Santa Maria Raccomandata
Santa Maria Raccomandata

Giardini Naxos (Me) – Anche quest’anno come accade da oltre 150 anni Giardini Naxos celebra la festa della Patrona Santa Maria Raccomandata. Tanti gli appuntamenti inseriti nel programma coordinato dal parroco Padre Eugenio Tamà tra questi il novenario, messe, riti religiosi e conferenze. Le celebrazioni che hanno coinvolto tutta la cittadinanza sono iniziate il 18 agosto e si concluderanno il 12 settembre. Il 7 settembre segna un momento centrale della festa con la tradizionale e suggestiva discesa del simulacro di S. Maria Raccomandata dalla nicchia fino alla vara. Inizia con questo appuntamento il momento clou dell’evento religioso che culminerà l’8 settembre con la solenne messa pontificale delle ore 10,30 presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto e la processione per le vie della città del simulacro della Madonna. Durante la concelebrazione della Messa Pontificale, il Sindaco di Giardini Naxos Pancrazio Lo Turco rinnoverà l’atto di consacrazione di Giardini Naxos alla Patrona S. Maria Raccomandata ed offrirà un cero a nome della città. E’ tanta la notorietà raggiunta da questa festa, ogni anno sempre più suggestiva e commovente come il suo storico inno, toccante e poetico scritto dal sacerdote Don Antonio Cordaro (eletto sindaco della città nel 1885) del quale ricordiamo le parole iniziali: “O Giardini, giardino di fiori qui germoglia la rosa più bella la Regina dei vergini cuori come stella lucente ci sta…..”.

La storia della Patrona inizia nel 1719 quando venne eretta la prima Parrocchia “ai giardini” dipendente dall’Arcipretura di Taormina (Giardini fu elevata a Comune solo nel 1847). La tradizione racconta che la parrocchia (che ottenne l’autonomia ecclesiastica da Taormina solo nel 1921 essendo parroco Padre Giammaria da Casalvecchio) venne dedicata a Maria per la fede dei marinai i quali prima di avventurarsi in mare “si raccomandavano”, per essere protetti dalla Madonna. Come narrano le fonti storiche la statua originaria, venne distrutta nel 1851 nella chiesa di San Nicola. Successivamente ne venne commissionata un’altra, quella che attualmente viene venerata dai fedeli, la quale fu modellata a Napoli nella scuola del Bottigliero intorno al 1853 e portata in città via mare col veliero dei fratelli Cacopardo. Da generazioni i giardinesi, anche emigranti, ogni anno festeggiano la loro Patrona con una grande devozione. Ricordiamo per tutti Santo Vinci il devoto che ogni anno veniva dagli Stati Uniti per assistere alla festa. Di lui è indelebile il ricordo di quando saliva fino alla nicchia per aiutare a scendere la statua mentre sventolava un fazzoletto bianco gridando “Viva Maria”.
Mercoledì 9 settembre alle ore 18,00 recita del S. Rosario e S. Messa e, alle ore 19,30 la salita del simulacro della Madonna. Sabato 12 settembre l’ultimo appuntamento in programma, alle ore 19,00 nella chiesa madre la Santa Messa di Ringraziamento.

                                          ROSARIO MESSINA

 

Un esempio di grande devozione a Santa Maria Raccomandata, la lettera del devoto Pieremilio Vasta scritta qualche anno fa in occasione delle festività della Patrona

 

