GENNAIO - FEBBRAIO - MARZO 2024
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Giardini Naxos

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Il taglio del nastro

Il taglio del nastro

Grande successo per Catania 2020, che chiude le porte di una edizione straordinaria, sotto tutti i punti di vista.

CataniaPiù di 6000 visitatori, oltre 150 aziende espositrici, 2100 partecipanti ai 22 convegni, oltre quelli che hanno seguito i lavori in streaming, oltre 100 relatori. È questo il bilancio positivo della edizione appena conclusasi di “CATANIA 2020”, l’evento fieristico internazionale dedicato all’ambiente e agli ambienti, che quest’anno ha ospitato contestualmente la seconda edizione di Ecomed e la dodicesima di Progetto Comfort.
Una tre giorni di grande successo, nonostante le incognite e le difficoltà legate al post lockdown e al necessario rispetto di tutte le norme anti contagio Covid-19, organizzata da una realtà imprenditoriale catanese, Amazing srl, guidata da Salvo Peci e Giusy Giacone.

Sono state tre giornate intense. Il centro fieristico Le Ciminiere ha ospitato più di 150 aziende, locali e nazionali, che hanno risposto con grande entusiasmo alla “chiamata alle armi” degli organizzatori, sfidando l’incognita del post-Covid e credendo fortemente nella possibilità di rilancio dell’economia a partire dai temi ambientali, e a partire dalla Sicilia. Quattro sale sono state interamente dedicate ai convegni specialistici, workshop e tavole rotonde, dedicati alle tematiche ambientali ed energetiche, che durante le tre giornate sono stati ampiamente seguiti dal pubblico in sala, nel rispetto delle norme di sicurezza anti contagio, e da numerosissimi partecipanti in streaming. Anche nelle altre giornate, i convegni sono stati seguiti live sulla pagina social Facebook dell’evento (nei prossimi giorni i convegni saranno tutti disponibili sul canale YouTube della manifestazione).
A latere della fiera, anche una mostra, a cura dell’Architetto Salvo Puleo, dal titolo “Laboratorio Sicilia 2020. Esperienze di rigenerazione urbana, ambientale, culturale”, una occasione per fermarsi a riflettere, attraverso le opere di alcuni architetti siciliani, sulle esperienze che stanno trasformando il territorio, sia in ambiti urbani che in paesaggi extraurbani. Presente al finissage della mostra, anche Andrea Bartoli, fondatore di Farm Cultural Park, il primo ‘parco turistico culturale’ in Sicilia, esempio virtuoso di rigenerazione urbana.

La seconda giornata, quella del 17, è stata dedicata a “Sicilia Virtuosa, la premiazione di 133 enti locali virtuosi. “CATANIA 2020” ha, infine, ospitato i lavori delle “Giornate dell’Energia”, progetto triennale co-organizzato con il Dipartimento Regionale dell’Energia della Regione Siciliana, per guidare gli operatori pubblici e privati verso la transizione energetica, e proseguiranno, con la presentazione di progetti, iniziative, incontri, per tutte le giornate della manifestazione. Nella giornata conclusiva di sabato, presente anche il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.

Sulla manifestazione CATANIA 2020, il Presidente ha sottolineato comela ricchezza sta nella capacità di fare impresa ognuno col proprio ruolo, e la pubblica amministrazione vuole sostenere chi ha la vocazione all’auto imprenditorialità: solo così la Sicilia può diventare una terra competitiva non soltanto nel contesto nazionale, nel sistema Italia, ma soprattutto nel bacino Euro-Africo-Asiatico dove noi siamo centrali, ma lo siamo per geografia, non per economia”. Obiettivo primario, quest’ultimo, degli organizzatori della manifestazione, che, già nelle fasi embrionali della manifestazione, hanno espresso la volontà di un cambio di paradigma e di prospettiva, che vede la Sicilia crocevia e punto di riferimento nel settore della Green economy nel Mediterraneo.

Giusy Giacone, direttrice marketing di Ecomed e Progetto Comfort, ripercorre il grande successo, inaspettato considerate le premesse post Covid, frutto del duro lavoro in un periodo complesso, che sembrava non lasciare spazio all’ottimismo: “È stata una sfida emozionante e difficile allo stesso tempo. Abbiamo trovato il coraggio di organizzare la prima fiera post lockdown in Sicilia e nel meridione, e la prima in Italia su temi ambientali ed energetici, abbiamo riempito le strutture ricettive della città facendo ripartire l’indotto fieristico e garantito visibilità per i nostri espositori. Inoltre ci pregiamo di aver portato dei contenuti che possano portare Catania, la Sicilia e l’Italia intera un passo avanti nel futuro ecosostenibile. Ovviamente, come ogni lavoro, al termine è doveroso un bilancio di chiusura, quello che portiamo a casa, oltre al successo, i margini di miglioramento per la prossima edizione. Impossibile ringraziare uno ad uno i tanti che hanno permesso l’iniziativa. Ringraziamo tutti coloro che sono intervenuti, le Istituzioni, gli Sponsor, e tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questa manifestazione. Siamo stati sommersi da numerosissimi attestati di stima, che rappresentano per noi l’aspetto più importante e ci spronano a guardare avanti. A pensare, con ottimismo, migliorandoci ancora, a CATANIA 2030”.

Giusy Giacone da il benvenuto al Presidente della Regione Nello Musumeci

Giusy Giacone da il benvenuto al Presidente della Regione Nello Musumeci

Al centro della foto Giusy Giacone

Al centro della foto Giusy Giacone

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Il dott. Gianfranco Ragonese

Gianfranco Ragonese

Mai come ora la pesante crisi economica dovuta all’emergenza coronavirus impone una riflessione su come risanare i conti pubblici e risollevare l’economia. Da anni l’Italia è sofferente per gravi difficoltà economiche a causa di un debito pubblico sempre crescente aggravato oggi dalla recente pandemia. In questo momento di grave crisi ed emergenza economica, ha voluto dire la sua Gianfranco Ragonese già Sindaco del Comune di Calatabiano (Ct) il quale ritiene che, per dare una boccata di ossigeno al debito pubblico occorre una soluzione tecnica che punta su nuove strategie per arginare l’evasione fiscale. Ragonese, classe 1946, oltre che primo cittadino, è stato il fondatore e primo presidente della Banca S. Marco di Calatabiano, già vice presidente della Confcommercio della provincia di Catania e vice presidente dell’INPS di Catania. L’esperienza accumulata in questi anni in ambito lavorativo lo ha spinto a formulare una sua personale teoria che illustriamo di seguito.

Ragonese ritiene che, malgrado la crisi economica sia galoppante, non s’intravvedono seri e fattivi provvedimenti per una sua vera risoluzione.

