Valverde (Catania) – “Nuova Genesi Sierra Leone” è il titolo della nuova mostra di fotografia di Sebastiano Cosimo Auteri (Afiap) che, a partire dal 30 novembre prossimo sarà allestita presso la Galleria FIAF “LE Gru” in Corso Vittorio Emanuele n. 214 di Valverde (Catania). La suggestiva mostra di foto scattate in Sierra Leone sarà inaugurata venerdì 30 novembre 2018 alle ore 20,30 presso la Galleria “Le Gru” e sarà visitabile tutti i venerdì dalle ore 20,00 alle ore 22,00 fino al 18 gennaio 2019. A recensire il nuovo catalogo fotografico che contiene straordinarie immagini del reportage africano di Auteri è stata Daniela Sidari (Docente FIAF) e Giacomo Fanale che hanno dato risalto alle originali tecniche con le quali sono state realizzate le foto e alla straordinaria sensibilità ed ingegnosità dell’autore nel “costruire” ciascuna immagine.
Lo scenario documentato negli scatti fotografici è la Sierra Leone, uno dei paesi del Quarto mondo, un paese per anni martoriato dalla guerra civile e poi decimato dall’Ebola. Sebastiano Cosimo Auteri si è recato li per un viaggio di lavoro e, non si è lasciato sfuggire l’occasione per realizzare un originale reportage fotografico.
Il reportage fotografico di Auteri, è stato realizzato a Makeni (una delle principali zone di guerra dove attualmente il 60% della popolazione sono bambini). A commentare brevemente la sua affascinante esperienza è lo stesso autore delle foto il quale dice: “Ho vissuto un’esperienza dura, ma molto dura, ma alla fine dire che è stata eccezionale è dire poco. Vedo la gente fotografata nel loro quotidiano che anima le strade dei villaggi come se stessero vivendo una nuova genesi … un’altra possibilità.” Parole che ci fanno capire come la mostra, a colori, racconta una Sierra Leone vitale ed emozionante e, “una realtà positiva”.
Qui sta la bravura dell’autore il quale è riuscito ad immortalare, malgrado si trovasse in un luogo così provato, una realtà positiva che narra di un paese attivo e vivace. Come scrive chi ha curato la recensione della mostra “Auteri è riuscito a trovare la giusta chiave di lettura nell’uso combinato di colore e movimento; scatta le immagini volutamente mosse con una tecnica realizzata sia in presa diretta che in post produzione. Un movimento continuo e vario che come un linguaggio fluido, aperto e coerente gli permette di catturare personali sensazioni ed emozioni.
L’uso del mosso aiuta l’osservatore a comprendere questa popolazione secondo una nuova prospettiva: il movimento rappresenta l’incessante brulicare di una comunità, il pieno fervore delle varie attività; in quel movimento c’è qualcosa di buono, in quel movimento c’è nuova vita.
L’obiettivo della sua macchina fotografica ha ritratto persone per strada al lavoro, mentre giocano e, a scuola. Le velocità di mezzi occidentali come camion e moto si confrontano continuamente con la diversa velocità del camminare umano. Donne e uomini portano in testa in perfetto equilibrio grandi ceste ricolme di mercanzie, legna o altro; speditamente si muovono per chilometri fra brulle distese di terra e l’agile passo evidenzia i colori dei tradizionali vestiti mettendo in luce
bellezza ed orgoglio. Ogni movimento si realizza nel tempo; i corpi si muovono relazionando se stessi con lo spazio e se stessi con le altre persone. Tutte le immagini mostrano colori vivaci tranne una, posizionata a metà della sequenza scelta dall’autore, questa immagine ha un tono dismesso ed uniforme, quasi un bianco e nero: è un uomo seduto che nasconde il volto fra le mani; è una ferita ancora aperta nonostante tutto, un monito a non dimenticare ciò che è stato.“
Alcuni scatti in particolare descrivono ciò che sta diventando la nuova realtà di questa comunità. Infatti, grazie all’aiuto e al supporto di numerose ONG in Africa così come in Sierra Leone si stanno realizzando progetti volti a dare nuove opportunità di crescita, di lavoro, di acculturazione alle popolazioni locali. Si tratta di progetti portatori anche di una ricostruzione sociale e morale. Cosicché, ad esempio, tra i numerosi scatti che animano la mostra è possibile ammirare le foto che ritraggono giovani e bambini sorridenti nelle loro divise scolastiche che esprimono gioia e serenità, volenterosi di imparare. Il suggestivo reportage che anima la mostra si conclude con la foto di un bimbo dallo sguardo felice il quale nel compiere un semplice gesto di saluto sembra voler augurare all’autore un arrivederci a presto. In parole povere possiamo concludere che si tratta di una mostra fotografica che vale la pena andare a vedere.
ROSARIO MESSINA