Francavilla di Sicilia (Me) – In occasione della giornata conclusiva della terza edizione del progetto ”Il mito di Naxos nella valle dell’Akesines” con la visita guidata ai laghetti delle Gurne, svoltasi in concomitanza con la “Giornata Europea dei Parchi”. Un progetto ideato e coordinato dalla Pro Loco di Giardini Naxos nella persona del prof. Giuseppe Carmeni che, per la sua valenza culturale ed educativa, è stato inserito dall’Ente Parco Fluviale dell’Alcantara nell’ambito del programma delle manifestazioni. I piccoli ospiti, tutti alunni dell’Istituto Comprensivo Giardini, insieme ai loro genitori sono stati accolti con tutti gli onori a Palazzo Cagnone dalle autorità presenti, dal commissario Giuseppe Morano, dai dirigenti e dai funzionari dell’Ente Parco Fluviale, dal presidente dell’UNPLI Messina Santi Gentile, dal presidente della Pro Loco Giardini Naxos Giuseppe Carmeni e dalla coordinatrice AIGAE della Sicilia Violetta Francese. Da qui si è partiti dal borgo medievale e precisamente dalla Chiesa Matrice di Maria SS. Assunta del XVI secolo. Gli studenti, lungo il sentiero delle Gurne, sono stati accompagnati dalle giovani guide naturalistiche AIGAE che hanno illustrato la flora la fauna, la formazione geologica della valle e tanti aneddoti che hanno incuriosito e stimolato la fantasia dei ragazzi., sotto la sorveglianza della Guardia Forestale, del gruppo dei volontari della Croce rossa e della guida del parco. Hanno seguito un itinerario dai panorami mozzafiato e, arrivati giù al fiume tracciato da una colata che proviene dalla sponda destra, cioè da una spaccatura laterale nel versante catanese tra Castiglione e Passopisciaro (di cui alcuni crateri scoperti di recente, tra cui il cratere Verzella) circa ventottomila anni fa, hanno incontrato il prof. Angelo Manitta, direttore del Museo Etnografico della Valle Alcantara di Castiglione e della ben nota Accademia Internazionale “Il Convivio”, che ha loro spiegato che il fiume Akesines nasce a Floresta e percorre cinquantadue kilometri. Circa centomila anni fa il fiume scorreva dietro queste colline, poi l’Etna trentamila anni fa ha eruttato da questa parte e ha spostato il corso del fiume. Ha poi raccontato alcune storie, miti e leggende legate alla valle e al fiume, a partire dal mito di Aci e Galatea. Il mito di Aci e Galatea narra che sull’Etna viveva il ciclope Polifemo innamorato della ninfa Galatea, che faceva finta di corrispondergli ma era in realtà innamorata di Aci, un pastore suonatore di flauto. Il ciclope li vide da lontano e scagliò delle pietre verso di loro colpendo Aci, il cui sangue scorreva copiosamente. Allora, Galatea si rivolse a suo padre Nereo, dio del mare, suo padre e pregò che non morisse. In effetti, il ragazzo non morì ma venne trasformato in fiume, il fiume Akes, Akesines appunto, il fiume della città greca di Naxos. Così i due giovani si sono fusi insieme nel mare. In effetti, quando piove si può osservare bene che il fiume penetra nel mare per chilometri. Questo mito ci viene tramandato dal poeta siracusano Teocrito nell’undicesimo idillio e poi da Ovidio nelle Metamorfosi.
Giunti sotto il castello di Francavilla, il prof. Manitta ha raccontato una leggenda del periodo medievale, la storia d’amore tra la bella Angelina e il delfino di Francia. Attorno al 1200 si narra di alcuni mercanti francesi passati da Francavilla per andare a Castiglione. Giacchetto, uno di loro, vide la bella Angelina e pensò che fosse talmente bella da meritare di essere sposata ad un re. Così, Giacchetto disse al delfino Filippo della ragazza. Allora costui partì alla volta di Francavilla dove incontrò il padre di Angelina mentre andava a caccia. Quest’ultimo gli chiese se fosse francese e gli diede ospitalità al castello. Qui il principe Filippo incontrò Angelina di nascosto, in una stanza segreta. Lei pensava che lui l’avrebbe sposata un anno dopo ma, trascorso un anno, lui ancora non si faceva vivo. A questo punto costei, preoccupata, chiese alla serva Franca di osservare bene tutti coloro che entravano in paese, rivolgendole le seguenti parole: “Franca vigghia, Franca vigghia”. Alla fine, dopo un po’ di tempo, il delfino ritornò e sarà proprio il futuro re Filippo II di Francia a sposarla. Raccontata nel 1550, l’autore della storia è Antonio Filoteo Omodei nel suo romanzo del 1562 “Della Notabile et Famosissima Historia di Angelina di Loria e del Delfino di Francia…”.
