Giardini Naxos (ME) – “Scusi, sa dirmi dov’è via Teocle, per andare a mare?” mi chiede un uomo, più o meno della mia età, in sella ad una moto la figlioletta dietro. “Guardi, sto andando proprio lì, basta attraversare questo passaggio” rispondo, “ma lei può svoltare a destra al prossimo incrocio, poco più avanti” aggiungo. Poco dopo, lo incontro in via Teocle e mi rivolgo a lui dicendo: “facilissimo, ha visto?”. “Sì”, mi risponde, “davvero facilissimo”.
Esistono luoghi al mondo. Luoghi in cui è facile ritrovarsi, riconciliare mente e spirito sotto la luce di una bellezza incantevole offerta dalla natura e dal paesaggio circostanti. Luoghi dell’anima. Uno di questi luoghi è proprio Giardini Naxos, in Sicilia. La baia di Giardini Naxos si affaccia protetta dallo sguardo fedele e fiducioso del monte Tauro e si estende sul versante sud fino alla straordinaria foce dell’Alcantara, governata dalla presenza imponente e sovrana del monte Etna, per poi congiungersi con la mitica riviera dei Ciclopi. Ben pattugliata dagli Atlantic mare-mare e dai più agili aerei della Guardia Costiera, la baia di Naxos è meta privilegiata di chi desidera praticare diversi sports acquatici: canottaggio e scuba diving ad esempio, oppure sostare con la propria barca per godere del fantastico panorama e delle ottime attività ricettive. Questo scenario, dominato dal promontorio di Naxos-Schisò, sede della colonia greca e roccaforte strategica sul mare e sulle montagne, offre un tratto di costa in località Recanati che presenta una incredibile varietà di attrattive per gli amanti del mare e della pesca subacquea: dai semplici bagni nelle acque fresche e cristalline dello Ionio ai numerosi e divertenti sports e giochi acquatici (banana tour, flying parachute, etc.) organizzati dal Team Parafly presso gli Acquascivoli Tobogan, nella stessa zona dove si trovano alcuni importanti hotel e villaggi turistici (il villaggio Alcantara ad esempio, per citarne uno).
La via Teocle si apre a questo scenario con una serie di spiagge pubbliche dove molte persone e intere famiglie provenienti da ogni parte della Sicilia orientale e dall’entroterra, si incontrano cercando, o tramite un alloggio preso in affitto o tramite un camper, di approfittare avidamente di un sole e di un mare benevoli per riposare e per ritrovarsi dopo le fatiche di un anno di lavoro. Tutti sono in cerca di quel po’ di ristoro, magari anche solo nella pausa di un fine settimana, che consente una giusta ricarica in vista di un rientro fatto di fatica e di impegni. Alcuni universitari scambiano delle battute tipo: “tu cosa fai dopo?” “Dormo”, “ma no, scemo, volevo dire dopo la laurea!”. Altri scendono a mare con un materassino di plastica che richiama una nota ditta di profilattici. Oppure è facile incontrare il bangladesiano Mahel che canta il suo ritornello: “hey ragazzi, arrivato cocco, vitamina per sesso, buy cocco…”, cercando di racimolare qualche soldo per il suo prossimo viaggio in Bangladesh. Tutto qui non ha confini, le distanze e le false strutture si annullano, tanto che ci si conosce l’un l’altro con uno sguardo, ognuno mantenendo la propria riservatezza. Spiagge e lidi privati si alternano armonicamente senza troppa competizione, ciascuno per conto proprio reca servizi per l’altro e questo è uno dei motivi per cui questo tratto di costa è abbastanza favorito dai turisti stranieri.
E’ la notte di San Lorenzo ed il mare è ancora testimone delle attrattive proposte dalle discoteche in spiaggia e venerdì dodici agosto le luci dei riflettori del Jaaneta disegnano contorni nelle nuvole di un cielo bizzoso e mutevole. Ma è il capodanno d’estate, la notte del quattordici agosto, l’apoteosi del divertimento e la spiaggia di via Teocle si trasforma nella Woodstock giardinese: un gigantesco accampamento di decine di tende multicolori e di possibili amori, accompagnati dalla colonna sonora dell’estate duemilasedici, dà la linea definitiva di Naxos come meta di una grande e bella comunità giovanile in cerca di una compagnia in cui ritrovarsi, per alimentare sogni e speranze altrimenti devastati dalla dura realtà di questi tempi ‘mbastarduti.
E’ domenica quattro settembre, sono le sette di sera, il sole cede il posto ad un’aura rossa che preannuncia un’altra giornata di bel tempo, poche nubi si radunano attorno alla cima del vulcano, due subacquei ritornano da una pesca fortunata: una robusta leccia, alcuni saraghi, persino un barracuda (anche nelle profondità marine bene e male sono in perenne lotta tra di loro), una brezza calda ti avvolge e ti illude che l’estate è appena iniziata, le luci della riviera dei Ciclopi si uniscono a quelle delle lampare su uno specchio d’acqua calma come olio. Sono le otto di sera, e non occorre un ulteriore sussurro delle sue crespe per costringerci a restare. A restare.
Sergio Denaro