Sento doveroso dedicare il primo articolo che inaugura questa sezione tematica intitolata “Il Personaggio” ad un figlio di Sicilia a me molto caro. A lui devo molto, mi ha trasmesso sin da quando ero piccolo l’amore per i libri, l’arte e la cultura linfa vitale per l’evoluzione dell’anima.
Scomparso prematuramente a soli 57 anni ha lasciato un vuoto incolmabile non solo in me ma anche in chi lo ha conosciuto personalmente ed artisticamente. Stiamo parlando di Gaetano Mattina nella vita stimato professionista, funzionario giudiziario e nel contempo apprezzato pittore. Nato a Catania nel 1940 visse fino agli inizi degli anni 70′ nella sua città natale dove, dopo il diploma di geometra inizio ad esercitare la professione. Successivamente, dopo aver vinto un concorso pubblico intraprese la carriera di Ufficiale Giudiziario. La sua sede di destinazione fu il Tribunale di Asti. Cosicché andò via da Catania e si trasferì nella città piemontese con la moglie Francesca ed i figli Fabio e Romina lasciando per sempre la sua amata terra. L’arte ed in particolare la pittura furono il suo primo amore. Sin da giovane si dedicò per diletto alla pittura e talvolta anche alla scultura traendone lusinghieri risultati. Una passione che perfezionò anno dopo anni fino a diventare un valido ed apprezzato pittore.
Gaetano Mattina appartiene a quella schiera di artisti autodidatti che dipingono per il piacere di trasformare la tela in un palcoscenico ideale dove proiettare le proprie emozioni e dare voce alle molteplici sensibilità dell’anima. E’ stato un allievo di se stesso e, con il passare degli anni, perfezionò sempre più le sue tecniche dando prova di grandi capacità ed estro pittorico non comune. La sua vena artistica non ha conosciuto soste e, diversi furono i soggetti delle sue tele a olio che vanno dai vasi con fiori, alle marine, alle campagne, a quelli realizzati con la tecnica “cubista” fino ad approdare al ritratto che affinò sempre più avvalendosi anche dell’apporto della fotografia.
Riguardo alla sua evoluzione artistica, possiamo dire che, giocoforza, raggiunse i livelli più alti ad Asti dove si trasferì con la famiglia per il lavoro. E’ nella città piemontese che comincia a frequentare altri artisti fino a diventare socio della Società Promotrice di Belle Arti di Asti.
Nel 1997 in occasione delle manifestazioni per celebrare i cinquanta anni della nascita del sodalizio, nel testo pubblicato a ricordo dell’evento troviamo anche il suo profilo nel quale si legge “Degno di nota per la ritrattistica e validissimo pittore, Mattina Gaetano non solo dipinge il ritratto, egli lo interpreta, studia il carattere del soggetto, lo realizza: quel ritratto dice qualcosa”.
Il ritratto caratterizzò gran parte dei suoi lavori (tra i suoi primi ritratti, quelli dei figli) anche se, immune da preconcetti formali, culturali, letterali alcuni suoi dipinti testimoniano come venisse sedotto anche dallo spettacolo della natura, che ritrae liberamente, con grande sensibilità come ad esempio in alcuni dipinti che ritraggono file di alberi innevati.
Diverse sono state le collettive alla quale ha partecipato, anche a Torino, dove le sue opere hanno ottenuto larghi consensi di pubblico e di critica.
Aveva tanti amici artisti tra questi il pittore di origine pugliese Armando Buico (scomparso nel 1992) che considerava un maestro tanto da dedicargli anche un quadro che raffigura il pittore all’opera. Originale la tecnica con il quale ha dipinto l’amico. L’immagine si compone di una serie di piani solidi che si intersecano secondo angolazioni diverse. Ogni angolazione è il frutto di una visione parziale del soggetto e, come una sorta di mosaico, non c’è separazione tra una figura e l’ altra. Buico, diplomato al Liceo artistico di Torino dell’Accademia Albertina, noto pittore perfezionista fu uno dei fondatori ad Asti del Liceo Artistico “Gandolfino d’Asti”.
Gaetano Mattina è un figlio di Sicilia che merita di essere ricordato perché, con le sue opere, ha dato lustro alla sua terra natale. La sua prematura scomparsa nel pieno della maturità artistica ha certamente lasciato un vuoto incolmabile. E’ una perdita per il mondo dell’arte poiché tante altre pagine di genio artistico sarebbero ancora state scritte con le setole di un pennello.
ROSARIO MESSINA