Esiste invece una soluzione choc economicaspiega Ragonesedella crisi senza elemosina aiuti all’Europa senza indebitarsi ancora  sul piano internazionale che ci costerebbe ancora di più, molto di più. Si tratta di una soluzione tecnica   fattibile che il popolo non pagherà con lacrime e sangue.E’ sufficiente riflettere in merito. Ogni utente per ogni cessione di beni o di servizi unitamente al suo corrispettivo incamera l’IVA relativa e con una periodicità da uno a tre mesi versa all’erario la differenza tra quanto incassato meno quanto ha già pagato.Questo modus operandi manipolato dall’utente produce una evasione da 100 a 300 miliardi per anno per egoismo, furbizia o difficoltà economica degli evasori. Lo stato non ha nessuno che lo difenda efficacemente al contrario gli evasori possono disporre sempre di bravi commercialisti, di avvocati che sanno districarsi tra le pieghe opache delle leggi e qualche volta s’intromette anche la corruzione o la prescrizione.

Può essere possibile un rimedio efficace e indolore senza modificare l’essenza della legge corrente. Ecco la proposta: con l’avvento della fatturazione fiscale e dei registratori di cassa collegati con l’ufficio delle entrate nell’istante di ogni transazione commerciale ogni utente incasserà solamente il suo corrispettivo mentre lo stato incamererà sull’istante la parte dell’IVA predisponendo all’uopo un accorgimento tecnico. Allor quando l’utente ha pagato di più può richiedere il rimborso della differenza a suo favore in tempi convenuti che possono essere anche brevi. Gli utenti sono parecchi milioni e detengono nell’arco da uno a tre mesi un grande tesoro in quanto frantumato e pertanto inerte. Messo insieme in mano allo stato questo predetto capitale che verosimilmente può oscillare da 500 a 1000 miliardi di Euro si potrebbe intervenire autonomamente su tutto ciò che necessita. Da questa realistica e possente disponibilità potrebbe rinascere un’Italia dai rinnovati storici fasti. Tutto questo espresso è solo una sintesi, una base di partenza il progetto si estende ben oltre; sviluppo della prima industria quale appunto l’edilizia correzioni  sull’I.N.P.S. e  sull’IRPEF deterrenza alla corruzione (ipotesi non carceraria) e anche sulla comunicazione e altro.”

Iva

Chi ha interesse può farne richiesta formale e gli sarà inoltrato per email.

Ragonese Gianfranco 3478162862

 

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Nadia Terranova

Nadia Terranova

Giardini Naxos (Me). Sono riprese le attività sociali della sezione di Giardini Naxos della Fidapa.   Dopo il lock down dovuto all’emergenza coronavirus che ha costretto le fidapine a qualche mese di  inattività forzata, sabato 11 luglio, in un noto ristorante giardinese, è stato organizzato un evento culturale  riguardante la presentazione del nuovo libro della scrittrice messinese Nadia Terranova, finalista del Premio Strega 2019, intitolato Come una storia d’amore” (ediz. Perrone della collana Hinc). Alla presentazione del libro oltre alle fidapine della sezione locale sono intervenute anche  Daniela Diamante e Ada Puliatti già presidenti del sodalizio. Presenti anche varie personalità del mondo della cultura messinese e catanese tra questi l’artista Livia Terranova, la fotoreporter Vera Terranova, l’avv. Daniela Tomarchio, il presidente dell’associazione “Vulcano” Salvatore Bittighesu assieme alla vicepresidente Grazia Maccarone ed al preside Francesco Bottari referente per la cultura dell’associazione, il preside Mario Rapisarda, la presidente dell’associazione Scientifico Culturale “Mea Lux” Angela Lombardo, la dott.ssa Agata Polonia coordinatrice dell’assemblea territoriale di Cittadinanza Attiva di Taormina-Giardini-Naxos di recente nominata Cavaliere OMRI Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Ad introdurre l’evento è stata la presidente della Fidapa di Giardini Naxos per il biennio 2019-2021 Angela Giuttari la quale, prima di iniziare la serata ha chiesto ai presenti un minuto di raccoglimento per ricordare i morti del coronavirus. Terminato il minuto di silenzio, la presidente Giuttari ha continuato il suo intervento introduttivo specificando che: “Stiamo attraversando un momento particolare dovuto all’emergenza coronavirus, per la quale abbiamo dovuto sospendere tutte le attività, questa è la prima alla quale ne seguirà un’altra il 6 di agosto.” La Giuttari ha poi concluso il suo intervento introducendo la scrittrice e, la referente della commissione cultura della Fidapa la prof.ssa Grazia Intersimone. Quest’ultima, nel prendere la parola, dopo aver ricordato il difficile momento che il mondo sta attraversando per il Cov-19 e, in particolare il nostro Paese, ha specificato che la Fidapa ha voluto ricominciare con un evento culturale, la presentazione di un libro che parla di “storie di donne” in sintonia con quella che è l’anima del sodalizio. Nel presentare l’autrice ed il libro la Intersimone ha tracciato con dei flash i sentimenti umani che caratterizzano le storie dei personaggi protagonisti dei brevi racconti della Terranova. Il rimpianto, il dolore, il lutto sono alcuni dei sentimenti che “assediano” i vari protagonisti. Ha quindi esaltato la capacità della scrittrice di descrivere storie nelle quali ognuno di noi  può identificarsi perché le ha vissute. La stessa relatrice, affascinata dalla lettura del testo ha sottolineato come sia entrata in empatia con i personaggi. Al termine dell’intervento della referente della cultura ha preso la parola l’autrice del libro la quale dopo aver spiegato come è nata l’idea di raccontare   storie di naturale quotidianità, si è soffermata su alcune parti del testo specificando come queste fossero state ispirate dai luoghi dove la scrittrice ha vissuto o che ha avuto modo di conoscere come il quartiere ebraico a Roma. Al termine del suo intervento ha risposto alle domande del pubblico.

Le protagoniste dei racconti del libro della Terranova sono tutte donne di età diversa. Quello che le accomuna è il vivere nella periferia di Roma la città dove vive da anni la scrittrice, una Roma che non è la loro città d’origine, ma in cui sono approdate a un certo punto della loro vita. Vediamo alcune di queste storie. Ad esempio, il primo racconto, “Via della Devozione” descrive una coppia di anziani coniugi e della loro quotidianità che ad un certo punto, decide di pagare il funerale di un transessuale della cui morte nessuno si cura. Nel racconto “Due sorelle” si parla di Porta Maggiore che, per due ragazze, rappresenta una boccata d’aria per evitare di assistere ai litigi dei loro genitori. “La lavanderia sbagliata” invece, descrive due caratteri opposti, quello della tintora esotica sempre sorridente e quello della proprietaria, italiana, meno popolare dell’altra. “L’ora di libertà” mette in scena un brindisi solitario di una giovane in un bar prima di un capodanno.  “Freezing” invece è il ritratto di una donna afflitta dalla morte di una sconosciuta. Nella “Felicità sconosciuta” una donna viene idealizzata dalla protagonista la quale, seguendola su facebook, pur non sapendo nulla di lei prova invidia ed ossessione per un mondo che non le appartiene.

A conti fatti possiamo concludere che si tratta di un libro emotivamente coinvolgente che parla di storie comuni e soprattutto di eventi che appartengono al nostro quotidiano dove ognuno di noi si può ritrovare. Per questo il libro si legge tutto d’un fiato anche perché è misurato nella stesura e, alquanto gradevole nella lettura.

