei relatori

Foto dei relatori

Slide sulla moneta di Naxos

Slide sulla moneta di Naxos

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Giardini Naxos (Me) – Il 28 agosto 2016 in occasione del centenario della Rivoluzione irlandese contro la Gran Bretagna, l’associazione scientifico culturale Mea Lux presieduta da Angela Lombardo e l’associazione culturale Mediterraneo presieduta da Giovanni Saglimbeni, organizzano con il patrocinio del Comune di Giardini Naxos, la mostra itinerante dedicata alla vita e le opere dello scrittore irlandese premio nobel (nel 1923) per la letteratura William B. Yeats. Per l’occasione saranno esposti 13 pannelli sulla sua vita e le sue opere. La manifestazione di apertura si svolgerà domenica 28 agosto all‘Hotel Hilton di Giardini Naxos alle ore 19,00. Interverrà per l’occasione il giornalista prof. Enzo Farinella direttore di Casa Italia Cultural Centr di Dublino.

La locandina

La locandina

LA RIVOLUZIONE IRLANDESE

Cento anni  fa’ (1916-2016) un pugno di irlandesi iniziarono la rivoluzione contro l’Impero Britannico. La visione dell’Irlanda post-rivoluzione di Yeats fu mitica, romantica, veramente eroica e bella, disse Bob Geldof, il leader dei Boomtown Rats e del Band Aid del 1986.

L’Irlanda celebra quest’anno i suoi 100 dalla Rivoluzione, quando e’ iniziato il suo lungo cammino verso il Libero Stato Irlandese, coronato con la proclamazione della Repubblica d’Irlanda nel 1936.     “A terrible beauty was born” – “una terrificante/selvaggia bellezza e’ nata” – ha scritto in tale occasione William B. Yeats dall’Inghilterra, dove si trovava in quel periodo, da assertore e pomotore dell’indipendenza della sua patria. La rivoluzione e’durata solo sei giorni, ma quella settimana di Pasqua “ha cambiato tutto e una straordinaria bellezza ne e’ nata”. La bellezza di immaginare e la liberta’ di andare dove l’immaginazione porta.

Il 1916, eroico in se stesso, anche se destinato a fallire, ci ha permesso di sognare di nuovo e di immaginare, nelle parole di George Bernard Shaw – un altro irlandese, insignito del Premio Nobel per la Letteratura -, “cose mai esistite e chiederci perche’ no?” Voi vedete cose e dite ‘Perche?’ Ma io sogno cose mai esistite e dico “Perche’ no?” George Bernard ShawBack to Methuselah, atto I, Selected Plays with Prefaces, vol. 2, p. 7 (1949), dove il serpente dice queste parole a Eva.

Il Presidente John F. Kennedy ha citato queste stesse parole quando ha parlato al Parlamento irlandese a Dublino, il 28 giugno 1963, pochi mesi prima della sua tragica scomparsa. Suo fratello Robert uso’ una simile espressione come tema della campagna elettorale del 1968 per la sua nomina presidenziale: “alcuni vedono cose come sono e si chiedono ‘perche’; Io sogno cose mai viste e dico, perche’ no”?

Quel Lunedi’ di Pasqua del 1916 e’ stato il primo tentativo concredo verso l’indipendenza dell’Irlanda, pur se soffocato in una scia di sangue, con 17 dei suoi leaders, giustiziati sommariamente.

Secondo Bob Geldof, Yeats merita un posto nella storia prima dei martiri del 1916, perche’ piuttosto di sacrificare la sua vita per l’Irlanda, egli e’ rimasto vivo per battersi per un’Irlanda secolare, giusta e pluralistica. Lo ha dichiarato il cantante irlandese in un programma “Un cuore fanatico o vanesio” trasmesso dalla radio televisione irlandese e inglese.

Comunque il 1916 fu un “rendevous con il destino”. Gia nei moti rivoluzionari irlandesi del 1798, anch’essi andati in fallimento, si vide un nuovo modo di essere della societa’, un modo che promise un maggiore rispetto e una piu’ giusta considerazione per la dignita’ e la liberta’ della persona umana.

Dai due fallimenti militari, 1978 e 1916, l’Irlanda ha ricevuto un nuovo impeto. L’ex Primo Ministro irlandese, Garrett Fitzgerald, riflettendo sul cinquantenario della Rivolta 1916 scrisse che “e’ stata pianificata da uomini i quali temevano che senza un drammatico gesto di tale natura il senso dell’identita’ nazionale che era sopravvisuto alle vicissitudini di secoli – 800 per l’esatezza – sarebbe scomparso ignominiosamente durante la loro generazione, abbandonando l’Irlanda psicologicamente e legalmente come parte integrante del Regno Unito”.

