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Il 9 marzo all’Università Sapienza di Roma Enzo Farinella parla del contributo dei monaci irlandesi all’Italia e all’Europa

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ROMA. “Il Contributo culturale dei monaci irlandesi all’Italia e all’Europa” è il titolo del convegno organizzato dall’Università degli Studi “Sapienza” di Roma e dalla Fondazione “Roma Sapienza”  che si svolgerà nell’Aula Organi Colleggiali – Palazzo del Rettorato dell’Università Sapienza di Roma  (Piazzale Aldo Moro n. 5) giovedì 9 marzo 2017.

Tra i protagonisti del Convegno vi sarà anche il giornalista ANSA siciliano Enzo Farinella con il quale in passato abbiamo collaborato con il nostro giornale. Farinella parlerà del “Contributo culturale dei monaci irlandesi all’Italia e all’Europa” un tema che conosciamo bene poichè nell’estate del  2016 venne presentato in occasione di un convegno svoltosi a Giardini Naxos, organizzato dall’associazione scientifico culturale Mea Lux e dal nostro giornale.

Il programma del convegno prevede anche l’intervento di altri autorevoli relatori:

Antonello Folco Biagini (Presidente della Fondazione Roma Sapienza), Alessandro Saggioro (Coordinatore Dottorato di ricerca in Storia dell’Europa); Umberto Longo (dell’Università Sapienza che parlerà di “Origini e sviluppo del monachesimo e incontro con l’Europa“); Luigi Russo (Università Europea di Roma che parlerà dei “I frutti della Terrasanta: Templari e Carmelitani”)

L’INTERVENTO di  ENZO  FARINELLA:

 Il monachesimo irlandese dal VI al XIV secolo fu una tappa importante della storia universale, dopo il crollo dell’Impero Romano.

La Grecia, secoli prima, e l’Italia dopo, dominarono culturalmente la scena internazionale, contribuendo in modo significativo al nuovo volto della nostra Europa e del mondo intero. Bobbio in Italia, Iona e Lindisfarne in Gran Bretagna, Luxeuil in Francia, S. Gallo in Svizzera, Wurzburg e Ratisbona in Germania sono stati i centri culturali e religiosi più importanti, fondati da monaci irlandesi.

 Il crollo dell’Impero Romano ha segnato un momento traumatico nella storia europea. La frantumazione della sua unità politica ha determinato una crisi di valori e di istituzioni, dando origine a un periodo di confusione e di decadenza morale nella società. In questo quadro i monaci irlandesi sono stati i grandi protagonisti. Essi con la loro vita hanno dato prova come il potere dello spirito e il rispetto per i valori possono essere la chiave  di un cambiamento radicale e stabile. Con loro, la fede cristiana e i valori son divenuti la base di una nuova unità spirituale e politica, che ha gettato le fondamenta della futura Europa. Eccone alcuni esempi:

 Oltre 1,400 anni fà, transitava per le vie di Milano un uomo attempato, con bisaccia al collo, sguardo fiero e occhi penetranti. Lo accompagnavano alcuni amici che, come lui, seguivano un sogno. Si chiamava Colombano e proveniva da quella terra allora definita “finis terrae”, la fine del mondo. Anche se dimesso negli abiti, fu ben accetto alla corte di Re francesi e poi in Italia da Agilulfo e Teodolinda. E’ stato definito il più eminente rappresentante dell’ascetismo irlandese e uno dei più grandi europei del suo tempo.  Nella sua bisaccia custodiva manoscritti preziosi, tra cui l’Antifonario di Bangor – un libro di canti e preghiere per la comunità cristiana di Bangor nell’Irlanda del Nord -, uno dei tesori oggi della Biblioteca Ambrosiana della capitale lombarda.

Come Colombano, tanti altri confratelli della stessa nazione  si sono distinti in varie parti d’Italia. Ricordiamo tra questi S. Orso in Val d’Aosta, S. Donato a Firenze, S. Frediano a Lucca, S. Cataldo a Taranto, e così via.

L’Universita’ di Pavia e Parigi, quella di Vienna e Praga devono la loro nascita ai monaci irlandesi. Dappertutto, in Inghilterra, Scozia, Francia, Svizzera, Italia, Austria, Slovacchia, Russia, Islanda, Groenlandia, America… troviamo manaci irlandesi. Tante diocesi in Italia, Francia, Germania, Austria, Svizzera, Paesi Bassi, hanno un Santo irlandese come loro patrono e fondatore. Colombano, Cataldo, Frediano, Donato, Gall e tanti altri… fondarono monasteri che sarebbero divenuti città, come Bobbio, Fiesole, Lucca, Liège, Wurzburg, Regensburg, Salzburg, Vienna, S. Gallo.

 Ancora qualche esempio.

 Forse vi sarà capitato di prendere un taxi o un fiacre a Vienna, Parigi o al Cairo. Fiacre veniva chiamata – e lo è ancora – una carrozza trainata da un cavallo. Sembrerebbe che il primo vetturino, preso in locazione a Parigi, è venuto dall’Hotel St. Fiacre. St. Fiacre fu un altro monaco irlandese del VII secolo. Se avete sostato per un buon pranzo in un ristorante austriaco di una certa classe, puo’ darsi che l’avrete accompagnato con una gradevole bottiglia di Gruner Veltliner, assaporato delicatamente da un calice di cristallo francese Gobain. Ben pochi sanno però che questo vino bianco, proveniente dalla Wachau Valley, non lontano da Vienna, trae le sue origini dall’abbazia di Melk, famosa per la tomba di S. Koloman, un Santo martire irlandese dell’XI secolo.

