La sfida social delle Pubbliche Amministrazioni siciliane, nell’era della trasparenza totale: da Catania gli sviluppi operativi per rendere effettivo il cambio di passo nella Comunicazione istituzionale
Non solo un convegno quello che si è svolto a Catania, organizzato dall’associazione PA Social, con il patrocinio della Regione Siciliana, Assostampa Sicilia, Corecom Sicilia, Anci Sicilia, Formez e Comune di Catania, ma anche un’occasione per fare rete e sviluppare sinergie future tra enti per la diffusione e l’uso dei social nelle PA.
Durante il convegno, svoltosi lo scorso 5 dicembre nella sala consiliare catanese, è stata presentata la ricerca condotta da Generazione Ypsilon “I Comuni siciliani sono social? Presentazione del caso di studio sullo stato di diffusione dei social network in Sicilia” di cui si è ampiamente documentato in comunicato che segue.
Il convegno “sull’uso e diffusione dei social media pubblici”rappresenta una sfida social per le Pubbliche Amministrazioni nell’era della Trasparenza Totale”.
A sviluppare gli assetti utili a identificare criticità ma anche spunti di lavoro comune e sinergico per la costruzione di modelli di buona prassi, i relatori intervenuti:Sergio Talamo, direttore area comunicazione Editoria, trasparenza e relazioni esterne di Formez; Mario Emanuele Alvano; il presidente del Corecom Sicilia, Maria Annunziata Astone, il giornalista Mario Barresi; Angelo Alù, PhD. membro del consiglio di Internet Society Italia, Ina Modicae Marina Mancini rispettivamente capi-uffici stampa dei comuni di Monreale e Bagheria; Giovanna Beccalli dell’azienda Meridionale Acque Messina. A coordinare il convegno rosario Gullotta, coordinatore sicialiano di PA Social insieme a Marina Mancini.
A portare i saluti istituzionali di Assostampa il vice segretario regionale Nino Amante, che ha messo in evidenza che la realtà attuale supera la normativa degli ultimi 20anni incentrata su strumenti tradizionali che non sono più sufficienti. Allo stesso tempo ha posto l’accento sul fatto che è necessario semplificare il linguaggio, anche quello usato sui social media, per essere facilmente comprensibili a tutti i cittadini. Per fare ciò si devono utilizzare professionisti della comunicazione (giornalisti, comunicatori, social media manager da regolamentati da apposita normativa) ) in grado di saper mediare tra cittadino e PA e dare un apporto fondamentale proprio in un’ottica di trasparenza.
Il capo Ufficio Stampa del Comune di Catania Nuccio Molino, nel portare i saluti istituzionali del Comune di Catania ha evidenziato che non esiste un’amministrazione pubblica se non ce un’organizzazione interna che svolga comunicazione pubblica compresa quella social, utilizzando opportuni strumenti innovativi da integrare con quelli tradizionali.
Maria Annunziata Astone, presidente Corecom Sicilia e ordinario di diritto privato all’Università di Messina ha fornito ampie delucidazioni sui rischi di una eccessiva trasparenza, ha spiegato la necessità del diritto all’oblio e accennato al nuovo GDPR, il Regolamento UE 676/2016 e alla recente giurisprudenza della CGE che ha fornito ulteriori possibilità al cittadino per la propria privacy.
«La PA vive di Comunicazione e trasparenza, che è il senso stesso dell’attività pubblica. L’80% dei cittadini vuole le informazioni sui social» – dice Sergio Talamo, direttore area comunicazione Editoria, trasparenza e relazioni esterne di Formez e socio fondatore di pa Sociale, che ha sottolineatolo stretto legame tra chi fa informazione e chi la produce nella PA. Per Talamo I social sono “la più grande piattaforma umana mai creata che consente un’interazione costante mai pensata in passato fino al punto che oggi l’80% dei cittadini vuole informazione sui social perché si fida dei social. La trasparenza dei social consente di arrivare a tutti i cittadini in tempi reali”.
Proprio per tale motivo si ritiene che “tale funzione debba essere riportata nell’ambito della comunicazione perché deve essere gestita dai professionisti della comunicazione e non rimanere nell’ambito dell’anticorruzione che deve essere gestita dai giuristi”.
Talamo come altri relatori ritengono dunque urgente provvedere ad un aggiornamento della legge 150/2000 che imbalsamava la comunicazione nei comunicati stampa e negli sportelli e prescindeva dal web.
Oggi i social riescono ad anticipare questi strumenti in quanto più veloci sia come produzione comunicativa che come interazione con l’utente.
In tale ottica Talamo ha preannunciato la costituzione di un gruppo di lavoro presso il dipartimento della Funzione Pubblica per realizzare delle linea guida social media policy nazionale e una base documentale per riformare la 150 e definire i nuovi profili professionali.
Si è anche accennato alla proposta di PA Social della costituzione di un unico Ufficio Comunicazione Stampa e Servizi al Cittadino. con vari desk gestiti da specifici professionisti per la redazione delle notizie, le attività di comunicazione, la comunicazione social.
Mario Emanuele Alvano, Segretario Generale ANCI Sicilia, ha riconosciuto che “c’è un problema di cultura e soprattutto di formazione mancante nelle pa”. Ha inoltre fornito ampia disponibilità dell’ ANCI per una collaborazione al fine di concretizzare attività formativa sull’utilizzo dei social da parte dei cittadini e degli amministratori pubblici. “Anche i social devono esaltare la notiziabilità dei post con linguaggi adeguati a quelli giornalistici – dice Mario Barresi, giornalista inviato de “La Sicilia –
Per chi lavora nelle redazioni spesso avere in tempo reale informazioni pubblicabili è essenziale ed è per questo opportuno che vi sia anche un alert che avvisi i giornalisti che è stato pubblicato un post con una determinata notizia”
Hanno concluso la giornata di formazione e studio Ina Modica del Comune di Monreale, Marina Mancini del Comune di Bagheria; Giovanna Beccalli dell’Azienda Meridionale Acque Messina che hanno illustrato tre case history di comunicazione social dei rispettivi Enti di appartenenza.