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A Riposto l’Etna Torre Wine il seminario sui vini e grani antichi

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Etna Torre Wine, ieri il primo seminario su vini e grani  antichi. Dal 19 al 21 luglio il clou della manifestazione.

La storia di Riposto e del suo prodotto principe, il vino, sono stati  al centro del primo incontro culturale di Etna Torre Wine, manifestazione enogastronomica dedicata alle eccellenze del  territorio. Ieri sera, nel Palazzo Vigo di Torre Archirafi a Riposto  (CT), il docente Salvatore Spina, del Dipartimento  di Scienze Umanistiche Phd di Storia dell’Europa Mediterranea  presso  l’Università degli Studi di Catania, ha ricostruito la nascita di  Riposto, dal ‘500 fino ai tempi moderni, e del suo straordinario ed  indissolubile legame con il vino. A moderare il seminario Giuseppe Strano, presidente di AgrituristSicilia. “Nel ‘600 – ha illustrato il  docente – la zona era conosciuta per la coltivazione di gelsi. La vite  arriverà nel ‘700 quando, dopo il terremoto del Val di Noto, che  distruggerà tutto, molte città avranno la necessità di investire in qualcosa di nuovo”. Gli acesi, in conflitto con i catanesi, decidono  di acquistare i terreni di Riposto per sfruttare il porto naturale del  comune marinaro. In quel momento nasce il nome Riposto, parola  derivata dai magazzini, detti ripostigli, costruiti per custodire il  vino. “Grazie alla particolarità del terreno – ha proseguito  Salvatore Spina – nasce un prodotto unico, il nerello, che inizia ad  essere esportato anche all’estero”.

Nell’800, dunque, nasce anche l’identità commerciale della città. Dal 1836, poi, si inizia a parlare del porto di Riposto e nel 1905  viene posata la prima pietra. “Furono i produttori di vino – ha  spiegato ancora il docente – a spingere per la sua costruzione, per  la necessità di trasportare la merce in condizioni migliori”.  Subito dopo Angelo Saffio, fondatore di Fornai Siciliani, ha  raccontato la propria esperienza di imprenditore nel campo dei  grani antichi biologici, partendo dalla storia del prodotto, tornato in auge negli ultimi anni.

“A Caltagirone nel 1923 venne fondata una stazione sperimentale  di granicoltura – ha spiegato Angelo Saffio – dove fece catalogare  tutti i grani autoctoni siciliani. Per questo la Sicilia, unica regione  in Italia, conserva tutte le 52 varietà di grano locale. Le più  conosciute sono la timilia e la maiorca”. Grani che stanno  prepotentemente tornando sul mercato a causa dell’insorgenza e  diffusione delle intolleranze causate dai grani moderni. “Nel ’96 sono andato via da Raddusa – ha raccontato l’imprenditore – Sono  andato a lavorare fuori dalla Sicilia, in un’azienda che produceva  biologico. L’azienda che per prima ha importato il kamut in Italia.

Nel 2011, tornato in Sicilia in vacanza, ho conosciuto un  agricoltore che stava tentando di aprire un’azienda per lavorare i  grani antichi. In quel momento ho scoperto queste straordinarie  materie prime ed ho deciso di investire nel settore”. L’azienda, che  produce

pasta, legumi, cereali e prodotti da forno, ha rapidamente  ottenuto un importante successo sul mercato italiano. Al termine  del seminario si è tenuta una degustazione dei prodotti biologici  targati Fornai Siciliani.

Il 19, il 20 ed il 21 luglio la  manifestazione, organizzata dalla Pro loco di Riposto, da ConfTorre  e da Agriturist Sicilia, in  collaborazione con l’Onav, il Consorzio Dop Monte Etna,  l’associazione dei produttori di miele di Catania e la Strada del Vino, con il patrocinio  del  comune di Riposto, entrerà nel vivo con seminari, laboratori del  gusto e workshop.

Il seminario

Il seminario

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