Anche Gobain fu un monaco irlandese.  E’ stato un altro monaco irlandese, St. Adamnán, che, oltre  1,300 anni fà, scrisse ed ebbe approvata una legge sulla violenza contro donne e bambini in tempi di guerra, violenza oggi tanto spesso perpretata dal cosiddetto Stato Islamico e in tante zone di guerra.

Adamnán fu l’autore e il promulgatore, nel 697AD, della Law of Innocents or Lex innocentium. Mentre donne e bambini vengono oggi indiscriminatamente presi in ostaggio e a volte uccisi da seguaci senza scrupoli di ideologie fatali, Adamnán presentò, quasi 14 secoli fà, una serie di leggi che prevedevano l’incoluminità e il salvacondotto di vari tipi di non-combattenti in tempi di guerra, come donne e bambini, proibendone la loro uccisione o la loro cattura.

St. Cuthbert, anche lui irlandese, oltre 13 secoli fà, istituì leggi speciali sull’ambiente  che Verdi e Legambiente potrebbero rivisitare per una migliore protezione del nostro habitat.

Cuthbert amò gli animali. Visse da eremita in una piccola isola della foresta selvaggia nelle isole Farne, davanti alle coste inglesi della regione Northumbria. Ottenne l’emanazione di leggi speciali per proteggere l’edredone, un volatile che, proprio in suo ricordo, viene chiamato “uccello di Cuddy” e altri volatili sull’isola.  Ancora oggi questi nidificano a migliaia in quelle terre.

 Abbiamo sapere da vendere. Questa espressione, attribuita a Notker Balbulus, un monaco di S. Gallo (Svizzera), fu il nuovo grido rinascimentale di due monaci irlandesi, Clemente e Albino, nella piazza del mercato di Parigi e sotto i portici delle chiese nella Francia medievale. Essa rispecchia il periodo culturale dalla caduta dell’Impero Romano all’inizio del regno di Carlo Magno in occidente. La letteratura era allora quasi inesistente. I due monaci irlandesi, ben preparati nei vari settori dello scibile e nella Sacra Scrittura, chiedevano in contraccambio ai molti curiosi del mercato solo un po’ di pane, un tetto e alunni.

 I monaci irlandesi elaborarono nei loro centri monastici autentici capolavori di calligrafia, come il Libro di Kells, il manoscritto forse più bello del mondo, prodotto tra l’VIII e il IX secolo. Lo si può ancora ammirare nella Biblioteca del Trinity College di Dublino.  Questi uomini eccezionali produssero libri eccezionali. Le pagine luminosamente istoriate dei loro manoscritti, si dice, abbiano potuto influenzare perfino i colori vibranti dei dipinti di Fra Angelico e di molti altri pittori rinascimentali.  Ai monaci irlandesi, in particolare a S. Colombano, si attribuisce anche lo sviluppo di una forma di confessione del tutto privata di cui non esisteva un equivalente in Europa.

 Cosi’, dopo la caduta dell’Impero Romano, mentre l’Europa vagava nel sonno del Medio Evo, importanti scuole monastiche – vere università, come Clonmacnoise, Lismore, Bangor, Glendalough, … – sorgevano in Irlanda. Da esse cultura e valori sono stati riportati alla nostra Italia e alla maggior parte delle nazioni europee. E’ stato l’inzio del “Miracolo irlandese”, di cui Daniel Rops scrisse: L’Irlanda, tra il V e l’VIII secolo, è stata come una seconda Palestina, una nuova culla della fede cristiana. Mentre la cultura sprofondava in occidente, ciascuno di questi centri accendeva una torcia la cui fiamma sarebbe stata portata dappertutto.

L’Italia e l’Europa tutta sono debitrici nei loro riguardi.  L’Irlanda può vantare un certo credito per la sua missione in Italia, Gran Bretagna, Francia, Paesi Bassi, Germania, Austria, Svizzera e

altre nazioni. Tramite i suoi centri monastici, le sue fondazioni, le sue scuole, le sue cittadelle universitarie, i suoi scriptoria, essa si è prodigata per reintrodurre la cultura classica in Europa. Anche Papa Francesco ha voluto pagare un tributo all’operato dei suoi monaci, quando, dinanzi all’assamblea plenaria del Parlamento Europeo riunito a Strasburgo, ha ricordato le fonti lontane della sua cultura, che provengono “da substrati celtici”.

I monaci irlandesi hanno creduto nella forza del cambiamento. Il loro lavoro e soprattutto i loro ideali di rispetto per la persona umana e la sua dignità, di giustizia, uguaglianza e solidarietà tra tutti gli esseri umani, devono essere per tutti noi una sfida per lavorare con maggior vigore e costruire insieme la casa comune europea, che rimane il progetto politico più affascinante, più coraggioso e più importante che si sia mai visto in questi ultimi secoli.

La vita e l’operato di questi Santi e illustri monaci irlandesi, la cui memoria resiste il passare di secoli tumultuosi, dovrebbero essere uno stimolo ad agire con maggiore speranza e fiducia nel nostro comune futuro di giustizia e pace nell’Unione Europea.

Enzo.farinella@gmail.com

 

Ci piace notare come questi temi vengono esaminati e descritti dal siciliano, Enzo Farinella, nei suoi libri: Sulle Strade del MondoMonaci irlandesi in Europa e in Italia, Dublino, 2015, wcritto in italiano e inglese;

e Dall’Atlantico al MediterraneoSanti e Studiosi irlandesi alle Origini della Storia Europea, Roma, 2015 (solo in italiano).

Il prof. Enzo Farinella

Il giornalista Enzo Farinella

Enzo Farinella e Angela Lombardo

Enzo Farinella e Angela Lombardo presidente dell’associazione Mea Lux

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