
Giardini Naxos (Me) – Il Museo archelogico di Naxos si rifà un nuovo look. E’ stato rinnovato nell’esposizione integrata di nuovi reperti ritrovati negli ultimi scavi effettuati nel sito dell’antica colonia greca di Sicilia e nel contempo, è stato potenziato, nella leggibilità, da una serie di pannelli didattici esplicativi descrittivi dei reperti esposti, realizzati in lingua italiana ed in inglese. Domenica 13 settembre alla presenza dell’assessore regionale dei Beni Culturali e Identità Siciliana prof. Antonio Purpura è stato inaugurato il nuovo allestimento. Per la speciale occasione è stato esposto il Cippo marmoreo datato VII secolo a.c. concesso in prestito dal Museo Archeologico Paolo Orsi di Siracusa. Numerose le autorità intervenute alla manifestazione, tra questi la direttrice del Museo archeologico di Siracusa Paolo Orsi dott.ssa Gioconda la Magna. A fare gli onori di casa alle autorità ed agli ospiti intervenuti è stata la dott.ssa Maria Costanza Lentini Direttore del Parco Archeologico di Naxos la quale dopo i saluti di rito ha illustrato i nuovi reperti ritrovati e l’innovativo apparato didattico collocato nelle sale del museo. Dopo aver ringraziato per la preziosa collaborazione la direttrice del Museo archeologico di Siracusa Paolo Orsi dott.ssa Gioconda la Lentini ha spiegato che il Cippo marmoreo, contenente una dedica alla dea Enyo, fu scoperto nel 1977 . Era custodito dentro un bothros ellittico (fossa scavata nella pietra) all’interno del santuario ad ovest del torrente Santa Venera. Si tratta di un reperto che ha un valore documentario rilevante poichè i caratteri incisi appartengono inequivocabilmente all’alfabeto del VII secolo a.C. dell’Isola di Naxos delle Cicladi. Qui, come a Naxos Cicladica, i caratteri includono il segno del chet nella forma di un rettangolo chiuso e vuoto, usato sia come aspirazione, sia come ks. L’importanza del ritrovamento è notevole perché solo lo storico Ellanico (FGrHist. 4 F82) riporta i Nassi come fondatori della città. Tucidite (6.3) non ne fa menzione. Appiano (Bellum Civile 5, 109, 454-5) tramanda: “Archegete è una piccola statua che per prima cosa fu collocata da quelli che dall’Isola di Naxos migrarono in Sicilia”. E’ la ricerca archeologica, con il ritrovamento del cippo, ad avere prodotto la prova definitiva della partecipazione di Naxos Cicladica alla fondazione di Naxos in Sicilia.Ad individuare l’area sacra sulla riva destra del torrente, al di fuori delle mura della città e di fronte ad esse, sono state le ricerche condotte tra il 1975 ed il 1978 da Paola Pelagatti. In quella occasione furono scoperti porzioni di un edificio sacro arcaico (sacello A) e l’edificio bipartito B-C che si allinea lungo una strada nord-sud. All’interno del bothros ellittico H, ricadente nell’area ad est degli edifici descritti, venne ritrovato il famoso cippo con dedica alla dea Enyò. Iscritta nei caratteri dell’alfabeto arcaico della Naxos cicladica, la dedica rimane l’unica indicazione esplicita della sfera cultuale del santuario, sfera per il resto ancora sconosciuta.
L’Assessore Antonio Purpura, che qualche mese fa ha firmato il Decreto con il quale viene concessa l’autonomia al Parco Regionale di Naxos, nel corso della cerimonia si è congratulato per gli interventi migliorativi e le sostanziali innovazioni che rendono ancora più fruibile a pubblico e turisti il Museo ed il Parco archeologico a beneficio di un potenziamento del sito in termini di visitatori e di una maggiore visibilità e comprensione dei reperti esposti spiegati in doppia lingua. Al termine della cerimonia il pubblico intervenuto e le autorità presenti hanno visitato il museo e il parco archeologico.
ROSARIO MESSINA