Il terzo racconto, svoltosi all’ombra di un grande ulivo, pianta sacra ai greci che ne portarono varietà nuove, narra la leggenda del cieco ingannato ed è legato ai fenomeni vulcanici dell’amico Etna. Si racconta che a Mojo Alcantara vivevano due fratelli che coltivavano grandi estensioni di terreno a grano. Lo trebbiavano e se lo dividevano nel “moggio” del grano raccolto. Uno dei due era cieco e quello che ci vedeva lo misurava e ne accantonava segretamente per sé da una parte. Quindi il fratello che ci vedeva disponeva di una montagna grande di grano e allora un fulmine bruciò la montagna di frumento: è il cratere di Mojo Alcantara, da cui ha origine una sorta di “montagnetta” che esce fuori dal circuito dei crateri dell’Etna, anche se ne è comunque collegato. Circa ventottomila anni fa una colata lavica proveniente da questo cratere ha interessato la piana di Mojo. Anche questo racconto ci viene tramandato da Antonio Filoteo Omodei (1510-1573), scrittore petrarchesco nato a Castiglione e vissuto a Roma. Celebre per il suo Canzoniere di circa trecento poesie e per aver scritto gli atti del Concilio di Trento, ma messo in ombra perché non era benvoluto dal nuovo papa.
La visita si è conclusa ai “Laghetti della Passerella”, vicino all’opera di presa di Enel Green Power che attraversa il fiume Alcantara, da dove è stato possibile godere lo splendido paesaggio dei laghetti delle Gurne, laghetti creati nel corso dei secoli dalle erosioni, completamente circondati da una vegetazione lussureggiante.
Antonio Presti, fondatore di Fiumara D’Arte, è qui intervenuto, su invito del Parco Fluviale, per illustrare ai presenti il suo progetto di “rinaturalizzazione” della centrale idroelettrica delle Gurne, che produce ca. 2100 kilowatt all’ora e raccoglie, convogliandole, le acque che raggiungono più giù, a Fondaco Motta, un’altra centrale idroelettrica più grande.
Antonio Presti ha poi annunciato l’iniziativa del G37, una sorta di manifestazione parallela, in cui durante i giorni 25, 26 e 27 maggio tra Savoca, Castiglione e Linguaglossa (al bosco delle betulle), trentasette poeti nazionali proporranno una lettura ad alta voce, una sorta di mantra collettivo, per riaffermare il potere della parola, il potere della conoscenza, sul denaro. Ci spiega: “al posto di questi signori potenti del G7 che si incontrano a Taormina, ho organizzato un G37 di poeti nazionali per una lettura ad alta voce, un mantra collettivo, per affermare la potenza della parola. Costoro sono i sudditi della conoscenza non i padroni della conoscenza. In tempi di solitudine, di divide et impera, di predominio dell’ignoranza, bisogna leggere con gli occhi della bellezza per riaffermare la conoscenza. E dobbiamo insegnare ai bambini a leggere con gli occhi della bellezza per contrastare questo fenomeno e formare una nuova coscienza. Ecco perché occorre la possibilità di “rinaturalizzare” un sito industriale come questo. Per riavvicinare le nuove generazioni alla natura e alla bellezza”. E’ stato proprio questo il filo conduttore di tutta la manifestazione, quello di creare una consapevolezza nelle nuove generazioni tramite una sinergia tra le varie associazioni e gli enti culturali che si occupano della salvaguardia del Parco Fluviale.
Al termine di questa bella giornata, colpiti da questo stupore, sommessamente rivolgiamo ai candidati a sindaco dei comuni della valle coinvolti nelle prossime elezioni amministrative l’invito a superate logiche ristrette, a volare alto, a farsi trascinare da questo stupore per elaborare sinergie e strategie comuni, ai fini di un forte progetto di sviluppo per questo territorio, coinvolgendo le numerose energie giovanili presenti. Volare alto e creare i progetti più ambiziosi per lo sviluppo turistico (quindi economico) e culturale della valle.
Siciliafelix sostiene la candidatura della Valle dell’Alcantara a Patrimonio dell’UNESCO già proposta dai comuni del Comprensorio taorminese per le seguenti ragioni: 1) si tratta di una vasta area archeologica diffusa tra Taormina, Naxos e Francavilla, riconducibile ad una medesima matrice culturale; 2) tutte le popolazioni che nel corso della storia si sono qui stabilite attivamente (greci, romani, normanni, arabi), hanno lasciato forti evidenze di sé nel mito, nell’architettura, nell’arte, nella letteratura, nel canto e nell’immaginario collettivo, sino ad oggi; 3) si tratta di un’area geomorfologica particolarmente rara e rilevante anche per lo studio dei complessi fenomeni vulcanici e delle loro stratificazioni geologiche.
Sergio Denaro