Si è concluso l’11 agosto, con la visita dei siti rupestri di Pietra Perciata a Trappitello, “l’Itinerario dei palmenti rupestri e l’antica produzione del vino nella valle Alcantara e nelle terre dell’Etna”. Nonostante il caldo torrido è stato un grande successo di pubblico, la visita è iniziata con il sito rupestre di Pietra Perciata di proprietà della famiglia Cundari, che gentilmente ha permesso ai nostri ospiti di visitare la necropoli. Pietra Perciata è un luogo magico, molto suggestivo, immerso in un giardino ben curato, dove la storia è rimasta intrappolata nella pietra arenaria. I numerosi presenti hanno fatto un viaggio nel tempo alla scoperta delle popolazioni indigene che popolavano la valle alcantara sin dall’età del bronzo e che entrarono in contatto con i primi coloni greci di Naxos nel 734 a. C., come afferma la funzionaria della sovrintendenza di Catania Maria Teresa Magro, si tratta di un il sito di età protostorica dell’età del ferro, così come si può desumere per analogia da alcune tipologie di tombe che non sono state soggette a fenomeni di erosione. Il geologo Fabio Bonaccorsi ha chiarito la natura e l’origine geologica di Pietra Perciata, del grande monolite di pietra arenaria che domina la vasta pianura di Trappitello, staccatosi nei secoli passati dall’area di Capo d’Orlando. Il già comandante della guardia forestale Enzo Crimi ha illustrato le profonde trasformazioni operate dalle diverse civiltà sul territorio della valle Alcantara, l’attività antropica ha alterato la natura originaria dei luoghi un tempo ricchi di foreste, quando la macchia mediterranea si estendeva come un fitto mantello verde anche sul territorio costiero. Il presidente dell’Istituto di Archeoastronomia Siciliana Andrea Orlando, ha parlato dell’orientamento dei siti rupestri della valle, le ricerche e gli studi sono ancora in corso, l’analisi statistica delle necropoli servirà a comprendere se nell’orientamento delle tombe vi era intenzionalità o semplice casualità. La visita del secondo sito rupestre è stata una vera sorpresa per tutti gli ospiti, in quanto è una necropoli minore sconosciuta, si trova nell’azienda agricola Pietraperciata, di proprietà della nobile famiglia Alliata di Villafranca, imprenditori e partner dell’evento che hanno organizzato anche una degustazione dei loro prodotti. Saranno gli studiosi a rilevare il sito e a fare luce su questa necropoli che si pensa coeva alla rupe di Pietra Perciata. Il presidente della Naxos Entertainment Giovanni Bucolo e l’ideatore e coordinatore dell’evento Giuseppe Carmeni, esprimono piena soddisfazione per l’esito delle cinque tappe dell’itinerario dei palmenti rupestri e ringraziano i partener istituzionali per la preziosa collaborazione, come il Parco Archeologico Naxos Taormina, i comuni di Bronte, Francavilla di Sicilia, Maletto, Roccella Valdemone, e Taormina; le associazioni di Sicilia Antica sezione di Bronte-Maletto, il Club Alpino Italiano sezione di Bronte, la Soc. Coop. Turistica Akesines, , l’Istituto di Archeoastronomia Siciliana, e l’Accademia Internazionale “Il Convivio”; l’azienda agricola Pietraperciata, la Tenuta Rustica, e tutti i proprietari terrieri dei beni culturali visitati durante le escursioni. La promozione e la valorizzazione dei palmenti e dei siti rupestri è stata possibile grazie ad un approccio interdisciplinare e hanno dato il loro contributo la prof.ssa Gloria Olcese, docente ordinaria di metodologie della ricerca archeologica presso l’Università di Scienze di Milano, la funzionaria della Sovrintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Catania Maria Teresa Magro, l’autore del libro “La valle dei palmenti” Salvatore Puglisi, il presidente dell’Accademia Internazionale Il Convivio Angelo Manitta, l’archeologo Marco Scaravilli, il cultore e divulgatore di storia locale Giorgio Luca, il già commissario del Corpo Forestale della Regione Sicilia Enzo Crimi, l’astrofisico Andrea Orlando, presidente dell’Istituto di Archeoastronomia Siciliana e il geologo Fabio Bonaccorsi, a tutti loro va la nostra gratitudine per aver divulgato e condiviso le loro conoscenze e contribuito a fare luce su una piccola parte dell’immenso patrimonio storico e culturale della valle Alcantara e del territorio dell’Etna.