La Madonna Raccomandata: Identità di Giardini Naxos

L’appuntamento è di quelli che contano, da tante generazioni. Ormai si sa che la vigilia della festa della Patrona, di mattina, la statua della Madonna è discesa dalla sua loggia sopra l’altare per essere collocata nella vara gestatoria rimontata alla destra della navata.
E’ un cerimoniale semplice ma intenso. Così lo ricorda la mia memoria dagli anni dell’infanzia quando, ancor di più, mi sembrava davvero che la Madonna scendesse tra la folla pietosa e commossa, quasi di propria iniziativa. Forse la volontà dei fedeli, che idearono e realizzarono l’attuale assetto architettonico di collocazione e trasporto della maestosa statua lignea, riproducente quella prima Madonna di cartapesta naufragata nel Borgo marinaro “delli Giardini” ed appellata subito “della Raccomandata” dall’ansia devota e protettiva dei primi Giardinesi raccoglitori, era stata proprio di rappresentare un incontro animato tra la Madre scendente dall’alto con solenne autonomia ed i figli convenuti alla festa dell’abbraccio. Perché ciò continua ad avvenire, in questa ormai piccola chiesa del trascorso paesino, ogni anno con uguali movenze.
Su due lunghe travi di legno antico sagomate a binario ed unte con sapone, poi divenute di ferro, una pedana a sezione triangolare, trainata da fune avvolgente, trasporta lentamente la bella sembianza della Regina Celeste.
I capelli chiari avvolti alla nuca aprono il volto dolcissimo acceso dagli occhi lucenti di compassione. Lo sguardo velato appare rivolto a dimensioni lontane. Non incontra sguardi singoli ma li accoglie in quella dimensione universale di consapevolezza dei pensieri invocanti di ogni figlio, ognuno considerato in sé da quell’Universo d’Amore.
E Lei, la Madre di Dio, ricompone in comunione l’amore distinto di ognuno che, diverso e distante se non ostile nella realtà umana, si riunisce nella spiritualità della dimensione divina che tutti contiene, appena ad accorgersene aiutati da quegli occhi che insegnano la carità.
Una coralità di sguardi accorati consegna allo sguardo compassionevole della Madre divina, capace di vedere oltre le diversità delle apparenze il valore unico di ogni persona umana, emozioni cariche di sentimenti intensi: per ognuno c’è restituzione di conforto.
La memoria di ogni generazione contiene il ricordo di alcuni dei personaggi che si avvicendano nelle parti attive del rituale della festa della Patrona. La mia conserva devotamente quello di Padre Gianmaria, il Parroco Cappuccino di cinquant’anni di apostolato, che mi battezzò, allora in casa.
Egli, Icona francescana, a sua volta issato da braccia volenterose sul fercolo di transito, col capo inclinato da distintiva modestia, attendeva la Madonna con un lino bianco tra le mani per accoglierLa con castità. La sua gracile figura, impari alla possanza della statua, trascendeva l’apparente pia intenzione protettiva dai sobbalzi del trasporto per realizzare incomparabilmente la dignità della devozione dei Giardinesi.
Una empatica sinergia univa, al canto “O Giardini giardino di fiori”, le lacrime della signorina Grazia Rizzo, appellata “ Razia a Funcia”, al grido “Evviva Maria” di Santo Vinci che, devotamente sventolando un fazzoletto bianco estratto dal taschino della giacca rigorosamente indossata con cravatta, esortava l’assemblea al tripudio festoso della “Bedda Signura, a Matri Raccumannata”. Egli tornava ogni anno dall’America, dove risiedeva, a portare le offerte generose dei Giardinesi emigrati che, lontani, non potevano separasi dalle radici della loro fede mariana. Così come continua ad avvenire, ogni anno, dai tanti Paesi di emigrazione. Così cominciava la discesa della Madonna Raccomandata tra i fedeli commossi. Così ho imparato da bambino ad affidarmi a Lei, nelle speranze e nelle prove.