Al termine della serata la presidente della Fidapa  Angela Giuttari ha consegnato a Nadia Terranova un omaggio floreale.

 

                        ROSARIO MESSINA

 

BIOGRAFIA di Nadia Terranova

Nadia Terranova è nata a Messina nel 1978 e vive a Roma. Ha scritto per Einaudi i romanzi Gli anni al contrario (2015, vincitore di numerosi premi tra cui il Bagutta Opera Prima e del Bridge Book Award) oe Addio fantasmi (2018, finalista al Premio Strega e vincitore dei premi Alassio Centolibri, Subiaco Città del libro, Premio Mario La Cava e il premio Nino Martoglio). È autrice di numerosi libri per ragazzi, tra cui Bruno il bambino che imparò a volare (Orecchio Acerbo 2012), Casca il mondo (Mondadori 2016) e Omero è stato qui (Bompiani 2019, selezionato nella dozzina del Premio Strega Ragazzi), e un saggio sulla letteratura per ragazzi, Un’idea di infanzia (ItaloSvevo 2019). E’ tradotta in Europa e negli Stati Uniti e collabora con diverse testate come  “La Repubblica” e “il Foglio”.

Nadia Terranova scrive una dedica nel suo libro

Nadia Terranova scrive una dedica

La locandina dell'evento

La locandina dell’evento

La foto di gruppo con le fidapine

La foto di gruppo con le fidapine

La presidente della Fidapa di Giardini Naxos Angela Giuttari

La presidente della Fidapa di Giardini Naxos Angela Giuttari

Il momento di raccoglimento per le vittime del coronavirus

Il momento di raccoglimento per le vittime del coronavirus

Nadia Terranova con Angela Giuttari

Nadia Terranova con Angela Giuttari

Nadia Terranova con Daniela Diamante

Nadia Terranova con Daniela Diamante

Nadia Terranova con la prof.ssa Grazia Intersimone

Nadia Terranova con la prof.ssa Grazia Intersimone

Nadia Terranova con una fidapina

Nadia Terranova con una fidapina

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Giardini Naxos (ME) – E stato presentato nell’azienda di turismo rurale della famiglia del candidato sindaco Antonio Veroux  il video di promozione turistica dedicato a Giardini Naxos intitolato:La bellezza ha un indirizzo: Giardini Naxos”, ideato e realizzato dall’aggregazione civica “Ritorna in superficie Giardini Naxos – Veroux Sindaco”. Alla proiezione del promo hanno assistito i protagonisti del filmato, i componenti dell’aggregazione, numerosi simpatizzanti e, anche  autorità del mondo politico siciliano.  E’ stata una giornata  vissuta  all’insegna della convivialità e della condivisione, dove ognuno ha avuto la possibilità di apprezzare i frutti del progetto culturale presentato e, nel  contempo, ha potuto esprimere le proprie idee sui futuri progetti aventi come obiettivo la rinascita culturale, artistica, economica e turistica di Giardini Naxos. Ad accogliere gli ospiti è stato un brillante Antonio Veroux che ha fatto sentire tutti parte di una grande famiglia.

L’iniziativa del video realizzato nelle scorse settimane in collaborazione con gli artisti giardinesi  che, a vario titolo, vi hanno preso parte, può essere considerata un omaggio che i cittadini dell’aggregazione hanno voluto fare ai commercianti ed agli operatori turistici della prima colonia greca di Sicilia, per incoraggiare la ripresa economica messa in ginocchio dall’emergenza  coronavirus.

C’è voluto oltre un mese di lavoro per girare i video finalizzati alla promozione della città che hanno avuto come testimonial numerosi artisti locali. A conclusione delle riprese, effettuate assieme al montaggio dal filmaker Gianpiero Romano, sono stati prodotti tre video. Il primo è uno spot di circa cinque minuti con immagini suggestive di Giardini Naxos riprese anche dall’alto con un drone, che si alternano alle sequenze di scene degli artisti che hanno aderito al progetto ripresi nelle loro botteghe d’arte o durante una loro performance nei luoghi più suggestivi della città. A conclusione della propria performance ogni artista ha rivolto ad ipotetici turisti  l’invito a venire per vedere le bellezze paesaggistiche ed artistiche di Giardini Naxos. Lo spot, di grande impatto emozionale ed artistico, è certamente il video più strategico dei tre realizzati perché è quello che tecnicamente trasmetterà, attraverso i social, l’invito a venire nella cittadina jonica. Il messaggio contenuto nel filmato  è stato affidato a nomi noti della cultura e dell’arte locale. Una scelta che mette in evidenza la determinazione da parte dell’aggregazione che ha ideato il progetto, che intende  puntare sulla cultura attraverso la valorizzazione degli artisti e delle risorse umane del proprio territorio, per veicolare un messaggio di promozione turistica, ma soprattutto per far ripartire l’economia della città. A conti fatti possiamo dire che l’esperimento è riuscito, poichè le immagini spettacolari di Giardini Naxos alternate a quelle degli artisti suscitano parecchie emozioni, ma soprattutto perché ha risvegliato il desiderio di tanti giardinesi di ritornare ad attivarsi per far crescere il proprio paese. Il promo è facilmente visionabile dai navigatori del web perchè ha una breve durata e quindi adatto a poter essere facilmente condiviso attraverso i social. A rendere ancora più suggestive le immagini dello spot anche i brani inseriti come accompagnamento alle spettacolari immagini. Per le riprese della prima parte del video è stato scelto il brano “Sagapò”, che significa ti amo in greco, scritto dal cantautore Rosario Todaro che canta assieme alla cantautrice Maria Russell. Un brano suggestivo che si adatta bene alle immagini perché racconta la storia di un pescatore greco che, spinto dalle onde durante una tempesta, approda nella spiaggia di Naxos dove incontra una dea alata, la Nike, di cui si innamora perdutamente.   Vibrante dal punto di vista emotivo anche la sigla finale, il brano suonato al violino “Nelle tue mani” tratto dal famoso film “Il Gladiatore”, riadattato dalla violinista Luisa Grasso con una magistrale interpretazione che lascia senza fiato e commuove pure.

Non meno importanti anche gli altri due video. Uno riguarda la presentazione del progetto svoltasi al cospetto della scultura della Nike che ha avuto come testimonial il mecenate Antonio Presti, mentre il terzo video della durata di circa un’ora, è stato dedicato agli artisti che hanno aderito al progetto ripresi mentre lavorano o durante una loro performance. Un plauso al lavoro svolto da quanti hanno collaborato per la realizzazione dei promo.