I sei giorni del 1916 invece hanno “cambiato tutto e ua nuova bellezza ne e’ nata”, per dirla con le parole di Yeats, producendo un fenomeno di enorme potenza emotiva.

I rivoluzionari del 1916 sognarono un nuovo ordine sociale, posto sotto la protezione di “Dio Onnipotente”, come essi proclamarono. Loro sono stati immolati, ma la loro memoria, il loro amore per la patria, la liberta’ e la loro fede nell’ideale di una nuova Irlanda sono vivi ancora oggi.

Il 1916 si e’ rivelato un anno di trasformazione e ispirzione: ha cambiato la patria, ha cambiato gli irlandesi.

La Settimana di Pasqua del 1916 ha immesso il popolo irlandese su un nuovo cammino, su un rendezvous con il destino, da uomini liberi, dopo circa 800 anni di dominazione e oppressione da parte dei loro vicini, che, crudelta’ della storia, secoli prima, avevano ricevuto cultura e valori dagli stessi irlandesi.

100 anni dopo la Rivoluzione, il popolo irlandese scrive ancora la propria storia e cerca di conquistare le promesse e il sogno del 1916, battendosi per il benessere e prosperita’ di tutta la nazione.

William Butler Yeats, Premio Nobel per la Letteratura nel 1923, – “per la sua poesia sempre ispirata, che in una forma altamente artistica da’ espressione all’intera nazione irlandese” – esploro’ il mondo dell’era d’oro dell’Irlanda, mondo esaminato e descritto anche dal siciliano, Enzo Farinella, nei suoi libri: Sulle Strade del MondoMonaci irlandesi in Europa e in Italia e Dall’Atlantico al MediterraneoSanti e Studiosi irlandesi alle Origini della Storia Europea, 2015, presentati a Roccalumera, all’Hotel Baia Taormina e a Giardini Naxos,  in occasione della mostra sul Poeta e Premio Nobel irlandese.

Enzo.farinella@gmail.com

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Gli irlandesi della Contea di Mayo, attendono una risposta a tale domanda

