3 Giuseppe Santoro
Giuseppe Santoro

Potremmo parlare di ingegnosità ai tempi del coronavirus che vede protagonisti due ristoratori siciliani uno di Giardini Naxos e l’altro di Fiumefreddo di Sicilia i quali, per arginare la crisi dovuta all’emergenza cov19  che sta mettendo in ginocchio l’economia ed in particolare  il comparto della ristorazione hanno varato una serie di progetti culinari per ridare tono alle loro attività di ristorazione. A raccontarci i particolari di questa storia è  Giuseppe Santoro, ristoratore giardinese il quale  ha attivato, con l’aiuto del collega pizzaiolo Alessandro De Natale di Fiumefreddo di Sicilia, un laboratorio di ricerca e sviluppo per una serie di progetti riguardanti la Pizza e non solo.

 Una prima ricetta, frutto di una rivisitazione di passate esperienze culinarie, è la “Pizza Ikea”. La ricetta fa parte di un progetto ben definito e, a breve,  potrà’ essere degustata  comodamente a casa propria, perché la si potrà ricevere con un corriere apposito e, “montarla a casa”.

La “Pizza Ikea” fa parte del progetto di Giuseppe Santoro denominato “Cucina a Modo mio. A tal proposito Santoro ha attivato un LAB dove si occupa di formazione. Nei prossimi mesi è in programma la collaborazione con vari chef tutti siciliani per un buon 70% e, altri, provenienti da tutta la penisola che realizzeranno delle master class dedicate non solo ai professionisti ma anche dilettanti. Il progetto prevede corsi dedicati a chi ha voglia di riqualificarsi, dalla pizza al gelato, alla pasticceria e non solo, ma anche pane, pasta e anche beverage.

Nel contempo Santoro, che non e nuovo a queste iniziative, in attesa che il progetto si perfezioni, continua con la passione che lo contraddistingue a ricevere premi. L’ultimo è stato quello dell’associazione AOCRI  (Associazione Operatori e Consumatori della Ristorazione Italiana) consegnato nel mese di Ottobre, per la valorizzazione dell’arte Culinaria e Gastronomica Italiana nel Mondo.

 La nuova ricetta di “Pizza Ikea” oltre ad essere stata registrata sul Sito Mysocialrecipe con un codice che riporta la certificazione di autenticità Infocert, ente autorizzato dal Governo Italiano, sarà anche pubblicata in un libro dedicato al Sale che uscirà nei primi mesi del 2021, realizzato e scritto da un noto Chef Italiano.

Non è la prima volta che Santoro si adopera nella promozione del Made in Italy. A tal proposito, nel 2018, aveva ricevuto un premio dal Consorzio Parmigiano Reggiano, per aver creato una ricetta con diverse stagionature di Parmigiano. In quella occasione, uno degli ambasciatori più celebri del famoso prodotto, Massimo Bottura, aveva inviato una mail alla serata di consegna, congratulandosi con Santoro per la promozione dei prodotti Italiani all’estero e l’utilizzo degli stessi.

Dopo aver lavorato qualche anno all’estero, Santoro oggi è ritornato in Sicilia dove ha ripreso ad insegnare In un alberghiero professionale  di Giardini Naxos e anche a Randazzo su un’altro alberghiero dove anche li tramanda la sua passione e amore per la  gastronomia Italiana e non solo.

La gustosa pizza di Santoro
La gustosa pizza di Santoro
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Alessandro De Natale
Giuseppe Santoro
Giuseppe Santoro

 

 

In merito al progetto Santoro ha detto: “il Covid ha cambiato le nostre abitudini e costumi il mio obiettivo e’ promuovere oltre il Made in italy, la nostra Isola, e quale miglior modo se non l’utilizzo dei prodotti nostrani, rielaborando studiando e valorizzando le nostre materie prime, questa sara una delle tante, l’obiettivo è farne ancora non solo con la pizza, ma con la pasta, i dolci della tradizione e altro ancora, per conoscere i prodotti e i nostri corsi, basta seguirci sul nostro portale cucinamodomio.com Infine eccovi la nostra ricetta, che troverete anche sul Portale Mysocialrecipe, con gli ingredienti e le dosi.”

 

 

 

 

 

 

LA RICETTA DI SANTORO:  LA PIZZA AL SALE

2 fotoSi tratta di Una ricetta rivisitata che utilizza l’antica tradizione dell’Arte Bianca Mediterranea, la quale vuole che alla fine di ogni impasto e preparazione dei pani, questi venivano cotti in un forno a legna, alimentato con i rami di ulivo, arancio, mandarino, e limone, raccolti durante la potatura, e accatastati per l’utilizzo e la preparazione del pane o la pizza durante tutto l’anno; usualmente veniva prodotto 1/2 volte la settimana, una parte di questo impasto veniva lasciato a parte per fare le famose cuzzole che potevano essere dolci o salate. Un’altra parte di questo impasto veniva messo in delle teglie tonde chiamate anche padellini ben oliate con olio o della sugna e spianate a mo’ di focaccia, venivano infine ricoperte di sale grosso marino delle saline trapanesi IGP, che oltre a non farle asciugare formavano una crosta naturale che gli trasmetteva degli odori particolari, e sembra di sentir la brina di mare quando leggermente agitato. Rimaneva così anche per giorni a seconda di quando il forno veniva riacceso. La maturazione e lievitazione al sale era lenta e avveniva in una zona asciutta ma areata, il più delle volte in cantina o nella zona dispensa dove si trovava ogni ben di Dio dei vari raccolti. Da qui la rivisitazione della mia Pizza al Sale. Veniva farcita in diversi gusti, con pomodoro e aglio e origano, con farcitura di salsiccia e verdure dei campi cotte e condite con olio e limone, con le acciughe sott’olio, e prodotti poveri del territorio, delle volte la trovavi in sostituzione del pane e veniva messa al centro della tavola ancora calda, anche come Puccia a mo’ di pane, con rosmarino e origano, o solo dei pomodorini pigiati sopra. In questo caso ne abbiamo fatta una pizza focaccia gourmet se così vogliamo definirla, da utilizzare come apristomaco o stuzzichino per l’aperitivo. Abbiamo deciso di condirla con prodotti del territorio che vengono utilizzati, visto il loro processo di conservazione, tutto l’anno. GLi Ingredienti della nostra Pizza al Sale: stracciatella di bufala e scorza di limone siciliano, pomodorino ciliegino di pachino candito, acciughe sott’olio dei presidi sciacchitani, uvetta passa di Passopisciaro alle pendici dell’Etna, mandorle tostate di Castelmola zona sopra Taormina, polvere di finocchietto selvatico raccolto alle pendici dell’Etna disidratata e resa in polvere, per una conservazione più lunga, senza alterarne gli odori e sapori, e per finire olio evo siciliano di oliva Nocellara dell’Etna selezionato da uno chef stellato.”

Di Dott. Rosario Messina

Email: direttore@siciliafelix.it

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