Non è stato facile realizzare così tante e complesse riprese senza poter usufruire di un set vero e proprio, come si fa quando si  realizzano spot promozionali. Tuttavia,  come ha più volte sottolineato Angela Lombardo, presidente dell’associazione scientifico culturale Mea Lux, coordinatrice del progetto, l’esperienza è stata molto gratificante e ben riuscita.  A tal proposito   prima della proiezione del video,  ha detto: “ E stato un grande lavoro di squadra. Abbiamo fatto rete, abbiamo creato sistema, lavorando in sinergia con le risorse umane del territorio. Tutto ciò è stato possibile grazie all’esperienza di un grande maestro, Antonio Veroux, che già in passato ha saputo coniugare  cultura e turismo in questo territorio, coinvolgendo personaggi del mondo dello spettacolo di fama internazionale. Gli artisti giardinesi sono una grande risorsa per la nostra città e, insieme a loro, vogliamo creare altri progetti che veicolano il nome di Giardini Naxos nel mondo. A noi sta a cuore il futuro della nostra città e soprattutto della sua economia che si basa principalmente sul turismo. Per questo abbiamo scelto di realizzare un video che promuovesse la città in piena emergenza coronavirus. Spero che siamo riusciti nell’intendo. La comunicazione, la promozione del proprio brand attraverso i social, per una località turistica come Giardini Naxos, deve essere messa sempre al primo posto perché è il volano principale per attirare flussi turistici. Per quanto ci riguarda come aggregazione civica la Comunicazione e la promozione del brand è uno dei nostri principali cavalli di battaglia e con questi video ne abbiamo dato prova.”

Al termine della  proiezione del video un lungo applauso ha sottolineato il gradimento del promo e, successivamente numerosi ospiti hanno preso la parola per esprimere il compiacimento per la meritoria iniziativa.  Il candidato sindaco Antonio Veroux ha concluso gli interventi esprimendo grande soddisfazione per i risultati ottenuti da questo primo progetto culturale, dicendo: Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno contribuito e lavorato parecchio per questi video. Abbiamo voluto realizzare questo promo perché vogliamo far vedere al mondo che a Giardini Naxos c’è tanta bellezza e tante cose da vedere, ammirare ed apprezzare oltre al mare. Giardini è incastonata tra una suggestiva baia e la mitica Etna e, non solo, poiché da Giardini il turista può raggiungere facilmente altre mete importanti della nostra Isola. Essere di Naxos ha un significato profondo, perché ha alle spalle una grande tradizione culturale che purtroppo negli ultimi trenta anni si è persa. La cultura è caduta nell’oblio e deve ritornare in superficie! Dobbiamo recuperare la nostra identità culturale, e  mettere in campo i nostri uomini e le nostre donne migliori per rilanciare il nostro centro, mettendo al primo posto la “giardinesità”.  Vogliamo rilanciare Giardini attraverso le nostre risorse, i nostri artisti e le nostre menti pensanti. Questo è il mio sogno ed il sogno di tutta l’aggregazione, riuscire a far riemergere Giardini da questo oblio e farla risplendere in tutta la sua bellezza, assieme ai suoi cittadini. Mi auguro che questo lavoro, per il quale è stato necessario un grande impegno di energie, possa lasciare una traccia e contribuire a ridare la visibilità che merita la nostra città ed i suoi operatori turistici. Un primo passo verso un nuovo futuro che possa portare Giardini a primeggiare nel mondo perché ha i requisiti per poterlo fare.”

Alla chiusura dell’intervento, il candidato sindaco si è complimentato con gli organizzatori del progetto per l’originale conclusione del video dello spot promozionale dove si vedono alcuni turisti che, arrivati alla stazione ferroviaria di Giardini Naxos, dopo aver guardano il video attraverso il cellulare, si mettono in cammino per le vie della città, per vedere le creazioni artistiche, le bellezze paesaggistiche e magari incontrare  qualche artista presente nello spot!

A questo punto è doveroso nominare tutti i protagonisti del video, impeccabili attori, che hanno reso possibile questo piccolo miracolo. Ecco i loro nomi: il mecenate Antonio Presti, la cantautrice Maria Russell, il cantautore Rosario Todaro, la violinista Luisa Grasso, il baritono Salvatore Todaro, il tenore Francesco La Spada, la soprano Elisa Moschella, l’attore Alessio Bonaffini, la stilista Maria Giovanna Costa, la modella Aurora Licari, la modella Letizia Costa, la modella Giovanna Mirabile, la modella Bruna Caniglia, la stilista Simona Gullotta, la modella Sofia Tamà, la modella Eleonora Leone, il cantastorie Luigi Di Pino, la presentatrice Francesca Crea, il Gruppo Folk “I Gileppu”, la maestra di ballo Loredana Migliastro, della scuola di ballo “Cristal dance”, lo scultore Turi Azzolina, il pittore Pippo Foti, la scenografa Cristina Russo, la designer Concetta Prestipino, la ceramista Stefania Alberici, la pittrice-ceramista Laura Talio, l’artigiano ebanista Pippo Galeano, il pittore Vincenzo Azzolina, il tedoforo Salvatore Ferrara, l’imprenditore turistico Silvio Angrisani, il ballerino Luca Galeani, Valerio Arena presidente del Circolo Canoa Naxos, Francesco Santisi direttore della Galleria d’arte moderna di Giardini Naxos, Salvatore Belardo dell’”associazione amici del calesse”.

      ROSARIO  MESSINA

 

VIDEO  PROMO

Un momento della manifestazione di presentazione del progetto. Nella foto, Antonio Presti, testimonial dell'evento, Angela Lombardo , Antonio Veroux e Calogero Leanza figlio del compianto Presidente della Regione

Un momento della manifestazione di presentazione del progetto. Nella foto, Antonio Presti, testimonial dell’evento, Angela Lombardo , Antonio Veroux e Calogero Leanza figlio del compianto Presidente della Regione

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Uno dei busti in argilla

Uno dei busti in argilla

Giardini Naxos (Me)- Lo scultore giardinese Turi Azzolina è già a lavoro per la realizzazione del busto (in bronzo) del compianto Monsignor Salvatore Cingari parroco della chiesa di San Pancrazio scomparso qualche settimana fà.

L’idea di realizzare un opera che ricordasse lo storico parroco era stata proposta dall’aggregazione civica “Ritorna in superficie Giardini Naxos – Veroux Sindaco”  (che ha avviato una raccolta fondi), per onorare il lavoro svolto da Padre Cingari  in oltre cinquanta anni di sacerdozio.

Padre Cingari ha lasciato tracce indelebili sulla sua straordinaria attività parrocchiale e per tale motivo  è venuta l’idea di realizzare un busto a memoria del sacerdote. A realizzare l’opera sarà lo scultore Turi  Azzolina, giardinese, che ha gia realizzato numerose opere collocate in diverse piazze di Giardini Naxos tra queste il busto di Padre Giammaria (collocato nella piazzetta antistante la chiesa madre S. Maria Raccomandata), il busto di Papa Giovanni Paolo II (posto sul sagrato della chiesa dell’Immacolata), il Mito di Naxos e la statua di Teokle (fondatore della prima colonia greca di Sicilia).  Il Maestro si è già messo all’opera ed ha realizzato un bozzetto che poi ha plasmato in una prima sagoma d’argilla. In attesa di raccogliere i fondi da parte dei fedeli, lo scultore continuerà a perfezionare  il volto del sacerdote fino ad arrivare ad una immagine fedele al volto del prete che poi verrà realizzata in bronzo.

