
Giardini Naxos (Me) – La rievocazione del passaggio della fiaccola olimpica da Giardini Naxos, nel 1960, celebrata appena qualche giorno fà, ha suscitato entusiasmi e commenti con i quali sono stati ricordati i momenti più significativi di quell’evento sportivo che ha scritto una pagina di storia importante per la prima colonia greca di Sicilia.
A tornare sull’argomento per raccontare alcuni particolari inediti di quella storica giornata, è l’ing. Giuseppe Vinciguerra, figlio del compianto Capitano Matteo Vinciguerra all’epoca, vicesindaco dell’amministrazione Lorino Mangano il quale, si prodigò affinchè il “sacro fuoco” proveniente da Olimpia e diretto a Roma, passasse da Giardini Naxos, prima colonia greca di Sicilia. Di quello storico evento, l’ing. Vinciguerra conserva un ricco archivio di documenti e foto dell’epoca che ha messo a disposizione del nostro giornale. Tra i cimeli più importanti vi è la torcia olimpica che transitò da Giardini che, dopo sessanta anni, è tornata ad essere protagonista poichè la famiglia Vinciguerra, appresa la notizia della manifestazione rievocativa, l’ha messa a disposizione dell’evento. Come allora, lo storico cimelio è stato portato dai tedofori che hanno partecipato alla manifestazione, dal tempietto di Giardini Naxos fino a Letojanni dove è stato riconsegnato alla famiglia Vinciguerra. Il momento più emozionante della cerimonia che ha visto tra i protagonisti uno dei tedofori giardinesi dell’epoca, Bruno Di Bernardo, è stata la presenza del pronipote del Capitano Matteo Vinciguerra (nipote dell’Ing. Vinciguerra) Totto Curreli.
Il figlio Giuseppe che nel 1960 aveva una decina di anni, ricorda bene quelle giornate vissute, attraverso il padre e la famiglia, con grande emozione e trepidazione per l’attesa del passaggio del Sacro fuoco da Giardini.
A questo punto lasciamo la parola all’ing. Vinciguerra il quale racconta:
“La prima cosa che mi viene in mente di quella epica vicenda è “L’ara”, il tempietto che fu eretto in occasione del passaggio della fiaccola olimpica il 19 agosto del 1960. L’ara, che oggi non esiste più, era ubicata tra l’attuale museo archeologico e l’adiacente ristorante. Lo storico tempietto eretto in occasione del passaggio del sacro fuoco, è stato un degno omaggio alla città dell’amministrazione di allora retta dal prof. Lorino Mangano, su interessamento dell’assessore e vice sindaco Cap. Matteo Vinciguerra, per onorare il leggendario atleta dell’antica Naxos, Tysandros, figlio di Cleocritos, vincitore nel pugilato (Pigmachia) di quattro Olimpiadi.
Sulla trabeazione del tempietto, erano stati incisi versi di Pindaro: “Come la luce del sole supera ogni cosa per calore e splendore, così non vi è vittoria più nobile di quella di olimpia”. Il cap. M. Vinciguerra dettò le epigrafi che ricordavano le imprese di Tysandros, la fondazione di Naxos ed il passaggio della fiaccola Olimpica del 19 agosto 1960. All’alba di quel giorno infatti, puntuale, giungeva il tedoforo che portava il fuoco sacro di Olimpia con cui veniva acceso quello di Naxos su un tripode.
Il tempietto originario però per incuria ha subito alterne vicende, sino a quando, demolito da un camion, venne rimosso. Di esso non si è saputo più nulla salvo che, qualche parte è custodita privatamente senza valutarne però l’importanza storica che questi poveri “ruderi” avevano.
Tornando a quel 19 agosto del 1960, la fiaccola olimpica da Siracusa (proveniente dalla Grecia) venne portata da tanti tedofori a Roma sede delle Olimpiadi, passando, per renderne omaggio, anche da Naxos, prima colonia greca in Sicilia, che aveva dato i natali a Tysandros.
La vicenda del passaggio della fiaccola da Naxos voluta dall’organizzazione giardinese che ha richiesto al comitato romano ed ottenuto la deviazione dalla strada statale alla penisoletta di Schisò a seguito delle iniziative del cap. Vinciguerra ( come si evince da documentazione dell’archivio del cap. M. Vinciguerra stesso) è cominciata con la corrispondenza con il Dott. Langellotti , capo sezione della “Fiaccola olimpica” il quale, interessato dalla proposta, venne a Giardini per le necessarie ricognizioni e per compilare l’itinerario ufficiale. Di seguito, vorrei ricordare i necessari contatti con Marcello Garroni, Segretario Generale del Comitato Organizzatore dei Giochi della XVII Olimpiade di Roma. La mattina del 19 agosto, considerato che la fiaccola olimpica non poteva ripercorrere la strada già fatta, dopo l’accensione del braciere del tempietto con il “sacro fuoco” di Olimpia, venne imbarcata su una jole con la quale ha attraversò un tratto di mare fino alla spiaggia sotto la chiesa di S. Pancrazio e da li, il sacro fuoco continuò il suo percorso.
A questo punto mi preme dire che, all’epoca, anche la collaborazione con il Sovrintendente di Siracusa dott. Giuseppe Voza fu proficua per arrivare a definire la struttura del tempietto sullo stile di quelli greci. La fiaccola che da Olimpia arrivò a Roma, aveva itinerari e tempi prestabiliti e, riguardo il passaggio da Giardini, venne concordato, con l’Assessore Cap. Vinciguerra, che parlava anche in veste di presidente del Circolo Nautico Teocle, un programma in cui si prevedeva che il territorio giardinese venisse diviso in quattro frazioni. Il primo tratto era previsto tra il ponte Alcantara ed il ponte Salluzzo, il secondo fino al porto di Schisò. Qui si è svolta la cerimonia di accensione del fuoco nell’ara votiva che ha bruciato per tutta la durata dei giochi olimpici. Dal porto con la “jole a due” la fiaccola è stata portata come detto, fino alla spiaggia antistante S. Pancrazio e da qui è ripartita per percorrere l’ultimo tratto del territorio giardinese e proseguire verso Messina. Per perpetuare quegli eventi, agli inizi del 2000, “l’ara” è stata ricostruita dal Comune a poca distanza, in questa stessa piazza del porticciolo. Queste poche righe di commemorazione del passaggio della fiaccola olimpica, mi danno lo spunto per ricordare il Cap. Matteo Vinciguerra, mio papà, allora Vice sindaco, per il quale mi corre l’obbligo di ricordare l’impegno profuso quando era amministratore. Allora, noi ragazzini lo seguivamo per imparare, vivere il suo impegno pubblico e sportivo come Presidente del Circolo Nautico Teocle. In questi giorni è stato rievocato quel passaggio con lo stesso percorso via mare (dal porto alla spiaggia di S. Pancrazio) con il canoino del figlio del Cap. Vinciguerra per portare il sacro fuoco fino a Messina. Vorrei concludere con questa ultima considerazione. Abbiamo visto nel corso della cerimonia di Giardini Naxos il canoista Bruno Di Bernardo tedoforo del 1960 con accanto il piccolo Totto Curreli, nipotino di Pippo Vinciguerra e pronipote del cap. M. Vinciguerra. Ecco il senso di questa rievocazione: riusciremo a passare a questa generazione i nostri valori o saranno sommersi da falsi miti di oggi?“
ROSARIO MESSINA