Castelbar

Castelbar

Sicilia-Irlanda . Un territorio mozzafiato quello della Contea di Mayo, all’Ovest dell’Irlanda. Campi di torba si alternano a paddocks verdi sotto un cielo grigio. Raggi di sole spesso li illuminano di un raro e indescrivibile splendore dorato. Bovini e ovini vi pascolano indisturbati, senza la presenza di alcun pastore. Accanto la vita di piccoli borghi e case rurali, disseminati tra colline gentili, scorre quasi fuori dal tempo, scandito da una pigra pioggerellina. Centri più popolati si stagliano nella notte tra laghi e monti che si profilano in lontananza. Su tutti si eleva il Croagh Patrick, il monte su cui S. Patrizio:– si dice – abbia digiunato per 40 gorni e 40 notti, prima di iniziare la sua attivita’ missionaria in Irlanda.
Il maestoso e piramidale Croagh Patrick richiama un po’ l’Etna. Un punto in comune tra le due isole d’Irlanda e Sicilia. Un simile legame lo si ritrova nei due mari: il Mediterraneo e l’Oceano Atlantico dalle cui acque nascono queste montagne.
Fu ai bordi di Lough Furnace, nel recinto dell’abazia di Burrishole, con Croagh Patrick all’orizzonte, appena 30 km lontano, che abbiamo ascoltato una storia, racchiusa in affreschi del lussoso S. Domenico Palace Hotel di Taormina, protetto dalla grande piramide dell’Etna. Le rovine dell’abazia si ergono ancora accanto al ruscello che, sgorgando da Lough Furnace, forma la mistica baia di Clew, un tempo teatro di navi e commercianti, per perdersi poi nell’Atlantico. Il nobiluomo Richard ‘in iron’ de Burgo la fondo’ su terreno di sua proprieta’ per i Frati Domenicani nel 1469. Lui stesso vi si ritiro’ nei giorni della sua vecchia e vi mori’. Lo splendore di questa abazia doveva essere particolare, a giudicare dal meraviglioso calice d’argento di cui le fecero dono Thomas de Burgo, nipote di Richard, e la moglie Grainne. Questo calice adesso lo si puo’ ammirare nel Museo Nazionale di Dublno.
Duecento anni dopo la fondazione del sito monastico di Burrishole, due nobil donne, Honoria de Burgo ed Honoria Magaen, divennero Sorelle del Terzo Ordine di S. Domenico. E’ proprio la storia di queste due consorelle che l’hotel S. Domenico protegge e tramanda.
La cornice storica e’ quanto mai interessante. Siamo durante le cosiddette Leggi Penali in Irlanda, quando i dominatori inglesi non permettevano agli irlandesi di esercitare la propria liberta’ religiosa e i propri diritti fondamentali. Anzi non poteva esistere, secondo tali leggi, un irlandese cattolico con un reddito superiore alle cinque sterline, cioe’ 12.500 lire di un tempo o sei Euro di oggi. Clero e prelati erano perseguitati. A chi li scovava, gli inglesi davano £5 (sterline) per la testa di un prete o di un lupo e £10 per la testa di un vescovo. E tanti erano allora i cacciatori di teste! Nel cimitero accanto all’abazia di Ballintubber, situata a circa 11 km da Castlebar, la capitale della Contea o Provincia di Mayo, e vicina a quella di Burrishoole, esiste ancora la tomba di uno di questi procacciatori di teste.
In una gelida giornata del febbraio 1652 i soldati di Cromwell misero a ferro e fuoco questo territorio, distruggendo abazie e luoghi di culto. Un anno dopo essi tentarono di abbattere anche l’abazia di Ballintubber. Una descrizione di quegli eventi ce l’ha lasciata il Priore della medesima: Non e’ sfuggita neppure una singola localita’ in tutta la nazione alla loro furia. Attaccarono anche il nostro convento, ma vennero respinti per ben due volte. Al terzo attacco entrarono. Uccisero tutti i soldati che avevo con me. Dei religiosi, alcuni sono stati fatti prigionieri, altri feriti, altri sono fuggiti sulle montagne. Io stesso e un ragazzo abbiamo trovato un guscio d’albero e in quella piccola imbarcazione ci siamo lanciati nelle profondita’ dell’acqua. Ho preferivo mille volte affidarmi alle merce’ delle onde – e quelle atlantiche sono particolarmente pericolose – anziche’ alla pazza rabbia dei cromwelliani assetatai di sangue. Quando tutti pensavano che io ero certamente annegato in quella piccola canoa fatta di un solo guscio d’albero, raggiunsi Clare Island. Qui ho trovato alcuni soldati ed anche alcuni nobili ed ecclesiastici che durante molti mesi, per la loro Fede, avevano affronato i rigori delle montagne e delle foreste e gli attacchi del nemico prima di fuggire in quest’isola.
Le due suore del Terzo Ordine dei Domenicani, gia’ in eta’ avanzata, per sfuggire alla violenza dei soldati di Cromwell, cercarono rifugio in un vicino isolotto in Luogh Furnace. I soldati comunque riuscirono a scovarle, denudandole e massacrandole di santa ragione. Honoria de Burgo e’ morta sotto le percorse, ma Honoria Magaen riusci’ a sottrarsi alla loro rabbia satanica, nascondendosi dentro la cavita’ di un albero. Il giorno seguente la sua serva fedele la trovo’ stecchita per assideramento dentro il tronco dell’albero. La riporto’ in abazia e ne seppelli’ il corpo accanto alla sua amica. Ma la storia di Honoria Magaen raggiunse anche la Sicilia, dove si trovano tanti legami con l’isola d’Irlanda, illuminati dal libro: Sicilia e Irlanda: Legami culturali.
Taormina, tra le tante regine, principesse e stelle del cinema e del teatro che ha ospitato attraverso i secoli, ricorda ancora oggi questo momento tragico della storia irlandese e l’umile suora del Terz’Ordine di S. Domenico, Honoria Magaen, in due affreschi all’interno del suo piu’ prestigioso hotel.
Come sia potuto accadere tutto questo?
Sappiamo che S. Domenico fu un convento, fondato nel 1430, da una famiglia principesca per i Frati Domenicani. Rimase tale fino al 1896 quando divenne hotel, dopo la secolarizzazione che l’allora massonico Governo italiano opero’ subito dopo il 1870. Al suo interno si trova una sequenza di affreschi di Suore Domenicane e tra queste precisamente l’ovale che riproduce Beata Honoria Magaen, proveniente dall’Hibernia ossia dall’Irlanda, in un atteggiamento di preghiera. Un altro, piu’ nascosto, la ritrae nella cavita’ dell’albero in cui si era rifugiata nel tentativo di salvarsi.
Si pensa che le due Honorie del Terz’Ordine Domenicano siano state commemorate dal Capitolo Generale dell’Ordine dei Domenicani, tenutosi nel 1656 e, quindi, immortalate in affreschi di artista ignoto, a ricordo della loro triste storia. Ma, dov’e’ l’affresco di Honoria de Burgo? Non meritava anche lei un affresco non solo per il suo lignaggio aristocratico, ma anche perche’ morta da martire? Gli storici del S. Domenico di Taormina potranno rispondere – si spera - ai tanti amici irlandesi della Contea di Mayo in Irlanda, che ancora attendono una risposta a simili domande.

                    Enzo.farinella@gmail.com

Mayo Ireland Burrishoole Abbey

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3X Croagh Patrick con neve

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