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Lo scultore Turi Azzolina nella sua bottega d’arte mentre realizza una sagoma in argilla di Padre Cingari

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Lei è autore del libro I giorni della pestepubblicato dalle Edizioni di storia e studi sociali: quali mali profondi della nostra società ha reso evidenti l’emergenza sanitaria del Covid-19?

Il Covid 19 ha rovesciato, a ben vedere, il vaso di Pandora, rivelando in primo luogo le illogicità dei paesi più ricchi e interconnessi, dell’Occidente europeo e atlantico in particolare, che poi sono quelli che più stanno subendo l’attacco epidemico. Negli ultimi decenni, a dispetto delle crisi, il mondo ha cambiato volto, sospinto dalle grandi economie sistemiche e dal gigantismo tecnologico, che hanno generato presunzioni di onnipotenza a tutti i livelli. L’intelligenza artificiale, i supporti satellitari, il web e i nuovi modelli dei consumi hanno portato a credere in una sorta di realtà aumentata, dove ogni risorsa è attingibile e a portata di mano, o di click. Tutto appariva perciò perfetto, infallibile, supremo. Era però solo una parvenza, un film. Attaccato frontalmente dal nuovo virus asiatico, il re, come nella favola di Andersen, si è ritrovato infatti nudo, attonito e senza difese, privo quindi di quel carisma imperioso che aveva sempre ostentato. In questi mesi lo si è visto arrancare, brancolare nel buio, ottenebrato da una paura crescente che, a fronte della minaccia reale, lui stesso ha contribuito a rendere parossistica. Tanto tronfio e geloso dei «valori» di cui si sente il custode ultimo, dei suoi profitti e dei suoi arsenali, questo mondo si è rivelato, in larga parte, privo di senso strategico. Alcuni paesi non sono stati neppure capaci di munirsi in tempo di banali mascherine. Il Covid 19 ha rotto in sostanza il «giocattolo». Ha profanato fino allo scandalo le roccaforti della finanza globale, le città e le regioni più slanciate sul futuro, svelandone i bluff. E le risposte all’infezione appaiono davvero emblematiche di questo collasso razionale, che si esprime in vari modi, come, tra l’altro, la caccia all’«untore», la corsa esclusivistica al vaccino e i fucili d’assalto di cui vanno dotandosi le classi popolari e medie statunitensi, nella West Coast  in particolare, per sentirsi più protetti.

Cos’è la «peste» evocata dal titolo?

 

Come si evince da quanto detto, non è solo quella epidemica. La peste più temibile è annidata nei sistemi e nei processi cognitivi, nelle culture, nei modi di pensare delle società contemporanee, nel sostrato antropologico in definitiva. Essa avanza con le nuove paure, che rischiano di travolgere l’età dei diritti di cui parlavano nel secondo Novecento Hans Kelsen e Norberto Bobbio. Come dimostra, da tempo ormai, la diffusione dei populismi e di movimenti analoghi, sempre più si avverte un bisogno di «protezione» e di «sicurezza» per il quale diventa concepibile anche il sacrificio di libertà e diritti.  La peste viaggia con i risorgenti autoritarismi, con il restringersi del pensiero critico, che ha costituito nel mondo moderno e contemporaneo un presidio forte dei diritti e della democrazia. Le opinioni pubbliche tendono ad assuefarsi e a perdere quello stato di vigilanza attiva, quella reattività democratica che specie dalla metà del Novecento, con lotte sfibranti e costi molto elevati, ha cementato le strutture di quella «società aperta» di cui parlava Karl Popper. È andata mutando, in realtà, la percezione sociale delle cose, del , della vita, della morte, mentre li agi, l’opulenza e i comfort hanno abbassato sempre più la soglia del dolore e del tollerabile. Le sicumere tecnologiche e le presunzioni di onnipotenza coesistono allora con una perdita di senso, con un indebolimento, appunto, del sostrato antropologico. L’esito è quello di una rarefazione democratica che rischia di tradursi in regressioni aperte, nello smarrimento definitivo di quella razionalità attiva, conoscitrice e ordinatrice, civile in ultima istanza, che i Greci identificavano con il logos.

 

Quali precedenti storici è possibile richiamare per la situazione attuale?

 

La situazione epidemica di oggi costituisce per certi aspetti un unicum storico, e su questa unicità, non ancora ben rilevata sul piano analitico, credo sia opportuno riflettere un po’ d’ora in avanti. Le grandi infezioni del passato di cui ci giunge memoria, dalla peste di Atene del 430 a.C. fino alla Spagnola che esplose nel primo Novecento subito dopo la Grande Guerra, hanno avuto effetti pesanti sulle rispettive epoche, forse superiori a quelli che emergono dalle narrazioni letterarie e dalle fonti storiografiche. Ma a dispetto della loro immensa tragicità, hanno assunto, comunemente, movenze «taciturne», sciogliendosi negli sfondi delle epoche e facendosi, come altri elementi oggettivi, «paesaggio». È il caso di fare un esempio. Gli anni successivi alla Grande Guerra evocano, al cittadino bene informato oltre che agli storici, tante cose: gli sconvolgimenti della rivoluzione russa, il controverso trattato di pace di Versailles, la nascita e le prime evoluzioni del fascismo in Italia, l’uccisione di Rosa Luxemburg e Karl Liebknect, la nascita della Repubblica di Weimar in Germania, l’avvento in Europa dei partiti comunisti. Ed evocano, ovviamente, l’epidemia Spagnola che nella «penombra» di quegli eventi svettanti nei titoli alti dei giornali, mieteva decine di milioni di morti: influente ma immanente, incidente ma muta, letale ma implicita, devastatrice ma di fatto impolitica. E con questa dimensione taciturna le pestilenze storiche in senso lato ritornano a ben vedere nelle narrazioni: da Tucidide a Procopio di Cesarea, da Boccaccio al Manzoni, dalle gazzette novecentesche a Camus, anche quando esposte con toni emotivi e veementi.

 

E cosa avviene oggi, con il Covid 19?

 

L’infezione di oggi, di cui non si discute la gravità sul piano sanitario, rimane una fenomenologia a sé, polimorfica, che da alcune prospettive non ha davvero precedenti. Nelle parti più «progredite» della Terra è esplosa come una carica atomica, mediatica prima ancora che epidemica, che ha interagito in modo eclatante con la vicenda, gli ordinamenti, l’organizzazione sociale, gli assetti giuridici e l’ethos civile di gran parte dei paesi. Era già così quando si trattava di spegnere in maniera coesa il «focolaio Italia», e l’Unione Europea in primis, che avrebbe potuto agire, non è stata capace di farlo, per miopia. L’infezione da Covid non è «taciturna» come lo erano la peste di Atene, quella di Giustiniano, quella del Trecento, quella del 1630, il colera del primo Ottocento e la Spagnola. Non è il «paesaggio» silenzioso ma terribile e influente entro cui si compone un vissuto storico più o meno nodale. Declinandosi bensì come paura, fino al parossismo, diventa l’attore unico e dispotico attorno a cui ruota l’intera scena. Il fenomeno epidemico intercetta in sostanza i mutamenti antropologici, la «peste» cioè di cui si diceva. E qui potrebbe stare la chiave di tutto.

