Giardini Naxos (Me) – Emergence, Festival di Street Art ed Interventi Urbani, nasce nel 2012 a Giardini Naxos, cittadina di orientamento turistico della Sicilia Orientale, e si configura come un contenitore di eventi in grado di mettere arte e creatività a disposizione di tutti, ovvero in strada. Tra gli obiettivi principali di Emergence vi è la volontà di far diventare il noto paese turistico in un Museo a Cielo Aperto capace di sorprendere, emozionare e comunicare con chi si ferma nelle sue piazze e percorre le sue vie; attivando una “riqualificazione urbana”, attraverso le opere maestose e di grande qualità degli artisti, di zone del paese altrimenti degradate da una cattiva azione dell’uomo sul territorio; e infine quello di una “Democratizzazione dell’Arte” nel tentativo di andare tra la gente (in strada) coinvolgendo l’intera cittadinanza per un’educazione estetica che guarda al contemporaneo.
Tra i protagonisti dell’edizione del 2016 del festival di street art abbiamo l’artista Moneyless, che Sicilia felix ha incontrato durante l’esecuzione del suo lavoro nel riore San Giovanni.
Moneyless, al secolo Teo Pirisi, nasce a Milano nel 1980. Dopo aver concluso studi accademici inizia come artista di contestazione coi Graffiti writings sviluppando una tecnica personale che ancor oggi risente di questa prima esperienza. Considerato il maggiore esponente della street art italiana insieme al bolognese Blue, i suoi lavori sono presenti in tutti i cataloghi e in tutte le mostre di arte contemporanea internazionale. Consacrato infine nella mostra Popism, una summa di cinquant’anni di arte contemporanea. Attualmente conduce, insieme a Stan, Lex e Martina Merlini, il progetto indipendente Triscele.org, diretto esclusivamente alla riqualificazione di luoghi semiabbandonati in Sicilia.
– Quali tecniche hai utilizzato per il tuo murale?
– Dopo aver preparato il muro con quattro bande verticali di quattro differenti colori mi appresto a collocare i ruler per le prime due bande, poi dalla terza sono andato a mano libera perché in negativo. Partendo dall’astratto geometrico nato qualche anno fa coi solidi geometrici e poi ho cercato di evolvere il mio tratto e la mia estetica sempre legata all’astratto e alla geometria. Per anni lavoravo con un cerchio intero che muovevo per dare una certa dinamicità all’opera.
L’evoluzione attuale è la frammentazione del cerchio e così sono arrivato a porzioni di cerchio, a questo tipo di segno, e poi sono arrivato a zoomare dentro per realizzare dei segni più grossi. E’ tutto un filo logico, step che cambiano il filo conduttore ma con una logica che deriva dallo stile prima. Per realizzare queste porzioni di cerchio ho disegnato delle sagome (le cardboards) che ho adoperato.
Dipinto a colori acrilici da esterno, dei quarzi dual cotone.
– A quali progetti stai lavorando attualmente?
– Sono in Sicilia da un mese, sto facendo un progetto Triscele.org. Ritorno in Sicilia a Novembre. Si tratta di un progetto con più artisti coinvolti in-combo, a più mani, senza committenza ma coi soldi dei collezionisti a cui abbiamo venduto le serigrafie e le stampe originali abbiamo finanziato il progetto. Abbiamo già fatto interventi a Catania quartiere San Berillo insieme a Stan, Lex e Martina Merlini. Ancora, sull’Etna sulla lava in un casale abbandonato.
– Parlaci di quest’opera per l’edizione 2016?
– Lo studio sul colore e sui disegni, tutte le forme che io creo sono frutto della mia ricerca su disegno o su tela, sono abbastanza liberi e semplici, ho già in testa quello che… . Il colore invece lo ricerco per creare accostamenti che colpiscano: freddi – caldi – complementari. Mi fermo a vedere la superficie pittorica come se fossero porzioni di quadri più grandi, particolari di quadri già realizzati in precedenza, dettagli di altri quadri. E’ come portarsi dietro un bagaglio di idee che vado a srotolare sul muro i vari disegni preparatori per arrivare a questa conclusione. E’ come regalare non uno ma tanti quadri alla città come tante idee che vado a ricomporre in questa composizione globale.
Essendo opera astratta il mio intento è dare il la allo spettatore per fargli vedere delle cose. E’ un po’ come guardare le nuvole e trovarci delle forme che possono ricordare qualcosa. La mia filosofia è dare la possibilità a chi lo vede di viaggiare con la testa. Non voglio rappresentare niente di concreto ma le forme riconducono a qualcosa di fisico: la natura nel macro e nel micro, le mie visioni legate ad ambienti naturali.
– Il nome dell’opera?
– Le chiamo con un numero recente, Giardini Naxos 001, senza influenzare lo spettatore è coinvolto così nel mio mondo astratto.
Dal 1994 desidero che il mio lavoro pubblico sia a favore della gente, da sempre, da quando avevo quattordici anni. Donare un’opera è una cosa importante, in questo mondo pieno di pubblicità, pieno di cose inutili che hanno saturato le città e qualsiasi altro posto. E’ un atto di generosità nei confronti di chi vive la città.
- Qual è il tuo vero nome?
- Teo Pirisi – Moneyless, ovvero creare arte senza grandi budget. Mi rifaccio alla ricerca anni ’70: minimalismo, astrattismo. E’ una parte della storia dell’arte che va interpretata al giorno d’oggi con le tecniche del nostro tempo. Non mi vedo nel carrozzone della street art, mi vedo interessato alla ricerca dell’arte contemporanea astratta. E’ un po’ rifiuto del pop che ritorna, non voglio essere scontato nel mio messaggio. E’ un rifiuto della scena perché la mia arte è più complicata del figurativo, è più elevata e forse di difficile interpretazione.
- Ma oggi chiunque può fare arte contemporanea senza aver studiato, basta andare su internet, vedere le mie opere e scopiazzarle, occorrono delle regole, più il livello scende più il livello della mia arte si abbassa. Le città saranno sature di roba e stuprate di merda.
- Come fare a mantenere la coerenza interna ai vari interventi?
- Occorre una curatela che diriga e qualifichi tutto il lavoro fatto. Il rischio è che si vada incontro al fenomeno della “gentrificazione”, ovvero al fatto che la municipalità sfrutta questo tipo di arte per riqualificare i quartieri es. il quartiere Kreutzberg a Berlino. Ma i veri affari li hanno fatti gli speculatori immobiliari che adesso praticano prezzi molto alti sugli affitti e sulle vendite. Dunque, si tratta di due ordini di problemi: 1) evitare i meccanismi perversi della speculazione; 2) esercitare una maggiore tutela dell’arte.
Sergio Denaro