L’indomani, il giorno di ogni otto settembre, la Madonna viene portata in processione per la lunghezza del paese; qualche anno particolare raggiunge il quartiere collinare di Calcarone. Nel 1992 lo raggiunse, per la prima e l’ultima volta, attraversando il passaggio a livello della ferrovia che straordinariamente l’Amministrazione comunale del tempo fece predisporre al transito speciale. Il Vice Sindaco concordò con l’Ingegnere capo compartimento della linea della Sicilia orientale quel passaggio: all’ora convenuta fu interrotta la corrente dell’energia elettrica del cavo aereo di condotta, in tutto il tratto tra Fiumefreddo e Tremestieri di Messina, ed una squadra tecnica delle FS lo sollevò con alte pertiche consentendo alla Vara più alta di attraversarlo ed entrare all’inizio della via Vittorio Emanuele proprio nella parte bassa e più antica di Calcarone. Era la prima volta che anche da quelle case, dai balconi agghindati da trapunte ornate, fiori e lacrime di commozione di anziane donne devote accoglievano la Raccomandata alla loro dimora.
I Giardinesi d’età avanzata attendono sulle soglie di casa il Suo transito incantevole e sui loro volti si ripete l’affidamento antico, come i pescatori del Borgo che andavano per mare, per il viaggio ultimo della vita. Si raccomandano a Lei con afflato struggente. Guardarli muove tenerezza profonda. Ben ricordo il saluto di mio nonno Emilio Andò: a capo scoperto dal basco appoggiato con la mano sul cuore, Le tributava omaggio a suo modo, indirizzandoLe un bacio col fiero portamento del Cavaliere alla Regina. Anche in quel momento di abbandono conservava la fierezza del tratto personale, offrendola come dono invece di fiori.
La vara della Madonna, di metallo color oro, a quattro colonnine di raffinata scanalatura, che sorreggono una grande corona su braccia a gomiti simmetrici, non sconfina nel barocco e preserva l’incanto della bellezza semplice della statua. Viene trasportata su un carro di considerevole dimensione, sobriamente rivestito di legno elegante, a guida con manubrio internamente nascosto, sospinto da un perimetro di fedeli devoti, oggi distintamente organizzati. Dentro la nicchia un paziente guidatore, confermato per esperienza, non visto offre in silenzio professione di fede, di quella più apprezzabile. Voglio ricordare a riguardo quelli trascorsi e non più in vita, a mia memoria: Angelino Patanè, il perito elettrico inventore, e Giovannino Musorella, il camposantaro.
Questo giorno la Città si ferma. Maria SS. Raccomandata, avanti e dietro a Sé, raccoglie in processione moltitudine di Giardinesi; e gli altri rimanenti, anche i più lontani dalla fede, al Suo passaggio, sedotti dalla trascendenza che promana, riscoprono con segno di croce accennato, vuoi anche con bacio fugace, il loro essere battezzati. La Sua celeste Maternità penetra ogni coltre d’indifferenza e riunisce nell’attimo il distacco consumato. Anche gli estranei al culto rimangono attratti da fulminea considerazione. Lei come sa sciogliere i dubbi in ogni fede sincera, sa suscitarli in ogni non credente sul mistero della vita e dell’aldilà.
Questa Comunità cittadina, risalente a metà ottocento, espansa da aggregata immigrazione recente e priva di radici culturali, disgiunte dal tempo quelle elleniche antichissime, di cui resta nominale nozione turistica, ritrova nell’affetto alla Patrona Raccomandata l’unico legame identitario condiviso, che possa essere riconosciuto.

Pieremilio Vasta

 

Il parroco della chiesa Madre Padre Eugenio Tamà
Il parroco della chiesa Madre Padre Eugenio Tamà
La processione per le vie della città
La processione per le vie della città
Santa Maria Raccomandata
Santa Maria Raccomandata
Il fercolo con i doni dei devoti
Il fercolo con i doni dei devoti
Le solenni celebrazioni in chiesa
Le solenni celebrazioni in chiesa
La discesa del simulacro
La discesa del simulacro
La rievocazione dell'arrivo della statua della Madonna da Napoli al porticciolo Saia
La rievocazione dell’arrivo della statua della Madonna da Napoli al porticciolo Saia

 

Di Dott. Rosario Messina

Email: direttore@siciliafelix.it

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