 

Quali allora le differenze di fondo tra passato e presente? Dove sta la frattura?

 

Proviamo a mettere insieme alcuni fatti. La Spagnola, come si è detto, causò un numero complessivo di morti di molto superiore a quello causato dalla guerra scatenata dagli Imperi centrali. Eppure non produsse un’ossessione «su misura». Non occupò la scena in maniera assolutistica. Non paralizzò. Fu combattuta bene e male, con i mezzi sanitari e le risorse materiali del tempo. E a dispetto della sua incidenza materiale e morale nella vita sociale non causò il dissesto economico degli Stati, che invece conobbero, dopo il tracollo momentaneo determinato dalla guerra, una significativa fase ascensionale, fino al crack statunitense del 1929. I giornali europei dei primi anni venti apparivano interessati, un po’ per calcolo forse, più alla strage dei Romanov di Russia a Ekaterinburg che all’epidemia che aveva devastato i continenti, destinata a sparire quasi anche dalla memoria pubblica, un po’ alla volta, nel clima confuso di quegli anni, che incubavano altre «pesti», morali e politiche. La condizione di oggi è, diversamente, quella di una crescente eccitazione, alimentata anche da organismi tecnico-scientifici. Come si diceva, il Covid 19 appare perfettamente allineato con l’antropologia del panico, con ripercussioni politiche e geopolitiche, sociali e istituzionali, che si profilano già immense e laceranti. Si parla di nuove guerre fredde. Si registrano abusi, reticenze, opacità di Stato. Si avvertono crepuscolarismi giuridici. Resteranno traumi. Se, nonostante tutto, il 1969, l’anno della pandemia di Hong Kong, la Spaziale, che solo in Italia fece decine di migliaia di morti, resta nella memoria di chi allora era ragazzo come l’anno della Luna conquistata, il 2020 sarà ricordato come il tempo «sospeso» del Covid 19, della reclusione a prescindere, della caduta improvvisa, del distacco sociale, di mortificazioni infine, emozionali oltre che civili.

 

Lei parlava di «pesti» morali e politiche, tra le due guerre mondiali. Trova delle relazioni con quella che ha riferito all’oggi?

 

Sì, è così. Sono ravvisabili, seppure obliquamente, delle analogie tra l’oggi e quella stagione del Novecento, quando l’Europa finì con il trovarsi al centro di una grande catastrofe morale e civile, che avrebbe provocato cinquanta milioni di morti e, tra questi, lo sterminio nei lager di milioni di ebrei, omosessuali, zingari, oppositori politici. Nel 1935, quando Hitler si proponeva ancora come un moderato «uomo di pace», mentre emanava le leggi di Norimberga, Johann Huizinga congedava alle stampe La crisi della civiltà, in cui con grande lucidità denunciava il declino della razionalità occidentale, che passava attraverso le teorie e le persecuzioni razziali, la repressione politica, l’umiliazione delle minoranze e, in ultima istanza, la preparazione della guerra. Anche oggi si è ad uno snodo pericoloso, in cui aleggiano progetti crepuscolari, che pure si presentano come innovativi e progressisti, in grado di trarre il meglio dalle tecnologie telematiche per migliorare la condizione umana. Si pianifica, e non è più uno scherzo, la scuola «da remoto», si rigetta la storia come un cascame inutile, si manifesta avversione per la conoscenza, per lo studio pensoso, mentre, accampando presunte cause di forza maggiore, si tende a rovesciare i paradigmi della trasparenza. Appare istruttivo infine che si cerchi di far passare la democrazia, aperta per definizione, attraverso il cappio di piattaforme telematiche chiuse, paradossali, gestite da privati, a latere, in maniera privatistica.

 

Quale futuro, a Suo avviso, per la società attuale? 

 

A dispetto degli allarmismi, la lettura del fenomeno epidemico fa ritenere, ragionevolmente, che il peggio stia passando, soprattutto in Europa. L’infezione ha seguito dei percorsi in fondo «logici», incanalandosi lungo le aree più interconnesse della Terra. Proveniente dalla provincia industriale e finanziaria dell’Hubei, in Cina, ha infettato maggiormente la Lombardia in Italia, la regione di Parigi in Francia, le aree di Barcellona e Madrid in Spagna, lo Stato di New York negli USA, le città più avanzate del Brasile, e così via. Sono state sconfessate, evidentemente, le analisi di esperti e comitati tecnico-scientifici che prevedevano catastrofi epocali in Africa, nell’America Latina più povera, nel Sud d’Italia, nei campi profughi della Grecia. Eventuali ritorni nelle aree già infettate si renderanno perciò «isolabili», di conseguenza gestibili in condizioni di relativa normalità. Non c’è tuttavia da illudersi. La sarabanda allarmistica sta già aggiornandosi, mossa ancora dai «fantasmi» che opprimono questa modernità avanzata. Ed è importante che a tutto ciò venga posto un argine. Si annunciano anni difficili ma il mondo civile può riuscire ad agguantare il timone della storia. Occorrono iniziative imponenti di rinascita morale e culturale, in difesa della democrazia. Si pensi alle resistenze d’Europa, alle Primavere e al migliore Sessantotto, che pose in campo, al di là dei radicalismi violenti, la generazione del Vietnam. Per stringere infine sull’Italia, occorre affermare con chiarezza che le libertà e i diritti, conquistati con affanni e olocausti, non sono negoziabili, le garanzie costituzionali vanno difese a prescindere, come è da difendere l’istruzione, dalle elementari all’università, dalle manovre di chi, ancora sotto l’influsso delle «pesti», vorrebbe virtualizzarla. Si prenda atto che il mondo telematico è solo un mezzo, da cui trarre informazioni, per organizzare meglio la vita. Risalire china è, in definitiva, possibile, ma è fondamentale che il Paese civile, ben al di là delle polarizzazioni dell’odio, alzi lo sguardo e getti in campo, con determinazione, la sua forza tranquilla, le sue risorse morali e il suo buon senso.

