Il Gatto Selvatico dell’Etna è una specie endemica da salvaguardare. Occorre tutelare questo magnifico esemplare di Felis Silvestris patrimonio di biodiversità animale tra i più significativi dell’area circostante il vulcano. In passato il felino è stato spesso minacciato dall’ intervento dell’ uomo, che ha ristretto le aree di caccia e costretto il gatto selvatico a scendere a compromessi con la sua indole di cacciatore solitario. Un anno fa al Parco dell’Etna a Nicolosi (Ct) si è svolto un convegno appositamente dedicato, organizzato dall’Ente Parco in collaborazione con l’Assessorato Regionale delle Risorse Agricole e Alimentari, Dipartimento Interventi Infrastrutturali e con il Dipartimento di Biologia Animale “Marcello La Greca” dell’Università di Catania.
La sopravvivenza del gatto selvatico è un obiettivo che il Parco dell’ Etna intende portare avanti assieme all’ Università di Catania nella tutela di questa specie così affascinante.
Nel mese di dicembre del 2014 è stato realizzato un passo importante per la tutela e lo sviluppo della conoscenza della popolazione del gatto selvatico che costituisce la più straordinaria biodiversità faunistica del Parco dell’Etna. E’ stata sottoscritta una convenzione tra il Parco dell’Etna e il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche, Chimiche e Farmaceutiche dell’Università di Palermo, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Messina, la Ripartizione Faunistico Venatoria di Catania. L’obiettivo dell’accordo siglato è la realizzazione di uno “studio sulla biologia ed eco-etologia del gatto selvatico nel parco regionale dell’Etna e realizzazione del piano di conservazione”. A tal proposito si intende studiare lo status attuale del gatto selvatico nel territorio dell’area protetta attorno al vulcano e promuoverne la conservazione a lungo termine.
Il gatto selvatico è classificato come “least concern” (specie a rischio minimo) dalla IUCN, anche se le popolazioni sono in declino. E’ compreso nella lista rossa dei vertebrati italiani e, a livello legislativo, è inserito nella Direttiva Habitat (allegato IV) della Comunità Europea. Rappresenta l’ultimo “grande” predatore della Sicilia e nel Parco dell’Etna dove trova un habitat ottimale per la varietà degli ambienti e la disponibilità delle prede. Le minacce per la conservazione a lungo termine di questa specie sono numerose e molteplici, quali l’ibridazione con il gatto domestico, la frammentazione degli habitat e la sempre crescente pressione antropica.
Come ha spiegato il prof. Mario Lo Valvo dell’Università di Palermo: “Sull’Etna, vive una delle popolazioni feline con la più alta densità registrata (circa 0.30 gatti per Kmq.). Questo progetto in collaborazione con il Parco dell’Etna è estremamente importante per lo studio e la conservazione di questa specie faunistica. In Sicilia vive l’unica popolazione mediterranea di gatto selvatico non introdotta dall’uomo; studi recenti hanno evidenziato che il patrimonio genetico di questa popolazione è chiaramente divergente rispetto alle altre popolazioni italiane, costituendo di fatto una distinta unità di conservazione.”.
La presidente del Parco Maria Mazzaglia ha spiegato i termini del progetto il quale prevede uno studio approfondito dell’ecologia di questa specie affinchè si possano formulare delle linee guida per promuovere la conservazione a lungo termine del gatto selvatico nel territorio del Parco dell’Etna. E’ prevista, a carico dell’Ente Parco, la selezione di personale specializzato per la ricerca sul campo. Sarà realizzato un database dei dati raccolti; una mappa dettagliata in cui verranno identificate le principali minacce per questa specie al fine di pianificare le azioni di tutela, conservazione e divulgazione. E’ previsto anche un database fotografico in cui verrà catalogato tutto il materiale raccolto tramite le trappole fotografiche. Inoltre, il personale specializzato, selezionato dall’Università di Palermo, parteciperà ai momenti divulgativi del progetto presso la sede del Parco e nelle scuole. Per quanto riguarda le collaborazioni al progetto, l’Università di Messina realizzerà le analisi parassitologiche sui circa 120 campioni raccolti, mentre la Ripartizione Faunistico Venatoria di Catania metterà a disposizione 18 trappole fotografiche.
Sull’Etna il Gatto selvatico vive a quote medie più alte (1200-1800 m), e sfrutta come tane i cunicoli della “sciara”, i labirintici cunicoli delle vecchie colate laviche (del 1600 circa). Quali sono le caratteristiche di questa specie? Morfologicamente e dimensionalmente è affine al gatto domestico (TC: 450-630 mm, C: 250340 mm, P: 2-6 kg), dal quale risulta difficilmente distinguibile. Le caratteristiche del mantello utili ad una corretta identificazione degli esemplari comprendono un colore di fondo variabile dal grigio-giallastro al grigio-argenteo; un disegno nero brillante, articolato in quattro strie nella regione occipito-cervicale, due strie scapolari, una dorsale fino all’attaccatura della coda, l’apice e gli anelli presenti su quest’ultima; un disegno evanescente, molto più chiaro del precedente, lungo la regione laterale; padiglioni auricolari di colore uniforme e privi di ciuffetti di pelo.
ROSARIO MESSINA