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Taormina – Lutto nel comprensorio di Taormina e nel mondo della lirica per la scomparsa del tenore Aldo Filistad. Il noto cantante lirico taorminese, che aveva 85 anni,  è stato un artista di tutto rispetto. Per oltre 40 anni sulla scena, è stato uno dei cantanti lirici più quotati in campo internazionale. A ricordare l’amico è il cantante folk Bruno Di Bernardo che, qualche anno fa, lo coinvolse nello spettacolo “Omaggio a Giuseppe Di Stefano”, presentato dallo stesso Di Bernardo il quale riorda: “Sono davvero rammaricato per la morte di Aldo Filistad un amico fraterno. Ho tanti ricordi di lui ed in particolare dei due concerti che qualche anno fa ebbi l’onore di presentare dove Aldo fu uno degli ospiti principali e venne premiato con il Premio alla carriera. Cosa posso dire di lui? Aldo è stato il ragazzo del sud con un sogno del cassetto che, un bel giorno, preso dalla passione per il canto lascia la propria terra con pochi versi in tasca e, dopo lunghi anni di sacrifici a Milano, il suo sogno diventa realtà. Di lì a pochi anni, la gloria lo bacia, l’Operà di Parigi lo consacra nel tempio della Grande Musica. Quel ragazzo del sud diventa ben presto un grande artista acclamato ed osannato per oltre 40 anni sulla scena lirica internazionale. Di lui possiamo dire che è fra i pochi cantanti lirici che può vantare una carriera brillante, una voce intramontabile, un artista di tutto rispetto che ha portato il vessillo di Taormina, nei teatri più importanti del mondo.”  Uno dei due spettacoli che ha ricordato Di Bernardo fu il concerto d’Autunno intitolato “Omaggio al tenore Giuseppe Di Stefano”.  Direttore artistico del concerto e presentatore della serata fu proprio Bruno Di Bernardo il quale coinvolse per l’occasione un gruppo di artisti di caratura internazionale. La serata, organizzata a Giardini Naxos, oltre ad Aldo Filistad vide protagonisti anche Leonardo Marzagalia (maestro concertatore) uno dei pianisti italiani più quotati fra i migliori esperti di spartiti del concertismo internazionale; il baritono veneziano Silvio Zanon voce di grande potenza calda e travolgente specialmente nei toni drammatici; la cantante lirica milanese Chiara Angella che vanta un intensa attività concertistica; il soprano Manuela Cucuccio; il chitarrista Massimiliano Anastasi, il famoso pianista giardinese Giuseppe Gullotta, i violinisti Giovanni Cucuccio, Marco Giufrida, Maurizio Longo (viola) e Carlo Salerno (violoncello). Aldo Filistad nel corso di quella serata cantò varie aree e canzoni popolari, tra queste, “Recondita armonia” (Tosca), “La donna è mobile” (Rigoletto), “Nessun Dorma” (Turandot), “I’ te vurria vasà”, “Tu ca nun chiagne”, “E vui durmiti ancora” per concludere con la celebre romanza “Libiam ne’ lieti calici” (Traviata).

Conosciamo meglio il tenore attraverso una breve biografica. Aldo Filistad è stato un artista di tutto rispetto, da oltre 40 anni sulla scena. E’ stato uno dei cantanti lirici più quotati in campo internazionale.  Tenore di Taormina, ha studiato canto al Liceo Bellini di Catania con Santonocito, si è perfezionato a Milano con il Maestro Ghiradini. E’ fra i pochi cantanti che hanno saputo dominare lo spartito e dare interpretazione, anche teatrale, del loro personaggio. La sua voce è solare dall’impasto argenteo, ricca di armonici, con accenti passionali, elegante nel fervore della dizione scolpita  e nel calore del fraseggio, con facile estensione fino al DO diesis 4°. Vincitore assoluto del prestigioso concorso internazionale di Ginevra, debutta al Nuovo di Milano con l’Amico Fritz di Mascagni.

Il vero esordio avviene in Francia, quando Gilbert Becaud lo sceglie come protagonista nella sua Opera D’Aran diretta dal celebre M° Georges Prètre al teatro Champs Elisèes e all’Opera Comique di Parigi. Il successo è così assoluto che lo proietta direttamente al Gran Teatro dell’Operà e ai vertici della scena internazionale.

E’ stato acclamato e osannato nei teatri principali di mezzo mondo. Fra i più importanti: Operà di Parigi, Real di Madrid, Coliseo di Lisbona, Colon di Bogotà, Sang-Sol di Seoul, Royal di  Taiwan, Staats’Oper di Vienna, Festival di Salisburgo, Oper Haus di Amburgo, di Berlino, Francoforte, Monaco, Zurigo, Berna, Liegi, Carlo Felice di Genova, Arena di Macerata, di Benevento, di Verona, Teatro Massimo di Palermo, Teatro Bellini di Catania, Teatro Antico di Taormina. Ha cantato sotto la direzione di celebri maestri quali Molinari-Pradelli, G. Prètre, Hans Graf, Alain Guingal, a fianco di artisti famosi come F. Cossotto, P. Cappuccilli, Mariella Devia, con un repertorio lirico e drammatico come: Bohème, Tosca, Rigoletto, Butterfly, Elisir, Cavalleria Rusticana, Lucia di Lam. Traviata, Gioconda, Manon Lescaut, Andrea Chenier, Pescatori di Perle, Romeo e Giulietta, Faust, Nabucco, Carmen, Turandot, Norma, Tabarro, Aida, Trovatore.

Il funerale del tenore Aldo Filistad è stato programmato per venerdì 22 maggio 2020 alle ore 11, presso la cattedrale di Taormina.

Bruno Di Bernardo e Aldo Filistad

Bruno Di Bernardo e Aldo Filistad

Aldo Filistad nella serata "Omaggo a Di Stefano"

Aldo Filistad nella serata “Omaggo a Di Stefano”

Bruno Di Bernardo accoglie sul palco Aldo Filistad

Bruno Di Bernardo accoglie sul palco Aldo Filistad

Il tenore Filistad canta

Il tenore Filistad canta

Il tenore Filistad e la soprano Manuela Cucuccio

Il tenore Filistad e la soprano Manuela Cucuccio

Il premio alla carriera consegnato a Filistad nel concerto di Natale  del 2015

Il premio alla carriera consegnato a Filistad nel concerto di Natale del 2015

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Il Partito Democratico di Giardini Naxos con un comunicato ha rivolto un appello ai sindaci del Comprensorio ed in particolare al Primo cittadino di Giardini Naxos affinchè chiedano al Presidente della Regione il ripristino del servizio di sorveglianza delle spiagge libere considerato il fatto che l’emergenza coronavirs impone una serie di regole per tutti coloro che vanno a mare nelle spiagge libere. Di seguito riportiamo il testo del comunicato del Pd:

Il Partito Democratico di Giardini Naxos, vista la difficile situazione sociale ed economica determinata dal Covid-19, in riferimento alla imminente stagione balneare, oltre ad esprimere solidarietà nei confronti dei lavoratori stagionali e degli operatori che esercitano attività di carattere turistico e commerciale, e di gestione  dei lidi balneari privati, denota grande preoccupazione per le sorti, ancora incerte, sui protocolli sanitari, di sicurezza e le modalità di utilizzo delle libere spiagge. Se è vero che nella gestione dei lidi privati sarà possibile il contingentamento, il mantenimento delle distanze e la sorveglianza, molto più difficile sarà fare tutto questo nei tratti di spiaggia libera. Pertanto, pur considerando la grave situazione economica dei Comuni che si stanno trovando senza le normali entrate tributarie , invita i sindaci, ed in particolare il sindaco di Giardini Naxos a richiedere alla Regione siciliana l’applicazione della legge regionale 17/98 per l’istituzione del Servizio di Sorveglianza e Vigilanza delle Spiagge Libere che dovrebbe garantire, almeno,  il contributo del 50 % della spesa totale, come recita l’art. 5 della stessa legge, per le modalità di utilizzo e fruizione in sicurezza delle nostre spiagge libere, e in ogni caso prevedere una somma in bilancio per l’utilizzo dei bagnini brevettati iscritti all’Ufficio di Collocamento, o altre iniziative utili per non far fallire la prossima stagione balneare.”

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Il Teatro GrecoGiardini Naxos (Me), 16 maggio 2020 – Bisognerà attendere qualche altro giorno per tornare a godere della bellezza dell’arte e del paesaggio nei siti del Parco Archeologico Naxos Taormina. Nonostante il tempestivo avvio dei cantieri dal 4 maggio scorso in vista della riapertura dei musei, prevista dal DPCM per lunedì 18 maggio, sono ancora in corso, in collaborazione con il concessionario Aditus, lavori e adeguamenti alle misure di sicurezza contro il contagio del covid-19.

Al Teatro Antico di Taormina, monumento icona della Sicilia che in tempi “no-covid” registra grandi flussi di visitatori, si lavora per l’installazione dei tornelli per l’ingresso individuale: un filtro che distanzierà i turisti evitando assembramenti nell’area della biglietteria principale di via Teatro Greco e, a seguire, nel secondo ingresso di via Bagnoli Croce; contestualmente, nello stesso ingresso, sono ripresi i lavori dell’Enel per lo spostamento della cabina, mentre su uno dei Belvedere procede il cantiere per la trasformazione dell’edificio Ex Semaforo in una spettacolare caffetteria affacciata sul mare che, secondo il nuovo cronoprogramma post-covid, sarà pronta ad agosto. A Naxos, infine, si sta installando la nuova segnaletica lungo l’Area archeologica dell’antica polis greca.

 La direttrice del Parco, l’archeologa Gabriella Tigano, spiega: “Raccogliendo le istanze della comunità di Taormina e Giardini, duramente messe alla prova dallo stop di questi mesi, e consapevoli che la riapertura dei siti monumentali rappresenta un fattore di attrazione per rimettere in moto l’economia del territorio così fortemente legata al turismo, sia pure di prossimità in questa prima fase, ci siamo attivati da subito per gli adeguamenti previsti dalle misure anti-covid. E poiché è indispensabile garantire salute e sicurezza sia ai visitatori, che alle maestranze e ai custodi del parco, chiediamo di pazientare ancora qualche giorno in vista della riapertura che, come annunciato, prevede in particolare per Taormina l’esperienza suggestiva delle visite serali e sotto le stelle”.

Fra le novità anti-covid in arrivo figurano l’ingresso solo con biglietto elettronico (e lettura digitale del QRcode), misurazione della temperatura corporea e visitatori muniti di DPI (dispositivi di protezione individuali), ossia guanti e mascherina propri. Proseguono, intanto, con cadenza periodica gli interventi di sanificazione delle aree comuni, dei reperti e delle aree espositive in tutti i siti del Parco: Museo di Naxos, Teatro Antico di Taormina e Isola Bella.

Cantiere in Via Teatro Greco

Cantiere in Via Teatro Greco

Parco Archeologico Naxos – Taormina

Il Parco archeologico, oggi denominato di Naxos–Taormina è stato istituito nel 2007 e gode di autonomia scientifica, di ricerca e organizzativa, amministrativa e finanziaria. Dal 2013 il Parco ha la gestione di alcuni tra i più importanti siti monumentali e paesaggistici della provincia di Messina: il Museo Archeologico di Naxos con le sue collezioni; il Teatro Antico di Taormina; Villa Caronia; il Museo naturalistico di Isolabella, le aree archeologiche di Taormina e Francavilla.

Dal 2019 sono gestiti dal Parco, Palazzo Ciampoli (Taormina) e il Monastero e Chiesa Basiliana dei Santi Pietro e Paolo (Casalvecchio Siculo) e si attesta all’Ente anche Castel Tauro. Dal giugno 2019 il Parco è diretto dall’archeologa Gabriella Tigano. Fra i grandi eventi gestiti dal Parco e che hanno visto protagonista il Teatro Antico di Taormina – secondo sito più visitato in Sicilia dopo la Valle dei Templi, mentre il sito di Naxos è sesto nella classifica italiana – figurano il G7 nel maggio 2017 e la visita del Dalai Lama nel settembre dello stesso anno. Nel corso del 2019 i siti gestiti dal Parco Naxos Taormina hanno sforato, per la prima volta, lo storico record di 1.033.656 visitatori (esclusi gli oltre 150.000 spettatori degli eventi serali nel Teatro Antico di Taormina nel periodo tra giugno e settembre).

Sanificazione reperti antiquarium

Sanificazione reperti antiquarium

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Sono state tante le domande poste ai relatori, dagli studenti dell’Istituto “San Francesco di Sales” – Salesiani Cibali di Catania, che hanno partecipato all’incontro in videoconferenza dedicato alla legalità e promosso dal Miur. Le domande hanno vivacizzato la videoconferenza alla quale hanno partecipato: il generale di brigata Diodato Abagnara, il cappellano militare del Reggimento “Cavalleggeri Guide” di Palermo don Claudio Mancusi, il coordinatore del progetto Miur  “Legalità nelle scuole” avv. Cristian Petrina  e la referente per Catania prof.ssa Giovanna Micale.

A partecipare alunni della terza media con la prof.ssa Raffaella Musmeci e gli studenti del IV e V ginnasio, con la prof.ssa Sarah Donzuso. L’evento è stato dinamico e i  due gruppi di studenti, hanno formulato diverse domande, ne citiamo alcune:  Si raggiungerà la parità tra uomo e donna, così come previsto dall’Agenda 2030? I giovani hanno coscienza del fenomeno mafioso? In tempi di Covid, il senso civico è aumentato o diminuito?

Gli studenti sono stati coinvolti dagli argomenti trattati in videoconferenza, per loro è stata una lezione a distanza, servita a  rafforzare l’offerta formativa dell’Istituto, che da sempre punta su progetti degni di significato: il generale  Abagnara, in collegamento da Londra, ha evidenziato ai giovani l’importanza delle attività lavorative svolte dall’Esercito e in generale dalle Forze Armate, ma anche l’importanza dei diritti e dei doveri dei cittadini. Don Claudio, ha trattato l’argomento della formazione civica di ogni singolo cittadino e sopratutto dei giovani, uomini e donne del domani che, nella famiglia, devono trovare i primi insegnamenti per sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato.

La prof.ssa Micale a fine incontro ha dichiarato:L’evento formativo e culturale è servito alle  varie realtà per intraprendere un cammino comune lungo la strada della legalità”. L’avv. Petrina si è dimostrato soddisfatto, per la dinamicità dell’evento ed ha voluto evidenziare: “Al tempo del Covid19 la didattica a distanza consente di fare nuove esperienze e di unire mondi diversi: questa ne è stata una chiara testimonianza“.

Gli incontri in videoconferenza proseguiranno anche nella prossima settimana, per ricordare le vittime di mafia alla vigilia dell’anniversario della strage di Capaci.

La Video Conferenza

La Video Conferenza

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